❝ S h i n e n 深 淵 ❞. L'Artefice
— Kiri - Bijuu. —
~ Kiri ( Paese dell'Acqua) ❝ Bijuu ❞.
Sentì il viscido serpeggiare di Oogata al suo fianco, quasi a reclamare parole di elogio per l'onore accumulato in battaglia. Doveva dimostrarsi sempre superiore a quelle evocazioni, o avrebbero potuto prevalere. Una disdetta, a dire il vero, non poteva fidarsi ciecamente di loro, ma in quel caso si era rilevato utile per il conseguimento dello scopo della missione. In ogni caso tutti rispettarono le indicazioni fornite dall'Efebico, chi più, chi meno, cercava di fare il proprio nonostante le ferite riportate in battaglia. Tra di questi vi era Akio, il quale era stato lacerato lungo la zona addominale; non era un taglio da richiedere un urgente suturazione, avrebbe potuto resistere fino alla terra natia e lì avrebbe potuto ricevere un aiuto più meticoloso da parte di Aoki. Quest'ultima, sebbene si fosse dimostrata palesemente legata alla figura di Hogo, aveva rispettato il cambio di Kage in quel di Kiri e non aveva obiettato alcunché al giovane Hayate, il quale aveva ben deciso di tenerla tra i membri più importanti del villaggio. Era una donna le cui capacità curative eccellevano, andando al di là di quelle dello Spadaccino o di qualunque altro medico presente nel Paese dell'Acqua, almeno di sua conoscenza. Avrebbe potuto richiedere un'assistenza da parte del Maestro, ma non lo riteneva opportuno, al momento. Egli impersonava l'asso nella manica nel caso in cui la situazione sarebbe stata particolarmente nefasta e, per adesso, sembrava tutto sotto controllo. Si godé, spensierato, il siparietto d'ilarità che ebbe luogo tra l'aspirante e Harumi. Quel mero divertimento gli fece dimenticare, per un attimo, i momenti appena trascorsi; ne aveva bisogno, erano riusciti a fermare un bijuu, ma l'invasione non era del tutto finita.
Il Sadayoshi con diligenza accolse tra le braccia il corpo esanime di Satomi, rispettando il volere del Mizukage e portandola in stiva, per riporla su di uno dei letti disponibili per seppellirla il giorno dopo. Tra i presenti l'unico che aveva subito le ferite più ingenti, sia internamente che esternamente, era lo Squalo. Aveva affrontato il Bijuu ad armi impari, facendo leva su tutto il potere che la Spada fosse in grado di fornirgli, divenendo quasi un suo servitore. Lo vide accasciarsi, sul pavimento ligneo della nave, privo di sensi e con gli tsubo nel caos più totale. Oltre alle ferite evidenti su tutto il corpo, anche all'interno, il chakra primordiale aveva provocato danni considerevoli. Aveva praticamente sconvolto il suo flusso circolatorio e, ora, dissolvendosi, tentava di trovare vie di fuga per defluire. Cercò di soccorrerlo come poteva; con il poco chakra che gli era rimasto doveva fare affidamento solo sulle tecniche basilari da medico, così facendo avrebbe potuto evitare di ritrovarsi con uno spadaccino in meno. Non aveva gli utensili, né l'esperienza, per effettuare un'operazione del genere che avrebbe richiesto, oltre ad un luogo sterile, anche una trasfusione di sangue, data tutta la linfa vitale che aveva perso durante lo scontro. Lo prese tra le braccia e lo portò nella stiva, per consentirgli almeno di riposare e di stare al caldo.
- Hai esagerato, Mitsuaki-Kun. Ti concerà Aoki per le feste.
Proferì, ovviando a quello che aveva deciso di fare. ---------------------------------------------------------------------------
La brezza marina gli lambì il viso; sentiva quel calore, gli era familiare. Così come la nebbia che si ergeva sulle alture di Kiri. Erano finalmente giunti nella loro terra natia; sospirò, ormai convinto che fosse tutto finito. Doveva portare a termine ancora un compito, anzi due, prima di potersi definitivamente riposare. Avrebbe dovuto consegnare la pietra ove era stato sigillato Isobu al compagno di Satomi, annunciandogli della morte di quest'ultima. Probabilmente entrambi ne erano consapevoli sin dal momento in cui avevano accettato la missione data loro dal Taisei, ma gli sembrava triste, a dire il vero. Mai come allora aveva provato una sensazione del genere, ma se al posto loro ci fosse stato uno Shinobi di Kiri, non l'avrebbe mai permesso. Avrebbe posto se stesso come ultimo baluardo contro l'avanzata dei Bijuu, compiendo il rituale senza far pesare quella responsabilità su di qualche altro ninja.
Avevano attraccato e, dopo aver celermente salutato il capitano della Kraken e i marinai, ordinò ad Harumi e Sadayoshi di portare con sé al villaggio il corpo di Satomi. Lui, invece, issò sulle proprie spalle il corpo privo di sensi dello Squalo, reggendo il peso anche della spada, la quale era stata riposta nella fodera e adeguatamente bendata, e si incamminò con andatura celere verso le porte del villaggio. Il Nakajima e il Diavolo potevano raggiungerlo autonomamente, dato che le ferite da loro subito non erano così rilevanti. Non c'era nessuno lì ad accoglierli, ma non era questo l'importante. Per lui l'onore è quello che si ha con se stessi. Bisogna onorarsi, ricordare che quello che si fa non lo si fa per gli altri, ma, prima di tutto, per il proprio io. Gli abitanti del villaggio non potevano saperlo; non avevano ricevuto informazioni del genere da parte del Mizukage né di Fuyu, posto al comando in sua assenza. Solamente gli Shinobi erano a conoscenza della missione da loro compiuta. Vedendoli al villaggio avrebbero potuto dedurre che tutto fosse andato per il verso giusto, ovviamente.
Interruppe la corsa per raggiungere come prima tappa l'entrata dell'Ospedale di Kiri. Lì la situazione era pressoché quieta; nulla era successo durante la sua lontananza nella terra natia. Si insinuò al suo interno con passo veloce, noncurante di coloro che sostavano nella sala d'attesa. Era diretto verso lo studio di Aoki, a cui avrebbe consegnato Mitsuaki per curarlo.
- AOKI-SAN! Aoki-san!
Proferì a gran voce per catturare la sua tempestiva attenzione. Ella non tardò ad arrivare con un taccuino tra le mani pronta a scrivere ogni informazione le venisse fornita da Hayate
- Ha subito svariati tagli e lacerazioni lungo tutto il corpo... Anche gli tsubo sono destabilizzati dato che ha assorbito del chakra primordiale. Non so quali siano gli effetti, ma ha bisogno immediatamente di una trasfusione di sangue. La prego di non allontanare la Spada; deve essere sempre vicina a lui.
Le disse, lasciando che il corpo venisse adagiato su di una barella e che venisse trasportato in una delle sale operatorie più vicine. Auspicandosi che almeno una di esse fosse libera. Si congedò dal medico da recupero con un cenno del capo e un sorriso poco marcato.
- La ringrazio per il suo lavoro, Aoki-san.
Uscì dall'ospedale per recarsi dal compagno di Satomi. Tra gli ordini di Harumi e Sadayoshi vi era anche quello di richiedere a Fuyu un incontro con quel tizio del Taisei sul tetto dello studio. Non sapeva se fossero arrivati prima loro, ma vi si recò velocemente. Nella veste aveva una delle armi potenzialmente più importanti al momento per Kiri; l'informazione data ai Kage al summit riguardo al tempo di scadenza di sette giorni del sigillo, gli fece relegare tutte le idee ambiziose in secondo piano. Ora come ora gli importava la sopravvivenza del villaggio ed avere tra le mani una creatura codata che si sarebbe potuta palesare all'interno dello stesso, non era il modo migliore per proteggerlo. Lo fece a malincuore, ma consapevole e non più immaturo come un tempo. Vide la fisionomia del membro del Taisei prima ancora di giungere a destinazione; quei due sottoposti si erano rivelati più utili del previsto. Non si aspettava una tale determinazione, ma alla fine di quella situazione ne era lieto.
- Salve. Tralasciando le presentazioni sono qui per consegnarvi il sigillo. Satomi ha fatto un ottimo lavoro ma purtroppo, come lei ben sa, ha perso la vita per farlo. Avrà degna sepoltura nel villaggio di Kiri. E' l'unica cosa che posso darle per l'aiuto fornito.
Disse, ponendo nel palmo della mano del suo colloquiante la pietra del sigillo. Era come se scottasse; sperava di non doverne avere mai più a che fare. Si congedarono i due, con il saluto regale del caso, prendendo strade diverse. Lo avrebbe fatto scortare fino a destinazione da alcuni Anbu, ma a debita distanza, così da non avvedersi della loro presenza. Non voleva avere alcun problema, né con il Taisei né con qualche membro del Kyodan piuttosto coraggioso da inoltrarsi nelle lande insanguinate. Non avrebbe mai permesso un oltraggio del genere, per questo prediligeva prevenire ogni eventuale ipotesi malevola.
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