Watashi 6C/2A - Tears in the Rain, Per Bahamut, Bishop, Karen. Passaggio di rango per Morph

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view post Posted on 14/2/2013, 17:57

lo cavalier del Gangbang!!

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Dopo le parole del medico, i due genin ragionarono un pò sul rimanere lì in quella casa per aiutarlo a trovare una cura, di cui loro stessi avevano bisogno, Hiro seppur a malincuore accettò, non voleva essere un pericolo per gli altri e usò come scusa il proteggere gli abitanti lì presenti per giustificare la sua scelta. Anche Chiaki accettò anche se più a malincuore, ci teneva a Fuyuki e non voleva abbandonare un amico da solo, Hiro la capiva non avrebbe voluto abbandonare Pakkun, ma rischiava in quelle condizioni di divenire un problema ancora più grande dell'evocazione. Di parere opposto fu invece Hisashi, lui non era stato contagiato e aveva una responsabilità verso l'evocazione di cui era eremita, il genin del controllo della sabbia capiva le sue motivazioni ed annuì verso l'amico, almeno uno dei due poteva andare al tempio a salvare Pakkun e ad aiutare il chunin nel trovare le cause della pioggia ed eventualmente fermarla.
Hiro si stava già avvicinando all'amico per augurargli buona fortuna, quando a sorpresa Fuyuki rifiutò al ninja dello shakuton la possibilità di seguirlo al tempio, argomentò bene le motivazioni di quella decisione, avevano senso, ma sapeva anche che Hisashi non le avrebbe accettate facilmente, come lui aveva detto aveva grandi responsabilità verso il canide.


In bocca al lupo Fuyuki, sperò che ci rivedremo presto al campo base, salva da parte nostra Pakkun è davvero importante.

Dopo aver salutato lo Hyuga che con Okojo si dirigeva alla ricerca del tempio, il ragazzo di suna si avvicinò all'amico e gli diede una pacca sulla spalla per tirarlo su di morale, fu proprio in quel momento che avvertì una strana risata provenire dal medico. Sembrava esultante per qualche motivo che spiegò subito dopo, quello che sentì e vide gli fece gelare il sangue, come aveva fatto anche il canide in precedenza rilasciò un'energia maligna che anche Hiro potè avvertire nonostante non fosse abilissimo a rilevare ed avvertire il chakra.
Quello che disse non lasciò dubbi su cosa stesse accadendo a Jaku, anche lui era stato posseduto da Watashi, ma loro troppo preoccupati sulle loro condizioni, non ci avevano badato, solo Fuyuki aveva chiesto, ma era stato ingannato anche lui.


Che diavolo...

Il genin non terminò la frase, il medico si era appena squarciato la mano, facendo fuoriuscire del sangue dal colore viola scuro, molto di più di quello dei due ragazzi. Il chunin compose alcuni sigilli e poi evocò alcune ombre che uscirono dalle pareti di legno, erano tutte armate di falce e chiarirono subito le loro intenzioni, se mai ce ne fosse stato bisogno, si lanciarono subito all'attacco dei tre genin.

Merda!!

La situazione era critica, avrebbero dovuto affrontare delle ombre e un medico chunin corrotto da Watashi, istintivamente il ragazzo fece fuoriuscire la propria sabbia, parte andò velocemente ad aderire alla pelle del ragazzo come se fosse un'armatura, la restante la utilizzò per creare una sfera di sabbia per proteggere se e colui che aveva vicino, in quel caso Hisashi, la sabbia vorticò velocemente fino a creare un bozzolo di sabbia che sperava l'avesse protetto dall'attacco delle ombre.
Il pensiero comunque corse subito alla Hyuga che non aveva potuto proteggere, sperava che sarebbe stata in grado di difendersi da sola, altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato, per la fretta aveva alzato le sue difese di sabbia senza pensarci troppo.


Chiaki tutto ok?

Per avere un riscontro visivo sia della ragazza, sia dei nemici, il ragazzo per l'ennesima volta in quella missione, utilizzò la sua tecnica preferita, era stato difficile apprenderla, ma si rivelava sempre utilissima, il terzo occhio così apparve al di fuori del bozzolo difensivo che continuava a vorticare per difendere i due ninja di suna al suo interno. Nonostante la sorpresa e lo shock di quello che avevano appena scoperto, il ragazzo non si fece sopraffare e cercò di rimanere lucido ragionando sulla situazione, non avevano molta scelta se non di combattere, avrebbero dovuto affrontare sia le ombre che il chunin, a cui però non potevano fare del male, non era colpa sua se si stava comportando così. Sapeva però che stavano per affrontare qualcuno più forte di loro, già sarebbe stato difficile normalmente, combattere trattenendosi per non fargli del male rendeva quella situazione quasi proibitiva. Normalmente avrebbero dovuto tentare di mettere fuori gioco per prime le ombre, non sapeva neppure se gli attacchi normali con loro avrebbero funzionato, però quella volta il genin pensò diversamente, la soluzione migliore secondo lui, era tentare di colpire di sorpresa l'evocatore, in modo da fargli sciogliere l'evocazione delle ombre e allo stesso tempo metterlo fuorigioco. Non poteva andarci leggero contro Jaku, dovevano colpirlo duramente per tentare di fermarlo, elaborò così un piano che prevedeva un attacco combinato dei tre genin, per primo si rivolse all'amico che era lì vicino.

Hisashi faremo come all'eremo io ti dico dove è il nemico e tu cercherai di confonderlo con una genjutsu, il bersaglio è Jaku, nel frattempo io tenterò di distrarlo ed immobilizzarlo con la mia sabbia in modo di permettere a Chiaki di colpirlo.

Sussurrò quelle parole all'amico sperando che avrebbe accolto il suo piano, subito dopo si rivolse alla Hyuga che non era troppo lontana da loro, cercando di farle capire le sue intenzioni senza svelare troppo al medico, parlò con un tono di voce sufficiente a farsi sentire da lei, ma sperava non dal medico.

Chiaki io tenterò di immobilizzarlo con la mia sabbia se avrò successo tu colpiscilo duramente in testa, vorrei avessimo altre possibilità, ma lui è più forte di noi, se ci andiamo leggeri verremo corrotti anche noi.

Hiro era pronto ad agire ed iniziò a polverizzare il pavimento sul quale si trovavano in modo da attingere un pò di sabbia in più per il suo tentativo di immobilizzare Jaku, inizialmente cercò di distenderla intorno a loro senza puntare nessuno in particolare, appena ne avrebbe prodotta in quantità sufficiente l'avrebbe improvvisamente diretta sul medico, sperando di sfruttare l'effetto sorpresa combinata con l'illusione dell'amico per immobilizzarlo o comunque distrarlo abbastanza da dare alla ragazza un bersaglio facile. L'idea di colpirlo in testa aveva lo scopo di stordirlo o fargli perdere conoscenza senza causargli troppi danni, aveva anche già pensato ad un'altra soluzione nel caso la prima non avesse successo, ma era molto più rischiosa, sempre se avrebbero avuto la possibilità di attuarla.
Ora bisognava soltanto vedere come i suoi compagni avrebbero agito, sperando che il piano avesse successo e che riuscissero a fermare il medico prima che fosse troppo tardi per tutti loro.
 
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view post Posted on 15/2/2013, 17:52
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Lo spettacolo poteva far scendere il sipario. I due ragazzi incaricati di trattare con i superstiti, si riunirono con il resto del gruppo che li aspettava ansioso. Chiaki lasciò parlare il sunese ma il suo silenzio bastò a far capire che appoggiava la decisione presa da Hiro. Ci furono minuti di silenzio in cui il ragazzo del clan dello Shakuton, li guardò quasi stupito della scelta appena fatta.
La Hyuga non riusciva a reggere lo sguardo del ninja, si sentiva un'inetta per aver acconsentito alla proposta del medico ma Hisashi doveva capire a cosa andavano incontro; lui stesso aveva provato ad attaccarli e questa volta erano due gli infetti, non potevano rischiare di rallentare l'ANBU o persino di metterlo in pericolo.
Ogni minuto che passava era rischioso per chiunque, altri problemi non avrebbero giovato alla missione. Il ragazzo dalla chioma bicolore dopo averci riflettuto su accettò la decisione dei due genin ma si oppose a ciò che Jaku aveva in mente per lui. Le sue parole furono forti ma aveva ragione, qualcuno doveva rimanere accanto a Fuyuki se la potevano cavare anche da soli, non occorreva una balia, era già deprimente così la faccenda.
Senza contare che Pakkun, la sua evocazione era passata al lato malvagio; anche la tredicenne avrebbe rischiato la sua vita per salvare una dei suoi fratelli. Si, aveva firmato da poco il contratto con i mustelidi ma il rapporto che si era venuto a creare e la promessa che aveva fatto prima di toccare la pergamena, significavano tanto per lei. Chiaki non osò opporsi, fissava il pavimento aspettando che il capogruppo dicesse la sua, alla fine era lui a dover stabilire l'ordine.
La speranza che la Hyuga riponeva nel ragazzo si spense subito come un fuoco appena estinto dalla pioggia. Fuyuki era deciso a finire il viaggio da solo ma aveva lasciato al sunese un compito comunque di grande prestigio; sarebbe stato lui a coordinare le operazioni per salvare i cittadini rimasti. Pronto a ripartire il ragazzo si infilò il cappuccio e scambiò gli ultimi sguardi con tutti i presenti finché non arrivò alla sua allieva.
Lo sguardo della ragazzina era triste ma sapeva che prima o poi avrebbe rivisto il suo sensei. Muovendo solamente il labiale, augurò buona fortuna all'ANBU che in pochi attimi scomparve dalla loro vista rivolgendogli il suo ultimo ordine.

*Ci vediamo a casa Fuyuki...*

Il silenzio tornò a regnare tra i presenti che si scrutavano consci che non avrebbero rivisto il compagno di missione molto presto. Adesso non restava che mettersi all'opera per concludere nella maniera più semplice ed efficace possibile il compito assegnatogli. Fu proprio in quegli attimi che la kunoichi capì che qualcosa non andava.
Non riusciva esattamente a scorgere da dove provenisse quell'aura che quasi le faceva smuovere le viscere e che appesantiva l'aria. Solo quando Jaku scoppiò a ridere in maniera imprevedibile e decisamente sadica, attirando a se tutta l'attenzione dei genin rimasti, Chiaki intese chi era la fonte di quel suo malessere.
Sembrava un pazzo preso nell'attimo della sua follia più totale e le sue risate soddisfatte da leggere quali erano iniziarono a rimbombare per l'intera struttura. La tredicenne nemmeno riusciva a credere che quello era lo stesso compagno che le era rimasto accanto fino a quel momento. Nonostante i segni di terrore che continuava a inviarle il suo corpo, la sua espressione era ancora perplessa nel vedere come solo ora, il medico era venuto allo scoperto.
La sua follia era stata repressa per un bene più grande. Adesso che erano finalmente soli, senza più il loro capogruppo a creare ordine, sapeva che averli sarebbe stato un gioco da ragazzi. Un'energia incredibile si sprigionò dal ragazzo dalla chioma argentata, qualcosa che assomigliava molto alla stessa potenza emanata dal canide che aveva chiuso lei e Hiro nello studio. Non c'era scampo, Watashi faceva suo tutto quello che riusciva ad arraffare nel cammino, persino un gruppo che sembrava essere così unito era riuscito a farsi mettere i bastoni tra le ruote da lui.
Avrebbero dovuto combattere contro un loro stesso compagno, non si trattava più solo delle creature create dal Dio malvagio; o lui o il rischio di rimanere imprigionati in una vita eterna a offrire i propri servigi a quell'essere disgustoso che approfittava delle debolezze altrui per i suoi loschi scopi. La ragazzina fece qualche passo indietro mentre quel corpo senz'anima si squarciava una mano, facendo gocciolare il suo sangue irriconoscibile. In confronto a quello dei due genin il suo sembrava scuro come la pioggia che continuava a scrosciare fuori dalla dimora, senza interruzione.
Chissà da quanto tempo stava in quello stato ed era riuscito persino a ingannare Fuyuki, avevano loro speranza di cavarsela contro un chunin? Il peggio non era ancora finito perché dopo aver composto i sigilli, evocò a se delle ombre. Sembravano non essere bastate quelle che avevano incontrato nella foresta, questa volta invece degli artigli erano accompagnate da una lunga arma tagliente che ricordava molto lo strumento utilizzato dalla morte per tranciare.
Se doveva finire nelle mani di Watashi allora preferiva morire, tanto il suo sangue già infetto, presto l'avrebbe ridotta come Jaku; prima di perdere completamente se stessa, avrebbe aiutato gli altri con tutte le forze che le rimanevano. Ormai convinta come non mai, sfoderò le sue armi legate in vita pronta a difendersi dall'attacco di quegli esseri mentre i suoi compagni che si conoscevano da diverso tempo presero una posizione strategica, pronti a coordinarsi nel migliore dei modi.
Lo sguardo della Hyuga si incrociò con quello di Hisashi per alcuni secondi, non sapeva come sarebbe finita ma sicuramente non sarebbe stata un peso per nessuno. La lama della falce si avvicinava sempre più mentre la ragazzina di Konoha pensava a come poter fermare l'evocatore che era la fonte di tutto quel trambusto. Non aveva mai affrontato qualcuno di rango più alto di lei ma sicuramente non sarebbe stata una passeggiata; senza contare che se fossero riusciti a fermare il medico non era detto che il richiamo si fosse spezzato.
Hiro si sarebbe occupato del fattore immobilizzazione e difesa, iniziando a creare quanta più sabbia poteva da tutto ciò che lo circondava e Hisashi avrebbe attaccato con le genjutsu che aveva ereditato dalla sua terra. Adesso la piccola dai capelli blu, doveva solo capire come distrarre quelle ombre per poter raggiungere il suo obiettivo. Non era così facile come il dominatore della sabbia aveva proposto.
Se si fosse aiutata con il suo elemento, appena avrebbe avuto modo, poteva creare un canale d'aria che le avrebbe facilitato l'avvicinamento a Jaku. Gli attacchi dalla breve distanza erano la sua specializzazione. Sperando che il chunin non eludesse tutti i suoi movimenti sarebbe passata a chiudere quanti più tsubo le era permesso, proprio come aveva studiato sulla pergamena cedutale dal clan durante la sua permanenza alla residenza. Solo così il ragazzo non avrebbe provato dolore ma almeno si sarebbe fermata notevolmente, la sua potenza distruttiva.
Colpirlo in testa sembrava un passo veramente azzardato, avrebbe utilizzato quel piano solo ed esclusivamente nel caso non ci fosse stato altro modo per fermarlo, cercando sempre di regolare la sua energia; fare del male a un compagno andava proprio contro il suo nindo.

*Chiaki ce la puoi fare, contano tutti su di te...*
 
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view post Posted on 17/2/2013, 22:22
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Una genjutsu, forse non una grandissima idea per fermare colui che nella caverna che precedeva il villaggio aveva dato dimostrazione della sua grande capacità di eludere quei giochi di chakra.

Jaku - Siete degli stupidi, Kai!

Congiunse le mani riconoscendo immediatamente la natura di quel chakra che stava per plasmare una pericolosa illusione. In seguito effettuò un veloce balzo all'indietro per evitare la sabbia del membro di Suna e vedendo arrivare verso di sé la Hyuga, prima schivò l'offensiva sorridendo, poi la colpì con forza con una gomitata nel fianco. Un colpo secco che le fece mancare il fiato e la lasciò esposta all'altro attacco che giunse puntuale: un pugno sulla mascella che la scaraventò alla parete. Nel frattempo le ombre erano state fermate dall'ottima difesa di Hiro che da dentro la cupola teneva sottocontrollo il campo di battaglia grazie al terzo occhio.

Jaku - Come credete di sconfiggermi se non leggete neppure le mie mosse? Siete dei principianti... i vostri corpi saranno ben più utili

Le ombre si schierarono tutte davanti il medico con tra le mani le loro falci ma quando quest'ultimo alzò una mano, cominciarono ad avvicinarsi tra di loro unendosi in una materia oscura dagli occhi scarlatti la cui energia fece tremare l'abitazione già scossa dalla pioggia maledetta all'esterno. Davanti gli occhi dei Genin si presentò una creatura scura ed informe alta due metri con una falce lunga e ben più affilata di quelle che brandivano i suoi figli.

Jaku - Vi presento Ade, il dio della morte

Il mostro puntò la cupola di sabbia e con un singolo fendente la lacerò esattamente in due parti lasciando scoperti i ninja che vi erano all'interno. Non erano miracolosamente rimasti feriti o forse, dato che gli servivano vivi, Jaku aveva soltanto fatto in modo che non venissero uccisi immediatamente.

Jaku - E' per il bene della scienza, per rendere gloria all'unico dio capace di guidarci...

Gli occhi di Ade si illuminarono ancora, la creatura fece partire un altro fendente orizzontale che avrebbe tagliato a metà i due shinobi della sabbia. Serviva una strategia efficace e fuori dagli schemi, in un scontro diretto sarebbero stati polverizzati. Intanto Chiaki poté rialzarsi ma il dolore al fianco era intenso ed acuto, doveva avere un paio di costole inclinate.

Jaku - Smettete di resistermi!
 
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view post Posted on 18/2/2013, 22:25

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Jaku evitò abilmente tutti gli attacchi che il trio di genin gli scagliò contro, erano tre attacchi diversi, la prima un'illusione che venne sciolta facilmente, la seconda una ninjutsu di sabbia che venne evitata senza troppi problemi, la terza fu la taijutsu che venne bloccata con facilità e la Hyuga malmenata a dovere dal medico.
Hiro preoccupato per la ragazza, chiese lumi circa il suo stato, sperando che non avesse subito troppi danni e che stesse ancora bene, la vide rialzarsi seppur dolorante e si tranquillizzò un poco.


Chiaki tutto bene?

Ma non terminò tutto lì purtroppo per i ragazzi, il chunin gli sbeffeggiava sulla loro inutilità e su quanto invece sarebbero stati utili i loro corpi, la difesa di Hiro invece resse sotto il triplice attacco delle ombre, il ragazzo pensava che almeno quella era una buona notizia, almeno poteva difendersi e difendere i suoi compagni, ma anche quella mera illusione del ragazzo venne spazzata via da ciò che il ninja di Konoha fece dopo. Sotto suo comando infatti le tre ombre si unirono in una sola, molto più forte e grossa delle altre che l'avevano composto, quasi a segnalare ciò, la casa tremò di fronte al chakra emanato dalla nuova super ombra, come aveva fatto in precedenza con il chakra emanato prima da pakkun e poi da Jaku stesso.
La situazione sembrava disperata, il nome della creatura non ispirava niente di buono, Ade il dio della morte, il genin aveva letto di lui in qualche libro era il dio degli inferi nella mitologia, naturalmente sapeva di non trovarsi di fronte ad un vero Dio, sapeva cosa si provava a trovarsi faccia a faccia con una divinità, ma sapeva anche che sarebbe stato un nemico proibitivo. Quasi a voler dimostrare ciò l'ombra demolì in un attimo il bozzolo protettivo del ragazzo, la difesa impenetrabile di cui si vantava tanto era stata tagliata come se fosse stato del burro. Per qualche miracolo o forse scelta mirata del chunin, i due genin rimasero illesi dopo quell'attacco devastante. Intanto Jaku continuava imperterrito a parlare, decantando le lodi di Watashi come unico grande Dio, Hiro sapeva quanto folli fossero queste parole e non riuscì a trattenersi dal risponderli, anche se sapeva che era inutile parlargli, visto che in quel momento non era in se.


Jaku ma che diavolo dici? eri così fiero di te e ti sei fatto possedere così facilmente da questo stupido Dio?

Era una mossa azzardata, sperava di pungere nell'orgoglio il medico, sperando che questo lo aiutasse a ribellarsi contro quel malefico dio che lo possedeva e controllava come un burattino, probabilmente non sarebbe servito a nulla, ma tentare non costava nulla. Nel frattempo però Ade scagliò un altro fendente orizzontale verso i due sunesi, difendere quell'attacco era impossibile, aveva demolito la sua migliore difesa con una facilità disarmante, l'unica possibilità era tentare di schivarlo, ironico dirlo per un ninja come Hiro che non faceva della velocità la sua migliore arma, anzi era il suo punto debole.

A terra!!

Urlò all'amico di buttarsi a terra per schivare l'attacco imminente, così fece anche il genin, per garantirsi maggiore velocità sciolse il controllo della sabbia che gli faceva d'armatura per garantirli un pizzico di velocità in più sperando fosse sufficiente.

***



Indipendentemente dall'attacco, i tre genin dovevano trovare una soluzione per fermare Jaku e la sua devastante evocazione, Hiro già da prima aveva avuto un piano di riserva nel caso il primo fallisse, aveva sempre avuto senso tattico, ora in quella situazione nella quale erano pesantemente svantaggiati, trovare modi alternativi di combattere e di colpire il loro compagno era l'unica possibilità di sopravvivere e di sperare di liberare il chunin dal giogo di quella divinità.
Hiro elaborò la sua soluzione cercando di trovare e correggere ciò che non aveva funzionato nel precedente attacco, si ricordò tutto quello che era avvenuto fino a quel momento, dalla foresta alla grotta, dal villaggio sotto l'acqua fino a dentro l'abitazione.
Ripensando a tutto quello che aveva passato elaborò nei dettagli il suo piano e gli venne un'altra pazza idea da utilizzare solo come ultima carta, visto che aveva più svantaggi che vantaggi. Comunque in quel momento doveva concentrarsi sulla strategia attuale, aveva bisogno dell'aiuto degli altri compagni per realizzarlo e così sussurrò all'amico la sua idea, non voleva che venisse udita dal nemico così lo informò solo della prima parte.


Hisashi ho un'altro piano, sperando abbia più successo di quello precedente, prima di tutto abbiamo bisogno di un diversivo, usa qualche tecnica per rendergli difficile avvistarci, sarà di vitale importanza che non ci vedano fino all'ultimo.

Chiaki invece non era così vicina al ragazzo quindi doveva sperare che capisse al volo il suo suggerimento, sollevo tutta la sabbia cercando di espanderla in tutta l'area sopratutto di fronte alla ragazza così che con la sua collaborazione avrebbero potuto completare il diversivo.

Chiaki usa il vento!!

Cercò di limitare le parole al massimo in modo che la ragazza capisse cosa aveva in mente, Hiro conosceva l'elemento della ragazza perchè l'aveva visto utilizzarlo in precedenza, lo scopo del ragazzo era unire sabbia e vento in modo da creare una bufera di sabbia attorno al medico e a Ade, unito al diversivo dell'amico, sperava di riuscire a guadagnare il tempo necessario all'attacco vero e proprio.
Tecnicamente non era neppure un offensiva, ma ripensando ai fatti avvenuti nella grotta e di come Jaku stesso aveva liberato Hisashi dal controllo di Watashi, aveva elaborato questo piano, dove lo scopo ultimo, altro non era che fan rinsavire il medico.
Una volta creata la bufera di sabbia, il ragazzo avrebbe comunicato ai compagni cosa fare dopo, iniziò ad avanzare verso il medico e poi mostrando agli altri il primo sigillo della tecnica della liberazione, così attirò la loro attenzione e mostrò le mani ai suoi compagni. Sarebbe avanzato il tanto necessario ad eseguire la tecnica, l'idea era quella di liberare il chunin dal controllo del Dio, ipotizzando fosse come una sorta di illusione che manipolava il medico, ma non era l'unico motivo, sperava altresì che il chakra dei tre ragazzi combinato, riuscisse ad eliminare almeno in parte o anche solo per un istante il chakra oscuro di quella Divinità, in modo che se Jaku fosse stato ancora cosciente avrebbe potuto collaborare per liberarsi dal controllo. Era sicuro che il medico fosse ancora lì da qualche parte lì dentro e che stesse tentando di lottare contro colui che lo controllava, tutto quello che aveva fatto fino a quel momento era servito a quello, sperava che questa volta avrebbero avuto successo, l'alternativa sarebbe stata la loro morte o peggio, puntava tutto su questo e sulla collaborazione dei suoi compagni ed amici.
 
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view post Posted on 20/2/2013, 20:32
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Le lame dei due poli opposti si scontrarono, lasciando che un suono metallico permeasse l'aria. Il loro sguardo si incrociò uno determinato e speranzoso, l'altro portatore di morte e distruzione. Furono solo pochi secondi perché quell'agglomerato scuro, la creatura di Watashi non era il vero obiettivo della kunoichi. Con una spinta più forte cercò di allontanare da se l'avversario lasciandolo alle prese con Hiro che con la sua immensa sfera di sabbia, si proteggeva da ogni attacco nemico.
Sapeva cosa era in grado di fare con quella tecnica, non era il primo dominatore della sabbia che conosceva. Mentre si avvicinava celere al chunin iniziava già a dubitare della loro strategia ma non poteva tirarsi indietro. Infatti la tecnica di Hisashi venne spezzata con una naturalezza disumana. L'uomo era esperto di genjutsu ne era la prova ciò che era avvenuto alla caverna.
Lui stesso era riuscito a tirarli fuori da quella che sembrava essere un'illusione dove persino il loro caposquadra era stato la vittima. Ormai era a pochi metri, rinfoderò le sue armi e con un scatto felino si trovò faccia a faccia con il medico pronta a interrompere lo scorrere del suo chakra dove poteva. Quando vide che l'attacco sabbioso venne ulteriormente schivato, capì di essere da sola davanti al suo avversario ma era già troppo tardi per tornare indietro.
Ad accoglierla trovò un Jaku sorridente ma la sua espressione era falsa, il suo era un ghigno sadico di chi sapeva cosa sarebbe successo di li a poco. I movimenti veloci e precisi con cui la fanciulla si coordinò, non servirono a nulla. Quando il chunin si stufò di quello che per lui era solo un gioco passeggero, sferrò una gomitata nel pieno fianco della tredicenne. Quasi riuscì ad avvertire il rumore delle sue costole che cercarono di attutire il colpo. Una fitta lancinante che le fece mancare l'aria e per poco perdere l'equilibrio ma la tortura non finì li.
Un altro colpo ben assestato alla mascella la fece volare di qualche metro, prima che la parete interrompesse il suo percorso. Scivolò lentamente al suolo finendo a gattoni. Mentre una mano se la portò sul fianco, l'altra sorreggeva il suo peso cercando di riprendersi dalla botta. Il loro piano aveva fatto buchi da tutte le parti, dovevano pensare ad altro subito.
Hiro intanto in lontananza le domandò sulle sue condizione fisiche. Sicuramente non avrebbe potuto attaccare nuovamente così, sentiva il dolore lungo il fianco ad ogni minimo movimento che faceva. Si rialzò lentamente e coprendo la smorfia di dolore che aveva preso possesso del suo viso, lasciò intravedere ai due compagni un lieve sorriso.

- P-potrebbe andare meglio ma sono ancora dei vostri - disse cercando di farsi sentire ma evitando di sforzandosi troppo.

La sua attenzione lasciò subito i suoi compagni per tornare verso il loro avversario che si divertiva a sbeffeggiarli, facendo notare la loro scarsezza. Se un tempo le parole dello shinobi l'avrebbero colpita nel profondo, adesso non le importava. Continuava a riflettere su ciò che avevano passato e su qualche nuova strategia per sbaragliarlo. La forza non bastava, occorreva più ingegno ma i minuti erano contati.
Di una cosa era certa, Jaku l'aveva avuta a portata di mano e a quella distanza ravvicinata, darle un colpo fatidico sarebbe stato facilissimo ma la fortuna a quanto pare girava ancora dalla loro, lui non li voleva morti; loro erano destinati a diventare come lo stesso chunin marionette di Watashi e questo andava a loro vantaggio, almeno per il momento.
La difesa di Hiro sembrava reggere agli attacchi di quelle ombre, che si erano concentrate tutte su di lui ma il peggio non era ancora arrivato. Infatti con un semplice gesto del medico, quell'agglomerato di oscurità si schierò davanti a lui. I tre ragazzi non capivano bene cosa stava succedendo, finché l'uomo non alzò la mano al cielo. Inizialmente iniziarono ad ondeggiare, ricordando un budino, poi la loro consistenza sembrò svanire.
Quando la loro fusione si completò, davanti ai loro occhi comparve un essere enorme, dal manto scuro, che li fissava con i suoi occhi gelidi. Paura e morte si leggevano in quello sguardo. Jaku non poteva trovare nome più appropriato di "Ade, il dio della morte". La sua potenza distruttiva cominciò a far tremare persino il rifugio, facendo preoccupare la tredicenne per i superstiti.
Già erano terrorizzati di loro, per tutte le perdite che c'erano state e le promesse inculcate da Watashi; sperava solo che la loro sanità mentale non peggiorasse più del dovuto. La creatura provò a muovere i primi passi verso i due genin difesi dalla cupola di sabbia, Chiaki doveva andare li ad aiutarli ma appena mosse un passo una fitta le bloccò il tragitto. Si doveva ancora riprendere dalla botta, scrutò la creatura dal basso della sua statura, mentre con la gigantesca falce tranciava senza difficoltà la tecnica di Hiro, ormai senza difese.
La Hyuga si portò le mani alla bocca, preoccupata per i suoi compagni, cercando lentamente di appropinquarsi verso di loro mentre il medico, divertito per il suo potere ma allo stesso tempo serio, ricominciò a lodare il Dio maligno che stava scatenando una guerra di fama mondiale. L'albino a quelle parole non riuscì a trattenersi, cercando quasi di far riprendere Jaku, ormai preda della pazzia.
Il peggio non era ancora passato perché la mostruosa bestia, attaccò nuovamente i due di Suna, che decisero di abbandonare subito la possibilità di difendersi nuovamente, era troppo forte anche per loro. Si buttarono a terra, così da schivare la falce, che veloce e precisa avrebbe rischiato di dividerli in due.
Riuscì a tirare un sospiro di sollievo la piccola ma quella pace durò solo qualche minuto, il tempo di organizzarsi con una nuova strategia. Infatti già un secondo piano era stato escogitato da Hiro che dopo aver bisbigliato per un po' con il suo compaesano, iniziò a spargere la sua sabbia per l'intera stanza. Non sapeva cosa avesse in mente ma appena il genin chiamò l'attenzione di Chiaki, lei capì subito a cosa si riferisse.

*E vento sia...*

A quanto pare doveva stare più attenta ai segnali in codice del suo compagno, perché la distanza che li divideva non era così poca e se Jaku avesse anticipato le loro mosse probabilmente sarebbe riuscito a sventare l'attacco anche prima che iniziasse. Con un gesto della mano il suo elemento venne chiamato a raccolta, facendo sbattere le persiane della finestra che si spalancarono.
Lentamente la sabbia del sunese iniziò a sollevarsi, e a vorticare in maniera circolare, quasi a formare un uragano di sabbia in miniatura. Sperava che la loro tecnica combinata potesse dare impiccio o almeno limitare i movimenti degli avversari, soprattutto infastidendo la parte ottica. Sicuramente dietro questa strategia c'era qualcosa di meglio. Anche il fastidioso ululato del vento si mise d'impiccio, rafforzato dall'aria che entrava direttamente dalla finestra aperta.
La Hyuga era presa dai chicchi di arena che continuavano a danzare quando vide l'albino avvicinarsi a Jaku, deciso e sicuro. Senza distogliere lo sguardo dal loro compagno contagiato mostrò agli altri un sigillo. Cercando di collegare a cosa fosse legato quel primo sigillo, la mente della fanciulla si focalizzò sulla grotta.; nel momento esatto in cui tutti loro erano stati riportati alla realtà dal medico stesso.
La tecnica della liberazione, ecco cosa sicuramente aveva in mente il dominatore della sabbia. Lo shinobi continuò ad avvicinarsi finché non si sentì abbastanza sicuro. Stavano correndo un grave rischio, perché se non fosse andata come aveva pianificato il ragazzo a quella distanza li avrebbe messi facilmente fuori gioco.
Chiaki si avvicinò lentamente da un'altra angolazione della stanza ma mantenendo sempre una certa distanza, non si voleva ritrovare di nuovo sbattuta contro la parete. Impastando quanto più chakra poteva, la kunoichi iniziò a spingerlo fuori dal suo corpo, riversandolo anche nella stanza ormai immersa nell'oscurità. Quando l'energia pura e invisibile entrò a contatto con quella degli altri ragazzi, un barlume di speranza riempì il cuore della fanciulla.

- J-Jaku, torna da noi... - disse quasi più come una preghiera, la piccola dai capelli blu.
 
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Mr. Bishop
view post Posted on 21/2/2013, 00:44




Hisashi non dovette attendere molto per conoscere l'esito della sua tecnica: era stato appena avvolto dalle spire, quando si rese conto che Jaku si era liberato con facilità dalla sua tecnica, senza accusare il colpo o subire la paura che quella avrebbe dovuto causargli. Adesso Hisashi era isolato dall'esterno, protetto da quella bolla di sabbia che gli stava garantendo la sopravvivenza pur impedendogli di vedere cosa stesse accadendo ai suoi compagni: il volto di Hiro gli rivelò, come una finestra sull'esterno della cupola, prima con un volto preoccupato il pericolo che Chiaki correva adesso che si trovava a fronteggiare da sola quelle tre creature e il loro evocatore, quindi quasi allarmato da ciò che accadeva a Jaku.
L'immaginazione di Hisashi lavorò per sopperire alla carenza di informazioni riguardante ciò che stava accadendo all'esterno della cupola, ma la creatura che di li a poco sarebbe apparsa ai suoi occhi superava ogni sua più terribile aspettativa: la cupola di sabbia venne spazzata via dal colpo secco di una grossa falce affilata che però, casualmente o intenzionalmente, non sfiorò i due genin e Hisashi ebbe finalmente la possibilità di realizzare il pericolo che i tre genin stavano affrontando, un pericolo alto più di due metri, armato con una lunga ed affilata falce e dal corpo informe color pece.
Osservava i due genin e, nonostante il suo volto fosse tutto fuorché umano, la sua espressione trasmetteva un forte desiderio di colorare delle stesse tonalità scarlatte dei suoi occhi le pareti di quella sfortunata stanza devastata dai danni causati dal combattimento, desiderio frenato dal volere del suo evocatore che aveva più volte ostentato il desiderio di avere i genin vivi, così da poter offrire il controllo delle loro vite alla divinità.
A quanto pareva il fatto che i ninja dovessero rimanere vivi non significava che non potessero essere feriti o mutilati, dato che l'informe creatura si lanciò alla carica con la falce sguainata e, a qualche passo da loro, piantò i piedi a terra lasciando roteare la falce attorno a se. Non vi era tempo per pensare al momento, solo per fuggire, per schivare. Il ragazzo sapeva di essere molto più agile del suo compagno e, mentre si abbassava per evitare il taglio della falce, lo guardò sperando avesse fatto lo stesso. Quando notò il suo compagno calarsi insieme a lui, estrasse la lama, colpendo la falce verso l'alto, con l'obbiettivo di deviarla dalla traiettoria che il controllore aveva intensione di imporle e rallentando un ipotetico secondo attacco da parte sua.


Usare un'arma come la falce in un posto chiuso non è di certo un vantaggio. Soprattutto adesso che è ben più ingombrante di quella delle tre creature di prima... Questo potrebbe andare a nostro favore...

Ma non era il momento di affrontare quella oscura creatura: Hiro gli aveva appena detto di avere un piano, piano che necessitava di un diversivo per essere messo in atto.
Hisashi non gli pose domande, ma con un cenno del capo si mise in piedi, allontanandosi in fretta dall'imponente avversario. Quando capì di essere sufficientemente distante dal medico e dalla sua evocazione, compose i sigilli, lasciando che una imponente nuvola di aria calda si diffondesse attorno a lui, circondando il medico e rendendogli difficoltoso, a causa di giochi di rifrazione della luce, stabilire l'effettiva posizione dei suoi avversari. Di certo questa mossa non sarebbe bastata a metterlo fuori gioco, ma non essendo una genjutsu sarebbe stata di certo più efficace della precedente tecnica e li avrebbe aiutati a guadagnare un po' di tempo. Alla sua destra vide i sue due compagni accordarsi con veloci monosillabi per procedere con l'attacco e in pochi attimi un potente vortice di sabbia, alimentato dal vento impetuoso alzato da Chaki, circondò il chunin ostacolandone ancor di più la visuale.


Questo ci aiuterà a capire se è lui a controllare le creature: sembrano dotate di coscienza propria, ma è evidente che si muovono obbedendo ai suoi ordini. Riuscire a separarli potrebbe aiutarci...

Quando la sabbia aveva ormai circondato il medico, Hiro suggerì loro i sigilli necessari per la tecnica della liberazione, rievocando in Hisashi ricordi nascosti dalla nebbia di quegli attimi di follia. Gli tornò alla mente, limpido, il ricordo di quei momenti nella grotta, di quella esplosione di chakra che lo aveva investito poco prima di perdere i sensi. Era chiaro, il ninja della sabbia sperava che la stessa tecnica funzionasse con il medico e che fosse possibile quindi salvarlo evitando il combattimento diretto, che avrebbe messo in pericolo la sua e la loro vita.
Si tuffò allora nella tormenta di sabbia, pronto ad avvicinarsi al ninja e rilasciare parte del suo chakra nel suo sistema circolatorio, sperando che l'intuizione di Hiro fosse corretta e che quella battaglia fra compagni potesse finalmente avere fine.
 
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view post Posted on 21/2/2013, 18:47
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Eccoli finalmente, i tre giovani Genin collaborare ed usare la testa. Il primo tentativo di provare a fare breccia sull'orgoglio del medico non sembrava aver sortito alcun effetto ma l'altra strategia era ciò che avrebbero dovuto fare fin dal principio. Con abilità e grande affinità tra compagni, il gruppo riuscì a ricreare una tempesta di sabbia che avvolse la stanza e gli permise di percorrere metri preziosi e posizionarsi ad una posizione ottimale per liberare la mente di Jaku dal dominio di Watashi. Ci volle una quantità immonda di chakra ma tramite l'unione dei loro poteri, tramite il desiderio di tornare a respirare l'aria pulita e verdeggiante di Konoha e di tornare ad abbracciare i propri cari, venne sprigionata un'energia che fece tremare l'intera abitazione e l'animo corrotto del loro nemico e compagno contemporaneamente. Gli occhi di Jaku vennero attraversati da quel boato purificatore che sembrò tanto somigliare a quello sviluppato proprio dal medico nella caverna per liberare però la mente di Hisashi. Le scosse ed i flussi di chakra durarono alcuni minuti al termine dei quali il silenzio più agghiacciante regnava nella struttura insieme alla consapevolezza di aver fatto un buon lavoro. Erano lì, tutti e tre, vivi e vegeti anche senza il loro caposquadra, capaci di gestire un avversario più esperto e potente col gioco di squadra e la strategia. Lo shinobi dai capelli argentati era finito ai piedi della parete scaraventato via dalla forza sprigionata dai Genin e quando due colpi di tosse fecero intuire ai presenti che stesse bene, un sospiro di sollievo fu il minimo. Alzò la testa mostrando il suo sguardo smarrito ma deciso, confuso ma perennemente determinato e non ci volle molto per farlo tornare in piedi seppur non ancora in piena forma.

Jaku - Da non crederci...

Si avvicinò celermente verso coloro che l'avevano steso e con un'espressione tra il soddisfatta per il risultato e l'amareggiata per essere stato steso da tre pivelli, gli tese la mani per aiutarli ad alzarsi. Ricordava tutto, era cosciente mentre Watashi gli manipolava la volontà e ciò aveva reso il tutto una prigione ancor più insostenibile per chi, come lui, era stato mandato per curare e non per fare del male. In mezzo al disastro vi erano comunque delle liete notizie che si apprestò a riferire in breve, date le circostanze:

Jaku - Non nego che per alcuni istanti ho temuto il peggio, avete avuto bisogno di fare tutto quel casino prima di ricordare della liberazione? Dannazione, avrei dovuto dirvelo... con voi non darò mai più nulla per scontato

Non si riusciva a capire se fosse un rimprovero o una lode a tre ragazzini che erano comunque riusciti a farlo rinsavire.

Jaku - Ad ogni modo, è abbastanza chiaro che una volta contagiati, Watashi può sfruttare la corruzione del sangue per prendere possesso della mente. E' così che riesce a controllare i suoi "sudditi" in modo diretto. Adesso mi avete liberato dal suo dominio ma probabilmente nulla gli vieta di tornare a finire il lavoro, sono contagiato così come Chiaki e Hiro. Abbiamo poco tempo, datemi un campione del vostro sangue e comincerò ad elaborare un vaccino. In un certo senso, è stata una fortuna il nostro contagio

Per qualcuno della sua esperienza non sarebbe stato troppo difficile ricreare un vaccino con tutti i campioni che avrebbe avuto a disposizione, il problema rimanere la tempistica: il dio oscuro avrebbe potuto interferire ancora in ogni momento ed in una situazione delicata come quella non avrebbe sicuramente giovato agli studi. Gli uomini della casa non sembravano invece minimamente stati allertati dal delirio causato dalla battaglia, le stanze sarebbero dovute essere vicine ma il silenzio tombale di quegli istanti facevano supporre soltanto una cosa: che fossero finiti nuovamente in un qualche squarcio temporale diverso?

Jaku - Mi dispiace ma c'è solo un modo per prevenire qualsiasi problema, devo legarvi

Non erano ammesse storie, il medico aveva parlato e quello andava fatto. Fece comparire da un rotolo che teneva nel cappotto alcune corde ben spesse e si assicurò che la Hyuga ed il manipolatore di sabbia non potessero più nuocere in nessuna circostanza. Adesso era questione di tempo, con i campioni infetti a disposizione, Jaku avrebbe potuto senz'altro mettere in mostra le sue doti chimiche e scientifiche. In tutto quello Hisashi rimase da spettatore, il suo caso era il più peculiare: nella caverna era stato il primo dopo Pakkun a contrarre la forma della malattia che Watashi aveva immediatamente sfruttato ma adesso non ne mostrava più alcun sintomo.


Un paio d'ore dopo, il medico sembrava abbastanza perplesso del risultato che stava ottenendo dalle analisi. Il numero di campioni che poteva studiare avrebbe dovuto garantirgli una certa sicurezza ma le prove che stava effettuando non davano i risultati sperati. Mancava qualcosa, bisognava aggiungere qualcosa che al momento gli sfuggiva, mancava.

Jaku - Mmmh... Non si comporta come un virus normale, non posso rischiare di iniettarvi un prototipo dalla percentuale di fallimento troppo alta, e non posso farlo neppure con gli uomini della struttura che in teoria dovremmo salvare

Rimase a pensare ancora qualche minuto, poi si voltò verso Hisashi con aria inquietante, come se avesse appena avuto un'illuminazione divina.

Jaku - Tu! Il tuo sistema immunitario ha sconfitto la malattia ed anche se non ho la più pallida idea di come sia stato possibile... è nel tuo sangue la soluzione!

Prese un campione anche del sangue dello shinobi di Suna e rintanandosi in un altra stanza, sembrava essersi rasserenato e senz'altro messo in competizione con se stesso. Era l'unica maniera, usare il sangue di qualcuno che era riuscito a sconfiggere il virus per creare l'anticorpo capace di contrastarlo.

Jaku - Potrebbe volerci tutta la notte, voi... state buoni. Hisashi tienili d'occhio, nel peggiore dei casi colpiscili ma NON venirmi mai a disturbare, sono ad un passo dal risolvere finalmente questo problema

Scomparve così, lasciando la possibilità ai tre Genin di rendersi veramente conto di tutto quello che avevano passato e per qualche ora riposarsi. Lui avrebbe lavorato tutta la notte ed essendosi liberato da poco dalla prigionia mentale di Watashi non ci sarebbero dovuti essere problemi per un po'... forse. Avrebbero fatto bene a tenere d'occhio anche lui, in qualche modo.
 
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view post Posted on 23/2/2013, 13:17

lo cavalier del Gangbang!!

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Il piano elaborato dal sunese fu un successo, prima i tre genin crearono un potente diversivo, Hisashi alterò la visibilità nell'area grazie all'alto calore emanato, mentre Hiro e Chiaki combinarono sabbia e vento per dare vita ad una potente tempesta di sabbia che investi tutta la stanza circostante. Approfittando del diversivo creato, Hiro iniziò ad avanzare verso il suo compagno/nemico e dando indicazioni ai compagni, spiego con un gesto cosa intendeva fare, anche gli altri due genin eseguirono il piano del ragazzo. Si erano fidati del ragazzo della sabbia e, un momento dopo, tutti e tre emanarono un'immensa quantità di chakra in direzione del medico, sperando fosse sufficiente a sciogliere il legame che univa Jaku a Watashi e a farlo rinsavire. L'emanazione di chakra fu talmente devastante da far tremare l'intera casa per parecchi minuti e da scaraventare sia il medico che i tre genin a terra. Furono momenti di ansia e attesa quelli che separarono l'esecuzione della tecnica, a quando il medico si rialzò e iniziò a parlare normalmente, sembrava essere tornato nuovamente se stesso. Con il suo solito tono, rimproverò con in modo bonario i tre ragazzi, per il tempo che ci avevano messo a capire come liberarlo e al casino che avevano fatto prima di quello.
Disse questo mentre gli aiutava a rialzarsi, Hiro non riuscì a trattenere una frecciatina scherzosa, su ciò che aveva combinato il medico.


Jaku parli tu che ti sei fatto controllare da quel Dio? eri davvero tenero mentre proclamavi il amore per Watashi, casini a parte la nostra idea ha funzionato e tu sei finito a gambe all'aria aahahahahah

Il genin cercò di stemperare la tensione con quella battutina, mentre il chunin gli spiegava come funzionava l'infezione e del come quella divinità prendeva il sopravvento degli infetti, annunciò che avrebbe ricercato una cura e che aveva bisogno del loro sangue che prese senza troppi problemi.
Il ragazzo avrebbe dovuto pensare a come era possibile che con tutto quel trambusto nessuno dei superstiti fosse venuto a controllare cosa era successo, ma era così preso da ciò che era avvenuto e continuava a succedere che non considerò per nulla quella problematica.
Anche perchè ben presto fu costretto a pensare ad altro, visto che il medico annunciò che gli avrebbe legati per evitare che venissero posseduti anche loro due, al ragazzo quell'idea non piacque, si erano infetti ma venire legati gli metteva anche in pericolo e che quello che stava dicendo quelle parole era colui che fino a pochi istanti prima era posseduto da Watashi e aveva tentato di trasformarli in burattini di quel dio.


Scusa se sono franco, ma fino a poco tempo fa eri tu quello posseduto da Watashi, potrebbe anche essere un tuo piano per indebolirci e riuscire a catturarci e farci quello che volevi fare prima.
Forse tu come prima Hisashi una volta liberato sei immune dal controllo ma chi ci dice che tu non possa essere riposseduto? in questo stato noi saremo spacciati.. Non ha alcun senso legarci!!


Nonostante le sue proteste, i due ragazzi furono comunque legati in modo da non potersi muovere con Hisashi che avrebbe fatto la guardia e avrebbe controllato i due compagni di missione.
Hiro cercò di tranquillizzarsi anche in quello stato lui avrebbe potuto utilizzare la sua sabbia per difendersi seppur con più difficoltà, quel metodo per lui era inutile lo rendeva solo ridicolo e gli rendeva impossibile difendersi da eventuali attacchi esterni o di eventuali compagni posseduti.
Hiro vide il medico lavorare alacremente per ore alla ricerca di una cura, senza ottenere nessun successo o così sembrava, infatti poi annunciò che si trovava ad un punto morto, finchè all'improvviso ebbe un'illuminazione. Jaku chiese il sangue di Hisashi che secondo lui era la chiave della cura, visto che lui da posseduto era tornato normale e così lo era anche il suo sangue, nella linfa vitale del sunese giaceva qualcosa anticorpi et simila che potevano portare a guarire l'infezione. Per poter trovare questo qualcosa il ninja annunciò che si sarebbe isolato e avrebbe lavorato tutta la notte per trovare una soluzione, avvertì Hisashi di stare attento ai due genin e di menarli qualora tentassero qualcosa di strano o dessero segno di essere stati posseduti, prima che il chunin se ne andasse però Hiro aggiunse una cosa in direzione del medico.


E a te chi ti controlla nel caso venissi di nuovo posseduto?

Appena il medico se ne andò Hiro parlò ai due suoi compagni di missione, informandoli delle sue preoccupazioni e delle sue intenzioni.

Ragazzi non ha senso che noi due siamo legati come salami, queste sono solo corde io riesco ad usare comunque la mia sabbia, poi Jaku è ancora infetto ed è più pericoloso di me e Chiaki messi insieme eppure e li da solo senza nessuno che lo controlli.
Io direi di controllare anche lui, Chiaki tu potresti vedere cosa fa e magari avvertire il cambiamento del suo chakra, non so se è possibile dimmi tu, non conosco le tue abilità, mentre io potrei osservarlo con il mio occhio a distanza per vedere cosa combina e se da segni di pazzia.


Il ragazzo attese la risposta dei compagni prima di agire, non potevano fare altro che attendere se il medico avrebbe trovato una cura o se venisse posseduto di nuovo, non intendeva lasciare qualcuno di così pericoloso da solo senza nessun controllo. Una volta ottenuto parere favorevole dai compagni di missione avrebbero agito per controllare anche Jaku.
 
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view post Posted on 25/2/2013, 15:15
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Non poteva credere che la loro energia messa insieme potesse arrivare a una tale potenza. Il flusso di chakra che stava facendo uscire dal suo corpo era impressionate, di quel passo ne sarebbe uscita distrutta ma non importava, se questo avrebbe fatto riprendere il loro compagno. Ogni minuto che trascorse si chiedeva quando sarebbe giunto il suo momento, quando anche a lei Watashi avesse rapito l'anima.
La kunoichi così buona e gentile non si immaginava nemmeno corrotta da quell'essere, incapace di fare qualcosa per combatterlo. Il chunin che era anche più forte di lei si era visto diventare lo schiavo per eccellenza di quella creatura, senza poter fare niente per opporsi. L'energia emanata dai tre ragazzi si espanse per tutta la stanza eliminando ogni prova del combattimento precedente, scaraventando Jaku contro il muro. Il silenzio e il gioco di sguardi ora regnava in quella parte del casolare, finché il medico non annunciò la sua trovata stabilità con due colpi di tosse. Ce l'avevano fatta.
Chiaki si lasciò scivolare al suolo ormai sfinita mentre la fitta alle costole continuava a tormentarla. Vedere lo shinobi dalla chioma argentata di nuovo in piedi e con il suo solito sguardo serio e fermo, fece calmare i nervi di tutti. La serenità sembrò tornare un attimo nel gruppo mentre il chunin si avvicinava per aiutarli a rialzarsi. Si ricordava perfettamente quello che era successo precedentemente e quando arrivò davanti alla tredicenne, lesse immediatamente la smorfia di dolore dipinta sul suo viso. Non disse niente, ma avvicinò le sue mani al fianco della giovane iniziando a far fuoriuscire il chakra verde che tante volte li aveva salvati in quella missione. Probabilmente era in dubbio se rimproverarla per quella mossa azzardata o se non infierire per la buona riuscita della seconda tattica.
Non appena sentì che il dolore si era affievolito, sussurrò un grazie, accettando di buon grado l'aiuto che lo shinobi dai capelli argentati, le dette per rialzarsi. Poi, con una nota di sarcasmo commentò l'operato dei tre genin, lasciandoli in dubbio se si trattasse più di un rimprovero o un complimento per il lavoro svolto perfettamente in simbiosi. Hiro cercò di smorzare la tensione rispondendo con una battuta al chunin, alla quale Chiaki trattenne una risatina; se pensava che alle porte del villaggio si era dovuta mettere in mezzo ai due ragazzi per paura che scoppiasse una rissa e adesso invece, sembravano amici da tanti anni.
Comunque non c'era tempo da perdere, finita quella conversazione convenzionale il medico si mise subito al lavoro per elaborare un antidoto che li facesse uscire da quella situazione il prima possibile. Occorrevano campioni del loro sangue, così Chiaki riaprì la ferita sulla sua mano per soddisfare la richiesta dello shinobi. La vista del suo sangue ormai contagiato le mise ancora più ansia, quanto tempo avevano ancora? La kunoichi rimase li a fissarlo mentre lui celere si metteva all'opera, preparando tutto ciò che li occorreva.
Voleva aiutarlo ma era troppo inesperta nel campo ma l'affascinava vedere come lui si muovesse sicuro con tutte quelle provette. Intanto nessuno nella casa era salito al piano superiore, come era possibile che tutto il trambusto che avevano provocato non fosse stato udito dai superstiti? La Hyuga riattivò la sua capacità innata nella speranza di scoprire qualcosa di più ma venne interrotta dalle parole di Jaku. Con uno sguardo glaciale che le conferiva la sua doujutsu fissò quasi stupita il medico, prestando completamente attenzione al suo discorso.

*Si ha ragione il nostro sangue è infetto ma come la mettiamo che il suo sta a un livello altissimo di contagio? Se ci lega e venisse di nuovo impossessato da Watashi, faremo in tempo a liberarci da queste corde? Certo, non vorrei interrompere i suoi studi e soprattutto non vorrei far del male a nessuno ma c'è da stare in guardia. Spero solo che Hisashi ce la faccia a gestire ogni inconveniente*

L'albino di ribellò al suo fatale destino ma ciò non servì a nulla perché entrambi si ritrovarono legati in modo che ogni loro movimento era vano. La tredicenne aveva pensato di nascondere un kunai sotto al suo vestito, stando attenta a non farsi notare ma aveva rinunciato subito all'idea, proprio per paura che quel Dio scegliesse proprio lei come prossima vittima; l'unica speranza che le restava era il byakugan. Ora che non aveva nulla da fare tornò a controllare quello che restava dei superstiti della casa, coloro che si erano prostrati ai piedi di Fuyuki ma nulla, di loro non c'era più nessuna traccia.

- R-ragazzi ma i superstiti dove sono? M-mi sembrava strano che non fossero saliti a c-controllare dopo tutto quello che è successo ma non riesco nemmeno a v-vederli. Stiamo rivivendo la stessa cosa di quando siamo e-entrati? - gli occhi della piccola si spostavano per tutto il perimetro della stanza nella speranza di trovare qualcosa oltre quei muri.

Jaku non prestò loro troppa attenzione, aveva ben altro da fare. La kunoichi vedeva le fialette muoversi veloci sulle sue mani mentre cambiavano colore in base a come le miscelava. La sua espressione era concentrata e non faceva trasparire nessuna emozione. La Hyuga si chiedeva quanto tempo ci avrebbe messo, quei secondi sembravano diventare anni per loro che erano soggetti a quella maledizione.

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Stare ferma così per così tanto tempo le aveva messo sonno, visto che comunque buona parte delle sue energie erano andate disperse per aiutare il chunin. Stavano per serrarsi le palpebre quando il medico annunciò i risultati insoddisfacenti dei suoi esperimenti. C'era qualcosa che non andava, probabilmente aveva sottovalutato un po' troppo quella malattia. Non poteva provare su di loro campioni che non avevano un alta percentuale di riuscita. La soluzione quindi non si nascondeva nei contagiati ma allora in chi? Passarono pochi secondi e a Chiaki le parve di vedere gli occhi di Jaku illuminarsi mentre fissava Hisashi.
Effettivamente il ragazzo era l'unico che nonostante tutto era riuscito a scappare dalla morza di Watashi. Finì di prelevare anche il suo sangue e di barricò in un'altra stanza. L'ordine che dette al sunese fu chiaro, non voleva essere disturbato per nessun motivo. Certo rimanere legati li tutta la notte, in quella posizione scomoda per così tanto tempo, non era proprio il massimo; senza contare che Chiaki non avrebbe potuto abbassare la guardia come prima, era l'unica che poteva vedere al di là della porta se il medico presentava di nuovo gli stessi sintomi di pazzia. Appena la porta alle spalle dello shinobi si chiuse, Hiro iniziò subito a far uscire ciò che aveva ponderato per tutto quel tempo.

- S-si Hiro lo sto già controllando - disse arrossendo lievemente quando il ragazzo richiese il suo aiuto - m-ma non so se posso mantenere attivo il byakugan tutta la n-notte, è che abbiamo disperso parecchie e-energie. Ci potremmo dare il cambio però...

Intanto il buio iniziava a scendere anche se l'oscurità della pioggia nera non permetteva di vedere la differenza. Le mancava il sole che splendeva a Konoha, quel calore che le accarezzava la pelle e illuminava tutto ciò che toccava. Cercò di nascondere uno sbadiglio, visto che non poteva utilizzare le buone maniere. Sarebbe stata una lunga notte.

Edited by Karen91 - 23/8/2014, 21:10
 
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Mr. Bishop
view post Posted on 26/2/2013, 01:54




Le forze unite dei tre genin permisero loro di liberare il loro compagno dalla pericolosa morsa di Watashi, non senza poche difficoltà. I granelli di sabbia che vorticavano furiosi, sospinti dal vento, si accasciarono lentamente al suolo riproducendo in modo fedele le dune desertiche tanto care ai ninja della sabbia. Jaku era poggiato alla parete, spinto dall'imponente flusso di chakra generato dai tre ninja ma, nonostante l'indolenzimento dovuto all'urto, il medico confermò di stare bene e soprattutto di essere finalmente tornato in se. Hisashi si lasciò cadere, sedendosi sul tappeto di morbida sabbia, spossato dall'imponente quantità di chakra che era stato costretto ad usare per garantire la fine di quello scontro, ma lieto di poter recuperare finalmente le energie dopo le tante fatiche affrontate.
Jaku si ricompose in pochi attimi e, avvicinatosi ai ragazzi, li aiutò a rialzarsi e rimettersi in sesto, accompagnando quegli attimi con parole che, nonostante rimproverassero loro l'aver perso così tanto tempo prima di pensare alla tecnica della liberazione, sembravano riconoscere loro i meriti per l'impresa compiuta. La risposta di Hiro, seppur pungente, era carica di simpatica ironia, che strappo a Hisashi e agli altri membri del gruppo, più di un sorriso.
Ma nonostante la rilassatezza dilagante, il medico non perse di vista i loro obbiettivi e dopo quella breve parentesi, rievocò alla mente del gruppo ninja la necessità di trovare una cura medica che potesse salvare loro e gli uomini ancora vittima del controllo divino. Era evidente che Jaku fosse pronto a tutto, pur di portare a termine il compito che solo lui, grazie alle abilità mediche, avrebbe potuto assolvere: infatti propose, pur non lasciando grande margine di protesta ai genin, di legare i due ninja, in modo da tentare di impedirne i movimenti. Nonostante le proteste di Hiro, senza dubbio fondate su deduzioni veritiere, Hisashi si dimostrò d'accordo con Jaku.


Hisashi: Capisco il tuo punto di vista, Hiro, ma qualora voi due finiste sotto il controllo di Watashi, il tempo impiegato per liberarvi dalle corde, mi permetterebbe di prepararmi a fronteggiarvi. State pur certi che in caso di pericolo vi libererò a costo della mia stessa vita.

Jaku stava intanto raccogliendo dai due infetti i campioni di sangue che, insieme al proprio, lo avrebbero aiutato negli studi del morbo e nella ricerca di una risposta ad esso.
Le successive due ore furono monotone: mentre Chiaki non riuscì a vincere la stanchezza, Hiro rimase vigile, guardandosi attorno in attesa di una risposta da parte del medico, mentre Hisashi, non sapendo come ingannare il tempo, rimase ad osservare il medico compiere il suo lavoro, pur rimanendo a una distanza che gli garantisse di non disturbare, ammirandolo destreggiarsi fra provette, siringe e campioni di sangue infetto.


Davvero incredibile la sua abilità di medico! Nonostante le discordie e i diverbi, la sua presenza nel team si è rivelata fondamentale.

Dopo due ore di lavoro Jaku si alzò dalla sua scrivania in cui aveva condotto gli esperimenti, per tornare a rivolgersi ai ninja, esprimendo le proprie perplessità sull'imprevedibilità dell'antidoto che aveva appena creato: nonostante infatti quello avrebbe curato il male che affliggeva i ragazzi, non poteva sapere come avrebbe agito a contatto con le loro cellule e come il fisico avrebbe risposto ad esso. Rimase in silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto, alla ricerca di una soluzione, finchè il suo sguardo si posò su Hisashi, illuminato da un'idea che avrebbe di certo risolto il problema. Un'ipotesi logica, chiara: il sangue del ragazzo, che era riuscito a superare il contagio, doveva contenere di certo gli anticorpi necessari per contrastarlo.
Il ragazzo non fece storie e porse il braccio al medico, affinché provvedesse a prelevare i campioni di cui necessitava, pur distogliendo lo sguardo: non era riuscito ancora a superare il disgusto che la vista del sangue gli causava e, nonostante il sangue infetto non lo infastidisse, dato il color pece che lo faceva somigliare a tutto fuorché sangue, dato che lui non era stato contagiato, sapeva che un fiume scarlatto sarebbe sgorgato dal graffio che il chunin si apprestava a fare.
Adesso che Jaku possedeva tutto ciò di cui necessitava per ultimare il suo lavoro, lasciò la camera, annunciando di avere bisogno di solitudine per continuare con il suo lavoro e chiedendo a Hisashi di impedire che venisse disturbato in alcun modo. Senza aggiungere altro lasciò la stanza, preparandosi ad una lunga notte di lavoro.
I tre poterono adesso conversare liberamente, parlando di Jaku e dei dubbi che nutrivano sulla sua effettiva guarigione. Il primo ad esprimere la propria opinione fu Hiro, che come sempre, nonostante le parole accese e senza peli sulla lingua, riassunse i pensieri dei sue due compagni. Chiaki rivelò infatti di tenere già d'occhio Jaku, nonostante non avrebbe potuto proseguire tutta la notte.


Hisashi: Concordo con voi, dobbiamo tenere d'occhio anche Jaku. Chiaki, inizia tu a controllarlo, ma vi darete il cambio di tanto in tanto, in modo di permettere all'altro di riposare e, meglio ancora, dormire un po'. Io resterò sveglio per assicurarmi che la notte proceda in modo tranquillo, non preoccupatevi.

Detto questo si sedette di fronte a loro, preparandosi ad una lunga notte insonne.
 
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view post Posted on 5/3/2013, 18:59
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Jaku udì le parole del Genin di Suna sparate senza rispetto nei confronti di chi rimaneva un suo superiore. Il medico gli gettò un'occhiataccia ma non sarebbe passato sopra a tanta presunzione. Gli si avvicinò a passo svelto e lo alzò da terra per il colletto della giacca.

Jaku - Ti diverti a mancarmi di rispetto?

Il ragazzo poté vedere nel riflesso di quegli occhi un demone esplodere in un istante che avrebbe potuto disintegrarlo in una manciata di secondi. Eppure si sentiva ancora troppo buono Jaku, aveva voglia di considerare quelle parole lo sbaglio di un bambino non ancora con l'esperienza di scegliersi i propri avversari. Lo spinse ad una parete e si allontanò.

~ ~

Era notte e mentre la pioggia fuori martellava la terra ormai compromessa del Paese delle Terme, il medico provava a ricreare quel vaccino che avrebbe salvato tutti coloro che erano rimasti vittima del potere di Watashi. Il gruppetto di ninja non aveva completamente torto, anche Jaku stesso rappresentava una minaccia ma se Hisashi, dopo essere stato liberato, sembrava godere di ottima salute, un po' di fede in una situazione del genere non poteva far male. Ad ogni modo i metodi per tenere sotto osservazione il Chunin erano molteplici e Chiaki propose il primo nel momento stesso in cui attivò il Byakugan. Non poteva certamente tenerlo attivo per tutte quelle ore ma il terzo occhio di Hiro sarebbe stata una buona alternativa. Vi era intanto la questione degli uomini della casa: la piccola Hyuga vide chiaramente come nelle camere vicine non vi fosse nessuno, erano finiti in un altro squarcio temporale? Il tempo trascorse in modo tranquillo quando finalmente il ninja dai capelli argentati si alzò dalla postazione di studio e con tra le mani una fialetta si accinse a tornare nella camera dei tre Genin con aria abbastanza soddisfatta.

Jaku - Avevo ragione, Hisashi ha sviluppato particolari anticorpi che uniti alle informazioni che sono riuscito a raccogliere da quando siamo arrivati, hanno reso possibile la realizzazione di questo...

Mostrò ai presenti una provetta con all'interno un liquido violaceo.

Jaku - Non fatevi ingannare dal colore inquietante ma dovete capire che nel vaccino è presente anche il virus stesso, non ho fatto altro che modificarne la struttura in modo tale da distruggere quello che avete nel corpo. In parole parole povere... le due malattie virali finiranno per distruggersi a vicenda

Detta in quella maniera non sembrava esattamente il metodo più sicuro per guarire da quel male ma d'altro canto era l'unica speranza.

Jaku - La scelta spetta a voi, io lo prenderò ed Hisashi mi legherà. Non posso dire con certezza quali saranno gli effetti quindi è meglio essere previdenti

Quindi si volse verso il membro del clan Shakuton e gli pose una mano sopra la spalla.

Jaku - Conto su di te. Sei l'unico qui a cui posso affidare la responsabilità di fermarci all'istante nel caso qualcosa dovesse andare storto... e sono certo che prenderesti le giuste decisioni

La seconda parte della frase la sussurrò, era chiaro come rimanesse distaccato dai due ninja legati e soprattutto dopo quelle parole fuori luogo, era Hiro che più di tutti aveva perso la sua fiducia.

||Se accettate di farvi somministrare il vaccino, vi addormenterete poco dopo ed a quel punto dovrete ruolare un sogno in cui combatterete la vostra più grande paura.||
 
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view post Posted on 7/3/2013, 18:12

lo cavalier del Gangbang!!

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Jaku alla battuta fatta dal genin, fatta soltanto per stemperare la tensione fin lì accumulata a causa di tutto ciò che avevano passato fino a quel momento e alla precedente battuta dal medico, reagì in un modo che lasciò il ragazzo di stucco, Hiro non reagì neppure quando il chunin lo sbattè al muro con fare furioso. Non riusciva a comprendere l'atteggiamento da pazzo del medico, visto che lui stesso in precedenza aveva ironizzato sulla lentezza dei tre genin a capire la situazione e ad utilizzare la liberazione su di lui. Guardò Hiro come una furia, come se volesse distruggerlo, tanto che il sunese pensò che fosse nuovamente sotto l'effetto di Watashi, non aveva nessun senso quella reazione, aveva parlato di mancanza di rispetto, ma il ragazzo era sicuro che non aveva fatto nulla di male. Sapeva solamente che quel medico aveva un carattere di merda e quindi evitò di rispondere a tono, come aveva fatto alle porte del villaggio e come avrebbe voluto fare in quell'occasione. Aveva cosa più importanti a cui pensare, dovevano trovare una cura e portare in salvo i superstiti come aveva promesso a Fuyuki, i pensieri del sunese si rivolsero su di lui, chissà cosa stava facendo lo Hyuga in quel momento, se stava ancora bene oppure era nei guai. Purtroppo non avrebbero potuto saperlo ne tanto meno aiutarlo in quell'occasione, visto che avevano un altro compito da svolgere. Pensare al chunin di Konoha però aiutò Hiro a calmarsi, sicuramente Fuyuki era diverso da Jaku, con lui era possibile parlare e scherzare, almeno quella era la sensazione che aveva avuto. Calmo il genin comunque non lo sarebbe rimasto per molto, visto che poco tempo dopo avrebbe sbottato nuovamente sull'idea del medico di legarli.

***



Ore dopo Hiro e Chiaki erano legati e si alternavano sul controllo del medico, il quale stava alacremente lavorando sulla cura di quel male che aveva colpito tutti gli abitanti di quelle terre, ninja compresi. Hisashi era stato il primo ad essere stato infettato, ma ora sembrava stare bene ed essere in qualche modo guarito, il sangue del ragazzo sembrava la chiave per trovare una cura. Jaku stesso era stato posseduto e solo l'intervento dei tre genin combinato l'aveva riportato alla sanità mentale, anche se Hiro continuava a dubitare di lui, visto anche come si era comportato in precedenza nei suoi confronti. Hiro e Chiaki erano infetti, ma erano ancora riusciti a mantenere il controllo di loro stessi, senza cadere vittima di quel dio malefico. Non bisognava poi dimenticare Pakkun, finito chissà dove sotto il controllo di Watashi, sperava solo che Fuyuki riuscisse a fermarlo e a farlo rinsavire. La ragazza prima con il suo doujutsu e il sunese dopo con il terzo occhio osservarono attentamente Jaku all'opera sperando che trovasse una cura e che non venisse nuovamente controllato.
Varie ore dopo il chunin si presentò loro con una fialetta e con un espressione abbastanza soddisfatta che faceva presagire fosse riuscito nel suo intento, quasi a conferma di ciò Jaku parlò spiegando che Hisashi aveva sviluppato dei particolari anticorpi e che grazie a quelli era riuscito a creare quel liquido violaceo. Subito spiegò di cosa si trattava, era lo stesso virus della malattia contratta modificato in modo da combattere con quello dentro i loro corpi ed eliminarlo. Hiro che aveva letto qualcosa di medicina vista la sua intenzione di diventare medico in futuro riuscì a capire quello che Jaku diceva, sembrava molto sensato anche se sapeva benissimo non sicuro al 100%.
Lo stesso medico avrebbe preso quella "cura" e si sarebbe fatto legare come gli altri due ragazzi infetti, la scelta sarebbe stata loro e Hisashi avrebbe dovuto vigilare su di loro ed intervenire qualora qualcosa sarebbe andato storto.
Hiro soppesò attentamente le varie opzioni, seppur irritato dal comportamento del medico non poteva negare le sue abilità, non gli aveva illusi, non sapeva lui stesso cosa sarebbe successo una volta bevuta la pozione, sapeva solamente che doveva fidarsi, non aveva altra possibilità se non di bere lui stesso quel liquido e sperare andasse tutto bene. Certo avrebbe potuto aspettare che il medico la bevesse per primo vedere gli effetti su di lui e poi in caso di successo prenderla lui stesso, il fatto che però poteva venir posseduto da quella divinità malvagia da un momento all'altro e fare del male ai suoi amici lo convinse a rischiare e ingurgitare subito l'intruglio.

Speriamo Funzioni....



Poco dopo aver bevuto tutta la sua dose di pozione, Hiro perse i sensi cadendo nell'incoscienza.


*******


Quando riaprì gli occhi si ritrovò in un deserto, sentiva il calore del sole colpirlo e la familiare sensazione che solo la sabbia del suo paese gli dava, non riusciva a capire come fosse giunto in quel luogo, si ricordava di essere nella casa nel paese delle Terme, che fosse stato evocato da qualcuno lì?
Era già stato evocato una volta di fronte al tempio a causa del marchio del prescelto di Watashi, ma il marchio era svanito, come era finito lì? Accantonò temporaneamente quei pensieri e si guardò attorno, poco lontano c'era il suo villaggio, un'espressione felice si dipinse nel suo volto, mancava da casa da tanto tempo, era felice di rivedere il suo villaggio. L'espressione di gioia si tramutò ben presto in una di terrore e disperazione, il cielo sopra il suo villaggio era nero, le mura del villaggio sembravano essere distrutte in alcuni punti, si avvicinò di corsa sperando di aver visto male ma così non era. Le mura erano in parte distrutte e in parte marce, avevano un colorito misto tra il viola e il nero colori poco rassicuranti, visto che erano i colori che gli ricordavano Watashi, attraversò di corsa le porte senza trovare nessuno.
Una volta dentro vide la più terrificante visione della sua vita, il suo paese, la sua terra natia era completamente distrutta e consumato da qualche strana sostanza nero-violacea.
Corpi dei suoi compaesani erano riversi per terra, mentre strane creature le divoravano senza pietà, cercò di aiutarli e scacciare via quelle creature, ma non vi riusciva era impotente, fu costretto a scappare come un codardo, mentre il terrore e la paura si impadronivano di lui.

No no non è possibile, ti prego fa che non sia vero, che diavolo è successo qui, no no no.....

Hiro corse velocemente verso casa, sapeva che i suoi familiari erano in pericolo mentre avanzava vedeva i cadaveri di compaesani, vicini e amici ridotti in condizioni pietose, la sua più grande paura si stava realizzando, tutti coloro che amava e la sua terra stava venendo devastata e lui non poteva fare niente per fermarlo. Passò velocemente vicino al negozio del padre, vi entrò aveva il fiatone e un terrore cieco per quello che aveva paura di vedere, dentro di lui sperava con tutto se stesso di trovare il padre sano e salvo, ma non fu così, vide il padre venire divorato da una creatura mentre era ancora vivo.

Padre Perchè... pensavo... dovessi... difenderci...

Notò il terrore e la delusione negli occhi del padre e vide la vita spegnersi in lui lentamente, mentre il ragazzo guardava immobile ciò che stava accadendo, poi corse via, era come se non fosse lui ad avere il controllo, come se non fosse più se stesso.
Si trovò improvvisamente di fronte a casa sua e anche lì vide una scena che per poco non gli spezzò il cuore, c'era sua madre riversa per terra dilaniata il corpo spezzato in due ma incredibilmente ancora viva, anche se per poco, anche lei come il padre prima parlò prima di perdere la vita davanti agli occhi pieni di lacrime del sunese.

Madre Per...chè.....ngh... lo... hai... fat...to..

Hiro ricollegò la frase a ciò che il padre aveva detto prima, voleva dire perchè non gli aveva protetti come aveva promesso e come aveva sempre detto che avrebbe fatto, aveva fallito tutti i suoi cari erano lì morti senza vita, dietro quella porta, dentro casa sua sapeva esserci suo fratellino. Aveva il terrore di avanzare, non voleva vedere anche il suo ingenuo fratellino Kei, senza vita come il padre e la madre, sapeva che il suo cuore non avrebbe retto a quella vista, ma avanzò lo stesso, superò la porta e come temeva vide una creatura affondare i suoi denti nella carne del fratello minore.
Il genin cacciò fuori l'urlo che aveva tenuto dentro fino a quel momento, questa volta invece di guardare morire immobile mentre la vita di Kei veniva strappata via reagì e si lanciò su quella belva con lo scopo di fermarla di impedire di uccidere ancora.

No ti prego anche lui NOOOOOOOOOO!!

A differenza di prima questa volta riuscì a toccare il nemico, fino ad allora erano stati intangibili, il ragazzo si era rassegnato a dover solo osservare senza poter fare niente, ma quella volta poteva, cercò di tirare via la belva da sopra il fratellino di scagliarlo via, ma quello che riuscì a fare fu soltanto di allontanare di poco la testa di quel nemico crudele. Quell'essere si allontanò di poco e si girò verso il sunese, aveva un aspetto a metà tra l'essere demoniaco e l'uomo dove la parte demoniaca aveva il sopravvento, non si riconosceva neppure chi fosse stato quell'essere in passato. Hiro nonostante tutto l'aveva riconosciuto, aveva dei tratti caratteristici che conosceva fin troppo bene, lo vedeva molto spesso ogni volta che si guardava allo specchio, si quel demone era lui. Lui aveva compiuto tutto quel disastro, improvvisamente gli furono chiare le parole dette dai genitori, non erano accuse per non averli difesi, erano accuse per quello che aveva fatto. Si il suo desiderio era difendere la gente del suo villaggio e tutti coloro che amava, ma la sua paura più grande non era di non riuscire a difenderli, ma di essere la causa della loro morte.
La disperazione si impadronì di lui, stava quasi per cedere alla pazzia, quando da qualche parte un barlume di luce, qualcosa lo mantenne sano di mente, suo fratellino era ancora vivo, poteva ancora salvarlo, non sapeva come visto che lui era allo stesso tempo carnefice e salvatore, fece l'unica cosa che gli venne in mente iniziò a colpire quell'essere demoniaco che aveva il suo aspetto, lo colpì ancora e ancora, voleva almeno salvare il fratellino, lo voleva salvare a tutti i costi.
 
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view post Posted on 9/3/2013, 20:00
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Da una Lacrima di Luna

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L'oscurità diventava sempre più fitta, finché non furono avvolti completamente dalle tenebre. Il buio nascondeva il tetro paesaggio che li aveva accolti; terreni che tempi prima splendevano di luce propria. L'oscurità è perfetta per occultare paure, timori, pensieri soffocanti della consapevolezza di non poter vedere più il nuovo giorno sorgere; solo la pioggia infernale, con il suo ticchettare sui tetti, li teneva ancora ancorati a quella realtà spiacevole.
Prede dell'inganno di Watashi i tre genin vivevano quei minuti in silenzio, minuti che ci mettevano anni per diventare ore. Chiaki non si lasciò scoraggiare dal sonno ne dalla stanchezza. Avrebbe resistito per il bene dei suoi compagni e per non deludere la fiducia che le aveva dato Fuyuki, portandola con lui in missione; anche se li aveva lasciati soli, la ragazzina riusciva ad avvertire la speranza che riponeva in lei. Osservava minuziosamente il medico nella stanza accanto mentre si passava velocemente le fialette tra le mani versando e miscelando una serie di liquidi tra di loro, tra cui anche il loro sangue.
Le corde intanto continuavano il loro lavoro, stringendo il suo corpo, infastidito da tutte quelle funi che lo costringevano a restare nella medesima posizione. La kunoichi era stata sempre una tipa abbastanza paziente e di poche parole ma quel tacito silenzio la stava tormentando, nonostante riuscisse a vedere oltre la porta di legno dove si era rinchiuso Jaku, l'ansia continuava a crescere perpetuamente. Avrebbe voluto chiudere gli occhi ed isolarsi nel buio dei suoi pensieri, bastava solo che chiedesse il cambio a Hiro ma qualcosa dentro di lei glielo impediva.
Fece per aprire bocca quando la porta davanti a loro si spalancò e il medico fece di nuovo la sua comparsa abbastanza soddisfatto. Finalmente ce l'aveva fatta, era riuscito a giungere a una soluzione. Aveva visto bene, il sangue di Hisashi era il fulcro di tutto, era l'unico che per chissà quale strana ragione era riuscito a tornare normale, forse perché non era stato colpito direttamente dalla pioggia.
Il colore della provetta assomigliava molto al colore del loro sangue infetto ma nonostante questo la tredicenne non era spaventata anzi, credeva fermamente nel chunin dai capelli argentati, sarebbe stata disposta a bere anche la sostanza più schifosa al mondo se fosse stata liberata dalla maledizione. Se il medico gliela stava somministrando voleva dire che c'era un'alta possibilità di riuscita rispetto alle prove che aveva fatto precedentemente, non restava che provare. A quel punto avrebbe preferito la morte che rischiare di attaccare i suoi amici.

- Ok io mi fido, s-speriamo che vada tutto bene - disse Chiaki decisa, aspettando che il ragazzo del clan dello Shakuton finisse di legare il creatore del vaccino.

Sarebbe dovuto rimanere Hisashi a guardia di tutti, stando attento a qualsiasi effetto collaterale si sarebbe presentato. Jaku sembrava contare particolarmente su di lui, affidandogli un compito così pericoloso e di tale entità. Non si poteva dire la stessa cosa per gli altri due, probabilmente Chiaki era considerata ancora troppo piccola per la sua età mentre Hiro con la sua battuta precedente non aveva riscosso un grande successo con il chunin orgoglioso e fiero che aveva preso lo scherzo come una vera mancanza di rispetto.
Ormai era tutto pronto, i tre ninja erano legati e i loro sguardi si incrociarono; forse sarebbe stata l'ultima volta che li guardava o forse no. Intanto il sunese la aiutò ad ingerire il liquido mentre i suoi pensieri si concentrarono sulla figura del padre; chi gli avrebbe riferito la sua morte nel caso? E quanta importanza gli avrebbe dato? I suoi occhi iniziarono a diventare sempre più lucidi e pesanti finché Morfeo non la portò via con se.

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*Dove mi trovo? Nulla di tutto ciò è reale, che c'entri di nuovo Watashi?*

Lo scrosciare della pioggia era stato sostituito da un sole caldo che illuminava la pelle diafana della kunoichi. Stava scendendo la notte e all'orizzonte il cielo creava giochi di luci tra il rosso e il rosa, proprio come quelli che osservava a Konoha. Il silenzio arieggiava nell'aria e tutto sembrava tranquillo ma qualcosa dentro di lei la tormentava.
Lo scenario che la circondava era struggente. Chilometri di foresta sembravano essere stati spazzati via lasciando dietro solo un terreno desertico e ormai arido che sfregava sotto i suoi piedi nudi. Non aveva una destinazione ne una meta, si trovò a vagare in quel nulla per quelle che le sembrarono ore ma la palla infuocata rimaneva sempre nella medesima posizione.
Solo quando le speranze stavano per abbandonarla in lontananza riuscì a vedere qualcosa di diverso ma che non avrebbe mai voluto vedere. Centinaia forse migliaia di corpi di shinobi ricoprivano la distesa di terra davanti a lei. Uomini che avevano combattuto con le unghie e con i denti per difendere i loro ideali o per portare semplicemente a termine una missione assegnatagli, shinobi che ormai non erano che un ammasso di carne morta che stava li ad aspettare solo di essere mangiata dai vermi. Contenitori vuoti e senza anima provenienti da tutti i villaggi.
Li potevano trovarsi persino i suoi amici o le persone che aveva conosciuto durante la sua vita. I muscoli della Hyuga si irrigidirono di colpo, facendo bloccare tutti i suoi movimenti mentre guardava la scena sconvolta. Non voleva proseguire, la paura di quello che l'aspettava era troppo grande ma rimanere li senza sapere, senza avere certezze non era nemmeno una buona mossa, così controvoglia iniziò quasi a trascinarsi. Gli occhi perlacei erano diventati lucidi ed erano fissi sui suoi piedi mentre proseguiva speditamente tra quelle file di cadaveri. Poi un rumore come se qualcosa o qualcuno si fosse mosso.
L'errore più grande della genin fu proprio quello di alzare gli occhi e guardarsi intorno per cercare la fonte di quel suono, vedendo poco distante da lei, Mirai. La ragazzina della casata cadetta, nonché sua grande amica sembrava dormire sogni tranquilli non badando a tutti quegli sconosciuti intorno a lei. Il suo volto era rilassato e tranquillo, quasi innaturale su quella Hyuga così esuberante e aggressiva completamente l'opposto della piccola kunoichi. La giovane rimase li, ferma, immobile con un espressione scioccata mentre le prime lacrime iniziavano a scorrere copiose sul suo volto.

- E-ehi Mirai svegliati, t-ti sembra il momento di dormire? N-non è divertente... - disse Chiaki correndo dalla sua amica, stringendola a se.

Nessuna risposta giunse dalla castana che rimase a peso morto tra le braccia della compagna con gli occhi serrati. Nonostante la mancata reazione di Mirai, la ninja non riuscì a frenare la sua lingua; voleva svegliarla da quel sonno in qualche modo.

- C-che ci fai in un posto come q-questo? D-dovevi rimanere alla residenza, a-avevi detto che ci saremo allenate di nuovo insieme, te lo avevo promesso, r-ricordi? E la tua b-battaglia per l'eguaglianza nel nostro clan chi la m-manderà avanti? Io non ce la posso f-fare da sola... - la tredicenne iniziò a scrollare la compagna mentre i singhiozzi le facevano morire le parole in gola.

La parole della Hyuga morirono in quel posto perso nel mondo ma non voleva abbandonare le speranze, ormai preda di quei sentimenti che la divoravano da dentro, si sfogava senza ragionare. Forse lo sentiva come un modo per rimanere in contatto con lei, per scovare ancora l'anima di una delle poche persone che l'aveva fatta sentire veramente speciale.
La strinse ancora più forte a se perdendosi su quel paesaggio macabro che la circondava. La sofferenza che stava cominciando a provare era solo l'inizio di quel brutto incubo. Mirai non era l'unica persona cara a trovarsi li sul campo di battaglia. Poco distante riuscì subito a distinguere il corpo quasi irriconoscibile di Takeshi, poi subito accanto quello di Hariken con il suo Fennec, i suoi primi compagni di missione, più lontano c'erano persino Eiji e Kyoshi con cui aveva condiviso la gioia di diventare genin, si portò le mani alla bocca shoccata quando vide persino le salme di Hiro e Hisashi ammassate tra loro, quasi come se avessero combattuto per difendersi a vicenda. Il corpo della piccola iniziò a tremare, sembrava essere appena caduta in un oblio dove non poteva far più ritorno.
La sua mente sempre più offuscata, lasciava fuoriuscire l'oscurità dalle crepe che la paura stessa stava formando. Tutto quello era troppo per una ragazzina di tredici anni. Non conosceva quasi nulla del mondo e ancora non aveva assaporato i frutti dell'amore, avrebbe dovuto essere protetta e guidata dai suoi genitori e invece si trovava li catapultata in una guerra. Non aveva conosciuto molte persone nella sua vita ma le poche con cui aveva legato, adesso si trovavano li, ai suoi piedi, morte. Di nuovo un rumore, il suono di un lamento che la fecero uscire dallo stato catatonico in cui si trovava.
C'era ancora qualcuno, qualcuno da poter salvare. Appoggiò delicatamente la sua amica a terra, lasciandole in pegno una carezza e un bacio sulla fronte, poi faticosamente si rimise in piedi, senza perderla di vista. Non la voleva abbandonare li, il cuore lottava opponendosi al suo cervello, poi avvertì di nuovo il gemito di dolore. Si guardò intorno interrogativa, per identificare meglio il suono e prese a camminare verso nord, prima lentamente, poi con passo sempre più svelto, non c'era tempo da perdere.
Ormai era quasi giunta alla fonte quando si fermò di colpo. Sgranò gli occhi. No, non poteva crederci. Il suo sensei che per lei era diventato quasi un fratello, ora stramazzava al suolo. I lamenti continuarono ma lei rimase interdetta sul da farsi. La tragedia diventava sempre più insana.

*Perdonami Fuyuki, hanno bisogno di me...*

Lasciò una scia di lacrime lungo la sua strada mentre correva per raggiungere finalmente la destinazione. Numerose macerie occultavano la vista della persona in difficoltà e quando con immensa fatica riuscì a spostare il masso più grosso, finalmente poté vedere il volto della persona che l'aveva cresciuta.

- P-papà... - bisbigliò la fanciulla con un filo di voce.

Le condizioni dell'uomo erano pessime, metà del suo corpo era schiacciato sotto le macerie e con sofferenza riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti. Non appena udì quella voce fioca che conosceva bene, sembrò riprendersi leggermente, specchiandosi negli occhi perlacei della sua creatura.

- Chiaki... - Takayoshi la riconobbe subito e alla pronuncia suo nome seguì un rantolo di tosse che lasciò dietro di se una scia di sangue

La kunoichi con la sua capacità innata capì subito che molti dei suoi organi interni erano stati ormai schiacciati dal peso immenso delle macerie che gli erano cadute addosso. La scintilla di vitalità dell'uomo si faceva sempre più fioca, non mancava molto anche lui presto l'avrebbe lasciata sola in quel mondo crudele.
Dopo che sua madre era morta, lo piccola Hyuga si era chiusa sempre più in se stessa emarginata persino dall'amore di un padre che la ignorava spudoratamente, buttandosi su ogni sorta di missione pur di non rimanere nella casa che aveva costruito con le sue mani, troppo ricca di ricordi e rimpianti per sopportare quel peso.
Nonostante questo la fanciulla non aveva mai smesso di volergli bene, si la distanza fra i due era abissale giorno dopo giorno ma non avrebbe mai deluso le aspettative di Takayoshi nei suoi confronti.

- Papà, resisti. V-vado a cercare qualcuno che ti possa aiutare - disse la ragazzina continuando a far uscire enormi goccioloni dai suoi occhi che le avevano rigato completamente il viso.

Si avvertiva da ciò che diceva che non era completamente convinta, aveva camminato da tantissimo tempo e non aveva visto nessuno fino a quel momento, chi poteva venire in suo soccorso?

- Lascia perdere. Non c'è nessuno che possa aiutarmi ormai, questa è la guerra, sei destinata a rimanere sola, come io a morire qui in battaglia. Avrei dovuto togliermi la vita quando tua madre se n'era andata, almeno non avrei sofferto così tanto restandoti accanto e vedere ogni giorno il tuo viso, così bello ma così simile al suo - disse l'uomo faticosamente senza badare minimamente a ciò che provava sua figlia in quel momento.

Ogni parola pronunciata era come uno spillo acuminato che le faceva sanguinare il cuore. Il suo corpo privo di forza si lasciò cadere nel vuoto, sbattendo le delicate ginocchia sul suolo arido mentre lacrime infauste scendevano dall'alto, insediandosi tra le crepe del terreno. Non poteva credere che il suo mentore stesse dicendo quelle cose proprio a lei, tutti i suoi incubi più oscuri stavano risalendo alla luce.

- Dov'eri quando avevamo bisogno di te? Non sei stata in grado nemmeno di difendere le persone a te più care, rimarrai per sempre una bambina che sa piangersi solo addosso. A parte l'aspetto fisico di Hazuki non hai assolutamente niente di lei, manchi di talento e corag... - continuò a infierire il famigliare.

- S-smettilaaaaa! T-ti prego smettila. P-perché m-mi s-stai f-facendo t-tutto q-questo? - la kunoichi era rannicchiata su se stessa e si copriva le orecchie per non ascoltare più le parole di quello shinobi in fin di vita ma che nonostante tutto la stava distruggendo psicologicamente.

Straziante. Non c'era nessun'altra parola per descrivere quello che stava provando in così poco tempo.

- Ti eri illusa veramente che non pensassi queste cose? In...realtà...sapevi...benissimo...quello...che...provavo - il fiato gli iniziava a mancare come le energie per tenere aperti gli occhi - Addio...Chiaki.

Con questo terminò il loro confronto. La ragazzina non alzò nemmeno la testa per guardare un'ultima volta gli occhi di suo padre, non aveva il coraggio di affrontare quella verità appena rivelatagli, proprio come aveva detto lui non aveva niente di sua madre, la donna che aveva sempre voluto come riferimento. Intanto la notte finalmente era scesa, nascondendo la fanciulla che annegava nei suoi stessi tormenti.

*Sono sola e persa che senso ha ormai rimanere in questo mondo?*

Con la mano ancora tremante slacciò la fibbia della sacca ed afferrò un kunai. La luce della luna, ormai alta, faceva brillare la lama dell'arma. La decisione era semplice, non ci voleva molto. Sapeva che avrebbe rivisto i suoi compagni e i suoi amici attraversato il varco. Rigirò la lama tra le sue mani finché non la puntò verso il ventre. Sembrava che tutto quello che era avvenuto con Fuyuki, Hiro, Hisashi e Jaku fosse solo un lontano ricordo.
Un colpo secco e il dolore fisico e mentale sarebbe sparito per sempre, li non c'era più niente per cui valeva la pena restare. Fece un ultimo lungo respiro e velocemente si apprestò a realizzare il suo ultimo desiderio. La sua mano però non accennava a muoversi, c'era qualcosa che la teneva bloccata. Alzò il viso solcato dal pianto, fissando con il suo sguardo vuoto la mano che stringeva la sua e che fermava ogni suo movimento. Percorse ogni centimetro della pelle della figura che adesso la sovrastava, finendo per perdersi nelle sue iridi.
L'aveva immaginata, sognata tantissime volte ma non riusciva a rendere la sua immagine nitida. Gli anni non erano passati per la donna, la sua pelle era liscia e immacolata e il viso gioioso non mostrava segni di abbattimento. La kunoichi dalla sorpresa allentò la presa sul kunai facendolo scivolare a terra, rompendo quel silenzio struggente che li circondava.
Quasi come se non aspettasse altro da tempo, si buttò sulla ragazza stringendosi a lei. Questa dopo un momento di sbalordimento, rilassò i muscoli facciali serrando gli occhi e increspando le labbra in un dolce sorriso. Proprio come la piccola anche lei voleva godersi quell'attimo della sua vita, ormai terminata da tempo. La madre ricambiò il gesto e lasciando la mano della sua bambina, le accarezzò affettuosamente la guancia fredda, asciugando le lacrime che screpolavano la sua pelle delicata.

- M-mamma portami via con te... - ruppe il silenzio la fanciulla mentre il suo cuore iniziava a creparsi come quel terreno secco.

La donna sembrava sapere quanto stesse soffrendo Chiaki e comprese subito il significato di quella preghiera rivolta a lei ma sapeva altrettanto bene, che non poteva permettere che il frutto del suo amore commettesse un tale atto.

- Chiaki sai che non potrei mai fare una cosa del genere - riferì la donna con una voce celestiale e delicata quasi come fosse musica.

- N-non voglio più rimanere...sola - disse con difficoltà la ragazzina, tirando fuori ciò che si nascondeva nelle tenebre di se stessa - D-da quando te ne sei a-andata non è più stata la stessa cosa...

- Mi dispiace piccola mia per averti fatto provare tutto questo, sei ancora così piccola e già devi affrontare ostacoli così grandi nel tuo cammino... - cercò di consolare la giovane genin ma sentendosi altrettanto in colpa per quel futuro solitario che le aveva regalato - Ma tu non sei sola...

Hazuki indietreggiò di qualche passo dalla tredicenne e allargò le braccia, lasciando la giovane Hyuga perplessa.

- Noi rimarremo sempre al tuo fianco, qui, nel tuo cuore - disse infine la bellissima donna portandosi le mani al petto mentre dietro di lei delle figure luminose iniziavano a prendere forma.

Gli spiriti di coloro che l'avevano guidata e che avevano fatto parte della sua vita anche solo per un breve momento ma che già la guerra li aveva portati via, si materializzarono finalmente alle spalle della Hyuga che l'aveva messa al mondo. Erano tutti sorridenti e con il loro sguardo la sostenevano.

- Se credi in noi, Watashi non potrà niente contro di te - disse sicura la donna, ricostruendo la speranza che si stava sgretolando velocemente nella kunoichi - E per quanto riguarda tuo padre, sappi che anche se a volte si comporta in modo burbero, ti ama profondamente. La vita è piena di inganni, crescendo, capirai meglio il significato delle mie parole.

Il loro tempo però era giunto, non gli era permesso trattenersi ancora li con la genin. Lentamente le loro figure iniziarono a dissolversi partendo dal basso mentre Chiaki ritrovava le forze per affrontare la sua vita, per riprendere in mano le redini di ciò che l'aspettava. Aveva così paura di ciò che pensava Takeyoshi su di lei, che non era riuscita a leggere oltre la menzogna, qualcuno la stava manipolando, le voleva far perdere la ragione per trattenerla li per sempre.

- G-grazie mamma per esserci sempre stata e g-grazie a tutti voi per avermi ridato la forza di combattere. Ora sono pronta - disse decisa la kunoichi asciugandosi le lacrime amare che aveva versato fino a quel momento.

Della urla mostruose in lontananza e una strana luce violetta illuminarono la notte, il carnefice era tornato per fare nuove vittime. Non poteva rimanere li a guardare inerme, doveva dare se stessa per creare un futuro certo, per proteggere quelle persone che non avevano la forza di farlo, doveva andare.
Lasciò un ultimo sguardo a lei, colei che era e continuava ad essere il suo punto di riferimento e dopo un cenno si assenso dalla donna, si lanciò nella boscaglia con uno scatto felino. La sua forza di volontà era tornata, aveva ancora un compito nella sua esistenza e prima di averlo adempito non avrebbe lasciato quel mondo terreno.

- Non so se avrò le forze necessarie per farlo ma ce la metterò tutta per sconfiggerti - disse nella sua corsa sfrenata verso quell'energia potente che aveva appena avvertito.

- Buona fortuna piccola mia - bisbigliò la donna prima di dissolversi nel vento.

Scusa per la lunghezza è che pensavo fosse un argomento abbastanza delicato per la mia PG, mi sono lasciata un po' andare... ^^'


Edited by Karen91 - 23/8/2014, 21:12
 
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Mr. Bishop
view post Posted on 10/3/2013, 13:19




Il tempo scorreva placido, un secondo dietro l'altro, inseguendo l'aurora ancora lontana. Un tempo lento, sempre uguale, che per i genin sembrò non scorrere affatto: i due infetti, legati a due grosse travi di legno, attendevano i risultati delle fatiche di Jaku, strettamente legati al destino delle loro future condizioni di salute e della missione. Hisashi sedeva di fronte a loro, non imprigionato da pesanti corde, come i sue due compagni, ma preoccupato allo stesso modo per il loro destino.
I due ninja legati avevano ingannato il tempo tenendo d'occhio il medico, resi cauti dalle ferite dell'ultima battaglia alla quale Watashi li aveva costretti, con i metodi a loro disposizione, mentre Hisashi, le cui capacità di spionaggio erano nettamente inferiori, si limitava a vegliare su di loro, pronto ad intervenire qualora la loro sanità mentale fosse stata compromessa dal dio malvagio.
Il silenzio, quando ormai la notte era più buia che mai, venne rotto dallo scorrere di una sedia contro il ruvido pavimento, in lontananza, seguito dai passi veloci del medico che in pochi secondi raggiunse i ninja, ansioso di rivelare loro i frutti delle loro fatiche. Hisashi rimase ad osservarlo in silenzio, mentre quelli annunciava la buona riuscita delle sue ricerche mostrando orgoglioso una fialetta contenente un liquido denso e scuro, riflettendo su quanto fosse effettivamente affidabile il ninja: durante la missione si era comportato da vero e proprio piantagrane, minando senza alcun rimorso i delicati equilibri che si vengono a formare all'interno di un team, e come se non bastasse fino a poche ore prima aveva evocato creature d'ombra armate di falce che i tre ninja avevano, con non poca fatica, sconfitto. Era però innegabile che la sua prontezza di spirito, la capacità di comando e le sue stesse doti mediche si erano rilevate fondamentali nel corso della missione e anche in quel momento. Ben presto il ninja realizzò che non era importante la sua opinione nei confronti del medico, o almeno non quanto quella dei suoi due compagni, che qualora avessero deciso di credere in lui, avrebbero bevuto quell'intruglio che non lasciava loro alcuna garanzia di sopravvivenza.
Il medico intanto aveva posto i due ninja davanti al dilemma che Hisashi aveva già maturato nella sua mente: bere o non bere? Il medico non aveva dubbi e espresse immediatamente la volontà di lasciarsi legare per ingerire il fluido e attendere gli effetti benefici in cui tanto confidava in tutta sicurezza. Hisashi si portò allora alle sue spalle e cominciò a trafficare con le corde attorno a lui, così da limitarne i movimenti. Il medico, approfittando della vicinanza del ninja della sabbia, non perse tempo ad esternargli la fiducia che riponeva in lui e la consapevolezza che in caso di pericolo avrebbe fatto la cosa giusta.


Hisashi: -Andrà tutto bene, non temere.-

Parole che il genin rivolse più a se stesso che al medico. Come poteva sapere quale atteggiamento avrebbe adottato in caso di pericolo? Se le menti dei suoi tre compagni fossero state sottomesse da Watashi, il ninja non sarebbe di certo riuscito a tenerli a bada, figurarsi ad usare la tecnica della liberazione per ben 3 volte, impossibile anche per ninja più esperti di lui. Forse sarebbe stato costretto a decisioni drastiche per porre fine a quella battaglia e in quel momento sarebbe venuto fuori ciò che era diventato in quei giorni carichi di fatiche e soddisfazioni: dalle scelte che avrebbe preso. Allontanò quei pensieri dalla mente, sperando di non dover affrontare più simili interrogativi, e, raccolta la cura appena preparata dal medico, la divise in parti uguali, sotto suo consiglio, e aiutò ognuno di loro a berla.
L'antidoto entrò in circolo in pochi minuti e Hisashi poté osservare, in attesa che i ninja cadessero in un sonno profondo, le loro palpebre lottare per rimanere aperte, continuando la veglia.
Il genin si stropicciò gli occhi, invidiando i suoi compagni che, grazie all'antidoto, avrebbero avuto modo, a differenza sua, di dormire con tranquillità e recuperare parte delle energie. Lui, sapendo che sarebbe stata una notte molto lunga, si avvicinò ad ognuno dei tre e sistemò il capo come poteva, evitando loro un doloroso risveglio il giorno successivo. Oltre questi piccoli accorgimenti, non poteva fare nulla: adesso era tutto nelle loro mani. Rimase ad osservare i volti sereni dei suoi compagni che, lentamente con il trascorrere dei minuti, venivano incupiti da smorfie infastidite, specchio dei sogni che ottenebravano le loro menti. E lui non poteva fare altro che osservarli e girare a vuoto per la stanza, un passo dopo l'altro.
Si avvicinò alla finestra che dava sul cortile esterno, diventato, a causa della pioggia che incessante si riversava sulla terra maledetta del paese, un lago d'oscurità. Poggiò la mano contro il freddo vetro, riuscendo quasi ad avvertire l'oscuro potere della pioggia che picchiettava all'esterno incessante.
La sua mente all'inutilità di quella battaglia, una crociata disperata contro una divinità che avrebbe causato e aveva già causato la morte di una moltitudine di vittime innocenti. Gli shinobi di tutto il mondo ninja si stavano dando da fare per debellare questo male, ma sarebbero valse davvero a qualcosa le loro fatiche? Avrebbero avuto tutte le ragioni di questo mondo per scoraggiarsi, per lasciare che gli eventi facessero il loro corso e rassegnarsi al destino che una forza superiore aveva deciso per loro, ma non era compito dei ninja dubitare, scoraggiarsi, perdere la speranza, perché erano loro stessi la speranza per la povera gente, vittima dei capricci di queste forze superiori. Era giusto che qualcuno prendesse le loro difese. E Hisashi sapeva che era quello il suo destino: vedere gli occhi disperati delle vittime di Watashi gli ricordò lo scopo per cui combatteva. Debellare il male dal mondo sarebbe stata la sua missione, la sua via ninja. Avrebbe riportato il sole fra le oscure nuvole che coprono e soffocano la povera terra.
Ma per il momento non poteva fare nulla, se non sedersi, armarsi di pazienza e attendere che i suoi compagni vincessero la battaglia interiore contro il male.
 
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view post Posted on 14/3/2013, 17:40
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Le proprie paure sono i nemici più devastanti da combattere in una guerra ed i tre sotto l'effetto del vaccino del medico ebbero la possibilità di constatarlo in prima persona, quando sotto l'influsso del chakra negativo di Watashi ed il nuovo agente iniettato nel loro corpo, il loro spirito cominciò a tremare per guadagnarsi la luce che avrebbe preso i colori del vincitore. L'agonia durò diverse ore ed Hisashi, costretto ad osservare quel tumulto di sensazioni senza poter dare una mano, attendeva impaziente l'istante in cui avrebbero riaperto gli occhi e quando la pioggia sembrò divenire sempre più potente amplificata dal potere del dio malvagio, successe qualcosa che fece tremare l'intera struttura dentro la quale avevano imparato a non confondere più realtà da illusione, o almeno in apparenza. Hiro riaprì gli occhi ma il riflesso delle sue iridi era diverso, violaceo, sembrava che Watashi stesso fosse entrato nel corpo del giovane che adesso si dimenava inarrestabile. La sua sabbia impazzì andando a battere contro le pareti ed il membro del clan Shakuton non ebbe neppure il tempo di agire che un'altra folata lo scaraventò alla parete con una potenza impressionante. Quella sofferenza durò alcuni minuti, poi un'onda d'urto esplose dal corpo del manovratore di sabbia ed andò a devastare tutto il paese delle Terme creando un terremoto che sembrava potesse innalzare la terra. Dopo un'ora la zona era avvolta da alcuni brusii che destarono i tre ninja dall'effetto del vaccino e tra tutti, Jaku si alzò con la testa dolorante cercando di capire che cosa fosse successo. Notò Hisashi senza conoscenza al muro che aveva di fronte e senza pensarci andò a curargli le ferite dopo essersi assicurato che gli altri stessero bene. Sembrava tutto risolto, il medico controllò il proprio sangue ed era tornato finalmente rosso. Vi era qualcosa di strano però, la pioggia, quell'acqua incessante, era sparita e nel cielo era tornato a risplendere il sole caloroso di cui quella terra aveva bisogno più di ogni altra cosa. Si svegliarono a quel punto anche gli altri ragazzi per il chiasso che fecero una decina di uomini tutti intenti a festeggiare qualcosa. Entrarono nella stanza, erano malandati e vestiti con ancora il lungo cappotto, ma sicuramente asciutti e fisicamente in salute.

Shinichi - Ce l'ha fatta! Seiri, ha salvato anche voi vero? Io sono Shinichi, piacere di conoscervi. Forza voi, andate a vedere come stanno gli altri nella casa

E si rivolse agli uomini che aveva di fianco che ancora euforici non avevano pensato a correre in aiuto a chi ne aveva ancora bisogno.

Jaku terminò di curare Hisashi che si era intanto ripreso ma alzandosi in piedi non nascose il suo essere ancora perplesso.

Jaku - Seiri? Ma di che cosa state parlando? E voi, state bene? Il vostro sangue è pulito?

Il Chunin si rivolse agli altri due shinobi pensando solo a quel punto alle corde che avrebbero dovuto tenerli legati scomparse.

Jaku - Hisashi, che cosa è successo?

Nel frattempo dall'altra stanza delle voci richiedevano che il gruppo di ninja si mostrasse, era il momento di fare luce su tutta la questione e senza quella maledetta pioggia nera sembrava rendersi adesso ogni cosa possibile.
 
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112 replies since 24/10/2012, 14:47   2431 views
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