"Non volevo, scusami" quelle parole per quanto semplici, non furono assolutamente facili da dire. Chiaki capì immediatamente quanti sensi di colpa potevano attanagliare il giovane sunese ma nonostante tutto non riuscì ad esprimersi. Non lo odiava, sapeva perfettamente che ognuno di loro si sarebbe potuto trovare nella sua medesima situazione ma qualunque cosa avesse voluto dire gli moriva in gola, come se ci fosse un blocco che la impossibilitasse.
Fissò il ragazzo, il suo era uno sguardo triste e afflitto; il carattere timido e titubante della giovane le vietava di esprimere realmente ciò che aveva nel cuore. Non c'era del risentimento ma solo la paura per la guerra, che silenziosamente, la stava tormentando. Era perfettamente consapevole che per quel Dio loro erano solo delle pedine sacrificabili, un gioco che lo avrebbe fatto divertire finché non si fosse stufato; il passatempo di quel mostro poteva essere lei, come tutti i ninja che stavano cercando di liberare il loro mondo dall'enorme minaccia.
Per la seconda volta in quel viaggio, Jaku si prese nuovamente cura di lei, occupandosi delle lievi scottature che la ragazza aveva riportato sull'avambraccio. Osservava le mani del medico incantata, circondate da un alone verde che le trasmettevano nuovamente energia. Quel potere l'affascinava, l'aveva sempre affascinata. Le sarebbe piaciuto avere una forza per curare i suoi compagni di squadra, non voleva più veder soffrire i suoi amici.
Non appena il suo turno finì, il ninja pensò a Hiro che sembrava quello messo meglio fisicamente; la fortuna che si trovasse lontano dallo scontro era stata essenziale, senza contare la sua sabbia difensiva, che aveva richiamato immediatamente quando aveva sentito il pericolo. Stavano vivendo un piccolo momento di pace, lontano da tutto quello che era successo quando improvvisamente vide lo shinobi dai capelli argentati, irrigidirsi, lanciando occhiate furiose e aggressive al suo sensei e a Hisashi. Non le piacevano i suoi atteggiamenti ma le piacquero ancora di meno, quando il medico si trovò a sbattere al muro il ninja di Suna.
Scattò in piedi quasi meccanicamente, subito dopo l'azione compiuta dal ninja. La scena le portò alla mente gli occhi inquietanti del genin dello Shakuton mentre la teneva stretta al muro godendo di quello che probabilmente avrebbe voluto farle. Un brivido gelato le percorse la schiena, bloccandole i movimenti solo al ricordo di quella visione. Fece un passo nella direzione dei due, quando Jaku parlò facendo rimanere tutti a bocca aperta.
*Scappare? Ma di cosa sta parlando?*
La kunoichi non ci mise molto a comprendere cosa stesse passando nella mente del genin, soprattutto dopo le parole del medico. Sicuramente era distrutto psicologicamente come lo erano tutti d'altronde ma lui aveva qualcosa di peggio, lo shinobi aveva attaccato i suoi stessi compagni mettendoli in pericolo, rischiando persino che venissero tutti divorati dalle ombre, i sensi di colpa se lo sarebbero mangiato di quel passo.
Chiaki non se ne era resa conto, troppo intenta a calmare se stessa; non aveva badato al ragazzo quanto potesse soffrire internamente. Abbassò lo sguardo addolorata, sentendosi in colpa per non aver risposto a quelle scuse precedenti.
- Quel Jaku ha un modo di fare veramente particolare, se ci fosse stato Yin avrebbe goduto nel vedere una scena del genere - disse il furetto che se ne era stato silenzioso fino a quel momento.
Chiaki sapeva esattamente che tipo potesse essere il furetto dal pelo nero, si sarebbe lasciato volentieri uscire una risatina a quello spettacolo che invece lei non riusciva a sopportare per quanto fossero giuste le parole pronunciate dal medico accompagnatore. Finalmente anche il caposquadra decise di esprimersi a riguardo, facendo allentare la presa di Jaku che ancora stringeva il cappotto.
Chiaki fu sollevata nel vedere il suo sensei intervenire ma quello che vide la lasciò ancora più di stucco del teatrino creatosi precedentemente. Il chunin si era levato le fasciature della mano sinistra e ora le mostrava coraggiosamente alla platea. Quante volte la kunoichi si era chiesta cosa si nascondesse sotto quelle bende ma mai aveva osato chiedere, la paura di fargli tornare in mente brutti ricordi erano riusciti a placare parzialmente la sua curiosità.
Adesso capiva perché le teneva nascoste, quella parte del suo corpo sembrava morta. Non c'era bisogno di attivare il byakugan per vedere il flusso del chakra, bastava guardarle per rendersi conto che il colore che avevano assunto non aveva niente di naturale. Lo sguardo della Hyuga si fece preoccupato ma le parole che espresse il ragazzo le entrarono nel cuore. La fanciulla era fiera che Fuyuki fosse proprio il suo maestro, ogni minuto che passava ne era sempre più convinta.
Aveva rischiato la sua mano, aveva ridotto le sue prestazioni fisiche e la capacità di poter fare sigilli con due mani per proteggere i suoi compagni, qualcuno lo avrebbe potuto prendere per matto o masochista ma non la ragazzina dai capelli blu che rimase estasiata dal suo discorso da leader. Le ultime due parole pronunciate dal ragazzo furono brevi ma coincise. Sicuramente sapeva che nessuno avrebbe trasgredito a un ordine ed essendo lui al comando dell'operazione era essenziale che tutti rispettassero le sue decisioni, soprattutto per non finire morti prima del tempo.
Finalmente la discussione era finita, mentre il sunese albino si avvicinò al suo compaesano, Chiaki che era rimasta immobile per tutta la discussione, a passi leggeri si avvicinò al suo maestro. Delicatamente gli sfiorò la mano sinistra, quella che aveva appena mostrato a tutti, cercando di attirare la sua attenzione ma senza essere troppo invasiva. Non appena raggiunse il suo obiettivo, passò i suoi occhi color perla dalla mano a quelli dello stesso Hyuga.
-
T-ti fa ancora molto male? - chiese quasi titubante la giovane genin, preoccupandosi per lo stato del suo sensei.
Poteva sembrare superficiale come domanda, dopo tutto quello che avevano passato in quegli ultimi giorni lei e Fuyuki ma la ragazzina per quanto non riuscisse a esprimere i suoi sentimenti, era molto legata a quel ragazzo, lo si leggeva chiaramente nella sua espressione triste mentre aspettava una risposta. Un genitore poco presente, una madre di cui stava persino dimenticando i tratti del viso, chi le era effettivamente rimasto al mondo? La figura di quel ragazzo era come quella di un fratello che non aveva mai avuto, un rapporto che nemmeno lei sapeva spiegare.
Passò solo qualche minuto prima che si rimisero in marcia, addentrandosi in quello che restava di una povera comunità che non sembrava mai essere esistita, davanti a quello spettacolo. Gli occhi tristi e spenti della kunoichi guardavano da tutte le direzioni nella speranza di vedere qualcuno, ma più andavano avanti e più si faceva l'idea che fossero le uniche anime vive in quell'immenso spazio.
L'umidità che si era venuta a creare con tutta la pioggia, riusciva a passare persino i cappotti che gli erano stati dati, filtrando direttamente nelle ossa e provocando alcuni fremiti alla piccola ragazzina. Intanto una presenza in silenzio osservava la sua compagna senza osare proferire parola. Il piccolo Yang era stato sempre abbastanza loquace ma per una volta preferiva studiare l'espressione triste e stanca che dipingeva il viso della piccola.
Che cosa si era perso in quei momenti che si era dovuto dissolvere nel nulla? Da come stava suo fratello poteva solo immaginarlo ma mai avrebbe pensato che in quel breve tempo fossero potute accadere tutte quelle vicende. Sapeva benissimo che se la fanciulla lo aveva richiamato nonostante quello che era successo era perché aveva bisogno del suo sostegno che fosse stato mentale o fisico, per questo non aveva chiesto niente. Poteva anche sembrare abbastanza superficiale come furetto per i suoi vari dispetti ma questo non gli impediva di tornare serio soprattutto quando si trattava di sua sorella, della sua evocatrice.
- Chiaki tutto bene? - disse l'ermellino stufo di temporeggiare, prendendo quasi un tono che non gli apparteneva.
La ragazzina quasi sobbalzò al suono della voce della donnola, non si aspettava un simile intervento così dal nulla.
-
S-si, scusa è che s-sono un po' scossa. Questa missione ci sta m-mettendo veramente a dura prova, se continua così p-potremo persino fare del male ai nostri compagni per non dire p-peggio. - la tredicenne tirò un sospiro amareggiato -
E come se non bastasse ho a-anche rivisto quella figura luminescente.Il mustelide dal pelo bianco sgranò gli occhi sentendo l'ultima frase, quella donna di cui le aveva parlato Chiaki si era fatta di nuovo rivedere? Che cosa voleva dalla ragazzina?
- Sei riuscita a scoprire qualcosa di più su di lei? - chiese incuriosito Yin.
La kunoichi di tutta risposta scosse la testa. Aveva parlato ai due fratelli di quella figura che ultimamente le stava facendo visita sempre più spesso. Anche se le sue apparizioni erano inaspettate e la creatura luminosa non sembrava essere chiara con i suoi propositi, la ragazzina non aveva paura di lei. Stessa cosa non si poteva dire per i due animaletti che non gli piaceva affatto questa invasione mentale, spingendola a indagare approfonditamente su di lei.
- La prossima volta prova a chiederglielo...sperando che funzioni - disse infine pensieroso il ninja dal manto bianco, sulla spalla della Hyuga.
Dopo l'abbandono della prima città di cui non era rimasta che qualche pietra corrosa, finalmente il gruppo iniziò a scorgere qualcosa di più concreto. Avevano camminato parecchio ma sembrava che ne era valsa la pena. Al contrario degli abitacoli precedenti, qui la struttura portante era ancora eretta, insieme a buona parte del rivestimento dell'abitazione. La ninja non sapeva esattamente spiegarsi come era possibile questo fatto, che gli acidi della pioggia in quella zona fossero meno alti? Oppure semplicemente ancora li non si era abbattuta completamente la furia di Watashi? E poi con che materiale era fatto il loro impermeabile per riuscire a proteggerli?
Intorno a loro, numerosi laghi termali li circondavano anche se ormai avevano ben poco di riconoscibile. Chiaki distolse lo sguardo, quasi infastidita nel vedere scenari sempre più raccapriccianti. Proprio quando tutto sembrava perso, quando l'unica compagnia era quel suono perpetuo e battente che li perseguitava in lontananza videro un ombra, un uomo ammantato in un abito nero, proprio come quelle distese acquose che avevano passato poco prima.
Non si riusciva a scorgere molto da quella distanza ma una cosa era chiara, quella figura non stava da sola; se ne stava accasciato al suolo insieme a quella che sembrava essere un altra persona. Che fosse morta? Chiaki senza pensarci due volte attivò immediatamente il byakugan, rimanendo delusa proprio come all'uscita della grotta. Anche la natura si era messa contro la riuscita della missione; quelle lacrime insidiose che il cielo continuava a piangere bloccavano qualsiasi dettaglio che potrebbe essere stato utile. La kunoichi era ancora sconvolta dalla scoperta quando improvvisamente Pakkun avvertì un odore, non aveva specificato se era la stessa che aveva avvertito prima ma a giudicare da come erano andate le cose fino a quel momento, un segno del genere non presagiva nulla di buono.
I muscoli della genin si irrigidirono nell'udire quelle parole, come potevano sapere meglio chi fosse quella persona il lontananza senza il rischio di finire in una qualche altra trappola? Un suono dietro la Hyuga, attirò la sua attenzione. Senza pensarci due volte Fuyuki sembrava essersi già messo all'opera, probabilmente la sua grande esperienza gli avevano già fatto escogitare un piano o qualcosa che si potesse reputare come simile.
Consegnata la ricetrasmittente appena evocata a Jaku e dopo che si fu sistemato la sua, in breve spiegò il compito che avrebbero dovuto avere loro in quella situazione. Era inutile rischiare un'altra volta la vita di tutti e questo probabilmente al ragazzo era pesato già abbastanza; si sarebbe sacrificato lui, il loro caposquadra si sarebbe buttato per prima nell'incontro ravvicinato con quello che sembrava essere l'unico superstite.
Il loro compito? Rimanere all'erta e preparare un possibile attacco a sorpresa nel caso in cui ce ne fosse stato il bisogno. La giovane ascoltò molto attentamente le parole del suo sensei, prima di prendere una posizione comoda ma ben nascosta dietro un rudere; e mentre con la mano sinistra stringeva il manico di una delle sue due himogatane, l'altra se la portò al petto sentendo i battiti del suo cuore agitato.
-
Fai attenzione Fuyuki - bisbigliò la kunoichi, pregando che non succedesse nulla.
Ho omesso di proposito quello che fa Hiro, lo dirò nel prossimo post in base a come si svolge la vicenda ^^