| Nome intero: Shi no Hana(fiore morto) Nome: Shi (Vuoto) Cognome: No Hana (Fiore) Aspetto Fisico: Sora è un ragazzo alto più o meno un metro e sessanta, rachitico e molto magro, anoressico. Riporta varie cicatrici su tutto il corpo e una che li passa dalla parte destra dalla fronte fino al mento, senza intaccare l'occhio.Ha una carnagione molto pallida, cadaverica, e uno sguardo fisso, senza nessuna luce, vuoto. Il viso è asciutto, le guance sono incavate e il naso è perfettamente dritto e leggermente all'insù, le labbra sono violacee e per niente carnose. Ha i capelli lisci, neri come la pece con qualche ciocca bianca, che cadono sopra gli occhi irregolarmente. Gli occhi sono azzurro molto chiaro, quasi bianchi. Veste con dei vestiti che assomigliano più a degli stracci, bianchi e sporchi di terra e del suo stesso sangue oramai incrostato, dei pataloni piuttosto stretti che mostrano la sua spaventosa magrezza. Non porta calzature. Descrizione Caratteriale: è un ragazzo che non ama socializzare. odia essere al centro dell'attenzione e ha il terrore dei cani. è piuttosto menefreghista, odia i sentimentalismi e le persone troppo esuberanti che fanno chiasso. Adora il buio e l'inganno, mente anche senza alcun motivo giusto per nascondere la verità. Nonostante non sia amichevole, capisce l'importanza del gioco di squadra per situazioni critiche. L'unica persona con cui apre il suo cuore e l'unica persona al quale lui tenga è la sua sorellina minore, seppur non legati da alcun legame di sangue, Hikari(Luce) Clan: //
Storia: Giorno X. Caro diario, Oggi siamo in tre nella stanza. Io, una bambina piagnucolosa, e il solito ragazzo piuttosto robusto sempre in silenzio, Kagi(Chiave). è una tale noia. Odio continuare a sentire quella bambina singhiozzare. è la nuova arrivata nella stanza e non aveva ancora smesso un secondo di piangere e i miei nervi sono sul punto di esplodere. Per oggi è tutto, stanno arrivando gli uomini e non posso farmi vedere a scrivere.
Nascosi penna e diario sotto il letto e mi girai verso gli uomini. Come ogni volta, una luce fortissima mi ferì gli occhi per qualche secondo. Uno di loro, si fece avanti e disse. "Fiore vieni con noi" Ero io. Mi alzai dal letto e mi diressi verso di loro e dopodiche, uscii dalla stanza. Non sapevo cosa c'era oltre la stanza. Nonostante tutte le volte che uscivo dalla stanza insieme a quegli uomini, ogni volta mi risvegliavo nel mio letto senza ricordarmi nulla di ciò che era successo. Oramai i ricordi erano tutti completamente annebbiati. La mia famiglia, mio padre, mia madre non ricordo assolutamente nulla di nulla. Solo qualche immagine ofuscata. Un fiore bianco, un sorriso candido e dei lunghi capelli biondi. Avevo perso anche la cognizione del tempo. Non avevo idea di cosa fosse la "libertà". Solo una parola, niente di più. Un concetto che ancora non conoscevo. Non credevo nemmeno che ci fosse una realtà oltre a quella stanza, pensavo che quella era la mia realtà, e non potevo farci nulla. Mangiavo, bevevo, dormivo. Tutto così. Ogni giorno. Pensavo che questo fosse vivere.
Giorno X Caro diario, Ieri hanno chiamato fuori la bambina eppure non è ancora tornata. Ciò è molto strano, mi chiedo cosa stia succedendo. Probabilmente stanno cercando di guarirla. Perchè qui, nella stanza, siamo tutti malati.
Kagi era piuttosto irrequieto da quando avevano portato via la mocciosa e ciò era piuttosto strano, non l'avevo mai visto così turbato. Non l'avevo mai visto provare un'emozione. Non riuscivo a capire cosa stesse succendo, ma era ovvio che tra poco ci sarebbe stata una svolta che avrebbe portato un'innovazione nella nostra solita routine. Mi avvicinai a lui e gli chiesi.
"Che hai?"
Mi fulminò con lo sguardo. Era sempre stato un tipo molto taciturno ma per una volta parlò.
"Niente..." Iniziò a mangiarsi le unghie "Quella bambina... non voglio che le facciano nulla di male..."
Sempre più strano.Aveva qualche rapporto con la mocciosa? Non riuscivo a capire. Così tornai nel letto.
Giorno X Caro diario, Oramai erano passati tre giorni e della bambina ancora nessuna traccia. La cosa ancora più strana era che in questi 3 giorni non avevano chiamato ne me ne kagi fuori dalla stanza. Sta succedendo qualcosa ma non riesco a capire cosa. Ho quasi paura che possa essere successo qualcosa a quella fastidiosa bamboccia, ma non troppa. Mi sto preoccupando più per Kì, che oramai sta diventando sempre più nervoso e sembra che ha in mente qualcosa ma non vuole dirmelo. Forse ha un piano per evadere. Ma per andare dove? Fuori dalla stanza? Tanto nessuno può scappare dalla stanza. Chi esce poi ritorna, è sempre così. Questa è la legge.
Misi via penna e diario e andai sul letto di Kì. Oramai erano anni che eravamo nella stanza insieme, magari mi considerava come un amico. Da quando non c'era la ragazzina era un pò giù di morale, pensieroso, preoccupato di qualcosa. Quindi cercavo di tirargli su il morale scherzando un pò con lui. Passarono altri 3 giorni e la bambina tornò. Era ovviamente addormentata e la misero sul letto gli uomini. Dissero che avevano finito per ora con lei. Appena uscirono, Kì corse da lei e vide che era completamente integra, solo un piccolo taglio nel petto ma ben cucito. Tirò un sospiro di sollievo e disse tra sè e sè "Meno male..." con le lacrime agli occhi. Ero quasi invidioso di quella ragazzina.
Giorno X Caro diario, Ora siamo tutti e 3 insieme. Siamo molto più uniti ora. Scherziamo ridiamo, siamo "amici". Ma agli uomini questo non va bene, infatti appena entrano noi ci comportiamo come al solito, in silenzio, ognuno per conto suo. Ciò è molto strano. Quella bambina è stata come un uragano nella mia vita. Inoltre ho scoperto il suo nome, Hikari. Vuol dire Luce, molto bello come nome!. Ovviamente come tutti quelli della stanza, il nome viene dato da Loro. Sono molto felice in questi giorni e ciò è strano, mi sento vivo.
Passammo giornate insieme nella stanza. Ovviamente a volte ci portavano ancora fuori a me e a Kì ma quando tornavamo stavamo sempre insieme. Uniti. Parlammo di molte cose, dei nostri pensieri, delle nostre paure, fino a quando Kì non mi parlò di una cosa in particolare.
"Ehi Sora... Tu sai cos'è un ninja?"
Io lo guardai confuso: "un ninja?" Dissi "no non ho idea di cosa possa essere."
"i ninja sono persone fuori dal comune! Possono camminare sugli alberi, sputare fuoco... Sono fortissimi! E forza è sinonimo di libertà. Questo è il mio sogno! Quando uscirò da questa stanza, il mio sogno è di diventare il ninja più forte di tutti!"
Lo guardai ammirato: mentre diceva quelle parole, sentivo il suo animo ardere. Era davvero il suo sogno. Era il suo credo, la sua libertà.
"Se è questo quello che vuoi, sai che io ti seguirò!" Avrei fatto di tutto in quel momento pur di far avverare il suo sogno. Kì era il mio idolo. Lui era davvero una persona unica, riusciva a contagiare ogni persona con le sue ambizioni.
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Parte due: Loro portarono fuori nuovamente Hikari. E questa volta non tornò
Giorno Y Caro diario, è una settimana che Hikari non si vede. Iniziamo ad essere preoccupati. Soprattutto Kì. Anche io sento come un bruciore dentro di me, odio solo il fatto che possano torcerle un capello. Cosa le stanno facendo? Ma soprattutto cosa stanno facendo ad ognuno di noi? Inizio a chiedermi cosa è davvero reale. Se questo è davvero il mondo.
Corsi vicino a Kì chi era seduto a gambe incrociate sul pavimento. Il ragazzo spostò il letto e ci fece vedere che c'era una cavità nel muro e li dentro aveva nascosto due coltelli.
"La stanza mi ha stufato... Andiamo a salvare Hikari... Andiamo a vedere il cielo!"
Il cielo. Chissà com'era. Fino ad ora me lo sono sempre immaginato sconfinato, infinito, un simbolo di libertà per noi della stanza. Quella singola frase infiammò il mio animo. Volevo scoprire com'era la vera realtà. Volevo vedere cosa c'era al di fuori della stanza. Volevo scoprire il mondo. Volevo essere libero.
Giorno Y inizio dell'operazione. Caro diario, oggi è il giorno in cui dobbiamo iniziare l'operazione. Tra poco entrerà il solito uomo per portarci il pranzo. Kì starà vicino alla porta e appena entrato lo sgozzerà con il coltello. Dopodiche nasconderemo il corpo e cerchermo di uscire. Vedrò finalmente ciò che c'è fuori dalla stanza. Vedrò il mondo. E ovviamente ti porterò con me caro diario.
L'uomo entrò esattamente venti minuti dopo. Appena entrato si avvicinò a me e Kagi gli saltò addosso cercando in qualche modo di utilizzare la lama per tagliargli il collo senza troppo successo. Cercai di aiutarlo buttandomi anche io contro l'uomo, e lo infilzai maldestramente nell'addome provocandogli una copiosa fuoriuscita di sangue. L'uomo si accasciò a terra e dopodiche con la mano tremante, lo sgozzai. Fui ricoperto dal sangue e quella visione mi provocò un grande disagio tanto che mi chinai e terra vomitando. Però non c'era tempo per pensarci... dovevamo andare avanti con l'evasione. Nascondemmo il cadavere e finalmente uscimmo dalla stanza. Un lunghissimo corridoio completamente bianco e ogni tot metri, altre stanze. Ci avventurammo al di fuori e cercammo di entrare in un'altra stanza. All'interno c'erano altri ragazzini, ma di Hikari nessuna traccia. Cosa voleva significare? Kì si avvicinò a loro e disse:
"Anche voi condividete la nostra stessa sorte. Non siete stufi della stanza? Non volete vedere il Vero Mondo?"
Anche a quei ragazzi gli si infiammò l'animo. Ben presto riuscimmo a far scapare tutti. Kì era diventato il capo di questa rivoluzione. Eppure di Hikari ancora nessuna traccia. Loro capirono che stava succedendo qualcosa, infatti ben presto iniziarono a cercare di fermarci, picchiandoci o infilzandoci con le lame. Erano molto più forti di noi ma noi li battevamo in numero. Nonostante molti ragazzi sopperirono alle loro lame, noi ci abbatevamo come onde contro gli scogli su di loro, cercando in qualche modo di sconfiggerli. Eravamo quasi arrivati al laboratorio quando un'ultima guardia ci sbarrò la strada. Io mi gettai contro ma fu completamente inutile, infatti l'uomo mi colpii con la sua spada trafiggendomi la spalla destra. Kagi si infuriò a quella vista e cercò in tutti i modi di sconfiggere la guardia. Era forte ma il numero era dalla nostra parte, nonostante riuscì a ferire una gran parte dei nostri, Kagi riuscì a ferirlo ad un ginocchio, così una volta inginocchiata a terra, fu messa al tappeto dal nostro piccolo esercito. Uccidavamo, combattavamo. Ma non perchè crudeli. Ma perchè con l'animo innocente, senza nemmeno conoscere la morte, ferivamo le persone mortalmente senza nemmeno ben sapere che ciò che facevamo era sbagliato. Rubavamo le loro spade e le loro armi e le davano anche agli altri fuggitivi. Oramai era il delirio. Gli uomini stavano scappando, prendevano tutti i fogli che potevano e scappavano. Fino a quando non raggiungemmo un enorme stanza completamente bianca piena di macchinari strani. Al centro, su un lettino c'era Hikari e collegata a lei tantissimi tubi e molti di Loro riuniti a cerchio intorno a lei.Che stava succedendo?
Kì: "Sorellina!"
Urlò. Sorellina? Allora erano fratelli? Ma soprattutto...allora Kì aveva dei ricordi fuori dalla stanza? Kì si lanciò contro di loro nonostante il mio tentativo di tenerlo fermo. Ne abbatte velocemente due e altri iniziarono a scappare. Cercò di togliere tutti i tubi ad Hikari quando si accorse togliendo un tubo di un enorme buco nel petto della bambina. qualcosa andò storto e come una foresta iniziò ad uscire dal quel foro. Gli alberi iniziarono a distruggere qualsiasi cosa di quello che sembrava un laboratorio.
Uomo: "Idiota! Stai distruggendo anni di studi!"
Kì: "Bastardo! Quello che volete è solo rubare la sua abilità innata! Sora, corri a salvare Hikari, ci penso io a questo!"
Abilità innata? Ci capivo sempre meno.
Uomo: "Già hai capito bene! La bambina è un rarissimo esemplare del clan Senju! e noi stiamo studiando proprio quello. Di voi mocciosi non me ne frega assolutamente nulla, siete dei buoni a nulla senza alcuna abilità in particolare! Abbiamo tentato di innestarvele ma è stato tutto completamente inutile! Siete solo dei mocciosi qualsiasi e vi avrei voluto uccidere un giorno o l'altro.
I dubbi iniziarono a chiarirsi ma altri ad incrementarsi. Se Hikari apparteneva a quello strano clan, allora anche Kì avrebbe dovuto. E allora perchè lui non aveva alcuna abilità in particolare? Il laboratorio era oramai in fiamme, probabilmente qualche macchinario era andato in cortocircuito e gli alberi avevano preso fuoco. Kì si buttò contro l'uomo e iniziarono a lottare. Io corsi verso Hikari, oramai gli alberi si erano staccati dal buco in mezzo alla pancia che si era stranamente rimarginato. La presi in braccio, lei era svenuta e iniziai a correre verso l'uscita.
Uomo: "Ah tu, Sora... mi ricordo di te. Tu sei addirittura il più inutile tra questi mocciosi. Non hai proprio alcuna abilità in particolare. Sei inutile. Ti stai chiedendo del tuo passato vero? Il fiore, i capelli biondi..."
Mi fermai all'improvviso.
Kì: "che fai li impalato? Corri presto, sta crollando tutto!"
Uomo: "sappi una cosa... quelli sono tutti ricordi innestati nella tua mente! Nulla è vero di tutti i tuoi ricordi. Li abbiamo creati noi. La tua vita è stata creata da noi!"
Si stava prendendo gioco di me... della mia Ambizione. Misi un attimo a terra Hikari, presi velocemente in mano il coltello e mi buttai contro di lui. Kagi vedendomi, si distrò e l'uomo riuscì a ferirlo gravemente con la sua stessa lama. A quella vista, non ci vidi più dalla rabbia. Mi buttai al suo collo e cercai di strangolarlo ma ero troppo debole, troppi anni in quella stanza senza e senza cibo che si possa definire tale: ero troppo in svantaggio. L'uomo stava per soppraffare quando Kagi con un ultimo grande sforzo, si lanciò contro di lui e lo sgozzò con il pugnale. Io ero a terra con gli occhi sbarrati. Sangue ovunque. Kagi cadde a terra esausto, e io lo sollevai.
Uomo "Volete scappare? ahahah ricordati che dalla stanza non si scappa! Si esce dalla stanza ma prima o poi ci si ritorna... sempre..."
Le ultime parole di un povero pazzo. Uscimmo dall'edificio e appena fuori mi persi nella contemplazione di quel vastissimo cielo blu. Stupendo.
Io lasciai a terra Hikari ancora svenuta, e dopo di lei, anche Kagi. Mi sedetti sotto un albero esausto da quella giornata infinita. Ce l'avavamo fatta, eravamo liberi. Il ragazzo riprese conoscenza e così gli dissi.
"Ce l'abbiamo fatta Kagi! vedi? Il cielo che avevi tanto bramato si apre sotto i nostri occhi!"
Kagi: "ah...finalmente...così questo è il cielo... mi dispiace solo che non potrò gustarmelo a lungo..."
Un tuffo al cuore. Cosa stava dicendo?
"Sei impazzito? il tuo sogno... non potrai mai diventare un ninja da morto!Fatti forza, è solo una ferita da niente!"
Kì: "no... è il mio corpo... capisco che sono giunto al limite..."
Sputò sangue.
Kagi: "Il cielo....Sono contento di poter vedere finalmente il cielo... ti chiedo solo un favore.... Proteggi mia sorella... se l'unica persona di cui posso fidarmi... ora sono finalmente... libero...."
Dopodiche, chiuse gli occhi. Io urlai, disperato alzai il capo verso l'alto. Finalmente ero fuori. Fuori da quell'edificio. Fuori dalla stanza. La libertà era la mia nuova opportunità. Presi in braccio il cadavere di Kì che in futuro avrei sotterrato con degna sepoltura. Voltai le spalle al laboratorio. Ora volevo scoprire chi ero. Avrei imparato le arti ninja per continuare il sogno di Kì. Lui non era ancora morto. I suoi ideali non lo erano. Il fuoco che aveva acceso in me era ancora vivo, pronto a bruciare. Presi Hikari e ripensai alle parole di quel povero scienziato pazzo... Tutti i miei ricordi erano fasulli... quel fiore ora che ci ripenso... era un fiore vuoto.
Edited by °ElFugazi° - 8/3/2012, 20:55
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