In un primo momento il silenzio era interrotto solamente dallo scribacchiare delle penne.
Poi fu sostituito da una specie di grugnito. A chi si voltò a guardare verso l'insegnate, sembrò che ella stesse proprio russando.
Un attimo di perplessità fu sostituito da un brusio forse troppo speranzoso.
Tu, tu e tu: fuori da quest'aula. L'esame per voi è terminato.Indicò tre ragazzi che stavano visibilmente cercando di passarsi il compito.
Uscirono dall'aula imbarazzati e sconvolti: la donna,
la vecchia, non aveva aperto gli occhi. Nulla lasciava intendere che, anche se socchiusi, avesse potuto vedere i loro movimenti. Fino a pochi secondi fa stava dormendo beatamente, ne erano certi, eppure...
Non si ripeté più un episodio del genere quella mattina.
Okoi stessa, d'altro canto, cercò di ignorare i sospiri meno palesi, gli sguardi meno evidenti. Non si sentiva così fiscale quel giorno. Per il momento almeno.
Ricordò Akira, quando la rimproverava di un'eccessiva severità. Era cambiata? Forse. Tutti erano cambiati. Tutti cambiano. Una continua evoluzione, la sabbia nel deserto non è mai la stessa del giorno prima. E lui sarebbe stato orgoglioso? Non ne aveva idea, ma ci sperava con tutto il cuore.
Passarono un paio d'ore nel quasi totale silenzio. Il sole che aveva ormai quasi raggiunto il suo zenit, picchiava come non mai e l'aula stessa sembrava quasi cuocere. Non sempre bastava l'abitudine, a volte era necessario mantenere calma e freddezza mentale, massima concentrazione. Non tutti ci riuscivano.
Attese che gli alunni consegnassero l'esame, dopo di che aprì gli occhi.
Le bastarono pochi minuti per giudicare chi fosse stato promosso e chi no, segnando ogni minimo errore con una penna rossa. Si alzò in piedi e nuovi fiumiciattoli di sabbia percorsero i banchi, consegnando il risultato.
Chiunque di voi non ha superato l'esame esca dall'aula, gli altri sono pregati di avvicinarsi alla cattedra, veloci.Davanti ad Hotaru il foglio con varie correzioni. Il numero, in rosso, risaltava rispetto al resto dello scritto.
Attese qualche altro istante, mentre i giovani eseguivano il suo ordine. Non la ferì più di tanto qualche imprecazione borbottata e nemmeno la toccarono le lacrime di qualche ragazzina troppo emotiva.
Niente di tutto questo poteva turbarla: non c'era posto per i sentimentali in un clima come quello in cui stavano vivendo. Non c'era posto per chi era carente della grinta necessaria.
Bene, bene...Osservò uno ad uno i pochi rimasti, disposti attorno a lei. Meno della metà di quando era entrata in classe.
La sabbia che poco prima aveva percorso l'aula ora stava via via ritirandosi di nuovo nel suo luogo d'origine.
Si schiarì la gola.
Ovviamente, non finisce qui, no. Ci sarà anche una prova pratica... Ma ve la illustrerò più avanti... Ora, rispondete a questa domanda: cosa vi ha spinti a cercare di diventare shinobi?Si grattò il mento raggrinzito e sorrise. Una ragazzina in particolare aveva attirato la sua attenzione. I lunghi capelli rossastri e gli occhi di una tonalità simile le ispiravano un'innata determinazione.
Chissà se sarebbe stata all'altezza...
Faticò a ricordare il nome... Hot... Hotu... Ah sì, giusto.
Cominciamo pure da te, Hotaru-chan: cosa ti ha spinto a sostenere questo esame? Perché vorresti essere una kunoichi? In quel momento la fissò dritta negli occhi, testando se la giovane era in grado di sostenere il suo sguardo.
GdrOff//
Come ti ho spiegato per mp, riguardati bene i calcoli.
Sicuramente rimangono ancora molti errori a livello grammaticale, ma ti assicuro che una(due, tre, quattro!) buona rilettura può aiutarti in futuro ad evitarli! Alcuni non sono errori di battitura, quindi, ripeto, rileggi tutto per benino prima di postarlo!
//On