Separatici dal misterioso Kuro e dal suo cane parlante, il cui nome pare essere Tsume, ci dirigiamo verso quello che sembra a tutti gli effetti essere il cuore di Chishiki: il terzo anello e la grande biblioteca. Mi sono unita al gruppo dei due Kiriani su invito solamente di uno dei due, l'altro, fino a questo momento, non ha nemmeno dato a vedere di essersi accorto della cosa. Si tratta del ragazzo dai capelli argentei, penso più grande di me, nonché quello che solo pochi minuti fa era intento a vomitare tutta la sua acidità e, poco prima di allora, anche altro. E' proprio a causa della non ottima impressione che mi sono fatta di lui, che quando finalmente decide di far caso alla mia presenza e si rivolge a me, il modo in cui lo fa non può fare a meno di colpirmi. Si scusa, si presenta in modo gentile, sembra una persona completamente diversa da quella che ho sentito parlare prima. Ammette di non essere effettivamente un nobile, e in realtà non credo che nemmeno i membri dei clan più in vista di Kiri possano accampare la pretesa di essere chiamati con titoli nobiliari, quindi il "suo eccellenza" di Arata mi era sempre sembrato un pochino strano. Vi è in realtà un'altra stranezza, che però non noto immediatamente: Isao parla di sé al plurale. Tutte queste particolarità non possono fare a meno di incuriosirmi, ma certo non posso fare a Isao domande dirette a riguardo, sia perché sarebbe ben poco educato, sia perché non ho idea di come reagirebbe. Adesso è Arata a presentarsi, ripetendo il cognome quanto detto a Kuro e confermando che, pur essendo uno shinobi, è veramente piccolo, troppo piccolo. Del clan Ogawa non ho mai sentito parlare, ma il fatto che Arata, un genin di soli nove anni, sia con ogni probabilità un risultato di cui vanno fieri, mi dice abbastanza, se non su tutti loro, almeno su quelli che si sono occupati effettivamente di lui, e non dice cose buone. Anche questo non lo posso certo dire ad alta voce, no, anche con i compaesani è sempre meglio essere cauti. "Il piacere è mio, non mi aspettavo di essere così fortunata da incontrare altri Kiriani in un luogo così lontano da casa. Mi chiamo Sumiye Fujimoto e, se la sincerità è davvero così importante, sono anch'io parte di uno dei clan del villaggio." ammetto sorridendo. La mia appartenenza al clan Yoton non è una cosa che normalmente vado in giro a raccontare. Non che sia un segreto, è solo che vorrei evitare che la prima immagine che la gente abbia di me sia quella di una persona da cui difficilmente potrei essere più diversa. "Per quanto riguarda il paesaggio, penso che anche se non riuscissi a vedere nient'altro di Sora riterrei che sia valsa la pena di venire qui anche solo per quello." dico alla volta di Isao, rispondendo alla sua ultima considerazione, prima di toccare con Arata un argomento che suscita in me un vivo interesse: il suo modo di vedere il rapporto tra compaesani. "Temo che un buon numero di nostri concittadini non condividerebbe alcune delle cose che hai detto" gli faccio notare, poi aggiungo "Io, dal canto mio, le apprezzo molto. Davvero non ha senso essere poco meglio che nemici invece di aiutarci a vicenda."
Mentre continuiamo ad avvicinarsi alla nostra destinazione Isao ha chiesto ad Arata di poter vedere la sua spada, e adesso ne sta parlando come uno che di armi se ne intende. Un altra caratteristica che va ad aggiungersi alla lista delle cose che so su Isao, questa meno sorprendente di molte di quelle che l'hanno preceduta, così come di quella che la segue immediatamente: il ragazzo che ho davanti si presenta di nuovo, questa volta come fratello della persona con cui avevo parlato prima. Due persone che condividono un corpo, non è la prima volta che lo vedo: Isao e Ideo Kinsei, li ho avuti come compagni all'esame genin e in una missione, ormai parecchi anni fa. Isao, che coincidenza interessante, era abbastanza gentile, mentre il gemello era assolutamente insopportabile. Probabilmente anche l'improvviso cambio di carattere a cui ho assistito prima è dovuto semplicemente a una differenza tra i due fratelli. Eppure, nonostante tutte le somiglianze, con i gemelli Kinsei c'è una differenza enorme: Isao e Ideo condividevano il corpo, almeno per la maggior parte del tempo, ma ognuno aveva la propria testa, con quella del minore che spuntava dalla spalla di Isao. Adesso davanti a me, invece, mi sembra proprio di avere un'unica persona, un'unica bocca da cui sono venute queste due presentazioni diverse. "Piacere." dico semplicemente. Qualunque cosa questo significhi, la cosa giusta da fare è rispondere al saluto, dopo avrò tempo di capirci qualcosa in più. La maggior parte della folla si deve concentrare nel primo anello, quindi una volta superato quello siamo riusciti ad avanzare con una certa velocità e adesso, davanti a noi, vi è la piazza su cui si affaccia la Grande Biblioteca. Si tratta di un imponente edificio, molto più grande della biblioteca che abbiamo a Kiri. Al centro della piazza vi è la statua di un angelo, intento a porgere un libro a tre uomini scolpiti. Basta uno sguardo al volto della figura per riconoscere quello della donna che ci ha accolti al nostro arrivo in città, il Tenshi. Yosuke, sempre che si tratti effettivamente di lui, ci dice di essere interessato a informazioni sui metodi di forgiatura e sulle Spade della Nebbia. "Mi chiedo se davvero delle informazioni significative sulle spade siano riuscite a uscire fuori dal villaggio." rifletto ad alta voce, senza parlare davvero a nessuno dei miei due concittadini. "Invece io non ho obiettivi particolari, anche se sono veramente curiosa di scoprire cosa scriva Sora di sé. Entriamo?"
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