Posts written by Steve.

view post Posted: 13/4/2020, 21:37     Missione 1S - VIII La Giustizia - Missioni

[249 DN - Fuori Kiri]




Era tediato da quella situazione; pazientava nell'attesa che giungessero le due kunoichi che aveva convocato per proseguire con il proprio piano. Era ritto in piedi nella radura, circondato da corpi esanimi e i resti delle creature plasmate con le fibre nere. Quegli esseri, un tempo, erano state delle persone; esseri umani uccisi per dar vita a quell'esercito immorale. Attese una manciata di secondi prima che Hayate potesse udire nuovamente la voce di Fuyu; la comunicazione era stata interrotta dopo che la situazione nel villaggio di Kiri era divenuta insostenibile. Fu consapevole che l'ordine fosse arrivato a destinazione, ma la preoccupazione che percepì in quel momento derivò principalmente dal fatto che contraddistinse la voce, se non urla, dell'Ingordo. Con quella corsa quasi disumana si era recato verso le porte del villaggio e se l'anima controllata dal Tossico avesse preso il sopravvento sarebbe stata la fine per molti Shinobi di Kiri. Trasalì da quello sconforto quando un altro Anbu intervenne nelle trasmissioni; Sho stava usufruendo della forza di quel corpo per debellare la minaccia nemica. Sorrise, quasi compiaciuto e lieto, ma non poté sottovalutare l'eventuale ipotesi nefasta che aveva ponderato in precedenza. Avrebbe contato su quell'effetto sorpresa finché sarebbe stato possibile, auspicandosi che non divenisse un errore.

- Dannato Sho, mi hai privato della gloria...

Disse, bofonchiando con se stesso. Non poté far altro che ascoltare la voce dell'ingordo, o di Sho, inneggiare alla battaglia e questo avrebbe fatto riacquistare un po' di fiducia in se stessi alle truppe schierate sul campo. Era giunto il momento di porre in atto il suo piano e, con ampie falcate, macinò numerosi metri per avvicinarsi alla meta prestabilita. In ogni luogo in cui si trovasse a passare poteva osservare una moltitudine di cadaveri; quella guerra aveva causato troppe vittime. Se ne avesse posto fine, la ricostruzione avrebbe necessitato di un bel po' di tempo per rinforzare nuovamente la capacità militare di Kiri. Quando vide le due Kunoichi quasi si rincuorò; udì con attenzione i rapporti con cui lo misero a conoscenza di ciò che fosse accaduto nelle vicinanze del villaggio. Tralasciando il comportamento sadico di Sawa, cosa su cui non poteva intervenire, ebbe modo di constatare come le truppe nemiche si stessero attaccando l'una con le altre, riducendo, quindi, il lavoro che avrebbero dovuto compiere i suoi sottoposti. D'altro canto, la brutta notizia, gli venne riferita da Aoki: tra i nemici, probabilmente, erano presenti anche i genin scomparsi. Erano morti, purtroppo. Non aveva potuto far nulla per salvarli, il tempo era stato tiranno. Forse erano stati privati dei loro cuori sin dal momento in cui erano stati rapiti. La colpa, però, sarebbe stata comunque sua: avrebbe dovuto fare in modo che il villaggio fosse ben difeso e che degli intrusi non potessero intrufolarsi. La notizia che più gli aveva giovato riguardava, per l'appunto, i ninja scomparsi: erano rinsaviti, così come Sho, e si erano schierati nuovamente dalla parte della loro terra natia. Alla fine la lealtà prevale su qualsiasi cosa. Le iridi diamantine dell'Artefice si focalizzarono sul monte, scorgendo le figure dei fibrosi che ostacolavano il ritorno della Nebbia.

- Sawa-san, seguirai esplicitamente i miei ordini senza esagerare. Non voglio complicazioni. Qualora dovessimo incontrare altre creature sarai tu ad affrontarle, io devo arrivare dal Tossico e porre fine alla sua vita. Aoki-san tu mi assisterai e curerai le nostre ferite se necessario.

Nel diramare gli ordini rimase impassibile. Era cinico, deciso, determinato. La sua concentrazione, però, venne interrotta bruscamente. Era quasi come se un tornado si stesse schiantando sul suo corpo; dovette ancorare i piedi al terreno per non essere sbalzato via. La stessa situazione che si era verificata quando l'Ingordo si era presentato al suo cospetto; stavolta, però, le intenzioni erano tutt'altro che avverse. Portava con se i resti delle proprie azioni; corpi e fibre ne solcavano interamente la figura, corredati da una grande quantità di sangue.

- Non sono qui per essere messo alla prova da te, Sho-sama.

Disse, con tono pacato. In verità era adirato, ma non volle darlo a vedere. Di lì a poco delle creature emersero dal terreno; ognuna di esse era diversa dall'altra, dalle forme più disparate così come l'aspetto. Tutte, però, erano contraddistinte dalla maschera. Erano creature delle fibre nere ormai non più sottoposte al loro controllo, a quanto pare. Fu la frase di Aoki a farlo rinsavire. Erano i genin scomparsi. Si riferiva a questo, Sho? Non poteva saperlo, però, ora, la decisione sarebbe spettata a lui. Cosa farne di loro? Ucciderli? Analizzarli per usarli a proprio piacimento? No, non sarebbe stata una scelta onorevole. Doveva dare loro una morte serena ed una degna sepoltura. Non meritavano di restare così, ne tanto meno poteva sfruttarli. Eppure quella situazione gli pose un dilemma; poteva dar loro l'opportunità di vivere? Avrebbe avuto sempre la paura di vederli ritornare nella fazione opposta e con quel timore non avrebbe mai potuto fidarsi di loro. No, ormai era giunto alla sua conclusione, sebbene ci fosse arrivato con amarezza.

- Miei sottoposti...

Proferì, avvicinandosi a loro e fissandone gli "occhi".

- Sono lieto ed onorato dell'aiuto che ci avete concesso nel respingere gli avversari. Sono felice che vi siate ribellati al sopruso del nemico e mi dispiace di non aver potuto fare nulla per impedire il vostro rapimento. Però, non posso permettervi di vivere così. Non posso permettere che possiate mettere a repentaglio la sopravvivenza di Kiri qualora doveste perdere il controllo sull'anima che vi è avversa. Il vostro corpo è stato disonorato. Concedetemi di mietere le vostre vite nel modo più onorevole possibile e di seppellirvi come ninja di Kiri. Questo vale anche per lei, Sho-sama. Potreste rappresentare un pericolo e non voglio incorrere in questa possibilità.

Concluse l'Artefice. Il raziocinio gli aveva imposto quella scelta, nonostante il cuore fosse vittima di un contrasto interiore. Posò lo sguardo su ognuno di quei genin i quali indirizzarono nei suoi confronti un inchino in segno di reverenza. La prima persona a cui avrebbe concesso la pace sarebbe stata quella avente le sembianze di un Serpente. Aveva un certo legame con i rettili, sarebbe stato più familiare. Nel momento in cui tentò l'affondo con le Hiramekarei, il genin prescelto si accasciò a terra e di risposta attaccò il Mizukage con una serie di spiedi generati dalle ali, probabilmente. Cercò di evitarli con un balzo laterale, per poi ritornare in una posizione regale.

- Per quale motivo mi hai attaccato?

Domandò l'Efebico, pur consapevole di un'eventuale risposta. Questa non tardò ad arrivare e le sue supposizioni si rivelarono giuste. Nonostante volessero rispettare la volontà del Mizukage, i loro corpi reagivano per istinto di conservazione. Doveva impiegarci poco tempo perché il suo obiettivo rimaneva il Tossico. Era lui a capo di tutta quella organizzazione. Ma fu in quel momento che gli balenò in mente un'ulteriore ipotesi. E se quei corpi fossero legati al chakra del Tossico? Bastava mietere la sua vita per porre fine alla loro, e la cosa sarebbe stata alquanto indolore. Non avrebbe dovuto usare la forza bruta per prevalere e non gli avrebbe inferto ulteriore dolore. Voleva che la loro fine avvenisse in pace e non tranciati da un colpo di spada.

- Dato che la situazione è questa vi esorto a rimanere qua. Lascerò Aoki qui. Sawa, invece, tu dovrai recarti sulla montagna e fare in modo che la Nebbia ritorni. Io andrò ad affrontare il Tossico.




view post Posted: 3/4/2020, 21:14     Missione 1S - VIII La Giustizia - Missioni

[249 DN - Fuori Kiri]




Estraniatosi dall'ambiente circostante, la minuziosa attenzione delle iridi diamantine dell'Efebico era concentrata sulle parole che avrebbe espresso l'Ingordo. La situazione non era delle più rosee; sia nella zona in cui si trovavano, sia le incursioni che si protraevano nel villaggio di Kiri, stavano mietendo vittime su ambedue i fronti, ma a differenza delle creature delle Fibre Nere, gli Shinobi non potevano tornare in vita. Anzi, più Shinobi perivano, più creature potevano essere plasmate data la mole presenza di cuori di cui poter usufruire. Sebbene sembrasse che Sho avesse prevalso sulla sua nemesi, le espressioni che si delineavano sul volto dell'energumeno presagivano tutt'altro. Continuava imperterritamente ad assumere un comportamento non consono, o quanto meno, non correlabile alla figura di un ex Mizukage. La guardia era ancora alta; le mani serrate sull'elsa delle Hiramekarei erano pronte e reattive per un eventuale scontro incombente. Attese che quell'essere potesse concatenare parole che risultassero rilevanti per ribaltare quella situazione nefanda, ma la realtà si dimostrò pressoché contraria alle speranze dell'Artefice.

Nuovamente ora, non più solamente il volto, ma tutto il corpo iniziò a comportarsi stranamente. Sembrava che le due anime sigillate in quell'energumeno stessero combattendosi l'una contro l'altra, e ciò che accadeva all'interno si ripercuoteva all'esterno. Non poteva assolutamente fidarsi, avrebbe posto fine alla sua vita appena si fosse avveduto di una possibilità. La speranza era di recepire qualche informazione, ma era conscio della bassa probabilità di questo avvenimento. Le parole che espresse di lì a poco resero la sua ipotesi una triste realtà. Doveva cercare di carpire le parole che provenissero da Sho, senza dare alcun peso a quelle pronunciate dall'Ingordo. Pur di non permettere al primo di parlare, cercò di uccidersi, strangolandosi con la sua stessa mano, mentre Sho tentava di fermarlo. Essenzialmente ciò che aveva compreso era che le creature che aveva intenzione di plasmare dovevano ricevere il cuore dei guerrieri più valorosi, o quantomeno, leali e fedeli. Fu una parola, però, a catturare maggiormente la sua attenzione: minerale. A quanto pare il Tossico si trovava all'interno di una montagna, nell'intento di ricavare da un giacimento minerario un materiale che rendesse le sue creature ancora più forti. Non ebbe modo, però, di ponderare a riguardo che l'essere iniziò ad inveire su di sé con atteggiamenti autolesionistici per poi correre a gambe levate verso uno degli ingressi del villaggio. L'Artefice dovette far leva sulla propria forza fisica per non farsi scaraventare oltre al paio di metri dopo che l'energumeno nel fuggire lo aveva colpito con una violenza inaudita. Con quella velocità difficilmente l'avrebbe potuto raggiungere e fu in quel medesimo istante che la ricetrasmittente captò alcune voci. Sembravano provenire dal villaggio e le notizie aggravavano ancora di più quella situazione. Stava andando tutto a rotoli. Si sentiva debole, inerme. Non riusciva a controllare tutto, quando lui, Hayate Koabayshi, era sempre stato in grado di calcolare tutte le variabili. Mai, però, si era trovato in svantaggio. Mai, però, aveva avuto paura per la sopravvivenza del villaggio. Privo della Nebbia, privo di un gran numero di Shinobi, doveva colpire direttamente il direttore di quell'orchestra. Non aveva altre scelte se non quella di esporsi personalmente, pur consapevole di rischiare la propria vita. Forse avrebbe dovuto affidarsi al poco sicuro e pressoché incerto aiuto dei Serpenti, ma sarebbe giunto quel momento, di lì a poco.

La voce di Fuyu lo destò da quei momenti che poco gli erano stati consoni, per sua indole e personalità. Fu l'esortazione che udì dal suo soldato più leale a convincerlo. Portò l'indice della mano destra alla ricetrasmittente, per poi cercare la voce di Fuyu e parlargli con un tono alto e perentorio.


- Fuyu, non potrò descriverti il piano tramite ricetrasmittente poiché il nemico potrebbe ascoltare. L'unica cosa che ti chiedo è di cercare di difendere il villaggio finché puoi, riuscirò nel mio intento e porrò fine a tutto questo. Le uniche persone di cui ho bisogno sono Sawa e Aoki.

Poi, però, si rivolse a tutti gli Shinobi ancora capaci di rispondere all'appello.

- Shinobi di Kiri, resistete! Porrò fine a tutto questo.

Il piano? Dirigersi verso la montagna più antica e massiccia presente a Kiri. Non vi erano molte alternative data la conformazione naturale della zona. Farsi accompagnare da Sawa e Aoki era l'unica opzione plausibile. La prime sarebbe stata utile a tenere occupate tutta la mole di creature che avrebbero incontrato in quella direzione, la seconda avrebbe potuto curare le loro ferite senza tergiversare. Nel caso, però, San Tou Bou, sarebbe stato evocato nella speranza che non esitasse a schierarsi.



view post Posted: 2/4/2020, 13:25     Conto di Akio Nakajima - Banca
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view post Posted: 2/4/2020, 13:24     Conto di Urako Yakamoto - Banca
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view post Posted: 2/4/2020, 13:23     Conto Isao / Yosuke - Banca
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view post Posted: 2/4/2020, 13:22     Conto di Harada Takumi - Banca
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view post Posted: 2/4/2020, 13:21     Conto di Kyōmei Yūzora - Banca
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view post Posted: 2/4/2020, 13:21     Conto di Sumiye Fujimoto - Banca
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view post Posted: 24/3/2020, 13:33     ## ARCHIVIO PG 2019 ## - Archivio Schede
Per Kiri:
- 19 Agosto 2019 - Abura Nuru .Matt Ha avvertito che sarebbe stato assente per uni ecc, ma non ha più postato un qualsivoglia messaggio. Lascio a voi.

- Mizu Non mi risulta alcun messaggio, ma è nel gruppo di Kiri.

- 1 Agosto 2019 - Takeshi Suzaku _Crystal - Potrei contattarlo per vie traverse, verificherò

- 12 Dicembre 2019 - Benkei Han - Deskbot - Non risultano post di assenza.

- 12 Luglio 2019 - Arata Yoru - Mr.Exp Non risultano post di assenza.

- 15 Ottobre 2019 - Hiraku Hirai - .Papero - Non risultano post di assenza.

- 5 Luglio 2019 - Ogai Endou - Pyramid Non risultano post di assenza.

- 25 Luglio 2019 - Arata Yuki - andrenak Non risultano post di assenza.
view post Posted: 21/3/2020, 13:28     Topic Centrale Role - Regolamento
Chiedo a malincuore cambio master per questa missione Missione 1S - VIII La Giustizia perché Nimal è impossibilitato a proseguirla.
view post Posted: 10/3/2020, 01:11     Jouri 場裏 - Spalti - Jouri 場裏 - Arena

[Studio del Mizukage]




La procedura venne conclusa senza intoppi; nessuno si era aggirato in quel lato della struttura adibita per il torneo da Chiye. Ora, però, doveva garantire un viaggio di ritorno sicuro per la giovane Kunoichi o avrebbe potuto incontrare qualche minaccia a cui non avrebbe potuto replicare. Non che la reputasse incapace di difendersi, ma voleva prevenire qualsiasi tipo di possibilità. Sebbene fosse venuto a conoscenza delle vicissitudini che Urako aveva incontrato per perseguire la strada che l'avrebbe condotta alla Nuibari, farla accompagnare anche da Sawa sarebbe stata la scelta migliore. A volte quella donna incuteva timore persino in lui, per quanto sadica si rivelasse in determinate situazioni. Aveva fatto anche in modo di fornire tutte le cure necessarie a Yaomomo Basara, una chunin con cui si era imbattuta la stessa Urako le cui condizioni non versavano in uno stato ottimale.

- Urako-san, ti consiglio di riporre la Nuibari in delle bende, affinché passi inosservata agli occhi dei presenti. Non voglio che si sappia quale sia la tua identità. Sebbene ci sia una certa affinità con il villaggio di Iwa, ci sono ancora dei pericoli da affrontare. Per questo motivo oltre agli Anbu con cui sei giunta qui, ti farò scortare anche da Sawa-san. Ti avverto, non dare ascolto alle sue parole... sa essere alquanto strana.

Proferì, rivolgendole un sorriso divertito. Hayate poche volte si esponeva dal punto di vista delle emozioni, ma in quel momento si sentiva realmente estasiato dalla situazione. Finalmente la spada del Sarto aveva un possessore. Finalmente qualcuno era riuscito a brandirla. In ogni caso con un cenno dello sguardo conferì a Saiwa l'ordine di seguirla, dato che aveva comunque ascoltato le sue parole, e congedò il resto degli Anbu. Smosse il mantello da Kage, e con un cenno della mano salutò il resto del gruppo in procinto di intraprendere la via del ritorno verso Kiri. Avrebbe dovuto presiedere nuovamente al fianco degli altri Kage; c'era ancora qualcosa a cui avrebbe dovuto prestare attenzione, oltre, ovviamente, al prosieguo degli scontri.





Edited by Steve. - 11/3/2020, 13:27
view post Posted: 6/3/2020, 19:55     Missione 1S - VIII La Giustizia - Missioni

[249 DN - Fuori Kiri]




Si limitò ad osservare in un primo momento. La reazione a quanto udito dalle parole proferite dall'Artefice fu di esasperato disappunto. In realtà non era l'unico a provare determinate emozioni dinanzi a quanto era accaduto e stava avvenendo; sentiva di essere il primo colpevole, ma non aveva ancora le capacità per mantenere tutte le situazioni sotto controllo. Forse non era forte abbastanza? Probabile, d'altronde non si era più ritrovato a dover compiere una missione in solitaria. Non era più riuscito ad affrontare un nemico superiore per accrescere le proprie abilità. Solamente l'enne coda si era rivelato un avversario ostile ed impervio, ma in quel caso non era riuscito a sconfiggerlo, gli era sfuggito così come i suoi sottoposti. Raccolse tra le mani i capelli sfibrati. per poi relegarli sulla spalla destra. Giovava di quella sensazione, quasi di libertà. Lo scontro era stato interrotto e ora, finalmente, poteva recuperare le forze, seppur limitatamente. Le iridi diamantine si poggiarono sul suo interlocutore, il cui sguardo era contraddistinto da una sfumatura color pece, quasi innaturale. La frustrazione era confluita all'interno del corpo, aumentando il volume di ogni muscolo. Quel corpo era fisicamente ideale per combattere. Si era avveduto, però, che quando osava pronunciare il nome di chi, apparentemente, si celava dietro quell'attacco al villaggio di Kiri, l'Ingordo prendeva nuovamente possesso di quella marionetta.

Non distolse lo sguardo mentre Sho ascoltava con minuziosa attenzione ciò che gli veniva riferito, però, dopo una manciata di secondi un suo gesto lo fece rabbrividire. Indirizzò la mano verso le Hiramekarei, quasi come se le volesse impugnare. Hayate corrugò la fronte e inarcò le sopracciglia, in segno di disappunto; il solo fatto che potesse provare una simile emozione nei confronti della sua spada raccolse il disappunto del Mizukage. Forse era soggetto ad un ricordo, forse conosceva il possessore di quella spada durante la sua reggenza. Non era quello, però, il momento per generare dell'astio tra i due Kage. D'altronde ripose nuovamente il braccio lungo il fianco, quasi come se avesse rigettato quell'intenzione. La situazione parve essere nuovamente stabile e ciò che disse Sho suonò come un dejavù alle sue orecchie. Non era il solo a detestare di essere tornato in "vita", di preferire la pace della morte rispetto al male esistente sulla terra. Anche Ki Momochi aveva espresso la medesima preoccupazione e considerazione, quando era ritornato nel villaggio di Kiri per appropriarsi della Nebbia. Fu lui, insieme ad un altro Shinobi, a convincerlo. La Nebbia proteggeva con le sue spire ed il suo caloroso abbraccio la popolazione del villaggio. Celava le fattezze degli assassini, degli Anbu; permetteva loro di agire senza alcun impedimento. In ogni caso era già consapevole che il Tossico fosse l'ideatore di quell'attacco, quindi, per ora, non ottenne alcuna informazione rilevante. Non ebbe neanche il tempo di ponderare a riguardo che qualcosa avvenne in una celerità tale da impedirgli di porre in essere qualsiasi movimento.

Le iridi diamantine non riuscirono a scorgerlo nel suo scatto; rimasero esterrefatte da quanto accaduto. Quel corpo immonde non si trovava più nel posto originario, dove si era fermato e aveva avuto quelle crisi d'identità. Percepì solamente il vento sprigionato da un movimento celere lambirgli il corpo; non se n'era accorto, minimamente. Appena comprese cercò di carpire cosa stesse accadendo e nel momento in cui virò lo sguardo verso la direzione in cui si era diretto Sho sgranò le pupille. L'aveva salvato, decisamente. Uno degli esseri creati dai praticanti delle Fibre nere si era sommessamente e silenziosamente palesato alle sue spalle, senza destare alcun sospetto da parte di Hayate. Aveva realmente abbassato la guardia? Forse, non ne era così sicuro. Non era uno stupido, ma probabilmente la presenza di Sho aveva raccolto interamente la sua attenzione. Non si lasciò sopraffare dalle emozioni, ma indirizzò solamente un sorriso compiaciuto al vecchio Kage.


- Sono esseri creati dai praticanti delle Fibre Nere. Probabilmente anche durante la tua epoca hai sentito storie su di questi Shinobi. Come avrai capito per debellarli bisogna distruggerne le maschere. Rappresentano i loro cuori.

Proferì, in risposta al quesito che gli era stato posto. Hayate non si scompose, ma si girò nuovamente per indirizzare il proprio sguardo sul suo interlocutore. Sho si era proposto per risolvere la situazione, in qualche modo. A dire la verità, non si sarebbe mai fidato. Era troppo instabile per assicurare la sua vita ad una persona del genere; non che Sho non fosse affidabile, ma era l'Ingordo a preoccuparlo. Fin quando l'anima di Sho avrebbe prevalso su quella insita all'interno di quel corpo? Non poteva saperlo. Non poteva basare il suo piano di attacco su di un dettaglio così rilevante. Anzi, si sarebbe potuta rivelare come una scelta negativa. Invece di combattere contro il Tossico con il supporto di Sho, avrebbe dovuto confrontarsi sia con il primo, che con l'Ingordo. Era una situazione così pericolosa da non poterla nemmeno soppesare. Per ora avrebbe tentato di racimolare quante più informazioni possibili per conoscere più dettagli su di quel piano. Sapeva che quell'energumeno, per quanto stupido potesse essere, era a conoscenza delle intenzioni del suo boss. Così non esitò e espresse le sue perplessità.

- Sho-sama, vorrei approfittare del suo aiuto, ma, come ha ben capito, il suo dominio sull'anima dell'Ingordo è instabile. L'unica cosa che posso chiederle è di tentare di estorcere dalla sua mente tutto ciò possa essermi utile per affrontare il loro capo e porre fine a questa aggressione. Mi ha appena salvato, è vero, ma non posso e non devo avvalermi del suo aiuto. Non vorrei trovarmi in una situazione in cui devo affrontare anche l'Ingordo, ciò colui che è lì con te. Inoltre, Sho-sama, le chiedo, infine, di tornare alla sua pace dandomi modo di rendere innocuo quel corpo, così che nessuno se ne possa più servire. Sono addolorato dal fatto che lei sia stato usato da un'essere infimo. Lascia che io ponga fine a tutto questo. Farò in modo che lei ritorni alla pace e alla tranquillità.

Indirizzò un inchino nei confronti del suo predecessore. Non sapeva il modo in cui avrebbe potuto rispondergli, ma si augurava comprendesse le preoccupazioni di un Kage e le possibili ripercussioni che avrebbe potuto affrontare.


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