Dimora di Oku Kaze
Estrassi un braccio per stropicciarmi gli occhi cercando di svegliarmi e un brivido lo percorse.
Ma cos'è sto freddo! Mi rigirai nel letto rinfilando rapido il braccio sotto le coperte.
Non si può fare! Guardai nuovamente verso la finestra per vedere se mi fossi sbagliato ma già si poteva intravedere qualche pallino raggio di sole.
No è già ora di alzarmi! Mi rigirai nuovamente nel letto rannicchiandomi in posizione fetale.
Altri cinque minuti e mi alzo promesso. Richiusi gli occhi e per qualche istante per poi riaprirli subito dopo.
Va a finire come ieri meglio alzarsi non voglio prendermi un'altra lavata di testa. Tolsi la coperta con un rapido gesto della mano e rabbrividii.
"Questo freddo non è tollerabile."Volsi lo sguardo al letto con fare nostalgico mentre una nuvoletta di fumo si formava ad ogni respiro, mi strinsi in un abbraccio per provare a riscaldarmi, mi avviai verso i vestiti.
Meglio scendere il fuoco sarà accesso e il nonno sarà sveglio da un pezzo! Sorrisi nel vederlo attaccato al fuoco intento a riattizzare i carboni della sera prima.
"Giorno nonno come va?" Chiesi mentre scendevo le scale
Niente non risponde sarà incazzato come ieri perché ho fatto tardi. Aspettai ancora qualche secondo poi aggiunsi.
"Giornata fredda vero?”Ormai ero vicino al fuoco e avevo allungato le mani verso la fiamma per riscaldarmi, il nonno era totalmente assorto dai suoi pensieri e non mi rispose di nuovo.
Proviamo così magari funziona. "Oku Kaze !" Si girò verso di me e mi guardo con sguardo preoccupato.
"Oh ciao Tsume non mi ero accorto fossi qui!" Lo guardai per qualche secondo.
"Già. Me ne ero accorto sai!? Va tutto bene? Come mai sei distratto?" Non mi disse nulla ma mi passo un biglietto che strinsi con la mano sinistra.
Caro Oku Kaze, sono Akinori Takahashi. ”Se non ricordo male Akonori Takashi è un tuo vecchio amico che è ancora uno Shinobi, di tanto in tanto l’ho intravisto al villaggio quando passa a salutare i figli. Se non ricordo male è alto, capelli brizzolati sulla cinquantina.” Mio nonno mi guardò e si limitare a fare un cenno con il capo, in segno di assenso.
”Certo che oggi sei di poche parole!” Rivolsi nuovamente lo sguardo alla missiva e ripresi a leggere con calma.
Avrei un favore da chiederti, c’è un uomo al villaggio che sta cercando qualcuno per svolgere un compito particolare, so che hai insegnato qualcuno dei tuoi trucchi a tuo nipote. Mi chiedevo se potesse tornarmi utile. Mi risolveresti un bel problema. Lo stiamo aspettando nel centro del villaggio.Abbassai nuovamente lo sguardo verso il nonno che giochicchiava ancora con il fuoco.
”E’ per questo che sei preoccupato?” Gli chiesi mentre gli ripassavo il biglietto.
Il nonno si alzò e stette per qualche secondo in silenzio poi prese a parlare con un tono cupo e triste.
”Tsumetai, i tuoi ti hanno concesso di apprendere le arti ninja presso di me proprio per evitare che tu dovessi sottostare alla catena di comando.”Questo lo avevo capito anche da solo non sono così scemo e la cosa in effetti mi stava bene. “I tuoi ed io non vogliamo che tu vada a morire o a farti storpiare in un posto chi sa dove mentre esegui gli ordini di qualcuno ai quali non puoi far altro che obbedire.” Concordo pienamente anche su questo punto non c’è che dire al riguardo anche se mi sembra un po’ melodrammatica come situazione. ”Ed è anche l’unico motivo per cui io ho accettato di insegnarti quel po’ che sapevo.” Devo stare attento a quello che dico, non posso rispondere come al solito, devo dosare bene le parole e cercare di convincerlo a lasciarmi partire senza però passare per sprovveduto e mettergli ansia. Poggia il foglietto sul focale e respirai a fondo fissando il foglietto per alcuni secondi.
”Nonno, capisco le ansie tue e dei miei genitori, tuttavia, non penso sia il caso di fasciarsi la testa in questo modo. Non sappiamo nemmeno di cosa si tratta. Inoltre non potete difendermi e proteggermi da tutto.” Feci nuovamente silenzio ma il nonno non ribatte nulla e continuava a guardare il fuoco.
Sto andando bene? Male? Parla maledizione non mettermi ansia! Di qualcosa! Una cosa qualsiasi che cazzo.”Facciamo così. Io vado a vedere cosa vuole il tuo amico, quindi tornerò qui a riferirti il messaggio e poi decideremo insieme sul da farsi. Va bene? Prometto di non invischiarmi in situazioni più grandi di me e di non prendere impegni prima di aver discusso della cosa con te. Mi sembra una proposta accettabile cosa ne dici?” Il nonno sospirò e poi aggiunse.
”Sono in debito con quell’uomo ma ciò non vuol dire che debba essere tu a farne le spese. Ti permetto di andare a parlarci, vedi cosa vuole, poi torna qui e ne discuteremo. Tu non gli devi nulla.” ”Va bene allora faremo così!” Poche parole, non aggiunsi altro, avevo ottenuto ciò che volevo, uscii di casa e corsi verso il villaggio.
Presso il Villaggio di Midori no Oka
Mio dio che corsa Poggiai la mano al muro di una delle case che si trovavano all’inizio del villaggio e cominciai a procedere ad un ritmo meno sostenuto per riprendere fiato ormai in vista della mia metà, mentre lo schiamazzo di alcuni ragazzini in lontananza si faceva sempre più intenso e fastidioso.
Speriamo almeno che non sia nulla di troppo complicato…sarebbe difficile farmi dare il permesso da mio nonno in quel caso. Girai l’ultimo angolo ed arrivai nella piazza centrale. I rumori di sottofondo si erano finalmente affievoliti e una carrozza sostava al centro della piazza, proprio di fronte alla casa del capo villaggio.
Interessante Mi avvicinai lentamente ignorando tutto il resto
non c’è che dire al riguardo… non ne ho mai vista una così nel villaggio… chi sa di chi sarà... Le giravo in torno osservandola attentamente quando sentii alcune voce provenire da dentro la casa alle mie spalle. Volsi l’angolo e mi avvicinai all’uscio cercando di guardare all’interno e capire cosa stesse accadendo.
Quello dovrebbe essere l’animo di mio nonno. Magro alto brizzolato. Sicuramente sarà lui. L’altro tuttavia non l’ho mai visto, ma da come discutono credo possa essere colui che mi ha fatto convocare. Direi che è il caso di bussare e vedere cosa accade. Toccai due volte con la mano sull’uscio e poi li chiamai.
”Hei… Sono Tsumetai sono appena arrivato piacere di conoscervi.”
Pensato <b>”Parlato” Descritto.