Uchiha Kinji
Per medicare la brutta ferita del biondo lontano da occhi indiscreti, seppure il macello in piazza non aiutava l'occultamento, l'Uchiha, sotto consiglio di Yugure, trascinò il suo corpo sino ai piedi della scalinata del tempio. In tale maniera, chi fosse passato di li non avrebbe notato subito il ragazzo, occultato dalla tipica lanterna di pietra alla quale fu appoggiato. Il proiettile aveva perforato la spalla ma non era rimasto incastrato nei tessuti, quindi non rimaneva che disinfettare e bloccare l'emorragia con un bendaggio stretto. Fu un gioco di squadra niente male e Hayato, fosse stato presente, sarebbe stato fiero del suo fratellone e dell'improvvisata aiutante: mentre il Vermiglio si premurava di uscire dalle sacche il primo soccorso, imbevendo una garza doppia con il disinfettante, il falco pellegrino tirava i lacci del soprabito del ragazzo e beccava i bottoni della camicetta sporca di sangue per liberarlo dagli impacci. Ovviamente, quel lavoro senza pollice opponibile e mani non poteva essere completato a dovere e dovette intervenire Kinji stesso per liberare la ferita e pressare le garze imbevute su entrambi i lati della ferita. Al contatto col liquido, decisamente freddo rispetto alla sua pelle e allo stesso tempo dannatamente ustionante, Kengo trasalì emettendo un verso di dolore. Bruciava maledettamente, ma nonostante questo si limitò a resistere in silenzio, piuttosto ingoiandosi la lingua e non emettendo altri suoni se non mugugni. Sudava. Aveva freddo. Probabilmente era salita un po' di febbre.
Non appena Kinji ebbe finito di picchiettare bene la ferita, con il prezioso aiuto di Yugure che teneva il bandolo della benda facendola scorrere agilmente, si premurarono di procedere col bendaggio stretto, lasciando due garze pulite a copertura dei fori. Il sopravvissuto all'inferno non disse nulla ai due sconosciuti, limitandosi a osservare con gli occhi lucidi di febbricitante confusione. Ma una domanda stava tartassandogli la mente. Lecita. Semplice. ...d-doushite? chiese ai due con appena un filo di voce, stancamente, osservando Kinji. Perché lo stava aiutando? Perché mettersi nei casini per uno sconosciuto? Non aveva forse detto loro di andare via? Erano davvero insistenti, questi dannati shinobi..
Hyuga Masaaki/Aki
Aveva preso una decisione e si apprestava a tenervi fede, seppur non a cuor leggero. L'inesperienza sul campo e probabilmente anche il timore di sbagliare, di deludere coloro che lo reputavano uno shinobi del grandioso clan dell'occhio bianco, gli aveva giocato un brutto scherzo. Come poteva essere Kengo una minaccia se sino a quel momento e sino alla fine non aveva mai alzato un dito contro di loro? Come era possibile che un ragazzo di quel genere avesse rubato qualcosa, quando l'unico avere che possedeva era un ciondolo col ricordo del suo defunto fratello. La questione puzzava enormemente e il sospetto di essere stato ingannato da Akihiro serpeggiava dentro al suo cuore in tumulto come una infida serpe velenosa. Doveva avere un confronto. Doveva sapere la verità.
Superare le guardie non fu troppo difficoltoso, anche perché queste ultime, vedendolo arrivare e riconoscendolo come lo shinobi convocato da Akihiro non si frapposero al suo deciso incedere, seppure rimasero un po' interdetti per quel ritorno repentino. Il medico era ancora nella sua stanza, seduto al suo scranno con una penna e un calamaio pieno di inchiostro rosso sul quale intingerla. Stava scrivendo, quando Masaaki e il suo accompagnatore canino si introdussero bruscamente, costringendolo a sollevare lo sguardo dal foglio. L'annuncio fu lieto, ma qualcosa non quadrava. Se aveva completato la sua missione, dove diavolo era Kengo? Sorrise appena di rimando, ma il suo sorriso fu accompagnato da uno sguardo tutt'altro che sorridente. Le autorità della Compagnia..? chiese, simulando una sorpresa che era palesemente artefatta, ma che in quella circostanza di agitazione parve del tutto reale agli occhi di Masaaki. Lasciò che continuasse in silenzio, mentre elencava punto per punto le domande alle quali avrebbe dovuto rispondere. Non appena il ragazzo terminò il proprio monologo, sorrise, abbassando lo sguardo e la penna, che andò a macchiare irrimediabilmente il foglio che stava scrivendo in una lingua incomprensibile. La ricerca è in alto mare, mio caro ragazzo. Senza Kengo, non possiamo sperare di ottenere una cura. rispose alla prima domanda, sollevandosi dalla sua seduta e cominciando a girare attorno alla scrivania per potersi porre dinnanzi al suo curioso paladino delle autorità. E' appurato che il bersaglio possegga qualcosa che possa aiutarci a sintetizzare una cura, dovresti averlo già visto.. no? Non credo che sia rimasto inerme a farsi catturare, quando per mesi è riuscito a sfuggirci di mano. sottolineò, addossandosi alla scrivania con fare quasi predatorio. Adesso basta con queste storielle da quattro soldi. Sei venuto da solo, vero? chiese serafico. Si poteva dire di tutto, ma non che il medico fosse uno sprovveduto. Era stato lui a richiedere uno shinobi per la cattura di Kengo, e di certo le autorità come le aveva altisonantemente chiamate non avevano la benché minima idea di quello che stava succedendo all'interno della struttura, da quando aveva preso il suo posto. Presentarsi a mani vuote, oltretutto, non era stata una gran mossa. Sorrise ancora. Era un bastardo senz'anima. Cos'hai intenzione di fare adesso, little boy? Completare la tua missione, come espressamente ordinato, o ribellarti? Pensaci attentamente.
CITAZIONE
Libertà assoluta su entrambi i fronti. Masaaki, qualora volessi ingaggiare un combattimento col medico fai riferimento alle tecniche che hai in scheda (magari quotandomi quello che intendi usare e facendo i calcoli normalmente come andrebbero fatti in FM, seppure non avrai un avversario con scheda contro). Descrivi quanto più possibile e non essere autoconclusivo. Stiamo finendo.