Posts written by ¬BloodyRose.

view post Posted: 26/3/2023, 18:15     Missione 2S/6A/2B | Zero - XV | Il Folle ed il Diavolo - Missioni

Differentemente da quanto preventivato dal loro illustre ospite dall'aspetto insolitamente smunto, non avrebbero attraversato il deserto per giungere alla loro destinazione. Non era conveniente, e Yūzora non era l'unico a pensarla in quella maniera. Era meglio attirare quanta meno attenzione possibile, anche evitando di chiedere a una carovana di sconosciuti mercanti di scortarli se possibile. Andare sulle proprie gambe, per quanto stancante potesse essere, avrebbe giovato al loro occultamento. Concordarono dunque fosse meglio evitare qualsiasi tipo di fraintendimento, diplomatico o meno, e proseguire attraverso Kawa: avrebbero sostato al di fuori delle mura della cittadina portuale e avrebbero a turno montato la guardia per la notte, nell'attesa di decidere come muovere i prossimi passi il giorno seguente. Al castano, al quale parevano fare tutti particolare affidamento per eventuali spostamenti in incognito (la qual cosa era resa accettabile al suo cuore per la sola protezione del suo Mizukage), toccò il primo turno.
Non si discostò molto dalla postazione notturna del Rosso, anche perché non aveva alcuna voglia di lasciarlo dormire da solo o troppo vicino ai loro compagni di viaggio. Voleva avesse i suoi spazi e che questi fossero preservati dalla sua presenza, silenziosamente attenta sotto la pallida luce emanata dalle stelle puntellate sulla volta celeste. Aveva i sensi allerta e li avrebbe avuti per tutta la durata del suo turno di guardia, se non anche dopo. Talmente tanto che si rese conto dell'insofferenza del Kyōmei. Sospirò piano. Stava faticando a prendere sonno, probabilmente colto da innumerevoli pensieri che come sempre facevano a cazzotti con la sua coscienza. Lo conosceva troppo bene, per non sapere che fosse questo il motivo della sua inquietudine. Lo osservò appena un attimo con la coda dell'occhio e, non appena ebbe abbassato le palpebre, vi si avvicinò per accarezzargli morbidamente la chioma fulva, soffice al tatto e terribilmente magnetica ai suoi occhi, come una fluida colata di fuoco vivo. Sorrise, tornando a osservare tutto quanto li circondava con attenzione maniacale.


Baka, cerca di riposare e di non farti prendere dai dubbi. Sino a quando avrò fiato in corpo, non permetterò a niente e nessuno di sfiorarti.

Passarono le ore e nulla avvenne sotto il suo sguardo smeraldino, coadiuvato silenziosamente dai sensi felini del demone dalle due code rinchiuso nella sua anima. Non vi era davvero nulla da segnalare, se non il placido e oscillante andirivieni delle lanterne lungo il fiume e il chiasso dei quartieri notturni. Era tempo di cedere il testimone ad Isao/Yosuke, che lo avrebbe sostituito nell'arduo compito di segnalare qualsiasi cosa reputasse sospetta. Una bella prova per il ragazzone dalla doppia personalità, che francamente non lo lasciava totalmente sereno. Oltre al fatto di non conoscerlo ancora così bene da affidargli la sua vita (men che meno quella di Yūzora), non aveva idea di quali esperienze avesse affrontato il compagno e quindi non poteva essere certo della sua competenza a riguardo. Sospirò, prima di avvicinarglisi e scuoterlo fermamente. Gli avrebbe coperto la bocca, se avesse emesso anche solo il più flebile suono. E' il tuo turno. dice semplicemente, lasciandogli poi tempo e modo di riprendersi dal torpore. Non ho nulla da segnalare, ma tieni gli occhi e le orecchie ben aperte. Qualsiasi cosa ti sembri sospetta, anche quella più insignificante, tienila bene a mente e riportala al Mizukage. Siamo intesi? gli intima, attendendo risposta affermativa prima di avvicinarsi alla posizione di Yūzora, ancora placidamente addormentato. Gli si mise non direttamente accanto (non avrebbe rischiato di dare così tanto nell'occhio, adesso che non tutti erano addormentati), ma a poca distanza, quanto bastava per poter sollevare una palpebra e osservare il suo bellissimo viso baciato dal pallore delle stelle. Si posizionò lateralmente, non potendo dormire come al suo solito a pancia sotto. Il braccio destro gli avrebbe fatto da cuscino, e la mano avrebbe tenuto saldamente un kunai, nascosto parallelamente al polso, sotto la manica.
Ci volle ben più di qualche minuto per prendere sonno, ma alla fine anche lui dovette cedere alla stanchezza e al tepore del fuoco del Nibi, anche lui appallottolato in quell'antro oscuro col muso sopra la zampa. Sarebbe rimasto in dormiveglia per lui.


Divider


Chiunque lo avesse scosso dal suo torpore si sarebbe ritrovato un bel kunai puntato alla gola, pronto a togliergli la vita. Fortuna volle fosse il Rosso, che lo scosse per la spalla. Vedendo il suo volto tolse l'arma dalla sua pelle, come morso da un serpente velenoso. Tamare. rispose a denti stretti e con un mezzo broncio al suo volerlo punzecchiare, salvo poi sorridere appena e rasserenarsi. Vederlo sogghignare alla sua solita maniera lo metteva di buon umore.. ma la sua espressione divenne estremamente seria qualche secondo dopo e quel 'dobbiamo parlare' che gli rivolse non gli piacque affatto. Era successo qualcosa, mentre riposava?
Lo aggiornarono su quanto avvistato da Isao/Yosuke, mentre si sollevava e spolverava con colpetti semplici le vesti. Una fiamma aveva bruciato lontano dal fiume di lanterne lungo il Kugiri, per qualche minuto, prima di essere soffocata repentinamente dall'oscurità. Decisero dunque di raggiungere il punto incriminato, tenendo gli occhi ben aperti, per indagare su chi o cosa si fosse aggirato nella notte. Trovarono i resti di quello che pareva essere un accampamento, oltre una collinetta. Era evidente che chiunque vi fosse stato (nemici? banditi?) non aveva avuto cura di coprire bene le proprie tracce e questo faceva presagire non ci fossero shinobi coinvolti, ma.. chi poteva dirlo? Se fosse stata una trappola? Era da un po' che si sentiva come se qualcuno gli stesse puntando gli occhi addosso e nonostante si fosse guardato attorno per tutto il tempo e avesse cercato di ascoltare eventuali rumori sospetti non aveva avuto nessun indizio sulla questione. Cominciava ad essere frustrante. Fu proprio il suo Mizukage a far luce su alcuni dettagli, come la presenza di circa due/quattro persone. Un gruppetto che si era dissolto per andare chissà dove (le tracce erano troppo confuse per poter stabilire dove fossero andati).

Concordo sul procedere, anche se non saprei dirvi se l'aver acceso un fuoco e averlo spento nell'arco di pochi minuti possa essere stata una segnalazione. Potrebbe, ma abbiamo troppe poche informazioni per poterlo stabilire con certezza. rispose al Rosso, limitando lo scambio verbale. Si osservarono negli occhi. Aveva capito anche lui che probabilmente qualcuno li stava osservando. Dovevano in qualche modo far finta di nulla e coglierli in castagna alla prima occasione.

view post Posted: 12/3/2023, 21:31     [SPEDIZIONE C] Dōtoku 道徳 - L'Ago della Bilancia - Spedizioni

Hyuga Masaaki


Una sadica soddisfazione andò pennellandosi sul volto del sedicente medico, che dall'alto della sua improvvisa iniziativa aveva osservato lo sciocco ragazzino cercare di evitare il colpo e impattare rovinosamente contro le librerie a lato della stanza. Lo aveva colpito, anche se non come avrebbe desiderato. Aveva sparato per uccidere e scrivere la parola fine a quella missione fallimentare, non per avvisarlo. Eppure il sangue che scivolava caldo dalla coscia del ragazzo non mentiva. Preso di striscio. Fece per puntare nuovamente l'arnese sull'avversario ancora stordito, ma quel breve scambio col cane lo costrinse a puntare l'arma contro l'animale e sparare un ulteriore colpo, mancandolo di pochi millimetri, mentre quest'ultimo si dileguava oltre la porta d'ingresso. Innervosito, non si accorse che il ragazzino dallo sguardo perlaceo aveva ripreso postura eretta e si apprestava ad assalirlo. Una distrazione che gli risultò fatale. Non fece in tempo a mirare e sparare, che l'avversario gli era già addosso e con sapienti movenze marziali era riuscito sia a disarmarlo - facendo volare la pistola verso l'angolo della stanza - sia a scagliarlo contro la scrivania, di schiena. Fece male, tanto da avvertire il fiato morirgli in gola e la confusione prendere possesso della sua mente per qualche secondo. Ma nonostante tutto, era un uomo addestrato. Non performante a livello di scazzottate, certo.. ma addestrato. Un medico militare in tutto e per tutto.
Ripresosi appena quel che bastava per muoversi con una certa coordinazione, con un agile balzo si nascose dietro la scrivania alle sue spalle e rapido estrasse dal cassetto un'altra arma, un coltello questa volta, e insieme ad esso una granata stordente. Ne tolse la sicura e la lanciò oltre la scrivania, impugnando l'arma bianca gelosamente. Lo avrebbe aspettato al varco se avesse superato la granata, approfittando poi per recuperare la pistola. Era la sua unica buona strategia. Rimanevano 4 colpi nel caricatore, ed erano più che sufficienti per uccidere un uomo.



[FRZ: 1200]
Status: Accecamento {1}

CITAZIONE
Ottima descrizione Masaaki, non preoccuparti della prolissità. Continua su questa strada. Stiamo finendo, promesso. Giusto un paio di giri di mazzate.

Uchiha Kinji/Aki


Corse forsenatamente fuori dalla stanza, scivolando sul pavimento, zigzagando per evitare gli ostacoli. Aveva paura, ma doveva raggiungere Kinji a ogni costo e il più in fretta possibile. Quell'umano armato avrebbe fatto male a Masaaki, con quell'arnese! Doveva correre. Si scagliò fuori dalla struttura con un balzo, continuando forsennato la sua corsa, mentre l'ennesimo proiettile quasi non lo passò da parte a parte. Guaì, ma non si fermò nemmeno un attimo: qualcosa lo aveva preso di striscio sul costato, aprendo una ferita di poco conto ma comunque dolorosa. Ma nulla gli impedì di superare la linea che lo separava dal folto della foresta per raggiungere l'Uchiha. Schioccò le labbra infastidita, la donna nascosta sul tetto. I failed the shot, but I won't miss again. Stay sure. si disse, ricaricando il suo fucile di precisione prima di prendere una nuova posizione per una migliore visuale. Attendere era parte del suo lavoro.

La fermezza del Vermiglio era riuscita a penetrare la corazza del giovane Kengo, che spossato dal dolore e debilitato dalla perdita di sangue semplicemente annuì, buttando la testa all'indietro e chiudendo gli occhi mentre biascicava un semplice
R-ryokai.. ci p-penserò.. Era troppo stanco per continuare a ribellarsi e, soprattutto, la proposta del suo strano benefattore non era poi così male. Se avesse mantenuto la parola, sarebbe stato accolto in un luogo protetto, curato e poi lasciato libero di decidere come meglio credeva la sua strada. Non era un prigioniero, nelle mani di uno sconosciuto. E comunque non lo sarebbe stato. A quel punto, a distrarre entrambi da quel discorso, apparve il piccolo Aki. Ansimava, perdeva sangue. Si accovacciò dolorante, guaendo. M-Masaaki è in pericolo! disse, speranzoso che Kinji si muovesse in fretta e andasse a salvare il suo amico umano. Kengo osservò il cagnolino, impietosito. V-vai e lasciami le m-medicazioni. P-penso io a lui.



CITAZIONE
Liberissimo arbitrio.
Puoi spingerti sino alla struttura, ma non appena arriverai all'entrata ti arriverà un colpo da una direzione che non riesci ad individuare. Questo ha FRZ 3000. Parti dal Limite 1, tanto te sei un treno.
view post Posted: 5/3/2023, 16:11     Il secondo Summit dei Kage. - Residenza del Raikage

Costretto ad osservare inerme il susseguirsi degli eventi e ad ingoiare il rospo, aveva avvertito chiaramente un mancamento dentro di sé, come se sospeso non fosse stato il respiro ma il suo stesso cuore, che perse inevitabilmente un battito per la preoccupazione. Chiaro persino a un cieco che detestasse particolarmente l’idea che fosse proprio il suo Mizukage ad assumersi quella responsabilità e a subire le ipotetiche conseguenze del pericoloso monile, ma aveva dovuto accettarlo sia per evidente impossibilità di reazione che, soprattutto, per rispetto del compagno e del suo giudizio. Faceva un male cane ammetterlo, ma comprendeva il non voler essere da meno a quel tavolo. E oltretutto sapeva perfettamente che il Rosso non avrebbe mai rischiato a scatola chiusa, senza prima aver avuto prova del fatto che gli anelli fossero innocui. Dopotutto, a differenza dell'accolito di Jashin, non era benedetto dall'immortalità. Rimase dunque alle sue spalle, marziale nella postura dopo aver redarguito crudelmente Jorogumo, nonostante il timore che potesse accadere il peggio alla persona che amava azzannasse le sue viscere, corrodendolo da dentro. Avrebbe dovuto fare qualcosa prima ancora di arrivare a quella situazione.. magari una raccomandazione o comunque un’intesa preventiva col Rosso per permettergli e permettersi di rimanere assolutamente preparati in una circostanza del genere. Un mezzo sospiro a seguito dell’ulteriore messaggio nascosto nel monile, prima che Yūzora lo togliesse finalmente dal dito. Stava bene.
Non vi erano particolari notizie da sviscerare a riguardo, se non che lo stesso Hyuga Shogun aveva al tempo mostrato dei sacrosanti dubbi circa il piano di Takei Tensai. Li avrebbe avuti anche lui, al suo posto. Si tornava sempre al concetto che strutturare un piano sacrificale, accettando una dipartita conclamata - perché tutto era l'ex leader dell'Akatsuki, tranne che un idiota - era una cazzata. Sacrificare una pedina per arrivare a quel tavolo era un concetto davvero molto romanzesco, e per tale ragione il castano continuava a nutrire dei legittimi dubbi circa il fatto che l'Angelo non aveva detto tutto. Cosa aveva taciuto? E soprattutto per quale motivazione non era stato trovato il suo corpo (o parti di esso), a dispetto di quello del compagno? Non credeva proprio che una deflagrazione di quel genere non avesse lasciato assolutamente nulla di Tensai, se non il suo anello intonso. Nemmeno se ne era stato l'epicentro. Si augurava che a quel tavolo di grandi personalità tenessero in viva considerazione la possibilità che il loro improbabile benefattore fosse ancora vivo.
Ci misero un sacco di tempo, prima che anche Mira si decidesse a far indossare l’anello al suo sottoposto, rifiutando chiaramente la proposta del Raikage di indossarlo al suo posto. Si era chiusa un po’ a riccio, mettendo piuttosto a repentaglio il suo accompagnatore che, cavallerescamente, si propose di indossalo in luogo della sua sovrana. Una smorfia. Doveva ammetterlo a se stesso: stava invidiandolo. E no, non per la sua sovrana - che per quanto avvenente potesse essere agli occhi di un uomo, si era dimostrata pesante e a tratti petulante, esattamente quella che al riformatorio avrebbero definito come un chiodo acido non troppo piacevole piantato in culo. Semplicemente invidiava il fatto che lui aveva avuto quell’opportunità, che al castano era stata tolta. Pensieri volanti, insignificanti. Yūzora sapeva cavarsela perfettamente da solo e oltretutto godeva della protezione di Kurama, che parimenti avrebbe combattuto per proteggerlo.

Mentre le ultime immagini di quella seduta - curiosamente più sintetiche delle precedenti - si dipanavano dal gioiello dell'ultimo monile, appartenuto direttamente all’ex leader dell’organizzazione criminale conosciuta come Alba, un cerchio si chiudeva. Avevano ottenuto tutte le coordinate e il misterioso uomo avvolto nell'oscurità che si era sostituito a Tensai Takei propose ai commensali di raggiungerlo, indicando a voce quelle che avevano tutto l’aspetto di essere ulteriori indizi che avrebbero fatto quadrare le precedenti. Osservò il suo Yūzora appuntarsele sui fogli che erano stati messi loro a disposizione. Doveva aver avuto la sua stessa intuizione, se non qualcosa di più.
Aveva tante qualità, ma il castano non era avvezzo alla geografia, quindi adesso stava ai cartografi indicare loro il punto esatto che avevano voluto indicare loro a costo della vita, simulando o meno la loro triste dipartita, e ai sovrani seduti al tavolo decidere come muovere le loro pedine.


Stiamo combattendo una battaglia in cui le informazioni scarseggiano, la qual cosa ci obbliga a fidarci di un noto nemico. Ammettere che siamo nella merda è un eufemismo. Spero quantomeno che i qui presenti decidano in fretta una direzione comune da seguire e che qualcuno non faccia scherzi. si disse, commentando nella sua mente l’intera situazione. Il Nibi, spettatore occulto dell’intera riunione, ancora rannicchiato nell’oscurità dell’anima del castano, non disse proprio nulla. Non gli interessavano quei discorsi. Non aveva fiducia negli umani (specialmente di quelli tronfi del loro potere) e ovviamente non stava alle loro regole. Semplicemente, qualsiasi cosa avesse minacciato il suo tramite e quindi la sua esistenza, sarebbe stata divorata degli incubi eterni e dalle fiamme.

Uno dei migliori nel campo della decriptazione delle coordinate fu convocato in maniera immediata dallo stesso Imai, mentre alcuni di loro esprimevano la partecipazione palese alla spedizione dei rispettivi paesi. Soltanto il suo Mizukage, saltando l'ovvietà in favore della praticità, fece notare subito al nuovo giunto quel dettaglio sulle.. direzioni? Si. Yūzora aveva avuto un'intuizione ben più concreta della sua. Come sempre andava oltre le apparenze e questo, scontato a dirsi, lo riempiva davvero d'orgoglio.



Edited by ¬BloodyRose. - 6/3/2023, 17:56
view post Posted: 5/3/2023, 11:17     Conto di Harada Takumi - Banca
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view post Posted: 5/3/2023, 11:16     Conto di Setsuna Hyuga - Banca
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view post Posted: 5/3/2023, 11:14     [Marzo] - Censimento mensile - Censimenti
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Nome e Cognome PG: Hyuga Setsuna
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Nome e Cognome PG: Harada Takumi
Rango: Chunin
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view post Posted: 5/3/2023, 11:12     Il secondo Summit dei Kage. - Residenza del Raikage

Minuti lunghi come ore, quelli che seguirono alla ricezione della seconda tornata di informazioni. L'avvenente Tsuchikage, silenziosamente in attesa delle ultime coordinate, cominciava ad averne abbastanza di quella indecisione. Comprendeva perfettamente la necessità di porre estrema cautela con quei cimeli, pervenuti direttamente dalle mani della famigerata organizzazione criminale che sino a poco tempo prima dell'avvento dell'Impero aveva dato grossi grattacapi a tutto il Continente.. ma d'altro canto avevano avuto non una, ma ben due dimostrazioni del fatto che essi fossero sostanzialmente innocui. Se proprio non si voleva dare credito alla decantata immortalità dal Raikage, potevano benissimo darlo al giudizio del neo Mizukage. Che cosa diavolo stavano aspettando, quindi? Di ritrovare da qualche parte fra le gambe gli attributi persi durante il periodo post guerra che aveva visto protagoniste le contrapposte organizzazioni del Taisei e del Kyo Dan? Patetico.
A questo proposito, non si sorprese minimamente del fatto che il padrone di casa (forse stufo tanto quanto gli altri) si proponesse per indossare lui l'ultimo anello rimasto, accollandosi eventuali disgrazie che avrebbero potuto deturpare la delicata sovrana del Cielo. Un gesto piuttosto cavalleresco, seppure l'aggettivo mal si addiceva alla genuina sfrontatezza a cui l'albino li aveva abituati. In questo caso, a differenza di quello che si poteva pensare, il benedetto di Jashin non stava dando sfoggio del vantaggio donatogli dalla sua immortalità. Da che ricordava, persino lui era rimasto particolarmente offeso dall'esplosione che li aveva investiti e quel suo proporsi con così tanta sicurezza di indossare nuovamente uno dei monili al posto di un ospite non poteva che essere dettato da una sicurezza a monte, appunto. Tutto si poteva dire di Eiji Imai, ma non che fosse un pazzo che, per amore della sua immortalità, mettesse a repentaglio la vita altrui.
Contrariamente a quanto avesse previsto, la gentile proposta non fu accettata dalla donna e a indossare il fantomatico 'Zero' sarebbe stato il suo accompagnatore. Chiye accolse quella decisione con sufficienza, seppure non espresse con smorfie o espressioni facciali il suo completo disappunto. Al suo posto, considerate le informazioni e i precedenti sotto gli occhi di tutti, non si sarebbe fatta remore ad indossare lei stessa quel cimelio per non essere da meno agli uomini che le erano seduti accanto. Poco male. Seppure si rese amaramente conto che non tutte fossero della stessa pasta, finalmente avrebbero avuto le loro ultime, cruciali, coordinate.

Le immagini che si dipanarono dall'ultimo anello furono diametralmente diverse rispetto a quelle a cui erano stati abituati. Non un dialogo fra esponenti dell'Impero e dell'Akatsuki, non memorie di Shogun Hyuga, non un già sentito testamento da parte del defunto Tensai Takei. Solo il suo mezzo busto, in silenzio, che scrutava attentamente l'indossatore del suo cimelio prima di trasfigurarsi e divenire un'ombra coperta da una maschera asettica. 'Ci vediamo li.' Le sole parole dell'uomo, seguite da quelle che sembravano alte coordinate, questa volta espresse a voce. L'anello appartenuto a Tensai Takei era stata la chiave per giungere alla conclusione di quella seduta, seppure adesso avevano bisogno di una mappa per tracciare con precisione il punto dettato dalle coordinate accumulate.


Credo che questa sia l'ultima chiave che ci separa dal conoscere il punto in cui dovremo concentrare i nostri sforzi. s'intromise al discorso del Kokage, attirando l'attenzione dei commensali. Aveva il sospetto che l'uomo celato dalle ombre che aveva fornito loro le ultime coordinate potesse non solo essere il Kasasagi di cui avevano sentito parlare, ma addirittura che potesse essere proprio il loro dipartito Angelo sotto mentite spoglie, ma tenne quel dubbio per sé. Una volta individuato il nostro obiettivo, arrivati a questo punto, mi aspetto che ognuno di noi faccia la sua parte, per il bene del Continente. Stanziare fondi, squadre, pianificare. Diamoci una direzione comune e perseguiamola, attenendoci ad essa. Senza dimenticare di agire tanto nel cuore dell'Impero quanto qui, sulle nostre terre. continua, osservando ognuno di loro con il suo solo occhio color ocra. Era determinata e con Hiroji al suo fianco, rinomato stratega del suo consiglio di guerra, non aveva paura di affrontare l'ignoto. E sia chiaro a tutti che questo non ha nulla a che vedere con l'organizzazione Alba. Quello che si deciderà in questa seduta, lo si deciderà per il bene dei nostri popoli e non per assecondare le richieste di un noto criminale.

(E' tempo di scoprire le carte, signori. Vediamo chi ha ancora il coraggio di nascondersi dietro a un dito e utilizzare il deterrente Akatsuki per tirarsi fuori da un conflitto oramai alle porte.)



CITAZIONE
Nel pomeriggio arriverà anche il post di Harada Takumi, per quanto marginale e scarno possa essere.
view post Posted: 19/2/2023, 17:59     Missione 2S/6A/2B | Zero - XV | Il Folle ed il Diavolo - Missioni

Nonostante la poca confidenza, ognuno di loro aveva elencato alcune delle proprie peculiarità combattive, chi in maniera leggermente più approfondita e chi in maniera maggiormente vaga. Era sorprendente apprendere che il loro illustre ospite, all'apparenza tanto mingherlino ed emaciato, prediligesse il combattimento corpo a corpo. Ma non fu soltanto quello a sorprenderlo. Aveva parlato anche e soprattutto del famigerato Segno, tenendo a specificare ai presenti che le sue emanazioni fossero nocive per chiunque avesse avuto la sfortuna di entrarvi a contatto e, pertanto, avrebbe avuto cura di tenere le distanze per non danneggiarli. Curioso. Meno sorprendente invece, per forza di cose, l'esposto del ragazzino dalla doppia personalità, che espresse le sue peculiarità marcandone, volutamente o meno, la mediocrità rispetto ai presenti. Era evidente che si sentisse come un'acciuga in mezzo ai pesce cani e non gli si poteva dare torto, ma se era presente significava che anche lui, a modo suo, aveva una qualche utilità. Delle peculiarità del suo Mizukage, come facilmente immaginabile, non fu affatto sorpreso. Si erano allenati talmente tanto insieme che avrebbe potuto elencare per filo e per segno punti di forza e di debolezza, seppure ancora gli rimanesse oscura la vera e totale potenzialità del Kyuubi rintanato nella sua anima. E la cosa era reciproca. Nessuno dei due aveva infatti mai dato fondo a tutto il potenziale dei due demoni, per evitare di mandarsi vicendevolmente K.O. Chissà. Forse era arrivato il momento per i demoni dalle due e dalle nove code di dare libero sfogo a tutta la propria energia, senza restrizioni. Uno spettacolo spaventoso, ma affascinante.

Lo scambio che seguì col genin, estremamente titubante sul perché della sua presenza su quella nave, aveva destato inevitabilmente il suo interesse. Non tanto per Isao/Yosuke, che avrebbe dovuto mettere presto da parte quei dubbi e comportarsi da shinobi o glie ne avrebbe date talmente tante da far sparire ogni dubbio da quella sua testolina pessimista, ma soprattutto per Yūzora, che si vide a dover rispondere a un quesito difficile che avrebbe potuto liquidare con un semplice 'sei uno shinobi, pertanto sei stato chiamato a svolgere il tuo compito' ma che, come sempre, aveva approfondito con il tatto e la fermezza di un vero leader. Sorrise. Non smetteva mai di stupirlo, quella kitsune. Nell'ascoltarlo e nel constatare quanto fosse maturato dal ragazzino imbronciato che gli era caduto fra le braccia dal cielo di una primavera nebbiosa, aveva provato un moto d'orgoglio inspiegabile. Ne era letteralmente estasiato, tanto da suscitare uno sbuffo pregno di fastidio da parte del Nibi che fu prontamente ignorato. Sapeva cosa gli avrebbe detto, se gli avesse dato troppa corda. Detestava quel sentimento che lo legava al ragazzo, perché era consapevole che fosse proprio quello che gli impediva di prendere il totale controllo del suo ninnolo e consumare la sua vendetta. Se solo quel legame fosse stato spezzato, Takumi sarebbe stato totalmente suo.

Ha ragione. disse, sussurrandogli quelle parole all'orecchio, in maniera tale che fosse soltanto il Kyōmei a sentirle e ad avvertire quel sotto testo di sensuale seduzione tipico del suo naturale temperamento erotico. Soltanto tu puoi portare la luce nell'oscuro sentiero tracciato dai precedenti sovrani. concluse, osservandolo negli occhi per una frazione di secondo che parve durare una vita intera, nel momento in cui lui stesso si volse in sua direzione. Era sempre così, in quei fugaci momenti che riuscivano a ritagliarsi. Una parola che aveva il potere di rinfrancare lo spirito come una carezza carica di passione; uno sguardo che valeva come il più languido e peccaminoso dei baci.

Mantenere un basso profilo e indagare senza destare sospetti è l'unica strada percorribile, per quanto mi riguarda. Concordo sul muoverci con discrezione. rispose alla proposta, concordando in pieno sul depistare eventuali spie o nemici nelle vicinanze. Seppure lontani dal punto in cui sapevano esserci i loro avversari, erano ben consapevoli della capillarità sul territorio delle loro azioni e sarebbe stato un grave errore non prendere in considerazione la questione, avanzando senza uno straccio di copertura. Oltretutto le locande erano sempre un ottimo punto di partenza per indagare, poiché frequentate da ogni tipo di persona, spesso e volentieri riempita d'alcol e con la bocca abbastanza larga e facilmente corruttibile. Poteva essere un ottimo punto di partenza.

Giunsero a destinazione nel tempo previsto e sbarcarono in silenzio, sotto un cielo serale appena puntellato di stelle. Adesso non potevano più tirarsi indietro, o quanto meno lui non si sarebbe tirato indietro se non per espresso ordine. Fra tutti, era l'unico che avrebbe seguito Yūzora sino in capo al mondo, nel pantano così come nell'acqua limpida, sino a quando avesse avuto un briciolo di forza. Sarebbe stato per lui un'arma e un appiglio stabile a cui potersi affidare.


Dobbiamo nasconderci ancora per molto? Comincio ad annoiarmi qui.. uno sbadiglio nell'oscurità, all'interno della quale risiedeva in pianta stabile il Nibi. Evidente quanto quel lungo viaggio doveva averlo stancato, non potendo fare nulla più che sonnecchiare e ascoltare i discorsi degli umani. Poteva capirlo. Dopotutto, anche per il castano, che oltretutto era stato ad interloquire con i compagni, non era stato facile passare il tempo in quella stiva puzzolente. Giusto il tempo di trovare qualche informazione attendibile sui nostri nemici. A quel punto potrai sgranchirti le zampe. rispose, mentre il demone inarcava pigramente la schiena infuocata per stiracchiarsi. Sbrigatevi. E' snervante sentirvi fare gli stessi discorsi.



CITAZIONE
Scusate il ritardo e il post non brillantissimo (grazie emicrania). Ribadisco qui che prossimo fine settimana sarò totalmente assente, dunque qualsiasi mio post è rimandato al 4/5 Marzo.
view post Posted: 6/2/2023, 14:59     Conto di Harada Takumi - Banca
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view post Posted: 6/2/2023, 14:57     Conto di Setsuna Hyuga - Banca
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view post Posted: 5/2/2023, 23:20     [Febbraio] - Censimento mensile - Censimenti
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Nome e Cognome PG: Hyuga Setsuna
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Nome e Cognome PG: Harada Takumi
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view post Posted: 5/2/2023, 17:39     [SPEDIZIONE C] Dōtoku 道徳 - L'Ago della Bilancia - Spedizioni

Uchiha Kinji


Salvarlo era la cosa giusta da fare. Stupito da quella risposta tanto cristallina ed inaspettata, Kengo si vide costretto a interrompere il contatto visivo col suo interlocutore e accennare a un debole sorriso, prima di contrarsi in una smorfia di dolore a seguito di un piccolo spasmo. Dei pochi shinobi che aveva conosciuto sino ad allora, nessuno aveva mai fatto la cosa giusta. Erano sempre stati estremamente ligi al proprio dovere, senza un minimo di riguardo per chi stava loro intorno, incapace di gridare. Era stato così per Kaito. Soggiogato dalla progenie, nessuno aveva sentito il suo disperato tentativo di chiedere aiuto, di essere salvato; semplicemente era stato terminato, e la missione compiuta con successo. Era strano sentirsi dire quelle parole. N-non ho una c-asa.. sospirò debolmente rispondendo alla sua proposta. Il Tempio dove era cresciuto con suo fratello sin da quando ne aveva memoria non esisteva più e anche fosse stato ricostruito dopo gli eventi che avevano portato alla morte il suo adorato gemello non si sarebbe sentito di rimettere piede nel luogo insozzato del suo sangue. Quel posto gli avrebbe ricordato cose che era meglio lasciare sepolte nella memoria. D-dove..? chiese, non riuscendo a capire dove volessero portarlo e perché. La febbre non lo aiutava a rimanere lucido e il senso d'allarme che lo aveva accompagnato sino a quelle lande lontane dal Continente non lo aveva ancora lasciato. Faticosamente si sollevò da terra, addossando tutto il peso contro la lanterna alle sue spalle. Un'impresa assai difficile, per un ragazzo ferito, pallido come un cadavere e con appena un briciolo di forza rimasta in corpo. Tutto si poteva dire del biondo, ma non che non avesse una forza di volontà davvero incrollabile. Stringendosi al mantello e cercando la sua arma, tornò a osservare il Vermiglio con sospetto. N-non sono uno s-tupido esperimento! T-trovatevela da soli la vostra c-ura! disse con fervore, salvo poi tossire sangue per lo sforzo e piegarsi in due per il dolore e il naturale cedimento delle gambe.

Credo sia meglio se, prima di imbarcarci, riesci a far ragionare quel cocciuto di un umano. suggerì a bassa voce Yugure, prima di spiccare il volo, schioccando infastidita la lingua all'interno del becco. Non aveva tutti i torti. Nell'attesa di un segnale da parte di Masaaki, sarebbe stato il caso di rassicurare il ragazzo e di convincerlo che loro non erano della stessa risma di chi voleva perseguitarlo. Non erano solo belle parole le loro, o gesti magnanimi per coglierlo in castagna, ma concreta voglia di aiutarlo.



Hyuga Masaaki/Aki


Sorrise. Per uno come Akihiro, abituato a dialogare con le persone con la chiara consapevolezza del timore che le sue parole e la sua naturale autorevolezza erano in grado di suscitare nella maggior parte dei suoi interlocutori, non fu difficoltoso rendersi conto dello sforzo che il giovane shinobi stava facendo per tenergli testa. Era ancora inesperto e questo era chiaro. Era stato assoldato proprio per la poca esperienza sul campo, per evitare che quelle domande che adesso stavano tormentando il suo animo soverchiassero il normale svolgimento di quella che era la SUA missione. Evidentemente doveva essere successo qualcosa che aveva messo i bastoni fra le ruote al normale processo che aveva preventivato, perché il ragazzino pareva chiaramente dubitare adesso del compito che gli era stato assegnato, insistendo sul fatto che fosse un bugiardo e che non avrebbe consegnato il ricercato sino a quando non avrebbe risposto alle sue domande. Sciocco. Credeva davvero che si sarebbe bevuto il fatto che Kengo era pronto per essere consegnato come un pacco in pronta consegna? No. Non aveva capito assolutamente nulla, quello sciocco ragazzino. Né quale fosse il suo compito, né con chi avesse a che fare. Mentito? Oh no ragazzo mio.. rispose, con un plateale rifiuto a credere a quelle parole, che di vero aveva soltanto l'eccellente dote recitativa. DAVVERO Kengo potrebbe essere una potenziale cura. Dubito che tu non abbia visto cosa la malattia ha generato in lui, piuttosto che ucciderlo come il semplice orfano che è. Credevi davvero avesse trafugato qualcosa qui? Con tutta la sicurezza pronta a stargli alle calcagna? Impossibile. sorrise, di quel sorriso mellifluo che spesso faceva accapponare la pelle.

In quel momento fece il suo ingresso una donna, alta, atletica, con una lunga cascata di capelli biondi raccolta in una coda alta e gli occhi dello stesso colore del più gelido dei ghiacciai. Aveva un abbigliamento singolare, decisamente distante dagli usi e costumi degli shinobi e del piccolo villaggio che, bene o male, aveva avuto modo di conoscere Masaaki.
What's going on? chiese, osservando tanto Akihiro, quanto lo shinobi e la sua timorosa palla di pelo. Nothing honey, give me just a second. rispose il dottore, aggiungendo un Please, just check the entrance. Don't let anyone come in or go out. al quale seguì un cenno del capo della donna e un semplice Copy that. prima che abbandonasse la stanza, non senza squadrare Masaaki con sospetto e sufficienza.

Mi chiedi perché ucciderlo? proruppe, dopo il breve sipario con la donna. Domanda curiosa, se posta da chi crede di aver compreso tutto, ma alla quale sarò ben lieto di risponderti.. disse, salvo poi ritornare estremamente serio nel piantare il suo sguardo dritto in quello del giovane shinobi. Perché non vi permetterò di trovare una cura, adesso che siamo a un passo dallo schiacciarvi come mosche. rispose, cattivo. E senza nemmeno dare tempo di una reazione o di una replica soddisfacente allo Hyuga, estrasse rapidamente da dentro il camice uno degli arnesi che avevano anche gli inseguitori di Kengo, solo un po' più piccolo e maneggevole, e sparare ad altezza uomo. Non era un avvertimento: aveva sparato per uccidere.



EFF: 2000

CITAZIONE
Let the fight begin.
Valgono le stesse regole elencate prima. Usa quello che hai a disposizione in scheda e fammi i calcoli. Servirà ad impratichirti con la FM (ne terrò conto relativamente nella valutazione, non essendoci una scheda del tuo avversario). Mi interessa di più vedere come descrivi il combattimento. Mettici tutto te stesso, e buona fight. Puoi difendere l'attacco o eludendo o con la DEF. Se vuoi usare Aki per correre a chiamare Kinji puoi farlo, perché non funzioneranno teletrasporti/sigilli. Puoi usarlo tranquillamente tu, nell'interazione con lui.
view post Posted: 22/1/2023, 17:19     Missione 2S/6A/2B | Zero - XV | Il Folle ed il Diavolo - Missioni

Era proprio necessario? chiese scocciato il Nibi, sollevando una palpebra e mostrando con un certo fastidio gli artigli acuminati, che andarono a conficcarsi nella setosa oscurità che lo avvolgeva. Era una bella domanda. Avrebbe potuto evitare di dare uno spintone morale al ragazzino e risvegliare la sua fastidiosa parlantina, eppure lo aveva fatto e adesso, a pagarne le conseguenze, erano entrambi. Gomen. Prossima volta giuro solennemente che mi morderò la lingua. rispose esasperato al demone, mentre scostava malamente la mano del suo diretto e sin troppo esuberante interlocutore. Non gradiva nemmeno un po' quell'atteggiamento tanto aperto e sconsiderato nei suoi riguardi. Stava appropriandosi di determinate libertà che non gli erano mai state concesse, come quella di toccarlo. Lo detestava. Sarà meglio. emise sentenza, lasciando ad intendere al castano che quell'atteggiamento non era tollerato nemmeno dal felino e che ci sarebbero state conseguenze, se quell'incauto avesse continuato su quella falsa riga. Non farti strane idee, ragazzino. s'espresse, con un accenno ben marcato di fastidio nei confronti del più piccolo. E no. Tieni le mani lontane dalla mia arma. Non amo che altre persone tocchino le mie cose, specialmente senza il mio consenso. sottolineò, riportando alla mente la piccola parentesi avvenuta senza il suo vero benestare alla biblioteca di Sora, dove Isao/Yosuke si era appropriato della sua preziosissima katana contro la sua volontà. Averlo lasciato fare quella volta era stato un evento più unico che raro, e credeva di essere stato abbastanza incisivo nell'intimargli di non ripetere quella bravata. La mia pazienza ha un limite. Molto labile. concluse, con un sorrisetto bastardo pennellato sulle labbra che non dava adito a supposizioni di sorta. Era un sorriso di avvertimento.


Divider


Terminato il proprio resoconto con un sorprendente ringraziamento da parte del loro illustre ospite (non si aspettava una dimostrazione di rispetto e cortesia di quel calibro dall'uomo), rimase in ascolto di quello che aveva loro da dire. Le ipotesi che aveva avanzato sulla base di quello di cui erano a conoscenza avevano senso e le parole che aveva speso Yūzora su di esse riassumevano un punto che condivideva appieno. Per quanto ne potevano sapere, il nemico poteva servirsi della Tanjo.co soltanto come tramite per depistare sulla provenienza stessa del minerale utile per l'innesto. Avevano troppe poche informazioni per confermare o confutare quelle parole, ma la possibilità che il minerale incriminato provenisse dai territori dell'Impero e venisse trasportato nel loro per l'innesto era concreta.

Sono un tipo piuttosto versatile. sospirò, seguendo l'esempio del suo Mizukage nel mettere a nudo alcune delle sue peculiarità. Non era cauto dare troppe informazioni a uno sconosciuto, ma doveva riconoscere che aveva ragione nel dire che conoscersi e conoscere i punti di forza di un alleato era necessario per pianificare una strategia o per approntarla rapidamente in caso di bisogno. A necessità posso stare sia in avanguardia che in retroguardia, rimanendo di supporto ai miei alleati e di disturbo ai miei nemici. Faccio utilizzo del katon. snocciolò, abbassando lo sguardo. Come? Tutto qui? s'intromise scettico il demone dalle due code, sentendosi messo da parte. Non avrebbe parlato del suo particolare talento nel manipolare le emozioni altrui, né tantomeno avrebbe fatto menzione delle peculiari capacità della singolare entità legata alla sua anima. Non è cauto parlare con lui del mio asso nella manica, non trovi? Avrà modo di vedere con i suoi occhi, all'occorrenza. rispose, consapevole che Matatabi aveva perfettamente compreso il motivo del suo silenzio ancor prima di punzecchiarlo in quella maniera. Un sorriso nell'oscurità. Non sarà piacevole.

view post Posted: 21/1/2023, 12:05     [SPEDIZIONE C] Dōtoku 道徳 - L'Ago della Bilancia - Spedizioni

Uchiha Kinji


Per medicare la brutta ferita del biondo lontano da occhi indiscreti, seppure il macello in piazza non aiutava l'occultamento, l'Uchiha, sotto consiglio di Yugure, trascinò il suo corpo sino ai piedi della scalinata del tempio. In tale maniera, chi fosse passato di li non avrebbe notato subito il ragazzo, occultato dalla tipica lanterna di pietra alla quale fu appoggiato. Il proiettile aveva perforato la spalla ma non era rimasto incastrato nei tessuti, quindi non rimaneva che disinfettare e bloccare l'emorragia con un bendaggio stretto. Fu un gioco di squadra niente male e Hayato, fosse stato presente, sarebbe stato fiero del suo fratellone e dell'improvvisata aiutante: mentre il Vermiglio si premurava di uscire dalle sacche il primo soccorso, imbevendo una garza doppia con il disinfettante, il falco pellegrino tirava i lacci del soprabito del ragazzo e beccava i bottoni della camicetta sporca di sangue per liberarlo dagli impacci. Ovviamente, quel lavoro senza pollice opponibile e mani non poteva essere completato a dovere e dovette intervenire Kinji stesso per liberare la ferita e pressare le garze imbevute su entrambi i lati della ferita. Al contatto col liquido, decisamente freddo rispetto alla sua pelle e allo stesso tempo dannatamente ustionante, Kengo trasalì emettendo un verso di dolore. Bruciava maledettamente, ma nonostante questo si limitò a resistere in silenzio, piuttosto ingoiandosi la lingua e non emettendo altri suoni se non mugugni. Sudava. Aveva freddo. Probabilmente era salita un po' di febbre.
Non appena Kinji ebbe finito di picchiettare bene la ferita, con il prezioso aiuto di Yugure che teneva il bandolo della benda facendola scorrere agilmente, si premurarono di procedere col bendaggio stretto, lasciando due garze pulite a copertura dei fori. Il sopravvissuto all'inferno non disse nulla ai due sconosciuti, limitandosi a osservare con gli occhi lucidi di febbricitante confusione. Ma una domanda stava tartassandogli la mente. Lecita. Semplice.
...d-doushite? chiese ai due con appena un filo di voce, stancamente, osservando Kinji. Perché lo stava aiutando? Perché mettersi nei casini per uno sconosciuto? Non aveva forse detto loro di andare via? Erano davvero insistenti, questi dannati shinobi..



Hyuga Masaaki/Aki


Aveva preso una decisione e si apprestava a tenervi fede, seppur non a cuor leggero. L'inesperienza sul campo e probabilmente anche il timore di sbagliare, di deludere coloro che lo reputavano uno shinobi del grandioso clan dell'occhio bianco, gli aveva giocato un brutto scherzo. Come poteva essere Kengo una minaccia se sino a quel momento e sino alla fine non aveva mai alzato un dito contro di loro? Come era possibile che un ragazzo di quel genere avesse rubato qualcosa, quando l'unico avere che possedeva era un ciondolo col ricordo del suo defunto fratello. La questione puzzava enormemente e il sospetto di essere stato ingannato da Akihiro serpeggiava dentro al suo cuore in tumulto come una infida serpe velenosa. Doveva avere un confronto. Doveva sapere la verità.
Superare le guardie non fu troppo difficoltoso, anche perché queste ultime, vedendolo arrivare e riconoscendolo come lo shinobi convocato da Akihiro non si frapposero al suo deciso incedere, seppure rimasero un po' interdetti per quel ritorno repentino. Il medico era ancora nella sua stanza, seduto al suo scranno con una penna e un calamaio pieno di inchiostro rosso sul quale intingerla. Stava scrivendo, quando Masaaki e il suo accompagnatore canino si introdussero bruscamente, costringendolo a sollevare lo sguardo dal foglio. L'annuncio fu lieto, ma qualcosa non quadrava. Se aveva completato la sua missione, dove diavolo era Kengo? Sorrise appena di rimando, ma il suo sorriso fu accompagnato da uno sguardo tutt'altro che sorridente.
Le autorità della Compagnia..? chiese, simulando una sorpresa che era palesemente artefatta, ma che in quella circostanza di agitazione parve del tutto reale agli occhi di Masaaki. Lasciò che continuasse in silenzio, mentre elencava punto per punto le domande alle quali avrebbe dovuto rispondere. Non appena il ragazzo terminò il proprio monologo, sorrise, abbassando lo sguardo e la penna, che andò a macchiare irrimediabilmente il foglio che stava scrivendo in una lingua incomprensibile. La ricerca è in alto mare, mio caro ragazzo. Senza Kengo, non possiamo sperare di ottenere una cura. rispose alla prima domanda, sollevandosi dalla sua seduta e cominciando a girare attorno alla scrivania per potersi porre dinnanzi al suo curioso paladino delle autorità. E' appurato che il bersaglio possegga qualcosa che possa aiutarci a sintetizzare una cura, dovresti averlo già visto.. no? Non credo che sia rimasto inerme a farsi catturare, quando per mesi è riuscito a sfuggirci di mano. sottolineò, addossandosi alla scrivania con fare quasi predatorio. Adesso basta con queste storielle da quattro soldi. Sei venuto da solo, vero? chiese serafico. Si poteva dire di tutto, ma non che il medico fosse uno sprovveduto. Era stato lui a richiedere uno shinobi per la cattura di Kengo, e di certo le autorità come le aveva altisonantemente chiamate non avevano la benché minima idea di quello che stava succedendo all'interno della struttura, da quando aveva preso il suo posto. Presentarsi a mani vuote, oltretutto, non era stata una gran mossa. Sorrise ancora. Era un bastardo senz'anima. Cos'hai intenzione di fare adesso, little boy? Completare la tua missione, come espressamente ordinato, o ribellarti? Pensaci attentamente.



CITAZIONE
Libertà assoluta su entrambi i fronti. Masaaki, qualora volessi ingaggiare un combattimento col medico fai riferimento alle tecniche che hai in scheda (magari quotandomi quello che intendi usare e facendo i calcoli normalmente come andrebbero fatti in FM, seppure non avrai un avversario con scheda contro). Descrivi quanto più possibile e non essere autoconclusivo. Stiamo finendo.
view post Posted: 15/1/2023, 18:04     Missione 2S/6A/2B | Zero - XV | Il Folle ed il Diavolo - Missioni

Anche nella delicata situazione in cui si sarebbero trovati invischiati da li a poco, Yūzora era riuscito a strappargli un sorrisetto divertito. Aveva capito tutto, seppure le parole erano state vaghe, ed era proprio quello il bello del loro rapporto. Non c'era davvero bisogno di spiegare, perché bastava un semplice sguardo per comprendersi appieno. Non ultimo, ma sarebbe stato il caso di arrivare un po' prima. rispose, alludendo al fatto che anche quei pochi minuti di solitudine del Rosso non avrebbero dovuto esistere. E non perché volesse essere a sua volta una piattola, attenzione. Semplicemente avrebbe preferito esserci da subito, non tanto per stargli addosso (sapeva cavarsela benissimo da solo) ma egoisticamente per essere sereno. Averlo intorno era rassicurante, come poteva esserlo vedere una stella luminosa contrastare l'oscurità opprimente del cielo notturno.
A seguire fece la sua comparsa Isao/Yosuke, che a una prima occhiata non pareva essere particolarmente esaltato all'idea di essere li. Come dargli torto. Nessuno di loro avrebbe voluto essere li, a prepararsi mentalmente a combattere un'orda di mostri col rischio non solo di rimetterci la pelle (sarebbe stato meglio, rispetto alla seconda opzione) ma di diventare anche loro dei ricettacoli di quella merda nera, vedendosi spuntare tentacoli neri da ogni orifizio. Erano possibilità da tenere in considerazione, per quanto terribili. Rifletterci attentamente avrebbe annichilito anche il più caparbio degli shinobi, figuriamoci uno shinobi in erba. E per la cronaca, fu un bene non sapere quale che fosse il reale cruccio del ragazzino dalla doppia personalità: con estrema probabilità lo avrebbe preso in giro per il resto dei suoi giorni, che potevano non essere poi così lunghi.

Il mercantile che li avrebbe scortati al Paese del Fiume era attraccato al molo e un uomo ben piazzato che pareva rispondere al nome di Yoshida li salutò e li invitò a bordo per procedere con la partenza. Il Kyōmei - come sempre - pareva conoscerlo, o quanto meno pareva aver mantenuto con lui rapporti cordiali, permettendogli di avere un gancio per quel tipo di spostamenti. Senza replicare salì a bordo, seguendo silenziosamente il suo Mizukage ed eseguendo, seppure non con estrema gioia, gli ordini che aveva impartito, ritirandosi sottocoperta. Non aveva nessuna intenzione di lasciarlo solo, ma non era il caso di stargli addosso e soffocarlo mentre erano chiusi dentro un mercantile. E naturalmente non vi era alcun rischio da parte sua sull'intromettersi nelle faccende dei membri dell'equipaggio: non era li per fare il mozzo per ripagare un debito e se a maggior ragione non gradivano averli tra i piedi - come aveva voluto sottolineare il Rosso, smorzando qualsiasi genere di buona volontà - era un motivo ancor più determinante per lasciarli sbattere da soli.

Raggiunta la cabina piena di casse merci, avvolta dal pungente lezzo dell'umidità, una fioca luce proveniente da una lanterna lo accolse. Sospirò, andando ad accomodarsi su alcune casse, a braccia conserte e con una gamba sollevata su una seconda cassa. Sarebbe stato un lungo viaggio e non poter fare nulla nel mentre, se non pensare ai pericoli che avrebbero incontrato lungo il cammino e alle strategie plausibili per ridurre al minimo i rischi, non lo rendeva più piacevole. Se poi aggiungiamo il silenzio imperituro del loro illustre ospite e il muso lungo di quell'esuberante ragazzino, che pareva aver preso una brutta batosta nel sonno, le cose potevano solo che peggiorare.
Wow, quanta allegria.. sospirò, in un soffio appena percettibile e quasi rivolto al nulla. Essere un fascio di nervi non li avrebbe aiutati. Osservò prima il Kokage, poi Isao/Yosuke. Quest'ultimo pareva perso nei suoi pensieri e aveva perso tutta la sua parlantina mentre osservava la sua stessa mano. Un atteggiamento insolito. Attento a quel muso. Manca poco che un mozzo entri e lo scambi per uno strofinaccio per pulirci il pavimento. s'intromise indebitamente nei suoi pensieri, in maniera bastardamente pungente e prepotentemente sarcastica. Lo preferiva quando faceva il cazzone e aveva la risposta pronta. Quella versione tristina e posata non si addiceva per nulla alla sua brutta faccia e francamente era più noiosa di un po' di polvere urticante nelle mutande.
Non ci volle molto prima che Yūzora facesse la sua comparsa, annunciando che il viaggio procedeva come avevano previsto e che sarebbero arrivati alle coste del Fiume nei tempi prestabiliti. Ottima notizia. Successivamente lo vide accostarsi alle casse e sedersi a terra, prima di guardarlo negli occhi e chiedergli il favore di fare gli onori di casa.
Hai. rispose, accompagnando il tutto con un cenno affermativo del capo. Chi meglio di lui, dopotutto? Era uno dei consiglieri, nonché un ANBU. Grazie al volantino rinvenuto da Mizuguchi, sappiamo che i nostri nemici si servono di piccole organizzazioni sparse per il territorio che hanno il compito di raccattare personale volontario per i loro esperimenti. cominciò, attirando l'attenzione su di sé. Non vi era una particolare inflessione nel tono della sua voce. Esponeva semplicemente i fatti. Non crediamo che questi sappiano quale che sia lo scopo finale dei loro sforzi, ma che siano più alla stregua di mercenari; sono profumatamente ricompensati per eseguire, non certo per fare domande. A loro compete estrarre il materiale per la creazione del siero utilizzato per l'innesto delle Fibre Nere. Alcune sostanze presenti nel su citato materiale sono state rinvenute anche nei mostri esaminati dai nostri medici specializzati, quindi non vi è alcun dubbio sulla correlazione delle due cose. Fece un momento di pausa, permettendo a quel ripasso mentale delle nozioni salienti di penetrare nelle menti dei suoi ascoltatori. Estrarre il materiale per le infide fibre non è il solo compito di queste canaglie. Si presuppone forniscano anche delle cavie ai loro finanziatori, ma questo non credo suoni nuovo a nessuno dei presenti. Era abbastanza palese. Soltanto uno stolto avrebbe scartato quell'ipotesi. La ditta addetta al reclutamento si trova a poca distanza dalla capitale e risponde al nome di Tanjo.co, mentre sappiamo che il villaggio indicato sul volantino si trova al confine col Ferro. Ricordo a tutti che abbiamo la concreta possibilità di rivedere una nostra vecchia conoscenza, ma non sappiamo in che stato si trovi. Dunque suggerirei di procedere con estrema cautela.

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