Posts written by ¬BloodyRose.

view post Posted: 30/10/2022, 15:06     [SPEDIZIONE C] Dōtoku 道徳 - L'Ago della Bilancia - Spedizioni

Affermare che la prima reazione dello shinobi dagli occhi perlacei non fosse stata gradita dal biondo, per quanto plausibile dal suo punto di vista, è un eufemismo. Non lo aveva creduto, era palese.. e non sembrava nemmeno intenzionato a dargli il beneficio del dubbio, in prima istanza. Come un mero segugio era stato sguinzagliato da questo sedicente medico e fino a quando non lo avrebbe azzannato alla gamba e trascinato sanguinante davanti al suo padrone, scodinzolando felice, non lo avrebbe lasciato in pace. O questa almeno era la sua sintesi. Era stufo di doversi giustificare di un qualcosa che non aveva commesso ed era stufo di dover avere a che fare con shinobi che pur di compiere la loro missione, giusta o sbagliata che fosse, avrebbero venduto persino i loro affetti più cari. Era per causa loro che aveva perso Kaito, le cui disperate grida d’aiuto erano rimaste inascoltate sino al momento in cui la freccia scoccata da quel maledetto arco aveva spento il suo cuore. L’avevano lasciato marcire sotto la maledizione di quell’essere e se n’erano andati così come erano venuti.
Strinse i denti con collera montante, esattamente come un animale ferito, mentre osservava in cagnesco il più giovane dei suoi interlocutori. Istintivamente, alla sua reazione quasi canzonatoria, si ritrasse ancora e strinse maggiormente le dita attorno all’elsa della katana, sino a sbiancarsi le nocche, in un chiaro atteggiamento di totale chiusura e belligeranza. Non glie ne importava nulla della ferita che sanguinava, del dolore che provava e di quel senso di nausea che tentava di confonderlo e costringerlo a mollare: aveva ottenuto indietro dal castano il ricordo più prezioso che aveva del gemello defunto, quindi era giunto il momento di tagliare la corda senza sfoderare la lama o combattere per avere salva la vita. Li vide ancora una volta parlottare fra di loro. Forse poteva essere l’occasione giusta per lasciarli li senza combattere, ma quel dannato cane non smetteva di tenerlo d’occhio! Avrebbe dovuto farlo fuori senza alcun rimorso, con un unico fendente. Si. Avrebbe proprio dovuto. Dopotutto, gli shinobi non avevano avuto scrupoli con suo fratello, quindi perché farsene lui con un cane? Probabilmente perché aveva un cuore sotto quella corazza di spine acuminate, e quello l’aveva fregato tante volte. E come sempre, nel combattere quella battaglia interna fra gelida ragione e accorata morale, aveva perso troppo tempo e il momentum svanì così come era arrivato.
A quel punto i nemici erano quasi arrivati alla piazza e non vi era davvero più tempo per una scelta oculata o per delle chiacchiere minuziose sui perché e sui come. Dovevano agire. Da un lato il Vermiglio si era allontanato di qualche passo, pronto a combattere e difendere la fuga del compagno e del biondo; dall’altro Masaaki aveva deciso di dare il beneficio del dubbio al sospettato e quindi risolse di portarlo via per poter dialogare in un posto più sicuro. Scelta che sarebbe stata apprezzata, con un atteggiamento diverso. Le minacce, in quel frangente, erano del tutto fuori luogo e considerato l’atteggiamento di chiusura del biondo e la sua prevedibile pericolosità, provare a sottrargli via l’arma fu la goccia che fece traboccare il vaso oramai stracolmo. Lo sproposito dello Hyuga avrebbe da li a poco generato una reazione assolutamente inaspettata; un qualcosa che nessuno, nemmeno lo stesso Kinji, che di stranezze ne aveva viste, si sarebbe aspettato di vedere.


Sawaruna! s'espresse con agitazione palpabile, allontanando malamente il giovane, con una forza improvvisa ed inaspettata. Tremava come una foglia e pareva avere l’affanno tutto d’un tratto, come se qualcosa dentro di lui stesse emergendo dolorosamente, togliendogli il fiato. Lo shiba inu, la cui sensibilità andava ben oltre quella di un semplice umano, fu il primo a percepire che qualcosa non andava nel ragazzo e si acquattò ringhiando. N-non t-toccatemi.. continuò, con voce provata e il capo chino che inevitabilmente permise alla folta zazzera bionda di coprire i suoi occhi e la sua espressione sofferente.

Una strana energia negativa, la stessa che il byakugan di Masaaki aveva notato durante l'inseguimento, aveva cominciato a fluire fuori dal suo corpo e a legarsi ad esso, che cominciava letteralmente a macchiarsi di filamenti neri dalle sfumature violacee. A quel punto il Vermiglio si rese conto, ma era troppo tardi: quella sostanza era del tutto identica alle emanazioni del malevolo Watashi, e il processo non era più reversibile. Kengo stava venendo divorato da quella sostanza. NON PROVATE A TOCCARLO! gridò improvvisamente, sollevando lo sguardo colmo di lacrime, con una voce strana.. come se fossero in due a parlare contemporaneamente. Perché aveva parlato in terza persona? L’occhio destro del ragazzo era divenuto cremisi e la sclera si era colorata totalmente di nero, ma questa non era la sola cosa a destare terrore in quella mutazione improvvisa. Vi era qualcosa alle sue spalle, un essere umanoide e al contempo mostruoso che pareva avere delle braccia e un aspetto vagamente somigliante al biondo che avevano davanti, sozzo del potere dell’oscuro Kami. Lo stava abbracciando? L'espressione sull'essere era triste.
Nel frattempo i tre manigoldi armati arrivarono a destinazione e vedendo la nuova versione del loro inseguito, spaventati, presero la mira per far fuoco. Un vero peccato che il primo che tra di loro aveva sollevato l’arma era andato incontro a una pessima fine, poiché Kengo, approfittando della loro distrazione, aveva superato con un guizzo gli shinobi e lo aveva infilzato con la katana da parte a parte, sporcandosi del suo sangue e generando la prevedibile reazione degli altri, che presero a sparare una scarica di proiettili in sua direzione. Nel caos più totale, Kinji, Masaaki e Aki dovevano agire.



CITAZIONE
Male toccare Kengo in atteggiamento di chiusura, molto male. State attenti alle reazioni degli NPC che avete davanti, perché reagiscono come potete vedere e, in questo caso, il nostro biondino ha dato di matto. Kinji, avendoci avuto direttamente a che fare durante l’evento, riconosce subito che c’è lo zampino di Watashi nella mutazione del corpo di Kengo. Se Masaaki ha avuto modo in qualche sua role di assistere a qualcosa delle sue emanazioni può riconoscere tranquillamente pure lui.
Ci sono altri due amici armati di fucile:
- se decidete di aiutare Kengo, potete farne fuori uno ciascuno;
- se volete fermare Kengo, fatemi sapere cosa nello specifico volete fare, perché la situazione è complessa (considerate che è una bomba pronta deflagrare in faccia a chiunque).
Nel caso in cui optaste per la prima opzione e lo lasciate fare con il tipo che ha infilzato, concludete il vostro post con la morte del vostro obiettivo (o la cattura, chi sono io per impedirvelo) e con la visione di Kengo che continua a infilzare malamente il malcapitato gridando disperato “Muori! Muori!” più di una volta. Se volete provare a interfacciarvi con lui, fatelo alla fine. Subentrerò io a quel punto. Descrivete un bel combattimento, mi raccomando a voi.
Ah, se Masaaki ha il byakugan attivo al momento della mutazione di Kengo vede chiaramente il chakra maledetto muoversi e legarsi con quello normale, come se entrasse in simbiosi. Se lo riattiva al momento dello scontro, vede semplicemente che rispetto a prima è in perfetta simbiosi e non una macchia bilanciata col resto. Vedila come un abbraccio fra i due chakra.
Per qualsiasi dubbio, sono a vostra disposizione. #tempodimenarelemani
view post Posted: 22/10/2022, 15:29     +1Kawaki (Shōten) - Curiosità - Paese del Cielo

L'affermazione del giovane genin, seppure condita da terminologie in una lingua a lui sconosciuta, aveva stuzzicato la sua vena sadica. Stava tanto pavoneggiandosi della sua peculiare capacità di saper ascoltare la voce silenziosa proveniente dalle armi con cui entrava in contatto che non seppe resistere dal metterlo bastardamente alla prova dinnanzi al Rosso, che di riflesso avrebbe beneficiato di una prova tangibile per potersi o meno fidare dello spaccone che avevano davanti. Assottigliò pericolosamente lo sguardo, prima di rispondere al ragazzino con un Ma davvero..? poco impressionato. Rivolse le sue iridi smeraldine al fulcro di ogni suo desiderio, incrociando inevitabilmente quelle chiarissime di lui, chete come acque di un limpido stagno. Uno scambio silenzioso per un tacito assenso, accolto con un sorriso che di casto aveva decisamente ben poco. Dimostralo. disse, sfidandolo apertamente mentre slacciava la cordicella che assicurava all'obi la sua preziosissima Yomikoe, sorreggendola con la sinistra e ponendola avanti al suo corpo, orizzontalmente, ancora dormiente nel suo prezioso fodero, per permettere al giovane genin di esaminarla a debita distanza. Con l'ausilio del pollice fece scorrere un po' la lama sino a mostrarne i kanji finemente incisi e la particolarità stessa dell'arma, discostando la guardia. Colse con un sorrisetto la battuta di spirito del suo interlocutore, al quale rispose un immediato Che ci vuoi fare, mi scaldo in fretta. che aveva tutta l'aria di essere un qualcosa di estremamente veritiero, in qualsiasi accezione si volesse decifrare quell'affermazione. Fu allora che il ragazzo fece qualcosa di cui si sarebbe pentito amaramente. Con un movimento rapido, ma non abbastanza perché l'occhio esperto del castano non avesse modo di coglierlo, sottrasse spada dalle sue mani. Ovviamente, considerate le circostanze, oltre che il luogo, lo lasciò fare abbassando la mano vuota ma guardandolo con uno sguardo che di simpatico aveva poco e che stonava col sorriso sempre ben pennellato sulle labbra. Si. Era estremamente geloso delle sue cose, specialmente se queste erano doni unici da parte del compagno dalla chioma fulva. Erano parte di lui e osservare qualcuno maneggiare e sussurrare parole alla sua arma senza il suo permesso lo faceva sentire come defraudato e scoperto. Oh si. L'avrebbe pagata molto cara, quell'incauta mossa.
Attese che finisse il suo discorso, lasciando al Rosso la possibilità di trarre le conclusioni che voleva. Era quello il suo scopo, oltre a quello di stuzzicare il ragazzino e gustarsi le sue reazioni. Cosa che fece ancor di più non appena gli rese indietro la sua Yomikoe, divertendosi a manipolare le sue emozioni e trasmutando la sua spensieratezza in timore. Il cambio repentino nel suo sguardo e nel suo modo di porsi fu divertente, e anche Matatabi, appollaiato in silenzio nell'angolo più oscuro della sua anima, parve apprezzare quella piacevole sensazione di supremazia (seppure applicata a un misero esemplare di essere umano).
Ho detto che mi scaldo in fretta, non che te l'avrei data così facilmente.. sussurrò sensuale, ammaliando e contestualmente acuendo la sensazione di disagio che il ragazzo stava provando. Come un serpente che strisciando piano ghermisce la preda fra le proprie spire. Solo allora lo lasciò allontanare di qualche passo, ponendo l'arma al suo giusto posto e lasciando che Yūzora terminasse di parlare con lui. Bastardo come lo era sempre stato, decise di allentare la presa sulle sue emozioni nel momento in cui fecero per allontanarsi entrambi e non subito dopo avergli impartito la lezione. Troppo facile altrimenti.
Ovviamente salutò il ragazzino con un sorrisetto stronzo e un cenno della mano, mantenendosi sostenuto e distante abbastanza. Era lunga e tortuosa la strada che avrebbe portato il castano a togliere quella maschera.

Costretti dal dovere ad abbandonare la biblioteca, entrambi si avviarono verso il luogo in cui si sarebbe tenuto il summit di quel giorno. In quell'occasione, non poté non notare l'atteggiamento del suo protetto. Pareva che i pensieri lo assillassero, che qualcosa lo avesse rinchiuso in una delle sue bolle e stesse ovattando tutto il resto. Non poteva certo essere per l'incontro a venire quel cambio di umore, ma doveva essere per la chiacchierata appena avuta con i due genin. Sospirò. Non voleva usare sotterfugi per farlo sentire meglio, ma solo penetrare quella bolla fastidiosa e permettere al sole di baciarlo come aveva sempre fatto. Per questo si avvicinò di qualche passo e sussurrò al suo orecchio quel
Li rincontrerai ancora, vedrai. Se solo avesse saputo a quanto autocontrollo aveva dovuto fare appello per non baciarlo, trasportato dalla passione e dal desiderio di vederlo sorridere..

view post Posted: 18/10/2022, 21:53     [SPEDIZIONE C] Dōtoku 道徳 - L'Ago della Bilancia - Spedizioni

Sanguinava, ma quello non sembrava essere il principale cruccio del biondo che, una volta accortosi del ciondolo fra le mani del Vermiglio mosse istintivamente la mano pressata sulla ferita alla gola, dove quel piccolo gioiello dorato avrebbe dovuto stare. Inutile dire che vederlo parlare con il nuovo arrivato - che sino a quel momento stava solo accusandolo di aver rubato qualcosa in una struttura poco distante, dichiarando che il suo compito primario era quello di braccarlo e ripotarlo a un tale di nome Akihiro - e con lo strano cane parlante mentre teneva fra le mani il ricordo più caro che aveva senza restituirglielo gli faceva ribollire il sangue nelle vene.


Kengo

Sollevandosi faticosamente da terra, stringendo i denti per il dolore e la debolezza generata dalla copiosa perdita di sangue, osservò entrambi in cagnesco. Per cosa diavolo lo avevano preso, per un ladruncolo da quattro soldi? Patetico. Rubato..?! fece eco alle parole di Masaaki, sibillino e con un tono di voce tremante e carico di collera repressa. L’unico che potrebbe essere definito ladro fra di noi non sono certo io! Datemi indietro il mio ciondolo e toglietevi dalle scatole, se non volete che quei bastardi ammazzino anche voi. intimò, con atteggiamento belligerante nonostante l’inferiorità numerica e la katana, altrimenti pronta all’uso, ancora dormiente dentro al fodero nero. Aveva un bel caratterino e tanto fegato per rimanere a testa alta in quelle circostanze disastrose. Chiaro ed evidente che non aveva alcuna intenzione di transigere sulla questione aperta dai due: non si sarebbe mosso di un millimetro se prima non avesse avuto indietro la refurtiva e certamente non avrebbe seguito il più giovane dei due per raggiungere questo individuo di cui blaterava e consegnarsi. Curioso. Sinceramente non si era mai posto la domanda su chi esattamente lo stesse braccando come un segugio, nonostante avesse intuito il perché nell’ascoltare i suoi inseguitori parlare. Quindi si chiama Akihiro il mentecatto che mi ha messo alle calcagna quei cani bavosi dell’Impero? Buono a sapersi, almeno quando avrò il dispiacere di conoscerlo di persona glie la darò io la cura immaginaria che tanto cerca. sottolineò, sputando veleno sul suo aguzzino. Era stanco di sentire parlare di quell’argomento, probabilmente perché non era la prima volta che accadeva e che veniva accusato di avere qualcosa di cui non era nemmeno a conoscenza.
Si asciugò la fronte col dorso della mano, provato dalla ferita. Non sarebbero andati avanti, se avessero continuato in quella direzione. Doveva calmarsi, sintetizzare e pregare perché lo ascoltassero, altrimenti avrebbe dovuto agire. Fece appello a tutta la sua diplomazia per non scattare, recuperare il ciondolo e scappare lontano come da piano originario.
Sentite. Non so chi voi siate e non conosco chi vi ha mandato. Io non ho nessuna cura con me, non ho rubato proprio un bel niente! Ve lo posso giurare su quello che mi è più caro! Sono solo un semplice fuggiasco, finito in questo posto soltanto per cercare di aver salva la pelle. s’espresse, cercando di mantenere la calma. Era dannatamente assurdo che dovesse giustificarsi davanti a due shinobi, quando non aveva commesso nessun reato. Snervante a dir poco. Vi mentirei se vi dicessi che non conosco gli effetti del terribile ‘Morbo’, poiché li ho provati sulla mia pelle. Sono stato giorni e notti a rigirarmi dolorante nel letto tra incubi e mal di testa.. ma non avrei nessuna ragione a rubarne una possibile cura, davvero! Grazie al cielo sto bene adesso. Senza contare che non conosco nessuna cura a questo male, come invece sembrano credere i nostri amici armati. continuò, sperando che almeno uno dei due gli credesse. Osservò dapprima Masaaki, poi Kinji che rispetto al primo pareva avergli dato il beneficio del dubbio. Non avevano più tempo. Per favore.. ritornatemi il mio ciondolo e lasciatemi andare, prima che ritornino.. sono stanco di dover scappare.. sospirò avvilito, stringendo nervosamente la mano attorno all’elsa della sua arma quasi aspettandosi una reazione violenta al suo discorso e non una comprensione da parte dei due interlocutori. Era stato solo per troppo tempo, inseguito per mesi dai suoi demoni e dalle sue atroci memorie. Non aveva alcuna fiducia nel mondo degli shinobi, non dopo che uno di questi aveva trafitto il cuore del suo gemello, Kaito, reso burattino da un’entità sovrannaturale meschina che aveva rischiato di togliergli anche la sua casa e colei che sarebbe poi diventata l’unico amore della sua vita. Le spine che aveva piantate nel cuore erano divenute la sua stessa corazza. Fu a quel punto che il Vermiglio porse indietro il prezioso ciondolo, che Kengo afferrò gelosamente, strappandoglielo brutalmente dalle mani per custodito fra le sue.
Nel frattempo, in lontananza, lo shiba inu riuscì a captare dei movimenti e avvisò i due shinobi. Stavano arrivando. Era tempo di decidere da che parte stare.



CITAZIONE
Chiedo scusa per l'attesa, nel fine settimana ho preferito dare un po' di precedenza al mio PG (post un po' complesso, pieno di informazioni da tenere in considerazione). E' il momento cruciale ragazzi - anche se qui mi rivolto maggiormente a Masaaki, che è il beneficiario primario della missione. Avete poco tempo per decidere da che parte stare; se avete dubbi e domande ponetele e vi darò le risposte e le reazioni di Kengo (se non volete fare così, ponetele semplicemente in ON e vi farò un post con tutte le risposte del caso, concedendovi un giro di tregua ulteriore primo dell'arrivo dei fucilieri). Se volete concordare qualcosa fatelo. Quando siete certi delle vostre congetture, decidete se portare Kengo alla struttura da prigioniero o assecondarlo e lasciarlo andare col suo ciondolo. Fatemi capire il motivo delle vostre scelte. Buona fortuna.

EDIT. Corretta la svista sul ciondolo ridato indietro da Kinji. Vi chiedo perdono per la disattenzione.

Edited by ¬BloodyRose. - 25/10/2022, 19:26
view post Posted: 16/10/2022, 15:29     +2盗難 | Tōnan - Quello che alla Nebbia vien tolto, la Nebbia si riprende - Residenza del Mizukage

L'intervento del detestabile capo della divisione inseguitori - che con estrema sorpresa del castano si era dato al tabacco abbandonando, almeno temporaneamente, il suo tanto decantato e abusato infuso di karkadè - chiarificò alcuni dei dubbi che erano sorti nella sua mente durante il discorso, confermando i suoi ovvi sospetti circa il nome riportato in calce al volantino e, contestualmente, rendendogli indietro qualche dettaglio per poter quanto meno abbozzare la macabra tela della quale stavano discorrendo. Ascoltando silenziosamente le risposte alle loro domande e il resoconto di quello che avevano scoperto le squadre mandate a raccattare indizi concreti, prese appunti sul suo plico per fare ordine nella sua psiche, abbozzando i suoi pensieri con brevi collegamenti tra parole chiave che carcerò rispetto alle altre. Era evidente che le cellule criminali a cui faceva riferimento il Mizuguchi non erano che l'ultimo gradino di un'organizzazione piramidale molto più complessa di quello che potessero pensare e che, con molta probabilità, non avevano la benché minima idea di quale fosse lo scopo ultimo del cervello pensante dell'organigramma. Non erano dissimili a dei meri mercenari che offrono i propri servigi semplicemente in cambio del compenso, passivamente ligi al compito primario affidatogli e senza alcuna domanda in serbo. Quale che fosse questo compito era presto detto: raccattare materiale per la creazione del siero utilizzato per l'innesto di quelle schifosissime Fibre Nere, come confermato da Fuyu. Sostanzialmente, stavano servendosi di estrattori, ricercatori, sintetizzatori e di persone per la creazione di un esercito di quegli aborti. Non era stupido pensare che la stessa Calendula Nera annientata dal Diavolo si servisse dei nuovi reclutati per la ricerca di materiale d'innesto, di uomini e donne in grado di distinguersi e magari sopportare il parassita nero in maniera ottimale e senza grosse conseguenze.

Passano i secoli, ma rimanete come sempre degli insignificanti moscerini assetati di potere. non mancò di rimarcare con disgusto il felino demoniaco rintanato nella sua anima, nauseato dalla presunzione degli uomini. Da quel punto di vista, Takumi non poteva dargli torto. Quella situazione suscitava un certo disgusto anche in lui, ma non tanto per le persone coinvolte e cadute nella trappola. Non glie ne fregava assolutamente nulla degli scomparsi e del loro triste destino. Quello che lo innervosiva era avere a che fare in prima persona con quegli scherzi della natura, che stando agli studi riportati nel nuovo plico, erano in grado non soltanto di riprodursi in fantocci ma anche di cibarsi dei cuori delle persone e acquisirne il potere. Un motivo in più per cancellare quei mostri dalla faccia del continente e rimettere al proprio posto quei figli di puttana. rispose, suscitando nel demone una smorfia che sapeva di orgoglio. Non vedeva l'ora di mondarli nelle fiamme e spegnere le speranze di quegli esseri insignificanti che giocavano a fare i Kami.

A quelle nozioni si aggiunse anche una certezza, confermata sia dallo Yuki che dal flemmatico Kokage: quel maledetto figlio di una cagna dell'allora Juudaime Mizukage era ancora vivo, seppure le sue condizioni non erano certe. Probabilmente era divenuto anche lui materiale d'innesto di prima classe, come probabilmente lo erano già divenuti ai tempi della loro scomparsa sia quel simpaticone di Kanada (ricordava ancora quando si era attaccato a loro come una piovra dopo l'incubo del Gedo Mazo) che Nakajima. Pareva che le tracce dell'Artefice sparissero insieme a quelle del suo inseguito, denominato l'Ingordo, all'interno del Continente e non oltre oceano. Ottimo. Sperava ardentemente di trovarlo e di assaporare attimo dopo attimo il suo terrore prima di appropriarsi del suo destino. Lo avrebbe fatto pentire amaramente del suo vile tradimento.

Fu in quel momento, mentre le sue macabre elucubrazioni si districavano nella sua immaginazione, accompagnando come una scanzonata melodia le parole di spiegazione dello Yuki, che accadde qualcosa. Un'interruzione che aveva costretto il capo ANBU ad avvicinarsi all'orecchio del suo Yūzora e, col suo consenso, fare entrare in quel consiglio di guerra un certo Jiro Oikawa, di ritorno dall'arcipelago e unico superstite della squadra mandata a verificare il coinvolgimento del Tossico con l'Impero. Osservò con noncuranza il numero con i tarocchi e assottigliò pericolosamente lo sguardo alla scena che ne venne proiettata. Non si vedeva molto bene, ma era chiaro che le figure che avevano assassinato la donna erano proprio Nakajima e Kanada, completamente mutati nell'aspetto e non solo. Esatto, non solo. Tralasciando l'altro di cui non conosceva né aspetto né altro, il goloso accompagnatore dall'atteggiamento di un pescecane affamato non era nemmeno l'ombra di Kanada Mitsuaki. Era psicologicamente andato. E poi cos'era quello strano accento che aveva utilizzato? Anche Yūzora, acuto come sempre, si era accorto del dettaglio stonato e chiese subito delucidazioni al Mizuguchi, che confermò loro malgrado di non aver mai sentito lo Squalo parlare quello strano accento. Abbassò lo sguardo con un sospiro, posandolo sulla carta macchiata d'inchiostro prima di osservare il Kyōmei negli occhi. Era evidente che un collegamento con l'Impero esisteva e anche avessero voluto, in quelle condizioni, dubitava fortemente che avrebbero potuto salvarli.

Le tracce raccolte si diramavano all'interno del Continente, precisamente nel Paese della Pietra, a sud-est rispetto ai loro alleati della Roccia, e nell'arcipelago, nelle isole che dividevano le loro coste e l'odiato Impero. Fu compito del Rosso stabilire come suddividere le forze in base a quello che erano venuti a sapere e dal canto suo il castano non aveva nulla da ridire. Sorrise soddisfatto nell'apprendere che Yūzora lo voleva con sé in quella pericolosa battaglia (anche perché sapeva che non l'avrebbe lasciato solo nemmeno sotto tortura) e nel vederlo ferreo nella sua decisione ma altresì aperto al dialogo, come lo era sempre stato. Era davvero magnifico.
Penso che sia la decisione migliore, stando a quanto sappiamo. rispose al Mizukage, prendendosi la licenza di esprimere il suo parere come era stato richiesto. Come accennato, non sappiamo quali forze sono coinvolte nel Paese della Pietra e il solo sospetto che il Juudaime possa essere li è motivo sufficiente per legittimare la nostra partenza con la compagnia del nostro illustre ospite. disse, facendo riferimento ovviamente al Kokage e mitigando la sua collera per lo sporco traditore indicandolo col suo precedente titolo. Non voleva sconvolgere gli animi dei presenti, né dare grattacapi al suo compagno. D'altro canto sappiamo che Kanada e Nakajima sono nell'arcipelago e, considerata la reciproca conoscenza, Mizuguchi e Jorogumo saranno cruciali per contrastarli. Ogawa sarà di supporto e Fujimoto potrà dare ulteriore manforte in qualità di shinobi del suo rango. Quanto alla mina vagante.. e osservò Isao/Yosuke con un sorrisetto bastardo sulle labbra. ..meglio tenerlo lontano dal Diavolo e dalla sua preziosa arma, prima che possa perdere la testa con un taglio netto.

view post Posted: 9/10/2022, 14:48     [SPEDIZIONE C] Dōtoku 道徳 - L'Ago della Bilancia - Spedizioni

L'inseguimento prese piede qualche secondo dopo lo scatto di Kengo che, seppur dolorante per la ferita d'arma da fuoco riportata alla spalla, grazie all'adrenalina ancora in circolo nel suo corpo, era riuscito egregiamente a districarsi fra le barriere architettoniche del villaggio e a schivare la prima raffica di proiettili. Era estremamente agile nei movimenti e pareva, a una prima occhiata del byakugan di Masaaki (messosi in movimento subito dopo il piccolo shiba inu, che lo aveva incitato a modo suo a darsi una mossa scuotendolo dalla paura del primo impatto), strano. Il suo sistema circolatorio del chakra era macchiato di una sostanza nera/violacea, che si miscelava in maniera del tutto equilibrata con la normale energia vitale del biondo. Che cosa era accaduto a quel ragazzo? Domanda legittima, che però sarebbe rimasta inespressa sino a quando non si fosse fermato nella sua corsa disperata per aver salva la vita o sino a quando i tre uomini armati degli strani arnesi non avessero smesso di far fuoco. Era stata una pura fortuna schivare l'ultimo proiettile, infrantosi anch'esso in un'anfora di ceramica a pochi passi dall'attuale posizione dello Hyuga. Quest'ultimo decise quindi di operare una piccola deviazione sul percorso, saltando sopra un tetto per procedere dall'alto e avere una visione d'insieme migliore sugli inseguitori e sugli inseguiti. Calcolò istintivamente la distanza dei primi dalla sua posizione e, non appena furono a portata, con un trucco semplice ma estremamente efficace, diede un colpo preciso col palmo della mano su una giuntura metallica sulla quale era fissato un filo per i panni, in maniera tale che questo (su cui sventolavano dolcemente svariati indumenti, appesi al sole ad asciugare) piombasse sopra le loro teste. Colpiti e affondati! Non aspettandosi nulla di tutto questo, i tre manigoldi spararono in aria uno o due colpi, arrestandosi sul posto e perdendo traccia di Kengo nel tempo perso per districarsi dai tessuti. Masaaki ebbe di conseguenza modo di guadagnare terreno indisturbato, seguendo Aki e avvicinandosi pericolosamente al giovane ragazzo dalla zazzera bionda che, incurante, continuava la sua corsa sfrenata in direzione del tempio.

Il muscolo miocardico gli martellava in petto in maniera forsennata e un crescente moto di collera gli corrucciava la fronte sudata, costringendolo a stringere i denti in un'espressione sfinita e al contempo selvaggia, tipica di un animale ferito. Non poteva continuare così. Se ne rendeva ben conto. Anche se scappava, anche se per un breve periodo di tempo riusciva a far perdere le sue tracce, era evidente che quei maledetti non lo avrebbero lasciato in pace, braccandolo come segugi affamati sino a che non avrebbero messo le loro luride mani al suo collo. Per cosa poi? Per quella stramaledetta cura? Semplicemente assurdo.
Fece per guardarsi alle spalle con la coda dell'occhio, voltando appena il capo verso destra, per comprendere a che punto stavano i suoi inseguitori. Considerato che non sentiva più spari e il pericoloso fischiare dei proiettili in sua direzione, doveva averli seminati. Vi era un cane, e questo lo fece imprecare a denti stretti. Pure gli animali gli avevano messo alle calcagna! Disperato provò ad aumentare il passo, ma la distrazione gli costò uno scontro con il petto di un altro uomo che lo destabilizzò abbastanza da farlo cadere all'indietro col deretano per terra. Rimase senza fiato per il dolore alla spalla, lancinante, che lo costrinse a soffocare in gola un grido e a stringere la parte dolente in maniera spasmodica. Era letteralmente uno straccio e stava perdendo molto sangue. Prese a respirare pesantemente e a sudare freddo, inerme ai piedi del castano dallo strano kimono bianco impreziosito da lingue di fuoco stilizzate vicino al quale era caduto un ciondolo, di quelli che si aprono per mostrare qualcosa di prezioso. Doveva trovare il modo di reagire, di sorpassare lo sconosciuto e rifugiarsi prima che il cane e gli sciacalli lo raggiungessero.
K-kuso.. sussurrò a denti stretti, stringendo con la mano libera l'elsa della katana legata al fianco, pronto a dare battaglia a chiunque lo avesse minacciato. Evidente che fosse spaventato a morte, ma altresì mostrava una forza di volontà e un coraggio che era tipico di chi era caduto, aveva sofferto e si era rialzato a testa alta, con dignità.
Agli occhi del nuovo arrivato, quel ragazzo aveva prevalentemente atteggiamenti di chiusura. Cosa fare? Com'era meglio approcciarsi? Nel frattempo, il simpatico shiba inu stava per raggiungerlo e Masaaki, un po' più indietro rispetto al cane, aveva svoltato l'angolo.
Kengo era irrimediabilmente circondato, oltre che ferito.



CITAZIONE
Mi sembra evidente che il povero Kengo si sia scontrato con Kinji e sia caduto rovinosamente a terra. Considerate di essere in una piazzola con un bel torii rosso che precede una scalinata che porta al tempio, costeggiata da tanti alberi. In essa troverete anche un piccolo altarino con delle offerte. Al mio prossimo post vi darò una bella reference fotografica del luogo e del vostro biondissimo amico fuggiasco.
Suppongo che al momento l'attenzione, più che da Kengo, sarà focalizzata sul "E tu cosa ci fai qui?". Legittimo. Vi lascio un massimo 2/3 giri liberi di post fra voi. Se volete interagire col biondo (perché potete liberamente farlo) sapete perfettamente dove trovarmi: sarò io personalmente a fornirvi reazioni e dialoghi dell'NPC. Utilizzerò i like ai vostri prossimi post per darvi il mio ok a procedere col giro successivo di interazione libera. Se non li ricevete, fermatevi perché probabilmente devo intervenire io (ma vi avviserò fra whatsapp e telegram). Se voi credete di aver finito, in spoiler o in quote a fine post avvisatemi.
view post Posted: 2/10/2022, 09:51     Conto di Harada Takumi - Banca
- Stipendio Ottobre -

    + 120 ryo Shinobi Chunin (X)

    = 29.389 ryo
view post Posted: 2/10/2022, 09:49     Conto di Setsuna Hyuga - Banca
- Stipendio Ottobre -
    +120 ryo Shinobi Chunin (X)

    = 47.004 ryo
view post Posted: 2/10/2022, 09:46     [Ottobre] - Censimento mensile - Censimenti
CITAZIONE
Nome e Cognome PG: Hyuga Setsuna
Rango: Chunin
Lavoro bonus: Reggente/Controllore
Link alla scheda: X
Link al conto: X

CITAZIONE
Nome e Cognome PG: Harada Takumi
Rango: Chunin
Lavoro bonus: ///
Link alla scheda: X
Link al conto: X
view post Posted: 1/10/2022, 14:48     [SPEDIZIONE C] Dōtoku 道徳 - L'Ago della Bilancia - Spedizioni

Non ci voleva certo un genio per comprendere che il simpatico shiba inu era rimasto male per la mancanza di fiducia dimostrata dal suo accompagnatore umano, tanto che quel suo silenzio autoimposto e per nulla semplice da mantenere - considerata la sua natura alquanto vivace - non era passato inosservato. Lo Hyuga non soltanto era perfettamente consapevole della sofferenza taciturna del compagno canino, ma sapeva anche di doversi affidare all’intuito sopraffino di cui era dotato l'animale per avere una possibilità in più di scovare nel breve termine il biondo in mezzo a quell'agglomerato di gente. Propose dunque una tregua che fu accolta con riserva e moderata eccitazione. Aki lo avrebbe aiutato, ed era chiaro come il sole che lo avrebbe fatto anche se non si fossero più parlati per il resto della giornata, ma quella discussione avuta non poteva restare a lungo sospesa. Se con c’era fiducia da parte del ragazzo, che tipo di legame potevano mai avere?
I sospettati individuati in mezzo alla confusione erano due e nel desiderio comune di voler massimizzare i risultati dell’indagine, lo shinobi coinvolse spontaneamente il compagno a quattro zampe in un timido ma deciso segno di fiducia, che neanche a dirlo fece sprizzare di gioia il cane – come potete ben immaginare, prese a scodinzolare. Mentre lui si occupava del ragazzo col turbante, i cui capelli biondi malcelati avevano attratto il suo sguardo, lo shiba inu si sarebbe diretto verso la ragazza dai capelli corvini e il sospettato coperto dal mantello di juta. La strategia era la medesima per entrambi: non approcciare direttamente i due sospetti e osservare la reazione al nome Akihiro. Separatisi per attuare il loro piano di smascheramento, Masaaki si avviò rapido verso la barca presso cui il suo obiettivo stava apparentemente chiedendo informazioni. Si intromise in modo poco carino nella discussione dei due, senza dar loro possibilità di continuare a discorrere e facendo scattare il biondo non tanto per il nome che espresse chiaro all’uomo sul peschereccio, quanto più per la maleducazione. Aveva infatti preso a borbottare, incrociando le braccia al petto e lanciando occhiatacce al nuovo arrivato. I suoi occhi erano castani. Il pescatore si grattò il capo, prima di archiviare la conversazione col biondino con un
Ne parliamo dopo, Kenichi-kun. Per il momento fammi il piacere e sistema le reti, dobbiamo partire presto. e ricevere come risposta un esausto e sconsolato Hai, hai.. prima di tornare sul ragazzo. Evidentemente quello non era Kengo, ma a giudicare dalla confidenza e dalla somiglianza del taglio d'occhi e del colore doveva essere il figlio del pescivendolo. Non conosco nessun Akihiro e non so di quale partita di merci vai parlando, ragazzo. Dovresti provare a chiedere ai mercantili, io sono solo un umile pescatore.. disse un po’ in imbarazzo, incapace di aiutare il nuovo arrivato.

Nel frattempo, a non troppa distanza dalla sua posizione, il cane aveva agilmente raggiunto i due ragazzi zampettando rapido tra le gambe dei passanti. Con disinvoltura invidiabile attirò l'attenzione della ragazza e le pose la stessa domanda che avevano concordato, davanti all’uomo misterioso che apparentemente - almeno esternamente - non parve fare una piega. L'intuito di Aki aveva però colto nel segno. Sotto il cappuccio di juta, gli occhi azzurrissimi del giovane erano affiancati da ciocche color del grano e sotto quel mantello c’era evidentemente qualcosa di metallico e rigido, lungo, posizionato sul fianco sinistro. Fu maggiormente evidente quando si mosse appena un po'. La moretta rimase interdetta nel sentire un cane parlante, ma d'altro canto non ebbero bisogno della risposta della fanciulla o della reazione palese del ragazzo per capire.



Uno scoppio improvviso ruppe il chiacchiericcio, sostituito dalle urla spaventate dei cittadini che cominciarono chi a scappare disordinatamente e chi a rannicchiarsi a terra, chiedendo di aver salva la vita; anche Kenichi si prostrò a terra, mentre suo padre si nascose sdraiandosi dentro il peschereccio. Un gruppo di tre uomini si avvicinavano guardinghi e armati verso la posizione dello shiba inu e dei due ragazzi. La fanciulla prese a urlare il nome del ragazzo e a sorreggerlo. Kengo. L’aveva protetta dal colpo, ferendosi rovinosamente alla spalla sinistra. Il cappuccio di juta era calato sulla zazzera bionda e i denti erano serrati in una smorfia di dolore mentre la destra andava sull’elsa della katana. Aki prese a ringhiare mentre assumeva una posa d'attacco, ma non in direzione del loro uomo: per lui i nemici erano quelli armati degli strani arnesi. Senza pensarci due volte, consapevole che restando li avrebbe messo a repentaglio non soltanto la sua vita ma anche quella della ragazza, Kengo si divincolò dalla gentile stretta e prese a correre lontano, attirando l’attenzione degli uomini armati su di sé che nell'immediato presero a seguirlo. Si dirigeva in alto, verso il tempio, cercando di evitare i proiettili in sua direzione servendosi delle lanterne in pietra o delle costruzioni.

Dobbiamo fermarli! urlò in preda al panico Aki, in direzione del suo protetto. Un solo cenno da parte di Masaaki e sarebbe scattato l’inseguimento.



CITAZIONE
Libertà assoluta su questo post corposo che ti attende. Se Masaaki perde troppo tempo a ragionare, Aki scatta all'inseguimento. Se andate entrambi assieme senza perdere tempo descrivimi un bell'inseguimento, consapevole che Kengo, nonostante la ferita alla spalla appena riportata, è molto agile e a volte riesce a deviare qualche proiettile con la katana. I tre inseguitori continueranno a far fuoco infischiandosene dei civili: unico obiettivo è fermarlo. Fermati prima di arrivare al tempio e decidi come agire, se tentare di fermare i tre o lasciarli fare perché in fondo avete lo stesso obiettivo. Se vuoi fare qualcosa di particolare per fermarli, dimmi in privato cosa intendi fare che ti do tutte le risposte del caso per fare in un unico post questo pezzo.

Kinji will join the party dopo il mio prossimo post.
view post Posted: 17/9/2022, 14:33     [SPEDIZIONE C] Dōtoku 道徳 - L'Ago della Bilancia - Spedizioni

Ottenute tutte le informazioni di cui credeva di aver bisogno, lo shinobi si avviò senza indugiare oltre in direzione del villaggio Hinan per cominciare la sua caccia all’uomo. Lungo il tragitto era calato il gelo fra lui e il fidato compagno canino, ammutolito dalla poca – per non dire nulla – fiducia che il cucciolo d’uomo aveva nei suoi confronti. Probabilmente era rimasto ferito dalle sue parole schiette e senza mezzi termini, ma oltre al silenzio prolungato non pareva avere intenzione di darlo a vedere, tanto da limitarsi semplicemente a seguirlo lasciando nelle sue mani il timone.


Hinan


Il villaggio era veramente meraviglioso, una perla immersa nel verde e tagliata da un fiume, con costruzioni tipiche in legno dannatamente simili a quelle del continente ninja, mulini e viottoli battuti in maniera piuttosto grezza. A quell’ora vi era un gran via vai di gente, tra mercati all’aperto ricchi di bancarelle, colori e odori di ogni genere e bambini vivaci che correvano per giocare a nascondino. Pareva non fosse possibile che il Morbo avesse colpito duramente anche loro, a osservare la situazione, oltre al fatto che sarebbe stato davvero difficoltoso trovare Kengo in un posto così affollato e senza uno straccio di indizio. A distanza, dove l’occhio incontrava la luce del sole, svettava in cima alla scalinata un tempio, completo di lanterne di pietra e torii. A destra invece vi era il porto col mercato del pesce ed era li che Masaaki aveva intenzione di recarsi, memore delle parole del medico che aveva supposto che il malfattore avrebbe preso la prima nave per scappare. Raggiunse un capanno e chiese informazioni per poter individuare la prima nave in partenza e tenerla d’occhio, nella speranza di trovare il suo uomo. A rispondergli un vecchio lupo di mare con la pelle rugosa, simbolo inequivocabile dell’avanzamento del tempo, che stava intrecciando una rete per la pesca. Curioso che un ragazzo giovane come te sia alla ricerca di qualcuno che non faccia domande.. commenta, osservandolo da sotto le sopracciglia folte e brizzolate. Non gli sembrava un tipo losco, quindi la curiosità era lecita. Non conosco nessuno che faccia salpare senza domandare, ma forse le navi mercantili sono più abbordabili. La prima che parte è quella li. indica con l’ago di legno con cui stava lavorando la propria rete. La mano gli tremava terribilmente, ma era evidente indicasse la nave più grande ormeggiata, carica di barili, sacchi e materiali di ogni tipo. Vi erano uomini che scendevano e salivano per caricarla e altri intenti a stilare un inventario e dare indicazioni. Da li avrebbe avuto inizio la sua lunga attesa.

Passavano i minuti, ma nessuno pareva fare al caso suo. Difficilmente si vedevano persone con i capelli chiari e per lo più quelli che presentavano caratteristiche simili a quelle segnalate da Akihiro erano bambini. Un ragazzino di non più di dieci anni, fra tutti, pareva essere perfetto per la descrizione che gli era stata fornita, ma ovviamente era un buco nell’acqua. Troppo piccolo! Guardandosi meglio attorno, avrebbe notato una zazzera bionda, semi celata da un turbante, avvicinarsi a una nave più piccola per chiedere delle informazioni. Poteva essere il suo uomo? Il tenerissimo Aki, rinchiuso ancora nel suo silenzio e rivolto dalla parte opposta, prese a muovere nervosamente la coda. Il suo naso umido puntava a un altro individuo, coperto da un manto dall'aspetto simile alla iuta, accompagnato da una giovane fanciulla dai capelli corvini che con un sorriso stava facendogli strada verso chissà dove. Entrambi giovani e presumibilmente dell'età giusta. Entrambi sospetti. Come si sarebbe mosso adesso?

view post Posted: 10/9/2022, 18:46     [SPEDIZIONE C] Dōtoku 道徳 - L'Ago della Bilancia - Spedizioni

Il medico non sembrò dare molta importanza ai commenti del curioso cane parlante che accompagnava lo shinobi. Si limitò semplicemente a osservarlo appena con un cipiglio di blanda curiosità, prima di tornare sul suo diretto interlocutore. Sperava che avesse compreso quanto meno la gravità del suo problema, e così parve essere. Strinse la sua mano per sancire quel tacito patto con determinazione, mentre affermava che avrebbe fatto di tutto per recuperare la persona designata. Sorrise soddisfatto, mentre un moto d'orgoglio gli riempiva il petto. Stava filando tutto liscio. Non appena terminò la breve stretta di mano, fu proprio Masaaki a chiedere maggiori informazioni sull'uomo che doveva stanare. Akihiro si schiarì la voce portando la mano chiusa a pugno davanti alle labbra, quindi tornò a guardarlo, sostenendo il suo sguardo. Sappiamo soltanto il suo nome e il suo aspetto fisico, purtroppo. Per il resto brancoliamo nel buio. cominciò, palesando sin da subito la scarsità di informazioni circa le abitudini e le abilità stesse del ricercato. Si chiama Kengo. Biondo, occhi celesti, corporatura nella norma. Ha mostrato agilità e competenze con la katana, ma non sappiamo quanto profonde esse siano e quali altri sotterfugi ha a disposizione. Un gruppo di miei uomini è riuscito a seguirlo sin nel profondo della foresta, ma ha perso le sue tracce. Sospettiamo possa essersi nascosto al villaggio, in attesa di una nave per poter salpare. disse, stringendo nervosamente la sinistra. Era evidente che la cosa gli desse fastidio, tanto più che era sfuggito all'inseguimento. Consiglio la massima prudenza. Ha avuto a che fare con esseri pericolosi, uscendone indenne. concluse, rimanendo un po' sul vago ma facendo intuire che quel ragazzo, perché di questo si trattava, poteva avere delle abilità fuori dalla norma. Non appena lo ritroverete, voglio che lo portiate da me. Ripongo il mio lavoro nelle vostre abili mani. disse infine, sorridendo appena con un che di cordiale.

Non appena furono finite le domande, Akihiro avrebbe salutato lo shinobi nella speranza di rivederlo presto in compagnia del fantomatico Kengo e le guardie dabbasso avrebbero dato volentieri indicazioni circa la posizione del villaggio menzionato dal medico. Fortunatamente, il villaggio Hinan non era molto distante dalla sede operativa della Compagnia delle Isole Orientali. Qualche ora di viaggio per la strada battuta delimitata dai grandi arbusti e sarebbero arrivati alle sue porte per cominciare la caccia all'uomo.



CITAZIONE
Se hai bisogno di maggiori chiarimenti o di uno scambio di battute per andare ad approfondire senza fermarti troppo e rischiare di portare la fase preliminare per le lunghe sappi che la mia casella MP rimane a tua completa disposizione (non credo di averti visto nei vari gruppi whatsapp). Penso di non averlo accennato e di averlo dato per scontato, quindi me ne scuso. Non esitare a chiedere se hai dubbi. ^^
view post Posted: 9/9/2022, 19:19     +1Il secondo Summit dei Kage. - Residenza del Raikage

Kumo, Rai No Kuni
20 Gennaio 253 DN


Non sprizzava sicuramente euforia al pensiero di dover partecipare ancora una volta a un noiosissimo - per quanto tristemente dovuto - incontro tra illustri sovrani del Continente Ninja. Non dopo quanto avevano vissuto all'ultimo raduno. Il maledetto ricordo dell'improvvisa e sgradita deflagrazione di quel dannato mentecatto, accompagnata dall'irrimediabile fischio sordo alle orecchie e dal calore del suo sangue lasciato libero di scorrere sul volto prostrato era ancora vivido nella sua mente. Così come vivo rimaneva il terribile pensiero di aver perso per sempre l'unica persona che contava nella sua vita. Aveva passato un periodo terribile dopo quanto accaduto. Sussultava nel cuore della notte con l'ansia a mille e lo spasmodico bisogno di guardarsi attorno e vedere una bellissima chioma fulva sul cuscino accanto al suo, dolcemente adagiata. Nemmeno il demone dalle due code era felice di rivedere quei volti dopo l'affronto subito. Sentimento condiviso dunque, che fece partire il castano decisamente col piede sbagliato.
Raggiunte le porte della Nuvola insieme al suo Mizukage e all'inseparabile Jorogumo dopo un viaggio senza dubbio meno faticoso di quello che li aveva portati ai confini del Cielo, l'organizzazione del luogo si distinse immediatamente per diligenza e precauzione. Ottimo. Peccato che il pensiero di vedere qualcuno mettere le proprie sudicie mani sulla pelle di Yūzora contribuì a renderlo maggiormente nervoso. Si. Avrebbe dovuto fare il bravo. Lo aveva promesso. Ma come poteva mantenere quella promessa se uno sconosciuto osava sozzarlo con le proprie mani? Quel che era peggio era che pretendevano di allontanarlo da lui per la perquisizione! Non se ne parlava. Ma proprio mai nella vita. Lasciato interdetto colui che era preposto a procedere con i controlli, fu necessario l'intervento del Rosso per sedare in parte l'attrito e rendere appena digeribile quel pensiero atroce: era bastato invitare le guardie a perquisirli nello stesso camerino. E solo dopo un primo momento di sbigottimento gli shinobi della Nuvola accettarono il compromesso.
E attenti a dove mettete le mani. esortò a denti stretti, avanzando verso il suo Mizukage lanciando un'occhiata non estremamente simpatica ai due. Se avesse potuto, li avrebbe fulminati sul posto.
La perquisizione durò qualche minuto e fu dannatamente certosina, tanto da dare particolarmente fastidio al castano che a braccia larghe mentre lo tastavano in ogni centimetro di pelle scoperta osservava Yūzora, la sua pelle perfetta e quello stramaledetto figlio di puttana che gli stava mettendo le mani addosso. Kami. Davvero era sull'orlo di una crisi di nervi. Meno male che pochi istanti dopo avevano terminato l'ispezione e li avevano liberati dalle loro ingombranti presenze.


Sei un caso perso.. se la ridacchiava il demone, estremamente divertito da quelle reazioni stupidamente umane del suo ninnolo. In diverse circostanze avrebbe risposto a tono, ma questa volta Takumi incassò silenziosamente il biasimo del suo infuocato coinquilino e si avviò insieme al Kyōmei e Jorogumo all'interno del villaggio. Era consapevole che nell'ultimo periodo era diventato un fascio di nervi quando si trattava del Rosso e della sua incolumità. E sapeva di dover cominciare a darsi una calmata.

Le parole punzecchianti del Rosso spezzarono il silenzio autoimposto da un broncio contenitivo, condite da appena un sorriso furbetto che confermava soltanto una cosa: voleva stuzzicarlo. Sospirò.
Ti ha messo le mani addosso! E’ ufficialmente entrato nella mia lista nera. rispose, forse sin troppo serio, guardandosi appena indietro per adocchiare nuovamente le guardie che avevano osato tanto. Fu sufficiente una risata, genuina e maledettamente divertita, a cancellare le dense nuvole nere che offuscavano i suoi pensieri. Quel ragazzo aveva un potere unico. Kami, Kami…Cosa farei senza di te? disse sorridendo, osservandolo con quegli occhi meravigliosi che avrebbero fatto impallidire la bellezza stessa del cielo sopra le loro teste. Accennò a un mezzo sorrisetto. Non rideresti abbastanza. rispose, salvo poi avvicinare le labbra al suo orecchio e sussurrare quel E non saresti così radioso. che sapeva tanto di seduzione e lussuria.



Kumo, Rai No Kuni
21 Gennaio 253 DN


Furono i primi a varcare la soglia della sala adibita per la riunione del giorno, insieme alla delegazione alleata della Roccia. Si sorprese di vedere la Tsuchikage, questa volta accompagnata da un altro uomo la cui austerità era chiara sin dalla prima occhiata - niente a che vedere col folle giullare dal piacevole aspetto e con la bambina piena di bende. Aveva sentito dire che era una donna forte, ma addirittura essere riuscita a risollevarsi dall'esplosione in quella maniera ed essere pronta a sfidare per la seconda volta la sorte partecipando personalmente al secondo incontro la rendeva ai suoi occhi una combattente assolutamente da non sottovalutare. Ma non era li per lasciarsi andare a digressioni sugli invitati, che erano sempre gli stessi.
Con un cenno marziale del capo porse i propri rispettosi saluti al protetto di Jashin, padrone di casa, e ai presenti, salvo poi posizionarsi come di consueto alle spalle del suo Mizukage. Questa volta, qualsiasi cosa fosse successa, non lo avrebbero colto impreparato.

view post Posted: 8/9/2022, 18:21     +3盗難 | Tōnan - Quello che alla Nebbia vien tolto, la Nebbia si riprende - Residenza del Mizukage

Non appena furono presenti tutti, toccò a Yūzora prendere la parola e introdurre brevemente quello che in diverse notti insonni avevano messo insieme. In quei plichi e nelle doverose parole di raccomandazione e ringraziamento per chi era giunto da lontano per tendere una mano - ancora da capire se amica o meno, a suo parere - erano racchiusi davvero tutti i loro sforzi e di coloro i quali si erano messi in gioco per raccattare tutte le informazioni possibili sulla cosiddetta notte dei mostri e sulle sue catastrofiche conseguenze. Stette ad ascoltare in religioso silenzio le parole del suo Mizukage, sfogliando dolcemente le sudate pagine del suo blocchetto mano a mano che il Rosso esponeva ciò che vi era da esporre. Un breve sorriso di soddisfazione si pennellò sulle sue labbra. Stava andando alla grande. Concetti ben chiari, voce perfettamente priva d'incertezze e pause ben calcolate per riprendere fiato e lasciare a tutti il tempo di assimilare i concetti chiave della discussione. Sostanzialmente l'imprevista serie di sparizioni prese sottogamba dalle precedenti amministrazioni erano culminate con la scomparsa di tre dei Sette e dei loro rispettivi cimeli: Nakajima Akio, Kanada Mitsuaki e Kobayashi Hayate. Non era impressionato dalla cosa. Erano pur sempre uomini e un errore in battaglia va pagato che tu sia possessore di una delle spade leggendarie o meno. A peggiorare la situazione erano i mostri menzionati, ovvero esseri innestati con le pericolosissime fibre nere di cui sapevano forse troppo poco. Cosa poteva fare del male ad esseri in grado di riprodurre i propri tessuti? Come potevano arrestare la loro avanzata e la loro inopportuna riproduzione? Pareva proprio che il loro destino era quello epurare una zona piena di scarafaggi fastidiosi e molesti, nella speranza di ritrovare le solenni spade e riportarle nella loro patria. Dubitava avrebbero trovato anche i tre grandi scomparsi, e seppure li avessero trovati (qualsiasi fosse la loro condizione) non avrebbe avuto alcuna pietà. Non per colui che aveva venduto alla puttana col kiseru informazioni sul suo Yūzora e sulla volpe dentro la sua anima.

Ancora con questa storia? un brontolio molesto nella sua mente, che lo costrinse a storcere il naso. Come se non sapesse cosa provava, ogni qualvolta pensava al colpo basso del Kobayashi. Doveva essere un sentimento condiviso quello, considerato che di mezzo c'era suo fratello e che potevano essere loro quelli venduti come carne da macello. Piantala. continuò sbadigliando e stirando le zampe, piantando gli artigli acuminati nel vuoto. A te non infastidisce per niente tutta questa storia, vero? disse a denti stretti, osservando il suo ospite con cipiglio severo. Esattamente. rispose con sufficienza. Un sospiro infastidito da parte del castano, che evidentemente non si sentiva compreso dalla sua controparte demoniaca. E smettila di tenere quel broncio. Canalizza tutta questa collera nel prossimo scontro e cerca di non fare errori, perché non ho la minima voglia di salvarti il culo questa volta. Non mi chiamo Kurama. concluse, appoggiando dolcemente il muso sulle zampe massicce e chiudendo le palpebre con estrema noia. Si. Lui credeva fermamente, a differenza del suo ninnolo, che la fortunata kitsune senza pelo fosse più che protetta dal suo simpaticissimo fratello dalle nove code. La cosa non lo impensieriva. Fortunatamente. commentò a seguito della sua ultima affermazione, ridacchiando. Anche Matatabi accennò a un sorrisetto.

Vennero dunque interpellati coloro i quali potevano aggiungere qualcosa a quella diatriba, ovvero il damerino formato ghiacciolo che aveva osato offendere il grande felino, l'ospite dall'aspetto di un cadavere appena dissotterrato e Mizuguchi Kazuku. Fu quest'ultimo, il Diavolo, colui che per primo prese la palla al balzo per rendere note a tutti i presenti le sue informazioni. Era una persona molto equilibrata, nonostante piccoli accenni di collera erano visibili per chi sapeva guardare. Lo incuriosiva quel ragazzo. Sembrava cresciuto troppo velocemente e soprattutto pareva saldo nella sua fedeltà alla sua madrepatria. Senz'altro da tenere d'occhio. Lo ascoltò attentamente, osservando ogni suo movimento prima di piantare gli occhi sul volantino che estrasse dalla tasca e mise a disposizione di tutto il tavolo per la presa visione. Calendula Nera. Questo era il nome dell'organizzazione criminale che cercava di reclutare giovani volenterosi attraverso pubblici volantini che dicevano tutto e nulla. Aveva anche nominato il Tossico, a cui questa violenta cellula pareva fare capo. Sfortunatamente, stando alle parole del Mizuguchi, non aveva avuto a che fare con questa personalità che senza ombra di dubbio era almeno uno dei figli di puttana che dovevano essere massacrati per disperdere il resto.
Hai. s'intromise nel discorso, rispondendo alla domanda del giovane possessore della Kubikiri e sollevando lo sguardo smeraldino dal volantino per piantarlo su quello del suo interlocutore. Con un gesto semplice e deciso fece per voltare il pezzo di carta verso di lui, indicando un nome. Curioso che qualcuno apponesse la propria firma su un volantino di reclutamento di un'associazione criminale. Sicuramente era un nome fittizio, ma valeva la pena non lasciare nulla al caso. Hai affermato di non aver avuto il piacere di avere a che fare con il fantomatico Tossico, ma che mi dici di questo nome? Hai scoperto qualcosa a riguardo? Immagino sia un nome fittizio, ma se si avesse una pista su chi sta prendendosi la briga di metterci la faccia, se così possiamo dire, avremmo una pista concreta per le nostre indagini. suggerì, sperando che Mizuguchi avesse qualche risposta a riguardo. Ma era una domanda aperta a tutti coloro i quali avrebbero dovuto parlare in quella sede: sapere chi fosse Tanaka Kei poteva essere una delle chiavi per la risoluzione del caso o di parte di esso.



CITAZIONE
Chiedo scusa sia per il tempo che mi è stato necessario a scrivere che per la qualità del post. Sapete la motivazione, spero adesso di riprendere al meglio.
view post Posted: 2/9/2022, 20:23     +1[SPEDIZIONE C] Dōtoku 道徳 - L'Ago della Bilancia - Spedizioni

Giungere a Kotō non era stato semplice e aveva richiesto diverse ore di viaggio al giovane Masaaki e al suo fidato compagno a quattro zampe, Aki. C'erano tante domande che parevano frullargli nella mente dopo i recenti avvenimenti e probabilmente sperava di trovarne le risposte strada facendo, mentre un passo dietro l'altro si avvicinava con andatura mediamente sostenuta alla struttura che era stata designata come base operativa della Compagnia delle Isole Orientali, sua destinazione. Era un luogo singolare, un edificio immerso nel verde eppure in contrasto con la natura stessa che lo circondava. L'architettura era simile a quella dei villaggi a cui era abituato, ma al semplice legno e alla carta riso erano stati aggiunti elementi in cemento tipici delle terre ancora inesplorate. A guardarla nella sua imponenza e nei suoi connubi, si poteva facilmente pensare che l'isola stessa fosse un chiaro richiamo al contrasto fra il Continente Ninja e l'odiato Impero.
La coppia di guardie appostate esternamente alla struttura fermarono subito l'incedere del nuovo giunto e del suo accompagnatore canino con un gesto chiaro ed eloquente: quello di sinistra scese qualche gradino facendo segno di fermarsi, l'altro invece mise subito mano all'arma bianca.
Identificati. chiese il primo uomo, osservando il ragazzo con estrema attenzione. Aveva capito che era uno shinobi dal copri fronte che aveva legato sulla fronte, ma lo scrupolo non era mai abbastanza. Masaaki non si fece ripetere la domanda e rispose serenamente, presentandosi e presentando Aki prima di essere sottoposto a una rapida perquisizione dall'altro uomo. Perdonaci, con i tempi che corrono non possiamo fare altrimenti. disse, quasi scusandosi per quel trattamento tanto sospettoso. Stava solo facendo il suo lavoro, sotto ordine dei suoi diretti superiori. Prego, potete accedere. Akihiro-sama vi sta aspettando. Seconda porta a destra, secondo piano. concluse, scostandosi dall'entrata e indicandogli cordialmente la via.



Akihiro

Raggiunta la stanza designata, trovò la porta d'ingresso socchiusa. Attraverso la fessura poté intravedere appena una luce soffusa provenire da dentro. Filtrava pochissimo sole dalle finestre a causa dei tendaggi spessi e volutamente tenuti quasi del tutto serrati, come se la luce desse fastidio all'uomo che vi risiedeva. Castano, abbastanza alto, fisico asciutto. Faceva su e giù per la stanza come se stesse ragionando sopra qualcosa appuntato in un'agendina che teneva aperta davanti a sé. L'unico modo per distrarlo da quella riflessione accorata fu il bussare alla porta del nuovo arrivato, a cui rispose con un semplice Entrate. mentre richiudeva il piccolo taccuino e lo riponeva sulla scrivania, prima di mettervisi di fronte. Ora poteva vederlo in tutta la sua figura. Era invero giovane, ma non abbastanza da essere definito un ragazzo. Come aveva potuto ben notare, aveva una folta zazzera castana e portava una inusuale tunica bluastra con sopra il classico camice da medico, nella cui tasca svettava un tesserino di riconoscimento e delle penne. Anche gli occhi erano castani e lo sguardo era appena un po' tagliente. A guardarlo era proprio il classico medico, senza infamia e senza gloria. Accennò a un sorriso. Benvenuto. Devi essere lo shinobi che ho mandato a chiamare. Mi chiamo Akihiro, sono uno dei ricercatori che si occupa di trovare una cura al Morbo che ha afflitto le vostre terre. disse senza troppa enfasi, come se non fosse quello l'importante. C'era qualcosa che gli premeva far sapere, un qualcosa che evidentemente non lo faceva stare tranquillo. Le mie ricerche sono a buon punto, ma c'è un piccolo problema che potrebbe vanificare ogni sforzo: si tratta di una sudicia spia. continuò, assottigliando lo sguardo. Le nostre guardie sono riuscite a cacciarla dalla struttura e sono tutt'ora sulle sue tracce, ma ha rubato del materiale importantissimo che potrebbe fare la differenza nel sintetizzare una cura efficace contro il Morbo. Spero vogliate unirvi alla ricerca del malfattore e del materiale rubato. fece, allungando una mano come a voler stringere un patto. Un silenzioso consenso a unire gli sforzi.

view post Posted: 2/9/2022, 10:23     Conto di Harada Takumi - Banca
- Stipendio Settembre -

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