Posts written by Aiserd

view post Posted: 19/5/2018, 18:52     [Fase IV] Il filo di Arianna - Into the Gedo
Non gli viene in mente granché, ha ancora un enorme disastro in testa e si sente come se la testa facesse un male tremendo. Il confronto d'opinioni non è la cosa migliore che potrebbe fare in quel momento, gli stati d'animo così diversi di ognuno di essi non favoriscono l'interazione sociale, se non si riprendono tutti e iniziano a ragionare univocamente potrebbero non uscire vivi da qui, ma lui non riesce proprio a ragionare, tutto quello che si pone sono domande su domande, di cui alcune ad alta voce. Trae un sospiro paziente, volgendosi verso Sumiye, che ora ribatte verso il Diavolo.

Ffh... Data la situazione, dibattere sullo stato di vita o morte non è la cosa più logica: se siamo vivi, avremo delle possibilità di uscire da qui, se siamo morti non vale comunque la pena rimanere in questa zona.

E' l'unica cosa sensata che riesce a farsi venire in mente e le parole che gli escono vengono pronunciate in automatico, senza un filo di alterazione, ma la mandritta sale a toccarsi la tempia. Detesta essere in uno stato confusionario, poichè gli rende impossibile riflettere su qualsiasi cosa. Li segue con i loro ragionamenti, questo si, riesce anche a seguirli fisicamente, dal momento che iniziano a spostarsi. Ma un filo si separa dagli altri, così come il secondo, e il terzo e il quarto, fino a quando non rimane un solo filo da seguire. Quello che possono fare in quella situazione è confrontarsi di nuovo.

Non è detto che toccarli bastasse, sconsiglio di reciderli o strapparli per vedere se avranno qualche effetto. Non ci sono punti di riferimento o indizi che suggeriscano una via particolare da seguire: potremmo anche seguire la prima biforcazione come una delle ultime. E' probabile che ognuno di quei fili conduca ad una zona ben precisa, forse vicoli ciechi o che la grotta cambi a seconda di dove ci introdurremo.

In fondo non sono in una grotta naturale, potrebbero doversi aspettare anche questo. Se ogni filo conduce da qualche parte, magari ad un vicolo cieco, potrebbero non ritrovarsi a dover marciare in eterno nell'oscurità. Condivide anche lui l'idea di poter rimanere in gruppo, in modo da affrontare eventuali nemici o altre categorie di pericoli.

Non sappiamo neppure se addentrandoci più a fondo solo uno di noi potrà proseguire, ma concordo: su quello dovremmo pensarci in seguito.

Per ora concorda sul proseguire assieme. Magari potrà raccogliere indizi maggiori. Non ha una preferenza sulla biforcazione da prendere, per ora gli sembrano tutte uguali.
view post Posted: 13/5/2018, 11:11     [Fase IV] Il filo di Arianna - Into the Gedo
La sensazione di un corpo bloccato e in caduta libera, impossibilitato a compiere il più impercettibile dei movimenti, come un battito di ciglia o un semplice movimento delle dita, svenuto e senza consapevolezza di quello che sta accadendo attorno a lui e a cui, se fosse sveglio, sarebbe concesso porsi un'unica domanda: quando terminerà la caduta, quando avverrà il tonfo che sancirà la fine della sua vita? O forse è già morto? Beata l'ignoranza che porta l'essere privi di sensi, incapaci di domandarsi che cosa sta succedendo, chiudendo gli occhi e, dirimpetto, la propria mente e il proprio cuore. Se passasse dal sonno alla morte, magari ne sarebbe felice e invece l'unica cosa di cui non si rende conto è il rumore dell'impatto, ma il contatto con il suolo, la cute impregnata di sabbia e i capelli increspati dai medesimi granelli, quell'improvvisa ondata di sensazioni fisiche lo costringono all'immediato risveglio: le palpebre si spalancano con la stessa celerità di colui che si è appena svegliato da un incubo. Il respiro irregolare, frenetico e per i primi secondi rumoroso gli rendono testimonianza del fatto che è ancora vivo o almeno sembrerebbe. I suoi ricordi sono vaghi, frammentari, non riesce nemmeno a capire dove si trovi e la sua condizione di shock non gli facilita il compito.

*Anf* *anf*

Alla fine il respiro si calma, le fessure che si ritrova per occhi osservano il soffitto o almeno quello che ritiene essere tale, poichè tutta la zona è circondata dal e ben poche sono le fonti di luce a cui può affidarsi. Finalmente presa la decisione, si alza a sedere e, ancora immobile, lascia che gli occhi si abituino seppur lentamente alla scarsa luminosità della zona. L'intuito avvedendosi finalmente della presenza di altri malcapitati oltre a lui: Sumiye, la ragazza che aveva incontrato tempo addietro durante la missione di ricerca del cercoterio e altri individui di cui ancora ignora le capacità, ad eccezione del Diavolo, che prima formula una richiesta e subito dopo rivela il proprio nominativo. A lui si sussegue Akio Nakajima, lui è ancora assorto nei propri pensieri e, per questo, ultimo a rispondere alla chiamata.

Tatsuya Hasegawa... No, niente da segnalare. Non ricordo nemmeno molto di quello che è successo prima di finire qui.

Una breve pausa tra la dichiarazione del nome e dei danni riportati, inusuale. Di solito si sarebbe lasciato andare in lunghi sermoni a carattere scientifico su come la muscolatura infusa di chakra avrebbe potuto attenuare la caduta o persino annullarlo, ma non è in grado di farlo. Alla domanda di Akio risponde con un tono privo di alterazioni, meccanico, frattanto che i suoi occhi continuano a fissare il vuoto dinanzi a sè. La logica non può dargli ancora alcuna risposta, non ha indizi ma intende trovarli, non tanto per giungere alla soluzione del posto in cui si trovano, ma per ottenere una rassicurazione, per calmare il folle battito del cuore che non accenna a diminuire. Ha paura, paura di non avere le risposte che cerca e di rimanere bloccato lì per sempre. Trae un sospiro profondo e si decide ad alzarsi in piedi. I suoi occhi sembrano abituarsi alla zona e alla sua colorazione azzurrina. Non sobbalza, cerca di non darlo a vedere, ma non può fare a meno di osservare la propria mano per una serie interminabili di istanti. L'altra ragazza, impaziente di uscire da lì, tronca ogni conversazione e si avvicina ai fili. Stessa cosa prova a fare il ragazzo, senza afferrarli ma limitandosi a studiarli attentamente. Cinque fili e cinque persone. Si umetta le labbra e, senza guardarla, ma concentrandosi unicamente sui fili e sulla direzione a cui conducono, prova a dire...

Ammesso che questi fili ci conducano dove vogliamo, non ci porterà a nulla andare di fretta: non sappiamo cosa troveremo più avanti.

Suggerisce, ancora assorto a studiare i fili. Conviene anche lui che seguirli sia la soluzione migliore, ma con i dovuti preparativi: se fossero morti non dovrebbero preoccuparsi di morire, ma in altri casi...
view post Posted: 4/4/2018, 22:32     Iscrizioni Partecipanti - QUARTA FASE - Into the Gedo
Nome utente: Aiserd
Nome pg con link alla scheda: Tatsuya Hasegawa
Villaggio di provenienza: Kiri
Rango: Genin
Lavori gdr on: Shinobi

Attualmente impegnato in: ----
view post Posted: 12/3/2018, 16:00     Settantanove - Missioni Evento
Il silenzio è esasperante, come l'attesa per quello che accadrà dopo che quelle fauci si saranno aperte del tutto. Con le mani tra i capelli, gli occhi spalancati e ogni restante muscolo del suo corpo irrigidito dall'ansia e dalla paura incalzante, il ragazzo non può fare altro che osservare l'enorme tartaruga stagliarsi in mezzo alle onde, mentre il mare ocntinua ad agitarsi dall'avvento della sua emersione. Nel frattempo, i razzi di risposta si moltiplicano: uno dopo l'altro, il cielo si tinge di un color rubino, così come il mare prima azzurro e grigio. Devono andarsene da lì, devono fare qualcosa prima che...

Igh... C-cosa?!

Il risultato che si produce dall'aver spalancato quelle fauci è un ruggito che si diffonde per tutto l'ambiente circostante. Un ruggito definitivamente stanco, quasi uno sbadiglio. Anzi, probabilmente era davvero uno sbadiglio. Il Genin abbassa le mani, lasciandole ricadere lungo i fianchi, non appena si accorge che la bestia codata comincia ad immergersi, come se non fosse minimamente interessata nè a loro nè al villaggio da cui provengono. Così, quando scompare deefinitivamente in mezzo alle acque che continuano ad ospitarlo, il sudore continua a grondare dal retro della testa dell'aspirante spadaccino, fino a formare un enorme gocciolone dietro alla nuca che si insinua nei suoi vestiti. Quasi come se il ragazzo si sentisse imbarazzato, come se nel profondo si aspettasse qualcosa di più da quella bestia.

Io... Ma che...? Scientificamente non è... E nemmeno statisticament... Ah, faccia come gli pare!

Balbetta, per poi scuotere la testa e accompagnare le ultime parole con uno sbrigativo e risentito movimento della mandritta, come a voler eclissare anche quella strana sensazione che lo ha colto all'improvviso. Forse sono davvero fuori pericolo, ma non potrà dirlo fino a quando non saranno al porto ed è solo sul ritorno che dovranno concentrarsi d'ora in avanti, forse senza rischiare la vita contro gli scogli, senza impostori a condurli per la via sbagliata e senza bestie codate. Non ha certo intenzione di rinfacciare alle persone quello che, secondo lui, dovrebbero fare. Si massaggia il braccio a cui aveva assicurato il coprifronte e dalla tasca estrae ancora una volta il blocco note e la penna, così da iniziare ad appuntarsi quelli che sono stati gli eventi salienti della missione e poter migliorare successivamente. Sul volto un'espressione risentita che va pian piano mutandosi in una leggermente più tranquilla.

Niente di nuovo neppure stavolta. Ah... Poco importa.

Mormora tra sé e sé e un sospiro consegue alle sue parole, seppur non appaia minimamente sconsolato. Non termina di scrivere che infila il blocchetto all'interno del taschino per poi dirigersi ad aiutare gli altri per come potrà prima del rientro in porto. Altrimenti darebbe l'impressione di non star facendo niente. Probabilmente, una volta tornati a fare rapporto verrà detto loro di non fare parola di quello che era successo, ma poco importa. Il mare ha sfidato la squadra e loro sono riusciti ad uscirne, in un modo o nell'altro. E' questo quello che più conta per il giovane ninja.

//OFF

Ci siamo! Diamoci dentro con queste valutazioni.

CITAZIONE
Tempistiche: 9. Se ci sono stati dei ritardi, sono sempre stati giustificati secondo me. Per il resto le deadline mi sono sembrate sempre rispettate, per ci non ho niente da dire in merito. Un nove pieno è quello che va dato.

Coinvolgimento personale: 9 anche qui. Mi sono divertito a ruolare, mi sono divertito a combattere, mi sono divertito a immaginare ogni singola scena durante i combattimenti, per cui non ho assolutamente nulla da controbattere sullo svolgimento della quest e sul coinvolgimento personale: sono soddisfatto da ogni singolo punto di vista. Nonostante tutto, data l’ambientazione, spero di non dover veleggiare per un bel po’ ahahahaha.

E per concludere in bellezza e per far sì che questa missione rimanga negli annali (?), ecco una canzone dedicata alla missione! (Consiglio l’ascolto della prima sigla di one piece in italiano per comprendere il ritmo)

Oh oooh oh Oh oooh oh
Oh oooh oh Oh oooh oh

È un veliero di Shinobi
Veramente poco noti
Un evento inconcepibile!
C’è un chuunin sfortunato
Con un team raffazzonato
Una squadra irripetibile!

Spunta il sole all’orizzonte
Il tatuato è già sul ponte
E l’Hinode leva l’ancora
Senza un’onda di paura
Salpa verso la creatura
Quell’enorme tartaruga

In questa nave di bugiardi
Noi cinque siam capitati
Cercando quel bestione che si chiama Sanbì!
E in mezzo al mare azzurro e grigio sale questo grido:

Squadra!
State attenti agli scogli, forza!
Vediamo adesso chi ha coraggio:
Niente, è più importante del Tricoda, ma
Chissà dove sarà...

Un solo grido:
Squadra! (Cacchio!)
Ma Issei dove sta andando? (Forza!)
Noi siamo ninja un po’ sfigati,
niente potrà aiutarci, ma adesso siamo
qua: e mo’ dove si va?
Un solo grido:

Shinobi siamo noi, tutti all’assalto!
Kiriani siamo noi, tutti all’assalto!

Tutti all’assalto
Oh oooh oh Oh oooh oh
Tutti all’assalto
Oh oooh oh Oh oooh oh


Giorno e sera Tatsu pensa,
I kinsei dalla cresta minacciosa combatteran.
Sumiye pensa: “Ma perchè non son rimasta a casa!”
Un solo grido, ancora un grido:

SQUADRA! (Squadra!)
C’è un bastimento di mini-sanbi (Forza!)
Noi siamo ninja made in kiri:
Niente potrà spingerci a collaborar... che roba è quella là?

Un solo grido:
Squadra!
Prendiam sto razzo e spariamo, FORZA!
Quella cosa che sbadiglia è il sanbi!
Sto razzo si è acceso? Filiamo via da qua, avanti che si va!
Un solo grido:

Shinobi siamo noi, tutti all’assalto!
Kiriani siamo noi, tutti all’assalto!

Oh oooh oh Oh oooh oh
Tutti all’assalto!
Oh oooh oh Oh oooh oh


Edited by Aiserd - 17/3/2018, 22:07
view post Posted: 26/2/2018, 23:22     Settantanove - Missioni Evento
E' la collera dei Kami, direbbe un fanatico religioso; è il segno della potenza della natura e del chakra, direbbe uno studioso; è la nostra fine, è quello che sta pensando il Genin castano. La corona di spine che decora l'enorme guscio del bestio, forse l'origine di tutte le piccole tartarughe che hanno dovuto combattere, risale dall'acqua con lentezza e maestosità, fino a quando anche la faccia non è perfettamente visibile anche a coloro che sono lontani. Preso dalla tensione, il ninja cerca di deglutire un grumo di saliva, mentre attende l'inevitabile. E' stupito dalla grandezza di quella creatura, il suo cuore è in balia di emozioni contrastanti, quali paura, ansia, ma anche uno strano senso di curiosità. Una parte di lui, seppur nel profondo, chiede di avere un pezzo di quella creatura, chiede di poterla studiare, di poter avere accesso ad una conoscenza maggiore su Isobu e sulle creature che, come lui, ora seminano lo scompiglio in mezzo al continente. Le parole di Takeshi riescono a rompere il silenzio e a riportarlo alla realtà, risvegliandolo da quello strano limbo pieno di incertezza e inquietante calma in cui il ragazzo stava versando.

Il razzo. Certo, il razzo!

Commenta con una certa punta di ansia e nervosismo nella voce, prima di lasciare che lo sguardo guizzi su ciascuno dei presenti impegnati a guardare la creatura. Attende che il capitano spari il razzo, ma le ultime parole che elargisce al team sono tutt'altro che di conforto: se Isobu dovesse decidere di prenderli di mira, per loro potrebbe essere davvero la fine. Una goccia di sudore si separa dalla fronte e discende tutto il volto, sino ad insinuarsi nella maglietta del giovane. Ha paura e con la paura che gli stritola le viscere non riuscirebbe comunque a pensare a nessun piano, ammesso che possa esistere un piano che consentirebbe loro di cavarsela sani e salvi.
Trae un respiro profondo, mentre si guarda intorno, come se cercasse qualcosa che possa aiutarlo a pensare a qualcosa, ma ogni suo pensiero è concentrato sul tricoda: cosa ne sarà di Tatsuya, se dovesse decidere di prenderli di mira? Come potrebbe il mondo dei ninja fermare Isobu e creature come lui?
I kinsei si dirigono verso la loro posizione, senza che nessuno dica loro nulla. L'istinto di autoconservazione insito negli umani è superiore a qualunque astio possa aleggiare tra simili. Dovrebbe pensare anche lui a qualcosa, dovrebbe riflettere su cosa può fare in quel momento, ma si sente impotente, incapace di fare qualunque cosa. Non sa come agire, non sa cosa fare se non aspettare e sperare che tutto vada per il meglio. Una sensazione terribile e opprimente, come i secondi che li separano da quello che potrebbe accadere in seguito al lancio del razzo.

Post scrauso ;-;
view post Posted: 30/1/2018, 00:42     Settantanove - Missioni Evento
Si blocca per un istante quando avverte la pacca del Suzaku. In un certo senso, si sente sollevato non appena la mano del capitano batte sulla sua spalla, segno che forse sta iniziando davvero a fidarsi del ragazzo. Non lo dà a vedere, ma dentro di sè avverte una sensazione di forte rilassamento. Così, l'imbarcazione ricomincia a solcare le onde con rinnovata energia, sospinta dal vento rovente generato dal Chuunin e dalla Genin, assieme alla spinta idraulica fornita dalle due stalattiti Kinsei. Mentre tiene d'occhio la situazione del mare assieme agli altri marinai, il ragazzo non può fare a meno di gettare delle rapide occhiate ai suoi compagni di squadra. Trae un sospiro rammaricato, poiché dentro di sè sa che non sta davvero facendo qualcosa. Si avvicina a raccogliere la spada che era stata gettata al lato del ponte. Osserva attentamente la lama incrinata dal morso delle bestie acquatiche. Rigira più e più volte il polso, così da assicurarsi dell'entità dei danni da ogni angolazione possibile.

Come noi... E' proprio come noi.

Borbotta, prima di rinfoderarla e trarre un ulteriore sospiro. Incrinata come la fiducia tra i membri, tre quarti dei quali, molto probabilmente, non si fidano dei modi del ragazzo. Incrocia le braccia all'altezza del petto, frattanto che l'iride verdognola trasla da un lato all'altro del solare con innaturale fiacchezza, sostando sui volti dei compagni a portata di vista. I modi taciturni di Sumiye non gli hanno dato modo di capire cosa pensi di lui e non sa cosa aspettarsi. I kinsei sembrano detestarlo, ma del resto pare che detestino tutti i membri del team. D'altro canto, lui non ha certo reso le cose più facili, mostrando quella sua natura aggressiva di poco prima.

Patetico e debole... Ecco cosa sono stato.

Mormora, socchiudendo le palpebre per qualche istante e riaprendole subito dopo. Sentiva di non avere altra scelta, come se avesse avuto bisogno di un'iniezione di fiducia improvvisa, costringendosi a rifugiarsi dietro quella scorza eccessivamente rigida, a tratti ricolma di odio verso chi gli sta accanto e che non condivide le sue idee. Scuote la testa, cercando di eclissare le parti.
Dovrebbe restituire la spada a Takeshi, quando finirà di soffiare sulla vela. Passa il tempo e il capitano asserisce che, non appena doppieranno il promontorio, potranno iniziare a sfruttare nuovamente il vento anche loro. Ma di lì a poco si verifica un evento inspiegabile, sente una pressione anomala e in lontananza qualcosa sembra star iniziare ad emergere. Non riesce a distinguere con attenzione quello che si sta sollevando dall'acqua, ma, forse in preda a quell'ansia innaturale, serra più e più volte la mano attorno alla katana, pur sapendo che la lama incrinata non potrebbe fare molto.

Issei, sembra che stia... Uscendo qualcosa... Cos'è?

Sembra che Issei dovrebbe avviare degli esperimenti con la propria attrezzatura, prima di confermarlo, ma quello che si trova alle spalle dello schieramento potrebbe essere davvero... Lui. Deglutisce un grumo di saliva: lo ha sottovalutato, lo ha reputato una leggenda metropolitana e adesso potrebbe davvero trovarsi di fronte ad una bestia del genere. Non ci vuole credere, eppure dentro di sè avverte crescere un'ansia sempre maggiore. Si volta a guardare per la prima volta i compagni di squadra con aria interrogativa. Lui, che di norma sa quello che va fatto, lui che è quello che pensa di sapere cosa va fatto, adesso riesce solo a dire...

Che facciamo?

Le ciglia sfarfallano in preda ad una schizofrenia quasi innaturale, mentre sembra quasi trascinarsi al parapetto, dal quale cerca di sporgersi poco più tardi. La sua curiosità si fa sentire comunque, indipendentemente dallo stato d'animo in cui stia versando. E' davvero ciò che cercano? Ma se è davvero ciò che cercano, per quale motivo si è risvegliato adesso?

Ma se è veramente lui, Issei, perchè ora? Perché mostrarsi adesso?!

Inizia a tempestarlo di domande, non sapendo cosa risponderà e, forse, non gliene importa neppure. La sua psiche oscilla tra il nervosismo e la curiosità, l'incredulità e la voglia di credere che ciò che ha davanti sia vero. Non sa cosa aspettarsi.


Post brutto, scusatemi! Tra una cosa e l'altra questo è ciò che sono riuscito a tirare fuori... ;-;
view post Posted: 21/1/2018, 23:35     Settantanove - Missioni Evento
Terminate le domande da porre al vecchio, il ragazzo si guarda intorno più e più volte, sostando con lo sguardo sul buco nel soffitto per svariati secondi. Un'espressione lievemente stupita quella che viene a manifestarsi sul suo volto, come se lo vedesse per la prima volta: nel bel mezzo della battaglia, evidentemente, non ha avuto modo di concentrarsi particolarmente sui danni che ha riportato il peschereccio. Fatto ciò e lasciato lo scienziato alle cure di Suzaku, sale con passi pesanti le piccole gradinate che conducono allo scoperto, ignorando ormai il foro in mezzo al ponte. Lascia che sia il Chuunin a precederlo, dal momento che è intento a trasportare il vecchio studioso all'esterno. Parole e imprecazioni, quelle che sente provenire dal vegliardo, ma a cui non presta particolare attenzione, ora che ha acquisito nuovamente una propria compostezza, esattamente come prima che incontrassero le tartarughe.
Una volta all'esterno, il giovane non perde tempo e lascia fluire gli occhietti da un lato all'altro dell'occhio, cercando di prestare attenzione sia alle condizioni in cui versa il naviglio, sia al resto del proprio gruppo.

Uff... Un po' di pace, finalmente.

I secondi diventano minuti e questi si dilungano fino a diventare un terzo d'ora, con il ragazzo che passa la maggior parte del suo tempo a gironzolare per la nave e a trasferirsi da un parapetto all'altro. Ogni tanto, lancia delle occhiate ai propri compagni di squadra, per poi rivolgere lo sguardo all'orizzonte e scrivere sul proprio taccuino. Appunti, probabilmente. In quegli istanti il suo sguardo è decisamente concentrato su quello che sta scrivendo, mentre la mano guida la penna con maestria tracciando su quella pagina bianca disegni e scritte il cui contenuto esatto non è dato sapere. Dati, con tutta sicurezza.

Così dovrebbe andare bene.

Dopo quasi venti minuti, il capitano della Hinode richiama l'attenzione del team verso un punto preciso dello scafo, ovvero a sinistra: là, ad una notevole distanza dall'imbarcazione, si trovano i loro bersagli e la conferma del fatto che si tratti di loro giunge poco più tardi. Esponendosi dal parapetto di babordo e strizzando più volte gli occhietto, cerca di mettere a fuoco quel nugolio di punti. Sconsolato, non appena nota che non li stanno raggiungendo, si porta al centro della nave. Con una mano appoggiata al fianco e con le dita dell'altra che tamburellano scialbe sul mento, porta le iridi cremisi verso le vele della nave. Non si intende minimamente di navigazione, ma una cosa è certa: se vogliono raggiungere quei puntini, gli serve maggiore velocità. Estraendo il taccuino e staccatone un foglio, inizia a sminuzzarlo per lasciarne trasportare i frammenti via dal vento. Rimane in attesa un paio di secondi prima di iniziare a scrivere e a mugolare parole sconnesse tra loro.

Secondo la legge dell'esimio dottor... E dalla proprietà che deriva dalla concentrazione di calore, ma anche dei fluidi che... E se usiamo il tempo che ricaviamo da qua... CI SONO! Ci serve più velocità e forse so come ottenerla!

Esulta, estendendo le braccia verso l' alto. Del resto, fare tutto quel calcolo solo per uscirsene con una frase da "serve più velocità", sarebbe stato abbastanza deludente anche per i suoi standard. Eppure, dopo quell'iniziale esultanza, sembra abbastanza rabbuiato, forse perché all'interno del suo calcolo è contenuta una variabile che avrebbe preferito non includere e, infatti, subito dopo lancia un'occhiata tanto rapida quanto perplessa ai due gemelli. Prova a richiamare l'attenzione degli altri ninja, in modo tale da esporre il suo piano e questa volta con la compostezza e pacatezza tipica di quando hanno affrontato il primo ostacolo.

Siccome non abbiamo tecniche di vento a disposizione, dovremo provare ad arrangiarci... Capitano Suzaku, Sumiye, potreste porvi ad una certa distanza di sicurezza dalle vele e usare dei jutsu di fuoco a ritmi alterni? O, in alternativa, usare l'elemento Katon per produrre dei getti di aria calda.

Incrocia le braccia all'altezza del petto e mantiene gli occhietti puntati sulle vele. Non intendendosi a fondo di arte del fuoco, è costretto a lasciare loro la libertà sul da farsi. Tuttavia, non si esime dal fare qualche appunto, la prudenza innanzi tutto. Per l'occasione, riporta lo sguardo, abbastanza fiducioso, sui due ninja che gli stanno davanti.

Dovreste fare attenzione alle vele e a non esagerare, ma l'aria calda generatasi dovrebbe riuscire a dare una maggiore spinta alla nave. Se agite assieme al capitano della Hinode potreste riuscire a regolare la velocità e ad eseguire le manovre quando necessario. Per il resto...

Trae un profondo sospiro e, sciolto il nodo che poc'anzi aveva formato con gli arti superiori, si avvia in direzione dei due gemelli, arrestando il passo a poco meno di un metro da loro. Cala il silenzio per qualche istante, prima che dalla bocca del ragazzo ricomincino ad uscire delle parole. Quella sarà la parte più difficile, intuisce già la loro possibile reazione, ma non ha scelta, non ci sono altri che possono usare l'arte dell'acqua a parte loro in quel gruppo.

Isao e Ideo. Vorrei che voi vi sistemaste a poppa e, con i vostri vortici, deste una maggiore spinta alla nave, così da fungere anche da supporto per le eventuali manovre.

Non fa in tempo ad inalare aria, che la risposta che segue dai due gemelli è tutt'altro che positiva. Se lo aspettava, ma un rifiuto così aspro e categorico è davvero difficile da digerire. Non ha tempo per indagare sulla loro psiche, deve provare a convincerli ora più che mai. Serra le mani a pugno e prova a porre loro una semplice domanda.

Per quale motivo continuate a comportarvi così?

E la risposta che arriva subito dopo, per quanto aspra e violenta come una pugnalata all'orgoglio del ragazzo, non era del tutto inaspettata. Aggrotta le sopracciglia, mentre avverte dentro di sé montare una rabbia simile a quella che lo aveva colto durante l'assalto delle tartarughe, tanto che la mano sinistra s'alza fino a raggiungere l'altezza del coprifronte. E lì si ferma.



Il braccio trema impercettibilmente per qualche istante, prima di ricadere lungo il fianco. Non ha bisogno di fare ricorso a simili mezzi, mezzi che con tutta probabilità non gli sarebbero d'aiuto: non può combattere il fuoco con il fuoco. Le mani si disserrano e nuove parole ricominciano ad uscire dalla bocca del ragazzo, il quale cerca di mantenere tutta la propria compostezza e pazienza.

Non possiamo aspettare che rinforzi il vento, lo sapete! Isao, Ideo... Parlate così come se già al tempo aveste capito tutto, ma è chiaro che vi siete scagliati contro il falso Issei per semplice odio e disprezzo. In questo non c'è differenza dall’essere stati ingannati proprio come noi.

Principia, cercando di mettere fin da subito le cose in chiaro. Non v'è una traccia d'odio nella sua voce, che ora è totalmente priva di qualsivoglia alterazione. Sta parlando in maniera fredda, logica, portando con sé le argomentazioni più oggetti che possa avere. Dentro di sé avverte sempre una punta di rabbia, ma cerca di non prestargli attenzione: deve distaccarsi da quella sensazione negativa ed essere il più razionale e paziente possibile.

Quando abbiamo scoperto tutto, abbiamo combattuto tutti contro la stessa persona. Da soli non sareste mai riusciti a sconfiggere il falso Issei, a meno che uno di voi due non ci rimettesse la vita, credo lo sappiate anche voi. E anche prima dello scontro, non avete mai agito da soli se non in una rara occasione. Non ci sono mai state due squadre, siamo tutti in una sola!

Ci tiene a precisare cosa sarebbe successo, vuole mettere le cose in chiaro una volta per tutte. Nell'ultima parte questo momento il tono di voce del ragazzo comincia ad alterarsi, forse non più sostenuto da vere e proprie argomentazioni, ma da una convinzione che gli nasce da dentro. Convinzioni la cui veridicità non può essere spiegata con l'empirismo, ma a cui crede comunque. Serra nuovamente le mani a pugno, non per rabbia ma per la strana emozione che avverte nelle sue parole.

Siete ninja di Kiri come noi, no? Allora sapete che per Kiri il concetto di "missione" è più importante di ogni altra cosa e ora, per portarla a termine, dobbiamo collaborare.

Non importa come la mettano i gemelli o come la possano pensare sul conto del Genin, al quale non sembra importare delle conseguenze che le parole potrebbero avere, tanto è preso dal proprio discordo che, forse, è anche diventata una questione personale. Storce le labbra prima di proseguire, dal momento che azzarderà qualcosa che potrebbe costargli caro, ma è tutto quello che è riuscito a ricavare dal loro modo di comportarsi con gli altri, tra di loro. Dischiude le labbra e...

Come noi ci siamo dovuti ricredere sul falso Issei, anche voi dovete ricredervi sulla squadra e dargli una possibilità, perchè... È questo il motivo che vi spinge a combattere, vero? Far ricredere qualcuno, magari la gente che vi sta intorno. E pensate davvero di riuscire a farlo se prima non sarete voi stessi a ricredervi sugli altri?

Una volta terminata l'arringa, sgrana gli occhietti di fronte alla risposta tanto secca che gli vien fornita. Si massaggia il collo e, distolto lo sguardo, abbozza un leggero sorrisetto compiaciuto mentre i due sembrano confermare la provvisoria collaborazione. Forse ha davvero toccato il pulsante giusto, oppure quello sbagliato, a seconda di come la si potrebbe vedere. In ogni caso, sembrerebbe che le sue parole abbiano sortito l'effetto desiderato. Dilatando le narici, inala aria e la espira subito dopo, rilassando anche i muscoli delle spalle e delle braccia, che poco fa si erano irrigiditi.

Mph... Va bene. Quando sarete in posizione, avvisateci e inizieremo anche noi.

Conclude, mentre accenna ad un rapido "si" con la testa. Voltatosi e tornando ad osservare l'albero di maestra, si allontana verso il parapetto di babordo, in modo da lasciare campo libero e rimanendo comunque in mezzo alla nave in modo da essere pronto in qualsiasi momento, qualora le cose dovessero andare storte. Attende che gli altri si mettano in posizione e siano pronti ad andare. Al momento giusto, darà il segnale. E da quel momento in poi... Che i kami li assistano.
view post Posted: 15/1/2018, 00:08     Settantanove - Missioni Evento
Narrato
Parlato
Parlato Issei


Il colpo vibrato dal Genin in concomitanza con quello del Chuunin e della compagna di squadra riescono a destabilizzare il falso studioso, il quale, vittima delle ferite di varia entità che ormai percorrono il suo corpo, inizia a ringhiare in preda al dolore. Fortuna del ragazzo, la lama non rimane conficcata nelle carni dello studioso, permettendogli di atterrare a piedi uniti senza alcun intoppo. O almeno così pensava! Non si rassegna nemmeno per un istante, il palestrato, iniziando a girare come una trottola con così tanta velocità da riuscire a scagliare il Chuunin verso i propri sottoposti. Con una rapida flessione delle gambe, il ragazzo cerca di gettarsi verso una delle direzioni non occupate dai restanti compagni di squadra, così da non ostacolare loro il movimento ed evitare la devastante Meteora Suzaku.

Tsk...

Distese la gamba destra dinanzi a sé e adoperandola come perno, cerca di arrestare lo slancio datosi in precedenza, sì da potersi concentrare nuovamente sulle mosse del falso Issei. Quest'ultimo si lancia contro la paratia e, caricandola con la forza di cui dispone, si getta in acqua sfondando lo scafo della barca e aprendo di conseguenza una grande falla al disopra della linea di galleggiamento. Spada ancora in mano, il Genin si avvicina con sguardo sospettoso al foro, pur rimanendo a distanza di sicurezza e la scena che ne segue, seppur non alteri la sua espressione, scuote il suo animo da cima a fondo: le tartarughe superstiti si inabissano nel luogo che poco prima aveva visto l'infelice tuffo del rapitore di cui, ormai, non conosceranno mai la vera identità. Da lì, una chiazza rossa inizia a diffondersi lungo la superficie dell'acqua, costringendo il ragazzo a scuotere la testa con forte disappunto e delusione.

Un'ironica fine per un uomo che aveva tessuto così tante lodi verso di voi... Fine meschina per un uomo meschino, suppongo.

Commenta, come se il bersaglio delle sue parole fossero le tartarughe che si sono immerse poco prima. Rivolgendo ora la sua attenzione verso il vero Issei, riverso a terra in uno stato che nulla invidierebbe alle vittime dei peggiori pestaggi dei bassifondi di Kiri, si porta a pochi passi di distanza dall'uomo. Esalando un sospiro rilassato, slaccia il coprifronte che poco prima aveva assicurato al braccio e lo sistema nuovamente attorno al collo. Sente ogni fibra del suo corpo rilassarsi, come se si fosse resa libera da una morsa che fino a quel momento lo aveva oppresso.

Mh... Vediamo.

Mentre Suzaku comincia a porre domande circa il tizio che aveva preso il posto dello studioso, il ragazzo si china sul vecchio, cercando di osservarne le ferite senza compiere alcun contatto fisico. Il naso sembrerebbe aver visto giorni migliori e la quantità di tumefazioni che ne ricopre il resto del corpo non sembravano essere lì prima di venire colpito dal criminale. Agli occhi attenti dello scienziato Hasegawa e, date le vaste conoscenze mediche di cui egli dispone, tutto ciò gli suggerisce che quell'uomo sia stato preso a botte. Tante volte.

Si direbbero ferite molto... Dolorose.

Anche un genio come lui non può sapere tutto. Purtroppo la medicina non è mai stato il suo campo e questo è tutto quello che può scoprire: l'acqua calda. Un naso semidistrutto come quello non saprebbe mai come rimetterlo in sesto. Così, mentre i suoi occhi lavorano per osservare le condizioni fisiche dell'uomo, le sue orecchie rimangono in ascolto delle risposte fornite al Suzaku. Rotea gli occhi, il ragazzo: fortunatamente adesso dispone di un atteggiamento più composto rispetto a quello che aveva in precedenza.

Per favore, per favore, Issei-dono! Si calmi. Non le fa bene agitarsi così.

Un tono vagamente mellifluo, quello che adotta adesso. Cerca di calmarlo, prima che qualcuno possa strozzarlo per ciò che ha detto. Ogni sua movenza è calma e rilassata, come quando aveva iniziato la missione e poco prima che scoppiasse il pandemonio provocato dalle tartarughe. Una parola in particolare attira la sua attenzione: Taisei. Non vi pone troppa attenzione sul momento, poiché anche lui ha delle domande da porre al vero studioso. Adesso può soddisfare la sua sete di conoscenza quanto vuole o, almeno, spera di poterlo fare.

E in che modo voleva mandare a monte gli sforzi? Che contava di fare facendoci attirare da quelle tartarughe? Sacrificarci?

Dato il continuo elogio che il palestrato stava tessendo nei confronti degli esseri, non si meraviglierebbe se il suo obiettivo fosse stato davvero quello che ha appena suggerito. E infatti, la risposta che ne deriva non desta il benché minimo stupore nella faccia del ragazzo.

Esattamente...
E per quale motivo? Cosa credeva che fosse, quell'Isobu? Una sorta di divinità?

Un iperbole che, per quanto strano possa sembrargli, pare coincidere perfettamente con la concezione che il palestrato aveva della tartaruga: considerava Isobu alla pari di un Kami e non solo lui. Infatti, il vecchio prosegue nella propria spiegazione, usando altri termini che il ragazzo non riesce a riconoscere.

Ovvio! Che altro? Quei folli del Kyo Dan darebbero in pasto ai Bijuu la loro stessa madre, se pensassero che possa metterli in buona luce davanti a quei mostri!
Kyo...Che? Ha anche detto... Taissei? E di che cosa si tratta, esattamente?

Si direbbe che i nomi usati dal ragazzo non corrispondano a quelli usati dallo scienziato, data la rotazione che compiono i suoi occhi a seguito delle parole del castano. Fatto sta che nel momento in cui fa per rispondere, l'uomo inizia ad avvertire un forte dolore alla testa ed eclissa rapidamente la conversazione. Allarmato, il giovane prova a chiedere se può fare qualcosa, ma sembra che tutto ciò di cui abbisogna l'anziano, per il momento, sia un po' di riposo. Le ultime parole sull'argomento, nonostante tutto, sono di vitale importanza per quello che voleva sapere lo scienziato.


Ti basti sapere che se i Bijuu sono di nuovo in libertà è il Kyo Dan che devi ringraziare. Esso e il Taisei, l'ordine a cui appartengo, sono nemici giurati da centinaia di anni, ormai...


Trae un sospiro risentito, lo spadaccino. Chi deve ringraziare per le anomalie nelle sue ricerche, altri non sono che quelli del Kyo Dan: a loro deve attribuire la colpa se tutti gli sforzi che ha fatto lo hanno condotto ad un nulla di fatto. Serra le mani a pugno più volte, rilasciando la presa a intervalli regolari, vittima forse di una rabbia improvvisa che sta cercando di allontanare mediante quella specie di movimento antistress. Cerca di rimanere all'erta, ma prima pone un'ultima domanda.

Con le sue condizioni, suggerirebbe di tornare al porto?

Proseguire senza un esperto potrebbe essere molto pericoloso sia per lui che per tutte le persone sulla nave, dato il territorio in cui li ha condotti quel maledetto pazzo. Eppure, la risposta dell'uomo, non è quella che si aspettava: egli, infatti, li esorta comunque a proseguire la missione, indipendentemente dalle condizioni in cui riversa al momento. Accenna ad un movimento del capo in segno di assenso, il ragazzo. Spera solo che le batoste che ha preso non abbiano confuso anche le sue conoscenze.
view post Posted: 22/12/2017, 12:34     Settantanove - Missioni Evento
La delusione è un sentimento amaro da accettare: un groppo alla gola, dei brividi che scuotono tutto il corpo e l'improvvisa stanchezza che avvolge ogni singolo arto del corpo, un abbraccio effettuato con opprimente delicatezza al solo scopo di farti soffrire il più lentamente possibile. Queste le sensazioni fisiche con cui si deve confrontare ora il Genin, tornato nuovamente sulla nave: nonostante si trovi al piano superiore, poco al disopra del foro provocato dalla gigantesca esplosione avvenuta poc'anzi e alle spalle dell'albero di maestra, le parole dello studioso penetrano i suoi padiglioni auricolari come un trapano. Potrebbe non credergli, sicuramente potrebbe non farlo ma quello che sta combinando adesso il falso Issei è prendere di mira tutti i presenti, non sta cercando di giustificarsi, non ai suoi occhi. Il volto è bloccato in un'espressione di delusione, forse più nei propri confronti che in quelli del falso studioso; il corpo paralizzato per qualche istante: la persona che fino ad ora ha seguito in buona parte delle idee altro non era che un impostore e lui non è riuscito ad accorgersene fino a quando non fosse troppo tardi.

Nngh...

Dalla sua bocca non esce alcun suono se non qualche rumore inarticolato. La testa abbassata, le spalle cadenti lasciano intendere che abbia quasi perso la voglia di combattere. Si è disonorato, è stato preso in giro dal primo all'ultimo secondo da un criminale che, in seguito, si sarebbe fatto beffe del rispetto che lui steso gli aveva donato. La mandritta serra la presa attorno alla katana in maniera tanto forte che le dita divengono completamente rosse per la forza che stanno esercitando sull'impugnatura. Tanta la rabbia che il guerriero deve sfogare, uno solo il bersaglio di quella furia: il falso Ryudou Issei, adesso libero dalla bolla e pronto a colpire Isao. Le gambe del ragazzo si flettono in un guizzo d'istinto, prima ancorfa che il suo cervello possa elaborare le informazioni necessarie.

La fiducia, si si! La fiducia è importante, dalla fiducia deriva onore, l'onore è sacro.

Bofonchia, forse in preda a qualche delirio mistico dovuto alla delusione, ma il suo sguardo con gli occhi completamente sgranati e le pupille dilatati. Il respiro è appesantito e irregolare, come se fosse sul punto di avere una crisi dovuta alla rabbia contenuta dentro di sè: rabbia per il fallimento, furia per l'errore di ingenuità commesso, ira per l'onta che, indirettamente, il suo onore di ninja ha ricevuto da tutto questo. Il balzo che segue poco dopo dalla flessione delle leve inferiore mira a catapultarlo in direzione del tronco dell'albero maestro. Nell'atto dell'elevazione, ricerca un movimento rotatorio del proprio asse verticale così da eseguire una rotazione di duecentosettanta gradi e volgere le piante dei piedi verso il tronco d'albero, in una postura perfettamente parallela al resto del ponte della Hinode. La mancina si sposta verso il pomolo della spada, il quale viene accolto nel palmo della mano, frattanto che la gemella regala all'arma un'impugnatura rovesciata, volgendo il mignolo alla Tsuka. L'unica azione che potrebbe compiere con quell'impugnatura è un affondo, seppur vibrato con potenza maggiore alla norma.

Hai rapito una persona, hai preso in giro i ninja di Kiri... Tu, tu...

Le mani tremano, la lama vibra in risposta al movimento sussultorio delle sue braccia. Non paura, ma odio incontenibile per quello che sta accadendo è ciò che il suo corpo sta esprimendo. Non appena piante dei piedi giungono a collidere con la superficie lignea dell'albero, una quantità di chakra quasi incontrollata va' a confluire tra le suole dei suoi sandali e l'appoggio che si è fornito poco prima. Errori semplici, da allievo d'accademia che, nonostante l'inesperienza, un Genin non dovrebbe replicare. Ma la sua furia è così grande che potrebbe anche averlo accecato e reso impossibile delle azioni che, ormai, dovrebbero essere così semplici e immediate.

... Tu non meriti di vivere!

Del resto, in situazioni del genere, solo nella morte si può trovare riscatto. Forse si tratta di un semplice favore quello che gli sta facendo. Il suo respiro è irregolare, ma il chakra confluisce nelle sue braccia e, di rimando, nella lama della katana come un fiume in piena, furioso e ricolmo di volontà di distruzione. I bicipiti sono contratti e pronti a scaricare tutta l'energia accumulata nel movimento di distensione delle braccia, le pupille mirano attentamente alla spalla del falso Issei, più precisamente a quella con cui sta direzionando il colpo rivolto al Kinsei. Quando si è Genin, una concentrazione di chakra sbagliata provoca un onda d'urto indesiderata, innocua ma che sbalza via la maggior parte dei deshi. Mai avrebbe pensato che avrebbe cercato di replicare una cosa del genere volontariamente. Non appena sentirebbe di aver superato la soglia critica di chakra che normalmente accumula nelle piante dei piedi, da sotto al ragazzi si produrrebbe una piccola onda d'urto azzurrina, le cui scintille si dipaneranno nell'aere prima di dissolversi. Ad esso si aggiunge una propulsione donata dagli arti inferiori, risultando in una spinta donata con forza decisamente superiore alla norma. Il suo corpo, completamente indirizzato verso la schiena del traditore.
La pupilla smeraldina si concentra sul capitano Suzaku, in modo che i suoi movimenti non vadano ad intralciare i suoi. Formando rapidamente il sigillo atto alla tecnica e impastando il chakra, tenta di estendere la portata della lama mediante una semplice tecnica che ha appreso tempo addietro, così da colpire il falso studioso da maggiore distanza e, al tempo stesso, senza rischiare di finire addosso al capitano.

<bukijutsu di supporto> -(Deformazione) Lunghezza- (Chk: 40)
“Il Ninja deforma la propria spada, allungandola verso l'avversario in una stoccata o in un fendente. A seconda del tipo di Spada, il raggio e i bonus di questa tecnica cambiano secondo questo schema:
Katana: La Katana allungata ottiene un bonus alla Frz di +40.
Dai-Katana: La Dai-Katana Allungata ottiene un bonus alla Frz di +50, ma essendo stata resa più pesante l'utilizzatore della tecnica avrà un malus alla Vel di -5.
Katana Soshu: La Soshu allungata ottiene un bonus alla Frz di +45. Utilizzando questa tecnica per attaccare, l'attacco verrà considerato a Lungo Raggio.”


Non proferisce parola, limitandosi ad estendere entrambe le braccia e facendo guizzare le iridi dal tatuato al capitano. Al momento di massima estensione della spada, il Genin cercherebbe di estendere le braccia per affondare l'arma nella spalla dell'inimico. Un movimento attento e preciso quello che deve tentare, dal momento che la lama passerà a distanza di poco meno di mezzo metro dal volto del proprio capitano, in modo che possa non pugnalarlo e intralciarlo. L'obiettivo sarebbe cercare di indebolire il colpo vibrato al Kinsei e, nel frattempo, cercare di danneggiarlo violentemente con quell'attacco, tentando di passare da una parte all'altra della spalla con la propria lama potenziata dal chakra.

*Ziing*

La lama sibila nell'aria, perforando lo spazio con la propria punta affilata e, nel frattempo, cerca di entrare in contatto con la carne del bersaglio.
view post Posted: 3/12/2017, 19:31     Settantanove - Missioni Evento


Le tartarughe si concentrano sul divorarsi tra di loro, lasciando basito persino il ragazzo: sospettava che potesse accadere una cosa del genere nel momento in cui avrebbero concatenato le loro tecniche, ma era l'ipotesi più remota che avesse avuto, poiché non pensava che la loro mente fosse obnubilata dalla sete di chakra sino al punto da farle lottare tra di loro. L'assalto di quelle tartarughe lo ha colto di sorpresa al punto tale da non riuscire a portare a compimento il suo attacco, ma lo strano essere inimico è ancora in vita e il capitano circondato da quattro di quegli esseri che ora si stanno avventando sulla katana che impugna. In un impeto di rabbia improvviso causato dalla rabbia di vedere il superiore circondato e, chissà, dal ricordo della propria lama semidivorata e i dei suoi Ryo spesi in cibo ricco di ferro per un anfibio impressi a fuoco nella sua memoria, scocca un'occhiata in direzione del superiore e, subito dopo, verso la squama che galleggia poco dinanzi a lui. Per uno spadaccino l'arma che porta è parte dell'anima, tale è la visione che Tatsuya ha di quelle lame in un simile stato mentale. Non può attraversare il passaggio che si è creato, non ancora.
Con una rapida flessione delle gambe, cerca di suddividere adeguatamente il peso del corpo su ambo le leve inferiori, sforzando in maniera congiunta ed equa i quadricipiti, sì imprimere una spinta allo specchio d'acqua, per lui niente più di un semplice pavimento grazie al velo di chakra che sta distribuendo sulle suole dei calzari. Lo scatto che ne consegue, fa sì che egli possa spingersi in direzione della squama, già poco distante da lui. Rapide falcate, fluide come la superficie increspata dell'acqua, quelle che alterna il giovane Genin, ora volenteroso di fornire un aiuto al superiore. La mancina scatta solerte in direzione della squama che poc'anzi si portava sulle spalle tramite la cinghia che fissava il fodero della katana. Le falangi s'avvinghiano attorno alla superficie affilata delle scaglie, dure probabilmente come il guscio delle tartarughe, ma non abbastanza da spaccare quel guscio resistente.

Bestie e nient' altro... CAPITANO SUZAKU!

Subito dopo quelle considerazioni, cerca di richiamare l'attenzione del Chuunin con quell'appellativo, rompendo quel silenzio privo di voci e altrimenti ricolmo solamente delle esplosioni, del clangore delle armi e dello stridio delle fauci contro il freddo metallo. Sposta il braccio sinistro lungo il fianco, rilassandolo e, nel frattempo, lasciando fluire tramite di esso una grande quantità di chakra, sì che raggiunga e si distribuisca attraverso la superficie piatta del disco. Inala aria, cerca di regolare il flusso respiratorio richiamando a sé tutte le sue emozioni ed eliminando quelle positive e negative, sì che nel suo animo non rimanga null'altro che la pura focalizzazione sullo scontro, di modo che il suo chakra possa fluire libero dalla rabbia che poc'anzi provava. Una simile concentrazione di chakra ha anche lo scopo di attirare la tartaruga che poc'anzi aveva lasciato in vita e poco distante da lui, per quello serve che il capitano comprenda le sue intenzioni, che si possano aiutare a vicenda.
La sua avanzata sembra avere fine nel momento in cui giunge dinanzi al suo bersaglio: la seconda scaglia. Aria che esce e aria che entra, frattanto che cerca di chinarsi sul resto trasportato dalle onde. Nel momento in cui i polpastrelli della destra giungerebbero a tastare la superficie della scoria, il chakra canalizzato all'interno della scaglia dovrebbe essere sufficiente. Così, allo stesso tempo, cercherebbe di spostare la gamba destra avanti alla gemella, flettendo la prima ed estendendo la prima per assecondare la mutazione di baricentro che richiederà ogni singolo movimento successivo. La spina dorsale, flessa ad un'angolatura semi parallela al terreno per consentirgli di raggiungere la scaglia, cerca di convogliare un movimento rotatorio sull'asse orizzontale impresso dall'addome a tutto il resto del corpo e che come perno cerca di sfruttare la leva inferiore diritta.
Il mancino arto, impegnato a sorreggere quell'enorme e rudimentale arma, si alza sino a raggiungere l'altezza della schiena e a volgersi lungo la propria direzione madre. Sollevando leggermente la gamba mancina e adoperando la rimanente come perno di distribuzione delle proprie movenze, intende effettuare una traslazione rotatoria di trecentosessanta gradi, una violenta piroetta atta a fornire al suo avambraccio adeguata energia cinetica dovuta all'inerzia del movimento di tutto il corpo. Durante la sequela di movimenti, in ogni istante in cui la chiusura della rotazione si fa sempre più vicina, la schiena cerca di issarsi sempre di più in modo da tornare ad essere perfettamente perpendicolare al terreno e da accompagnare il movimento del braccio. Nel contempo in cui tutti questi movimenti avrebbero luogo, un ulteriore flusso di chakra dovrebbe canalizzarsi tramite il braccio destro e raggiungere la seconda scaglia, sì da emulare ciò che il gemello ha fatto poc'anzi. Se quelle scaglie possono essere dure come i gusci delle tartarughe, allora il chakra impresso al loro interno dovrebbe rendere le superfici abbastanza affilate da penetrare la loro corazza e raggiungerne le carni, ma è più probabile che, come dei cani a cui viene lanciato un frisbee, cerchino di buttarcisi contro a corpo morto.

Nngh... FORZA!

Una smorfia di fatica si dipinge sul suo volto nel momento in cui cerca di coadiuvare ogni singolo movimento del corpo al fine di effettuare un movimento diagonale dal basso verso l'alto e da sinistra verso destra per scagliare il primo dei due "dischi" in direzione di una delle tartarughe che stanno attaccando il capitano, il quale, nel frattempo, dovrebbe aver rilasciato la tecnica e aver scagliato la sua lama in direzione della tartaruga che il ragazzo ha lasciato in vita poc'anzi. Subito dopo, ripetendo il movimento poc'anzi effettuato anche con l'arto destro, lo spadaccino cerca di lanciare anche la seconda delle scaglie, lungo una traiettoria identica dalla prima, ma parallela, poiché i suoi bersagli sono due delle tartarughe che stano offendendo il capitano, non intende concentrare i due attacchi su un solo bersaglio. I dischi, rinforzati con il chakra, dovrebbero ruotare verticalmente e seguire una linea simile a quella della spada alleata, risultando in un incrocio a metà del percorso che vedrà la spada del capitano passare attraverso lo spazio che intercorre tra i due dischi, frattanto che questi si dirigeranno in direzione delle creature e l'arma bianca verso di lui.
Il chakra continuerà a fluire nel suo braccio anche nel momento in cui egli avrà scagliato le sue armi, così da continuare ad attirare la creatura. Osserva l'arma del capitano volare verso di lui e, con un movimento di flessione delle gambe, cerca di effettuare una rotazione di novanta gradi affinché la spada possa passargli accanto e dirigersi verso la tartaruga che aveva lasciato in vita. Suddivide il tempo in istanti la sua pupilla, mentre la mano si muove di istinto, issandosi all'altezza della fronte cercando di avvolgersi attorno alla Tsuka dell'arma bianca che dovrebbe passargli accanto e arrestarne l'avanzata.

*CLACK*

Le falangi cercano di avvolgersi una per una attorno all'impugnatura intarsiata, mentre, prolungando il movimento effettuato poc'anzi dalla leva inferiore, il combattente cerca di spostarsi di ulteriori novanta gradi sull'asse orizzontale e indirizzarsi verso la tartaruga inimica che, secondo i suoi calcoli, dovrebbe averlo seguito attirata dal chakra accumulato. Cerca di prendere la mira in quei pochi istanti che gli rimangono, spalancando le pupille smeraldine affinché si incrocino con quelle della bestia. Caricando il braccio già precedentemente issato, cercherebbe di accompagnare il movimento della lama affinché possa prodursi in un violento affondo che avrebbe come vertice ultimo l'occhio della tartaruga. La lama sibila mentre cerca di tagliare il vento e conficcarsi definitivamente sul bersaglio e porre fine alla sua vita, questa volta definitivamente.

Edited by Aiserd - 4/12/2017, 01:27
view post Posted: 26/11/2017, 17:03     Settantanove - Missioni Evento
Come tante piccole lanterne, la luce famelica che riverbera negli occhi di quelle strane tartarughe non lascia spazio a dubbi: l'ebrezza di lambire le carne e il chakra del Genin e del chuunin è ciò che più anelano in quel momento. Si spostano, tremano in preda all'emozione di poter ambire ad un banchetto come quello del chakra del suo capitano e intanto li accerchiano lentamente, spostandosi sull'acqua mediante le loro zampe e schioccando code come se fossero fruste. Una tattica semplice, ma efficace...

Così pretenziose da voler equiparare la loro tattica a quella umana. Patetiche.

Ma non per questo sono creature da sottovalutare. La mancina saetta in direzione della tasca porta-kunai. Un rapido scatto dell'indice e lo schiocco della sottile fodera di pelle si spalanca rivelando i kunai e le carte bomba di cui dispone il ragazzo. Conficcando l'indice nell'interstizio che forma il pomolo dell'arma bianca, il guerriero cerca di estrarre il coltello il più rapidamente possibile e di avvolgere le falangi della mancina attorno all'impugnatura rilegata di fasce bianche. La disposizione e l'inclinazione che dona alla lama, con il pollice rivolto in direzione del pomolo, lascia intendere che abbia intenzione di sfruttare un'impugnatura rovesciata. Assieme all'attrezzo poc'anzi citato, sceglie di accompagnare un'altra di quelle carte bomba, sorretta frapposta tra l'indice e il medio dell'altra mano.

Sissignore...



Un semplice cenno di assenso accompagna quella parola, un discorso laconico quanto chiaro: gli ordini che imporrà il suo capitano saranno eseguiti senza indugio. Approfittando di quell'istante di indecisione delle tartarughe, il Genin tenta di avvolgere la carta bomba attorno all'impugnatura fasciata del kunai, così da poter essere sicuro di scagliarla verso i nemici, anziché doversi avvicinare pericolosamente e contare su un elemento capriccioso e mutevole come la fortuna, come ha fatto prima. L'occhio passa da una parte all'altra del proprio semicerchio visivo, con l'iride che scorre attentamente quanto rapidamente le varie tartarughe che lo circondano. Sei, forse sette di quei disgustosi quanto resistenti carapaci. Pur avendo una mano impegnata con il kunai avvolto nella carta bomba, il ragazzo cerca di congiungere il suddetto arto con il gemello per effettuare una sequela di rapide evoluzioni che compongono i sigilli della tecnica da lui selezionata per aprire le danze. Composta l'ultima di quella serie di contorsioni, permane con le dita congiunte nell'ultimo sigillo e, incanalato il chakra attraverso ogni singolo poro del proprio corpo, socchiude le palpebre cercando di focalizzare al meglio l'immagine dei fitti banchi di nebbia che circondano il suo villaggio. Poiché il chakra consente di plasmare la realtà, così il ninja sta cercando di circondare l'ambiente attorno ad alcune delle tartarughe con il proprio chakra.
Nonostante le sue capacità di manipolazione non siano mai state eccelse, cerca di condensare il chakra attorno alla tartaruga che più si avvicina all'essere alle sue ore dodici e, di rimando, alle due che stanno ai suoi lati, sperando che anche loro possano subire in parte quell'effetto. Giacché sembrano essere attratti dal chakra, l'aere permeato di una simile energia dovrebbe renderle confuse per una manciata di istanti, pochi, ma preziosi. Dischiusi gli occhi, il ragazzo dovrebbe essere in grado di vedere una sottile foschia avvolgere principalmente una tartaruga e due compagne che le stanno ai lati.

<ninjutsu a Bersaglio Singolo> - Nebbia - Heizu: La Furia - [Chk: 40] "Il Ninja condensa una breve quantità di umidità nell'aria, avvolgendo gli avversari con una foschia leggera che non disturba più di tanto né l'occhio né il respiro. A causa della semplicità e della poca compattezza della nube, non si può incanalare con il chakra verso tutti gli avversari e, inevitabilmente, si può generare un collegamento solo con uno dei presenti, così da confonderlo con le sue proprietà. La Potenza di questa nebbia è data da Int+Chk, che possono essere entrambe potenziate da attivazioni o altro. Qualora la foschia riesca ad intrappolare la mente del bersaglio prescelto, questi inizierà a sentire un gran senso di rabbia, fino a perdere gran parte dei suoi freni inibitori, causandogli un malus alla Def/Res di 20 più la Differenza tra la Potenza della Nebbia e la sua Difesa, ma un bonus alla Frz/Int di 20 ed è costretto ad attaccare (quindi a fare attacchi che possano potenzialmente infliggere danno) ogni turno. Può essere mantenuta massimo per 3 turni.


Con una leggera spinta impressa dalla sua schiena contro quella del capitano per segnalare la sua azione successiva, senza bisogno di adoperare parola alcuna e sfruttando la propulsione donatagli da una flessione repentina delle leve inferiori il guerriero tenta quindi di scattare in direzione delle tartarughe che ancora ostruiscono il suo passaggio. Rapide quanto regolari falcate, quelle che cercano di susseguirsi sullo specchio d'acqua, poc'anzi agitato dai movimenti sgraziati dalle tartarughe e dal tumulto che regna sovrano in quegli istanti. L'atmosfera non ha fatto in tempo a calmarsi per un paio di istanti, che la battaglia è nuovamente scoppiata con un ancor più vigore. Le suole dei suoi sandali affondano leggermente nel liquido trasparente, sollevando alcune gocce che cominciano ad infradiciarne i pantaloni e la maglietta, come se ad ogni movimento il ragazzo stesse calpestando una gigantesca quanto bassa pozzanghera ricolma di acqua piovana.

*Tap tap tap*

Per lui non è un problema cercare di spostarsi là sopra e, mentre si avvicina al suo bersaglio mediante quel veloce scatto rettilineo, cerca di issare il braccio mancino, riducendo l'apertura del gomito ed ambendo ad una traslazione ascendente che ne conduce la mano a superare la spalla destra, così da accumulare sempre più energia cinetica sui bicipiti, man mano che le distanze che separan l'essere e il ragazzo vengono lentamente falciate. Dalle estremità delle sue dita comincia a fluire del chakra, segno che sta cercando di incanalare quanta più energia possibile sull'arma bianca in modo da renderla quasi irresistibile per quelle creature. Indi, estendendo la leva superiore al massimo con un moto di apertura dell'avambraccio, cerca di scagliare il coltello ninja in direzione della tartaruga che prima era avvolta nella nebbia e che, secondo i suoi calcoli, dovrebbe essere ancora confusa.

Mangia pure, bestia!

Un biscotto ad un cane: lanciando quel kunai infuso di chakra verso la creatura è come se stesse facendo una cosa del genere. Una volta che l'arma avesse penetrato la coltre e fosse giunta ad una distanza quasi infinitesima dalla creatura, cercherebbe di comporre il sigillo con la mano artefice del lancio affinché inneschi la carica nella carta. Dal kanji impresso sull'attrezzo ninja comincerà a diffondersi una luce che irradierà la tartaruga e le creature a lei più vicine. Un lampo che, come sempre, precede il tuono. Infatti a quel lampo di luce dovrebbe susseguirsi un'esplosione che coinvolga la creatura e, conseguentemente, ucciderla sul colpo, nonché sollevare una coltre di fumo che disturbi la vista delle creature a lei vicine, unica cosa rimastagli dopo la percezione del chakra. Non cerca di deconcentrarsi: devono liberare ulteriormente il passaggio, per cui, imprimendo forza sul proprio piede destro, cercherebbe di darsi una spinta verso le proprie ore dieci e deviare dal percorso originario, seppur miri sempre verso l'uscita dal semicerchio.
Schiudendo la fodera della tasca ninja, cerca di estrarre altri due kunai che tenta di suddividere rapidamente tra le mani. Fiondandosi con rapidità verso la tartaruga alla sua sinistra e stringendo ambo i coltelli con un'impugnatura regolare, cerca di infondere lungo il proprio braccio destro una grande quantità di energia azzurra e di issarlo come se dovesse fungere da esca. Il chakra dovrebbe convergere lungo la lama del coltello e accumularsi là dentro. Non lo rifiuterà, conta su questo. Nel momento in cui le distanze dovrebbero ridursi quasi a zero, cercherebbe di sfruttare quel kunai come un'esca, l'ennesimo croccantino per un'altra di quelle tartarughe così fameliche e così pateticamente istintive. Sperando che lo adocchi come uno spuntino e che miri a fiondarsi sul coltello esattamente come la tartaruga aveva precedentemente tentato di fare con la sua spada, il soldato serra ancora di più la presa della mancina attorno all'impugnatura rilegata del kunai. Saettando verso l'alto e issandosi con il gomito ben oltre l'altezza della propria spalla tenta di far convergere l'energia cinetica verso il proprio avambraccio e, estendendo la leva come una molla, cercherebbe di affondare la lama nell'occhio color rubino della creatura, prima che riesca ad affondare i propri denti sull'altro suo kunai e, di rimando, sulla sua mano. Tutto senza cercare di interrompere la propria avanzata che, in quel momento, dovrebbe tramutarsi in un sorpasso.

Ngh...

Una smorfia per lo sforzo di affondare sempre più in profondità il coltello è quella che va a dipingersi sul suo volto. Sfilando rapidamente il coltello conficcato sulla retina e cercando di non arrestare il passo, prova a fiondarsi in quello che prima era lo spazio tra la tartaruga a cui ha lanciato il kunai avvolto nella carta bomba e quella che ha tentato di colpire adesso, così da rompere, almeno per sé, l'accerchiamento delle creature e poter combattere con maggiore libertà.
view post Posted: 19/11/2017, 23:24     Settantanove - Missioni Evento
Le parole di Issei non gli sfiorano nemmeno per un istante l'orecchio, troppo concentrato sul contenuto della stiva, oggetto della sua curiosità. Eppure lo toccano quanto basta: un guerriero non dovrebbe mai voltare le spalle al pericolo, che egli sia privo di armi o di un arto. Non fa in tempo a voltarsi in direzione dell'uomo, che viene nuovamente spedito in cima sul ponte. Una forza anomala di una persona che non riescono ad individuare, una persona di cui, in un certo senso, non gliene importa nemmeno niente. Sul retro della linea d'attacco formata dalle baliste, l'attenzione del ragazzo vien catturata dall'azione del capitano e dalla presenza di uno dei gemelli in acqua. Sul volto si affila un ghigno divertito: vederlo in quella condizione di crisi, con le tartarughe che potrebbero dilaniarne le carni alla ricerca del chakra, solletica la sua macabra fantasia.

Li aspetta una morte infelice.

Le parole escono senza alcuna alterazione vocale, come se fosse una constatazione di fatto e senza alcuna possibilità che vada in maniera diversa: nessuno dovrebbe meritare una morte del genere e il suo capitano è isolato. Si umetta le labbra, frattanto che la mancina saetta improvvisamente in direzione del taschino che conserva uno dei kunai. L'indice cerca di incastrarsi perfettamente nel pomolo forato, mentre l'occhietto smeraldino cerca di scorgere la figura della ragazza degli Yoton. Gli tende la mano libera, come se si aspettasse di ricevere qualcosa da un momento all'altro. L'occhio torna sulla scena: buona parte delle tartarughe si è staccata dallo scafo per inseguire il capitano. Così, braccate da quegli strani carapaci sono un uomo che sta cercando di compiere un sacrificio onorevole e una persona che è finita a mare per la propria idiozia, un aspirante al suicidio che potrebbe essere sventato se collaborassero, la stessa cosa che buona parte di loro ha cercato di evitare fino a quel momento.

Carte bomba. Ne hai ancora? Cercherò di aiutare Suzaku e quel Chinsao... Per favore.

Si volta ancora a guardarla, ancora in attesa e sperando che accolga la sua richiesta. Le ultime due parole escono con un filo di disprezzo, ma è quanto di più educato riesca a dire nella sua attuale condizione mentale. In ogni caso, non sa se quel kunai basterà. Qualora ricevesse le carte bomba, distoglierebbe lo sguardo dalla ragazza per iniziare a setacciare il ponte in cerca di qualcosa da usare assieme ai coltelli. L'iride verdognola si posa infine sulla misteriosa squama che è rimasta al posto della creatura che poc'anzi stava mordicchiando affannosamente la sua spada. Cerca di studiarla attentamente, nonostante il tempo a sua disposizione sia decisamente poco: lo sguardo passa lesto sulla superficie liscia e appuntita. Decisamente grande per essere utilizzata come una qualsiasi tipologia di arma propria, però potrebbe essere più resistente di quanto non sembri.

QUELLA!

Esclama, fiondandosi in direzione dell'oggetto lasciato dallo strano essere. Nell'atto di descrizione di quelle ampie falcate, rinfodera il kunai nella taschina apposita e, una volta giunto in prossimità del parapetto, cerca di afferrare la grande squama. Decisamente difficile usarla come un'arma, ma sicuramente più utile dell'andare contro quei durissimi carapaci armati di un coltellino. Sena indugio, cerca di legarlo rapidamente alla schiena usando il cinturino del fodero che prima ospitava la sua katana. Ormai non gli servirà. Con il tonfo sordo del legno che colpisce il ponte di identico materiale, con le mani impegnate da due carte bomba ciascuna, il ragazzo cerca di spiccare un salto verso lo specchio d'acqua, previo atto di flessione immediato delle gambe onde accumulare quanta più energia di slancio possibile. In atto di elevazione, cerca di comporre il sigillo della capra e iniziare ad incanalare una minima quantità di chakra nelle piante dei piedi. Anche se si accorgeranno di lui, dovrà essere più veloce e coglierli di sorpresa.

Gesto ammirevole e sciocco. Sciocco anche io a seguirla in questa follia, Suzaku.

Aggrotta le sopracciglia e, adocchiate le ultime fila delle tartarughe, inizierebbe a scattare in loro direzione. Rapide e fluide come le onde, le falcate si susseguono sullo specchio d'acqua che, per lui, non differisce più da un normale terreno leggermente fangoso. La mancina stringe due delle quattro carte bomba, mentre la destra si preoccupa di rinfoderare le restanti all'interno del porta kunai. Potrebbero servirgli successivamente, non in quel frangente: dovrà gestire attentamente le proprie risorse. Le fessure che si ritrova per occhi, si dischiudono leggermente, una goccia di sudore inizia a calare dalla fronte, rigandogli il volto e insinuandosi nella sua maglietta. Nonostante le parole di una persona che sembrerebbe essere sicura di sé l'avverte: il brivido della paura che si insinua nelle sue viscere e che si mescola all'adrenalina che lo costringe ad eseguire quei movimenti in preda unicamente al proprio istinto combattivo. La sua concentrazione non cala minimamente: dovrà essere veloce perché quando si accorgeranno di lui potrebbe essere. L'acqua si deforma sotto ai suoi passi, rapidi e regolari affinché possa raggiungere le tartarughe il prima possibile.

*Splash*
Non dà ordini e i suoi sottoposti se ne approfittano. Non mi serve percepire il chakra per sapere che qualcosa non va.

Raggiunta una distanza di tre metri dalla fila, cercherebbe di calare la gamba destra sullo specchio d'acqua, sollevando alcune gocce dall'increspata superficie marittima. Flettendo la suddetta leva inferiore e incanalando in essa l'energia cinetica della spinta che lo ha condotto fino a quel punto, cerca di spiccare un balzo che possa consentirgli di avvicinarsi ancora di più alla fila di bestie che stanno inseguendo il capitano. L'elevazione del balzo non è molto alta, giacché dovrà sfruttare le capacità adesive delle carte bomba per quello che ha in mente e, quindi, appiccicarle sul dorso delle creature che, ancora, sono a pelo dell'acqua.

Gh... Però...

Lo sforzo e la fatica, misti a quel sentimento di ansia che lo sta divorando, lo fanno ansimare. Dividendo equamente i fogli tra una mano e l'altra, cerca di sfruttare l'elevazione e la spinta acquisita per comprimere i propri muscoli addominali. Incassati all'interno della gabbia toracica onde regolare maggiormente il flusso respiratorio, il giovane tenta di darsi un colpo di reni per iniziare un moto di rotazione sul proprio asse sagittale e tramutare la propria posizione in una perfetta linea perpendicolare posta al disopra delle schiene dei nemici che ancora non si sono accorti di lui. Approfittando di quel singolo istante in cui si troverà in perfetta ampiezza, cerca di allargare l'angolo di apertura del gomito per estroflettere rapidamente le braccia e spostare così il lavoro dai bicipiti ai tricipiti. Le dita di ambo le mani agirebbero rapide e sinuose, come quelle di un artista: adagiando attentamente quanto rapidamente le carte bomba in quel breve lasso di tempo che la sorte gli concede, cerca di affiggere efficacemente i pezzi sul loro dorso.

Sa cosa vuol dire quel giubbotto, vero?

Oltrepassata la folla di tartarughe, cercherebbe di compiere un ulteriore movimento sul proprio asse sagittale per porsi parallelamente allo specchio d'acqua. La spinta che si era dato in precedenza dovrebbe allontanarlo di cinque ulteriori metri, prima che il movimento rotatorio abbia termine e il ninja possa disporsi in modo da avere alle proprie ore dodici quello strano banco di creature affamate di chakra. Allontanandosi di altri due metri con dei rapidi passi all'indietro, cerca di compiere il sigillo apposito per far esplodere le carte bomba che aveva piazzato, prima che le tartarughe possano immergersi definitivamente in acqua. Mentre alza la mano per compiere il sigillo, continua la propria frase.

... Cosa significano le azioni delle persone come lei per noi, per il villaggio e quelli che verranno? Lo dimostri combattendo per tornare su quella nave e mantenga fede al suo cognome riunendo questo gruppo, Capitano Takeshi Suzaku.

Distoglie appena lo sguardo per portarlo sul chuunin, prima di portare a compiemento il sigilo e cercare di innescare le cariche poste sul dorso delle tartarughe. Un lampo seguito da una violenta esplosione a catena di entrambe le carte poste sui dorsi di due tartarughe limitrofe ai lati della fila, dovrebbe far sì che assieme a loro, anche qualcun altra possa subire il contraccolpo dell'esplosione. Così facendo, cercherebbe di attirare l'attenzione di parte dello sciame su di sé e di danneggiarne quante più possibili.
view post Posted: 5/11/2017, 12:06     Settantanove - Missioni Evento
La manovra dei Kinsei riesce perfettamente, impedendo così che la nave venga bucherellata da parte a parte. Serrando la presa della mancina sul parapetto, il giovane cerca di non farsi sbilanciare, mentre osserva il corpo estraneo avanzare oltre. Nonostante l'atto dei due, il ragazzo non sembra essere soddisfatto: qualcosa di peggio potrebbe arrivare da un momento all'altro. Prua e poppa, lì concentra il proprio sguardo, spostandosi rapidamente da un capo all'altro della nave, poichè solo in quel modo potrebbe accorgersi che ben due cose stanno affiorando dall'acqua. Trae un respiro profondo, frattanto che le dita si contraggono e si rilassano dinanzi al suo volto, facendo sì che la mano assuma ad intervalli la forma di un pugno. Quella nebbia e quell'umidità che li circonda non gli piace, ma non ha scelta. Con un rapido gesto del suddetto arto, slaccia il coprifronte assicurato al collo e lo sposta sulla sommità del volto, raccogliendo sopra la testa i capelli normalmente cadenti sulle sopracciglia. Agli altri non sarà chiaro il motivo di quella scelta, solo a lui.

TUTTI QUI! ASCOLTATE!

Il tono con cui richiama i suoi compagni di sventura è tutt'altro che pacato e riflessivo come prima. Mentre attende l'arrivo di tutti, la dritta mano si serra attorno all'impugnatura intarsiata della katana. Un rapido *Clack* e l' habaki della katana comincia a mostrarsi per poi lasciare posto alla lama, perfettamente pulita di ogni impurità. Con un quasi sordo*Tak* appoggia la punta della spada sul ponte, impugnandola con i palmi di ambo le mani che convergono verso il pomolo dell'arma. Gli occhi, leggermente dischiusi, lasciano intravedere solo una pallida luce smeraldina. Nel momento in cui i membri del team interessati lo raggiungeranno, sarà già pronto a spiegarsi. Ogni segno di formalità ed attenzione all'etichetta è stata abbandonata. Tiene la schiena ritta e lancia una rapida occhiata a tutti i compagni di squadra, mentre dalla bocca escono parole che non hanno nulla di simile all'illustrazione del piano che aveva fatto in precedenza.

Io e Suzaku dovremo andare rispettivamente a poppa e prua a fulminare quei cosi schifosi. Tu, invece...

Non si premura neppure di usare suffissi e titoli, forse perché non gliene sta importando niente. L'unico briciolo di rispetto è quello di star usando il cognome della persona al posto del nome. Eppure, nonostante il tono serio e irriverente, sul suo volto liscio è dipinta un'espressione pura e serafica, una falsa impressione di accondiscendenza. Nell'ultimo momento si volge in direzione di Sumiye, così da illustrare la sua parte, sempre in modo innaturalmente aggressivo.

... Se stavolta vuoi essere di aiuto, usa tecniche o metodi diversi dalla lava: finché stanno in acqua non potrai fargli niente. Usa il chakra e vai a metà dell'albero maestro.

Illustra Da lì avrà una visuale migliore e potrà tenere d'occhio la situazione e bersagliare i nemici in ben altre maniere o fare semplicemente da vedetta. Lanciando un'occhiata in tralice ai due Kinsei, illustra l'ultima parte del piano, mentre comincia ad avviarsi in direzione del lato di poppa. Il volto non si deforma da quell'espressione serafica, ma il tono ammette repliche né vuole domande.

Io e il capitano potremmo aver bisogno di voi due. A meno che non vogliate suicidarvi cercando di rallentare le creature con i vostri vortici, dovrete usare qualcosa di diverso. Collaborate tra voi.

Conclude seccamente la frase sollevando la spada, mentre allude ai due gemelli e a Sumiye. Si rivolge a loro come se fossero un manipolo di marmocchi e non lascia certo spazio a domande, preferendo continuare nel proprio tragitto. Imperterrito, lo sguardo del guerriero si focalizza unicamente sull'entità che sta affiorando dall'acqua. Cerca di non contaminare la propria mente con inutili calcoli e disquisizioni che potrebbero interessare solo uno scienziato pazzo. Del resto lui è un guerriero, un ninja e un romantico, non uno di quei topi di biblioteca che si affidano ai dati raccolti sul campo.



L'aria inizia a sfrigolare attorno alla sua katana, una scia di colore azzurro si concretizza attorno alla lucida lama, che ora balugina di quella pallida luce tipica del chakra. Il suo chakra è animato da una volontà diversa da quella di prima: seppur la sua energia fisica sia rimasta inalterata, la componente psichica è un tumultuoso concatenarsi di emozioni positive e negative che cercano di prendere il sopravvento le une sulle altre, instabili come la natura del Genin. Raggiunta l'estremità della nave, pianta nuovamente la spada a terra e cerca di comporre in rapida sequela i sigilli della tecnica che ha usato in precedenza. Ultimata l'attivazione, il chakra cerca di fluire lungo il canale circolatorio, attraverso ogni singola apertura della pelle. Non si oppone, ma lascia che quel mistico potere scorra in lui come il sangue scorre nelle sue vene e, nel frattempo, serra la presa delle falangi destre attorno all'arma bianca.

Lenta e inesorabile, la tempesta divora ogni cosa e il fulmine è il suo silenzioso emissario. Se è così... Ikorose, Raiton.

<ninjutsu elementale a lungo raggio> - - Scarica a Terra - [Chk: 50/110][Int: +75/145] "Il ninja concentra il proprio chakra in una sfera instabile di elettricità, per poi scagliarla contro l'avversario. Non appena la sfera tocca il terreno, esso sarà pervaso per un attimo da una potente scossa elettrica, che renderà estremamente difficile difendersi da questo attacco. Chi si difende dall'attacco, qualora subisca danno certo, vedrà i punti Sonnolenza e Paralisi che subirebbe, aumentare di 10/15."


Come un pittore che imprime la sua anima nei suoi disegni, uno scultore nella pietra inanimata, il Genin richiama a sé il proprio spirito sì da animare la katana con il proprio chakra. Nell'atto di sollevamento della spada, il chakra cerca di fluire attraverso l'impugnatura e l'anima dell'acciaio, sì da tramutare quella sottile nube azzurra e informe in una violenta scarica elettrica che percorre ogni singolo strato della lama. Mantiene le gambe leggermente divaricate e, raccogliendo il braccio all'altezza del collo, cosicché la mano possa quasi raggiungere la nuca, sposta il proprio sforzo sul bicipite. Con un semplice atto destrorso del braccio, cerca di estendere l'angolo di apertura del gomito e di tracciare nell'aere un violento roverso sgualembrato che partirà dall'alto della spalla sinistra per terminare lungo il fianco destro. La scia che lascia la spada si condensa rapidamente, permanendo lungo il tracciato. L'aere sfrigola e si lamenta, facendo avvertire al giovane il suono del taglio d'aria. Solo al termine di quel movimento, che tenta di eseguire con la rapidità tipica di un ninja quella curva che avrà tracciato inizierà a sfrecciare verso il proprio bersaglio: le gibbosità che stanno alterando anormalmente la superficie dell'acqua. Mantiene lo sguardo fisso in loro direzione, mentre la presa si serra ancora di più, forse in un atto di sfogo per quella tensione che ora intercorre tra il lancio e l'impatto della sua tecnica.
view post Posted: 30/10/2017, 17:26     Settantanove - Missioni Evento
Un manipolo di bambini che battevano i piedi, questo è lo spettacolo che ha davanti agli occhi il giovane. Aveva pensato che un'esperienza del genere sarebbe servita a rinforzare la cooperazione tra la squadra, ma si è chiaramente sbagliato. Scuote la testa, mentre sul volto va dipingendosi un'espressione ricolma di disappunto: non si aspettava che tutto potesse prendere una piega così orribile.

E dire che avevo stimato una sola probabilità del 15% che il piano potesse portare a questo risultato... Oh, beh...

Fa spallucce, frattanto che con un colpo di reni si slancia dal parapetto e inizia ad avvicinarsi in direzione del Capitano Suzaku. Lo guarda dondolando il capo da una parte all'altra della spalla. Non ha mai avuto modo di conferire direttamente con lui, ma questo potrebbe essere il momento buono per farlo. Incrocia le braccia all'altezza del petto e lo scruta attentamente, senza proferire parola, con un'occhiata che potrebbe sembrare quasi fastidiosa, oltre che insistente. Solo alla fine si lascia andare in un piccolo e lento applauso. Sembra ironico, eppure l'espressione sulla sua faccia e il tono di voce che usa di lì a poco lascia intendere tutt'altro.

Sono contento che almeno lei abbia capito ciò che voleva fare Issei: la capacità collaborativa e l'ambizione possono essere misurati solo con una prova sul campo. Peccato per gli altri...

Mugugna, distogliendo lo sguardo dal superiore e portandolo in direzione degli altri membri del team, ormai distanti in più di un senso. I gemelli si sono allontanati in preda all'indignazione, mentre Sumiye continua a mostrarsi come una ragazza in preda all'ansia e vittima delle proprie paure. Distolto lo sguardo dai tre, lo porta in direzione del banco di nebbia che sta ostruendo la loro visuale. Vedere oltre quell'alone bianco sarebbe più facile di capire le insondabili emozioni dell'animo umano e ciò che ha spinto ognuno dei suoi compagni a compiere quelle assurde scelte di parole e azioni che hanno adottato poc'anzi. Si umetta le labbra, ora che è colto da queste speculazioni filosofiche, eppure non ha tempo di crogiolarsi in simili riflessioni: il morale della squadra è a pezzi.

Immagino che vi siate divertiti vicino alla polena della nave. Sapete che c'era una possibilità del 55% che le vostre creste fossero rovinate dai detriti? Alla fine è andata bene!

Un insolito senso dell'umorismo, quello che va mostrando il ninja scienziato, che alla bizzarra frase va accompagnando un sorriso compiaciuto. La sua espressione muta subito dopo, tornando quella seria e impassibile che ha avuto fino a quel momento. Li osserva in silenzio, alternando un movimento sincrono delle pupille smeraldine dal volto di Isao a quello di Ideo. Non è solito darsi ad interazioni sociali con persone scorbutiche come loro, ma ne ha bisogno. Ha bisogno delle loro capacità se vuole portare fino in fondo questa missione, quel guscio di noce e la sua stramaledetta ricerca.

Avete fatto un ottimo lavoro, Isao e Ideo. So che non avete seguito il piano perché vi fidavate o per spirito di gruppo, ma senza di voi il capitano non sarebbe riuscito nell'impresa di superare i relitti.

Si sta complimentando con loro, forse avrebbe dovuto farlo prima e non allontanarsi dal resto del gruppo, come ha fatto. Reclina la testa sulla spalla sinistra, cercando di trovare le parole giuste per continuare

Siete strani e non parlo certo del vostro aspetto: chi vi giudica tali per quello è solo una manica di idioti senza capacità di raziocinio. Nonostante siate cresciuti nelle stesse avversità e abbiate vissuto le stesse esperienze, avete sviluppato due caratteri diversi. Eppure, riuscite a coordinarvi e a usare le vostre tecniche in maniera perfetta... Vorrei che potessimo collaborare come fate voi due.

Un sincero complimento, il primo da un po' di tempo da quando sono saliti su quel guscio che li sta portando verso il suicidio. Trae un sospiro profondo, mentre ascolta le parole del duo.

Non dovete fidarvi di me, di Issei o degli altri membri del team, anche se vi fidaste unicamente del vostro istinto, sono sicuro che saprebbe dirvi che la scelta di allontanarsi così non sia quella giusta. Siamo tutti accomunati dall'essere insieme su questa nave per cercare una creatura dal potere incommensurabile e aiutare il nostro villaggio. Kinsei, Yoton, studiosi folli, scienziati pazzi, nonostante tutto miriamo allo stesso obiettivo e, se abbiamo collaborato prima, potremo farlo di nuovo per uscire vivi da questa follia, ne sono sicuro.

Resta fermo nelle sue asserzioni, quel ragazzetto. Le parole del duo sembrano lasciar intendere che non vorranno continuare a collaborare con lui e il resto della squadra, ma forse hanno solo bisogno di pensarci su.

Parlate di fortuna, io dico che oltre a quella sia stata importante la collaborazione e la strategia. Forse, se fosse mancata solo una di queste cose, il risultato del piano sarebbe stato decisamente diverso. Beh... Spero che rifletterete su quello che ho detto.

Conclude, distogliendo lo sguardo dal duo e cominciando ad avviarsi verso il resto del team. Un semplice cenno di saluto, quello che va a offrire loro, nella speranza che pensino alle sue ultime parole. Passano i minuti e il Capitano Suzaku si sveglia da quella trance meditativa in cui si era rinchiuso, avvisando i presenti dell'avvicinamento di un banco di pesci. Niente di irregolare, eppure la quantità di chakra che queste creature stanno emettendo è anomala, straripante. Rimane interdetto per svariati secondi, il giovane ninja, abbastanza da fargli pensare che i sensi affinati del capitano stiano risentendo di qualche malfunzionamento. Sgambettando sul ponte, si dirige verso la prua, mentre i gemelli iniziano già con il prendere posizione ai lati della nave.

Potrebbe non bastare...

Mormora assorto, mentre osserva pensieroso quel banco in avvicinamento, ma ancora troppo distante da loro. E' rischioso, ma deve aspettare ed elaborare informazioni e proprio quell'attesa ricolma di ansia fa sì che sul suo volto si manifesti un'espressione di indignazione. Serra più volte la presa della mandritta attorno all'elsa della katana, quasi stesse cercando di sfruttarla come un rudimentale antistress. Passano i secondi, deve concentrarsi.
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