Konoha sotto attacco! Farewell Ryu, Libera per tutti i pg di konoha.

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view post Posted on 29/7/2015, 21:13     +1   -1
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Kiri
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Insidiose lingue di puro magma venivano bloccate con estrema difficoltà dall'impegno degli shinobi, che imperterriti continuavano a stringere i denti e a mettere in gioco la loro stessa esistenza per proteggere i civili. Setsuna s'era mostrata come le dicerie la descrivevano: splendidamente elegante in ogni sfaccettatura. Quella ragazzina dal cuore nobile non era soltanto bella come la luna nell'oscurità della volta celeste, ma anche caparbia e temeraria. Quell'infausto giorno molti l'avevano notata e ammirata, incrociando il suo cammino per riconoscerle quell'innata fermezza al comando - di per se molto rara in una ragazza così apparentemente delicata.
Indossato il prezioso cimelio della sua nuova famiglia, aveva assunto un'aspetto etereo e spettrale: uno spettacolare connubio, unito alla curiosità dell'irraggiungibile e al timore reverenziale suscitato dal mistero. Non poteva certo mancare il piccolo nibbio dal piumaggio color pervinca, al suo fianco. Il rapido susseguirsi delle sue azioni non le fece mancare d'udire lo sbalordimento e l'inaspettata raccomandazione del ragazzo dagli occhi color smeraldo, che impegnato a recuperare una situazione in rapido decadimento non ebbe modo di bloccare la ragazza. Sorrise appena la fanciulla dai capelli cobalto, grata per quell'interesse spassionato alla sua incolumità e fiera del lavoro degli shinobi al suo fianco. Una cosa era certa: non li aveva lasciati da soli perché troppo impegnata ad ascoltare la sua impulsività. Sapeva perfettamente che quegli shinobi avrebbero fatto del loro meglio per arrestare le fiamme, e non v'era motivo ch'ella facesse loro da balia. Con quel gesto, aveva spontaneamente deciso di fidarsi di tutti loro.



[***]



L'intero villaggio era in fiamme, e più ci si avvicinava al centro nevralgico del conflitto più i danni alle strutture e alle persone aumentavano. Sotto i loro piedi, il terreno era squassato in profondità e rivoli e colonne di denso magma fuoriuscivano con l'unico scopo di inghiottire e distruggere. Più avanti, svettavano fra le rade casupole ancora in piedi sulle fondamenta i giganteschi Akimichi e nel cielo infuocato s'aggiravano le figure d'inchiostro dei maestri dell'arte animata. La spettrale Setsuna s'aggirava in questo scenario nefasto con grazia ed estrema agilità, accompagnata dal compagno alato che unico avrebbe potuto tener testa alla sua innaturale velocità. Schivarono diverse colonne, incrociandosi per poi tornare fianco a fianco nella corsa folle per salvare le vittime innocenti di quel disastro. Nonostante l'innata fosse attiva e più che sufficiente ad aiutarla a monitorare il territorio per trovare forme di vita ancora intrappolate nelle macerie, anche Washi fece la sua parte precedendola. La sensibilità dell'essere alato era superiore alla sua, nonostante tutto. Il suo aiuto fu estremamente prezioso.
Insieme salvarono molte persone, e scortarono molti feriti alla residenza/fortezza servendosi dell'aiuto delle figure d'inchiostro e dei loro fantini. L'obiettivo era chiaro nella sua mente, e certo nulla l'avrebbe fermata nell'avanzare. Non si curava del suo aspetto insolito, o del minaccioso copricapo a forma di becco aguzzo che le si parava di fronte agli occhi. Molti si spaventarono della sua figura, ma la sua parlantina e il suo sorriso erano rimasti immutati e tanto bastava a convincere le persone a fidarsi di lei. Certo non mancarono le forzature, e più volte fu costretta a ricorrere alla sua conoscenza degli tsubo per modificare il sistema circolatorio e mettere a nanna gli oppositori. Non le piaceva ricorrere alle maniere forti, ma quello era l'unico modo per salvare coloro i quali si impuntavano o avevano paura.


(Mi dispiace, lo faccio per il vostro bene..)

Interminabili minuti passarono, mentre saettava da un cumulo di macerie a un altro sollevando quante più pietre e assi di legno frantumati dalla furia del terremoto e delle fiamme. Mentre portava fuori un uomo rimasto intrappolato, sfortunatamente ferito alla gamba destra, ebbe modo d'ascoltare una voce familiare chiamarla per nome. Sorpresa, volse il capo in direzione di questa e nella figura che le correva incontro riconobbe il giovane Aburame che, come lei, aveva affrontato l'immane scalata alla conquista della fiducia dei sacri rapaci. Gli fece cenno di aspettare, quando confuso cercò di formulare qualche domanda. Con un semplice gesto, un ragazzino dai capelli scuri in groppa a una delle figure d'inchiostro scese vicino alla sua posizione e insieme aiutarono l'uomo a salire per essere scortato in salvo.
Quando la creatura prese il volo, lasciandoli finalmente soli, il nibbio planò dolcemente sulla spalla sinistra di Setsuna e quest'ultima volse al giovane Mitsunobu un mezzo sorriso: era evidente che fosse felice di saperlo al sicuro. Non ebbe il tempo di salutarlo o di aggiornarlo sulla situazione, poiché quasi immediatamente il ragazzo confuso chiese spiegazioni sul suo aspetto spettrale. Washi parve quasi buttare il petto in fuori, mentre scrollava le sue splendide ali nell'ascoltare le parole della protetta.


E' una lunga storia, Mitsunobu-kun.. prometto che ti spiegherò tutto nei dettagli, uno di questi giorni. Ti basti sapere che il merito di quest'aspetto è di questo.

Gli rispose, ticchettando l'indice della mano destra sul copricapo piumato che le conferiva non solo l'aspetto spettrale ma anche un'aria da selvaggia guerriera. Allo stupore del più piccolo seguirono ulteriori domande, alla quale la stessa Setsuna poté rispondere in maniera dozzinale e imprecisa.

Stiamo combattendo tutti, persino l'Hokage è scesa in campo per salvare il villaggio da questa catastrofe. Quando è iniziato tutto questo ho potuto vedere delle gigantesche ombre aggirarsi per il palazzo, e sono sicura che sia lei che gli ANBU si stanno dando da fare in prima linea. Anche i medici del villaggio stanno aiutando con i soccorsi.. avrai sicuramente sentito le parole di Hachi-san.

Disse, tentando di essere più precisa e sicura possibile per infondere anche a lui la stessa sicurezza. Ma non c'era tempo per amabili chiacchierate: dovevano darsi una mossa.

Sono felice di vederti incolume, Mitsunobu-kun. Ma dobbiamo sbrigarci, ci sono ancora tante persone bisognose del nostro aiuto. Dobbiamo scortarle in salvo, al più presto. Akane-sama non può fare tutto da sola.

Se lavoreremo insieme, ci sbrigheremo in un batter d'occhio.

Con queste parole entrambi si mossero per continuare la loro opera di salvataggio. Washi prese il volo, segnalando il prossimo obiettivo con più necessità; gli insetti dell'Aburame s'intrufolavano fra le macerie per percepire possibili presenze. Setsuna s'aggirava silenziosa, sollevando massi e macerie senza sosta alcuna. Non ebbe modo di udire chiaramente la voce del rosso domatore del deserto, poiché il suo stesso essere e la sua mente erano dominati da una seconda anima che rendevano le comunicazioni mentali confuse e destabilizzanti. Si bloccò.

Cosa diavolo..?!

Setsuna-san, ti senti bene?

N-non riesco.. a capire! Sento degli eco confusi nella mia testa!

Non temere, non è nulla. Qualcuno cerca di mettersi in contatto telepatico, ma non riesce a raggiungerti per via del copricapo. Col tempo imparerai ad usarlo, e quando sarai in grado di domare il suo potere allora le conversazioni telepatiche, quando l'indosserai, saranno più chiare.

Lo spero.. questi eco mi stanno facendo venire un gran mal di testa..

Non ti curare di loro, concentrati su quello che stavi facendo. Non abbiamo un minuto da perdere.

Hai ragione. Muoviamoci.

Dunque riprese, seguendo i consigli del nibbio e continuando imperterrita a perlustrare la zona. Non avrebbe aiutato Sabaku No Keiichi con la sua energia vitale, ma avrebbe contribuito a salvare quante più persone possibili prevenendo le dispendiose cure annunciate dal rosso sconosciuto.



[***]



Nel frattempo, alla residenza della giovane fanciulla dai capelli cobalto erano molti i valorosi shinobi in lotta con le fiamme. Ci volle un poco per estinguerle del tutto, e un ruggito innaturale pervase l'aria per sancire la loro fine. Poterono tirare un mezzo sospiro di sollievo, nonostante quel rumore non presagisse nulla di buono. Nel cielo infuocato dal sole rosso saettavano le figure d'inchiostro e molti si prodigarono ad aiutare i feriti e non. V'era chi piangeva di disperazione, chi teneva la parte lesa per cercare di contenere il dolore e chi cantava le lodi della spettrale salvatrice e del domatore degli insetti. Uno scenario confuso, reso ancora più difficile da gestire dalla comunicazione telepatica di Sabaku No Keiichi.

 
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view post Posted on 30/7/2015, 16:25     +1   -1
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Il piano era pronto, gli shinobi a terra potevano sentire quel familiare senso di terrore per la propria vita e quella dei loro cari nel villaggio mista all'eccitazione, si, eccitazione; mai prima d'ora Konoha aveva affrontato l'attacco diretto di un eremo e del suo eremita, perciò per molti quella poteva essere un'esperienza altamente formativa, se non avessero perso la vita nel tentativo di proteggere il villaggio.
Prima però che il gruppo di jonin potesse arrivare a dare man forte per una jutsu combinata, Reshef ghignò e fece fuoriuscire dal terreno vicino a coloro che l'avevano intrappolato dei pali che limitarono i loro movimenti, impedendo loro di mantenere la tecnica di contenimento.


E quelli che cosa sono? Non mi piace per nulla...

Dall'alto, Kinji poté osservare come poi la salamandra fece materializzare delle lame che tagliarono verticalmente le carni dei giovani shinobi; inutili i soccorsi che tempestivi tentarono di tagliare tutto ciò che proibiva ai loro compagni di continuare a svolgere il loro compito.

- Ma che bella trovata, quel mostro è di nuovo a piede libero. Ringrazia che non sei la sotto, altrimenti anche tu avresti rischiato di essere tagliato in tanti pezzettini.

Gli disse quasi ironico il rapace, ben conscio di quanto il suo contributo in quel frangente fosse prezioso. Intanto, sorvolando la zona di battaglia, gli occhi del Vermiglio poterono studiare meglio la situazione: per le strade vi erano anche altre specie (seppur di dimensioni ridotte) di salamandre che cercavano di creare ancora più scompiglio.
Facendo cenno al volatile dal piumaggio osseo di avvicinarsi a quelle creature, in attesa dell'arrivo dei rinforzi per il più grosso della compagnia, adocchiò una figura effimera, eterea muoversi tra le macerie in compagnia del familiare nibbio dal piumaggio blu scuro e Mitsunobu.


Quella specie di fantasma... è Setsuna? I suoi movimenti sono molto più rapidi del solito, confusi ma al tempo stesso aggraziati. Deve essere grazie all'elmo di Washi... non riesco a distinguerla perfettamente da qui, ma sembra quasi che plani da un edificio in rovina all'altro.

La figura intera della giovane sembrava distorta, poco definita, e dalle sue spalle sembrava quasi esserci un prolungamento di chakra che la rendevano più simile ad un angelo che ad una guerriera. A poca distanza da lei e dall'Aburame, si stava avvicinando silenziosa e minacciosa una salamandra grossa quanto un uomo adulto, e i due non parevano aver notato la sua presenza nonostante l'arte oculare della giovane.

- Presto Higyo-san, dobbiamo salvarli!

Ovviamente il rapace aveva tenuto d'occhio la situazione e sapeva bene a chi il suo evocatore si riferisse. Senza sosta il volatile prese a scendere bruscamente di quota fino a che non sbarrò la strada alla creature a sangue freddo, mentre Kinji balzò a mezz'aria mettendosi al fianco del suo fido destriero alato e dando le spalle ai due compagni. Fiamme cremisi sul kimono immacolato, la fida katana allacciata alla vita e i capelli senza garbo che si muovevano senza sosta grazie al vento sollevato, impossibile confondere quella figura che era apparsa nel posto giusto al momento giusto.
L'Uchiha voltò il capo verso di loro e rivolse un sorriso tranquillo, come se avesse sotto controllo tutta la situazione.


- E' da un po' che non ci si vede, vero Mitsunobu-kun?

E mentre pronunciò quelle parole, la salamandra si gettò contro di lui in un assalto furioso; prima però che lo stesso animale e gli altri potessero accorgersene, qualche piccola scossa percorse tutto il suo corpo e -nel giro di un battito di palpebre- il chunin scomparve per lasciare al suo posto delle scie di luce tenue simile a tanti squarci che convergevano nella carne del nemico. In quella manciata di secondi il rettile cadde rovinosamente al suolo tra sangue e scaglie, per poi scomparire in una nuvoletta di fumo e rivelare la figura del chunin a circa un metro di distanza alle sue spalle, esattamente nella stessa posizione in cui lo avevano visto prima del suo attacco apparentemente invisibile ad occhio nudo.
Il suo kimono dalle rifiniture scarlatte era l'unica cosa che svolazzava al vento, mentre il rapace dal piumaggio osseo fece una grassa risata dopo aver assistito a quello spettacolo.


- Una esecuzione da maestro Kinji-kun! Nushisora-sama ti ha conciato per le feste per farti diventare così rapido eh? Se ti vedesse ora sarebbe fiero dei tuoi progressi.

Gli disse divertito, volgendo poi lo sguardo verso gli altri due firmatari dell'eremo.

- La situazione non è delle più rosee ragazzi, e ben presto anche quest'area dovrà fare i conti con il bestione più grosso. State sempre all'erta!

- Mi raccomando Washi-san, conto su di te per avvisarli su ogni movimento potenzialmente pericoloso ai loro danni.
Setsuna-chan...


Attirò l'attenzione della sua amata verso di se per poi lasciare che le loro doujutsu tanto opposte quanto meravigliose assieme potessero specchiarsi tra loro nonostante il copricapo della kunoichi.

- Torno con gli altri Anbu e Jonin nel vivo della battaglia; ho visto altre creature nei paraggi e farò in modo che non vi siano d'intralcio per i soccorsi... ci vediamo più tardi quando tutto questo sarà concluso.

Le disse facendole l'occhiolino e dandole un fugace bacio sulla fronte per poi montare nuovamente su Higyo e prendere quota verso il prossimo obbiettivo.

//Poco da dire: l'evo chunin è fuori dai giochi (a dire il vero con una genjutsu lo sarebbe persino reshef ora come ora, ma vabbè). A Bloody e Ashitaka ruolare il mio intervento al prossimo post. Nel giro successivo vedrò di far fuori le evo jonin con dei npc o vedrò che altro mi invento.//
 
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view post Posted on 30/7/2015, 20:51     +1   -1

Solo chi assapora la morte, può gustare appieno la vita

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Tecnica dopo tecnica, attraverso la perfetta combinazione di Acqua e Terra, il gruppo di shinobi stanziati presso la residenza degli Hyuga adibita a rifugio, respinge l’ avanzata della lava. Servono molte gocce di sudore e molto chakra prima che il flusso sia arrestato completamente ma la situazione sembra tornare alla normalità; sebbene normale sia un aggettivo difficilmente associabile alle circostanze in cui si trova Konoha.

Distruzione e fiamme ancora pervadono il villaggio, quasi tutti i civili sono stati messi in sicurezza mentre shinobi di ogni rango e con ogni tipo di abilità corrono a destra e a manca per contribuire alla protezione della Foglia sull’ esempio del loro Hokage e secondo gli ideali della Volontà del Fuoco. Con l’ apparizione del Susano’o di Akane Uchiha e l’ imprigionamento di Reshef la situazione sembra finalmente volgere a vantaggio dei konohani…ma solo temporaneamente. In poco tempo, Il Signore delle Salamandre si libera in tutta la sua fierezza e fa piazza pulita della squadra di ninja che ha osato mettersi sul suo cammino.

Inochimori non vede tutto questo, ha appena terminato l’ ennesima esecuzione di una tecnica di Suiton per far evaporare il magma e viene immediatamente chiamato indietro da Midori, che si destreggia come può nel rifugio facendosi aiutare anche da Kagetsuchi.

“Inochimori-Kun! Vieni presto! Non riusciamo a…Kagetsuchi!”

Quando il Senju si volta per comprendere il motivo di quella richiesta di aiuto, vede Kagetsuchi che con grande sforzo tenta di mantenere attivo il controllo dell’ ombra su un uomo, il quale si dimena, o meglio cerca di dimenarsi e lo farebbe con violenza se non fosse bloccato dalla tecnica del Nara. Ciò nonostante il ragazzino sta per cedere, è concentrato, gli occhi sono socchiusi e le tempie rigide. Sta sottoponendo il corpo e la mente ad un grande sforzo. Manca poco alla fine di quel jutsu e la resistenza del genin tredicenne non è altissima.

“Non riusciamo a trattenerlo!...Si calmi, altrimenti non potremo curarla!”

Inochimori corre in direzione dei due ragazzini, le mani si congiungono come per usare il Mokuton; la soluzione ideale è proprio quella di utilizzare le radici per bloccare quell’ uomo, se non fosse che il Senju non si è ancora accorto delle profonde ustioni che ricoprono gran parte del corpo di quell‘ uomo. Rivestire di radici quel corpo ustionato non farebbe che aumentare il dolore e di conseguenza la furia di quella persona.

Sono attimi. Senza sapere come Inochimori si ritrova a fissare quell’ uomo negli occhi. Non lo conosce, non lo ha mai visto, non sa il suo nome ma un incrocio di sguardi gli rivela molto più della sua anima che una lunga conversazione. Il tempo sembra fermarsi quando vede gli occhi dell’ altro inumidirsi e due rivi di lacrime bagnargli il volto annerito. Il dolore di quell’ uomo sembra penetrare in lui con una consapevolezza e convinzione tremenda, tanto da far tremare la sua anima.

”Aiutami…è una sofferenza insopportabile! Aiutami”

Sembra telepatia ma non lo è. Il nome vero di quell’ emozione è compassione o empatia. Inochimori ne sembra posseduto per qualche istante e vede in quell’ individuo solo un perduto che brucia tra le fiamme, bisognoso di esserne strappato.

“Kagetsuchi! STAI BENE!?”

Midori grida il suo dolore verso il ragazzo cui vuole bene. Il Nara sente le sue forze cedere e rilascia la tecnica di controllo, l’ uomo si sente ormai libero di sfogare tutta la sua sofferenza e si dirige esplosivo ed incontrollato verso i tre. In un ultimo tentativo di difesa, Midori si muove per istinto ed estrae un kunai; lo stringe forte nella mano ed è pronta ad usarlo se questo può servire per difendere l’ amato Kagestsuchi, stramazzato al suolo privo di forze.

Ma con sua somma sorpresa, l’ uomo arresta la sua avanzata carica di follia proprio a pochi centimetri e si inginocchia sospirando. Ma non sono sospiri finali, come di chi è stato privato della vita; al contrario, si tratta di respiri profondi come di chi è stato riportato alla vita dopo aver assaporato la morte. Nel mezzo di uno di quei lunghi sospiri di sollievo, si interpone una parola, rivolta al Senju:

“Grazie…”

Inochimori è fermo, in piedi accanto alla tremolante Midori, in posa marziale e fissa il corpo affannato dell’ ustionato adesso non più in preda al dolore. Cosa è successo? Gli sono bastate le conoscenze mediche di base e l’ utilizzo di una genjutsu per agire sulle funzionalità cerebrali e conferire un certo sollievo. In altre situazioni e su altri individui quella illusione di carattere gelido, può essere devastante, ma non in quel caso. L’ ustionato può finalmente trovare ristoro mentre il suo cervello recepisce le immagini di un paesaggio freddo attorno a lui, anche il corpo inizia a percepire quella sensazione di frescura, mai prima d’ora era stato tanto ambito il freddo di quella situazione. Il Senju mantiene attiva l’ illusione, impressa con leggerezza nella mente altrui, quel tanto che basta per consentire ad alcuni uomini nelle vicinanze di somministrare dapprima un calmante e poi le dovute cure per le parti ustionate.

<genjutsu> - Tecnica del manto di gelo - [Chk: 35][Eff: +50] “Attraverso l’arte illusoria, il ninja riesce a mascherare le condizioni dell’ambiente circostante il campo di combattimento. Ivi, senz’alcun motivo apparente il terreno inizierà a gelare, mentre la temperatura sembrerà calare a livelli vertiginosi. Colui che subisce questa tecnica percepirà il calare progressivo del calore, tanto che il suo stesso corpo, ingannato dall’illusione, si raffredderà fino ad impedirne i movimenti più elementari. La tecnica infligge status Congelamento calcolato su residuo/2.”


Proprio nell’ istante in cui Inochimori rilascia l’ illusione viene catapultato in un incubo. La voce di Ashura-sama riecheggia nella sua testa. Esattamente ciò che non avrebbe più voluto sentire, l’ ultima cosa che avrebbe voluto accadesse, tanto che si era persino dimenticato della sua presenza al villaggio. Adesso si è rifatto vivo, con quella manifestazione di abilità telepatica così affascinante ed inquietante allo stesso tempo. Con quel suo parlare carico di cinismo e che lentamente si arricchisce di malvagità…o forse no?.

Ciò che nota Inochimori è un incremento del discorso in positivo, non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che l’ uomo che sta comunicando nella sua mente è Sabaku no Keiichi, un uomo che fino a poco tempo prima aveva quasi annullato il nindo di Inochimori con la sua aura misteriosa e disillusoria e che ora ci tiene a sottolineare il suo rimpianto per la vita passata o le sue buone intenzioni nel prendersi cura degli abitanti di Konoha, ninja e non. Il Senju sobbalza in cuor suo quando il Rosso pronuncia il suo nome in un discorso pubblico ed evidentemente rivolto a tutto il villaggio.

”Che cosa ha voluto dire? Grazie a me cosa?! Ha quasi distrutto il mio percorso di shinobi e ora dice che vuole ritrovare la strada perduta?!”

Inochimori non comprende appieno quel cambiamento, perché un uomo della fama di Sabaku no Keiichi dovrebbe essere indotto ad una trasformazione interiore da un giovane genin, inesperto in tutto rispetto a lui? E pensare che il suo nindo ha subito una crisi fortissima negli ultimi giorni eppure…ha davvero inciso così tanto su Ashura-sama? Possibile?.
Queste e molte altre perplessità gli intasano la mente, confondendolo.

Poi eccola lì…una proposta che difficilmente il Senju inseguitore della vita può rifiutare. Allettante come un piccolo cerbiatto che va a curiosare in una tana di lupi. Certo per il lupo è allettante…ma per la preda?.

L’ invito è quello di donare parte della propria energia vitale per guarire i più deboli, cui seguono alcune osservazioni del Rosso sull’ amoralità di un jutsu. Una tecnica in fondo non è né buona né cattiva in sé, dipende da come la si usa. E su questo Inochimori non può dargli torto, perciò ascolta con attenzione le spiegazioni di Keiichi, lui più di tutti dovrebbe essere interessato a quell’ esortazione. Può uno come Inochimori tirarsi indietro? No di certo! Sarebbe come chiedergli di morire! Sì per il giovane Senju, non dare valore alla vita in una situazione del genere è come la morte!. Perciò fa la sua scelta, non la pondera poi più di tanto, è come qualcosa di spontaneo che nasce in lui.

Dunque Inochimori concede parte della sua energia vitale, lasciandola gestire al Rosso. Non risponde alla sua comunicazione, neppure all’ invito di diventare suo allievo. Vuole fatti Inochimori, non parole. La sua risposta è nei fatti, non nelle parole. Fidarsi di Keiichi, almeno per quella situazione. E i fatti concreti non tardano ad arrivare, si manifestano attraverso una pioggia di chakra medico sparso per tutto il villaggio. Il Senju si strofina più volte gli occhi perché crede di essere in un sogno. Ashura-sama sta davvero portando pienezza in tutto il villaggio. Keichi-sama potrebbe essere davvero il suo Sensei, nonostante quello che hanno detto l’ Hokage ed Hachi-sama. Il Rosso potrebbe essere davvero cambiato.


OFF//

Beh...che dire? Speriamo che il mio pg sopravviva. Giusto Mem? ;)
 
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view post Posted on 31/7/2015, 11:03     +1   -1
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Proseguiva il salvataggio dei civili lì a Konoha, grazie anche all'aiuto dell'Aburame che, però, si sentiva teso e sotto pressione. Non riusciva ancora a credere di poter percepire quella forza scaturire dall'invasore, così lontano da lui. Colonne di fuoco si ergevano a circondare il villaggio, come se volesse dare un senso al nome di quel paese tanto vasto. Nuvoloni grigi pieni di fumo e cenere, come se un vulcano attivo era posto al centro della Foglia. Anche il terreno reagiva nello stesso modo, con movimenti sismici intensi, provocando distruzione intorno al genin. E i civili? Beh, loro erano quelli più terrorizzati di tutti, come dargli torto. Erano indifesi dinanzi a quello spettacolo di guerra che si prospettava.

E' impossibile calmarli, io stesso mi sento teso e spaventato, figuriamoci loro che non sono nemmeno degli shinobi e non possono difendersi.

Il terrore continuava a incombere, aumentando sempre di più le emozioni negative dell'intera popolazione. Saigi voleva capire cosa stava succedendo, la sua curiosità premeva sulla sua testa anche in un momento così delicato, ma non era il tempo di darle retta.

“Tranquilli, andrà tutto bene! L'hokage-sama è forte, lo sapete tutti, ci libererà da questa situazione, però noi ora dobbiamo andare per non esserle di intralcio e, se non vi calmate, ci metteremo solo più tempo. Collaborate per favore, il mio compito è quello di portarvi in salvo e lo farò, anche a costo della vita!”

Parole sincere le sue, il suo cuore apparteneva alla Foglia e avrebbe fatto tutto il possibile per quelle persone, anche se non le conosceva. Dopotutto era figlio di Eizo e Aimi Aburame, da genitori così era impossibile non ricevere insegnamenti di questo genere. La patria prima di tutto, il “Re” non era l'Hokage, ma il popolo..

Vicino al nemico..



I due jonin, con passo scaltro e deciso, erano sempre più vicini alle porte del villaggio, ove sembrava stesse per iniziare lo scontro tra Akane-sama e l'invasore. I loro insetti sembravano prevedere l'incubo che stava per abbattersi su di loro, non erano mai stati così agitati, o meglio, spaventati.

“Aimi, senti gli insetti, sono più preoccupati di noi. Questa volta non ci troveremo ad affrontare un semplice nemico, forse sarà l'essere più forte contro cui combatteremo. Dobbiamo stare in guardia.”

La donna annuì, continuando a seguire il compagno. Si prospettava un grigio destino per i due coniugi che, arrivati al campo di battaglia, osservarono la scena tetra che si presentava. Il susano'o era stato evocato dall'Hokage, segno di essere pronta ad una dura battaglia contro il nemico che fu sbalzato dalla potenza di quel “dio”. Ma il peggio doveva ancora accadere: la salamandra era pronta a portare più terrore di quello che già vi era. Colonne nere uscirono dal terreno, intente a colpire direttamente chi si intrometteva. Eizo, d'istinto, colpì la moglie alle spalle, facendole perdere i sensi.

“Mi raccomando, portatela lontano da qui..”

Lo shinobi chiese così ai suoi insetti l'ingrato compito di trasportare la moglie lontano da quel posto. Non voleva che rischiasse la vita, non lei, era suo il compito di sacrificarsi. Ero uno shinobi e doveva proteggere il villaggio, ma era anche un padre e un marito, quindi desiderava proteggere la sua famiglia. Sperava solo che Saigi non si intromettesse per colpa della sua curiosità, gli sarebbe stato letale questa volta.

IL COMPITO



La curiosità spingeva il giovane genin ad avvicinarsi al campo di battaglia, ma alcune parole dette qualche minuto prima gli ronzavano in testa.

Siete solo d'intralcio ad Akane..

Era vero, dopotutto. E poi, aveva una missione da portare a termine. Il suo compito era di evacuare i civili e non poteva fallire, non di nuovo. Così, per sua fortuna, la curiosità venne controllata dalla fiamma della determinazione. Impartiva ordini per l'evacuazione, anche se il suo corpo tremava, in preda al panico e alla paura. Poteva essere coraggioso quanto voleva, ma nulla poteva contro quella sensazione di impotenza e di terrore generata dalla forza di quell'individuo.

Ce la faremo, ne sono certo..

A dargli una mano arrivò un clone dell'Hokage, intento a guidare i soccorsi. Che gran capo, che gran forza, combatteva per difendere il villaggio e, contemporaneamente, si preoccupava per la protezione dei suoi cittadini. Non era di certo una persona comune Akane Uchiha.

Tuoni si abbatterono sul villaggio, scatenando un temporale di dimensioni quasi impossibili. La tempesta incombeva sull'intero villaggio, preannunciata poco prima da rombi che squarciavano addirittura il chiacchiericcio agitato degli abitanti. Un tuono che, per un attimo, portò il silenzio sull'intero villaggio, rotto successivamente da un terrore che dilagava più veloce di prima.
Saigi era intento a distribuire ordini e calmare la gente, quando una voce, tramite la telepatia, spiegò l'orrenda situazione meglio di quanto si poteva immaginare. Quell'uomo chiedeva aiuto per aiutare i feriti, ma chi era costui in realtà?


Dovrei fidarmi? O è un alleato del nemico e ne vuole approfittare?

La voce era la stessa che aveva percepito prima, sembrava un alleato, ma non poteva esserne sicuro. Eppure, d'istinto, sollevò le mani al cielo, confidando in quelle parole e inteso a donare anche la sua vita per la salvezza di quegli abitanti. Dopotutto, era questo il compito di uno shinobi, proteggere e salvare i suoi cittadini.

//Speriamo bene XD//
 
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view post Posted on 6/8/2015, 01:56     +1   -1
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*Non rispose. Colto in contropiede lo Yamanaka si sforzò di capire come avesse fatto il Rosso ad intrufolarsi nella sua personale comunicazione telepatica - era la seconda volta che ciò accadeva e di nuovo il nome del Rosso era coinvolto - solo qualche mese prima infatti gli si era presentata una situazione analoga durante il torneo chunin di Kiri; ricordava fin troppo bene la mossa frontale del Kokage Hideyoshi che lo aggredì per trasmettere il suo messaggio ad Akane e superare "pacificamente" la sorveglianza.
Perso così il controllo del suo stesso jutsu il jonin non potè che arrendersi all'evidenza, le conoscenze accumulate dalla controparte superavano di gran lunghe le sue e probabilmente quelle di ogni altro shinobi al mondo. Sapeva di aver scatenato lui quella reazione e non ne andava fiero ma l'unica cosa che gli rimaneva da fare adesso era fidarsi, pregare e sperare che a prevalere in Keiichi sarebbe stata la sua parte buona.

Quando poi il cielo sopra Konoha iniziò ad oscurarsi tuttavia quelle speranze iniziarono a sciogliersi come neve al sole.
Il vento, le nubi, i tuoni e lampi, un susseguirsi di manifestazioni temporalesche che ben presto capì essere opera del Rosso. Spingendosi in strada poi lo videro tutti, un puntino - un semplice uomo dalla chioma scarlatta - che levandosi da terra plasmò quelle nubi in una versione cupa e tetra del villaggio, un riflesso capovolto dello stesso in cui ognuno potè ritrovarsi. Specchiarsi quasi. Mentre iniziarono a sollevarsi a centinaia le domande ecco che la voce altisonante di lui irruppe in quegli istanti frenetici del villaggio, istanti glaciali, nonostante attorno le fiamme continuassero a divorare ogni cosa.
Parlò a lungo quel piccolo grande uomo e lo fece direttamente nelle menti di tutti loro mentre, di nuovo, Hachi non potè fare a meno di stringere i denti e rodersi l'anima per quell'arroganza e quel maledetto talento che non avrebbe mai posseduto.

Il discorso fatto fu composto da informazioni frammentarie, opinioni e promesse. Seguì infine un invito in cui in un sol colpo Sabaku no Keiichi avrebbe potuto raccogliere più energia vitale di quanta avrebbe mai sperato, portarla via e infischiarsene dei feriti; dov'era stato tutti quegli anni, perchè farsi vivo soltanto adesso e con quegli apparenti buoni propositi? Gli shinobi in ascolto non lo conoscevano bene come lui o come lo conosceva Akane, nè come aveva avuto modo di inquadrarlo, in parte, Inochimori Senju.
Contrariato all'inverosimile il jonin tentò svariate volte di sforzarsi per bloccare la comunicazione ma ogni volta otteneva il risultato inverso perdendone progressivamente il controllo, quel maledetto era troppo forte. Imprecò al vuoto dinnanzi mentre i medici nei dintorni lo fissarono comprensivi.*


(Hachi-san, lascialo fare, mi fido di lui.)

(Ma se dovess-)

(Non lo farà. Se avesse voluto approfittare della situazione non si sarebbe mai annunciato pubblicamente. Le sue parole.. voglio dire, ha ragione.. tu, tu assicurati solo che nessuno faccia l'eroe donando inutilmente la sua energia.)

*Conosceva fin troppo bene Keiichi e sapeva che pur avendo tutte le buone intenzioni di questo mondo avrebbe finito per fare del male, era la sua natura e non potevano correggerla. Una cosa tuttavia era certa, con quella rivelazione probabilmente si sarebbe guadagnato ufficialmente un posto al tavolo dei Consiglieri del Kage si Konoha e dopo tutte le volte che era intervenuto in favore del villaggio a nulla sarebbero valsi i suoi tentativi di far ragionare gli Anziani.
- Concentrata sul suo avversario la donna faticò nel mantenere il filo logico dei pensieri e del discorso con Hachi in quella comunicazione, infine dunque affrettò il tutto senza fare inutili giri di parole.*


(Ma molti anziani preferirebbero donare il poco tempo che gli rimane pur di salvare i feriti, non posso negare loro questa possibilità o vogliamo parlare delle madri e di cosa sarebbero disposte a fare per i loro figli?)

*Accigliata Akane si sentì colpita da quell'ultima affermazione e un'improvvisa vampata di calore divampò dal petto fino a salire e scaldarle il viso. Aveva le viscere in subbuglio al sol pensiero che potesse accadere qualcosa a Hikari ed era ben consapevole di quanto una madre fosse disposta a sacrificare per la salvezza del proprio figlio: in quel viaggio, nel futuro che aveva preso nella sua mente durante il trapianto oculare, lei aveva donato la sua stessa vita.
- Così ricordando mentre Hyou iniziò a caricarsi con l'energia naturale utilizzando il suo corpo come un magnete per attrarre a se la tempesta, Akane lasciò le ultime indicazioni al suo braccio destro, doveva assolutamente concludere il discorso prima di potersi concentrare unicamente sul duello.*


(Spiega che un simile sacrificio sarebbe inutile in questo caso, il poco tempo che gli resta non potrebbe rimarginare nemmeno un graffio. Di' loro la verità Hachi, devono conservare quanto gli rimane per trasmettere la loro esperienza ai nipoti e alle future generazioni, dai speranza per il futuro, fa in modo che sappiano che noi tutti, Konoha, sopravviverà a tutto questo. Sii positivo tu per primo come lo eri fino a qualche tempo fa.. sii la mia voce.. )

(Ma se-!)

(In quanto alle madri beh.. non credo potrai trattenerle, nessuna scusa o motivazione sarà mai grande abbastanza per farle desistere.)

(...)

*Zittito ancora una volta il capo medico fu costretto ad accettare l'evidenza, stava sbagliando. Il suo modo di pensare e agire era cambiato in quell'ultimo periodo e proprio come le aveva fatto notare il Sandaime doveva tornare ad essere al più presto quello che era un tempo: un jonin sicuro del valore del suo kage, forte nella sua saggezza e un uomo in grado di vedere oltre i pregiudizi.
Arreso davanti all'imponenza di quel duo formato da Keiichi e Akane, dal Rosso e l'Hokage - Ashura e lo Yōkai di Konoha - prese in consegna gli ordini e prima di tornare all'opera per un attimo lasciò andare il capo all'indietro. Lo sguardo a perdersi tra le nubi e oltre, fin nelle profondità del riflesso capovolto della sua stessa persona: si chiese chi era diventato e in cosa lo stavano per trasformare sentimenti come la gelosia e l'invidia.

L'ennesimo tuono poi sconquassò l'aria e un'ultima pioggia di fulmini si abbattè sulla possente muscolatura d'ebano della Pantera di Akatsuki. Gli anbu che aveva atterrato poco prima assistettero alla scena ma questa volta mantennero le distanze, lo stesso Shinichi del loto si sentì impotente dinnanzi a una simile manifestazione di potenza e fissando Akane che nonostante tutto rimaneva impassibile nell'abbraccio del suo Susano'o, capì che era la sua forza l'unica speranza che avevano di salvarsi. Come aveva ben detto Keiichi, avrebbero finito solo che per intralciarla e dunque fu ora per tutti loro di fare un passo indietro; con alcuni gesti Inu fece segnali di ritirata e organizzò le squadre d'assalto in modo tale da supportare gli Inseguitori alle prese con Reshef. Sarebbe rimasto da solo sul campo di battaglia contro Hyou come amico fedele, compagno di una vita e soldato irriducibile: un capitano che non abbandona la nave che affonda.
In un certo qual modo lei gli fu grata di quella dimostrazione e capì che avrebbe potuto contare su di lui e lui soltanto se ne avesse avuto bisogno in quel duello.*