Nel Limbo, Battaglia Finale

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.Watashi.
view post Posted on 26/2/2014, 20:08





"La Battaglia Finale"
(Parte I)


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a uno dei mondi dell’Oblio, quello più incontrollabile, quello che era stato creato con un margine di errore troppo alto, il signore oscuro che lo governava osservava il mondo ninja con le braccia allargate, come se potesse in qualche modo abbracciarlo nella sua interezza e sentirne la forza, la volontà, il coraggio bruciare nonostante le morti che l’avevano gettato nel terrore. Dietro di lui, dietro Nerigal, vi era un uomo che riusciva a fiancheggiarlo nonostante quella natura demoniaca stava lentamente logorando anche l’aria respirabile in quel frammento di mondo sensato in un cumulo di macerie.

Nerigal: Se fallisci, il mondo cadrà... Kai

Il giovane dai capelli biondi e gli occhi dorati venne avanti mostrando il sua lunga veste bianca con su disegnato un cerchio trafitto da due barre orizzontali. In un primo momento non parlò, come se si volesse concedere ancora qualche altro istante davanti la visione della Terra vista da uno dei mondi di Watashi. Forse adesso riusciva a comprendere perché quel Dio malvagio considerasse tanto fantastici gli umani, tanto squisite le loro anime: se fossero stati fantastici anche solo la metà rispetto a quanto lo fossero visivamente, da quel luogo imprecisato, allora non poteva sbagliarsi.

Kai: Non fallirò. Ogni Shinobi ha combattuto per arrivare a questo punto, se fallisco io, fallisce l'ideologia dei ninja.

Nerigal: Ricorda quello che ti ho detto, il suo mondo sovrasterà il nostro e lui diventerà mortale ma... oltre ai vostri difetti, prenderà anche i vostri punti di forza

Kai chiuse per un istante gli occhi, strinse i pugni e provò ad immaginare per un istante ciò che si sarebbe abbattuto sulla Terra nel momento in cui la barriera che divideva i mondi fosse stata infranta. Un'energia lenta ma progressiva lo pervase e il mondo stesso di Nerigal cominciò a tremare sotto la potenza di chi avrebbe affrontato direttamente il Dio malvagio, senza schermi, senza trucchi, in un testa a testa che avrebbe visto due Dei mortali darsi battaglia.

Riaprì gli occhi e mostrò i due nuovi Sharingan, pronti a risanare la distruzione.

Kai: La virtù di generare la vita dei Senju, dal valoroso Tatsumaru, l'abilità arcana di manovrare i pensieri degli Akami, da Shinan lo scultore di realtà, la potenza del ghiaccio e del fuoco da Reiki e Liz, la facoltà di piegare lo spazio e il tempo degli Uchiha, da Akane il Generale, e la volontà degli Shinobi di continuare a vivere ed esistere. Come credi che possa fallire?

Nerigal annuì, uno dei figli di Watashi, uno dei pochi rimasti davvero indipendenti dal controllo di quel tiranno, aveva appena abbassato il capo di fronte colui su cui adesso dipendeva il destino del mondo e Kai iniziò: allungò le braccia verso la Terra e il buio tremò, Watashi fu svegliato e la battaglia finale poteva avere inizio.

Nerigal: Ricordati, Watashi assorbirà anche me quando romperai la barriera, dovrai affrontare un pazzo senza regole.

Kai: Regole? Cosa sono le regole?..


~ ~ ~


Sulla terra il cielo si oscurò improvvisamente, le nubi vennero dissolte e Kumo fu in pochi minuti totalmente nuda da ciò che quei fulmini dal colore violaceo stavano prepotentemente cercando di fare. Un bagliore rosso colpì un punto imprecisato del cielo e una barriera si rese visibile agli occhi di tutti gli abitanti del pianeta. Era come una porta, una porta dell'inferno, che nei suoi simboli incomprensibili celava la natura demoniaca che la rendeva tanto spaventosa quanto diabolica. Quel bagliore non l'aveva soltanto rivelata però, al centro della sua enorme superficie si poteva distinguere una crepa, lunga e articolata, da cui prima uscì un inquietante fumo nero, poi le grida acute e devastanti di un essere che riecheggiarono tra le pareti della Terra. Fu questione di istanti prima che altre crepe piegassero la resistenza divina della barriera e quando cominciò a cadere in frantumi, il sorriso violaceo che apparve nel cielo, divenne un grugnito e due occhi formati da fiamme violacee si riconobbero attraverso i fumi dell'inferno. Sembrava fosse giunta la fine del mondo.



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I fumi neri investirono tutto il mondo e ogni abitante, ninja o meno che fosse, non poté far altro che respirarli, rivelandone la natura altamente tossica. Questa nebbia maledetta non sembrava però aver soltanto l'obbiettivo di decimare la popolazione globale, sembrava più un "manto" che stava avvolgendo ogni cosa tra le sue grinfie, fino a che non fosse riuscita a mescolare la realtà della Terra con il Caos del mondo infernale di Watashi. Si era entrati in un limbo, in una sala d'attesa tra la vita e la morte. La ragione era morta e con lei ogni certezza.

Nel buio e nella morte intanto, comparve chi avrebbe dovuto fronteggiare quel diavolo, circondato da una luce dorata, dello stesso colore dei suoi capelli e dei suoi occhi. Non era solo però, dietro di lui l'ombra di altri guerrieri intramontabili e inarrestabili, caratterizzati dagli occhi degli Uchiha e le spade del... Becchino. Si trovavano nelle cime di Kumo, lì dove il Limbo sembrava essere ancora più fitto, lì dove ognuno poteva vedere.

Kai: Ci avete messo un po', ma alla fine siete arrivati. Non ci speravo quasi più.

Di fronte al gruppo, un Angelo. Ali oscure annunciarono il suo arrivo e quando un ruggito spezzò il silenzio assordante che fino a quel momento stava tenendo in una morsa il mondo, si presentò ai suoi ultimi avversari.

Watashi: Nel Limbo, con la forza dei miei figli, sfamerete la mia fame e domani sorgerà una luna nera ad illuminare il mio regno. Io, Watashi, sarò la genesi del mondo.


    GdROff//Potete ruolare in questo topic quanto sta succedendo ma non potrete ovviamente interagire con Watashi e il suo avversario. Come detto, il mondo è in un Limbo, la realtà di Watashi e quella terrestre si sono mischiate e l'aria stessa sembra essere diventata tossica. Gli Araldi ancora in vita sono stati assorbiti da Watashi, i Master son pregati di ruolare la cosa anche dopo il post di domani (in cui verrà descritta la FINE dell'evento).
    Domani avrete le valutazioni.//GdROn

 
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.Watashi.
view post Posted on 27/2/2014, 21:03





"La Battaglia Finale"
(Parte II)


A

ffrontare un Dio. Era davvero possibile? Secondo le parole di Nerigal, nel momento in cui Watashi avesse preso possesso degli Araldi rimasti, avrebbe assorbito anche la briciola di umanità rimasta nella loro anima e dunque avrebbe reso il Signore Oscuro un potente e imprevedibile... Mortale. Eppure era lì, volteggiando tra le sue ali nere e passandosi tra le lunghe dita una spada luminosa che sembrava poter lacerare le sicurezze di chiunque si trovasse lì a combatterlo. Sembrava inarrivabile, imbattibile, divinamente oscuro e ogni volta che alzava lo sguardo per accertarsi di essere realmente a metà tra il suo mondo e quello umano, sorrideva come se finalmente fosse a un passo dal suo grande desiderio. Kai congiunse immediatamente le mani e mentre un'energia dorata lo avvolse, alcuni ninja alle sue spalle partirono all'attacco sparando palle di fuoco e altri particolari ninjutsu verso quell'essere spregevole. Nulla sembrava poterlo sfiorare, ogni volta che qualcosa sembrava stesse per colpirlo, una barriera nera ne annullava l'effetto e nell'aria ricolma di nebbia tossica veniva rilasciata una scia cristallina. Era in apparenza invincibile, eppure Nerigal doveva aver detto qualcosa a quel guerriero dai capelli dorati, a quell'esercito di pochi ninja che si erano riuniti pronti a sacrificarsi. Quando il chakra d'oro aveva ormai pervaso gran parte dell'area, Kai riaprì gli occhi e allargando le braccia sembrò in qualche modo bloccare il flusso di nebbia oscura che Watashi continuava ad emanare. Era come all'interno di una grossa gabbia dorata adesso, luogo in cui Watashi sarebbe morto, in qualche modo.

Kai: Come vi avevo detto, dobbiamo estraniarlo dal suo "mondo". Finché saremo in questo Limbo sarà invincibile!

Lo scontro continuava, il ragazzo dagli occhi dorati rivelò il suo potere di controllare gelo e fuoco e per quanto quegli uragani sembrassero poter radere al suolo un'intera città, Watashi continuava a resistere ad ogni colpo e contrattaccare con quella spada dai fendenti divini, che tagliava nebbia, aria, carne e anche l'anima di coloro che ne finivano feriti. I due Uchiha che affiancavano il giovane ne finirono presto vittima e quando il Dio cominciò a creare strane globi oscuri che andarono a risucchiare l'energia di chiunque si trovasse all'interno della gabbia dorata, ogni speranza sembrava venire trascinata dal sogghigno di chi stava per dominare il mondo. Kai strinse i pugni, non era il nemico che si poteva combattere con tecniche ordinarie, non si poteva vincere con la forza del fuoco e la bellezza del ghiaccio, doveva agire nella mente, con l'unica arma che avrebbe potuto interagire con l'oscurità dell'anima nemica. Il potere degli Akami e l'ammaliante dominazione dello Sharingan: l'eredità di Shinan e la "concessione" di Akane avrebbero contribuito alla disfatta di quel demone, che tuttavia non sembrava intenzionato a lasciare libertà di azione al suo avversario. Il giovane dagli occhi dorati unì le mani a comporre un sigillo, aveva bisogno di pochi secondi per portare a compimento il proprio jutsu, ma svelto e tremendo come un fulmine Watashi si lanciò contro di lui, vibrando un fendente che venne accompagnato da un fragoroso boato.

Watashi: E' facile piegare la volontà di un singolo uomo.. e lo è ancora di più spezzare la sua carne.

Fu questione di un attimo. La lama del dio andò a segno, ma i suoi occhi vermigli non riuscirono a mettere a fuoco l'immagine di Kai. Questa era celata da una figura più imponente, che si accasciò al suolo insieme alle sue spade logore e arrugginite, accarezzando con la chioma argentea il suolo impregnato di sangue, mentre il suo sorriso sfregiato si spegneva, accompagnato dal suo ultimo respiro. Quel sacrificio non sarebbe stato vano e mentre le iridi dorate di quel guerriero ardevano alimentate da una fiamma nuova tingendosi di cremisi, un'aura spaventosa avvolse il suo corpo e la sua voce fu udibile a tutti coloro che calpestavano il suolo di Kumo.

Kai: Forse credi di poter spezzare il mio corpo, o rubare la mia anima, ma non potrai mai contrastare la volontà di TUTTI noi.

I suoi occhi incontrarono quelli del dio e la forza che quel guerriero sprigionava lacerò l'aria circostante, mentre il volere di Watashi veniva piegato dal solo potere che poteva costringerlo a scoprirsi. La nebbia scura, unico scudo che lo proteggeva da un mondo dentro il quale non poteva sopravvivere, iniziò a ritirarsi e seguendo il suo spostamento ogni soldato dell'esercito dell'alleanza poté individuare quel maledetto angelo dalle sembianze umane, il loro vero obiettivo. Per diversi minuti Kai fu costretto ad attingere a ogni sua energia per mantenere il controllo e costringere il nemico, che inutilmente tentava di divincolarsi ruggendo come un leone in gabbia, fino a quando della nebbia che era scesa su Kumo non era rimasto altro che il ricordo.

Kai: Sei destinato a soccombere.

I ninja dell'alleanza intanto erano giunti sul posto e prima che qualcuno potesse vederlo la sua figura si dissolse nel nulla, mentre un ghigno gli corrugava il volto e un ultimo grido si levava in alto.

Kai: ADESSO!

Fu a quel punto che la rabbia dell'alleanza esplose e ognuno dei presenti ebbe l'occasione di sfogare la propria collera. Ogni sorta di jutsu fu lanciata contro il demone ormai inerme, il cui corpo mortale venne travolto dalla forza del nemico e spezzato come un fuscello che invano lotta contro la tempesta. Una densa coltre di fumo lo avvolse e, non appena si fu diradata, soltanto l'aere pesante e traboccante di tensione fu visibile agli occhi di tutti.

~ ~ ~


I festeggiamenti si erano ormai spenti. La guerra che per anni aveva lacerato il mondo si era finalmente conclusa, ma il bollettino del vincitore era tutt'altro che roseo: quasi metà dell'esercito era stato annientato dalla progenie del dio e dai suoi sottili inganni, migliaia di valorosi ninja avevano sacrificato la propria vita in quella battaglia, che altro non era che il tragico epilogo di una minaccia dispensatrice di morte e distruzione che per troppo tempo aveva messo tutti in pericolo. Di Watashi adesso non sarebbe rimasto altro che un mero ricordo, ma ciò che veramente non sarebbe mai scomparso era il dolore e la rabbia che i suoi loschi fini avevano provocato.
Kumo, il palcoscenico di quella lotta dai tratti quasi apocalittici, era ridotta in buona parte a un cumulo di macerie. C'era tempo però per la ricostruzione; la priorità venne data prima alla raccolta dei cadaveri, di quelli che erano rimasti perlomeno e alle celebrazioni dei funerali.
Di Kai e di coloro che avevano combattuto al suo fianco durante i primi atti della manifestazione del dio neanche una minima traccia.



    GdROff//Siete liberi di attaccare o meno Watashi come desiderate. L'evento è finito! E' necessario un post qui da parte di tutti i partecipanti per chiudere, dopo che avrete postato sarete liberi di fare altro.//GdROn



Edited by .Melo - 28/2/2014, 15:32
 
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view post Posted on 1/3/2014, 17:29
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Le sue copie e Aki svanirono improvvisamente, inghiottiti ciascuno da una piccola coltre di fumo. Le ombre che si erano materializzate dinanzi ai suoi occhi si ritirarono e il ragazzo svelto si voltò, mettendo subito a fuoco l'immagine di Ayame che con passi lenti e cadenzati si muoveva verso di lui. Occhi vuoti e privi di vita, la kunoichi avanzava rivolgendosi al fratello con parole impregnate di disprezzo, mentre fumo nero fuggiva dalle sue labbra. Tutto a un tratto un inaspettato malore colpì il giovane, che stringendosi l'addome cercava di resistere, incapace di respirare come desiderava e di trattenere i conati di vomito. Non riusciva ancora a comprendere cosa stesse succedendo ma a ogni passo i suoi sospetti e i suoi timori divenivano sempre più concreti, fino a quando i lemmi di Ayame non risuonarono nell'aere pesante, freddi e tremendi come una sentenza. La sua anima era ormai corrotta e le sue azioni erano piegate al volere di Watashi; parlava di potere, sputava giudizi ormai preda di quel dio dai riflessi violacei che senza alcuna pietà si era insinuato nella sua mente.

No, ti prego..

Ayame aveva ormai perso completamente il senno e se anche il nukenin avesse potuto parlare, avrebbe dovuto desistere dall'intento: ogni parola sarebbe stata vana, adesso che sua sorella era pronta a ucciderlo e con lui tutti. Ognuno di loro sarebbe stato inghiottito da Watashi e l'oblio sarebbe sceso sui loro corpi, sul loro nome, sul loro ricordo. Doveva intervenire prima che fosse troppo tardi; era in grado di muoversi ancora, anche se non perfettamente, ma nonostante sapesse cosa doveva fare non riusciva a trovare il coraggio per affrontare le sue responsabilità. Come poteva uccidere sua sorella? L'unica persona rimasta in vita della sua famiglia, colei che aveva sempre cercato di proteggere, a ogni costo. Spinta dall'odio che covava nei suoi confronti, la ragazza era diventata una marionetta di quel demone e adesso Fuyuki si trovava costretto a intervenire. Non era riuscito a evitare che lei diventasse vittima di quel mostro e, adesso, doveva pagare il prezzo della sua negligenza. Doveva farlo, se non voleva che lui l'avesse vinta. Per Yukiko, per i suoi compagni.. e per Chiaki, la ragazza che aveva rubato il suo cuore e che aveva deciso di restare al suo fianco per affrontare le avversità.. Avrebbe dovuto tranciare una parte del suo cuore.
Tremante si decise a reagire e, mentre la distanza che lo separava da Ayame continuava a diminuire inesorabilmente, lasciando scivolare la mano destra lungo il fianco giunse infine a stringere l’elsa di Namida. L’atmosfera si era fatta elettrica sopra le loro teste e il rumore dei passi della kunoichi e il suono della sua voce vennero interrotti da un rumore ovattato. Il ferro del soldato delle nuvole rosse aveva trafitto quell’esile creatura in pieno petto, trapassandola; le mani del generale adesso tremavano, così come le sue iridi, che febbricitanti incontravano quelle della sorella, che gradualmente riuscivano a riemergere dalle tenebre dalle quali erano state inghiottite. Un rivolo di sangue le bagnò le labbra, che in un vano tentativo di proferire parola si schiusero dolcemente.


- Ti.. prego..

Se in un primo momento la sua lama si era macchiata del sangue di una delle persone a cui teneva di più, adesso si nutriva delle sue lacrime calde, del dolore incurabile della sua anima.
Namida, lacrima cremisi. Questo il suo nome. Questa la sua maledizione.


- Perdonami..

Non appena ebbe estratto la katana dalla carne di quella fragile creatura, questa fissò per qualche secondo gli occhi del fratello con i suoi, traboccanti di paura e angoscia, per poi accasciarsi al suolo, priva di vita. Anche la lama insozzata di sangue scivolò dalle dita tremanti del ragazzo e cozzò con il pavimento, generando un suono metallico che anticipò l'urlo e il pianto disperato di quel ninja che, ancora una volta, si era macchiato del sangue di una persona a lui cara. Esattamente come accaduto a Seiri, adesso anche Ayame aveva trovato la propria fine a causa sua.. Che, di nuovo, non aveva potuto far nulla per evitarlo. Mentre il fumo scuro di Watashi iniziava a baciare quella fredda valle di lacrime, cadde in ginocchio e infine, in preda a un dolore che il suo cuore non riusciva a sopportare, perse i sensi e si accasciò accanto al corpo esanime della dolce sorella. Il buio lo avvolse, unico rimedio allo squarcio che la sua stessa lama aveva aperto nella sua anima.

 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 1/3/2014, 20:48




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




Soundtrack

Non più spettatore, non più pedina. In quel limbo oscuro la luce era giunta, e poco importava chi ne fosse il portatore. Poco importava cosa era accaduto in passato, quali parole erano state dette, quali gesti erano stati compiuti. Era giunto alla fine del mondo, e in quello strano luogo a metà tra due mondi, sentì il suo spirito galleggiare. Si chinò a raccogliere l'elmo da terra, mentre dall'oscena bocca di Watashi fuoriuscivano le sue ultime parole in questo mondo. Lui era pronto, non seppe spiegarsi il perchè, ma in quell'istante sapeva esattamente cosa sarebbe accaduto, quale era il suo scopo. Watashi voleva fare di lui il suo nutrimento, lo aveva ingannato, ed ora cercava di strangolarlo, avvelenarlo, schiacciarlo, ma sotto quella luce che brillava sui giusti, su coloro che si erano riuniti per affrontare un unico nemico, ogni dubbio svaniva, ogni sortilegio era spezzato. E d'improvviso, una nuova forza, una forza sopita dentro di lui, una forza che non comprendeva, che non poteva ancora controllare, si risvegliò. L'energia che quella luce gli donava, aveva risvegliato il suo futuro.

L'elmo scivolò sulla sua nera chioma, cingendogli il capo segnato da strane linee che componevano dei simboli sulla sua fronte e sotto i quegli occhi puntati addosso al nemico.

*Questo è il Giorno del Giudizio... E io ti giudico colpevole*



Con un boato improvviso, dal fianco della montagna eruppero enormi tralci, gigantesche radici, che intrecciandosi schizzarono nella sua direzione. Con un balzo, il Senju atterrò su queste, che crescendo lo sospinsero in direzione del Falso Dio. L'elmo dorato rifulgeva della luce sprigionata da Kai, mentre cavalcava quelle radici al fianco di tutti gli altri ninja che da essa traevano la forza di lottare. Rapida come il lampo saettò la katana fuori dal fodero, e il suono del suo canto vibrante si unì alle urla di battaglia di tutto l'esercito unito. Sotto i suoi piedi, le radici intrecciate avevano ora assunto la forma di un lungo drago serpentino, che ruggiva la collera di una intera foresta. Come ultimo atto di quella battaglia, il Senju trafisse la testa del drago, assorbendo l'immane energia naturale, senza la quale non sarebbe potuto sopravvivere, e lasciando che la creatura si schiantasse sul nemico, con la forza di dirompente di una montagna.

- o - o - o -



Soundtrack

Tra le grida di giubilo, tra la folla festante, che grottescamente inneggia di gioia alla caduta di un Falso Dio sopra al sangue di mille compagni morti, un giovane ninja sfila dal capo il suo elmo dorato, liberando la lunga chioma corvina, che sciolta viene mossa dal vento come un nero vessillo in una rossa città in macerie. Per lui il tempo è come se si fosse fermato, i minuti sono pigra melassa che cola dalla cavità di un cucchiaio, denso sangue che cola dalla lama di una spada. Inspira l'aria, che sa di polvere, sudore, morte, gli odori della vittoria. Il suo sguardo si muove rapido, con ali di falco scruta le genti attorno a se, alla ricerca dell'unica persona che possa donare un sapore diverso a quell'epilogo. Il viso si contrae, una sottile mezzaluna rossa sorge sulla pelle coperta di polvere, come se quell'astro sapesse dove l'occhio si fosse appena posato.
Corre Tatsumaru, facendosi largo tra la folla, senza mai vacillare, senza mai staccare lo sguardo dalla sua preda. E infine la raggiunge. La abbraccia stretta, come se non dovesse mai più lasciarla, come se fossero due metà di un unico essere, che in quel momento si stessero ricucendo. Affonda il viso tra i suoi capelli. Tra le calde lacrime che gli rigano il volto, ogni odore scompare, e il vero profumo della vittoria inonda i suoi sensi, il profumo della donna che ama. Mentre tra le macerie del villaggio la folla gioisce, e il sangue dei caduti ancora bagna il terreno, due corpi indissolubili restano cristallizzati nel tempo, legati da un lungo bacio per l'eternità.



||Lo so, ho esagerato un tantino nel descrivere l'attacco XD Ma lasciatemi fare lo sborone almeno alla fine dell'evento, dato che non è valutato e non mi ricapiterà mai più XD Alla faccia di chi diceva che il finale era banale e scontato, sto cavalcando un fottuto drago! WOOOOOOOOOOOH!!!!||
 
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view post Posted on 1/3/2014, 23:06
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*L’esasperato monito di quella splendida fanciulla prigioniera d’un corpo oramai non più suo scosse gli animi dell’esercito sopravvissuto, donando loro quella speranza che s’era spenta con la dipartita della maggior parte degli uomini. Ascoltarono in molti e buona parte eseguì quell’ordine senza protestare, come se a comandarlo fosse il generale della divisione in persona. Il giovane avvolto nella sciarpa cremisi, anch’egli sospinto dalla forza e dalla disperazione dell’amica, che lottava strenuamente contro quel destino avverso, s’impose di riuscire a liberarla a costo della sua stessa vita. Seguendo la sua volontà, si lanciò velocemente alle spalle di quel corpo immobilizzato e, preparandosi al peggio, estrasse il kunai che teneva nascosto fra le vesti e tagliò di netto il sigillo sul collo della Hyuga che gridò di dolore per il colpo malamente inferto. Mentr’ella s’accasciava in ginocchio, riprendendo il controllo degli arti che subito mollarono la presa sulla katana insanguinata per portarsi verso la fonte del dolore, il giovane kiriano soccorse la kunoichi della foglia pressando la ferita per bloccarne la copiosa emorragia. Nel toccare quel lembo di pelle nuda, Mitsuaki percepì immediatamente l’innaturale calore che quel corpo emanava. Era pervaso da tremori febbrili, e persino la forza delle mani sulla sua stretta non risultava più come prima. D’altro canto, le grida della Hyuga vennero soffocate da conati si sangue e tosse. Per sopportare meglio, strinse i denti e cercò invano di pensare ad altro. Quei suoi occhi arrossati dalla stanchezza e dalle lacrime scrutarono il campo semi coperto dalle vesti del giovane, pieno di sangue e morte. V’era qualche sopravvissuto e qualche battaglia fra alleati che seguitava, ma la maggior parte degli uomini contagiati e controllati dal morbo dell’oscuro signore trovarono la libertà. L’improvvisa follia omicida che l’aveva colta aveva portato con se molte morti, che s’erano andate direttamente a depositare sulla sua coscienza innocente.. ma, in compenso, aveva salvato altrettante vite grazie alla sua lucidità e alla sua voglia di farcela. Non che questo fosse rassicurante, dato che sentiva d’aver perso tutto. Cosa rimaneva in effetti della kunoichi dagli occhi bianco neve? La dignità era stata portata via con il fallimento, la felicità con l’uomo che amava e adesso anche la sua vita stava scivolando sotto il tocco pesante d’un Mitsuaki che tentava d’afferrarla. Chiuse gli occhi, cercando di lasciarsi andare. Quando però il dolore si vece meno intenso e la pressione effettuata dal kiriano sul suo collo fu meno presente, la Hyuga aprì stancamente gli occhi e lo vide quasi sorridere. La ferita s’era del tutto rimarginata e le forze sembravano essere tornate.*

(..non sono morta? Ma.. com’è possibile?!)

*Grazie al supporto dell’amico s’alzò sulle sue gambe, incredula del miracolo che aveva baciato la sua pelle vellutata e i sopravvissuti si radunarono tutt’intorno a lei, molti dei quali esultanti. La forza d’animo e l’istinto a non cedere le avevano fatto guadagnare la loro cieca fiducia, e quell’esultanza poteva significare solo una cosa: avevano vinto. Ma la bella fanciulla dai capelli cobalto e gli occhi candidi, sporcata sia esteriormente che interiormente del vermiglio sangue degli innocenti, non riusciva a capacitarsi di quell’improvviso susseguirsi d’eventi. D’un tratto il cielo violaceo fu solcato da un lampo rosso, che squassò le nuvole formando una crepa dalla quale cominciò ad uscire un denso fumo e con esso una figura. L’ilarità cessò nell’immediato, mentre l’aria intono a loro si faceva pesante e metteva in ginocchio l’intera umanità. Istintivamente, la kunoichi attivò il byakugan e la figura umanoide che riuscì a distinguere da quella distanza le suscitò qualcosa nell’animo che non corrispondeva alla paura che molti dei commilitoni stavano provando. Quella sensazione, dapprima sorda, esplose nel grido d’odio della sua anima che a pelle aveva identificato quell’immondo essere dalle fattezze umane come l’entità dietro allo scempio che era stata costretta a commettere.*

(..m-maledetto.. sei tu!)

*Il mondo aveva cambiato i suoi connotati, rendendosi unico sotto gli occhi dell’intero esercito. L’umanità era finalmente faccia a faccia col divino e tra tutti spiccava un giovane, alla testa dell’alleanza, che pareva emanare una luce accecante. La vera guerra iniziò in quell’istante, con il ragazzo “dorato” che apriva le danze e il resto dell’esercito che caricava il nemico più pericoloso degli ultimi anni. La Hyuga, completamente soggiogata dal rancore e dalla colpevolezza che non voleva più fosse sua, raccolse rabbiosamente la sua temibile Ketsueki incrostata di sangue e con un urlo disumano si lanciò alla carica facendo ricorso ad ogni singola briciola di forza che il suo corpo le permetteva. Dapprima straniti, gli alleati al suo fianco l’imitarono.*

(Ho giurato che t’avrei fatto fuori, e così farò. Dovesse costarmi l’esistenza!)

*Per un momento il suo magico sguardo incrociò il cadavere dell’amico, ancora avvolto nella mantella che non era riuscita a contenere la grave emorragia.. poi su quello dell’uomo che amava, col petto lacerato dalla sua incapacità. Una lacrima dolorosa si distaccò da quello sguardo minaccioso, iniettato d’odio. Digrignava i denti, mentre accelerava a più non posso per raggiungere il suo bersaglio. Gliel’avrebbe fatta pagare, avrebbe riscattato le vite delle persone con la morte dell’oscuro e avrebbe tributato loro la sua stessa vita. Contando la morfologia scoscesa del territorio, s’arrampicò sino al picco più alto e da quella posizione prese il giusto slancio per spiccare un agile balzo verso l’obiettivo oramai a portata d’armi. Strinse forte l’elsa della katana, quando gli fu prossima.*

SPARISCI DALLA FACCIA DELLA TERRA! TU E LA TUA PROGENIE!

*Fu quello l’unico grido di battaglia, seguito da una serie di colpi che avrebbero corrisposto non solo per le perdite ma anche e soprattutto per l’immonda situazione in cui versava quell’anima, oramai logorata per l’eternità. Quand’ebbe finito, atterrò un po’ sbilanciata e s’accasciò in ginocchio per evitare di cadere. Le urla e i gemiti strazianti della creatura erano come musica per le sue orecchie e quando queste cessarono e il cielo prese a schiarirsi, l’alleanza prese ad esultare con foga. Avevano vinto la guerra.*

(E’ finita..)

*Fu l’unico pensiero che le strappò un amaro sorriso. Non partecipò all’esultanza dei suoi alleati, non aveva nulla da festeggiare. Mesta si trascinò sino al corpo esanime del generale, accompagnata dal doloroso stridio prodotto dal filo di Ketsueki che strisciava sulla nuda roccia. Quando gli fu accanto, s’accasciò in ginocchio presso di lui.*

(Potrai mai perdonarmi..?! No, certo che no. Ho strappato la tua vita, ti ho tolto tutto. Come posso tornare a casa, adesso? Con che coraggio mi mostrerò al piccolo Hayato per comunicargli che io, la donna che più volte hai tentato di salvare a costo della vita, s’è appropriata della tua esistenza? Non posso farlo.. non posso tornare.. io non merito di continuare a respirare.)

*Consumata dalla stanchezza e dalle ferite dell’anima, s’accoccolò come una bimba sul petto del suo amato, mentre il corpo era scosso dai singhiozzi e le lacrime le bruciavano gli occhi. Fu allora che sentì il suo cuore battere, che percepì l’alzarsi e l’abbassarsi di quel busto senza vita. Incredula alzò lo sguardo e incrociò gli occhi cremisi dell’Uchiha che la fissavano, coperti da una patina di smarrimento. Il muscolo miocardico cessò di battere per un secondo, poi il sussurro spezzato del giovane. Invocava il suo nome. Come liberata da un peso ch’era diventato quasi un’ancora a cui appigliarsi, la fanciulla dai capelli cobalto singhiozzò istericamente. I sensi di colpa si mescolarono in un mix letale con la gioia inaspettata: credeva fosse un sogno, troppo bello per essere vero. L’uomo che amava era miracolosamente vivo.*



// Non credo di aver capito bene cosa in realtà sia successo in termini pratici, quindi sono andata a sentimento. Nailed it! XD //
 
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view post Posted on 2/3/2014, 11:37
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Disperato, pronto a fare tutto pur di risparmiare la vita della sua amata, l'Uchiha si sarebbe reso carnefice e mietitore di vite al servizio di quel demone chiedendo in cambio salva la vita della sua bella. Era pronto, in cuor suo sapeva che era la cosa giusta da fare, ma qualcosa sembrò cambiare improvvisamente nel tono di voce della donna che si stava allontanando da lui.
Il dolore provato per le ferite inferte, sembrò affievolirsi repentinamente, e avrebbe giurato di riuscire nuovamente a distinguere delle ombre con quegli occhi che gli erano stati strappati via come le ali ad un uccello.
Amai parlava con tranquillità e serenità, come se la sua parte ancora umana avesse fatto completamente breccia in quel muro eretto dalla parte oscura della sua personalità, che bramava vendetta verso chi l'aveva mandata a morte certa.
Nessun ricordo emerse dalla sua mente, solo parole, parole di speranza e di orgoglio verso quello shinobi dapprima odiato profondamente, talmente tanto da giudicarlo per tutti i reati commessi dall'intera razza umana nel corso dei secoli.
Kinji aveva mille domande: cosa si aspettava da lui? perchè questo cambio improvviso? cosa stava succedendo?
Ma non ebbe neanche il tempo di pronunciare una sola domanda, che il corpo di Amai sparì come in un sogno, portandosi dietro quel sorriso mai mostrato prima con così tanta speranza. Il mondo attorno a lui sembrava risentire della mancanza della donna, iniziando a implodere su se stesso oscurandosi sempre di più.
Istintivamente, il chunin si coprì il viso con le braccia, ma non poté nulla contro quell'assordante boato che avrebbe preceduto nuovamente il buio più totale.


- Il mio momento è giunto...

Le parole di Amai risuonarono nella sua mente guidati da chissà quale forza, mentre lo sfondo rimase nero, finché il generale non si accorse che poteva aprire gli occhi e ricominciare a vedere quel mondo tanto crudele, ma comunque così bello...
Per alcuni istanti la luce lo accecò, prima che le iridi vermiglie potessero mettere a fuoco il viso della bella Setsuna fissarlo con stupore, e lacrime calde e amare iniziarono a cadere lungo i suoi zigomi, prima che si potesse nascondere sul suo petto per sfogare la gioia provata.


- ...Possiedi un dono Kinji, un fiore raro e prezioso.. Fa che questo non appassisca mai...

Ancora ignaro se tutto quello che fosse successo fosse un sogno o meno, ignaro se quello che stava vivendo in quell'attimo fosse un sogno, le parole di Amai scomparvero lasciandolo evidentemente alla sua realtà.
Gli occhi tornarono ad essere del loro naturale colore, macchiandosi anch'essi di lacrime silenziose; era tornato da colei che amava, erano riusciti nel loro intento, ma il prezzo da pagare era stato alto, anzi altissimo, e nemmeno poteva rendersene conto.
Non era rimasto a vedere l'esito della guerra... ma da quello che era arrivato alla sua mente, capì che la guerra contro Watashi era stata vinta dall'umanità, l'arma più forte che avessero mai avuto contro il dio...


Io...farò in modo che non appassisca mai

Sospirò tra se e se prima di cingere il capo blu elettrico di Setsuna con una mano.
 
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Bismillah
view post Posted on 2/3/2014, 15:32




// soundtrack Video //


Sveglia umana

Il mio dolce sonno venne disturbato da una voce, una voce che mi sembrava di ricordare, ma il sonno era molto profondo in quel momento e confondeva ed annebbiava ogni idea completa che io potessi avere.

Svegliati ora!

A quelle parole il mio sonno si ruppe di colpo e io tornai perfettamente lucida, un brivido freddo mi percorse la schiena, brivido dato dal fatto che avevo riconosciuto quella voce. Aprì gli occhi e osservai che c'avevo azzeccato: col suo aspetto bellissimo e la pelle violacea, priva di imperfezioni, davanti a me stava la mietitrice, la morte in persona...avatar...entità.
Feci uno scatto rimettendomi in piedi, cercai con gli occhi i miei compagni ninja, ma nulla trovai che potesse ricordarmi il luogo in cui mi ero addormentata, infatti mi trovavo in un luogo completamente bianco, che strano, mi ricordava qualcosa...
In ogni caso guardai negli occhi della morte , quegli occhi indecifrabili e misteriosi, decidendo di ricorrere ancora una volta al dialogo.


Ciao, é da una vita che non ci si vede. Pessimo, pessimo inizio. Cosa vuoi ancora da me, sono già morta di nuovo per caso?

Speravo non fosse così, non avevo letteralmente fatto un cazzo dopo la mia prima morte e successiva resurrezione, ovvio che volessi approfittare almeno un poco di quel tempo, cosa cavolo serviva tornare dalla morte per poi ritornarci subito?!
La morte esibì uno dei suoi iconici ed enigmatici sorrisi, brutto segno, l'ultima volta che lo aveva fatto Origami ed io eravamo morti. Avevo dunque tutto il diritto di esser alquanto preoccupata. Ma il mio cuore non si fermò, ne la mia anima fu strappata via dal mio corpo, bensì la morte si limitò a rispondermi, buon segno.


Sono qui solo per un pareggio dei conti, quando mi hai baciato mi hai dato per qualche istante qualcosa che era tuo, io sono la morte e io regolo sempre i conti!

Pensando di aver capito dove volesse arrivare, chiusi gli occhi e porsi le labbra. Ero decisamente emozionata, quando avevo baciato la morte la prima volta era in assoluto il primo bacio che donavo, ed ora mi ritrovavo ad aspettare il primo bacio che mi avrebbero donato. Immaginate quindi il mia sorpresa quando sentì un peso sulle mie braccia ed un baccano improvviso far la sua comparsa. Era ufficiale, la morte mi vedeva più come un'amica...
Ancora una volta aprì gli occhi e il mondo mi si rivelò nella sua complessità, nei suoi personaggi e nei suoi sfondi, e sopratutto nei suoi oggetti: quel peso che avevo in mano, era una falce molto lunga, con la lama perfetta e dei piccoli fili che partivano da essa, provai a muoverla e mi accorsi che nonostante il peso potevo farle fare tutti i movimenti che volevo, quindi capì: La morte mi aveva donato la sua falce!.
Guardai in alto a quel punto e vidi Watashi, lo vidi quel fottuto bastardo, la causa di tutte le sofferenze che avevo provato in guerra, la causa del mio impazzire, la causa (secondaria) della mia morte e soprattutto, la causa della mia sensazione di essere malata. Questi pensieri mi colpirono come un fulmine, un fulmine carico di collera, astio e soprattutto : vendetta. Quel mostro se ne stava li, fiero e sicuro di vincere, e la cosa non faceva che farmi innervosire ancora di più, avrei voluto cancellarlo dalla faccia della terra, poi vidi qualcosa che mi stupii: La morte si trovava ad una decina di metri dietro Watashi. Forse era perché stavo stavo tenendo la sua arma che riuscivo a vederla, poiché i presenti, falso dio compreso, non sembravano accorgersi di lei, fatto sta che lei alzò la mano, come se reclamasse qualcosa. Giunta a quel punto capì, e quindi iniziai a roteare su me stessa con quell'arma terribile. Roteavo per aumentare la potenza centrifuga dell'arma. E mentre roteavo pensavo se era giusto quello che stavo facendo, poi pensai a tutte le persone morte per cola sua e mi dissi che era assolutamente giusto. Quello che doveva essere il capo dei ninja diede il segnale d'attacco ed io obbedì, scagliando la falce contro il nemico. Essa roteò sempre più velocemente mentre si avvicinava al suo bersaglio. Perfino Watashi una volta accortosi della minaccia non poté far nulla, la morte era un potere troppo grande anche per lui. Senza il minimo rumore la lama della falce mozzò la sua testa dal resto del corpo, mentre il proiettile finiva nelle mani della sua padrona.
Per un attimo io e lei ci guardammo e con un impeto di emozione gridai:


E ORA NON TI SCORDAR MAI IL NOME DI HOKANE!!

In quel momento la morte scomparve con uno dei suoi soliti sorrisi e Watashi venne incenerito dai jutsu dei ninja, ed io per una volta mi sentì fiera di me stessa.
Quando il corpo del falso dio venne distrutto il mondo tornò alla normalità, i ninja esultarono, ma io non ero più li per festeggiare con loro. Usando l'ultimo rimasuglio di energia che la morte mi aveva lasciato per andarmene più in fretta possibile da Kumo, non avevo voglia di restare, tutto quello che mi interessava era tornarmene a casa e fare un bel bagno caldo.


//Tastu usa i draghi bene io divento Ghost rider XD buona continuazione a tutti//.
 
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•Yatagarasu•
view post Posted on 2/3/2014, 16:27




Ijiro:

Il samurai non aspettò neanche che l'altro iniziasse a parlare, prima di lanciarsi in un singolo fendente, rivolto alla sua stessa gola. Se era collegato a lui, la soluzione era quasi banale: la vita di uno per salvare la vita di molti? Era praticamente il motivo per cui era lì.
Non riuscì a finire il colpo, tuttavia, trovandosi sul campo di battaglia segnato da crateri e morti. Il puzzo di sangue e fango si spandeva nell'aria. Carne bruciata. Lamenti di feriti... dov'erano tutti?
Avevano resistito, nonostante tutto. Nonostante la sua inesperienza e mancanze, nonostante la sua assenza erano sopravvissuti... in qualche modo. Erano venuti lì per morire, tutti. Il fatto che ci fossero ancora superstiti era qualcosa di simile ad un miracolo.
Tenendosi le costole incrinate, si diresse verso i suoi compagni, facendosi bendare in fretta. L'ultima spinta contro Watashi, la chiamavano, il momento di colpire e finire quella battaglia definitivamente... l'avrebbero davvero conclusa? Sarebbe finita?
Strinse i denti: domande futili, dubbi superflui. Estrasse la spada con aria tetra, dirigendosi come gli altri sul luogo dell'ultimo scontro, deciso a finire quel nemico come qualsiasi altro nemico incontrasse sulla sua strada. Con efficenza e sul filo di una spada. Non era una questione di vincere o perdere, solo di sopravvivenza del più forte.
E Watashi, in quel momento, non lo era.
Si lanciò in avanti, spada sguainata, e cipiglio in volto.


Yo:

Yo arrivò sul campo di combattimento con un cambio di vestiti e una nuova fasciatura sull'occhio. I ninja erano radunati per un ultimo scontro decisivo contro il demone, e a guidare l'avanguardia era... Kai. Storse il naso. Troppe volte quel nome compariva sui suoi rapporti, troppi contatti, connessioni, interconnessioni. Un uomo pericoloso.

"meglio, se lo giocherà Watashi, ora."

Non rimase deluso, e contribuì a colpire come un maglio. Luce rossa partì da numerosi costrutti meccanici, colpendo in un solo punto, più a valle. Fuoco, Acqua, armi, volarono in quella direzione, unendosi e rinforzando altri attacchi in arrivo in un singolo torrente distruttivo di acciaio e magia. Finalmente quell'immonda creazione aveva pagato per ciò che aveva fatto. Nel caso di Yo, aveva pagato il giusto prezzo per averlo lasciato spezzato e monco. Aveva saldato un suo debito, ma una parte di lui ancora anelava a quella supremazia che aveva cercato negli ultimi mesi.
Potere per non perdere più nulla. Potere per sconfiggere Watashi. E ora? Potere per cosa?
Mentre si allontanava dal campo di battaglia, passò davanti ad una tenda medica. Dentro, una ragazzina piangeva sul cadavere di un bambino. Dodici-tredici anni, aveva un coprifronte di Kumo, ed era decisamente morto.
Potere per cosa? Se avesse combattuto di meno e guarito di più?


"non pensare a queste baggianate, Saito. Hai ancora molto lavoro da fare, a casa."

Karakasa cominciò a snocciolare coordinate, mentre un rotolo, a Oto, cominciava a srotolarsi, attingendo energia da una serie di sigilli. Era tempo di tornare ad Oto, finalmente.
 
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(?)
view post Posted on 2/3/2014, 17:22




Colpì deciso, forte. Forse troppo. La lama del kunai carpì in profondità la cute chiara della Hyuga che si aprì in un gorgo incessante di liquido cremisi. Il sigillo era finalmente spezzato ma a quale inglorioso prezzo? L'immagine stilizzata che prima ghermiva la sua pelle iniziava a perdere di tonalità lasciando spazio al fluire del sangue che si riversava per terra, mescolandosi al terriccio bruciato. Accasciata al suolo la giovane venne colta da spasmi, contorcendosi in preda alle fitte di dolore. Fu su di lei in men che non si dica, premendo la propria sciarpa contro la ferita in modo da arginare l'emorragia. Più la stretta si faceva intensa, più le sue mani venivano imbrattate dal fluido vitale della giovane, la cui vita stava spegnendosi fra le sue braccia. Non riusciva a credere di aver stroncato una vita, specialmente quella di una sua amica. Mentre fissava il suo volto, divenuto pallido per la grossa perdita di sangue, si sentì divorato dal rimorso. Ogni briciolo di convinzione venne spazzato via, lasciando spazio solamente alle lacrime che scorrevano copiose e senza il minimo controllo. I grandi occhi castani erano ormai pozze vuote e non definite ed ogni immagine che si mostrava loro era distorta dalla rugiada che ne sgorgava. Tutt'attorno il campo di battaglia mostrava le ferite subite: corpi esanimi ovunque, olezzo di morte nell'aria, grida di dolore.
Eppure quando abbassò lo sguardo qualcosa accadde. La ragazza lo fissava con sguardo sereno, privo di astio o malcontento. Il dolore era svanito e con esso qualsiasi segno della sua lama. La ferita era miracolosamente guarita e di conseguenza anche la sua vita era salva. Dal canto suo corrispose il sorriso della ragazza, asciugandosi frettolosamente le lacrime con l'ampia manica della tunica. In lontananza grida su udirono per l'intera Kumo, ma questa volta di gioia e determinazione. La battaglia finale contro quella piaga stava finalmente per concludersi.

Insieme al resto della compagnia si portò celermente nel luogo ove lo scontro finale stava tenendosi. Giunto sul postò notò nubi oscure aleggiare nell'aria, quasi a voler cingere l'intera superficie terrestre. E nel mezzo di quella cortina livida se ne stava Watashi, il dio la cui unica aspirazione era quella di assoggettare l'intera umanità al proprio servizio. Di fronte a lui una figura mai vista, accompagnata da una luce simile a quella del sole. Lampi gialli si dipanavano dal suo corpo iridescente, lambendo le nubi cariche d'oscurità.
Si scontrarono furiosamente. Ancora una volta il confronto tra luce ed ombra si fece ricorrente. Ed ancora una volta, la luce trionfò. Anch'egli volle contribuire a quella disfatta: concentrò tutto il proprio potere in un'unica sfera acquatica pregna d'ira e determinazione al tempo stesso. Essa scattò fugace verso il corpo ormai inerme del mostro. Unendosi ad altri centinaia di attacchi il suo colpo andò a segno, determinando così la sopraggiunte fine di quella piaga, con la conseguente fine della guerra.

Mentre tutti festeggiavano lui si trovava vicino ad una piccola tenda adibita a pronto soccorso. Una giovane di bell'aspetto medicò le sue ferite, ricoprendole di bende e stoffe. Si rimise in dosso la tunica ormai logora ed uscì dalla postazione. Notò con grande sollievo la folla inneggiare alla fine di quella guerra sanguinolenta. Molti erano i morti, molti altri i feriti. Eppure tutto quello che avevano dato non era stato vano. Avevano vinto, trionfando sulle angherie di un dio all'apparenza immortale.
Poco più in la del luogo dove si trovava, vide Setsuna china sul corpo del suo generale, mentre con un abbraccio suggellavano il loro "ritrovamento". Non volle interrompere quella scena idilliaca e per questo si fece da parte.
Si accasciò al suolo. Gli occhi scrutavano il cielo ormai tornato alla normalità, nuvole bianche come il latte adornavano la volta celeste in uno splendido scenario. Chiuse gli occhi; sospirò.


(Finalmente è finita...)
 
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view post Posted on 2/3/2014, 17:23
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Non ce la faceva più la dolce Hyuga a tenere la sua alleata. Le dita erano strette sulle sue braccine esili, mentre il sudore nato dall'agitazione faceva attrito sulla pelle candida della neogenin. Chiaki avrebbe resistito anche a costo di scivolare in quel baratro con la sua compagna. Strinse le palpebre per lo sforzo. Le gambe ancorate alla roccia le dolevano, i muscoli in tensione non avrebbero retto all'infinito. Anche se la voce del medico in lontananza spingeva i superstiti ad andare ad aiutare coloro che erano in difficoltà la paura di finire nella loro stessa situazione era troppa. Nessuno aveva mosso un dito ma in fin dei conti la quattordicenne li capiva. Strinse i denti, non appena la sua mano la tradì.
La moretta era rimasta appesa alla fanciulla dalla chioma blu solo con un braccio. Lo spostamento di peso improvviso reagì immediatamente con la ferita della nukenin che iniziò a bruciarle incredibilmente. Le iridi perlacee le si inumidirono automaticamente, rispondendo alla sofferenza del suo stesso corpo. Avrebbe potuto utilizzare il suo elemento ma la paura di poter fare del male alla leva o di peggiorare la situazione, in quel momento era triplicata. Come se non bastasse la terra smise di tremare improvvisamente. Che fosse un segno che il peggio stava per presentarsi? Non era l'unico cambiamento rilevante, anche il fumo improvvisamente sembrò bloccarsi in quel circolo perpetuo e noioso.
Il tempo sembrò congelarsi. In quella posizione scomoda non poteva vedere niente se non gli occhi smeraldini e impauriti della ragazzina e il fondo del precipizio. Le domande che affollavano la sua mente erano molteplici ma le sembrava inutile preoccuparsi di quello che stava per avvenire quando probabilmente nemmeno avrebbe visto il suo avvenire. Scivolò ancora di alcuni centimetri quella dolce ragazzina più piccola di lei, rimando intrecciata con le dita alle sue. Con l'altra mano provò a recuperarla ma i movimenti troppo bruschi non aiutavano.

- Resisti, vedrai che arriveranno - disse faticosamente Chiaki che non riusciva più a parlare per lo sforzo.

Attimi di tensione e poi pensò il peggio. Il loro legame si sciolse e la neogenin cadde nel vuoto. Non ce la fece la giovane a guardare. Eppure nessun grido, nessun lamento uscì dalla bocca dell'altra. Timorosa schiuse uno dei suoi specchi cristallini e la vide. Stava a terra ma su una sporgenza rocciosa. Come era possibile se nel loro gruppo nessuno sapeva usare il doton? Voltò lo sguardo e il capitano in piedi incitava tutti, rimettendo in ordine quello che rimaneva di un esercito. Tutto ciò che li aveva costretti a misure di difesa estrema e li aveva condotti ad isolarsi in quella piattaforma stava scomparendo ma al suo posto nel cielo le nuvole violacee scomparvero e saette facevano capolino sopra quella valle di lacrime e sangue.
Il buio scese sul mondo. Sembrava che il persino gli astri fossero in confusione sul loro compito. Il byakugan ancora attivo e lo vide, temibile e misterioso. Le sue forme erano cambiate dalla sua ultima apparizione ma doveva essere lui, la sua potenza assoluta trasudava da quel fumo nero come la pece che aleggiava intorno a lui. I ninja del suo settore si erano messi in cammino, forse pronti ad organizzare un attacco verso colui che aveva dato vita alla guerra, vendicando i loro cari e quegli anni passati a combattere progenie. Chiaki lo guardò ma il suo sguardo era vuoto. Non provava odio, la sua presenza le incuteva timore ma in un certo senso non riusciva a dargli una colpa per tutto quello che stava accadendo.

*Ognuno raccoglie ciò che semina*

Questo fu il suo unico pensiero, prima d'abbassare lo sguardo e puntare i suoi diamanti verso la residenza del clan Yotsuki. Quello che vide non le piacque affatto e attirò più l'attenzione di ciò che le stava accadendo intorno. Non salutò nessuno, non rispose a nessuna domanda e non eseguì gli ordini. Le sue gambe cominciarono a muoversi da sole. Correva senza sosta, il fiatone le aveva screpolato le labbra morbide. Fuyuki era disteso a terra e accanto a lui sua sorella giaceva inerme. Nemmeno una briciola di chakra nel corpo della sua coetanea, il cuore era fermo e la lama al fianco del suo amato sporca di sangue.
Non poteva sapere i minimi dettagli ma i fatti parlavano da soli. Conosceva il suo sensei non avrebbe mai fatto qualcosa di così sconsiderato se non per un motivo valido ma nonostante stesse correndo come non aveva mai fatto in vita sua, non riusciva a trattenere le lacrime. Il suo gesto avrebbe avuto conseguenze disastrose sul suo spirito. Cadde inciampando tra gli scalini della scala a chiocciola. I lividi e le ferite erano solletico ormai. Si rialzò faticosamente ma non smise di correre mentre gocce calde lasciavano la scia del suo cammino. A scatti e ansiosamente si mosse tra quelle stanze, guidata solo dalla sua doujutsu.
Guardò la katana, la stessa che aveva colpito anche lei, si era macchiata per l'ennesima volta di sangue umano. La spostò delicatamente, prima di fissare quegli occhi persi e privi di vita della fanciulla. Non era facile vederla ridotta così, quando qualche ora prima l'aveva vista combattere per le proprie idee. Si avvicinò accarezzandole il viso e delicatamente abbassò le sue palpebre. Chiuse gli occhi e come aveva fatto sul campo di battaglia si lasciò guidare da Yume, pronunciando quelle parole di conforto che avrebbero guidato la sua anima lontano, in un posto di pace e dove la sofferenza era solo un lontano ricordo.
Avrebbe voluto circondarla di fiori, quei bellissimi fiori che crescevano vicino alla sua vecchia casa ma li non ce n'erano. Watashi aveva distrutto tutto ciò che di bello potesse esserci. Eppure non si sentiva di lasciarla così "nuda". Si sciolse quello sgualcito che aveva tra i capelli e glielo intrecciò tra le mani. Un ultimo sguardo a quel corpicino martoriato e poi raggiunse il suo uomo. Sentì il battito del suo cuore più lento ma non sembrava avere nulla di anomalo. Sorrise, rassicurata anche se sapeva quanto potesse essere forte il membro dell'Akatsuki, proprio per questo lo avevano assegnato come loro capitano.
Si appoggiò la testa del giovane sulle gambe, accarezzandogli i morbidi e impolverati capelli aspettando che questo si svegliasse dal suo lungo sonno. Intanto fuori imperversava la guerra, le grida e scintille di luce illuminavano di tanto in tanto la stanza ma di quello che rimaneva di quel mondo a Chiaki non sembrò importare improvvisamente più nulla perché il suo mondo ora era li.

- Ora che siamo insieme, andrà tutto bene - bisbigliò la Hyuga comprimendo le labbra salate su quelle del suo amato.
 
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view post Posted on 2/3/2014, 18:43
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♫ Peace ♫

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GdROff//Continua da [Qua]//GdROn

*Ore buie e vuote separarono le ultime parole udite dal torpore del risveglio e catapultata con un rombo di fulmine al punto di origine fu una spiacevole sorpresa avvertire quel formicolio trasformarsi in pratico e intenso dolore. Tornata nella zona Est scoprì che di fatti che il suo corpo non aveva ancora superato i vecchi acciacchi e nessuno era ancora accorso a medicarla. Lo squarcio temporale che l'aveva riportata indietro tuttaavia non sarebbe passato inosservato ne era certa ma ancora distesa in terra la donna non riuscì a lanciare alcun segnale per facilitare le ricerca nei paraggi. Disorientata dal silenzio spettrale che la circondava pensò di essere sola ma i lamenti dei feriti la smentirono ben presto. Nell'aria tra fumo e cenere fiutò l'avvicinarsi di molteplici presenze ma anche quando le voci dei soccorritori furono vicine non ebbe la forza di rispondere al richiamo, alzare anche solo un dito risultò troppo faticoso, una profonda sensazione d'impotenza l'avvolgeva da capo a piedi. Che altro era successo in sua assenza?*

"C'è qualcuno che può sentirmi.. Hachi sei ancora li?"

"Uhm.. Ho-Hokage-sama!? Dove siete stata vi abbiamo cercata, dicevano che l'araldo vi avesse trascinato via con se!"

"Aggiornami sugli sviluppi credo di essermi persa molte cose mentre ero.. dall'altra parte. Cos'è successo sugli altri campi di battaglia?"

"Gli altri capitani hanno comunicato che all'improvviso i loro avversari sono scomparsi, sono stati come assorbiti da una forza superiore e non credo ci sia da festeggiare per questo. Non è un buon segno e come vede il cielo sta iniziando a collassare.. "

"Si, vedo.."

"Si stanno riunendo tutti non molto distante dalla vostra posizione, affrettatevi, ci sarà bisogno del vostro aiuto"

"Il tempo di farmi ricucire per bene e sarò da voi, promesso"

*Mentre la conversazione telepatica con lo Yamanaka andava avanti una squadra di tre medici finalmente era riuscita localizzarla e fu sgomento quando videro in che condizioni giaceva: tra le macerie ai piedi di un edificio in fiamme e ricoperta di ferite, fu riconosciuta a distanza dalla veste ormai logora abbandonata in terra, la paura li assalì ma l'ipotesi del suo decesso fu scongiurata in breve. Gli shinobi sensoriali che accompagnavano i medici infatti avvertirono la vita scorrere ancora in lei e spronando a far partire le cure all'istante riuscirono pian piano a rianimarla sfruttando anche dei tonici rigeneranti. A destare maggiori preoccupazioni fu la profonda lacerazione che partiva dall'addome a salire al volto e sull'occhio sinistro, l'azzurro calore dei jutsu medici irradiò immediatamente la zona intensificando in particolare all'altezza del collo e della spalla dove le ferite faticavano a richiudersi. Le cure proseguiroono donando sollievo al suo corpo ma non una parola diede benefici al suo cuore e alla sua mente, aveva azzardato troppo, era stata una stupida a fidarsi di Nerigal e ora altri ne avrebbero pagate le conseguenze. Pur tornando a reggersi in piedi da sola Akane priva della vista si sentì incompleta, tutta quell'oscurità e la sensazione d'impotenza che ne derivò andò a prosciugare la sua determinazione all'osso: come svuotata fece da parte i medici e brancolando nel buio avanzò in cima al dirupo dove la donna che aveva combattuto al suo fianco contro un indemoniato Shinta, aveva reso il suo compito meno gravoso.*

Donna: "Avanti Kai... non c'è più tempo"

"Sta raggiungendo la sua forma umana non è vero..?"

*Si rivolse a lei retorica mentre si volgeva sull'altura, lentamente gli shinobi sopravvissuti iniziavano a radunarsi nella vallata ma l'aria stava cambiando ed erano rimasti davvero in pochi a combattere: con il chakra della natura che stava accumulando Akane riuscì a distinguere l'entità dei presenti così come dei caduti nei dintorni e le statistiche non erano delle migliori.
La pericolosità di quel nuovo cambio di scena raggiunse il culmine quando l'aura negativa di Watashi si palesò agli occhi di tutti concentrata in un semplice corpo fatto di carne ed ossa; contrapposto a quel demone v'era un'abbagliante energia di un secondo individuo nella quale riuscì a distinguere diverse sfumature di chakra tra cui il suo stesso di Uchiha e quello di Senju. Non riuscì a collegare subito ma la donna al suo fianco le aveva fatto nascere dei dubbi, il Kai a cui faceva riferimento doveva essere quell'uomo che pieno di sè ora stava parlando.. Aveva già sentito quel nome e quella voce, di recente anche. Era quel Kai! Si rese conto soltanto allora quanto male aveva fatto a non dare ascolto alle paure di Fuyuki ma era inutile pensare a cosa era stato e troppo facile era parlare con il senno di poi. Non avrebbe comunque potuto cambiare il passato né potendo tornare indietro l'avrebbe fatto.*


(Hai affidato le nostre forze a lui, sei stato un folle fino all'ultimo Nerigal.. ma non ci resta che da seguire questo piano ormai, spero funzioni.. )

*Nessun movimento sotto le palpebre amaranto ma quando il dio mortale iniziò ad ingaggiare battaglia il suo viso iniziò a seguire gli spostamenti della dei due quasi come se riuscisse a vederli. Colpi potenti sibilarono nell'aria e mentre Kai cercava di annullare l'energia che inquinava quel limbo altri shinobi tentarono di tenergli testa ma uno dopo l'altro vennero scagliati via senza nulla di fatto. Avvolto da una barriera Watashi non doveva nemmeno prendersi la briga di difendersi perchè qualsiasi cosa gli venisse lanciata contro si infrangeva contro quel muro di oscurità mentre i suoi attacchi devastanti erano in grado di spezzare le montagne e cambiare le fattezze del pianeta che voleva conquistare. Kai manipolando ghiaccio e fuoco tentò di tenerlo a bada ma ci fu sgomento quando iniziando un nuovo jutsu fu preso in contropiede da Watashi: vide i due fuochi l'uno vicino all'altro ma l'impatto non indebolì il difensore dell'alleanza ma bensì un terzo che sacrificandosi si frappose tra i due. Quell'ennesimo gesto estremo risvegliò in Akane il desiderio di rivincita, in troppi avevano perso la vita a causa di quel tiranno ed era ora che pagasse per le sue malefatte. Scostando la fasciatura che le avevano da poco fatto al braccio strisciò sulla ferita per raccogliere qualche goccia del suo sangue e tracciati dei segni sulle guance le sue mani assunsero tratti più rozzi, la pelle divenne lucida e tra le dita comparvero delle sottili membrane di cartilagine. Entrata a piena potenza nella modalità eremita saltando nel vuoto eseguì la tecnica del richiamo e dal nulla comparve un immenso Gamabunta che estraendo dal fodero la sua wakizashi nel momento decisivo sputò olio infiammabile. Mentre l'eremita raccoglieva le forze per l'ultimo attacco Kai era riuscito a contrastare l'inferno che si stava espandendo sulla terra dei vivi e l'avatar mortale di Watashi divenne finalmente vulnerabile.
Respirando a pieni polmoni la Yōkai di Konoha chiamò a raccolta tutto il chakra che le restava in corpo e componendo gli ultimi sigilli accompagnò il getto del rospo con un'imponente fiammata che sfrigolante e orgogliosa avvolse l'olio andando a potenziarne la gittata. L'alleanza si strinse in un unico corpo e un'unica voce e come una pioggia infinita Watashi fu assalito da ogni genere di jutsu, fu piegato e poi irrimediabilmente spezzato.*

* * *

*Il re dei rospi era scomparso dal campo di battaglia, la presenza malefica di Watashi dissolta e intorno era il giubilo. Voci festanti, passi frettolosi e confusi avanzavano verso i propri amici cari o verso la propria metà. Commozione generale ma nel mezzo Akane avvertì solo un grande e solitario sollievo, svuotata di ogni energia si lasciò cadere in avanti, era tutto finito.. *

GdROff// Per chi di Konoha vorrà ci sarà un seguito Nel villaggio per una ruolata libera dove si terranno i funerali per i caduti, apro appena posso. Per chi inoltre è stato promosso chunin, sempre di Konoha, se vuole continuerà in Studio, sarà un periodo post guerra, prima che iniziate a fare altro e in cui vi saranno dati i dovuti riconoscimenti. Mandate mp se siete disponibili oppure contattatemi su skype.//GdROn
 
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Belfagor90
view post Posted on 2/3/2014, 21:52




Non mi ero mai sbronzato prima, ma immagino che la sensazione di svegliarsi dopo essere morto avesse un effetto simile a quello di un pesante dopo sbornia. Nella mia confusione però ero certo di una cosa: avevo un fortissimo sentimento chiamato “voglia di prendere a calci in faccia” la Kane lì presente.
Poteva ritenersi fortunata però, visto che non ricordavo chiaramente il perché e avevo un enorme mal di testa mi risparmiai la fatica.
Attorno a me però era una bolgia. I super tizi di prima erano praticamente ridotti a stracci, però non si vedeva in giro la Morte e nessuna Progenie. Si stavano tutti leccando le ferite e tutti quanti parevano pure rilassati. Era... finita? Cioè, io morivo e mentre combattevo per resuscitare si fregavano tutto il divertimento? CHE ROTTURA DI PALLE!!!
C’era da accontentarsi però. Non avevo la minima ferita addosso – una vera rarità!! – e si poteva dire che avevamo vinto. Cazzo, che casino che era stato quello. Quanti ne avrò ammazzati? Un migliaio e passa!! Ottimo record di guerra direi. In uno sforzo per sembrare effettivamente galvanizzato dalla cosa provai a fare una cosa mai fatta prima.


-Un bell’applauso per i superstiti! Hip hip...-



Non rispose nessuno e il mio “hurra” si perse col vento che correva sul pendio della montagna. Notai in quel momento che al vecchio generale mancava un braccio, meglio rimediare alla cosa in fretta.

-Tu se vuoi puoi applaudire assieme a qualcun altro, se ti va. Allora di nuovo, hip hip...-



...
...


-E allora vaffanculo, io me ne torno a casa.-



Altro che esaltato dalla vittoria, la cosa mi lasciava indifferente, anzi no, era più corretto dire “svuotato”. Ora che era finita improvvisamente mi rendevo conto dell’enorme mole di lavoro che avevo fatto. Tutto quel combattere, la tensione, la morte... parlando di morte, sarà stato un sogno tutta quella roba di me trasformato in un mostro gigante che distruggevo tutto? Sarà meglio di sì, altrimenti sarei stato tentato di tagliarmi la gola. Era stato un sogno assurdamente figo!
Magari se tornavo in fretta ad Oto avrei fatto in tempo a sdraiarmi, dimenticare tutto e riprendere quel bellissimo sogno. Sarebbe stato l’ideale: fisso a letto per una settimana e guai a chi rompe le palle!
I miei piani per il relax, però, sono famosi proprio per il fatto che non si realizzano mai. Una nube nera fittissima trasportò tutti in un luogo chiamato il Limbo e davanti a me sorgeva quello che rimaneva di tutto l’esercito dei ninja... ah, e c’era pure Watashi, grandioso, semplicemente grandioso.


-Mai una volta che qualcuno mi lasci in pace, eh? Ebbene, Watashi, non avrei mai sperato di trovarmi davanti a te e quindi prima che io, o chi per me, ti faccia il culo, lascia che ti dica una cosa.-



Alzai l’indice verso di lui e poi me lo passai sulla gola.

-QUESTO MONDO NON HA BISOGNO DI UN DIO CHE PRENDE E BASTA!! VAI A FARTI FOTTERE, STRONZO!!-



Sguainai un pugnale – come cazzo l’avevo preso poi? Non me lo ricordavo – e mi lanciai assieme a tutti gli altri urlando la mia gioia nel vedere finalmente davanti a me, inerme, la fonte di tutte le rotture di scatole degli ultimi due anni!
Oto e il divano avrebbero aspettato, era il momento di portarsi un pezzo di divinità a casa e trasformarlo in suppellettile!!



//Tutti qui fanno gli sboroni, ma io mi taglio una mano di Watashi prima che scompaia e me la inchiodo nel salotto della casa di Hiroki XD//
 
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view post Posted on 3/3/2014, 03:34
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Stay where you belong... In my memories

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Per un attimo aveva creduto che il suo attacco combinato fosse andato a segno, era quasi certo che la strategia potesse funzionare.. Dunque cosa era andato storto? La tentatrice era stata troppo veloce, era riuscita ad eludere l’attacco senza vederlo, ma come? Era come se non avesse realmente corso, che si trattasse di dislocazione? In ogni caso non ebbe il tempo materiale per pensarci, la donna scomparve con la stessa rapidità con cui era apparsa implorando e biascicando parole appena comprensibili. Le porte erano libere, erano gli ultimi sopravvissuti di una cruenta battaglia, in un giorno Kazuto aveva assistito a sin troppa morte e distruzione, sentiva ancora le urla dei feriti ed i gemiti di dolore, il loro coraggio era stato ricompensato con il peggiore degli epiloghi.

Questo è un mondo corrotto dal odio, prima o poi sarebbero scoppiate ben altre guerre, in quel caso non ci sarebbero stati alleati, solo nemici..



Quelli ed altri furono i pensieri che ossessionavano la sua mente, era però presto per cantare vittoria, quel falso dio non era ancora stato sconfitto e non si poteva parlare di vittoria, le perdite erano state massicce e festeggiare significava sputare sulla tomba dei caduti, un comportamento che il sedicenne riteneva degno della peggiore delle fecce. Passarono qualche minuto di estremo silenzio, non ebbe il coraggio di guardare una sola volta quella ragazzina col suo stesso sangue, al contrario rivolse le sue iridi rosse sul terreno roccioso, unico testimone delle loro azioni.

_______________________________________________________________________________________



Inferno o paradiso? Il posto in cui l’interno esercito fu mandato non sembrò appartenere né al primo, né tantomeno al secondo, qualcuno direbbe che erano bloccati nel mezzo, il purgatorio. Erano in troppi e Kazuto perse di vista ogni volto familiare, era uno spettatore non pagante della battaglia finale, le sue iridi fissarono due figure alte nel cielo e non poteva sbagliarsi, una delle due era proprio lui, colui che tanto aveva osato dannare la loro esistenza, Watashi in carne ed ossa. Sogno o incubo? Poche erano le volte in cui il sedicenne si era posto un tale quesito, tutto era così reale e al tempo stesso superava ogni fantasia umana, chiunque stesse combattendo il dio malevolo non era umano, era riuscito a superare i limiti dei mortali elevandosi in qualcosa di più, non vi era altra spiegazione.. Se fino a qualche istante prima si era sentito inferiore ad Hyou, in quel momento anche il Mukenin di Akatsuki raggiunse un ruolo secondario, più simile a quello dello stesso Kazuto.

Se davvero uscirò da qui tutto d’un pezzo dovrò darmi da fare, devo pensare a migliorarmi, niente più ragazze, in ogni caso affari di cuore non fanno per me..



Promesse di un ragazzo ormai maturo, aveva raggiunto la consapevolezza necessaria per esser considerato uomo e tale era, una volta a casa si sarebbe allenato duramente per superare i propri limiti e raggiungere quei livelli tanto osannati, più potere raggiungeva e più sarebbe stato in grado di proteggere la vita di chi gli era caro.. Una promessa? Un giuramento? Molto di più, era il suo credo ninja.
Minuti di estrema tensione si susseguirono e finalmente l’esercito potè scatenare tutta la sua rabbia, prima di giungere al piatto principale gli ultimi figli di quel folle cercarono di opporsi, i morti tornarono sul campo di battaglia ma quella volta a parti inverse, Kazuto fu costretto a ferire coloro che erano stati i suoi compagni ed ogni fendente andato a segno lasciava una crepa nel suo cuore, spreco una quantità d’energia assurda per aprire la strada e permettere ai più rabbiosi di raggiungere il mostro ma ne era valsa la pena, in breve come nel migliore dei sogni era tutto finito, la guerra era vinta e il mondo era stato liberato dal suo oppressore.


- Hokage-Sama! -



Era impossibile non riconoscerla, da sempre provava una forte ammirazione per quella donna e quasi gli venne un colpo quando la vide cadere da una considerevole altezza, ansioso spinse un uomo già intento a festeggiare e saltò a braccia aperte frapponendosi tra lei ed il roccioso terreno di Kumo, l’impatto con quest’ultimo non fu dei più felici per il sedicenne ma fortunatamente era riuscito a proteggere la donna usando il suo corpo. Vedendola non potè che essere orgoglioso del villaggio a cui apparteneva, mai avrebbe permesso ad Oto e Yo Saito di abbindolarlo, sarebbe per sempre stato Kazuto Uchiha, Ninja di Konoha.

- E' stato un bel volo, siete tutta intera?

..E’ tutto finito, siamo fuori da quest’incubo.. -



Un lieve sussurro, una certezza.. La fine delle ostilità..


// E' andata! Spero sia sufficente xD//
 
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^Shinodari^
view post Posted on 3/3/2014, 12:37




Mise ordine al caos.
Le immagini che instillò in quella mente estranea furono sufficienti per confondere l'Araldo e la sua proiezione vacillò fino a implodere per lasciare il posto a un denso fumo nero che in breve cessò la sua esistenza effimera.
La mente di Kashi era libera, Kashi era libero.



“Ben tornato ..”



Gli disse mentre lasciava quel corpo che non le apparteneva, ma che ormai ben conosceva. Come ogni volta che usava quella tecnica, aveva stretto con lui un legame profondo, un legame che sarebbe rimasto intatto fino alla morte. Almeno da parte sua. Il suo spirito aleggiò nell'aria e raggiunse finalmente il suo corpo, finalmente libera, finalmente sé stessa.

Aprì gli occhi con un sussulto e vide il mondo capovolto. Che stava accadendo? Un'altra stregoneria di Watashi? La pelle del suo viso sfregava fastidiosamente contro qualcosa di ruvido e sentiva lo stomaco compresso da qualcosa di duro che le perforava il diaframma.



“Porc ..”



Ci mise qualche secondo per capire che la stavano trasportando a penzoloni e solo quando riuscì a sollevare abbastanza la testa si rese conto che Kira aveva mantenuto la promessa di vigilare sul suo corpo.



“Kira! Ehi! Oh! Sono tornata! Puoi mettermi giù!”



Ci mancò davvero poco che non gli vomitasse addosso. Non appena riassunse una posizione verticale e soprattutto decorosa, si massaggiò lo stomaco dolorante.



“Grazie, grazie di avermi protetta, grazie di tutto. La mia fiducia era ben riposta ..”



Sorrise sinceramente e non riuscì a non abbracciarlo, mostrando così tutta la sua gratitudine.

Si guardò attorno, giusto in tempo per vedere Kashi che, tornato completamente in sé, ordinava ai suoi di rinforzare la piattaforma. Sorrise di nuovo e questa volta era un sorriso compiaciuto, forse sarebbero morti comunque, ma almeno era riuscita a dare al Capitano di Iwa una morte onorevole e nessuno l'avrebbe ricordato come un traditore.


Accadde tutto all'improvviso, tanto che smise di respirare, tanto che il suo cuore cessò per un momento di battere, tanto che non provò nessuna umana sensazione. Aveva appena riacquistato coscienza del suo corpo che già le veniva di nuovo strappata via. Stava accadendo qualcosa di importante, non poteva essere altrimenti, il fumo stava lentamente svanendo e quel bagliore violaceo che aveva pervaso ogni cosa fino a quel momento andava schiarendosi per lasciare il posto alla luce del sole.
No, non era il sole quello che vedeva, non poteva esserlo, non riceveva alcuna sensazione di calure dalla sua pelle. Stava forse oltrepassando i confini della morte?
Qualcosa solleticò i suoi sensi. Da qualche parte qualcuno le stava inviando un messaggio, un messaggio silente, privo di parole. Vi era qualcosa di famigliare in quella “voce”, immediatamente si convinse che in qualche modo aveva già conosciuto quella mente, ma non riuscì a concentrarsi abbastanza per capire dove e quando, era una richiesta urgente, una richiesta che andava soddisfatta immediatamente. Poteva essere pericoloso, a dire il vero, ma per qualche strana ragione ignota si convinse che era la cosa giusta da fare. Rimandò indietro il messaggio e, senza sapere nemmeno bene come fare, lo infarcì di tutta l'energia di cui disponeva, nella speranza che servisse a qualcosa.
Cadde in ginocchio, esausta, gli occhi velati dalla stanchezza, la fronte madida di sudore e la mente piegata da tutto quello sforzo che aveva dovuto sopportare.
Fu il silenzio.


Giungevano grida, diverse da quelle della battaglia. Sono urla di giubilo queste, si disse, e ancora prima di riaprire gli occhi si passò una manica del kimono sulla faccia. Il candore del tessuto era solo un lontano ricordo, ora il bianco aveva lasciato abbondantemente il posto al cremisi del sangue e al grigiore della polvere, ma era viva, erano vivi, avevano vinto. Non aveva più nemmeno la forza di piangere. Si costrinse ad alzarsi in piedi e a lasciare quel luogo infausto per dirigersi alla fonte dei festeggiamenti. Aveva sete, fame e un desiderio intenso di lavarsi, cambiarsi e bruciare quegli abiti logori. Proseguì barcollando e non smise mai di cercare con gli occhi sua sorella, dov'era la dolce Chiaki? Dov'era Fuyuki? Solo di Kira era certa la salvezza. Raggiunse la folla faticosamente senza riuscire ad individuarli, ma ora aveva un'urgenza maggiore: doveva trovare Tatsu era sicura che fosse vivo, sentiva la sua presenza, lui era lì da qualche parte tra quei ninja finalmente liberi.
Eccolo.
L'abbraccio arrivò e lei si perse tra quelle braccia, finalmente era al sicuro, era finita.
Finalmente pianse.

 
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Kira956
view post Posted on 3/3/2014, 17:27




Improvvisamente tornò la calma: le scosse che prima mettevano in pericolo la vita dei sopravvissuti della divisione sensitiva e delle comunicazioni, adesso erano completamente svanite; il fumo sotto i loro piedi lentamente si ritirava. Kira continuava a guardarsi intorno cercando di capire cosa fosse successo, fino a quando iniziò a sentire dei lievi movimenti provenire dalla ragazza che teneva sulle spalle. Un grande sorriso gli si dipinse in volto soprattutto quando la ragazza lo invitava a metterla giù.
Kira:- Yukiko!!! Sei tornata!
Adesso capiva perché il terreno che prima si stava lentamente sgretolando adesso riprendeva la sua forma naturale. La ragazza dopo aver poggiato i piedi per terra non tardò a ringraziare l’Uchiha per averla protetta e aver creduto in lei per tutto questo tempo. Improvvisamente la ragazza sorridente si abbandonò in un sincero abbraccio di gratitudine. Il ragazzo arrossì lievemente e la strinse a se.
Kira:- Non ringraziarmi. Tutti noi ti dobbiamo la nostra vita, sono contento che sei tornata e che ci hai salvato!
Ma quello non era ancora il momento di festeggiare, alcuni di loro infatti erano ancora in pericolo di vita. Insieme a Yukiko anche tutti i ninja di Iwa si ripresero, iniziando a rafforzare la loro posizione fino a creare un luogo stabile su cui stare. Le vittime erano state molte, basti pensare che I sopravvissuti erano circa una ventina rispetto ai cento iniziali, ma il ragazzo era comunque soddisfatto di aver guidato i superstiti; Era contento che la sua idea di avere fiducia in Yukiko e i ninja di Iwa si era dimostrata la decisione migliore seppur ritenuta da tutti una follia. In cuor suo sapeva che se quelle persone erano ancora vive, era anche merito suo. Passarono diversi minuti dove la calma regnò. Era tutto troppo strano dato che anche dal fronte non provenivano più i rumori tipici delle battaglie. Sembrava quasi che la guerra fosse finita ma l’azione di Watashi non tardò ad arrivare: le scure nuvole che dominavano i cieli di Kumo lentamente si diradarono e improvvisamente l’aria divenne irrespirabile.
*Non so cosa sta succedendo, ma di certo non è niente di buono.*
Sopra le loro teste apparvero poi diverse figure, una delle quali era Watashi: era lo scontro finale, quella battaglia era l’occasione di sconfiggere una volta per tutte quel Dio malevolo. Improvvisamente il suo sguardo passò dal cielo, dove stava avvenendo quello scontro divino, ai suoi compagni seduti lì vicino. Dopo tutto quello che avevano passato, nessuno sembrava intenzionato a dirigersi verso il sito dello scontro, per molti la guerra era finita lì.
Kira:- Non possiamo arrenderci adesso, lo scontro che sta avvenendo sopra le nostre teste deciderà le sorti della guerra. Abbiamo combattuto molto, siamo stati feriti sia nel corpo che nella mente. Il nostro cuore piange delle perdite dei nostri compagni… MA NON È ANCORA FINITA!
Il suo braccio destro adesso indicava quel Dio che per il momento riusciva a parare qualsiasi colpo scagliato dall’alleanza.
Kira:- Se stiamo subendo tutto questo è sua la colpa. ABBIAMO LA POSSIBILITÀ DI VENDICARCI! È STATO UN ONORE GUIDARVI, MA SE ANCORA CREDETE IN ME… SEGUITEMI E ANDIAMO A COMBATTERE LO SCONTRO FINALE.
Si voltò e partì verso il luogo in cui tutto l’esercito si stava ricongiungendo. Non vi erano più divisioni, tutta l’alleanza era lì pronta a combattere per far cessare la guerra. Il ragazzo attivò lo sharingan ma improvvisamente lo colpì un forte dolore agli occhi. Aveva già provato questa sensazione durante un precedente scontro contro un araldo di Watashi! Il suo sharingan infatti stava diventando ancora più potente e adesso presentava tre tomoe. Per un attimo però tutti si fermarono ad osservare lo scontro che stava avvenendo sopra le loro teste ma ad un tratto uno dei sensitivi che lo avevano seguito gli si avvicinò avvertendolo di un problema.
..: Kira-kun, molti di noi non sono bravi nel combattimento, siamo dei semplici sensitivi.
Kira:- Ognuno di voi prenda l’arma più grande che possieda e si prepari a lanciarla, chiunque non ne abbia potrà prendere una della mie. Lanceremo un attacco combinato!
Ognuno degli uomini che l’aveva seguito impugnò un arma e si preparò a lanciarla. L’Uchiha aveva un piano. Finalmente l’uomo che stava guidando l’intera umanità, diede il via all’attacco e i sensitivi lanciarono le loro armi. Solo gli occhi che aveva appena acquisito potevano aiutarlo a mettere in pratica il piano che aveva ideato. Velocemente compose i sigilli e dalla sua bocca iniziarono a fuoriuscire delle palle di fuoco che presero la forma di grandi rapaci. Ognuno di questi rapaci andò a rivestire interamente le armi lanciate dai sensitivi. Improvvisamente Watashi si trovò di fronte una moltitudine di rapaci infuocati con all’interno potenti armi ninja.

~ ~ ~



Lo scontro era finito e urla di gioia si alzarono in cielo. Improvvisamente tutti si abbracciavano, gioivano piangevano. Ognuno condivideva le proprie emozioni con i compagni che aveva al suo fianco. Tutti provavano le stesse cose, tutti erano uniti, tutti erano diventati fratelli. Il ragazzo non riusciva a credere a quello che era accaduto e rimaneva inerme mentre riceveva abbracci a destra e a manca. Improvvisamente ed involontariamente le lacrime iniziarono a rigargli il viso, non erano lacrime di dolore.. era gioia perché watashi era stato sconfitto, perché la guerra era finalmente finita.
*Finalmente… Tutti coloro che hanno dato la loro vita.. fratelli non è stato invano!*
Le gambe non riuscivano più a reggere il suo peso, e il ragazzo cadde in ginocchio poggiando la fronte per terra. Rimase lì a piangere per qualche secondo poi improvvisamente un urlo di liberazioni contro il cielo uscì dalle sue labbra.
Kira:- AAAAAAAAAH!
Non aveva più energie, avrebbe continuato a festeggiare sicuramente, ma non adesso. Prima decise di dormire lì, per terra, circondato dai suo compagni. Sarebbe stato un sonno diverso rispetto a quelli fatti negli ultimi anni.. In cuore suo infatti sapeva di essere finalmente al sicuro.


//Ho approfittato della battaglia contro watashi per far sviluppare il mio sharingan essendo passato a Chunin e avendo superato il livello necessario. Se non va bene fatemi sapere che modifico//
 
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