Spedizione C - Un Affitto Complicato, per Oinot

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K.Wanderer
view post Posted on 7/6/2022, 05:28 by: K.Wanderer     +1   -1
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“Posso comprendere il tuo temperamento ma… queste parole: “Non ricordo molto, ma [...] devo seguire la mia volontà, anche se significherebbe calpestare gli altri.” mi sanno tanto da Animaru…”

“Lascia stare, non voglio attacar briga. Semplicemente non giudicarmi… io non l’ho fatto.”


Ma ormai Shin si era già voltato e avviato verso l’uscita. Il loro incontro era stato breve, amichevole e pieno di informazioni da condividere; ma a quanto pare la loro collaborazione finiva già. Un aiuto avrebbe fatto comodo al ninja di Suna, allo stesso tempo quel giovane Senju sembrava aver perso la scintilla che muove il cuore degli shinobi e in quello stato sarebbe stato difficile smuoverlo.

A questo punto Shin, nuovamente solo, doveva prendere una decisione su come muoversi. L’accampamento a nord sembrava una pista promettente e con meno rischi, d'altronde si dice “il nemico di un mio nemico è un amico” e lì avrebbe potuto trovare qualche alleato; l’altra opzione era di far ritorno alla sede della Hattori, strada sicuramente più delicata e tortuosa. Naturalmente il giovane optò per la linea d’azione più incline alla sua indole e si avviò di soppiatto verso la sede della società.

Con un po’ di furtività ed ingegno eluse le guardie del perimetro, si arrampicò su una parete e tramite una finestra entrò all’interno. Era buio, la stanza era piccola e piena di cianfrusaglie. Qualche secondo per permettere agli occhi di abituarsi alla nuova luce e capì di trovarsi in uno stanzino del primo piano, c’erano secchi, scope e in generale roba per le pulizie.
La porta era socchiusa e sbirciando con attenzione verso il corridoio capì che la porta successiva alla sua sinistra era quella del dormitorio dove aveva passato l’ultima notte, mentre a destra c’erano le scale che scendevano al piano terra dove c’era la hall d’ingresso e naturalmente il laboratorio di Animaru. Il corridoio era libero, non volava una mosca e l’unico rumore che si sentiva era il fastidioso ronzio delle luci elettriche del soffitto.

Aspettando un po’ e aprendo bene le orecchie qualcosa riuscì a sentire: alla sua sinistra due voci maschili stavano parlando, uno era proprio Dotto mentre l’altro aveva un timbro familiare ma non ben riconosciuto. Poco dopo lo riconobbe: era il tipo con cui aveva fatto a battaglia di cuscini, la discussione proveniva proprio dal dormitorio e pareva che fossero soli.

“Non so… secondo me ti affidi troppo al rapporto di Makoto. Se dirà tutta le verità? Che ti sei messo contro di lui?”

“Non lo farà… non gli conviene. Posso sempre dire che è stato lui ad attacarmi, il che poi non è del tutto falso. Alla fine conviene ad entrambi dire che è stata colpa di quel ninja.”

“Questo è vero. Quindi per tutto questo tempo è stato nascosto nella foresta… pensa te. Comunque, Dotto, ti vedo ormai allo stremo. Psichicamente dico.
Torna a casa, il tuo gruzzoletto te lo sei messo da parte.”


“Animaru non me lo permetterà mai.”

“E tu non glielo dire. Domani attraccherà una nave di ritorno dal profondo est, solito controllo di routine e poi salpa per il continente. Vai. Scappa. Torna dalla tua famiglia.”

“E se lui venisse a cercarci fino a casa?”

“Ehhhhh Dotto… andiamo, non te la prendere ma non vali così tanto da far smuovere quel pazzoide. E poi se quel che mi hai raccontato è tutto vero, è pericoloso per te rimanere ma sei anche tu un pericolo per noi.”

“Credo tu abbia ragione…”


Nel frattempo da destra un altro paio di voci si udivano, oltre le scale da qualche parte nel corridoio del piano inferiore. Una era indubbiamente di Makoto mentre l’altra non era riconoscibile.

“Dunque, come è andata da Animaru?”

“Come sempre: cazziata, deliri alla sua maniera, poi ancora cazziata e poi battutina senza senso. Al solito insomma.”

“Quindi… nessuna conseguenza?”

“Ha semplicemente detto di rafforzare il controllo del perimetro. Fine.”

“Ma quindi, Makoto, a me puoi dirmelo, cosa è successo davvero?”

“Stai insinuando di non aver detto la verità?! Siamo stati attaccati dal quel konohano del cavolo, un agguato di sorpresa… siamo fortunati ad essere riusciti a scappare.”

“E quel giovane naufrago?”

“Quel moccioso del cavolo sa usare il ninjutsu! Forse è un ninja anche lui… Animaru non sembrava troppo scosso dalla cosa comunque.”

“Sarà, ma ultimamente qui c’è troppo movimento. Questa sede e le stranezze del dottore non dureranno ancora per molto, te lo dico io.”



In quel momento la voce di Animaru risuonò metallica dagli altoparlanti sparsi in tutta la sede: “A tutto il personale non in servizio di guardia, riunione straordinaria fra 3 minuti e 25 secondi in laboratorio.”

L’annuncio venne ripetuto una seconda volta, con una nuova tempistica fin troppo certosina e che non corrispondeva alla prima.
Dal dormitorio si udirono i commenti:

“Non suona come una buona notizia.”

“Già…”

“Andiamo?”

“Si andiamo.”



Mentre dal piano di sotto:

“Kuro, tu sei di sorveglianza alla hall, giusto? Chi altro se la scampa?

“Esatto. Più tardi do il cambio a Mogure di guardia al cancello fuori… di ronda nel perimetro invece non so chi ci sia.”

“Beato te… mi prendo un minuto di libertà e torno da quel pazzo.”

“Eheh… non ti invidio per niente.”






CITAZIONE
Allora... situazione delicata. Nel senso che per forza di cose dovremmo concordare qualcosa in privato visto la piega stealth che ha preso la missione. Sentiamoci pure come al solito, se pensi ti possa essere di aiuto magari carico un mappa della struttura.
 
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