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Entro nella locanda e mi prendo il mio tempo per trovare Shin, non lo saluto immediatamente ma piuttosto resto volutamente davanti all'ingresso e cammino lentamente. Do solo una occhiata sommaria agli altri avventori, non mi interessa, e voglio che capiscano chiaramente che non li temo. Che sono io il più pericoloso lì dentro. Potrebbe certamente giocare contro di me quests strategia, ne sono perfettamente consapevole ma visto quanto quel luogo sia deserto, preferisco di gran lunga correre qualche rischio e provocare le persone che mi interessano piuttosto che agire mostrando una qualunque forma di rispetto per loro. Solo dopo qualche minuto mi dirigo verso Shin, ma non pronuncio una sola parola. Sputo ai piedi di Jotaro e Izumo, li guardo dall'alto in basso facendo pieno uso della mia stazza.
Tsk...e questi due amici possono anche offrirci da lavorare o sono qui solo per ammazzare il loro tempo in un posto di merda?
Domando, voglio suonare assolutamente provocatorio e noncurante, al lim8ite dell'idiozia. La persona che ho scelto di interpretare dopotutto non è altro che una montagna di muscoli con quel poco di cervello che basta a capire come ammazzare una persona. Qualunque forma di rispetto, sarebbe vista come un segno di deferenza che non voglio dare. D'altro canto, neanche i due sembrano ben disposti a salutarmi con rispetto. Li guardo ancora, e volutamente lascio traspirare un misto di divertimento e pena dal mio ghigno. Voglio che capiscano quanto sia sicuro dei miei mezzi. Voglio che capiscano che in caso di scontro, non saranno loro ad uscirne vincitori. Mi provocano. Fanno esattamente il gioco che speravo di vedere. Stringo i pugni, simulo rabbia: voglio far loro capire che hanno svegliato una bestia che doveva rimanere dormiente.
Fratellino a coglioni come questi non offri proprio un cazzo...vogliono vedere se Cuorenero debba essere temuto? Bene, avevo proprio bisogno di altre puttane che cantassero della mia fama in questa zona
Ogni mia parola mi sforzo di farla suonare sgradevole e biascicata, a mantenere il mio personaggio, arricchirlo esasperando quella sicurezza di sé sino all'idiozia. E' per questo che quando vedo un'altra decina di persone alzarsi, estrarre le armi, non sussulto neanche per un istante. Rido, inspiro l'aria putrida della locanda: persino quelle scaramucce mi sono mancate. Tutto è meglio di quella prigione spacciata per luogo di contenimento temporaneo in cui mi hanno rinchiuso.
Problemi con voi? Sarete a malapena il mio allenamento mattutino...fratellino stanne fuori e guarda per bene. Mi serve che ti ricordi i miei colpi migliori per cantarli la prossima volta AHAHAHAHAH
Respiro, li osservo mentre tirano fuori le loro armi e di rimando non metto mano alla mia: voglio umiliarli. Sono tuttavia tanti, troppi per essere affrontati da solo, soprattutto senza ammazzare nessuno. E' per questo che fischio ai fratelli diavolo, gli indico due di quelli più lontani da me, così da contenere la mischia e dividerli in gruppetti. Dopotutto, Shin deve valutarmi e non ho alcuna intenzione di coinvolgerlo ma loro, loro devono dimostrarmi la loro lealtà, ed ora gli darò anche l'occasione di dimostrarmi quello che sanno fare.
Grazie per aver chiuso la porta, non vorrei mai che i miei passatempi decidessero di svignarsela
Sono le ultime parole che rivolgo all'oste prima della mischia. Sorriso, respiro piano raccogliendo la tensione e buttandola fuori dal petto. Sono calmo, non sarà un problema farcela. Il combattimento inizia con un test delle mie capacità, come immaginavo. Nonostante siano in cinque a farsi attorno a me, solo due mi attaccano. Uno da destra con una katana ed uno da sinistra con un tirapugni. Mi giro e mi muovo verso quello con la katana: ha più portata, colpirebbe prima. Blocco il suo braccio con il mio e lo uso come scudo umano contro il colpo di tirapugni che finisce sulla sua schiena. Vuole urlare, ma uso quella apertura causata dal dolore per tirargli una testata e spaccargli il setto nasale. Solo allora lo butto via come fosse un rifiuto, lo faccio crollare contro il suo compagno. Fuori due, ne rimangono dieci. Mentre affronto gli ultimi tre del primo giro, vedo i fratelli diavolo combattere contro due di quelli che avevo indicato. Non se la cavano male, sono in leggero vantaggio ma quelle catene non possono essere usate bene in quello spazio ristretto. Beccano colpi, ma sembrano abituati a subire perché immediatamente si rialzano e cercano di abbattere i propri avversari. Lodevole. Mi perdo nell'osservare quei due un po' troppo, e mi rendo conto dell'attacco che arriva da destra, un pugno, solo quando è troppo tardi per bloccarlo. Frappongo la spalla corazzata tra me e quella mano, usando la stessa forza applicata dal mio avversario per fargliela rompere. Lo afferro per il colletto della maglia ed inizio a prenderlo a pugni finché il volto non diventa tumefatto. Non conto neanche i colpi, non so neanche perché lo sto colpendo così tanto. Forse mi ha dato sin troppo fastidio l'idea che quel cretino mi abbia quasi colto alla sprovvista. Sento qualcosa colpirmi alla schiena e mi ritrovo a barcollare in avanti: uno di loro, con una mazza probabilmente. Sbuffo, incespico. Vorrebbero finirmi facendomi afferrare da un altro posizionato di fronte a me, ma sono più grosso, posso usare la mia massa. Lo afferro per i fianchi, lo sollevo di mezzo metro da terra e lo schianto con sufficiente forza contro il tavolo di fronte a me da spaccarlo in due. Prendo un pezzo della lastra di legno che lo componeva e girandoli lo tiro in faccia al mio attaccante facendogli perdere i sensi. Fuori cinque, ne rimangono sette. Gli ultimi cinque includono i due che hanno voluto provocarmi: con loro dovrò essere crudele per riaffermare il mio potere. Sono io a caricarli stavolta, non gli lascio dettare i loro tempi, e uso quella forza per scaricare un calcio sul busto a quello armato di Dao per scagliarlo contro un tavolo a diversi metri di distanza. Sono in mezzo a loro, non se lo aspettano, devo colpirli il prima possibile. Prendo quello più piccolo tra loro dalle spalle e comincio ad usarlo come un'arma impropria, lo uso per stendere il terzo, e lo caccio via come fosse un rifiuto. Mancano solo Jotaro e Izumo. Ghigno, scrocchio lentamente il collo. Voglio che capiscano che quello è solo l'inizio.
Credo che quando avrò finito, uno di voi dovrà rifarsi i denti, e l'altro perderà un occhio per sempre
Decido in fretta come agire dopo quella promessa, e scelgo come punirli sulla base di come decretano di attaccarmi. E' Jotaro il primo, ha a propria volta una mazza. Non la brandisce bene. Non è uno spadaccino provetto, per questo è facile coglierlo in controtempo e bloccare il suo braccio con il mio. Azzero le distanze e gonfiando i muscoli lo sollevo dal suolo quanto basta per potergli infilare il pollice nell'occhio, affondarlo sino a fargli perdere sangue, urlare. Rimuovo quel dito solo quando sono certo di aver sentito il bulbo scoppiare. Lo caccio via, e prima che Izumo possa scegliere come reagire, lo afferro per il collo e faccio sbattere ripetutamente il suo capo contro il bancone. Solo quando è così rincoglionito da non poter chiudere la bocca metto la sua mascella a contatto col bordo, spingo con un colpo secco così che i denti si polverizzino, ma non lo lascio andare. Lo sollevo, gli sputo in faccia.
A tuo fratello ho tolto un occhio perché ha dimostrato di non saper riconoscere la grandezza. A te tolgo i denti perché hai osato sorridere pensando di potermi battere, verme
Lo disprezzo profondamente, come suo fratello, mi assicuro che ognuno di loro non faccia mai più del male a nessuno senza motivo, e solo quando ho finito coi miei torno sui fratelli diavolo.. Sono acciaccati, ansimano, ma i loro avversari sono per terra.
Fratellino quale colpo è stato il migliore? Cosa canterai del Grande Aion Cuorenero la prossima volta?
Non me ne frega niente di quella vittoria, ma cerco di suonare il più eccitato e soddisfatto possibile. E' una recita, e deve essere verosimile sino alla fine.
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