Memori, Libera per Sir Onion (1o pg) e VonCarstein

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view post Posted on 7/1/2022, 23:41     +1   -1
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Otogakure no Sato, 2 dicembre 252 DN


Q0PdHzz
Aveva sempre amato quell'odore. Forse era l'unica cosa che avesse mai amato davvero di quel luogo.
L'aveva amato arrivandoci per la prima volta, avvertendolo nel vento attraverso le risaie che popolavano il Paese. L'aveva amato, desiderando allontanarsene, dopo che il Kokage gli aveva imposto quel terribile fardello. Correva per il bosco, impregnando aghi e tronchi per scivolare tra le strade del villaggio: un profumo di resina e terra, un incenso selvaggio, di perenne inverno, che cingeva l'abitato e ne faceva un tutt'uno con i boschi del nord.
Nonostante tutto, era ancora lì. Erano ancora lì entrambi. L'unico ad essere cambiato era Hideyoshi.


(Eccomi, vecchio mio.)

Disse, traendo un lento sospiro e depositando il proprio coprifronte alla base del monumento. Nulla di speciale: si trattava di un'alta stele in roccia locale, posta al centro di una delle innumerevoli radure che circondavano il villaggio. Sopra, incisi in maniera neutra, i nomi di chi era scomparso tra la guerra civile e quella contro il Kyo Dan. Molti, troppi per un luogo come il Suono, che aveva fatto di economia e discrezione la ragione stessa della propria esistenza.
Dal canto suo, Hideyoshi era un indegno ospite. Era stato testimone di tanta morte e disperazione da non poter soffrire come uomo a quella visione. Se in lui vi era pena, questa passava attraverso quella del Kokage. Se si rammaricava di quei morti e dispersi, se ne rammaricava per la perdita subita dal villaggio come istituzione.
Difficile sentire altro. Difficile vergognarsene.


Gli esseri umani amano uccidersi. Come i serpenti.


(Si. L'unica differenza è che noi, in genere, siamo meno onesti a riguardo.

E questa malattia ci ha uccisi in talmente tanti da aver tolto importanza anche a chi è morto prima...)


O scomparso, svanito nel nulla.
I suoi occhi indugiarono sul nome che era venuto a cercare. Ryutaro Akimichi non avrebbe sofferto. Esattamente come lui, a parti invertite, avrebbe guardato il suo nome inciso in un sasso per sospirare alla memoria di un compagno, di un ninja, portato via dal vento della guerra. Uno in meno, uno in meno per il Suono.
Avvertì Niku compiacersi della risposta che le aveva dato, le sue cellule scivolare attraverso di lui con fare carezzevole, infantile. Erano soli, circondati da una guardia d'onore di tronchi dalla schiena dritta, vestiti di bianco. Si strinse nella pelliccia mentre traeva un secondo sospiro, lasciandosi avvolgere dalla condensa.
 
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view post Posted on 8/1/2022, 06:49     +1   -1
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Lo scricchiolio della neve sotto i suoi passi accompagnava il genin nella sua timida processione. Era la prima volta, da quando si era ammalato, che non si trovava fra le quattro mura di casa. Tutto era uguale a come se lo ricordava in giro per il Villaggio, tutto sembrava essere tornato quasi alla normalità, eppure tutto sembrava così terribilmente nuovo. Lui stesso era tornato quello di prima, ma, come il paradosso di Oto stesso, era così diverso. Avanzava lentamente, rapito da tutte quelle incongruenze, riemerso dai meandri della sua grotta più forte, ma allo stesso tempo smarrito e fragile al di fuori di essa. Come a cercare di riappropriarsi della sua confidenza, si soffermava su ogni volto, in cerca di uno conosciuto, come a ricercare in questi la sua appartenenza a quel luogo. Tutti sembravano presi dalla voglia di ripartire, di tornare a vivere, in lui quella scintilla sembrava ancora assopita. Erano successe così tante durante quei tre anni, in quell'utero che era stata la sua malattia. Da qualche settimana il suo flusso di chakra sembrava essere finalmente tornato alla normalità, ma proprio come un cucciolo appena rinato, non se l'era sentita di lasciare la sua tana, fintanto che la mamma non lo spingesse a farlo. Come ad incoraggiarlo a riprendere a sua volta a vivere, gli yūrei che nell'arco della sua malattia si erano presi cura di lui, avevano smesso di portargli la solita ciotola di riso, come a suggerirgli che era finalmente arrivato di il momento di tornare a camminare sulle sue gambe. Arrivato al limitare dei boschi, Ginko tornò a coprire i suoi occhi con la solita benda che lo aveva accompagnato sin dall'infanzia, per la prima volta nella sua vita per scelta, anziché per abitudine, rassegnato forse all'idea di non essere in grado di empatizzare con i volti che lo circondava.

- Che avendo passato troppo tempo con i morti, non sia più in grado di farlo con i vivi? -

Indossato nuovamente, dopo tre anni, il corpifronte sul braccio, era finalmente uscito di casa per saziare la sua fame, ma non solo quella del suo stomaco. Voleva sapere, doveva sapere. La yūrei che lo aveva guidato fino a quel momento non gli aveva più parlato, non si era più fatta viva, nonostante gli avesse promesso risposte una volta che il suo chakra fosse ritornato, così Ginko si era finalmente deciso a cercare quelle risposte. Il cimitero di Oto era stata la sua prima idea, ma durante la sua passeggiata per le strade del Villaggio, il timore di non essere pronto ad affrontare un luogo con così tanto potere e così tante anime, lo aveva portato a cambiare la sua destinazione. Certo, era in grado di interagire con i defunti, ma ancora lontano dal porteli controllare ed avere a che fare con presunti famigliari o con anime tormentate sconosciute, erano sicuramente due cose ben differenti. Senza contare che le manifestazioni che avrebbe trovato nel cimitero del Suono sarebbero state particolarmente cariche di odio e, memori del loro passato, estremamente potenti. Necessitava di un approccio più soft. La pietra memoriale fu quindi la conclusione più logica. Era sicuramente un luogo dall'immenso potenziale spirituale, ma allo stesso intriso di sentimenti meno aggressivi, più pacifici, essendo un luogo d'incontro fra anime, vive e no, in cerca di riconciliazione. Infondo era proprio questo l'effetto che il genin stava cercando quel giorno, cercare di attirare fuori quella misteriosa yūrei che tanto gli aveva dato, che lo aveva salvato. Affacciandosi sulla radura, Ginko notò immediatamente un'altra figura affianco alla sagoma del monumento. Non era più abituato a guardare il mondo velato da quella benda, ma allo stesso tempo, quasi come un déjà vu, poteva riconoscere quei lineamenti, quell'energia.

- Questa presenza... Mi ricorda qualcosa, qualcosa di lontano... Forse prima ancora di Oto... -

La sua mente cominciò a scorrere fra i vari ricordi, mentre la sua marcia si fermò bruscamente appena fuori la vegetazione che lo aveva accompagnato fino a quella radura. Era cresciuto in un cimitero dopotutto nel Paese della Pietra e non si sarebbe mai permesso di interrompere o disturbare il dialogo di una persona che stava cercando una connessione con qualcuno di caro. Nell'attesa, ormai rapito dalla curiosità, il genin continuava ad analizzare quella figura. Essendo cresciuto osservando gli altri dietro quella benda, Ginko aveva sopperito a quella visione velata del mondo sviluppando maggiormente gli altri sensi e, seppur fuori allenamento, imparato a riconoscere l'energie che lo circondavano. Più si concentrava su quella figura, più un dolce profumo di fiori continuava a rimbalzare nella sua mente, accompagnato da un miriade di voci indistinte, come il brusio di una folla. Con l'intensificarsi di queste sensazioni e ricordi sbiaditi, il genin era sempre più sicuro di aver già incontrato quella figura, ma allo stesso tutti quegli indizi non riuscivano a prendere senso nella sua testa. Decise dunque di scrollarsi di dosso quella curiosità e di aspettare che quella misteriosa persona avesse finito di rendere i suoi omaggi. Sarebbe rimasto impalato al limitare di quella radura e, una volta solo, si sarebbe avvicinato a sua volta al momento.

 
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view post Posted on 9/1/2022, 08:25     +1   -1
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Arriva qualcuno.


Assorto com'era, Hide avrebbe faticato ad avvertire il crepitare della neve sotto i passi del nuovo arrivato. Fu Niku a renderglielo noto, riportandolo alla realtà e forzandolo a voltarsi.
Non un moto brusco o allarmato, niente affatto: il Kokage si volse discretamente, lentamente, rivolgendo uno sguardo al giovane appena emerso dal foltoi... per realizzare di non essere ricambiato.
Non si sarebbe soffermato sul suo stato abbastanza a lungo da creare imbarazzo, tuttavia.


(Ha un aspetto... familiare.)

"Buon pomeriggio.

Prego, venga pure."


Fece, in un tono che si addiceva al luogo, interpretando l'arrestarsi del giovane per la cortesia che effettivamente voleva rappresentare.

Ma... non ci vede?
Come ha fatto a sopravvivere fino ad ora?


(Silenzio.)

"Non pretendo di avere l'esclusiva in un posto del genere. In un tempo del genere."
 
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view post Posted on 9/1/2022, 12:42     +1   -1
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La reazione di quello che improvvisamente era diventato il suo interlocutore, piombò come un fulmine a ciel sereno su Ginko, che sussultò visibilmente. Non si sarebbe mai aspettato un invito e, in qualche modo, lo aveva trovato impreparato. Certo, si era recato in quel luogo con uno scopo ben preciso, ma allo stesso non aveva idea di come l'avrebbe messo in atto, ne tantomeno se avrebbe funzionato, provarci di fronte a quell'individuo non sarebbe di certo stato pratico. Che fare dunque? Fingere di omaggiare qualcuno fintanto che non fosse rimasto da solo? Mentre la sua mente era intrappolata da tutti quei pensieri, il suo corpo sembrava essere stato rapito dalla cortesia di quella figura carismatica e, quasi d'inerzia, cominciò a muovere qualche timido passo verso il monumento.

- Che cosa mi invento adesso? Non posso mica mettermi a cercare di evocare uno yūrei di fronte a qualcun altro! -

"Ehm... Ecco... La... Ringrazio!"

Balbettò portandosi una mano sulla nuca, cercando impacciatamente di ricambiare l'educazione ricevuta. Proprio quest'ultima, allo stesso tempo, insieme al timbro della voce, rinnovò nuovamente quel senso di familiarità provato poco prima, insieme a quel profumo che ora sembrava molto più definito: ortensie! Nella quiete di quella radura, più Ginko si avvicinava allo shinobi, più poteva sentire che l'aura che emanava era completamente diversa da qualsiasi con la quale avesse avuto a che fare prima. Era in qualche modo imponente, profonda, avvolta da una densità quasi percettibile. Arrivato a qualche metro da quest'ultima, il genin si fermò nuovamente, per poi chinare quasi impercettibilmente la testa in cenno di saluto.

"Ehm... Ginko... Ginko Shikami... Genin del Suono! Finisca pure in pace i suoi omaggi, io sono qui... Ehm... In cerca di qualcun'altro..."

 
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view post Posted on 14/1/2022, 00:33     +1   -1
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(In cerca di qualcun altro? Qui?)

Il Kokage lasciò scivolare via quel pensiero, legato non tanto alla stranezza dell'affermazione quanto allo stato fisico del ragazzo. Più pressanti furono il suo comportamento, quando incalzato, e quel senso di familiarità nell'aspetto. Ginko, così si presentò, apparve immediatamente esitare all'idea di avvicinarsi.
Si era arrestato una seconda volta.


"Oh, io ho finito. Non avevo molto da omaggiare in ogni caso..."

(Un genin... mi ha riconosciuto, dunque? Può vedermi?)

Il suo passo è sicuro. Non gli servono gli occhi.


(Silenzio, ho detto.)

Hideyoshi si voltò del tutto verso il suo giovane interlocutore, più intrigato dalla sua figura di quanto gli sarebbe piaciuto ammettere. In vita sua aveva incontrato ninja di ogni tipo, inclusi coloro che erano in grado di lasciarsi alle spalle il senso della vista... tuttavia mai così giovani, né così impacciati.
Sorrise.


"Il mio nome è Ryutaro. Molto piacere.

Perdoni l'impertinenza, ma sono certo di averla già incontrata da qualche parte... è molto che è qui, al Suono?"
 
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view post Posted on 16/1/2022, 07:45     +1   -1
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Al sentire che quel senso di familiarità era ricambiato, il capo del genin si inclinò lentamente verso destra, mentre la sua mente cercava di addentrarsi maggiormente nella nebbia di quei ricordi ancora anonimi. Perse alcuni istanti sul nome, ma Ryutaro non gli diceva assolutamente niente. Per un attimo il suo pensiero si perse in quella che era stata la sua realtà negli ultimi tre anni, insieme ad un improvviso dubbio. Fece qualche altro timido passo verso il suo interlocutore, protraendo tentennante il braccio verso quest'ultimo, per verificarne la presenza fisica. Che quel misteriosamente familiare individuo fosse... Uno yurei? La sua energia sembrava normale, viva, ma allo stesso tempo Ginko non riusciva a collocarla nella sua breve e monotona vita.

- Impossibile! -

"Piacere di fare la sua conoscenza, Ryutaro!"

Esclamò, cambiando in corsa il movimento del suo braccio e portando la mano sul mento. Ci era mancato poco, chissà cos'avrebbe pensato se lo avesse toccato così, senza preavviso. O peggio ancora come avrebbe potuto reagire. Forse si era lasciato condizionare troppo da quella sua nuova realtà o chissà da quel luogo. Riemergendo dalla sua cupa fantasia, Ginko decise dunque di assecondare Ryutaro e, allo stesso tempo, mettere a sua volta sul tavolo qualcosa che avrebbe potuto agevolare i due a risolvere quel mistero. Quel vociare confuso e distante che ricordava non sembrava poter aiutare in quella situazione, mentre quell'odore di fiori, invece, sembrava poter giocare un ruolo più importante.

"Sono... Arrivato a Oto un annetto prima del... Morbo, nella primavera del 249. E sono rimasto chiuso nella mia grotta durante la malattia... Ma anche lei mi trasmette la stessa familiarità... E per caso un appassionato di... Ortensie? O ha un particolare legame con quest'ultime? La mia mente sembra collegare questo profumo con la sua presenza..."

 
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view post Posted on 21/1/2022, 01:24     +1   -1
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Ginko trovò la forza di muovere ancora qualche passo verso di lui, la ritrosia vinta da chissà quale impeto. Per Hideyoshi, dato l'eccentrica disposizione del genin, sarebbe stato impossibile decifrarne pensieri e motivi.
Ma lo fece, addirittura tendendo una mano verso di lui. L'ennesimo, curioso gesto, ben presto corretto in un maldestro tentativo di nasconderne l'intento.
Poco importò ad Hideyoshi, ancora intento all'ascolto.


(Tre anni fa, prima di questo Morbo... solo tre anni fa, eppure Oto era un luogo completamente diverso. Nell'aspetto e in chi la popolava.)

Pensò, a metà tra il rammarico per la propria assenza e la soddisfazione nel considerare i progressi fatti dal villaggio. Non tutto era cambiato, tuttavia: quei luoghi rimanevano gli stessi, nei suoni e negli odori, e così chi li popolava. In quella che era ormai divenuta un'usuale realizzazione, il Kokage si sentì parte del passato, di quel Suono che gli aveva causato tante sofferenze da non lasciarsi guardare, nemmeno in ricordo. Tanti segreti rimanevano, tante necessità, tali per cui il villaggio non sarebbe mai, nel suo nucleo, potuto cambiare. Non davvero.
Eppure eccolo lì, davanti alla nuova generazione. Coloro che erano giunti sull'onda della grande apertura. Se il sorriso del Cantore aveva minacciato di vacillare, quel pensiero lo sostenne nuovamente. A farlo, intervenne anche la nuova affermazione del giovane genin. Anzi, una domanda.


(Ortensie? La mia presenza...)

"Non saprei... cosa dire. Se..."

Poi, impossibile dire come, gli sovvenne l'immagine. La caduta, i fiori, un contesto del tutto simile a quello. Anche lì per celebrare i morti, quando di morti il mondo ne aveva molti meno sulla coscienza.
Lo sguardo del Kokage si allargò per un istante, per poi farsi nuovamente sottile. Stava fingendo di non ricordarsi?


"Kaijūatama, durante le celebrazioni per il Rituale di Purificazione.
Ecco dove l'ho vista. Una scena davvero indecorosa..."
 
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view post Posted on 26/1/2022, 13:28     +1   -1
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In concomitanza con le ultime parole di Ryutaro, la nebbia cominciava a diramarsi fra i ricordi del genin. Rimaneva ancora un ricordo lontano, dopotutto quei tre anni di malattia avevano stravolto completamente la sua mente, ma ora quel puzzle di sensazioni era finalmente visibile. Le sue guance pallide si colorarono per un istante, mentre il suo capo tornava a chinarsi leggermente, questa volta in avanti, a lasciar cadere la frangia a coprire le gote. Da quello che aveva potuto discernere dietro alla sua benda, una volta appurato che il non più misterioso mostro dai molteplici arti si rivelò umano, Ryutaro sicuramente non aveva fatto la migliore delle entrate, ma anche Ginko, tirandogli addosso quel mazzo di fiori, non era stato da meno. Sorrise lievemente, cosa che si rese conto di non aver fatto per mesi o forse addirittura anni.

"Eheh Adesso ricordo... Ma si immagini! Può capitare a tutti di inciampare! Il fatto che io sia fuggito dopo esser stato scambiato per un monaco di certo non si può definire più decoroso! Che poi... Che cos'ho che possa ricordare un monaco?! Per curiosità! Eheh"

Aveva passato diversi anni ormai fra i morti, si era abituato alla loro compagnia, a decifrare i loro estremi sentimenti, ma in quel momento Ginko si sentiva appagato di essere ancora fra i vivi. E quella conversazione, per quanto strana ed inaspettata, del tutto fuori dalle righe da quello che era il suo obbiettivo originale, glielo stava in qualche modo ricordando, quasi come se si trovasse al suo stesso memoriale. Era ironico come la sua intera vita lo avesse sempre spinto più volte verso una strada solitaria. Oto doveva essere la sua volta, ma anche li la sua maledizione lo aveva rincorso, sotto le spoglie di quel morbo. Quella conversazione lo stava facendo sentire normale, quelle piccole emozioni vivo. Da shinobi avrebbe dovuto reprimerle, ma erano così piacevoli... Risollevò il viso, portando un dito a indicare la tempia.

"Me li sono sempre immaginati pelati i monaci! Ahah Sicuramente ai tempi non avevo l'aria di uno shinobi... Magari tutt'ora non ce l'ho, ma ricordo che la sua scelta mi aveva incuriosito per giorni! Ahah Anche lei è uno shinobi del Suono?"

 
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view post Posted on 27/1/2022, 13:35     +1   -1
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"A questo punto non saprei dirlo nemmeno io, a dire il vero.
Probabilmente è stato l'imbarazzo..."


Troncò Ryutaro, incontrando il mezzo sorriso del ragazzo. Sembrava stesse riuscendo a distendersi, ma era chiaro come quell'intermezzo altro non fosse che... beh, un intermezzo. Era venuto lì per far altro, in cerca di qualcun altro, aveva detto.
Eppure ora avvertiva crescere il suo interesse in quella conversazione, ragione delle domande che continuavano a susseguirsi. C'era senz'altro qualcosa di singolare in lui, benché il Cantore non fosse lontanamente vicino al poterlo definire.
Non aveva l'aria di uno shinobi, questo era certo... benché lo stesso, in verità, potesse dirsi di molti shinobi. Hideyoshi incluso.


"Si, ho servito questo villaggio per buona parte della mia vita... in effetti, per tutta la mia vita da shinobi. Molti di coloro che hanno fatto altrettanto sono celebrati in memoriali come questo, oramai."

Oramai?
Si udì proferire quelle parole, senza realmente prestare attenzione al loro scorrere. La domanda di Ginko era emersa spontanea, quasi irruenta, muovendosi su un tono di leggerezza che Hideyoshi avrebbe volentieri ripreso... ma il suo cuore aveva altri piani. Si era detto di aver normalizzato la caducità della vita da shinobi, di non provarne vergogna, ma la malinconia che ciò induceva non poteva lasciarlo libero di proseguire nemmeno una normale conversazione.
Almeno, non lì.


"Ha detto di star cercando qualcun altro. Chi, se posso, e perché in un luogo come questo?"
 
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view post Posted on 30/1/2022, 05:33     +1   -1
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"Le mie condoglianze. A quanto pare il mio clan... Insomma, quello che sembra essere il mio clan! Non so ancora se veramente lo sia... Sono sempre stato tenuto all'oscuro dalla mia famiglia! Almeno dai miei genitori... Non che li abbia vista negli ultimi quindici anni! Ma pare che sia in grado di..."

improvvisamente confuso, nel cercare di mettere insieme quella risposta, Ginko si rese conto che era la prima volta che ne discuteva ad alta voce, ancor più con qualcun altro. Vivo almeno. I suoi pensieri si intrecciavano con il timore di essere preso per matto, così come il suo stesso passato non sembrava più essere lo stesso, provando in quel momento a metterlo in ordine. Certo, esistevano le più svariate kekkei genkai nel mondo degli shinobi, ma andare in giro dicendo di vedere la gente morta, rimaneva un qualcosa di folle. Per un momento dubitò addirittura di averli mai visti, di aver allucinato per via della malattia, ma quelle ciotole di riso che lo aveva sostenuto, che ogni mattina trovava accanto al letto, non potevano essere state solo frutto della sua immaginazione, non sarebbe stato li altrimenti, vivo.

"...di vedere spiriti irrequieti diciamo. Sicuramente sono solo dicerie! Eheh Ma non avevo molto da fare oggi, quindi son venuto qui, così per gioco, a caccia di fantasmi! Eheh Lei ne ha mai visti da queste parti? Eheh"

La domanda gli uscì quasi da sola, spontanea. Dal suo lato consapevole, usando un tono scherzoso, voleva in qualche modo sviare il suo interlocutore dal prenderlo per pazzo, ma dentro, forse, il suo subconscio era in cerca di risposte, magari indizi. Certo, non era qualcosa di comune vedere fantasmi, anche nel mondo degli shinobi, ma allo stesso tempo non era poi così folle pensare che ci fosse qualcun altro in grado di farlo o a cui fosse successo, anche non direttamente. Allo stesso tempo, non aveva ancora certezze sulla veridicità di quanto gli era stato detto da quegli spettri. Magari erano apparsi a qualcun altro? Magari era tutto parte di un loro piano? Non sarebbe andato in giro a chiedere, ma siccome Ryutaro sembrava una persona alquanto cortese e alla luce del fatto che ormai il vaso ormai era stato aperto, di certo non avrebbe fatto male chiedere.

 
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view post Posted on 11/2/2022, 08:37     +1   -1
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Il ragazzo continuò a mostrare evidenti segni di esitazione, forse perfino di timidezza. Era chiaro non fosse abituato a parlare di se stesso con altri, specie sconosciuti... eppure, al tempo stesso, la solerzia con la quale rispose alla domanda del Cantore denotò un vivido desiderio di farlo, di condividere qualcosa che era rimasto inascoltato per anni.
Quella reazione, di fronte ad una domanda che si prestava a ricevere una risposta anche del tutto circostanziale, colpì Hideyoshi in modo inaspettato.


(I miei anni migliori li ho passati ad odiare questo luogo, da solo e senza un volto amico... non esiste calore umano al Suono. Qui si è solo soldati, scienziati o traditori.)

Ginko gli confessò di non aver visto o sentito anima viva della propria famiglia da oltre quindici anni. Considerata l'età del ragazzo, almeno quella che l'aspetto esteriore lasciava intuire, ciò voleva dire che con ogni probabilità si trattava di un orfano abbandonato... una qualità che Hideyoshi, dall'alto della propria, triste storia personale, gli invidiò istintivamente.
Eppure, il ragazzo conosceva il proprio clan, almeno di fama, tanto da poterne descrivere la Kekkei Genkai. Una non da poco.


(... spiriti irrequieti?)

Coloro che popolano la terra senza nome, senza volto...


Di nuovo, esattamente come era stato per il primo colpo d'occhio che aveva lanciato al ragazzo, Hideyoshi non si forzò a screditarne la parola. Aveva già visto shinobi combattere senza l'ausilio della vista, e aveva già avuto a che fare con entità paranormali... così come con uomini e donne in grado di interagirvi. Anche così non fosse stato, la fama della Scuola del Flauto Demoniaco di Rai era sufficiente a dare fondatezza a simili pretese, almeno dal lato formale.
In questo caso, tuttavia, doveva trattarsi di un clan decisamente più modesto.
Ignaro di simile propensione da parte del Cantore, fu lo stesso Ginko a fare immediatamente marcia indietro, mettendo in dubbio quella stessa premessa prima che potesse farlo l'interlocutore. A sentirlo parlare, il ragazzo non doveva essere mai riuscito a contattare uno di questi spiriti, non ancora almeno, ma provava a farlo andando in giro per memoriali e cimiteri. Curioso.
Poi, una domanda ancor più singolare. Il ragazzo si sbilanciò, tra il serio e il faceto, chiedendo a Ryutaro se avesse mai incontrato un fantasma da quelle parti. L'espressione del Kokage si fece sorpresa, tanto per la natura della domanda quanto perché, d'istinto, essa corse a ritroso nei propri ricordi tentando seriamente di darle risposta.


"Uh... beh io... no, non credo. Non posso dire di aver mai visto dei fantasmi. Saprei riconoscerli, nel caso?

Quella del suo clan è una capacità interessante, comunque. Ma, se posso chiedere, ha un'utilità in combattimento? Non che tutte le tare genetiche debbano averla, ma sa com'è, in un posto come questo..."


(Non si arriva... e se ci si arriva, è bene aver reso un'arma tutto ciò che ci appartiene.)
 
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view post Posted on 15/2/2022, 05:11     +1   -1
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La risposta di Ryutaro aveva aperto più scenari nella mente del giovane genin. Il fatto che quest'ultimo non aveva mai visto un fantasma, da una parte, lo aveva tranquillizzato. Forse, dopotutto, aveva fatto male a dubitare degli yūrei che lo avevano aiutato, forse, tutto ciò che gli era stato detto non era un'astuta macchinazione, ma la verità. I forse, ovviamente, erano ancora presenti nella sua mente, in fondo in quella statistica aveva un solo campione, ma in qualche modo quest'informazione gli aveva regalato un po' di sicurezza. Chissà era stata solo la sua voglia di appartenere finalmente a qualcosa ad essere stata appagata. Dall'altra parte, però, Ginko si trovava punto e a capo e senza alcuna pista da seguire. Il pensiero non lo scoraggiava più di tanto, aveva appena intrapreso la sua ricerca. Il giovane shinobi mise nuovamente da parte le sue riflessioni, tornando a fissare Ryutaro accennando un sorriso. Non era solito perdersi in conversazioni così lunghe, ma in qualche modo quell'individuo sapeva risultargli alquanto gradevole.

Parlando di yūrei... Beh, credo non si faccia fatica a riconoscerli. Sicuramente non si possono definire una bella visione, la maggior parte di loro non ha fatto una bella fine e porta con se i segni degli abusi ricevuti. Per non parlare dei sentimenti negativi che li dominano, che gli impediscono di lasciare questo mondo... Li si può quasi percepire nell'aria che li circondano... Pesanti, come il risentimento che si portano dietro. Senza contare la mancanza degli arti inferiori! Eheh Anime meno irrequiete o meglio manifestazioni di chakra di quest'ultime, forse, sono meno facili da riconoscere credo."

Era parecchio tempo che gli spiriti dei suoi antenati non si faceva vivi, ma i loro sentimenti, il loro odio, era ancora vivido nella sua mente, sulla sua pelle. Ai tempi, moribondo, non vi aveva fatto troppo caso, ma ricordandoli nella sua risposta, poteva quasi rivivere la cupa gravità dei loro sentimenti. Il suo sorriso tentennò per un istante, così come le sue convinzioni. Era poi così saggio rincorrere quell'ipotetico passato? Avrebbe forse fatto la loro stessa fine? O peggio ancora, era veramente in grado di sopportare quel peso? Il suo passato non poteva di certo definirsi piacevole, ne valeva veramente la pena, per quanto non direttamente suo, aggiungere altro dolore al suo presente? Dopotutto, da quando aveva intrapreso la via dello shinobi, la sua vita era migliorata di molto. Diventare un ninja era stata la sua rinascita... O forse il suo destino? Qual era il potere del suo clan? Ne sarebbe valsa la pena? Stava rincorrendo quest'ultimo... O forse ci aveva preso gusto? Forse voleva solo crescere dopo esser nato di nuovo?

"Non so ancora bene quali siano le applicazioni di questa capacità in combattimento... Credo che sia proprio questo ciò che voglio scoprire nella mia... Ricerca... Penso sia una kekkei genkai più portata allo... Mmm spionaggio forse? O comunque ad un approccio più subdolo. Avere degli yūrei come alleati avrà comunque applicazioni più dirette, immagino. Il fatto che sia sempre stato portato per le genjutsu, forse, ha qualcosa a che vedere con la mia genetica... Ma allo stesso tempo, siamo entrambi shinobi! Eheh Anche se avessi più dettagli non potrei certo sbandierare i miei segreti ad un semplice ninja incontrato ad un memoriale, no? Eheh"

Ancora una volta Ginko decise di salvarsi con una freddura. Ryutaro poteva già considerarsi una delle persone più piacevoli con le quali aveva avuto a che fare nella sua breve vita, ma allo stesso tempo non erano due semplici viandanti, erano entrambi shinobi, per quanto dello stesso villaggio. I fatto che qualcuno stesse dimostrando interesse in lui si era rivelato sorprendentemente appagante, ma sapeva poco o niente di Ryutaro, non lo aveva mai visto prima e in una reltà come quella di Oto, era meglio essere cauti.

 
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view post Posted on 17/2/2022, 21:58     +1   -1
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(I segni degli abusi ricevuti... allora è uno yurei quello che ho visto nello specchio per tutti questi anni.)

"No, no certo. Perdoni la domanda, in effetti era piuttosto banale."

Apprese di essersi spinto troppo oltre. Il ragazzo manifestò espressamente il desiderio di non elaborare oltre sulle proprie capacità, adducendo come limite quello della segretezza laddove, Hideyoshi sospettò, simili ragioni non facevano che grattare la superficie della sua ritrosia.
Ma non avrebbe avuto senso indagare o speculare oltre. Chiunque arrivasse al Suono aveva dei segreti, dolenti o meno che fossero, tentando di lasciarseli alle spalle o dominarli, usarli come arma. Il villaggio aveva fatto del non indagare simili aspetti un proprio marchio di fabbrica, ed Hideyoshi era del medesimo avviso.
Quali che fossero stati gli eventi che avevano spinto Ginko ad essere tanto esitante, tanto cauto, essi erano suoi e suoi soltanto.


"La lascio alla sua ricerca, allora. Dovessi incrociarne uno, almeno ora lo saprò.

Non dubito che torneremo ad incontrarci. Buona giornata, Shikinami-san."


Chinò il capo in segno di saluto, superandolo lentamente per avviarsi verso il villaggio.
 
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