Spedizione C - Riflesso, per Mr. Ioso

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K.Wanderer
view post Posted on 11/9/2022, 04:24 by: K.Wanderer     +1   -1
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“Ci avevo visto bene allora… Sei un vero e proprio ninja! Mi spiace deluderti, però, sei il primo che vedo da tanto tempo. Sicuramente il primo che incontro da queste parti.

Ho sentito parlare del vostro continente, di Suna e degli altri Grandi Villaggi ma ahimè per ora rimangono solo puntini in una cartina non ancora ben delineata. Il che è buono! E’ proprio lì dove i confini diventano sfumati, lì dove la carta della pergamena è ancora bianca priva di monti e fiumi, che noi cartografi ci dirigiamo.

Puntavo a far rotta per le tue terre molto prima ma come vedi sono bloccato qui… i miei mi hanno dimenticato, gli indigeni cacciato dalle loro capanne. Sai… sono un po’ abbattuto a essere completamente onesto.”


A quel punto tacque per qualche secondo, leggermente incupito e pensieroso. Riprese a parlare con disinvoltura poco dopo, nuovamente sorridente e intrigato dalla proposta di Seido.

“Collaborare? Certamente! Sicuramente un paio di occhi in più mi faranno comodo e io qualcosa sulle usanze locali posso insegnartele. Abbiamo un accordo dunque.”

Tese la mano in avanti aspettando un stretta poi indicò con l’indice dietro le sue spalle.

“Direi di iniziare a muoverci, seguiamo la costa in quella direzione per un po’ ed intanto ti racconto qualcosa sugli Honu.”

Dopo aver controllato le sue cose alla buona si avviò verso est, seguendo la linea di costa che serpeggiava come una sottile linea soffice tra il verde dell’isola e l’azzurro dell’oceano. Gli piaceva camminare sulla battigia così che le onde di tanto in tanto gli bagnavano i calzari dandogli un po’ di sollievo dal caldo.
Durante la camminata parlò e raccontò, tanto e a raffica. Ormai era chiaro che era un tipo più che loquace ma dopo chissà quanti giorni da solo su un’isola tropicale a chiunque si scioglierebbe la lingua.

I suoi discorsi erano un po’ arzigogolati, saltando da un argomento all’altro. Era come se a ogni frase gli venisse in mente un dettaglio sul quale aveva sorvolato e allora tornava indietro di qualche frase e si correggeva, oppure passava avanti saltando alcuni elementi di congiunzioni chiave per comprendere dove voleva andare a parare.
Dopo una mezz'ora abbondante di camminata, con la sabbia nelle scarpe, Seido si era fatto un’idea di tutto ciò che Sakkusan gli aveva propinato… non con poca fatica.

L’uomo dai capelli lunghi veniva da oriente, oltre le isole degli indigeni, si era sposato quattro volte diventando padre di sei figli, quattro femmine e due maschi che descrisse con l’accuratezza di un genitore amoroso. A quanto pare era un uomo di buon cuore che si legava ed innamorava facilmente, e con altrettanta facilità lasciava tutto alle spalle per riprendere i suoi viaggi.
Approdato sull’isola da solo, i suoi compagni l’avevano lasciato per proseguire verso altre mete con la promessa che sarebbero tornati. Erano in ritardo però o, forse peggio, si erano dimenticati di lui.
Venne ospitato dagli Honu dell’isola in cambio di piccoli favori e doni ma circa dieci giorni prima dell’incontro con il ragazzo di Suna venne espulso, pacificamente ma con insistenza e a nulla valsero le sue obiezioni.
Raccontò di come gli Honu siano schivi ma allo stesso tempo ospitali, tengono alle tradizioni e possiedono un forte senso di gratitudine. Ultimamente il clima nel villaggio si era fatto più teso, questo a causa dei Mango, ovvero la Famiglia dello Squalo, tribù nomade che in questo periodo dell’anno condivideva parte dell’isola con la prima dando vita ad attriti e scontri veri e propri. Era un cosa che si ripeteva a ogni inverno a detta di Si’lan, la sciamana del villaggio delle Tartarughe.
Il tutto si faceva più complicato… era il periodo nel quale i giovani della Famiglia entravano nell’età adulta, il momento veniva celebrato rievocando il viaggio che fanno le piccole tartarughe appena uscite dall’uovo: i giovani del villaggio, infatti, venivano lasciati su un’isola vicina con lo stretto necessario per vivere e dovevano trovare da soli un modo per tornare a casa, così facendo sarebbero stati accettati come membri a tutti gli effetti della comunità.
Ed è qui che entravano in gioco i Pescecane: l’isola dove avveniva il particolare rito degli Honu era proprio nei pressi della palafitta Mango, il che non presagiva nulla di buono.

Oltre a queste informazioni, Sekkusan fece anche molte domande. Tutte di dubbia pertinenza, mosse da pura curiosità: “di che materiale sono fatte le case di Suna? C’è davvero così tanta sabbia? Quante feste celebrate ogni anno? Ho sentito parlare degli onigiri… sono davvero così buoni?” e altre di varia natura…

“Oh eccoci arrivati. Da adesso mi rimetto a te.”

Indicando verso l’entroterra dove la foresta saliva dolcemente verso i monti nel cuore dell’isola: “di lì si va al villaggio Honu, posso farti strada ma come ti dicevo dovrai offrire qualcosa altrimenti non ti lasceranno passare. Dubito che mi accettino di nuovo senza una degna offerta ma almeno posso accompagnarti fino alle porte.”

Voltandosi subito dopo verso il mare e indicando oltre le onde: “di là, se scruti bene tra le nebbie e la spuma delle onde, c’è un complesso di piccoli atolli. Là c’è l’isolotto usato per il rito degli Honu e quello della palafitta dei nomadi Mango.
La mia idea era quella di aiutare i giovani Honu impedendo contatti pericolosi con i Mango così da riacquistare le grazie della sciamana e poter rientrare al villaggio. Non so come fare di preciso però…”

“Come preferisci muoverti? A me va bene tutto.”


Guardava Seido con un’espressione così spensierata, sembrava quasi non dare peso agli scenari che aveva appena descritto e allo stesso tempo gliene dava troppo.
 
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