S O M E B O D Y . . ., Quest firma per Andry Sanjuu (Primati)

Il giovane doveva di certo avere le allucinazioni, considerando che vedeva cose che non erano avvenute, come ad esempio la guardia che rideva, quando in realtà era sempre rimasta impassibile, oppure il fatto che la receptionist fosse una nanerottola, ma quello poteva anche essere colpa dell'altezza del bancone rispetto alla sua sedia.

Ad ogni modo il nostro konohano ebbe la sua più totale attenzione quando la donna annunciò di quell'imprevisto.

"Non so dirle di preciso tutti i dettagli, ma siamo in orario di visite, quindi può andarlo a trovare di persona. Stanza 104, al secondo piano."

Così, una volta raggiunta la famigerata stanza, il ragazzo avrebbe potuto osservare all'interno solo un letto, un armadio per riporre gli oggetti e un comodino con tre cassetti, oltre aooviamente ai macchinari medici che al momento erano spenti. Il tutto bene illuminato dalla luce che filtrava dalla finestra nel muro opposto alla porta.
Sul letto, con un tubicino che attaccato al suo braccio trasferiva i nutrienti presenti nella flebo trasparente - molto simile a quella che aveva prima il ninja - c'era una signora di mezza età, molto robusta e con i capelli a caschetto di un vivido arancione. Indossava la camicia ospedaliera. Il suo sguardo color azzurro spento lo puntò dritto dritto contro di lui, non appena lo vide entrare, con un'espressione austera e malaticcia.

"E tu chi cazzo sei?" il vocione basso e mascolino tradì il suo vero sesso, rispetto alle apparenze, ma almeno era cosciente e non sembrava avere ferite o che altro, solo un evidente pallore.

CITAZIONE

Qualcosa del genere...

Il lui/lei aggrottò la fronte in un cipiglio irritato e confuso: "Guarda che parlavo con te, ragazzino!"

Ma alle seguenti spiegazioni del konohano, Yokako sembrò placarsi, riflettendo, "Ah, sei tu quindi. Beh, sì, sono stati i ladri. O meglio 'il' ladro. Si era fatta da poco sera quindi non l'ho visto, so solo che mentre stavo andando a consegnare la reliquia al mio cliente mi ha attaccato questo brutto coso, gigante e che puzzava parecchio. Mi ha fatto volare per qualche metro e ricordo che quando mi svegliai e controllai la mia roba era sparito solo quel dannato oggetto. E' successo alle pendici del burrone, nei pressi della valle ombrosa. Ma ormai sarà già lontano visto che è passata circa una settimana, perché diamine ci avete messo tanto?" chiese poi, le ultime parole dettate con una rinnovata rabbia che ne deformò i lineamenti già bizzarri.

Il mercante sbuffò quasi seccato mentre se ne stava nel suo letto, ma non allungò il brodo inutilmente, preferendo rispondere alle sue domande.

"Quindi il ladro ha puntato quel cimelio senza prendere nient’altro…
Non si era portato nient’altro di importante dietro durante quel viaggio?"

Quello inarcò un sopracciglio, come se la risposta fosse ovvia per chiunque: "Teoricamente non sarei tenuto a divulgare queste informazioni per il benessere dei miei clienti, però sì, ovvio che avevo altri oggetti preziosi, ma non sono stati neppure toccati... grazie ai Kami direi."

"Nell’ultimo periodo ha avuto problemi con qualcuno in particolare che potrebbe volerla derubare?"

A questa però il bizzarro mercante sembrò rifletterci un momento: "A dire il vero no. E per fortuna, visto che i banditi che aggrediscono i viaggiatori sono aumentati in numero negli ultimi tempi."

"Immagino che lei veda ogni giorno tantissime persone, per caso le viene in mente se ha mai incontrato qualcuno che somiglia alla figura del ladro?"

Quando Yokako aggrottò la fronte entrambe le sue sopracciglia si unirono, "Amico. Quel coso enorme di umano aveva soltanto le dita, comunque discutibili quanto a grandezza. Un essere del genere penso che se lo ricorderebbe chiunque."

"Mi sa dare qualche indicazione più dettagliata per arrivare alla zona del malfatto, non conosco i nomi delle varie zone, non saprei dove andare per trovare la valle ombrosa."

Il mercante rilassò l'espressione, pensieroso: "Beh sì, ti basta proseguire in direzioni opposta all'ingresso di questo villaggio, si trova a mezz'ora di cammino. Ricordo che nel punto dove mi trovavo io c'era una parete rocciosa con un albero solitario incastrato a metà altezza."

Guardò poi il giovane andarsene via dalla finestra e, senza parole, Yokako scosse la testa incredulo, prendendo il romanzo giallo e i piccoli occhiali da lettura dal cassetto del comodino. "Bah..."

Reo dimentico di volere altro cibo, il ragazzo sentì vivido il senso del dovere in lui, che lo portò ad avviarsi direttamente sul luogo del misfatto. Non ci avrebbe messo molto, giusto il tempo indicatogli dal mercante, e sarebbe giunto dinanzi al famigerato burrone. Non incontrò molta gente una volta uscito di lì e in quel luogo non c'era anima viva.
Lo spettacolo che si perdeva ai suoi occhi era fatto prevalentemente di rocce e pareti rocciose.
Giunto a quel punto, non restava che cercare e il sole era ancora alto e bello caldo in cielo, anche se aveva iniziato la sua inesorabile discesa.

Se avesse cercato più attentamente, forse avrebbe anche trovato quelle zolle di feci da cui a una certa cominciava a sentirsi un certo profumino, ma il ragazzo, nonostante quella certezza, si era deciso a fare una pausa.
Buona idea da un lato, pessima da un altro. Nella quiete del momento, nella pace ritrovata, un suono croccante, ma troppo lontano per definirlo realmente. Specie la direzione.
Così il giovane konohano, se si fosse girato, si sarebbe visto arrivare addosso un masso enorme, ma l'avrebbe visto troppo tardivamente per schivarlo.

Dire che gli arrivò addosso tuttavia pareva eccessivo, si potrebbe meglio dire che colpì la roccia sotto il quale sostava, sbalzandolo leggermente fuori dal bordo del crepaccio. Oltretutto gli avrebbe fatto molto male, perché arrivò a colpirgli anche una delle gambe, fortunatamente di striscio, quindi niente fratture, ma aveva una ferita bella grossa ed esposta che gli avrebbe reso difficoltoso muoversi. E quel masso, in ogni caso, aveva un odore sgradevole.
Questo però non significava che non poteva combattere.

Già, perché una volta atterrato, a partire dall'imponente ruggito che rimbombò nell'aria, si sarebbe accorto del grosso gorillone furioso che lo scrutava con i suoi occhi cremisi come tizzoni ardenti, messo in ombra dalla parete roccioso alla sua destra. Lì vicino, il ragazzo avrebbe potuto notare il crepaccio di cui gli aveva parlato il mercante.



Il manto chiaro come la neve di quell'essere palesava un problema di albinismo, ma oltre a quello, Seishin avrebbe potuto notare il baluginare dell'oggetto che portava al collo. Un grosso rosario in legno di colore giallo con agganciato ad esso un ciuffo bianco.

Il gorilla, alto sette metri e largo cinque, mostrava le zanne lunghe quanto un braccio a mo' di minaccia, tenendo stretta nella mano una palla di notevoli dimensioni e fabbricazione 'naturale'. Non emanava un gradevole odore e non si era certi se questo era collegato al gorilla, alla palla, o a entrambi.
Non avrebbe avuto tempo per pensarci, lui, perché lo scimmione lanciò contro di lui quella palla.

Oh e, a proposito, cominciava a emanare uno strano odore anche lui da quando l'aveva colpito quel masso. E la ferita alla gamba bruciava non poco.

Beh, beh, suvvia, decisamente una figura barbina quella di dare di stomaco di fronte al nemico già all'inizio della battaglia, nonostante fosse riuscito tutto sommato a schivare quella palla che andò a schiantarsi contro il suolo alle spalle del giovane, ma visti i suoi problemi era plausibile. Di attendere però il signor White, come lo definiva lui, non sembrava averne intenzione.

Né tanto meno di fare diplomazia. La gamba ferita di Seishin poi gli avrebbe dato non poca difficoltà a muoversi, anche solo per alzarsi, visto che non stava facendo nulla a riguardo. Ed eccolo lo scimmione a caricare ruggendo di nuovo - e facendo versi scimmieschi molto virili - contro il konohano mentre questi ancora stava finendo di rialzarsi, puntando a mollargli una grossa zampata - con la zampa puzzolentosa come quel gigante ovviamente - per poterlo così scaraventare dall'altra parte di quella valle.

Zampata: 150 * 80