Kawaakari 川明かり - I Custodi del Crepuscolo, Quest Eremita delle Kitsune per Lucifergirl88

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view post Posted on 10/3/2021, 16:19     +1   -1
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Beh…non era la situazione peggiore in cui si fosse mai trovato, ma non era nemmeno da sottovalutare. Un totale di cinque volpi aveva accerchiato lui e Natsume; in una situazione normale non sarebbe stato un grosso problema, ma quelle zanne sporche di melma violacea non promettevano nulla di buono, senza contare la non indifferente - e molto probabile - possibilità che quelle bestie oscure che si trovava di fronte, in passato non fossero altro che abitanti del villaggio proprio come quelli che aveva visto passandoci solamente poco prima con Umeko. Una bella merda.
In compenso sembrava che Natsume fosse in forma, per quanto la sua zampa infortunata glielo permettesse. Rispose a tono alla domanda di Yu sulle sue condizioni fisiche e non mancò di fargli notare che - almeno dal suo punto di vista - non avrebbe dovuto essere lì, ma al sicuro con gli altri. Tuttavia non insisté più di tanto sul punto, evidentemente ormai avvezzo alla testa dura di chi aveva di fianco, stava iniziando a conoscerlo e ad accettarlo per com’era. La cosa fece nascere un timido sorriso sulle labbra del Rosso, subito spazzato via da un’espressione seria, mentre ascoltava le conferme sull’identità del nemico che si trovavano ad affrontare. Erano effettivamente ex compagni di Natsume e Umeko, abitanti di quel piccolo borgo provato e distrutto, caduti preda della corruzione. La kitsune non sapeva dire, però, se fossero autonomi o se dietro ai loro movimenti ci fosse Yoyuki…l’unica cosa certa era che non avrebbe dovuto farsi mordere. Sentirlo dalla bocca zannuta della volpe fu la conferma definitiva, per lo shinobi, che quella cosa fosse contagiosa. Ma non ci fu tempo per chiedere altro, perché Natsume dopo le ultime raccomandazioni e il permesso di attaccare per allontanare gli invasori, partì all’assalto di quella più vicina, mirando al passo.
Di riflesso, Yu fu subito accanto a lui a coprirgli le spalle da quelle che approfittarono di quel momento per caricare la volpe fulva, esposta all’offensiva. Peccato vennero colpite a mezz’aria da delle bolle accecanti, che le fecero ruzzolare a terra, cercando inutilmente di grattarsi gli occhi con le zampe. A quel punto fu il turno di Natsume di coprirlo, mordendo e strattonando la coda della volpe oscura che stava cercando di mordere la caviglia del Rosso.
Minuto dopo minuto, i due raffazzonati compagni d’arme, presero sempre più confidenza l’uno coi movimenti dell’altro. Yu iniziò a capire quando la zampa malmenata di Natsume rischiava di cedere, mettendolo in posizione di svantaggio, o quando un suo attacco volpino lo lasciava scoperto ai nemici. Allo stesso modo la kitsune, comprese quando era il Rosso ad avere bisogno d’essere aiutato. Si ritrovarono a scambiarsi di posto al momento opportuno senza bisogno di parlarsi, combattendo fianco a fianco senza risparmiarsi, sempre attenti ad evitare le zanne delle volpi oscure. Di suo Yu, stava cercando di colpire quanti più musi possibile con le sue bolle appiccicose, così da rendere inoffensivo quello che riteneva essere il lato più pericoloso dei nemici che si trovavano a fronteggiare. Ma non era così semplice. Quelle volpi sembravano essere in qualche modo potenziate dalla corruzione che le divorava. Fino ad ora era riuscito a colpirne solo un paio come avrebbe voluto. Tuttavia era già abbastanza per dare un attimo di respiro in più. Quello che serviva per rendersi conto che battersi fianco a fianco con Natsume era piacevole. Una sensazione nostalgica, che non gli faceva rimpiangere per nulla la mancanza di un compagno umano a coprirgli le spalle. Sembrava anche che la cosa fosse reciproca, era sicuro di aver scorto più di una volta un mezzo sorriso sul muso volpino della kitsune. Ma ovviamente lui non aveva detto nulla. Anzi! Cercò di mascherare la cosa sogghignando e commentando la natura del Rosso come se se ne fosse accorto ORA per la prima volta.


Ah, ma sei uno shinobi…potevi dirmelo prima!

Sghignazzò, nel momento in cui Yu si dissolse in bolle per apparire poco più in là a coprirgli il fianco. Lo shinobi fermò l’assalto di una volpe, facendole mordere un kunai, il metallo iniziò subito a corrodersi con un odore insopportabile e uno sfrigolio sinistro. Pensavo te ne fossi accorto quando non abbiamo usato una barca per attraversare il mare. La spinse indietro, ricacciandola a qualche metro di distanza.

Non ci ho fatto caso… ammise Natsume, stupito, per poi riaversi e ribattere piccato un Ero stanco, va bene?!

Fu allora, mentre Yu ridacchiava alla reazione del compagno di sventura, che giunse sul posto di gran carriera anche Umeko. La volpina dal pelo biondo era tornata indietro, dopo aver portato al sicuro il bambino e tutti gli altri, pronta a combattere a sua volta. Agguerrita come non mai, si tuffò nella mischia attaccando delle volpi che stavano avvicinandosi a Natsume.
Ora erano in tre, avrebbero dovuto riuscire a respingere quell’attacco senza troppi problemi, giusto?

Sbagliato.

Qualcosa non andava, era evidente. Finchè erano in due, in qualche modo il Rosso riusciva a coprire le debolezze di Natsume - la sua zampa ferita, la difficoltà nel dover affrontare dei vecchi compagni - ma con l’arrivo di Umeko le variabili aumentarono. A parte il fatto che sembrasse meno abituata del Fulvo a battersi, era evidente ci fosse qualche cosa che non andava. Era come non riuscisse a mettere la forza necessaria nei suoi morsi, a volte faticava anche solo a reggersi in piedi. Yu ce la mise tutta per dividersi tra l’uno e l’altra, ma non fu abbastanza. In un momento in cui stava coprendo Natsume, due volpi attaccarono la volpina. Riuscì faticosamente a liberarsi della prima, ma la seconda…nonostante il richiamo preoccupato del Fulvo, le fu addosso. Il grido della volpina gli lacerò l’anima. Partì rapido, per raggiungere e coprire lei e Natsume, accorso ringhiando al suo capezzale per scacciare la volpe oscura che l’aveva morsa al collo, e fu allora che proprio questa si rivolse ai presenti con un ghigno sinistro sul muso sporco di sangue e melma. Poche parole, una minaccia, pronunciata con una voce che non sembrava nemmeno la sua, prima di battere in ritirata…Una voce che, però, Kurama conosceva fin troppo bene. Yu sentì montare la collera del Kyūbi dentro di sé come lava in un vulcano in eruzione.


« Yoyuki! Lurida feccia, cosa ti è successo?! Torna qui! »
Il Rosso per poco non perse un colpo. Quello sarebbe Yoyuki?!
« No, quella scartina non è lui…ma la voce era la sua. Sta utilizzando le volpi corrotte come tramite. »
Quel bastardo…

Gli occhi di Yu caddero su Umeko a terra. Se ne stava a terra, rannicchiata su un lato in posizione fetale, tremando come una foglia. Il pelo biondo sporco di sangue e impiastricciato di quella sostanza viola-nerastra. Dalla parte opposta, la fuga delle volpi corrotte.
Sentì montare una collera incontrollata, strinse i denti e l’Hakanai tra le dita, giurando a sé stesso che quel tale non l’avrebbe passata liscia. Un tempo avrebbe dovuto scegliere cosa fare. Un tempo avrebbe dovuto scegliere se dare più importanza a seguire quelle dannate volpi corrotte o alle cure di Umeko. Ora, non più. Se pensavano di fargliela franca, si sbagliavano di grosso. Al colmo dell’ira, soffiò una serie di bolle che andarono ad accumularsi l’una sull’altra, attaccandosi, unendosi, fino ad acquisire una forma umanoide, tale da essere un perfetto clone di sé. Pochi attimi e un secondo Yu lo guardava con la sua stessa rabbia in viso.


Seguili.

Un ordine lapidario. Un assenso rapido da parte della sua copia prima che si mettesse all’inseguimento. Qualsiasi cosa avesse scoperto, lo sarebbe venuto a sapere. Ora, però, la priorità ce l’aveva Umeko. Su qualsiasi cosa. Anche su quelle volpi corrotte rimaste impiastricciate nella sua colla. Lei. Che solo poco prima aveva cercato di incoraggiarlo solare e che ora giaceva a terra tremante, lamentando il dolore che provava. Una situazione che Natsume di certo non si aspettava. Se ne stava in piedi ad osservare l’amica con gli occhi sgranati, la bocca leggermente aperta. Bloccato. Palesemente in stato di shock. Se fosse stato in forma umana, probabilmente un morto avrebbe avuto più colore in viso. Yu non faticava a capire…l’avevano morsa, si sarebbe trasformata, l’avrebbe persa. O magari sarebbe morta. Non aveva idea di come funzionasse quella melma. Non sapeva se potesse sia corrompere che uccidere - d’altronde tutte quelle volpi, dovevano essere morte in qualche modo…e poteva non essere tutta opera diretta di Yoyuki - sapeva solo che, a prescindere da cosa sarebbe accaduto, non potevano lasciarla lì, in mezzo a una strada.
Si abbassò dandogli una scrollata.


Natsume...Natsume! Non appena ebbe i suoi occhi ramati su di sé, continuò. Dobbiamo portarla al sicuro!

La kitsune sembrò trovare presenza a sé stesso, benchè la situazione fosse chiaro pesasse gravemente sul suo animo. Si trasformò nella maniera in cui il Rosso lo aveva conosciuto e assieme si avvicinarono alla piccola volpe bionda. Yu riuscì appena a controllare la sua ferita - non sembrava così grave per fortuna - prima che Umeko iniziasse ad agitarsi e ad urlare, impedendogli di controllare in maniera più accurata. Disperata, tormentata, gridava chiedendo aiuto a Natsume e ogni sua parola erano artigli piantati nel cuore…figuriamoci per il Fulvo. Ma perché si agitava in quella maniera? Forse aveva paura di trasformarsi? Forse non voleva che loro fossero nei paraggi quando succedeva? Voleva proteggerli? Temeva succedesse anche a loro se l’avessero toccata? Da quel poco che l’aveva conosciuta era strettamente probabile. Ma non potevano di certo lasciarla lì. Andava calmata e portata al sicuro, almeno per medicare la ferita…per il resto francamente non aveva idea se si potesse fare qualcosa.

Sssth, sssth… Con gentilezza, cercando di essere il più dolce e rassicurante possibile, Yu le prese il muso tra le mani, chiudendole la bocca con delle carezze. Se fai così, ci metterai nei guai Umeko. E tu non vuoi metterci nei guai, vero? Sei una kitsune forte. Le parlò come si fa con i bambini e parve funzionare, almeno un minimo. Smise di dimenarsi e restò ad ascoltare. Gli occhi terrorizzati, pieni di lacrime e bassi lamenti che venivano soffocati in gola. Ecco, così, brava. Andrà tutto bene, ok? Ci penso io a proteggere Natsume finchè non ti sarai rimessa. Disse, intuendo le preoccupazioni della giovane kitsune. Adesso, però, dobbiamo curarti quella ferita…non possiamo farlo qui in mezzo alla piazza. Un sorriso pallido. Gambatte, giusto?

Mentre parlava, continuava ad accarezzarle il pelo del muso e quando quelle lacrime mal trattenute scendevano, le levava con il pollice. In realtà non sapeva se sarebbe andato tutto bene, tuttavia era sincero sul resto e di certo Umeko non era così sciocca da non capirlo. Era chiaro fosse ancora dolorante e divorata dalla paura, ma parve decidere di collaborare…di dare fiducia a quell’umano conosciuto quel giorno. Si strinse su sé stessa e quando Yu fece cenno a Natsume di prenderla e fare strada - ovviamente lui non conosceva abbastanza i dintorni da potersi dirigere con sicurezza in un posto sicuro - permise al compagno più grande di farlo, senza più gridare e dimenarsi, bensì nascondendo il muso sul suo petto.
Si era fatta piccola piccola, tra le braccia del Fulvo e lui…lui era pesantemente provato dalla situazione. Se avesse potuto Yu gli avrebbe evitato di portarla lui stesso, ma era meglio fosse lo Shinobi a coprirli piuttosto che Natsume, sotto shock com’era, nonché reduce della ferita alla zampa...o al braccio che dir si voglia. Era chiaro che quel suo trauma passato che lo portava a chiudersi in sé stesso e a cercare di tenere gli altri a distanza - soprattutto gli umani - centrasse enormemente. Ma non potevano fare altrimenti. Avrebbe dovuto scambiare due parole con lui una volta al sicuro, sembrava una pentola che bolliva pronta a strabordare. Meglio dare una mescolata prima che fosse troppo tardi.
Dopo, però. Ora dovevano portare Umeko al sicuro.

Natsume in testa e Yu a guardare le spalle al lacerato gruppetto, si misero in marcia tra le case del villaggio, in cerca della loro meta, qualunque essa fosse. Probabilmente attirati dal ritrovato silenzio, alcuni abitanti si affacciarono dalle loro malmesse abitazioni, dando triste prova di come quel genere di rappresaglie fossero ormai piuttosto frequenti e all’ordine se non del giorno, almeno della settimana. Anche i bambini e i cuccioli buttavano l’occhio dalla finestra o dalla porta di turno…tutti impauriti, ma non appena vedevano Umeko ridotta in quello stato, tra le braccia di Natsume, superavano tutte le loro angosce gettandosi in contro al loro gruppo, salvo poi essere bloccati dai genitori tra pianti, urla e versi striduli.
Sembrava che nessuno avesse intenzione di rischiare d’avvicinarsi troppo…nessuno tranne una vecchia volpe anziana, un maschio, che aprì improvvisamente la porta di casa chiamandoli da quella parte. Aveva la schiena curva e il pelo della coda e degli orecchi brunito, screziato dal bianco dell’età. Ma gli occhi su quel viso umano raggrinzito, erano ancora belli svegli, accesi di saggezza. La sua casa era una di quelle meno colpite dalle disgrazie che quel villaggio aveva visto passare. Ancora si poteva intuirne la forma e la bellezza dei tempi andati, le lanterne erano ancora intere, sebbene spente e i decori bianchi e rossi sopra l’architrave della porta risaltavano sul legno scuro.
Il nonno kitsune, concedette loro la propria camera, situata su un soppalco chiuso e mentre Yu e Natsume salivano a portare Umeko per coricarla sul futon steso a terra, il padrone di casa si adoperò a scaldare dell’acqua con cui pulire la volpina e a recuperare del sakè per disinfettare la ferita, su richiesta diretta del Rosso.
La piccola kitsune bionda era sofferente. Si lamentava borbottando con la sua vocina acuta e guaendo. Non fu facile occuparsi di lei…nemmeno per Yu. Prima con l’acqua calda pulì il pelo e la ferita dal sangue e dai residui di quella melma, poi passò a disinfettare con il sakè. La lacerazione non era profonda o grave, ma anche se agiva delicato sapeva di farle male ugualmente. Natsume lo assistette per tutto il trattamento, aiutandolo soprattutto nel momento in cui ci fu bisogno di alzare un pochetto Umeko per fasciarle la ferita. Inutile dire quanto fosse scuro in volto. Sembrava Takumi quando aveva scoperto che era stato ferito gravemente. Un po’ lo capiva, però. Anche lui era arrabbiato. Anche lui si sentiva in colpa per non essere riuscito a proteggere la volpina. Non era riuscito a fare proprio niente.


« Hai fatto quello che potevi. »
Avrei dovuto fare di più. Avrei dovuto obbligarla a mangiare quella barretta innanzitutto…lo hai visto pure tu, no? Le gambe le cedevano durante lo scontro. Era debole.
« Non potevi prevederlo, ragazzo. Nè tu, nè io, nè quella giovane volpe. » Eppure la rabbia si avvertiva anche nella voce di Kurama. « Piuttosto, dovresti parlargli. »

Già. Doveva proprio farlo. Con la coda dell’occhio, lo vide lì, seduto addossato al muro, un po’ distante dal giaciglio della compagna ora assopita in un sonno agitato. Le sistemò meglio la coperta, il Rosso, prima di alzarsi e raggiungere Natsume, sedendosi accanto a lui, in silenzio e tale rimase per diversi lunghi istanti, non sapendo bene come approcciarlo. Alla fine decise che qualsiasi modo avrebbe potuto essere quello sbagliato e che, quindi, tanto valeva seguire il suo istinto e provare ciò che gli suggeriva.

Come va il braccio?

La risposta fu più repentina di ogni sua aspettativa. Meglio di quanto sperassi. Credo che quella poltiglia abbia fatto un qualche effetto. Arigatō.

Smettila di ringraziarmi, non ho fatto nulla di che. Non era certo per sentirsi ringraziare a vita che lo aveva fatto in principio e che stava chiedendogli come stava adesso. Si ritrovò quindi a sbuffare, stiracchiandosi mentre si appoggiava meglio alla parete. Lo hai sforzato parecchio, temevo si fosse risvegliato.

Avrà tempo a guarire. In quel momento non avevo alternative…avrebbero colpito il cucciolo non potevo starmene in disparte. Si infervorò dicendo quelle parole, ma poi gli occhi caddero su Umeko, si intristirono e mordendosi il labbro Natsume aggiunse Peccato non sia bastato…

Ehi…Non è stata colpa tua. Sapeva sarebbe suonato falso, sapeva sarebbe suonato inutile. D’altronde lui stesso si sentiva colpevole per quello che era accaduto alla volpina. Avrebbe potuto fare di più.

Questo non risolve la questione. Rispose brusco. Non doveva tornare, doveva stare al sicuro. E invece, testarda, è tornata. Per noi.

Strinse i pugni Yu. Solo i Kami sanno quanto avrebbe voluto dare ascolto a quella rabbia, a quella voce che gli diceva di prendere la collera e scaricarla sul vero colpevole. Ma non era così semplice. La sua parte razionale lo sapeva bene che sarebbe stato un suicidio, per più di un motivo, allo stato attuale. Doveva coccolare quella sensazione, tenerla al guinzaglio ancora un po’. Avrebbero sistemato tutto al momento opportuno. E non era ora.

Ripagheremo il nostro debito nei suoi confronti, te lo prometto. Ma non possiamo essere avventati. Inoltre… Non se lo scordava di certo il motivo che aveva causato quella situazione. Quindi frugò nella bisaccia estraendone la barretta che proprio Umeko gli aveva restituito perché fosse lui a darla a Natsume. Gliela porse. Non possiamo farci prendere in fallo di nuovo. Non ho visto mettere nulla sotto i denti né a te, né a lei. Possibile che con tutti i secoli che avete, debba essere un giovane umano come me a dirvi che senza niente nello stomaco non si fa granché?

In realtà non sapeva quanti secoli o decenni avessero, ma sicuramente erano moooolto più vecchi di lui, nonostante l’aspetto che mostravano. Quindi quella predica fu d’obbligo. Gliela fece, piccato al punto giusto, severo ma non troppo, sottintendendo che adesso avrebbe dovuto mangiare, volente o meno, o non gli avrebbe tolto gli occhi di dosso finchè non si fosse ficcato quella roba nello stomaco. Evidentemente Natsume percepì l’antifona, perché dopo aver borbottato qualcosa di incomprensibile, abbassò gli orecchi e prese la barretta iniziando a scartarla.

Qualcosa ho mangiato prima di incontrarti. Disse, ma non bastò a far distogliere gli occhi chiari di Yu. Lei probabilmente avrà dato la sua parte ai bambini…sempre la solita cocciuta che pensa prima agli altri. Diceva così, ma era evidente che ci tenesse molto. Altrimenti non si sarebbe arrabbiato a quel modo.

Ne ho data una anche a lei, proprio prima dell’attacco… Ammise il Rosso, quasi togliendosi un peso dallo stomaco. Ma non ha fatto in tempo nemmeno a scartarla. Scosse la testa. Quando starà un po’ meglio, farò la predica anche a lei! Solo… quella roba che imbrattava le zanne delle volpi che ci hanno attaccati, era del tutto simile a quella che ho visto nei dintorni del torii distrutto. Si ritrovò a rimuginare a voce alta, quasi parlando più a sé stesso che a Natsume, ma si rese subito conto di aver detto qualcosa che avrebbe fatto arrabbiare la kitsune, visto che in teoria non avrebbe dovuto avvicinarsi tanto a quel luogo. Non l’ho superato, giuro! Ho solo guardato un po’ in giro…

E infatti, Natsume si era girato di scatto, guardandolo malissimo come se avesse dovuto ammonirlo da un momento all’altro. Ma alla fine si limitò a sospirare, distogliendo lo sguardo e addentando la barretta controvoglia. Era chiaro avesse lo stomaco chiuso in quel momento, ma era importante mangiasse. E’ palesemente la stessa sostanza. Molte dei nostri compagni ne sono caduti vittima, uno per uno…E ora Umeko è… Deglutì, salvo poi accartocciare con collera la carta della barretta, sfogando sulla stessa l’ira repressa. Non ne posso più di questa faccenda! Devo riuscire ad arrivare al tempio e dirgliene quattro a quel traditore!

Eccolo lì. Finalmente quel rospo era uscito.

Lo so. Ma non puoi andarci da solo. Mise subito in chiaro Yu. Non voleva ritrovarsi a dover rincorrere Natsume per quell’isola nel tentativo di fermarlo dal compiere qualche stronzata. Senza contare che era ferito e non solo fisicamente. Ti incollo da qualche parte, se ci provi.

Sbuffò. Non posso chiederti di rischiare la vita per me. Hai visto cosa succede, no?

Non me lo stai chiedendo. L’ho deciso io. Rimbeccò. E poi, ormai che sono qui, non posso certo andarmene. Il tuo grande capo sa sicuramente della mia presenza, non mi lascerà andare via. Tanto vale dare una mano. Sorrise, scompigliandogli un po’ i capelli tra le orecchie, ma gentilmente, quasi fosse una carezza. A tal proposito, ho mandato un mio clone appresso a quelle volpi…ma ho bisogno di conoscere tutto ciò che c’è da sapere sulla faccenda. Su quelle volpi, sulla melma, su Yoyuki, sul suo cambiamento. Catturò i suoi occhi. Ogni dettaglio, anche il più sciocco, può essere utile, Natsume.

 
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Una malaugurata sventura quella capitata alla volpina dal morbido pelo biondo, che stringendosi dolorante al suolo ricoperta di quella sostanza violacea e del suo stesso sangue aveva scosso profondamente le fondamenta scricchiolanti dell'animo di Natsume. Era stato l'umano dai capelli rossi, infatti, a destarlo dai suoi funesti pensieri e a calmare la povera Umeko, non intenzionata a farsi toccare. Prenderla in braccio per poterla portare in salvo e avvertirla stringersi sul suo petto nel tentativo vano di nascondersi fu molto doloroso per lui, tanto che per tutta la durata del breve tragitto non emise un suono. Era stata una stupida a gettarsi in combattimento in quella maniera! Il suo compito era quello di proteggere i meno avvezzi al combattimento, non di proteggere lui. Men che meno con uno shinobi addestrato al suo fianco! Ma era fatta così. Aveva un cuore enorme e molta, troppa impulsività.
La portarono al sicuro, all'interno di una delle abitazioni apparentemente meno colpite dalla guerra che imperversava, sotto lo sguardo triste degli abitanti e i pianti dei cuccioli tenuti forzosamente alla larga. Natsume non li biasimava per il loro timore, ma quel voluto mantenersi a distanza da colei che per il villaggio aveva sacrificato praticamente tutto o quasi lo infastidì non poco. Ma non disse nulla. Morse il labbro e a testa bassa raggiunse l'anziano, probabilmente l'unico a non temere la melma corrosiva. E così fu. L'anziano li fece entrare senza remore e, dopo aver indicato a Natsume il soppalco dove sostava il giaciglio che avrebbe potuto utilizzare Umeko, mise subito sul fuoco dell'acqua con dentro una stoffa. Sarebbero servite per pulire la ferita. D'altro canto la volpe dal pelo fulvo adagiò la compagna sul giaciglio e questa, tremante, affossò gli artigli sul morbido. Lasciò al Rosso le medicazioni, assistendolo come poteva e rimuginando sul da farsi, su come porre fine a quell'incubo. Umeko stava soffrendo e nonostante la ferita di per sé non fosse preoccupante, quello schifo era entrato in contatto e chissà quanto avrebbe resistito prima che anche il suo pelo chiarissimo si macchiasse. Fasciarono insieme la ferita e lasciarono Umeko ben coperta. Natsume si allontanò da lei soltanto quando quest'ultima si assopì, lasciando che combattesse la sua battaglia sbagliata nel suo sonno disturbato. E più la osservava da quell'angolo lontano, più gli ribolliva il sangue. Non si meritava quel trattamento. Non si meritava quel dolore.


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Rise. Era stato davvero divertente quell'intermezzo movimentato e oltretutto a breve quei traditori avrebbero perso una delle più importanti pedine sulla scarna scacchiera. Avrebbe reso quella piccola volpe la sua schiava personale, esibendola come un piccolo trofeo davanti al muso del giovane spirito martoriato dalla separazione. E mentre ascoltava la sua stessa risata riverberare fra le pareti del tempio, sua casa e prigione, ancora una volta curiosò alla ricerca di qualcosa di interessante in quell'anima ancestrale. Dove eravamo rimasti? si chiese, osservando estasiato il demone ergersi dinnanzi all'angelo, sfidandolo apertamente in una battaglia che aveva tutte le premesse per essere aspra. E si combatterono senza esclusione di colpi, collidendo e schivando agilmente gli altrui fendenti. Scorse sangue, tanto demoniaco quanto angelico, sino a quando il demone non ebbe il guizzo di sfruttare un momento di destabilizzazione dell'angelo e lo atterrò, immobilizzandolo col suo stesso corpo e una lama a pochi millimetri dalla gola. Una vittoria sudata, ma credo non sia finita qui. Sento che potrebbero stupirmi..



Fallo. disse l'angelo dai capelli rossi, osservando il demone tentennare. Hai vinto, no? Uccidimi. Il mio sangue è la tua vittoria. Fallo! continuò, spingendolo a compiere quello che doveva, stuzzicando la sua pazienza oramai visibilmente al limite. Il demone si morse nervosamente il labbro inferiore e fece per caricare il fatidico colpo di grazia, ma invece di lasciare che la lama affilatissima della sua arma profanasse la sua celestiale gola, virò per farla conficcare sul terriccio, a pochi centimetri dal suo viso. Non sarebbe divertente ucciderti qui. rispose, sospirando e mettendo su quel sorrisetto bastardo tipico di chi ha la situazione completamente sotto controllo. Una mera giustificazione, alle orecchie dell'angelo. E' tuo compito portare la mia testolina sulla tavola imbandita dei tuoi superiori, giusto? chiese, avvicinandosi poi sensuale al suo orecchio per sussurra quel Allora prova a prendermi. prima di sollevarsi dal suo corpo e scappare. Le labbra dell'angelo si piegarono in un sorriso astuto. Lo sapevo..


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Com'era prevedibile, la volpe non avrebbe spiccicato una parola se non l'avesse stuzzicata un po', rompendo quel ghiaccio che pareva fortificarsi di minuto in minuto. Fortunatamente fu abbastanza collaborativa, al punto da addentare a orecchie basse la barretta che aveva imposto in maniera categorica, onde evitare altri imprevisti nefasti. Sentire di quel clone fu come un lampo di speranza per Natsume. Forse con l'aiuto dell'umano avrebbero potuto davvero studiare un piano per risalire sino al tempio e sistemare la faccenda, ma cantar vittoria senza ancora nessuna concretezza era da stupidi. A maggior ragione che quel ragazzino era duro come l'acciaio e quando prendeva una decisione non c'era verso di smuoverlo. Si guardarono negli occhi, mentre il Rosso gli chiedeva di dirgli tutto quello che sapeva per permettergli di aiutarlo nella risoluzione del problema. Lo distolse dopo qualche secondo, indeciso. Lo avrebbe messo nei guai, ma aveva ragione a pensare che Yoyuki avesse saputo della sua presenza e che adesso non l'avrebbe lasciato facilmente andare. Oramai era parte integrante di quella storia. Sospirò. E va bene, ti dirò tutto quello che so. disse, rassegnandosi. Ma era una finta rassegnazione quella. Sembrava più un preludio al sollevamento di un peso che per troppo tempo era rimasto nascosto sulla sua schiena.

C'ero, quando Yoyuki ha perso la sua luce. L'ho visto con i miei occhi. esordì, catturando l'attenzione tanto del suo interlocutore che quella della volpe a nove code annidata nel suo animo. Lo sguardo catturato ancora dalla figura raggomitolata sotto le coperte di Umeko, che aveva preso a singhiozzare sommessa nel sonno tormentato. Strinse i pugni nervosamente. E' stata una sciocca scommessa, sai.. 'vince chi arriva in cima'. Stavo sfidandomi con un amico di vecchia data, inerpicandomi fra i gradini che separano il villaggio dal sacro tempio e una volta in cima, non appena ho declamato la mia vittoria, abbia sentito qualcosa.. ci siamo sporti per poter vedere dentro e Yoyuki era in preda a una crisi. Il suo manto candido stava irreparabilmente macchiandosi mentre urlava, carico di un rancore che non gli apparteneva. abbassò le orecchie, ricordando la macabra scena. Le pareti del tempio cominciarono a produrre quella sottospecie di melma corrosiva, che pian piano si espanse fino al torii, colpendo le statue. Credo ci abbia visti, per un attimo, prima che scappassimo a gambe levate. Le statue presero vita, cominciando a puntarci e a spararci contro dei fasci di luce dall'elevato calore. Abbiamo fatto di tutto per tornare ad avvertire il villaggio, ma soltanto io sono riuscito a tornare. breve pausa. Era evidente avesse perso un amico in quel momento e soltanto i Kami sapevano quale dolore avesse nel cuore, mentre scappava lasciandolo indietro. Ricordo che il tempio venne avvolto da quell'energia oscura, che il villaggio era in tumulto e che molte compagne furono investite da quell'energia prima di attaccarci. Umeko aveva avuto la prontezza di prendere il comando e di allontanare quante più persone possibili. Mi venne incontro, mi prese per un braccio e scappammo nella foresta mentre la nostra casa andava in frantumi.. e questo era quanto, per quanto riguardava la parte dolorosa dei ricordi. Non prima di aggiungere un Ah! Nel momento della sua trasformazione, Yoyuki gridava qualcosa.. vagamente ricordo le parole "Ho dato tutto per te". Non sono riuscito a capire a chi si rivolgesse..

Assimilare tutte quelle notizie non fu facile per Yūzora, specialmente perché in lui albergava una bomba pronta a esplodere come Kurama. Lo avvertiva chiaramente fremere, mentre ricollegava quelli che erano i pezzi sparuti di una composizione sin troppo frastagliata. Per qualche ragione, Yoyuki aveva ceduto a un rancore senza precedenti che aveva offuscato la sua luce e distrutto ciò a cui teneva. Le successive parole di Natsume ne furono una conferma inequivocabile. Quella melma corrode qualsiasi cosa tocchi. Sembra quasi la materializzazione stessa del rancore di quel giorno, talmente forte da prendere forma e distruggere qualsiasi cosa. Molti di noi ne sono stati vittima e nessuno che conosco sembra esserne uscito. Sono stati tutti corrotti, chi più velocemente chi meno, dopo grosse sofferenze di carattere spirituale. ed era palese che la preoccupazione per Umeko, dopo quelle parole, fosse alle stelle. La stava vedendo soffrire, piangere, resistere a qualcosa che stava lentamente divorandola.

Devo salvarla, Yu. proruppe, dopo un breve silenzio. Non mi importa come o quanto possa costarmi, anche se quelle dannate statue sbarrano la strada per il tempio. e tornò con lo sguardo sull'umano. Era determinato, ma vi era un velo di frustrazione e di collera in esso. E' la volpe più buona che conosco e non si merita questo tormento.. non lei, che ci ha permesso di andare avanti, dandomi la motivazione necessaria per difendere tutti. Lo capisci questo, vero?



Anticipatamente schiuma se non sono riuscita a renderlo come meritava questo post. Sono nella fase postuma del mal di testa, non potevo fare di meglio e non mi andava di bloccare. Per qualsiasi dubbio e reazione, al solito sai dove trovarmi.
 
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view post Posted on 21/3/2021, 16:27     +1   -1
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Le informazioni che aveva erano troppo poche, troppo frammentate e troppo blande. Per arrivare a mettere a punto almeno la brutta copia di un piano, doveva sapere di più su tutta quella faccenda, sulla melma, sui corrotti e su Yoyuki. Non c’era altro modo. E l’unico di cui si fidasse ciecamente in quel momento, che sentisse veramente vicino e che avesse la possibilità di chiarirgli un po’ il quadro di quel casino, era proprio Natsume. Sapeva di star chiedendogli un grosso sforzo sia nel tenere a bada la propria rabbia, sia nel rivangare quei ricordi. Umeko stava male e lui gli chiedeva di chiacchierare! Eppure quelle chiacchiere avrebbero potuto fare la differenza tra riuscire a salvare la volpina, oppure no. Era anche certo, come più volte la kitsune aveva ripetuto, che non volesse tirarlo in mezzo…ma arrivati a quel punto, ormai, ci era dentro fino al collo, volente o meno. Non c’era modo di fare un passo indietro: avevano raggiunto il punto di non ritorno nell’esatto istante in cui avevano messo piede sull’isola, stando alle parole di Kurama. Quindi c’era una sola direzione in cui potevano procedere, ma c’era differenza tra il farlo senza un briciolo di cognizione di causa e farlo con almeno quel poco di conoscenza che potevano avere in mano.
Sembrava poco, ma non era così. Ed era per questo che era stato tanto perentorio con Natsume, semplicemente perché ne avevano bisogno. Ed era certo che la volpe fulva avrebbe capito. Fortunatamente il suo istinto non si sbagliava.
Lo vide tentennare un po’ sui primi momenti, distogliere lo sguardo nel tentativo di sfuggire ai suoi occhi, ma alla fine, con un gran sospiro, accettò. E fu un sospiro strano il suo, come se aspettasse da tanto di potersi liberare di quel peso, come se fosse da tempo che attendeva qualcuno con cui condividerlo. Di certo, Yu non si aspettava quella fiumana di parole che lo avrebbero investito di lì a poco. Credeva di ottenere ancora qualche frase spezzettata, qualche informazione volante…invece, una volta iniziato a parlare, Natsume proseguì come un fiume in piena a cui fosse stato levato il tappo. Catturò l’attenzione del Rosso e del Bijuu sin dalle primissime affermazioni, accompagnandoli per mano in quella che poteva dirsi un’esperienza da incubo. Pareva infatti che, quando Yoyuki perse la sua luce, lui fosse presente. A causa di una scommessa tra amici, lui e un'altra kitsune si erano sfidati a chi arrivava per primo in cima alla lunga scalinata che portava al tempio. E una volta lì, avevano visto come tutto era iniziato: Yoyuki che urlava carico di rancore, il suo manto bianco che si macchiava, le pareti del tempio che iniziavano a produrre quella melma violacea e che piano piano si espanse come un’onda fino al torii, colpendo le statue a guardia della lunga scalinata. Le statue presero vita e iniziarono a sparare raggi di luce dall’elevato calore, puntandoli…forse perché un momento prima della loro fuga, Yuyuki era riuscito a vederli. Si spiegavano anche quei segni sulle gradinate. Quelle bruciature erano i segni di quei raggi. Davano l’idea di qualcosa di mortale…e, di fatti, Natsume era stato il solo a riuscire a tornare al villaggio. Riusciva a immaginarselo il clamore di quegli istanti: la confusione per ciò che aveva visto, il terrore di quelle statue sempre state innocue e che ora cercavano di ucciderli, la corsa a rotta di collo col cuore che rimbalzava in gola e poi…il suo amico che purtroppo non era riuscito a cavarsela, il dolore, quel grido di rabbia e angoscia che bruciava in gola. E in tutto questo non poteva nemmeno fermarsi per riportare il corpo a casa, perché l’energia oscura si stava espandendo a vista d’occhio. Doveva essere stato straziante. Yu si ritrovò a stringere il pugno sulla stoffa dei pantaloni senza pensarci, in quel momento di pausa, prima che Natsume riprendesse a parlare.
Fu per grazia di Umeko che diversi abitanti del villaggio si salvarono. Con prontezza aveva preso il comando, allontanando quanti più compagni poteva…mentre altre caddero vittima della corruzione e iniziarono ad attaccarli. Si rifugiarono nella foresta. Mmmh forse lì i Corrotti non potevano entrare? Avrebbe fatto bene a chiederlo, ma sembrava che Natsume non avesse ancora concluso. Aggiunse qualcosa di veramente insolito. Una frase, gridata con collera nel momento in cui Yoyuki stava trasformandosi. “Ho dato tutto per te”. Quasi stesse litigando con qualcuno di specifico, come se ce l’avesse con lui. Kurama dentro di lui fremeva. Inondato da tutte quelle informazioni, stava a sua volta ricollegando i pezzi di quel puzzle distrutto e rovinato…e più si andava avanti, più la consapevolezza lo accarezzava, più la sua ira cresceva come lava incandescente. Eppure, forse il Bijuu era l’unico a poter chiarire alcuni punti bui di quella storia. Perché, da quello che aveva capito, quella commessa da Natsume e il suo amico era una bravata, una di quelle cose che non si dovrebbero fare. Loro non dovevano essere lì al tempio, non potevano. Ed ecco perché nessuno aveva saputo dirgli cose precise su come fosse accaduto il cambiamento di Yoyuki!


Ehi, Kurama. Cercò di destare il demone dalla sua agitazione. Che tu sappia…c’è qualcun altro in quel tempio
« Servitori, custodi…sono poche le volpi che servono direttamente Yoyuki. Il tempio è un luogo sacro, non può essere profanato da chiunque. »
Bingo! Quindi con chi parlava, secondo te? “Ho dato tutto per te”…è qualcosa che si direbbe solo a qualcuno che si ritiene importante, qualcuno per il quale si farebbe qualsiasi cosa.
«Mmmh… » Quasi se lo immaginava mentre rimuginava, piantando gli artigli nel ghiaccio, scavando, scavando, tanto da lasciare dei grossi solchi. « Yoyuki è colui che è più vicino a Inari. Ne è servo e intercessore. Possibile che..?!» Non concluse la frase, forse ritenendola fin troppo assurda, anche per uno come Yoyuki. Ma Yu era un ascoltatore attento. Non ci mise molto ad unire i puntini.
Il benedetto di Inari…suo servo e intercessore. Ripetè, iniziando a capire la natura di Yoyuki o, quanto meno, credendo di intuirla. Da come l’avevano descritto tutti, prima del cambiamento, sembrava in tutto e per tutto una Zenko. Messaggero di Inari, protettore degli uomini. Eppure… Ha perso la sua luce e ha rinnegato Inari, ha detto così Umeko al villaggio, no? Quindi, magari, parlava con lui?
« Probabile. Non riesco però a capire cosa abbia potuto portare Yoyuki a tanto. »
Era molto fedele a lui?
« Viveva per Inari e per il suo popolo. Deve essere successo qualcosa di molto grave, se di punto in bianco ha cambiato il suo atteggiamento. »
E questo era assodato da un pezzo. Scopriremo cosa, anche se a questo punto mi chiedo…se sia recuperabile.

Fu un grugnito la risposta di Kurama a quel timore del Rosso. Un grugnito che sembrava quasi un “lo spero”. D’altronde era un quesito lecito…aveva fatto di tutto, ferito la sua gente, messo compagni gli uni contro gli altri, ucciso, ucciso, e ucciso ancora. Senza essere lì, senza parlarci, senza conoscerlo…era difficile dire se ci fosse ancora un po’ dello Yoyuki che tutti ricordavano. Altrettanto difficile era capire se, visto a che punto erano arrivati, lo rivolessero indietro. Inoltre, da quello che diceva Natsume, sembrava che quella melma fosse effettivamente la materializzazione del rancore di Yoyuki: così forse da corrodere ogni cosa che vi entrasse in contatto, materiale o spirituale che fosse. Era così che funzionava con quelli che ne venivano colpiti, chi più rapidamente, chi meno, dopo enormi sofferenze di carattere spirituale finivano vittima di quel rancore. I singhiozzi sommessi e i lamenti di Umeko richiamarono l’attenzione di entrambi. La piccola stava lottando con tutte le sue forze, contro una forza soverchiante, vivendo probabilmente un incubo che stava lacerandole lo spirito poco a poco…E più resisteva, più quell’agonia si prolungava. Perché non c’era altra uscita. Nessuno era mai riuscito a scampare la corruzione.
Fu ancora Natsume a parlare aprendosi col Rosso, dandogli modo di spiare un poco dietro a quella corazza. Lo sguardo determinato della kitsune lo incatenò, mentre metteva in chiaro il suo bisogno di salvare Umeko. Un desiderio genuino, sebbene bagnato dalla collera e dalla frustrazione di quel momento.


Yu sorrise. Lo aveva chiamato per nome per la prima volta. E’ la tua persona speciale. Annuì. So cosa vuol dire, quando è capitato a me ho fatto di tutto per salvare la mia. Parlava al singolare, ma si riferiva a momenti ben distinti e a individui diversi. Ma infondo non era importante in quel momento. Ti aiuterò. La faremo guarire e tornerà più vivace di prima, promesso. Porse il pugno a Natsume e questi, dopo un momento di sorpresa, lo colpì di rimando. Sarai il mio mandante e il mio compagno in quest’operazione, ma ho bisogno di capire un altro paio di cose, mentre aspettiamo il mio clone. Ad esempio…e lo chiedo quasi più per scrupolo, l’accesso al tempio è fattibile solo dalla scalinata? Non c’è proprio un’altra via? Si mise a gambe incrociate, rimuginando palesemente, come se pensasse a mille cose, ma ne stesse esternando solo alcune. Quelle statue, poi…come si attivano? Quando sono andato a gironzolare dalle parti del torii le ho viste immobili come le statue che sono. E’ qualcosa che centra col movimento? Se non ci fossero state altre vie, magari le sue bolle avrebbero potuto essere un valido aiuto per eluderle. Inoltre, Yoyuki vi ha mai attaccati direttamente? Questa è una cosa che mi ronza in testa da un po’, ho sentito di diversi attacchi da parte dei Corrotti, ma mai da parte di Yoyuki. Tanto che lui parla attraverso quelle volpi…E’ come se non si potesse muovere da dove si trova. Inizialmente pensavo che fosse il bosco il limite oltre il quale non poteva andare e che lo teneva segregato sull’isola, ma forse…forse la sua prigione è molto più piccola. Forse è il suo stesso rancore a tenerlo imprigionato. Fece una pausa, pensieroso, corrucciato, alzando gli occhi sulla Kitsune solo un attimo prima di chiedere E, a proposito di Yoyuki, quali sono le tue intenzioni con lui?

 
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view post Posted on 27/3/2021, 19:37     +1   -1
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Senza pensare alle conseguenze delle sue parole, senza riflettere su quale ascendente avrebbero potuto avere le stesse sul cocciuto umano che aveva accanto, raccontò tutto. Nessuno al villaggio sapeva che lui aveva assistito al momento in cui il venerato Yoyuki aveva perso tutta la sua luce, sino a quel momento. Nemmeno Umeko. Eppure con Yūzora non aveva potuto fare a meno di esprimersi, di togliersi quel peso dalla coscienza. Nemmeno fosse stato lui il diretto responsabile di quella trasformazione. Avrebbe dovuto mordersi la lingua! Ma il suo interlocutore aveva compreso bene la situazione in cui si era ritrovato coinvolto e la determinazione nel suo sguardo mentre indagava per elaborare un piano d'azione convincente per risolvere la situazione e aiutare la volpina dal pelo biondo ne era una chiara conferma. Anche lui aveva qualcuno di speciale da proteggere e per questo motivo comprendeva bene la sua posizione e voleva aiutarlo. E per quanto ancora avesse qualche dubbio sul coinvolgerlo ulteriormente, costringendolo a una lotta che si prospettava impari, Natsume si sentì rincuorato di aver conosciuto uno shinobi in quel frangente e che questi fosse proprio il Rosso. Abbozzò un accenno di sorriso, prima di osservare interrogativo quel pugno chiuso in sua direzione, non intuendo nell'immediato cosa significasse e come dovesse controbattere. Era quella la maniera che gli umani usavano per sancire un patto? Come un bambino che apprende, guardò curioso la sua mano prima di replicare il gesto e porgere il suo pugno. Erano ufficialmente una squadra.

Credo proprio di si. rispose alla prima domanda, nell'attesa che quel fantomatico clone mandato in avanscoperta si facesse vivo per portare informazioni fresche. E' stato costruito appositamente per rendere difficile, se non praticamente impossibile, l'accesso non frontale. Non soltanto la scalata da altre parti sarebbe ripida e faticosa, ma similmente alla foresta che circonda il villaggio, anche sul sacro tempio vegliano gli spiriti dei caduti. Sospetto che attaccherebbero a vista, qualora provassimo ad aggirare. disse pensieroso, muovendo nervoso la coda al pensiero della presunta trappola. L'aveva pensata sin troppo bene, Yoyuki. Per quanto riguarda le statue invece, non saprei. Quella volta si sono improvvisamente attivate mentre sostavamo ancora in cima alla gradinata del tempio, e da quel momento i loro occhi ci hanno seguiti sino al villaggio. espresse poi, mordendosi nervoso le labbra al ricordo della paura provata e del dolore rievocato dai tristi ricordi della perdita del compagno, altro pezzo della sua anima strappato e senza ritegno incenerito. All'ultima domanda invece parve riaversi e osservò con un'espressione sorpresa colui il quale l'aveva posta. Non ci aveva mai pensato, ma effettivamente.. Ora che mi ci fai pensare, no. Yoyuki non ha mai attaccato direttamente nessuno di noi. Che io sappia non è mai uscito dal tempio, da quel giorno.. come ho fatto a non pensarci! e sembrava quasi rincuorato nell'esprimere quella sorpresa, come se sapere Yoyuki ancorato a un luogo composto da quattro solide mura fosse motivo di gioia. Strano. Ma tutto fu più chiaro non appena chiese cosa avesse intenzione di fare con lui. Natsume parve riscuotersi da quel breve stato di euforia. Io.. non lo so. Una parte di me vorrebbe picchiarlo, farlo soffrire per tutto il casino che ha combinato. Ma d'altro canto.. io credo abbia bisogno di aiuto. disse perplesso, esprimendo una posizione conflittuale. Era evidente volesse ancora credere in una seconda opportunità, in un malinteso che una volta risolto avrebbe portato tutto alla 'normalità'.
E fu proprio in quel momento che Yūzora ebbe uno strano spasmo, divenendo improvvisamente pallido dinnanzi agli occhi di un preoccupatissimo Natsume.


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Lo sapeva. Sapeva che il demone a cui per tanto tempo aveva dato la caccia non l'avrebbe colpito, ponendo fine alla diatriba una volta per tutte. E aveva fatto leva su quel sentimento contrastante per confutare la sua ipotesi, rischiando per altro di sbagliarsi e di perire inerme. Molto coraggioso. Quindi anche un bastardo senza riguardo sapeva provare un sentimento tanto nobile, seppure camuffato da vili e dilettevoli intenzioni. Come un tenshi poteva avere le mani macchiate di sangue, anche un demone poteva avere nel cuore un barlume di luce!

Trattenne un momento il respiro, prima di sbuffare. Che stupidate. Non capiva perché quella parentesi lo avesse paralizzato con un pensiero di troppo, facendogli provare per un momento un po' di speranza. Di cosa, poi? Se erano arrivati sino a quel punto, era soltanto colpa sua. Se solo non avesse cercato di cancellarlo, tutto sarebbe rimasto come prima! Ma no. LUI voleva che non esistesse, per non macchiare la sua pallida luce divina, fredda e asettica. Se la rise di gusto a quel pensiero, dapprima sommessamente. No Yoyuki. Non tutti mantengono quel barlume di luce. La tua è scomparsa oramai da troppo tempo, debellata dall'oscurità! disse fra le risa, parlando a se stesso. Ma c'era qualcosa che non andava. Non era una risata come le altre, aveva qualcosa di sconclusionato, di intrinsecamente triste. E non fu il solo a notarlo.
Il portone finemente intarsiato del sacro tempio consacrato a Inari, sua dimora, si aprì in un cigolio sinistro e deciso, lasciando spazio a un giovane uomo dai lunghi capelli fulvi e un raggio incandescente partorito da uno dei suoi guardiani, opportunamente schivato da quest'ultimo. Era lui. Era arrivato sino in cima. Eppure gli mancava qualcosa. Si osservarono per lunghi istanti, ma non ebbero tempo di scambiarsi parole e spiegazioni, poiché Yoyuki non ne diede tempo. Rapido come una saetta e maestoso come un principe, la volpe oscura per eccellenza si portò di fronte all'intruso e lo agguantò per il collo, stringendolo e sollevandolo da terra con una forza invidiabile. Stava soffocandolo, mentre gli artigli acuminati si conficcavano nella carne come fatta di burro. L'espressione del benedetto da Inari però fu tutt'altro che neutra. C'era qualcosa in quel ragazzo.. qualcosa di familiare che ben presto venne ricollegata al chakra della volpe primordiale, di Kurama.
Digrignò i denti, infastidito.
Io non sono come il tuo demone. sentenziò, prima di sfondargli la cassa toracica con brutale violenza e vedere la copia sparire sotto i suoi occhi.


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E-ehi..! Che ti prende?! chiese Natsume preoccupato, praticamente col terrore nello sguardo nel vedere quella reazione strana nel Rosso. Si avvicinò e lo prese per le spalle, cercando di capire cosa ci fosse che non andava. Fino a pochi attimi prima stavano dialogando tranquillamente, poi lui era impallidito improvvisamente e aveva accusato uno strano malore che mise immediatamente la volpe in serio allarme. Prima Umeko, adesso Yūzora.. davvero era destinato a vedere tutti in quello stato?
Nel frattempo, in quel breve lasso di tempo che intercorse fra il forte e improvviso dolore accusato e il momento della ripresa, lo aveva visto. Aveva visto la sua copia inseguire metodica le volpi corrotte, che sfrecciarono verso la scalinata prima di divenire fuochi fatui dall'innaturale colore tendente al viola e le statue immobili attivarsi alla sua vista, pronte a far fuoco. Distruggerle una per una avrebbe richiesto troppo tempo e il suo scopo non era sbaragliare la strada, bensì racimolare informazioni per il suo vero io. Corse quindi, salendo quelle scale tra balzi fra detriti incandescenti, seguito da quei fasci di luce intensa che avrebbero voluto soltanto incenerirlo, fino a quando non aprì quella porta e.. lo vide. Colui il cui rancore aveva macchiato quella terra e mietuto numerose vittime. Yoyuki era maestoso, nel suo bellissimo kimono bianco impreziosito di elementi d'un gradevole viola lavorati con l'oro; l'haori era scuro come la notte, macchiato esso stesso dalla sostanza lucente che aveva imbrattato il tempio nel quale dimorava e il suo pelo, i suoi capelli.. erano del colore della notte più buia. Persino il viso ne era macchiato, con segni nero-violacei che lambivano tutta la fronte sino a far spiccare gli occhi dal taglio volpino, allungati da una pittura rossa, d'un brillante color ametista. L'oscurità che aveva spento la luce del sommo Yoyuki aveva adesso un volto. Ma quella visione fu solo questione di poco, poiché venne afferrato da quell'oscurità, soffocato e brutalmente ucciso. La sua copia per lo meno aveva fatto quella fine.
E sentì quelle strane parole, quel curioso 'non sono come il tuo demone', collerico. Aveva percepito la presenza di Kurama? Quest'ultimo, profondamente agitato dal siparietto appena conclusosi, non riuscì a trattenersi e chiese
« Lo hai sentito anche tu? »
Si. Lo aveva sentito.



Tasukete, Kurama..



CITAZIONE
Boom. Quello che hai "sentito" immaginalo come la voce di un monaco sheika quando entri in uno dei sacrari di BOTW. E' una voce incorporea, spirituale, come se qualcuno non sul piano reale abbia cercato di parlarti. E si. The Legend of Yuzora - Breath of the Epicness.
Esprimi quello che vuoi fare nel prossimo post in modo tale che già dal prossimo siamo in movimento (in ON se credi sia congeniale, o in OFF), perché stiamo entrando nel vivo di una particolare visione che ho avuto, che ha ispirato l'intera quest. Come sempre, se servono delucidazioni o interazioni particolari sono a tua disposizione.


Edited by ¬BloodyRose. - 27/3/2021, 21:37
 
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view post Posted on 28/3/2021, 16:18     +1   -1
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Domande, domande, domande. Erano tante ed affollavano la mente del jonin in maniera sparsa, moltiplicandosi mano a mano che riceveva nuove informazioni e, purtroppo, non tutte riuscivano a ricevere una risposta. Restavano lì, volanti, insolute, con tutti i dubbi e gli enigmi del caso a gironzolare lì attorno, fastidiosamente. Nonostante i quesiti che uscivano dalle sue labbra fossero solamente la superficie di quelli che affollavano nervosi la sua mente, nemmeno Natsume riusciva a dare risposta a tutto. Tuttavia, a buona parte sì. Ed era quanto bastava. O, almeno, quello che avrebbe dovuto bastare.
Purtroppo sembrava davvero che non ci fosse altra via per risalire il pendio dove si abbarbicava il tempio, se non quella ripida scalinata presidiata dalle statue guardiane. Come una vera fortezza, era stato costruito appositamente per renderne difficile l’accesso da qualsiasi parte non fosse quella frontale. A riprova di questo, secondo le parole della kitsune, la foresta che circondava l’altopiano, era simile a quella che proteggeva il villaggio. Sacri spiriti vegliavano sul tempio e avrebbero attaccato chiunque avesse provato a raggirare la strada principale. Quindi sembrava proprio che la lunga gradinata non fosse evitabile. Gli occhi dei guardiani miravano e colpivano chiunque si avvicinasse con quei raggi descritti da Natsume…difficile capire, però, quale fosse il reale metodo di attivazione. Chakra? Movimento? Semplice presenza di un corpo fisico? Nemmeno il Fulvo lo sapeva, non restava che sperare nell’avanscoperta del clone di Yu. Se anche lui non avesse raccolto informazioni utili in merito, beh, avrebbero dovuto arrangiarsi con quello che avevano. Per il momento i due neonati compagni d’arme passarono oltre, raggiungendo le domande che più premevano al Rosso. Quell’intuizione che aveva avuto e quella per capire quale fosse il desiderio di Natsume. D’altronde si chiedeva sempre al proprio mandante, no, cosa farne dell’obiettivo.
Incredibilmente, il suo istinto aveva visto piuttosto bene circa la presunta prigionia di Yoyuki: lui non aveva mai attaccato direttamente nessuno al villaggio e, anzi, non era mai uscito dal tempio dal giorno in cui era avvenuta la sua trasformazione. Il Fulvo sembrava piuttosto sollevato mentre se ne rendeva conto, come se vedesse in quell’osservazione un barlume di speranza. Preannunciando già allo shinobi, la risposta alla sua ultima domanda. Alla fine Natsume aveva proprio un gran cuore, tanto da concedere il beneficio del dubbio anche a chi aveva causato tanto dolore alla sua gente. Era in conflitto con la voglia di prenderlo a pugni, ma non lo voleva morto.


Beh, un pugno non glielo leva nessuno a quel ba…Urgh!

Un dolore atroce.
Una fitta tremenda all’altezza del petto gli portò via il respiro per qualche attimo. La vista si offuscò, un capogiro lo colse e, portandosi le mani ad agguantare la stoffa all’altezza della stilettata - come se così potesse farla passare - si accasciò con un lamento mal trattenuto tra i denti. Sentì le mani di Natsume raggiungerlo, la sua voce attutita e distante che lo chiamava, il rumore del suo stesso tonfo sul legno del pavimento…E, poi, come una fiumana, ricordi che non erano suoi si sovrapposero e si inserirono nelle proprie memorie, legandosi ad esse come una catena, ricostruendo anello dopo anello, ciò che la copia aveva vissuto. Un inseguimento accurato fino a quando le volpi corrotte non avevano raggiunto la base della scalinata. Lì avevano perso la loro forma volpina, assumendone una eterea di fuoco fatuo dai colori tendenti al viola, disperdendosi nella foresta. Rimasto solo alla base della gradinata, il clone era stato subito bersagliato dai guardiani. Nella sua salita, più e più volte quei raggi dal calore indescrivibile avevano rischiato di colpirlo, col chiaro intento di incenerirlo. Ma era stato abile…e anche un po’ fortunato. Quanto meno quei raggi andavano in linea retta, non era difficile evitarli, il peggio era scansare i detriti incandescenti che creavano ovunque! Ma dopo una corsa forsennata, intervallata da balzi e capriole non sempre bellissime a vedersi, riuscì a raggiungere la cima. Si fiondò sul portone, spingendolo, perché una di quelle statue lo stava ancora bersagliando! Lo aprì giusto in tempo infilandosi dentro per scansare quel portatore di morte e fu allora che lo vide. Maestoso e oscuro da fare invidia ad una notte di luna nuova.
Yoyuki era proprio lì, la sua strana risata rimbombava nell’atrio del tempio, amplificando quella sensazione di qualcosa di sbagliato in essa…quasi triste. Ma si bloccò subito, voltandosi verso il clone di Yu. Sembrava avvolto esso stesso nella sua stessa corruzione: abiti tendenti al viola, capelli e pelo anneriti - Natsume aveva detto fossero bianchi - e degli strani segni neri sulla fronte, somiglianti quasi a quelli di alcune fūinjutsu. Ciò che però colpiva di più erano certamente i residui di quella melma lucente che lo macchiavano…e quegli occhi. Allungati, accesi di un innaturale color ametista e accentuati da dei segni rossi.
Eccola l’oscurità che si era portato via lo Yoyuki che tutti conoscevano.
Eccola l’oscurità che aveva inghiottito la sua luce.
Faceva venire i brividi…Ma la copia non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di dover fuggire o di dire alcunchè, che lo Yoyuki Oscuro gli fu addosso. Il tempo di un battito di ciglia e il clone del Rosso si ritrovò col respiro mozzato e i piedi a calciare l’aria nel vuoto. La mano artigliata di Yoyuki stringeva sul suo collo, piantando le unghie nella carne, inutili furono i tentativi del clone di allentarne la presa, sembrava fatta d’acciaio. Rivoli di sangue stavano correndo lungo la sua pelle in prossimità degli artigli piantati nelle sue carni…eppure qualcosa nell’espressione della non più Zenko tradì fastidio e collera, giusto un attimo prima che gli sfondasse la cassa toracica con brutale violenza pronunciando delle strane parole. A quel punto la copia era sparita, disfacendosi in bolle e tutto si era riversato nella coscienza del corpo principale di Yu come un fiume in piena. L’equivalente di un pugno nello stomaco…portandosi con sé un messaggio. Non era stato pronunciato dallo Yoyuki Oscuro quello, era arrivato direttamente nella sua mente, etereo…distante eppure tremendamente vicino.


Tasukete, Kurama..


Inutile dire che fosse terribilmente confuso. Il dolore, quella marea di informazioni tutte insieme…aveva bisogno di qualche attimo per riprendere a respirare e fare chiarezza. Ma non era l’unico ad aver visto e provato tutto quello. Kurama, con lui, aveva assistito al risultato della spedizione della copia e, come lui, aveva percepito quella richiesta d’aiuto diretta proprio a lui! Fremeva d’agitazione, il demone, tanto che non riuscì minimamente a trattenersi, volendo subito un confronto con la sua controparte umana, circa quelle ultime parole.

« Lo hai sentito anche tu? »
Certo che l’ho sentito! Dovevano essere davvero amici se gli chiedeva aiuto in quella maniera tanto diretta. Quello…quello era Yoyuki, non è così? Quello vero, o meglio…quello non divorato dal rancore.
« Era proprio lui. E questo mi porta a pensare alla ragione per la quale lo Yoyuki di adesso non può adoperare la sua libertà. »
Perché lo Yoyuki che tutti ricordano glielo impedisce! Non il rancore, non il bosco…ma la parte di lui che ancora non aveva ceduto. Certo, quindi significa che può ancora essere recuperato! E' ancora lì da qualche parte, a combattere da solo...ha semplicemente bisogno di una mano.
« Si. C'è ancora una speranza, non tutto è perduto. Dobbiamo trovare un modo di tirarlo fuori da tutto questo. Era…sofferente. Stanco. »
Forse non gli rimane molto tempo. D’altronde anche l’ultimo bagliore di speranza, prima o poi si spegne se non alimentato. Nonostante tutto, però, ti ha riconosciuto subito! Ma questo significa che anche l’Altro ha capito che sei dentro di me… Rimuginò, pensieroso, cercando di capire quanto questo potesse influire sulle loro azioni. Sarà per quello che ha detto quella cosa sul demone?
« E’ quello che temo. Dobbiamo fare in fretta. » Rispose, grugnendo tra i denti alla prima affermazione di Yu, per poi concentrarsi sulla sua domanda. « Mmmmh non saprei. Potrebbe anche darsi, ma non capisco il nesso. Perché avrebbe dovuto dirti che non è come me? O è uscito totalmente di senno, o si riferiva a qualcosa nello specifico. Qualcosa che mi sfugge. »
Sembrava più che altro una spacconata…qualcosa detta più per convincere sé stesso che altro. Mmmh beh, non è importante. Piuttosto, dobbiamo organizzarci per salire lassù.
« Hai in mente qualcosa? Fossi io ci andrei a muso duro, giusto per fargli capire che adesso le sue bravate sono terminate. »
Non aveva dubbi. Le vie sono due: attraversare il bosco infestato, con tutta probabilità, dalle volpi corrotte, o salire la gradinata coi le volpi guardiane. Tra le due preferisco la seconda: almeno quelle sono statue, male che vada possiamo pensare di distruggerle. Le volpi corrotte no.
« Ottima osservazione. Quelle volpi credo siano soltanto spiriti oramai, riportati qui dal rancore di Yoyuki. Hai visto come si sono afflosciate quelle nelle tue bolle appiccicose, no? Sembrano più morte che vive...»
Sì che le aveva viste. Mentre portavano via Umeko ci erano passati vicini. Sembravano “spente”, non si dimenavano più e ansimavano. Già…Ma pensavo anche a Natsume. Non credo voglia uccidere dei suoi ex compagni, anche se ora come ora sono quasi dei morti viventi.
« Mmh no, immagino di no. » Fece di primo acchito. « Ti sei molto legato a quella giovane volpe o sbaglio? Sei parecchio accorto nei suoi riguardi. »
E’ che mi rivedo in lui, un pochino. E ci rivedeva anche tante altre persone a cui teneva.
« Davvero? Adesso sono curioso. »
Rise. Non abbiamo tempo per questo, adesso.
La Volpe sbuffò, ma fu chiaro che le seguenti parole fossero accompagnate da un sorriso furbo. « Avanzi una spiegazione, allora. » Sentenziò, salvo poi sghignazzare tra le zanne. « Rassicuralo dai, è palesemente terrorizzato. »

Quando Yu si mosse, i richiami di Natsume stavano perforandogli gli orecchi e la sua presa forte gli stringeva saldamente le spalle, nel tentativo di riscuoterlo. Lo mise a fuoco qualche attimo dopo, incontrando il viso volpino del giovane segnato dalla preoccupazione. Ci volle qualche attimo, ma presto le mani che il Rosso stringeva sulla stoffa lasciarono andare, piantandosi piuttosto sul pavimento, per aiutarsi a rimettersi seduto. Piano, prendendo dei bei respiri profondi, prima di riportarsi col culo a terra e la schiena appoggiata alla parete. Solo allora voltò il capo verso Natsume che, vedendolo nuovamente in sé, abbassò gli orecchi sospirando, lasciandosi andare a sua volta a terra, prima di esplodere.

Che ti è preso?! Sei impallidito improvvisamente, credevo ti stessi sentendo male...baka!

Chiuse gli occhi, Yu, aspettandosi un pugno che, però, non arrivò. Gomen. Scuse dovute, sembrava davvero che Natsume stesse per prendersi un colpo. Altrettanto dovute erano le spiegazioni. Il mio clone è stato distrutto. Rivelò. Quando succede, tutto ciò che ha visto, tutto ciò che ha vissuto, si riversa su di me come un fiume in piena. Il dolore non fa eccezione. Sorrise. Però è servito a qualcosa! Anche se è stato annientato da Yoyuki, credo di aver capito alcune cose. Prese la sua borraccia, bevendo una bella sorsata d’acqua, prima di annunciare alla kitsune che Penso che Yoyuki, il tuo Yoyuki, possa essere recuperato.

Passò quindi a spiegare cosa fosse accaduto al suo clone, di cosa avesse visto, come fosse morto, e di quella voce che chiedeva aiuto. Omise - per il momento non era il caso di mettere troppa carne al fuoco - il fatto che Yoyuki si fosse rivolto principalmente a Kurama, ma non mancò di esporre a Natsume quali conclusioni avesse tratto da questo. Ovvero che Yoyuki potesse essere salvato, ma che il loro tempo era limitato, perché la sua voce sembrava sofferente ed esausta. Da lì, la decisione di partire fu quasi immediata.
Attesero giusto che Yu si riprendesse dal contraccolpo della distruzione del suo clone, prima di raccogliere armi e bagagli ed iniziare ad organizzarsi un minimo. Non che avessero chissà quale piano strategico, semplicemente avrebbero affrontato la scalinata dei guardiani…possibilmente non limitandosi a scansarli, ma facendo in modo che si distruggessero tra loro di fuoco amico, eventualmente utilizzando le bolle per valutare cosa mirassero effettivamente - Forme di vita? Movimento? Chakra? E una volta da Yoyuki…eh, una volta da Yoyuki avrebbero dovuto improvvisare. Sapevano che la luce in lui non era completamente sparita, brillava ancora…Una piccola fiammella nell’oscurità. Da sola non poteva illuminare tutto, aveva semplicemente bisogno d’essere alimentata, un aiuto che le concedesse la forza di bruciare più forte e divorare quello stesso buio che la soffocava! Era questo il loro difficile compito. Li aspettava una lotta impari, ma era l’unica via per riuscire a mettere fine a quel delirio e salvare Umeko. Aaaah…se Takumi avesse saputo di quell’incarico suicida che si era sobbarcato, non l’avrebbe fatto uscire di casa mai più! Ma vabbè, ormai era tardi per pentirsi.

Prima di partire, si assicurò che la medicazione al braccio si Natsume fosse ben salda e che il rimedio avesse ancora effetto. In secondo luogo valutò se fosse il caso di legare Umeko…se si fosse trasformata e li avesse raggiunti alle spalle sarebbe stato un bel problema. Ma fortunatamente, le finestre del soppalco erano troppo piccole perchè la volpina potesse sfondarle per uscire in preda alla frenesia della corruzione. Sarebbe bastato chiuderla dentro a chiave fino al loro - si sperava - ritorno. Meglio così, gli sarebbe dispiaciuto doverla legare come un salame. Stava già soffrendo abbastanza, combattendo la sua battaglia.
Probabilmente sentendo un po’ di movimento di sopra, la vecchia volpe che li ospitava fece capolino nella stanza. Giusto in tempo! Yu si raccomandò con lui di chiudere a doppia mandata la stanza, una volta che lui e Natsume avessero lasciato il piano superiore, e di non aprire per nessun motivo. Gli occhietti intelligenti del nonnino parvero capire le loro intenzioni e annuì. Fu proprio allora, mentre i due compagni stavano per lasciare il soppalco, che Umeko iniziò ad agitarsi. Si era svegliata, forse avevano fatto troppa confusione…o forse era stato a causa di uno dei suoi incubi. Era in lacrime e chiamò Natsume che accorse subito da lei. Incredibilmente la volpina riuscì a trasformarsi in forma umana, la corruzione stava già lasciando su di lei i primi segni. Quella pelle e quel pelo chiarissimi, mostravano le prime chiazze violacee a deturparne la bellezza. Sembrava impaurita, proprio come era successo in mezzo alla strada dopo il morso. Piangeva disperata, implorando Natsume di non lasciarla, un Natsume impietrito ed interdetto…Ah poveraccio. Si era appena un po’ ripreso.
Yu li raggiunse. Carezzando la volpina sul capo, dove non aveva chiazze di corruzione.


Stai tranquilla Umeko, te lo riporterò.

Tanto bastò a calmarla quello che bastava perché Natsume potesse riaccompagnarla sotto le coperte del futon. Ti salverò. Le disse, levandole quelle lacrime che rigavano il suo volto. Fosse l’ultima cosa che faccio, estirperò questa sofferenza.

I due stavano uscendo, quando Umeko, seppure ancora preda della sua disperazione, chiese ad entrambi di prometterle di tornare. Una promessa difficile, un vincolo crudele. Ma che per quella volta, sia Yu che Natsume decisero di accettare. Sarebbe stato un motivo in più per non arrendersi e tornare! Quel “Ryōkai” che risposero all’unisono sancì quel giuramento, e la porta alle loro spalle sigillò le loro parole.
Stavano scendendo le scale, ringraziando ancora il vecchio nonnino che aveva dato loro la possibilità d’aiutare l’amica, quando Yu iniziò a pensare un po’ se fosse il caso di chiedere qualche zampa in più. Nessuno assicurava loro che, una volta in cima, i Corrotti non cercassero di intervenire per impedirgli di raggiungere Yoyuki. Alla copia non era successo, ma non c’era alcuna garanzia non capitasse. D’altronde loro stavano nel bosco che abbracciava quel monte. Tuttavia era anche certo che Natsume non volesse coinvolgere altri. Non voleva abusare di quel suo animo ferito, ma il buon senso gli diceva che da soli avrebbero rischiato di fallire miseramente.


Oi Natsume. Iniziò quindi, cauto, mentre si stavano avviando all’uscita. Forse dovremmo chiedere qualche zampa in più tra gli abitanti che sanno battersi. So che non vuoi coinvolgere altri, Aggiunse, mettendo subito le mani avanti. So anche che avete già subito numerose perdite. Tuttavia…non possiamo permetterci di fallire. Yoyuki è un avversario potente, se oltre a lui avessimo tra i piedi anche i Corrotti, saremmo veramente nei guai. Inoltre…sono sicuro che tu non sia l’unico a rivolere indietro Umeko e il vostro capo di sempre.

 
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view post Posted on 2/4/2021, 22:48     +1   -1
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Un solo colpo e quel ragazzo era scomparso, senza sanguinare, senza emettere un solo suono. Aveva avvertito chiaramente parte del potere del Kyuubi scorrere in quel corpo creato dal chakra, la qual cosa era riuscita a far correre un brivido lungo la sua spina dorsale. Difficile identificare se fosse paura o eccitazione all'idea della visita di quel vecchissimo amico, ma quel che era certo era che non vedeva l'ora. Si. Prima o poi il ragazzo sarebbe tornato e avrebbe nuovamente varcato quella porta, fiero come il tenshi che era allora, pronto a combattere il demone.
Rise in maniera sconclusionata, mentre altre visioni gli offuscavano la mente come avrebbero fatto i fumi dell'alcol dopo una sbornia. Erano rapide, di difficile scernimento. Ancora lotte fra il Rosso e quel demone che si divertiva a farsi rincorrere, lotte strenue ma mai portate a termine, per volere di entrambi. Un tacito accordo, svelato da un bacio carico di desiderio che sancì il loro declino. Li presero. Li perseguitarono. Strapparono brutalmente le ali al tenshi e uccisero il suo demone senza alcuna pietà, lasciando che l'amante celeste vedesse la luce spegnersi nei suoi occhi smeraldini, con grande sofferenza dell'anima. Ci fu spazio anche per la pietà di un fratello, che slegandolo gli aveva fatto dono di un ultimo bacio nella morte.
Rise ancora, ancora e ancora, mentre una lacrima macchiata dal rancore gli solcava le gote, ignaro partecipe di quel dolore che il destino aveva voluto affibbiare a quell'anima candida.


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Era difficile per Natsume gestire quell'assurda situazione, specialmente dopo che Umeko ne era rimasta coinvolta. Vederla soffrire in quella maniera, senza poter fare assolutamente nulla per aiutarla, era esattamente come essere accoltellati. Se avesse potuto avrebbe estirpato quel veleno che la stava corrodendo con le sue stesse mani, ma non poteva. Era qualcosa che andava oltre le sue capacità. La volpina dal pelo biondo era spaventata a morte per il destino che sapeva si sarebbe presto abbattuto su di lei, e pensare di perdere Natsume le faceva soltanto salire le lacrime. Pensare di perdere tutto quello che aveva strenuamente protetto, di non poter gioire ancora dei sorrisi spensierati dei cuccioli era tremendo. Una sofferenza sommata ad altrettanta sofferenza. Dovevano essere forti entrambi in quel momento, combattere le loro battaglie separati. La promessa di tornare, nonostante gravasse come un macigno sui cuori consapevoli del Rosso e della volpe, era stata sufficiente a calmarla quel minimo indispensabile da permetterle lasciarli andare per la loro strada. La vecchia volpe avrebbe vegliato su di lei chiudendola nel soppalco, impedendole se necessario di lasciare la dimora. Per il suo bene. Un compito arduo per un anziano, ma un contributo essenziale per impedire alla bella volpina di creare problematiche situazioni.
Soli si avviarono all'uscita, accompagnati soltanto dalla determinazione di porre fine a quello scempio, a quella collera corrosiva che aveva distrutto tutto. Ragionando attentamente su come avrebbero fatto ad arrivare in cima da soli, fu praticamente automatica la domanda del Rosso al suo nuovo compagno d'arme e corretta la sua supposizione: la volpe dal pelo fulvo non voleva coinvolgere nessun altro in quella missione suicida.
Hai ragione.. concesse, muovendo nervosamente la coda al pensiero che quella potesse essere la strada corretta da percorrere. ..ma non posso farlo. Chiederesti alla tua famiglia di imbarcarsi con te in una missione suicida? chiese un po' nervoso, senza pensare che era quello che praticamente aveva fatto proprio con Yūzora. Lo aveva coinvolto. Lo stava portando alla morte. Le orecchie si abbassarono sul suo capo. Gomen.. è praticamente quello che ho fatto con te.. non avrei dovuto coinvolgerti. era estremamente sincero, seppure non potesse tornare indietro adesso. Quel ragazzo, piombato nella sua vita all'improvviso e nel momento opportuno, era la sua unica speranza. Lunghi attimi di silenzio seguirono a quell'affermazione e alla probabile risposta dell'umano, mentre i loro passi li portavano verso la base della ripida scalinata verso il tempio, dove il torii corroso dal rancore vegliava macabro.
Non parlarono molto lungo il tragitto, ma qualcosa dalla loro breve conversazione venne fuori. Aneddoti. Ricordi felici di un tempo che sembrava oramai lontano. Fu il Rosso a chiedere con curiosità alla volpe di raccontargli di Yoyuki, del vero Yoyuki, quello ben voluto, prigioniero del suo stesso rancore. Accennò a un sorriso Natsume. C'erano talmente tante cose da poter dire su di lui che non era facile estrapolare qualcosa di significativo, ma stranamente la prima cosa che gli venne in mente fu proprio quel momento. Un momento che lo vedeva presente.
Beh.. non so perché, ma alla tua domanda mi è venuto in mente il momento in cui scese dalla scalinata, vestito a festa. Ero piccolo al tempo e Umeko era appena nata. sospirò. Era la più piccola della cucciolata, l'unica sopravvissuta al parto. Lei questo non lo sa, ma.. quel giorno il nobile Yoyuki scese appositamente per lei. La osservò come un padre e la benedì, lasciandole sulla coda un fiore di pruno. "Umeko" disse "un fiore raro, sbocciato contro tutte le avversità." sorrise ancora. Quel giorno mi disse di proteggerla, perché un giorno quella piccola volpina sarebbe stata essenziale. Solo adesso mi rendo conto di quanto avesse ragione. abbassò nuovamente le orecchie, sconfortato. Gli mancava quel Yoyuki, capace con uno sguardo di capire, di trovare le parole adatte per alleviare l'animo tormentato di ognuno di loro, capace nella sua nobiltà di essere alla pari di tutti, di mettersi alla pari di tutti. Quante volte l'aveva intravisto aiutare con la semina, o annaffiare le piante!

Giusero alla base della scalinata, intrapresa la quale avrebbero dovuto affrontare la prova più difficile. Statue di volpi avrebbero preso vita al loro passaggio, assetate del loro sangue; volpi corrotte avrebbero potuto mettersi sul loro cammino per bloccare la loro avanzata. E quel che era peggio era che Yoyuki-sama, o quanto meno quello che ne rimaneva, sarebbe stato in cima ad attenderli per cancellarli dall'esistenza. Si bloccarono, appena il tempo di osservare, pensare, sospirare. Ci siamo. fu Natsume a spezzare quel surreale silenzio, colmo di tensione. Spero solo di poter mantenere la promessa..
E la manterrai. proruppe una voce sconosciuta, ben presto ricollegata a una volpe dal pelo reso opaco dall'avanzare del tempo. Aveva al seguito un nutrito gruppo di volpi, armi alla mano. Non crederai davvero che ti lasceremo andare rimanendo semplicemente a osservare come dei codardi, spero. Hai senza dubbio un ottimo compagno, ma affrontando questa sfida da soli non otterrete nulla, senza contare che anche noi vogliamo contribuire! s'impose, seguito da cori di altre volpi che arricchivano le motivazioni della loro scelta di combattere al loro fianco. C'era chi gridava sopra gli altri "Rivogliamo indietro Yoyuki-dono!", e persino chi urlava "Anche noi vogliamo proteggere Umeko!". Natsume era interdetto e mormorava, come se non avesse il coraggio di cacciarli via, di sputare fuori quel rospo e dire loro che morire in quel frangente sarebbe stato stupido da parte loro. Ma non ebbe tempo di dare fiato a quei pensieri, perché QUEL gesto fu in grado di distruggere ogni dubbio: la volpe, portavoce delle altre, si era avvicinata a Yu, chinandosi in una sorta di riverenza militare. Ti seguiremo sino in cima, meritevole. Guidaci. Riporta alla luce questo regno macchiato dalla collera!
La volpe dal pelo fulvo non poté fare altro che sospirare. Ecco. Non soltanto lo aveva trascinato in una missione suicida ma adesso aveva anche il peso di tutto il villaggio sulle spalle. Grandioso. Gomen..



CITAZIONE
Spero di averti trasmesso un po' di quell'entusiasmo che mi ha spinta a dirti "facciamolo" quando mi chiedesti di portarti l'eremo delle volpi in questa quest. Sappi che la OST che stai sicuramente ancora ascoltando in loop è stata fautrice di tutto, ispirazione massima per quella che è la quest per intero. Grazie di esistere, BOTW.
Descrivi come meglio credi la scalata e tutte le difficoltà del caso, fermandoti al momento in cui apri la porta del tempio. Perderete delle volpi lungo il percorso, altre rimarranno indietro per coprirvi la strada. Soltanto tu e Natsume arriverete effettivamente al cospetto di Yoyuki. Se vuoi dire che lo vedi, fallo pure. Sappi però che è di spalle, con la mano davanti al viso, e se la ride ancora.
 
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view post Posted on 6/4/2021, 14:28     +1   -1
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Chiederesti alla tua famiglia di imbarcarsi con te in una missione suicida?

Che domanda curiosa fatta ad uno shinobi. Generalmente loro non avevano scelta, se anche venivano inviati in missioni pericolose con persone che amavano, dovevano ingoiare il rospo e fare il possibile per portarle a termine e tornare tutti interi a casa. Gli ordini erano ordini, almeno così ragionerebbe uno shinobi modello. Nel caso di Yu…beh, non lo si poteva certo definire tale, tuttavia, per scelta, almeno un paio di volte aveva selezionato come compagni di missione dei cari amici, la sua famiglia. “Meglio loro che qualcuno che non conosco”, “Meglio qualcuno di cui mi fido”. Ed era così che aveva scelto gli shinobi che lo avevano accompagnato nella missione atta a salvare Kai…ed era così che aveva scelto chi lo avrebbe accompagnato alla ricerca di Shi. Certo, in quest’ultimo caso erano entrati in gioco anche un’altra serie di fattori: compatibilità di conoscenze ed attitudini, modi di vivere quella vita del tutto simili. Ma non poteva negare di averli scelti anche perché fossero persone di cui si fidava ciecamente e con cui già aveva avuto a che fare durante gli incarichi assegnati loro dalla Nebbia.
Era un po’ una contraddizione, forse. Le persone che voleva proteggere, finiva per portarsele appresso nelle missioni più difficili. Ma, beh, era anche sicuro che se lo avessero saputo, si sarebbero imposte a loro volta, senza dargli modo di controbattere. Per questo aveva fatto quella domanda a Natsume, perché era sicuro che la gente del villaggio ci tenesse a lui e mai e poi mai, l’avrebbero lasciato partire in solitaria, accompagnato solamente da un umano, per quanto meritevole. D’altronde lo sapeva bene anche la kitsune che, in due, quell’impresa rischiava di diventare un mezzo suicidio tanto che, dopo aver confermato a Yu che non voleva coinvolgere nessun’altro, si scusò ancora per avercelo trascinato. Orecchie basse, tutto contrito, non era difficile pensare cosa gli passasse per la testa. Come un animale era genuinamente sincero e trasparente come il quarzo. Ancora si faceva problemi.


Smettila di scusarti! Mi sono coinvolto da solo, te l’ho già detto. Gli accarezzò la testa, prima di dargli un colpetto sulla schiena e chinarsi in avanti per potergli parlare guardandolo in faccia. E ricordati che non devi mai, mai, darti per sconfitto ancora prima di iniziare! Noi ce la faremo: lo abbiamo promesso.

Lo diceva, ma, francamente, non sapeva nemmeno lui se ce l’avrebbero fatta. A superare la scalinata probabilmente sì: c’era riuscito il suo clone, quindi non aveva molti dubbi in proposito. Era il dopo che lo preoccupava. Sapeva veramente poco delle capacità di Yoyuki, se non che fossero immense. Tanto da far sì che Kurama lo tenesse in alta considerazione. Senza contare che non sapeva abbastanza del vero Yoyuki. Se davvero il loro obiettivo era soffiare dolcemente su quella fiamma per ravvivarla, serviva qualcosa, un appiglio su cui fare perno, ma di suo ne sapeva davvero poco. Solo caratteristiche sommarie, nessun ricordo preciso. Tanto che decise di rompere il silenzio che era calato tra lui e Natsume, mentre si dirigevano al torii distrutto.

Senti… Iniziò Ti andrebbe di raccontarmi qualcosa su Yoyuki-sama? Su quello vero. Specificò. E non intendo cose generiche come quelle che mi hai detto lungo la traversata, ma proprio eventi, fatti che lo hanno visto partecipe. Qualsiasi cosa mi permetta di conoscerlo un po’ meglio.

Natsume sembrò illuminarsi a quella domanda. Un sorriso fece capolino sul suo viso volpino e quasi istantaneamente iniziò a raccontare un aneddoto. Affermando fosse il primo che gli fosse venuto in mente alla sua domanda. Chi lo sa…forse perché gli era particolarmente caro.
Si trattava di un ricordo di quando lui era “piccolo” - difficile capire quanto se a dirlo era una kitsune - e Umeko era appena nata. La più piccola della cucciolata, ma nonostante questo, unica sopravvissuta al parto. Natsume disse che, quel giorno, Yoyuki era sceso apposta per lei dal tempio. Vestito a festa, osservò la neonata volpina con lo stesso sguardo di un padre e la benedì, donandole il nome che portava e posandole un fiore di pruno sulla codina. Un gesto amorevole, quasi un rituale sacro…davvero suggestivo. Gli sarebbe piaciuto assistervi un giorno. Fatto sta che quella volta, Yoyuki si rivolse anche a Natsume, dicendogli di proteggere Umeko, perché un giorno quella volpina sarebbe stata essenziale. Incredibile come gli occhi del Benedetto di Inari avessero guardato lontano. Forse lui già sapeva tutto, forse lui aveva già visto il disastro che con le sue stesse mani avrebbe portato.
Lo sapeva già, ma ora capiva meglio perché a tutti mancasse il vero Yoyuki. Sembrava davvero una volpe eccezionale, tanto che lo incuriosiva il come e il perché una Zenko come lui si fosse in qualche modo legato a Kurama.


« Ehi. Che cosa vorresti insinuare? »
Rise. Nulla, davvero. Però mi piacerebbe molto conoscere il suo vero io. Vorrei vederlo anch’io quello sguardo di cui parlava Natsume.

Lo sguardo di un padre. Già.
Sebbene le cose con Aoi stessero un po’ migliorando, soprattutto grazie alla presenza del suo fratellino, lui quello sguardo non lo aveva ancora visto. Conosceva la parte migliore di suo padre solo attraverso gli occhi di Hisakata…E anche quando lo correggeva durante gli allenamento al dojo, non riusciva mai ad incrociare quello sguardo. Al massimo notava un cambiamento nel tono della sua voce, ma negli occhi mai. D’altronde la maggior parte delle volte quei consigli e quelle precisazioni gli arrivavano alle spalle. Chissà se l’avrebbe mai visto.
Sorrise a Natsume, scompigliandogli nuovamente i capelli nel tentativo di scacciare la sua malinconia, ma anche la propria. E assieme proseguirono sotto l’eterno crepuscolo del villaggio, che mano a mano che si avvicinavano alla scalinata, si faceva sempre più cupo, sempre più buio…divorato anch’esso dal rancore e dalla collera che stava imprigionando Yoyuki. Infine arrivarono alla meta. Il torii distrutto a fare da porta d’entrata, i fūda scoloriti e accartocciati che screpolavano smossi dal vento, la lunga gradinata che si alzava maestosa di fronte a loro…coi segni di chi ci aveva già provato a fare da monito. E in cima, il tempio.
Nubi oscure li sovrastavano. Arrabbiate, furiose - o forse ferite e deluse - come lo era chi le aveva generate. Tra di esse si intravedeva spuntare qualcosa che sembravano dei rami spogli, ma era difficile da dire con certezza. L’unica cosa sicura era ciò che avevano di fronte, ciò che dovevano fare, dove dovevano arrivare, cosa avrebbero trovato…e che erano due idioti.
Il surreale silenzio che si era stanziato tra loro venne bruscamente interrotto da Natsume e proprio mentre Yu stava per rispondergli, una voce sconosciuta fece voltare entrambi.
Un nugolo di volpi armate fino ai denti, si palesò alle loro spalle. Agguerrite e capeggiate da colui che aveva proferito parola. Una kitsune maschio dal pelo reso opaco dal passare degli anni, col viso segnato da una cicatrice frastagliata che gli aveva portato via un occhio, ma che non impediva all’altro d’essere incisivo e deciso. Brillante d’una decisione che si rispecchiò nelle sue seguenti parole, riflesso spietato di quanto il Rosso aveva poco prima annunciato.
Il coro di voci che seguì, inneggiante al riprendersi Yoyuki-dono e a salvare Umeko, riuscirono ad ammutolire Natsume che, di fianco a Yu, sembrava sul punto di scoppiare, ma non lo fece mai. Borbottava e mormorava tra sé, come se, infondo, lo sapesse che avevano tutto il diritto d’essere lì, e non avesse il coraggio di contraddirli.
Il jonin in quel frangente sentì di non doversi intromettere, che fosse una cosa che Natsume e i suoi dovessero chiarire tra di loro. Quanto meno fino a quando non venne chiamato direttamente in causa. Lo Sfregiato, portavoce di tutti gli altri, si avvicinò a lui inchinandosi in rispetto, letteralmente consegnando nelle mani di Yu il comando e la responsabilità di guidarli fino in cima. Un peso, quello del capitano, che al Rosso non era mai piaciuto granchè, ma a cui, volente o meno, stava iniziando ad abituarcisi. Con tutti i suoi pro e tutti i suoi contro. Osservò ogni presente uno ad uno…alcuni erano armati con bastoni, forconi e badili. Forse solo la metà dei presenti aveva con sé delle vere e proprie armi e probabilmente non tutti sapevano combattere in quel gruppo, o quanto meno, non tutti vi erano avvezzi. Ma erano lì ugualmente, mossi dalla voglia di riportare il villaggio alla normalità, dal desiderio di salvare Umeko e Yoyuki. Yu era certo che alcuni non avrebbero visto la fine di quella giornata, ed era sicuro che lo sapessero anche loro. Ma volevano dare lo stesso il loro contributo, per quanto piccolo.
Strinse i denti. Se loro erano pronti a questo, chi era lui per deluderli?
Sentì il sospiro e le scuse sommesse di Natsume. Ma questa volta gli lanciò solo un’occhiata e un mezzo sorriso. Piuttosto si rivolse allo Sfregiato e al nugolo di volpi al suo seguito.


D’accordo. Acconsentì. Ma voglio essere franco con voi: può essere che non tutti arriveremo in cima. Passò in rassegna i presenti con gli occhi chiarissimi. La strada è ardua, i nemici insidiosi. Se qualcuno avesse delle remore, questo è il momento opportuno per decidere di restare qui. Non ci sarà alcuna infamia a chi preferirà scegliere di non salire fino al tempio. Attese qualche istante, lasciando il tempo che ci pensassero, che chi non fosse abbastanza deciso potesse fare un passo indietro, solo poi riprese parola. Per chi decide di prendere parte a questo incarico, sappiate che se doveste cadere, probabilmente non avremo il tempo di recuperarvi.., ma la vostra volontà sarà raccolta a piene mani da chi potrà continuare la salita. Detto questo, vi ringrazio sin da ora per il vostro aiuto. Sarà più prezioso di quanto possiate immaginare. Si inchinò a sua volta, prima di raggruppare i suoi compagni per quella missione e condividere con gli stessi le informazioni che aveva. Con la vostra agilità, i raggi delle statue non sono difficili da evitare. Se vi muovete a zig zag avrete più possibilità di riuscire a ingannare la loro mira in linea retta. Ma state attenti a dove mettete i piedi! Sono altamente distruttivi e il terreno resta incandescente per un po’ dove è stato colpito.
Non si attivano se non entrate nella loro area d’azione, ma una volta che si sono azionate, abbandoneranno il loro piedistallo pur di colpirvi.
Spiegò. Non sono agili e veloci come voi, ma non sottovalutatele. Guardatevi le spalle, non rimanete mai da soli, copritevi a vicenda e cercate quanto possibile di fare in modo di usare quei raggi a vostro vantaggio. Verso metà scalata avremo un momento di pausa, una statua è già stata distrutta, ma non abbassate la guardia…i Corrotti potrebbero arrivare da un momento all’altro.

E ancora, ancora e ancora. Informazioni su informazioni, consigli e tattiche da poter utilizzare. Compresa la prima verifica che avrebbero compiuto, ovvero cosa fosse effettivamente ad attivare le statue guardiane. Cercò d’essere il più chiaro e rapido possibile, il Rosso. Per evitare di perdere troppo tempo, ma anche per fare in modo che tutti avessero in mano gli strumenti necessari per riuscire a cavarsela. Decisero di comune accordo di creare due linee di avanguardia, la prima di sfondamento, la seconda che accorresse in aiuto alla prima all’occorrenza. I meno avvezzi al combattimento, guidati da qualche veterano, avrebbero composto la retroguardia e le ali laterali il cui compito principale era di guardare le spalle alle linee principali, avvertendo se fossero apparsi dei Corrotti. Secondariamente sarebbero intervenuti in aiuto delle prime linee, se si fossero trovate in difficoltà.
Yu e Natsume erano entrambi in avanguardia. Lo Sfregiato, che ora il Rosso sapeva chiamarsi Kiyoshi, era stato irremovibile su questo: loro due dovevano arrivare in cima a qualsiasi costo. Quindi, nonostante agli occhi dello shinobi la cosa sbilanciasse un po’ la formazione, sia lui che la kitsune suo compagno, avevano dovuto accettare. D’altronde non potevano contraddire Kiyoshi. Era necessario che loro arrivassero da Yoyuki.

Fu così che si lanciarono in quell’impresa impossibile.
Hakanai alla mano, fu Yu a compiere la prima mossa: due bolle, una senza chakra e una munita dello stesso che vennero mandate ad entrare, una dopo l’altra, nell’area d’azione della prima coppia di statue. Rimasero tutti col fiato sospeso. La prima bolla passò indisturbata, come fosse aria, ma non appena la seconda si avvicinò alle due statue, queste presero vita. I loro occhi si illuminarono, i loro corpi di pietra passarono dalla posizione seduta a quella in piedi e dei raggi partirono dai loro globi oculari andando a colpire di fuoco incrociato la bolla. Pochi attimi dopo, tornarono a sedersi, nell’immobilità senza vita di cui solitamente le statue fanno vanto.
Quindi era così: era il chakra, non il movimento ad attivarle. Le sue bolle sarebbero state un buon aiuto per distrarre il fuoco di quei guardiani! Forti di quella nuova conferma, partirono alla volta della scalinata impossibile. Istruiti, attenti, ma agguerriti. Sapevano cosa fare, sapevano come reagire e ora sapevano come ingannare gli occhi dei guardiani! La prima coppia fu la più semplice, galvanizzati da quella piccola, ma fortunata scoperta, lasciarono che di esse se ne occupasse Yu, mentre la seconda linea d’avanguardia già si muoveva verso la seconda coppia di statue. Il Rosso agì rapidamente, fece entrare le bolle nell’area d’azione delle statue, facendole spostare alle spalle delle stesse, così che si colpissero a vicenda. I raggi luminosi surriscaldarono la roccia fino a farla andare in frantumi. Al grido di
Attenti ai detriti! Tutti si mossero facendo particolare attenzione alle macerie e alla pietra incandescente, diretti verso la prossima coppia, già ingaggiata dalla seconda linea d’avanguardia. Fu Natsume questa volta a distrarre lo sguardo delle statue, dei fuochi fatui attirarono in aria i raggi luminosi, mentre due kitsune attaccarono fisicamente le statue riuscendo a mandarne in frantumi la testa. E via verso la coppia seguente!
Stava andando tutto bene, gli stratagemmi che utilizzavano erano efficaci. L’abilità delle kitsune di cambiare aspetto da uno umano a uno volpino era tremendamente utile, e la loro agilità permetteva di schivare quei raggi anche se le statue si muovevano dal loro scranno. Fu superata la metà della gradinata, che iniziarono i problemi.
Arrivarono i Corrotti. E arrivarono le prime vittime. Fronteggiare sia loro che le statue diventava un problema, così il gruppo iniziò a dividersi. Di volta in volta che un manipolo di Corrotti arrivava, alcune kitsune restavano indietro per rallentarli e bloccarli, permettendo all’avanguardia di procedere. Ogni volta girare loro le spalle era una pena. Nella rosea aspettativa di riuscire a compiere quell’impresa, quante di quelle volpi avrebbero rivisto una volta che tutto fosse stato sistemato? Quante di loro, invece, sarebbero state solo un nome scritto su una lastra di pietra? Domande pesanti…e allo stesso tempo inutili. Dovevano andare avanti e lui non poteva crollare, non poteva farlo per Natsume, per Kurama che scalpitava dentro di lui e per tutti quelli che stavano dando loro quella chance.
Avanti, avanti, avanti. Continuava a ripeterselo mentre il loro numero diminuiva e i gradini che mancavano alla cima si riducevano mano a mano. Erano rimasti in cinque quando, ad un passo dalla cima, un nuovo gruppo di Corrotti li attaccò dal fianco. Le zanne snudate, ricoperte di quella melma, ci mancò poco che uno di loro non riuscisse a mordere una zampa a Natsume! Fu la catena del kusarigama di Kiyoshi a fermarlo. Si avvolse attorno al collo della volpe corrotta, trattenendolo quel che bastava per permettere a Natsume di sgusciare via, mentre le altre due kitsune tenevano impegnati gli altri Corrotti.


Andate! Ci pensiamo noi qui! Ringhiò, con l’impugnatura dell’arma tra le zanne. Muovetevi!

Aveva ragione, non c’era tempo da perdere, ormai erano in cima!

Forza Natsume!

Tirò in piedi il compagno, impedendogli qualsiasi tipo di protesta. D’altronde, se la kitsune l’avesse visto in faccia, avrebbe avuto palese quanto quell’azione e tutte le precedenti, stessero pesando anche sull’animo di Yu. Ma non c’era altro da fare, dovevano proseguire. Sfogò quella rabbia sulle ultime due statue, facendole esplodere con violenza inaudita, caricando le sue bolle più del dovuto. E quando finalmente coprirono quell’ultima distanza, di fronte a loro si stagliò la magnificenza del tempio. Era in realtà un complesso di più edifici, uniti tra loro, ma quella che interessava ai due compagni d’armi era la costruzione principale. Enorme, probabilmente bellissima, prima di venire divorata da quella melma, si stagliava su di loro come una condanna inevitabile. Sporchi di polvere, bruciacchiati, appesantiti dai compagni persi e da quelli di cui non sapevano la sorte, Yu e Natsume si avvicinarono silenziosamente alle porte chiuse. Dietro di esse, stando a quello che aveva visto il suo clone, c’era Yoyuki, perso nel rancore, imprigionato nello stesso, incapace di uscirne e pericoloso come non mai. Era l’ultima tappa. Quella da cui dipendeva tutto.

« Ci siamo, è la nostra occasione. Ricorda che siamo al cospetto del Benedetto di Inari e che, per quanto corrotto possa essere il suo animo, siamo davanti ad una Zenko. I suoi poteri sono grandi e non perderà occasione per colpirti, fisicamente o spiritualmente. »
Mh, illusioni quindi. Beh, da una kitsune avrebbe dovuto aspettarselo, figuriamoci una Zenko. Era una bella grana. E la cosa che lo spaventava di più era sentire il Kyūbi così prudente. Sii sincero con me, Kurama. Abbiamo qualche possibilità?
« Devo ricordarti chi sei, Kyōmei Yūzora? » Fu un ringhio basso quello, quasi minaccioso, condito da un pizzico d’orgoglio. Sembrava che, in fin dei conti, il demone fosse pronto a combattere. « Avrà pane per i suoi denti, questo è poco ma sicuro. »
Rise. Finalmente!
« Cosa? »
Iniziavo a preoccuparmi a sentirti sempre in apprensione.
« Beh, è comunque un osso duro da masticare e preferirei non averci a che fare, ma se dentro quell’involucro di rancore c’è ancora quel baka, allora abbiamo più di una chance. »
Lo tireremo fuori per le orecchie! Io, te e Natsume possiamo farcela.

Rinfrancato dalla conversazione col bijuu, Yu posò le mani sulla superficie lignea del portone. Ci siamo. Fece, rivolto al compagno kitsune. Manteniamo la nostra promessa, d’accordo?

 
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Superare la scalinata che conduceva al sacro tempio, costellata di numerosi pericoli, non era stato semplice. Avevano trovato uno stratagemma interessante con le bolle del Rosso per distrarre i guardiani, ma all'arrivo delle volpi corrotte tutto divenne un caos. Buona parte dell'esercito volpino formatosi per il meritevole resisteva a stento ai pericolosi attacchi nemici e alcuni perirono sotto di essi, scavando un profondo e doloroso solco nel cuore di tutti. Specialmente in quello di Natsume, che nonostante tutto continuava ad avanzare imperterrito, con estrema determinazione, proteggendo per quanto possibile Yūzora e i suoi compagni d'arme. Raggiunta la cima, erano rimasti soltanto in cinque. Fu proprio Kiyoshi a prendere le redini della situazione con la sua kusarigama e a guidare le due volpi superstiti nell'attacco ai corrotti, permettendo finalmente all'umano e a quel baka di un Natsume dal cuore troppo tenero di concentrarsi unicamente sul loro obiettivo, che attendeva all'interno del tempio. Erano loro che dovevano raggiungere Yoyuki, soltanto loro: sapeva che in qualche modo quei due avrebbero fatto la differenza.
Ma se da un lato aveva dimostrato una forte determinazione nel raccogliere a piene zampe i sacrifici delle compagne e portarle sino a quel fatidico portone, dall'altro Natsume ebbe un chiaro momento di esitazione. Aveva paura, certo. Mai nessuno aveva avuto l'ardire di andare direttamente contro al sommo Yoyuki, poiché farlo era esattamente come attaccare Inari in persona. E per di più era una zenko e i suoi poteri erano superiori a chiunque in quel villaggio. Volse lo sguardo alle spalle, dove Kiyoshi e le compagne stavano combattendo per impedire ai corrotti di raggiungerli, andando un po' più in la dove i corpi esanimi delle kitsune che avevano lottato al loro fianco giacevano inermi cosparsi di melma e pietra, e al villaggio, silenzioso, distrutto. Era come osservare tutto quanto si ha a cuore sgretolarsi lentamente, mentre sei inerme e vittima stessa degli eventi. Come potevano vincere? Come potevano anche solo pensare di rimediare a quel disastro? Non era nemmeno riuscito a proteggere Umeko..
Furono però le parole del Rosso a riprenderlo, a donargli un po' di fiducia. Già. Quel ragazzino incontrato nel bosco di Tsuriito, lo stesso che gli aveva giocato un brutto scherzo fingendo di affogarsi con un morso a una mela, era passato da un semplice sconosciuto sulla strada a unico compagno con il quale condividere quella pessima esperienza. Era l'unico compagno che aveva. L'unico che in quel momento voleva, egoisticamente. Che pessimo tomodachi che era, portarlo sino alle porte della morte. Abbozzando un triste sorriso, trattenendo quelle che probabilmente erano lacrime, prigioniere di quello sguardo castano chiaro, fece un cenno d'assenso e pose le sue mani sul portone, pronto a spingere.
Puoi scommetterci. disse, volgendo poi lo sguardo al suolo, pieno di rimorsi che avrebbero dovuto attendere. Non era il momento. Scriviamo la parola fine a questo scempio, insieme.


Yoyuki

Aprirono e nella sala principale lo trovarono, ad attenderli. Yūzora lo aveva visto attraverso gli occhi della sua copia, ma vederlo adesso con i propri occhi fu diverso. Yoyuki era maestoso, o forse a renderlo tale era tutta la struttura che lo ospitava che, nonostante versasse in uno stato non esattamente piacevole alla vista a causa di quella melma brillante che imbrattava l'altare e le pareti, rimaneva di una bellezza sconfinata nella sua semplicità. Avvolto nel suo kimono bianco, coperto da un pesante haori ricamato con rifiniture dorate macchiato di quel rancore sconfinato, la zenko aveva perso ogni suo candore. Soffocato, come il bianco di quel suo abito. Quel manto al tempo candido era divenuto scuro come la notte, i suoi occhi brillanti di un sinistro violaceo mentre volgeva il loro sguardo verso gli intrusi, mostrando una lacrima scura solcare e macchiare ulteriormente il volto segnato. Era successo qualcosa in quel lasso di tempo, qualcosa che lo aveva lasciato confuso, persino dolorante a giudicare dall'espressione dipinta sul suo volto prima di divenire quella maschera di serafica sicurezza. Yūzora sentiva che stava osservando proprio lui. Sapevo che saresti venuto. Congratulazioni. disse con un sorriso, riacquisendo una posizione eretta mentre dei fuochi fatui dal sinistro colore violaceo cominciavano a formarsi attorno a lui, assumendo le sembianze di volpi. Peccato che raggiunta la vetta si possa soltanto cadere. e non suonava come uno scherzo, ma come un vero proprio monito di chi è sicuro di vincere. Dunque si rivolse a Natsume. Non era la prima volta che lui saliva fin lassù per ficcanasare in cose che non gli competevano. Un sorriso un po' più aspro si fece largo sulle sue labbra. Avrei dovuto ucciderti quando ne ho avuta l'occasione. Ti avrei risparmiato tante sofferenze.. s'espresse, per poi ridacchiare. E invece eccoci qui. Sei pronto a veder morire qualcun altro, Natsume? e quel colpo Natsume lo accusò tutto. Abbassò le orecchie e digrignò i denti, snudando i canini con collera. No che non era pronto. Era li per salvare Umeko e quello che rimaneva del villaggio che LUI avrebbe dovuto proteggere! Tu non sei nemmeno l'ombra del sommo Yoyuki. Sei solo un ammasso di veleno.. ribatté a denti stretti, suscitando un sano divertimento nella zenko, tanto da piegarsi in due dalle risate e trattenersi con entrambe le braccia l'addome. Che strana combriccola ti sei portato dietro, Kurama. Una kitsune piena di rimorsi e un tenshi macchiato dal peccato!

 
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Natsume sembrò esitare qualche istante. Breve, ma del tutto comprensibile. Guardarsi indietro in quel momento avrebbe fatto crollare quel piedistallo, già barcollante, di sicurezza che avevano. Farsi domande, recriminare, criticare le proprie scelte, tutte quelle insicurezza dovevano sparire. Non era il momento di tirarle fuori da sotto al tappeto, ci sarebbe stato tempo in seguito per cedere ad esse, ma non ora. Non mentre erano arrivati in cima grazie all’aiuto di tutti. Non mentre a separarli da Yoyuki c’era soltanto quel portone in legno massiccio. Dovevano chiudere gli orecchi dell’animo a tutti quei dubbi e a quelle paure e fare quell’ultimo passo. Cosa avrebbero trovato dietro quell’uscio non lo sapevano, non completamente. Come fare ad aiutare il vero Yoyuki a riprendersi di prepotenza il proprio posto, nemmeno, ma in qualche modo avrebbero dovuto accendere la miccia. Stava tutto lì.
Era certo che anche la kitsune lo sapesse. Per quanto il suo cuore fosse lacerato e tormentato, era sicuro che avrebbe superato quel momento, capendo che non fosse quello il tempo per farsi divorare dai rimorsi.
Ci volle giusto qualche istante. Ma alla fine, la forza di quella semplice domanda, la forza di quella promessa strappata, riuscì a raggiungere Natsume e a non farlo affondare nel nero mare dei suoi tormenti. Vide quelle lacrime trattenute macchiare il sorriso mesto che gli rivolse, poco prima che piantasse anche lui le mani sul portone e gli rispondesse affermativamente, con una decisione che quello sguardo basso un po’ incrinava, ma di cui Yu si accontentò. D’altronde ne aveva passate tante…e a volte, trovarsi direttamente di fronte alla causa di tutto, era il miglior modo per tirare fuori le zanne. Lo sapeva lui, lo sapeva Kurama e, probabilmente, ne era conscio anche Natsume.


Un’ultima cosa… Fece, richiamando ancora l’attenzione del compagno. Se dovessi vedermi un po’ diverso là dentro, non ti spaventare, ok? Sono sempre io.

Una raccomandazione dovuta. D’altronde il Bijuu non se ne sarebbe stato zitto e buono questa volta. Yoyuki era un suo vecchio amico. Lo sentiva fremere in fondo alla sua anima, desideroso di dirne quattro a quel baka, come mai lo aveva percepito. Era la prima volta che lo sentiva così coinvolto, ma non la prima che percepisse in lui un fare quasi umano.
Quanto meno, quello che aveva in mente, coincideva con quello che era passato per la testa a Yu…quindi tanto meglio! L’importante era che quella povera kitsune, all’oscuro di tutto, non subisse il colpo finale. Se poi avesse chiesto qualcosa, avrebbe dato le spiegazioni del caso, ma per il momento era meglio non mettere troppa carne al fuoco e restare sul vago, chiedendogli semplicemente di fidarsi.
Alla risposta positiva di Natsume, Yu prese un gran respiro. Il suo sguardo si fece serio, e il sorriso scomparve dalle sue labbra. Un segnale inequivocabile che il momento era giunto. Volpe e Shinobi, impressero forza nelle braccia, spingendo quei portoni enormi, per aprirli quel tanto che bastava per lasciarli sgusciare dentro. Una scena già vissuta, una scena già vista. Almeno per il Rosso. Ma viverla direttamente era del tutto diverso che riceverne riscontro dai ricordi del suo clone. Yoyuki era proprio lì, maestoso nelle sue lussureggianti vesti, eppure così diverso da ciò che avrebbe dovuto essere. Kurama era così furioso che un’immagine della sua memoria sfuggì al suo controllo e una kitsune candida, dal viso gentile si sovrappose a quella che ora Yu si trovava di fronte. Del tutto diversa, oscura, imbrattata di quella melma brillante, proprio come il suo stesso tempio. Lo stato della struttura era indecoroso anche all’interno: quei residui di corruzione si erano attaccati ovunque, sulle pareti, sulle colonne rosse, sull’altare decorato...sembrava esserci un’iscrizione sul muro dietro di esso, ma non si riusciva a leggere a causa di quella fanghiglia pulsante.
Sembrava non esserci più nulla di sacro o benedetto in quel luogo. Solo corruzione e rancore ne erano i forti dominatori, gli stessi che soffocavano la fievole luce del vero Yoyuki e che sembravano essere rappresentati al meglio da quel kimono bianco, sovrastato da un haori viola che l’ormai non più Benedetto di Inari portava.
Nonostante tutto, restava comunque una creatura maestosa. Vibrante d’energia, seppure sporca. Metteva soggezione solo a guardarla…Ma c’era qualcosa di diverso rispetto a quando il suo clone si era recato al tempio poco prima. Lo sguardo acceso di un purpureo sinistro che si posò su di loro, era sorgente d’una lacrima scura che solcava il viso pallido di Yoyuki. Sembrava confuso, quasi addolorato. E la cosa più inquietante era che guardava proprio Yu. Tuttavia si trattò giusto di qualche istante. Un battito di ciglia, prima che riprendesse la sua sicurezza di sempre, macchiata comunque da quel kiseru dimenticato a terra, neanche gli fosse sfuggito di mano. Rivolse al Rosso parole taglienti, accompagnate da un sorriso della stessa risma, mentre fuochi fatui del tutto simili a quelli in cui si erano trasformati i Corrotti raggiunte le scale, si formarono attorno a lui, acquisendo poi sembianze di volpe. Un benvenuto davvero caloroso il suo, con tanto di minacce per nulla velate, gonfiate dalla strafottenza di chi era sicuro d’avere la vittoria in pugno. E come biasimarlo? Era una Zenko, secondo solo a Inari…tsè, neanche servisse ricordarglielo.
A Natsume parlò con un sorriso più aspro, rivolgendogli parole crudeli che colpirono le ferite scoperte della kitsune. Lo si capì perfettamente, ma il Fulvo reagì senza lasciarsi calpestare, snudando i denti e ribattendo con rabbia controllata, riscuotendo la sguaiata risata di Yoyuki che, finito di ridere, si rivolse direttamente a Kurama, terzo ospite invisibile, forse inconsapevole che il demone non stesse aspettando altro che un appiglio per dirgliene quattro, istigarlo e sperare che esplodesse come una carta bomba. Si sa…la collera scioglie la lingua.


« Che c’è? Sei geloso? » La voce profonda del Kyūbi uscì mischiata a quella del Rosso. I lineamenti dello shinobi si fecero ferini e gli occhi scarlatti sostituirono quelli verde chiaro del ragazzo. « Un tempo ero io il reietto e tu ad essere circondato da compagni. Invece ora, guardati, solo come un cane! Non sei nemmeno più definibile una kitsune! » Questa volta fu Kurama a ridere di gusto, crudele e tagliente come solo lui sapeva essere. « Che è successo, mh? Il padrone ti ha bastonato? Ahahahaha! Patetico. »

E sì, Kurama sapeva andarci pesante. Ma Yu non era da meno. Se c’era da essere stronzi, sapeva esserlo, soprattutto se le frecciate erano del tutto meritate. Sperava che Natsume non si spaventasse o adirasse per quel modo di procedere…E che comprendesse al più presto le sue intenzioni e quelle di Kurama, così da poter dare man forte. Togliere quel sorrisino da mangiamerda dal viso di Yoyuki e vederlo cedere all’ira più sincera e incontrollata, sperando che si lasciasse sfuggire qualcosa, che lasciasse intravedere uno spiraglio laddove ora c’era solo una spessa armatura impenetrabile. Un metodo pericoloso, ma che solitamente dava buoni frutti. Tant’è che, in seguito all’intervento del suo compagno demoniaco, fu Yu a prendere la parola. I suoi lineamenti non cambiarono, restarono macchiati dalla presenza vicina di Kurama, ma la voce che uscì dalla sua bocca era incontrovertibilmente solo quella dello shinobi.

Saremo anche una kitsune piena di rimorsi e un tenshi macchiato dal peccato…anche se non so cosa questo significhi. Sul serio, che si fumava con quel kiseru? Roba forte per dire una cosa talmente senza senso. Ma siamo l’unica compagnia che in questo momento puoi avere. Sorrise, tagliente rendendo pan per focaccia alla Zenko, non nascondendo d’essere a conoscenza della sua situazione di prigionia. Deve essere frustrante, essere rinchiuso qui, tra queste quattro mura, senza poter fare nient’altro che assistere impotente al tuo mondo che si disintegra tra le tue mani. Non ci credeva che non gliene importasse nulla. Non ci credeva minimamente che non provasse nulla nell’osservare giorno dopo giorno la sua gente morire a causa propria. Anche se era ridotto ad un involucro di rancore, velenoso e acido, era certo che fosse impossibile che non provasse niente…che quello fosse davvero ciò che voleva. Allora?! Incalzò, dopo qualche istante, alzando il viso, altero, quasi come un padre che interroga il figlio che ha combinato un guaio bello grosso, ma teso e pronto a scattare per reagire a qualsiasi conseguenza causassero le sue parole e quelle di Kurama. Si può sapere che diavolo è successo? E non parlo solo con te, mi rivolgo anche all’altro!

 
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view post Posted on 17/4/2021, 21:26     +1   -1
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Sul viso della zenko venne a pennellarsi un'espressione soddisfatta, non appena Kurama si rese manifesto attraverso quel suo particolare involucro di carne. Le sue labbra s'incresparono irrimediabilmente in un sorrisetto carico d'aspettativa e le quattro code fremettero entusiaste al solo pensiero di essere nuovamente in compagnia del compagno d'un tempo. Comportamento piuttosto curioso per un ammasso di puro e cieco rancore, come quella lacrima densa e scura a macchiare la sua pelle. Allora davvero c'era ancora speranza, se oltre alla furia vi era spazio per la tristezza e la speranza! Peccato che ben presto quello stesso entusiasmo venne soffocato da una brusca doccia fredda. Le ultime parole della volpe a nove code avevano difatti toccato un tasto piuttosto delicato, che aveva istigato nella zenko oscura una reazione diametralmente opposta a quella appena mostrata. Strinse i denti ferini, snudandoli, con conseguente assottigliamento dello sguardo, chiaro sintomo di una collera difficile da gestire.
A rincarare la dose fu ovviamente il suo tramite, quel tenshi che in tempi assai remoti, persi in una memoria senza tempo, aveva avuto l'ardire di sfidare apertamente il suo nemico senza paura del fallimento. Le parole di quest'ultimo parvero scivolare via rispetto a quelle di Kurama, ma fu solo una cosa apparente. Yoyuki strinse i pugni al punto tale da far sbiancare le nocche, come se stesse resistendo a qualcosa, a una qualche forza che cercava di piegarlo e che improvvisamente si era mossa. Distolse per un solo attimo lo sguardo, specchio d'un rancore commisto a tristezza, impotenza, disfatta. Kurama aveva senz'altro colpito al cuore del rancore straripante. Yūzora? Dove aveva colpito? Sicuramente a un punto profondo di quello stesso cuore, non dissimile da puntino luminoso nell'oscurità.
Non sapete di cosa parlate. disse collerico, osservando Kurama che sentiva lo stesse schernendo maggiormente. Si era dimenticato di tutto quello che aveva fatto per proteggerlo? Non posso credere che proprio tu non capisca..! proseguì, alzando la voce e portando una mano davanti al viso. Natsume fremette, ma non rimase semplice spettatore della diatriba. C'era qualcosa in quella zenko, qualcosa che forse le sue sorelle non avrebbero visto, accecati dal dolore che aveva causato. Ma lui si. Vedeva chiaramente la sofferenza dietro quella maschera di veleno, dietro quell'interminabile rancore che corrodeva ogni cosa. Mi avevi detto di proteggerla.. aggiunse, senza nascondere l'amarezza che stava provando. Non doveva essere facile parlare in quei termini al sommo Yoyuki. Mi avevi detto che sarebbe stata importante.. e a quel punto non ce la face più a trattenersi e scoppiò. COME POSSO PROTEGGERLA, SE TU PER PRIMO L'AVVELENI? Non lo ricordi? Non ti importa nulla?! Umeko-chan sta soffrendo, per colpa tua e del tuo stupido rancore! e quell'accusa non fu leggera, non per Yoyuki. Un doppio gancio in pieno stomaco, che fece traboccare il fragile vaso di pandora. Stupido?! rispose acido. TU non hai IDEA di che cosa ho dovuto passare. Cosa faresti eh? Cosa fareste se dedicaste TUTTA LA VITA a una causa e per tutta ricompensa vi veniste detto di essere impuro, di non poter perseverare?! stava per sputare il nocciolo della questione. Ho provato a compiacerlo, mi sono fatto del male per farlo, e cosa ho ottenuto?! Il benservito! tremava e le fiammelle a forma di volpe s'agitavano costantemente, distorcendosi in smorfie di dolore. Hanno provato a eliminarmi, estirparmi.. ma non hanno capito con chi avessero a che fare. MAI PIU' PERMETTERO' A QUALCUNO DI PROVARE A CANCELLARMI! e così dicendo, occluse l'unica via d'uscita col suo stesso rancore, che come un tumore si moltiplicò sulla superficie del portone.

Sorrise, sconclusionato. Avevi ragione, Kurama. Questo mondo non ci merita. e senza attendere risposte attaccò, scagliando un gruppo di quattro fuochi fatui contro i tre intrusi. Lungo la corsa contro i loro obiettivi presero forma di volpi complete, evanescenti come spettri, violacee, con fauci grondanti e una strana energia luminosa che cresceva dal fondo delle loro gole. Erano pronte a strappare loro qualche arto, bruciare, distruggere, per compiacere il loro triste burattinaio. Si. Era come pensavano. Yoyuki stava deliberatamente servendosi degli spiriti delle volpi decedute per catalizzare i suoi immensi poteri, senza lasciare che queste riposassero in pace.



CITAZIONE
L'inizio della fine. Ruola a tuo piacimento anche Natsume, sfrutta pure le tecniche che ti sono state approvate, prendici la mano. La kitsune ti darà completo supporto, sarà compagna, arma e scudo per te. Non si risparmierà.
Le volpi effimere scompaiono se colpite, puoi sbarazzarti di loro se vuoi e andare a colpire direttamente Yoyuki, l'importante è che non sei autoconclusiva. Ruoliamo un po' questo combattimento, così ci prendi bene la mano.
 
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I dardi lanciati da shinobi e Bijuu andarono dritti a segno nella carne viva. Acidi e velenosi, come le parole pronunciate, colme d’un fiele che fece rapidamente effetto non appena giunsero agli orecchi di Yoyuki. La sua reazione fu talmente irruente che anche tentando di nasconderla e trattenerla, una parte riuscì a fuoriuscire da quella maschera di scherno che si era applicato addosso. Una reazione diametralmente opposta a quella che aveva avuto non appena Kurama si era fatto sentire. Per qualche ragione a Yu in q uel momento sembrò un cucciolo fremente di felicità nel rivedere un suo compagno di giochi. Istanti che però durarono davvero poco, perché la volpe a nove code non gli risparmiò alcuna frecciata, colpendo tagliente, tanto quanto fece il Rosso in un secondo momento, cancellando quel primo impulso che Yoyuki aveva avuto, come polvere spazzata via dal vento. Nonostante questo, però, nonostante fosse un qualcosa di effimero e tremendamente semplice da rimpiazzare, quel primo sentimento c’era stato, così come quella lacrima nera dall’origine sconosciuta. Dando ulteriore conferma, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, del fatto che in quell’ammasso d’odio e rancore stesse resistendo anche qualcosa di diverso. A vederlo ora, sarebbe stato difficile da credere: zanne snudate, artigli piantati nei pugni dalle nocche sbiancate, sguardo acceso d’una collera difficile da controllare. Eppure…in tutti quei segnali, e dietro tutti quei segnali, c’era sicuramente una lettura diversa. Un po’ come quei libri senza età che leggendoli una volta si capiva una cosa, ma rileggendoli anni dopo se ne dava un’interpretazione completamente differente. Stava cercando di resistere a qualcosa Yoyuki, qualcosa che dopo le parole del Rosso si era mossa fastidiosamente tanto da portarlo a distogliere lo sguardo, quasi si vergognasse…e quegli occhi nascondevano più di semplice ira: c’erano tristezza, impotenza, sconfitta. Un mondo che ancora i presenti non potevano capire completamente, né interpretare, ma che sapevano esistere a differenza, forse, di molti altri che ormai avevano abbandonato l’idea di rivedere lo Yoyuki di sempre, senza pensare che, forse, aveva solamente bisogno che qualcuno gli tendesse la mano in quel buio che lo stava divorando. Fortunatamente Natsume non era tra questi.
La kitsune dal pelo fulvo non solo sembrava aver accettato senza troppi problemi la presenza di un terzo individuo che assieme a lui e Yu stava cercando di fare breccia nella Zenko, ma aveva compreso ed abbracciato sia la tattica irritante dello shinobi che il fatto che in quello Yoyuki ci fosse di più che quell’ammasso di rabbia. Le sue parole suonarono colme d’amarezza, difficoltose da pronunciare e pesanti come massi sull’animo della giovane volpe. Ma prese coraggio, forse assorbendolo dalla collera che lui stesso provava, sputando tutto quello che stava carezzando nella sua mente da quando Umeko era stata ferita. Ma era solo uno dei tanti esempi che avrebbe potuto usare, l’ultimo, il più fresco, quello che più di tutto l’aveva ferito. E ce n’erano tante di creature ferite in quella stanza. Anche Kurama.
Le aveva sentite quelle parole pronunciate con ira da Yoyuki poco prima, a denti stretti, le aveva sentite perfettamente e le aveva lette nel profondo. D’altronde non era così stronzo da scordarsi dell’unico che lo avesse mai aiutato. Per lungo tempo, prima che gli umani riuscissero a sigillarlo, quel posto era stata la sua tana sicura. La Zenko, l’unico viso amico di cui potesse fidarsi. Non lo avrebbe mai ammesso apertamente con nessuno, ma era così. Nel periodo in cui era cacciato, faceva perdere le sue tracce sparendo in quel luogo, di tanto in tanto, accolto e protetto come un pari e non come un reietto. Quindi sì, capiva bene. Chi non capiva, invece, era colui che pronunciava quelle parole. Se aveva bisogno di qualcuno che assentisse quando lui assentiva e negasse quando lui negava, beh avrebbe potuto rivolgersi alla sua ombra, di sicuro l’avrebbe fatto molto meglio di Kurama. Perché stando con Yu lo aveva capito, il demone: essere amico di qualcuno significava anche fargli capire quando stava sbagliando. Anche se, in quel caso, probabilmente a sbagliare non era stato soltanto Yoyuki.

Alla fine, la combinazione di tutti riuscì a far crollare le resistenze della Zenko che, come un vulcano chiuso da un tappo da secoli, esplose. Fu un fiume di parole il suo, sputate con rabbia, risentimento, dolore e impotenza. Un fiume di parole che colpì in pieno tutti i presenti, lasciando loro intravedere quale fosse il nocciolo della questione in maniera più chiara di quanto avessero potuto fare fino a quel momento con ricostruzioni di spezzoni di conversazione e ipotesi. C’era più di un Yoyuki a parlare, proprio come aveva chiesto Yu, ma ad essere feriti erano entrambi. Come avevano immaginato, il problema era nato da Inari e da una discussione con lo stesso. Solo che nemmeno il Rosso avrebbe mai immaginato una cosa simile. Sembrava, infatti, che dopo secoli - una vita - di onorato servizio, il Kami avesse dato il benservito a Yoyuki, perché
impuro. Sporco di cosa? Di quel rancore che possibilmente era sempre esistito, sebbene in quantità minore, nell’animo della Zenko. Insomma…la sua parte oscura! Da quello che diceva, sembrava anche che pur di riottenere la benevolenza di Inari, Yoyuki avesse cercato di estirpare quella sua parte, mutilando la propria anima, ottenendo comunque lo stesso risultato da parte del Kami…e finendo col cadere vittima lui stesso del rancore che aveva cercato di soffocare.
Ma per quale ragione Inari lo aveva radiato solamente ora? Per quale ragione lo aveva fatto suo Benedetto se sapeva che non sarebbe mai potuto essere un suo Messaggero? Quel comportamento crudele, sembrava fin troppo cinico e spietato anche per un Kami. Non ne conosceva molti, Yu, effettivamente, ma dalle sue esperienze dirette…gli Dei, certo, tendevano ad essere un po’ bruschi ed estremisti, spesso non si capiva bene che cosa passasse loro per la testa, ma non erano così freddi e menefreghisti, soprattutto con i loro protetti. Magari si sbagliava, magari non aveva abbastanza informazioni in merito, ma pensava ci fosse qualcosa di più dietro. Qualcosa che l’occlusione mentale, l’ossessione di Yoyuki per il suo obiettivo, non gli avesse permesso di vedere. D’altronde quella faccenda del puro e impuro, sembrava tanto una cazzata. Nessuno era completamente bianco o completamente nero! Era impossibile. Perché bianco e nero, coesistevano per poter avere senso d’essere: l’uno non poteva esistere senza l’altro.
Ma non ci fu tempo per poter rispondere a tono, sull’immediato, a Yoyuki. Perché dopo quello sfogo, accompagnato dalle fiammelle a forma di volpe che si agitavano distorcendosi in smorfie di dolore e tristezza, la melma che inzozzava le pareti del tempio iniziò a moltiplicarsi rapidamente come una mitosi. A vista d’occhio e talmente rapida da poter prevedere, crebbe e si diffuse tanto da bloccare l’unica uscita disponibile. Il messaggio era chiaro: come aveva detto alla fine di quel discorso, non avrebbe permesso a nessuno di provare a cancellarlo.


Natsume, preparati!

E mentre la Zenko scagliava un gruppo di fuochi fatui che presero la forma di volpi lungo la corsa, Yu soffiò le sue bolle che riempirono rapidamente la zona di scontro. Natsume era accanto a lui, schiena a schiena, pronto ed agguerrito come non mai, mentre le volpi violacee ed evanescenti si scagliavano verso di loro, con le fauci grondanti di melma spalancate, lasciando intravedere un’energia luminosa sul fondo delle loro gole. Sembravano del tutto simili ai Corrotti…forse uno stadio superiore. Spiriti degli abitanti che ormai non c’erano più, incatenati e trattenuti qui da Yoyuki e utilizzati per attaccarli.

Kurama? Che succederà se li colpiamo? Voglio dire…sono spiriti, no? Se dovessero sparire, dove andrebbero?
« Ti pare il momento di preoccuparti di questo?! Mattaku…» Sospirò. « Non lo so, comunque. Penso tornino a Yoyuki, non li lascerà andare così facilmente. »

Un bene nel male. Quanto meno non sarebbero spariti nell’etere…Già doveva essere piuttosto difficile per Natsume affrontarli, soprattutto pensando che Umeko avrebbe potuto fare la stessa fine se avessero fallito. Ma non c’era tempo per farsi troppe remore. Saltò sulle proprie bolle, il Rosso, per avere più copertura di movimento e non essere ancorato a terra mentre le formazioni di chakra di Yoyuki erano libere di muoversi ovunque. Da lì fece due cose. Mentre la kitsune teneva abilmente a bada gli avversari, con una serie di miraggi che impedivano alle volpi di colpirlo, per prima cosa, Yu lanciò una bolla appiccicosa verso il kiseru a terra di Yoyuki: non sapeva se fosse un’arma che avrebbe usato o meno, ma sua madre si avvaleva proprio di quella pipa per i suoi jutsu, quindi preferì non rischiare. In seguito, dalla sua posizione rialzata, puntò una delle volpi che stavano tormentando Natsume. Allungò la mano nella sua direzione e subito nove spade auree fecero la loro comparsa, posizionate a cerchio di fronte al suo braccio teso, con la punta rivolta al centro, in un'imitazione del modo in cui il Kyūbi concentrava il chakra durante la formazione della Teriosfera. E proprio come in quest’ultima, le Kitsuneo - questo il modo in cui Yu aveva battezzato quelle lame, incarnazione delle code del Bijuu – iniziarono a canalizzare l’energia di fronte alla mano dello shinobi, comprimendolo in una piccola, ma densissima sfera di chakra. Seguì i movimenti del suo obiettivo per qualche attimo, prima di rilasciare il suo attacco, un leggero contraccolpo al braccio fu il segnale che la sfera d’energia era partita. Una scia di luce che attraversò il salone dall’alto verso il basso, perforando senza pietà una di quelle volpi violacee, facendola sparire in una serie di fiammelle morenti. Natsume, dal canto suo, osservò la scena dal basso. Stava inveendo contro Yoyuki.

Capisco la tua rabbia, ma perché te la sei presa con noi?! Che ti abbiamo fatto? CHE TI HA FATTO UMEKO?! Tu, proprio tu che l’hai battezzata e le hai conferito quel nome!

La collera e l’amarezza, spezzavano la sua voce e proprio in quel momento il dardo dello shinobi cadde dall’alto, eliminando uno dei quattro avversari. Sembrava davvero un tenshi lassù, con quelle spade di luce che gli vorticavano attorno e Natsume rimase qualche istante imbambolato ad osservarlo, momentaneamente dimentico della collera di poco prima. Fino a quando, almeno, non si rese conto che attorno a lui ora c’erano solo due di quelle volpi. Imprecò a denti stretti, Yu si era scoperto per fare quell’attacco e una di quelle formazioni di chakra si era mossa approfittando della cosa, aggirandolo, per colpirlo alle spalle. Ma la kitsune fu veloce, saltò a sua volta sulle bolle dello shinobi avvicinandosi quello che bastava per lanciare un fuoco fatuo verso il nemico: fuoco contro fuoco, ma la fiammella azzurra di Natsume ebbe la meglio, divorando il suo violaceo avversario.

Stai più attento, che diamine!

Ma io sapevo di poter contare su di te. Yu sorrise al rimprovero. Avanti, ne mancano ancora due!

Non sarebbero riusciti a metterli troppo in difficoltà, però. Insieme erano forti. Se ne accorsero attimo dopo attimo, colpo dopo colpo. Laddove non giungevano le spade e le bolle di Yu, erano i trucchi e i fuochi fatui di Natsume ad arrivare. E sebbene quelle due volpi di chakra non fossero proprio così facili da colpire - come se dopo la sconfitta delle prime due, si fossero fatte più prudenti - shinobi e kitsune avevano preso un buon ritmo, tanto da permettere a Kurama di riprendere il discorso con il suo vecchio amico.

« L’ambizione ti ha reso cieco, Yoyuki! » Ringhiò, mischiando al propria voce a quella di Yu che proprio in quel momento stava incalzando una di quelle volpi con due delle sue spade eteree strette in pugno. « Così cieco da non riuscire a vedere null’altro che la stessa di fronte ai tuoi occhi. “Il tuo mondo inizia e finisce con te”, sei stato tu a dirmelo, tanto tempo fa! Ho capito solo di recente cosa significasse…e ora sei tu ad averlo dimenticato! »

Era strano mantenere la coscienza, per combattere, mentre Kurama controllava la sua bocca. Tuttavia le sue parole, unite a quelle di Natsume riuscirono ad accendere una scintilla nella mente del Rosso. Il demone aveva assolutamente ragione! Yoyuki stava non solo guardando tutto attraverso un vetro sporco, ma aveva sempre vissuto con dei paraocchi! Piuttosto spessi, perché mentre inseguiva il suo sogno non si era accorto della cosa più importante: di ciò che aveva costruito attorno a sé, di chi aveva riunito. Tutte quelle kitsune che lo rispettavano e lo amavano, quel villaggio, quell’isola! Davvero se Inari lo avesse accettato come Messaggero, sarebbe stato capace di abbandonarli? Davvero era quella la cosa giusta da fare? Non era che forse il Kami avesse guardato più lungo di quanto Yoyuki immaginasse? Perché il suo agire, per quanto brusco, sembrava un po’ il fare di un padre che cerca di correggere un figlio: gli bacchetta la mano e cerca di orientarlo nella giusta direzione.
Tra un rimuginio e l’altro, schivò l’ennesima offensiva, per rendersi conto troppo tardi di non essere lui il vero obiettivo.


N a t s u m e!

Ma la volpe di chakra lo colpì in pieno…per passarci attraverso. L’immagine della kitsune tremolò e si dissolse, mostrando la sua vera natura di illusione. Un attimo dopo, un fuoco fatuo si abbattè sul nemico che aveva pensato di poter affondare le sue fauci nelle carni del Fulvo, eliminandolo.

Bel colpo! Ma…occhio anche alle spalle!

Il tempo in cui Natsume si voltò, per ritrovarsi una di quelle formazioni di chakra davanti alla faccia, fu quello che servì a Yu per colpirla con una delle sue Kitsuneo fluttuanti e farla sparire proprio a un palmo dal naso del suo compagno. Un Arigatō sgusciò fuori dalle labbra del Fulvo, non appena riuscì a rilassare i muscoli dopo quell’ultima morte mancata. Ma non era ancora finita, Yoyuki stava ancora lì, collerico come non mai. Eppure, nessuno dei tre sembrava intenzionato ad attaccarlo direttamente: un po’ perché non si fidavano a caricarlo così a testa bassa, un po’ perché…c’era davvero ragione per farlo?
Yu scese dalle sue bolle, affiancando Natsume, le spade ancora a vorticargli attorno, neutrali, ma pronte a scattare in posizione difensiva o offensiva, a seconda dei casi.


Yoyuki…posso capire la tua delusione. Ma sei sicuro non ci sia qualcosa di più dietro alla decisione di Inari? Chiese sibillino, ma questa volta estremamente sincero, senza secondi fini. Voglio dire…al di là della posizione di rilievo che avresti avuto divenendo un suo Messaggero, saresti comunque stato solo uno dei tanti per lui. E’ un Dio, non può fare differenze, ti avrebbe amato, senza dubbio, ma come avrebbe amato tutti gli altri suoi servitori. A quel punto indicò Natsume con un gesto della mano. Per loro, invece, tu eri tutto. Era un padre e un fratello. Il sole e la luna contemporaneamente. Capisci cosa voglio dire? Attese qualche istante, come per vedere se si fosse accesa della comprensione in quegli occhi viola, e proprio quando stava per finire il suo discorso, la voce di Kurama si mischiò alla sua.

« Tu eri l’Unico. »

 
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Nonostante gli intrusi stessero in qualche modo cavandosela nello schivare i colpi mortali delle sue kitsune e nel rispondere agli attacchi, solo uno stolto non avrebbe notato che quei due stavano trattenendosi. Avevano qualcosa in mente? Curioso che nessuno dei due - o meglio tre - volesse caricarlo in un attacco frontale, colto da un irrefrenabile scatto di collera nei suoi riguardi. Specialmente Kurama. C'era qualcosa di diverso in lui, qualcosa di puro. Non riusciva più a riconoscere l'amico di un tempo, in quelle vesti umane. Proprio lui che, da che aveva memoria, detestava la razza umana al punto tale da volerla cancellare dall'esistenza, adesso supportava docilmente uno dei suoi esponenti. Per quale ragione? Avevano cercato con ogni mezzo di segregarlo, cancellarlo o semplicemente sfruttarlo. Aveva dimenticato tutto? Come aveva potuto farlo? Non era corretto da parte sua dirgli di essere divenuto non meno di un cane, dopo che quello che stava provando, quel rancore crescente, cieco e corrosivo l'aveva provato pure lui. Ricordare quel suo tono di scherno, ben lontano dal sincero amico a volte troppo schietto, in qualche modo faceva male.
Senza un secondo di pace, non appena una delle sue kitsune si dissolveva sotto i colpi dei suoi nemici, subito altre venivano mandate in avanscoperta. Non avrebbe dato loro nessuna tregua. Avrebbe schiacciato le loro anime, esattamente come quel padre che aveva per tanto tempo servito e venerato aveva tentato di fare con lui. Ma quei due non si davano per vinti, continuavano ad aiutarsi a vicenda! Oltretutto avevano il supporto di Kurama, manifesto in quelle nove spade vorticanti che il Rosso padroneggiava con estrema semplicità. Lui forse era l'unico a potergli davvero tenere testa. Natusume non era un problema, era come un ramoscello secco che si sarebbe potuto spezzare con un semplice soffio di vento. Aveva il cuore troppo pesante per poter resistere agli stimoli esterni, specialmente se avevano a che vedere con quella Umeko di cui parlava. Aveva detto che la stava avvelenando e quelle parole fecero inspiegabilmente più male del previsto. Perché? Comunque sia, bastava fare leva su lei per spezzare definitivamente quella kitsune fastidiosa.
Adesso però erano loro a cercare il dialogo, nemmeno volessero compatirlo. Non aveva bisogno della loro compassione e non c'era nessun secondo fine in quello che era capitato, se non quello di eliminarlo.
Hai ragione, sono soltanto uno dei tanti a cui è stata data l'illusione di essere qualcosa di più, di essere importante. E cosa ne ho ottenuto, se non una richiesta assurda? Ti sembra corretto il trattamento che mi è stato riservato, dopo tutti questi anni?! Cos'ho fatto di sbagliato, per meritarmi questo terribile castigo?! inveì aspramente nei confronti del Rosso, di fatto nutrendo quel rancore che prese a brillare sinistro, esattamente come i suoi occhi. Ma tutt'a un tratto li serrò, accompagnando una smorfia di dolore al pugno stretto al petto, nemmeno se il cuore avesse dovuto esplodergli da un momento all'altro. Perché quelle parole facevano così male? Ognuno di loro gli aveva voltato le spalle, persino se stesso. No. Non sono niente per loro. Sono solo un punto nero, un cancro che ha devastato questa terra. diceva, ma era come se si volesse auto convincere della cosa. Un breve e fioco barlume penetrò le fessure di quella mano stretta al petto. Non riesco.. a trattenerlo.. e altre lacrime scure solcarono quel viso sofferente. Non era il rancore a parlare questa volta, ma quella parte devastata dalla prova che Inari aveva voluto sottoporgli senza alcuna spiegazione; quello stesso Yoyuki che un tempo aveva aiutato Kurama, mostrandogli un mondo diverso, migliore rispetto a quello visto attraverso la lente sporca. E’.. troppo grande.. continuò, soffocando in quel rancore che stava provando spudoratamente di metterlo a tacere. Per troppo tempo stava lottando contro quella parte di sé che avrebbe distrutto tutto quello per cui aveva sempre lottato, e la sua luce stava affievolendosi sempre più. Una situazione disperata, che però aveva dato conferma di una cosa: la bellissima zenko d’un tempo non aveva mai smesso di lottare per il suo popolo, nemmeno nell’attimo più disperato. Gridò di dolore e le kitsune oscure ebbero degli spasmi sinistri, divenendo più aggressive di prima. NoN teNTaRe DI sopPRImeRMi! disse a denti stretti, come una vipera che soffia dinnanzi alla minaccia. La sua voce era distorta.

Nel frattempo, a pochi passi da loro, al di la del portone sigillato dal rancore di Yoyuki, Kiyoshi e le superstiti stavano ancora combattendo per difendere l’ultima linea, quando videro qualcuno correre di gran carriera verso di loro. La situazione era disperata. Era un altro corrotto?



CITAZIONE
Gli attacchi da parte di Yoyuki non cessano nemmeno un istante, anzi quando si tiene il petto le kitsune diventano più moleste e violente (puoi ruolare che vi feriscano, seppure non in maniera allarmante). E' una battaglia aspra, non potete sperare di non riportare qualche graffio no? Libera per il resto di continuare a dialogare o di tentare un approccio diverso. Come sempre usa liberamente anche Natsume, impratichisciti nell'interazione con lui.


Edited by ¬BloodyRose. - 24/4/2021, 16:20
 
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Un muro impenetrabile. Sordo alle loro parole che, anzi, ne distorceva il significato pur di affondare ancora di più in quel mare nero di rancore e odio. Come se volesse alimentarlo, come se volesse autoconvincersi che fosse l’unica verità possibile. E la cosa più assurda era che un po’ ci si rivedeva in quel Yoyuki, Yu. Lui non stava forse facendo la stessa cosa con suo padre? Chiudeva gli occhi e non vedeva ciò che invece Hisakata notava perfettamente. Non ci credeva. Non voleva crederci. Non voleva permettersi di farlo per paura di mostrare il fianco e venire ferito ancora una volta. Il tradimento lasciava un segno indelebile, profondo e sanguinante…una cicatrice difficile da guarire, forse impossibile. E non permetteva facilmente di tornare sui propri passi ed accettare che, in fin dei conti, potesse esserci davvero qualcosa che sfuggiva ai propri occhi. Un dettaglio, una motivazione ignota, un cambiamento…tutto veniva offuscato da quella vecchia visione e rendeva difficoltoso scorgere la realtà dei fatti, macchiata dal dolore passato. Sapeva, quindi, di star chiedendo uno sforzo enorme alla Zenko…lo sapeva anche Kurama che per primo non aveva mai sotterrato il proprio rancore verso la razza umana, seppure ora, conoscendo e condividendo l’esistenza con Yu, stesse iniziando ad apprezzare alcuni individui. Quindi di fronte alla furia di Yoyuki, quel suo sfogo, accompagnato dal brillare sinistro dei suoi occhi colmi di rabbia, né il jonin né il Bijū riuscirono a dire nulla. Erano domande che entrambi si erano posti, domande a cui nessuno dei due aveva mai potuto rispondere, domande che bruciavano ancora oggi. Si ritrovò solo a serrare la mascella, Yu, e a stringere i pugni tanto da fare male. Era complicato aiutare a ragionare Yoyuki…perché, in un certo senso, era come aiutare a ragionare sé stesso e per tanto tempo non aveva voluto farlo. Come la potente kitsune di quel luogo, aveva piuttosto continuato a nutrire la diffidenza, la sfiducia e il sospetto. Anche se le parole di Hisakata ogni tanto riuscivano ad aprire una breccia. Quel ragazzino aveva davvero un’anima cristallina. Si ritrovò suo malgrado a sorridere pensando a lui, e a carezzare la protezione per il braccio che gli aveva regalato per la sua promozione di rango.
Nel frattempo le volpi eteree continuavano ad arrivare, ma con una spinta differente, più aggressiva…seppure al contempo più confusa. Gli occhi di Natsume e Yu caddero inevitabilmente sull’origine delle stesse: Yoyuki sembrava sofferente. Dopo quello scatto di rabbia, si piegò su sé stesso con una mano a stringere il kimono sul petto, quasi a cercare di proteggere il proprio cuore sofferente. Le loro parole forse non erano state così inutili. Un po’ come quelle di Hisakata per Yu, dovevano essere riuscite a colpire da qualche parte, perché la Zenko tentò di negare, di autoconvincersi di essere solamente un cancro per quella terra, mentre lacrime nere del tutto simili a quelle che solcavano il suo viso quando erano giunti al tempio, scesero sulle gote di porcellana. E un fioco bagliore. Sì, una luce debole, ma persistente, fece capolino tra le dita strette al petto, accompagnate da una voce affaticata. Non era il rancore a parlare questa volta, ma la stessa voce che Yu aveva avvertito attraverso il proprio clone! Lo Yoyuki che Kurama conosceva!


« Non dire sciocchezze Yoyuki! » Inveì il demone, la sua voce profonda e furiosa, grattava sulle corde vocali di Yu. « Non esiste che tu non possa farcela! »

Ma la voce della Zenko si spense presto, soffocata dalla schiacciante forza della propria controparte. Il grido di dolore che si alzò nel tempio vuoto, rimbombò tra le pareti, seguito dalla collerica ripresa di coscienza del rancore che sibilò una minaccia a denti stretti, il suo tono stranamente distorto, mentre le volpi che fuoriuscivano da quella specie di portale alle sue spalle, divennero più aggressive di prima, lanciandosi con furia contro Yu e Natsume. Scie di puro astio, rapide come vipere e assetate delle loro carni. Per quanto non fossero comunque un pericolo, divenne presto evidente che se non fossero riusciti a fermarle per un po’, non avrebbero potuto fare granchè. Era un flusso continuo. Sconfitta una ne arrivava un’altra a prendere il suo posto, più agguerrita che mai…ma mentre loro si davano il cambio, i due compagni di sventura non avevano un secondo di tregua: continuando così, ben presto avrebbero iniziato a perdere troppe energie e, a quel punto, anche quelle volpi eteree apparentemente gestibili, avrebbero potuto diventare una seria minaccia.
Si ritrovarono schiena a schiena, pieni di lacerazioni e col fiato mozzato, mentre gli occhi tenevano sotto controllo i movimenti vorticanti dei loro nemici.


Qual è la prossima mossa?

Yu sbuffò dal naso. Sembrava la brutta imitazione di una risata. Vorrei saperlo anch’io! Una delle sue spade saettò di fronte a lui, bloccando l’avanzata spietata di una delle kitsune violacee, tagliandola per lungo e facendola sparire in una miriade di fiammelle. Sembra un ragazzino depresso…e arrabbiato.

Per Natsume capire di chi parlasse non fu difficile. E’ vero.., ma ci sta provando. Disse, scambiandosi di posto col Rosso, rotolando sulla sua schiena per assestare un calcio fiammante al pericolo in avvicinamento, mentre il compagno si apprestava a coprirgli le spalle. Sta provando a mandare via quel rancore, con tutto sé stesso. Ma quanto forte può essere una luce se resa fioca da un velo? Sembra quasi non riesca a passare sopra al senso di colpa per fare la cosa giusta.

Mandarlo via…già. Era proprio questo il punto focale. Stava facendo la cosa sbagliata e facendola stava indebolendosi inutilmente. Poi ovviamente, come diceva Natsume, anche il senso di colpa aveva la sua parte in tutto questo, ma il fulcro era che le parole di Inari avevano offuscato la vista a Yoyuki.

Lui ha tutte le carte per farcela: deve solo volerlo. Rispose, forse un po’ più brusco di quello che voleva, ma non gli veniva molto facile essere morbido mentre cercava di non farsi mordere. Un’ombra è tanto più grande quanto la luce che genera, ma è anche vero il contrario. E in entrambi i casi, l’una non può esistere senza l’altra.

Forse non riesce a comprenderlo. Un’artigliata di Natsume colpì l’ennesima volpe, la sensazione fu la stessa di lacerare l’aria. Forse è ancora soggiogato dalla stramba richiesta di cui parlava. Già, ma quale richiesta? Da quello che aveva detto non c’erano state richieste, ma una semplice negazione da parte di Inari. Non posso nemmeno immaginare cosa stia passando.., anche se, in cuor mio, non so se riuscirò mai a perdonarlo…pensarlo mi fa quasi paura.

Capiva fin troppo bene. Sono sicuro che, al momento giusto, capirai se ne vale la pena oppure no. Nessuno ti chiede di farlo subito. E un po’ era come se parlasse con sé stesso. Riuscì a respingere l’ennesima volpe, ma una seconda riuscì a coglierlo di sorpresa lacerandolo di striscio mentre gli passava tra le gambe. Ah! Dannato bast-… Si morse la lingua evitando gli improperi coloriti che stavano per uscirgli di bocca. Quelle volpi iniziavano a dargli sui nervi, doveva riuscire a rallentarle un po’ se davvero voleva avere un’opportunità per parlare con Yoyuki. Gli occhi gli caddero sulle volpi che giravano attorno alla Zenko, quelle che rispecchiavano le sue emozioni o che, alternativamente, lo chiudevano in una strana cacofonia…e, in secondo luogo, ma non meno importante, sul portale da cui fuoriuscivano tutte quelle kitsune agguerrite. D’accordo… Ehi, Natsume, forse ho un’idea. Riesci a coprirmi?

Per chi mi hai preso? Gli occhi ramati e furbastri, incontrarono di striscio quelli di Yu per pochi istanti. Non si avvicineranno di un millimetro, abbiamo una promessa da mantenere.

Giusto. Era così. Non ci furono grazie, né conti alla rovescia per coordinazione.
Semplicemente il Rosso sorrise al compagno e, un secondo dopo, si lanciò verso Yoyuki. Una corsa forsennata, facendosi largo tra le volpi eteree a colpi di Kitsuneo, senza preoccuparsi di doversi anche guardare le spalle: c’era Natsume per quello. Lui doveva solamente guardare avanti, verso il suo obiettivo…che no, non era Yoyuki stesso. Attaccarlo, ai suoi occhi, continuava ad essere una pessima idea. Stava già facendosi del male da solo d’altronde, e poi…convinto com’era che tutti lo odiassero, se l’avesse assalito non avrebbe fatto altro che dargli ragione alimentando quella sua visione. No, quello che cercava Yu erano tregua a tempo. Uno spazio per poter parlare ancora con la Zenko senza dover pensare anche a quelle volpi moleste! Kurama era dalla sua parte. Anche se fremeva dalla voglia di prendere a pugni quel suo vecchio amico per dargli una svegliata, fu d’accordo con Yu quando questi gli promise di farlo una volta che fosse tornato in sé.
Così appoggiò il suo piano, la sua scommessa. E, una volta che furono ad una distanza accettabile da Yoyuki, il Rosso iniziò a metterlo in atto. Richiamò verso la mano un certo numero di bolle che si posizionarono sulla punta delle sue dita come proiettili. Si mosse, rapido, puntando alle facce espressive delle volpi che gironzolavano attorno alla Zenko e, caricando di chakra la punta delle dita, lanciò le effimere con un movimento secco del braccio, mirando con precisione i punti in cui voleva colpire. Rapide come dardi, le bolle non mancarono il proprio bersaglio. Le facce sparirono in un lamento, sofferenza condivisa da Yoyuki che gridò allo Shinobi di fermarsi, ma la sua voce era mischiata…difficile capire se appartenesse al rancore o allo Yoyuki originale. E poi Yu, stava già muovendosi verso il suo prossimo obiettivo: il portale. Comandando le sue bolle, chiuse quell’ammasso d’energia pulsante all’interno di una trappola di effimere. Uscire da quell’ammasso di bolle o muoversi all’interno dello stesso avrebbe causato una detonazione istantanea di tutte le effimere impiegate. Le volpi fuori controllo, aumentate in seguito alla distruzione delle facce, attivarono immediatamente il tranello e, con una detonazione secca, il portale venne momentaneamente distrutto. Quando la calma calò all’interno del templio, contestualmente alle ultime volpi abbattute da Natsume, il portale stava già iniziando a riformarsi, ma molto lentamente. Le volpi specchio delle emozioni di Yoyuki, invece, erano di nuovo belle che formate attorno a lui, sofferenti, come se fossero ammaccate per i colpi ricevuti. Piano riuscito a metà, quindi, ma quanto meno aveva portato a termine la metà che più gli interessava: tregua e tempo.


« Yoyuki, stai sbagliando. » Fu Kurama a prendere parola per primo questa volta. Schietto e senza peli sulla lingua. « Non capisci? Trattenerlo? Schiacciarlo? Eliminarlo? Ti rendi conto delle cazzate che stai dicendo? » La sua voce fremeva di rabbia, profonda e radicata. Sapeva bene di cosa stava parlando. Forse meglio di Yoyuki che, per fortuna, non era riuscito a fare quella cazzata. « Non puoi separarti da una parte di te, stolto! Non ho idea di cosa ti abbia richiesto quel Kami per cui provi tanto rispetto, ma una cosa la so per certa: tu non vuoi finire come me. »

Sentire la voce di Yu mischiata a quella di…chiunque fosse quell’altra entità, era sempre un po’ strano per Natsume. Ma non lo frenò dal raggiungere il suo compagno, affiancandolo subito, mentre ancora stava parlando. Non lo avrebbe lasciato solo di fronte a quel Yoyuki, dovevano rimanere uniti, perché assieme riuscivano a farcela. Lo aveva capito…ma non lo avrebbe mai ammesso con tanta semplicità a parole. Si limitò a farlo con i gesti, con la sua presenza, col suo aiuto inestimabile. Anche se non sapeva se avrebbe mai perdonato Yoyuki per tutto quello che aveva combinato…lo voleva comunque indietro. Fosse anche solo per dirgliene quattro!

Quello che Kurama vuole dire è che entrambi siete Yoyuki. Si aggiunse Yu, la voce graffiata per lo sforzo nell’utilizzo di quella del demone. Non esiste uno Yoyuki puro e uno impuro. E’ l’insieme di entrambi che fa l’unico e vero Yoyuki. Separati non sareste lo stesso. Non so bene come spiegarlo… Quel genere di discorsi filosofici erano sempre difficili. Ma è un po’ come la durata di una giornata: un giorno è formato da alcune ore di buio e alcune ore di luce. Non esiste che ci siano ventiquattro ore di giorno, tanto meno ventiquattro ore di notte, giusto? Forse non era l’esempio più calzante considerando che quel luogo era bagnato dal lucore di un eterno crepuscolo, ma era quello che più permetteva d’arrivare laddove Yu voleva. E anche nel dominio del giorno e della notte, non si ha mai veramente una totalità di luce e una totalità di buio. La notte non è mai completamente buia, ci sono la luna e le stelle…e il giorno non è mai completamente illuminato dal sole, ci sono le zone in ombra. Basta, troppe parole, rischiava di ingarbugliarsi. Oh, insomma! Siete la faccia della stessa medaglia. Non potete vivere l’uno senza l’altro, perché siete dipendenti l’uno dall’altro. Sospirò. Senti, io non sono la persona più adatta a dirti se quello che tuo padre ha fatto è corretto o meno, se dovresti perdonarlo oppure no. Mi trovo in una situazione molto simile alla tua e ancora non ho trovato risposta. Ma di una cosa sono sicuro: tu sei perfetto come sei. Non sei sbagliato.

 
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view post Posted on 2/5/2021, 15:22     +1   -1
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Coadiuvato efficacemente da Natsume, che nonostante avvertisse un po' di spossatezza continuava a combattere per il suo compagno umano e per mantenere la promessa fatta alla volpina dal pelo biondastro, Yūzora aveva applicato magistralmente la sua trovata e questa aveva funzionato, seppure non nella maniera che aveva sperato. A nulla valsero le grida disperate della zenko, che accusò sul proprio corpo tutta la sofferenza di quelle anime che aveva legate a sé brutalmente e che con lamenti sinistri svanivano per poi tornare, condannate alla sofferenza eterna. Quel primo tentativo non aveva portato a un risultato tangibile, ma era stato sufficiente a far comprendere come quelle volpi fossero legate a doppia mandata con l'emotività e la sofferenza stessa del sommo Yoyuki, prigioniero di un'idea distruttiva e in perpetua lotta con se stesso. La trappola di bolle piazzata ingegnosamente davanti al portale dalla quale uscivano le volpi corrotte in soccorso del loro maestro ebbe invece l'effetto corretto. Esplosero a catena alla prima corrotta che aveva provato a lasciare il proprio mondo ed era imploso su se stesso, chiudendosi. Vero che stava riformandosi, ma sembrava un processo lento e questo fece guadagnare quei preziosi minuti a Yuzora, Kurama e Natsume per parlare ancora con Yoyuki, per destarlo da quell'incubo. E lo fecero, chi con energia e chi con maggiore delicatezza, cercando di far capire alla zenko quanto fosse sbagliato combattere quella battaglia. Lui era nella totalità la zenko che tutti conoscevano, con la sua luce abbagliante e le sue ombre oscure; non era un essere perfetto e nessuno poteva esserlo. Doveva accettare le sue emozioni e non annichilirle come stava tentando di fare. Osservò sconvolto il Rosso, sul cui volto erano riconoscibili i segni dell'amico dalle nove code, e il bagliore fioco sul petto si fece per un momento maggiormente intenso. Quel rancore faceva davvero parte di lui? Il meritevole portatore del Kyubii ne pareva assolutamente convinto. Vacillò. Se lo lascio fare, se mollo davvero la presa.. potrebbe uccidermi.. disse disperato, ma la sua voce non era soltanto quella dello Yoyuki di luce. C'era anche la sua parte di rancore impastata in essa, come se entrambi avessero capito, ma non si fidassero l'uno dell'altro. Una cosa era oramai certa: a seguito della strana pretesa o richiesta di Inari, il sommo Yoyuki che tutti amavano stava autodistruggendosi, distruggendo di conseguenza tutto quello per cui aveva sempre combattuto e vissuto. Uccidendo il suo popolo, devastando la sua casa, annerendo qualsiasi cosa sul suo cammino. Si prese la testa con entrambe le mani, sofferente, in lacrime, cadendo in ginocchio sotto il peso di quella consapevolezza. Ho distrutto tutto.. non c'è più niente intorno a me.. disse disperato, mentre le volpi corrotte superstiti fremevano, rimanendo però sulla difensiva, in attesa di un ordine. Non voglio più sentirmi così. Fa troppo male. continuava a dire, dapprima con la sua parte di luce e poi con la sua parte d'ombra, anch'essa sofferente poiché alimentato da un sentimento negativo di gigantesche proporzioni. Forse era proprio quella la prova: accettarsi, accettarne le conseguenze e porre rimedio.
Nel frattempo, da poco fuori il portone sigillato dal rancore, uno strano trambusto.


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Si. Sapeva di aver promesso, ma non poteva starsene rinchiusa in quella camera a piangere e soffrire in silenzio, rimanendo col cuore in gola nella speranza di vederli tornare. Doveva fare qualcosa, combattere e rendere quanto meno valida quella sofferenza che stava logorandola dall'interno. Illudersi non avrebbe portato a nulla. Sarebbe morta comunque, schiacciata da quel rancore. Per questo aveva tratto in inganno la vecchia volpe, lasciandosi dietro tutto. Divorò strada facendo la barretta che il Rosso le aveva donato, conscia di dover avere quanta più resilienza possibile dalla sua per fare qualcosa di buono, e saettò lungo le scale che portavano al tempio, azzannando voracemente chiunque stesse bloccandole il passaggio. Non s'arrestò nemmeno alla sorpresa di Kiyoshi e delle volpi guerriere, che invano cercarono di dissuaderla. No. Doveva entrare in quel dannato portone, e le avrebbe fatto. Facendo appello a tutte le sue forze, digrignò i denti e spinse, urlando.


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Quelle grida alle loro spalle furono motivo di sorpresa e allarme, e non appena si girarono e videro a chi appartenevano, Natsume divenne totalmente pallido. Umeko..?! disse incredulo. Aveva varcato il portone con fatica, contrastando il rancore con la sola forza delle braccia nonostante il suo corpo fosse debole e sofferente. Le macchie sul suo volto e sul suo pelo erano divenute più grandi, segno che la corruzione stava avanzando inesorabilmente. Persino uno dei suoi occhi adesso era divenuto violaceo. Respirava affannosamente, ma sul volto aveva un'espressione decisa e rancorosa. Era pronta a dare battaglia. Come..? disse Yoyuki, non potendo convincersi di ciò a cui stava assistendo. Probabilmente non si aspettava di vedere qualcuno ancora in grado di muoversi, nonostante la corruzione. Perché la corruzione si è arrestata?! continuò, confermando ai presenti che in qualche modo la volpina era riuscita a bloccare la mutazione prima che fosse troppo tardi. La volpina dal pelo biondastro sorrise, con un sorriso furbo e macchiato dalla sofferenza. A differenza tua, non voglio perdere quello che mi è rimasto. disse, scagliandosi poi contro Yoyuki e scuotendolo, afferrando con veemenza la luce sul suo petto, sorda alle parole dei compagni. E non ti permetterò di portarmelo via! e dicendo questo, strappò la luce dal petto della zenko, che gridò sofferente.
La luce divenne intensa e per un attimo tutti furono ciechi. Quando Yūzora e Natsume furono in grado di aprire gli occhi, Umeko giaceva a qualche metro da loro, ferita; Yoyuki era in ginocchio, ma era candido come quello d'un tempo. Respirava affannosamente, mentre il rancore condensato in un mostro di melma ribolliva dietro la sua figura, scalpitando per distruggere qualsiasi cosa. Natsume corse subito dalla volpina dal pelo biondo, scuotendola e non ottenendo alcuna risposta. Yoyuki sollevò lo sguardo su di loro.
Gomen nasai.. disse pentito, osservando la piccola Umeko, a cui aveva affidato un compito forse troppo difficile, dal momento stesso in cui l'aveva battezzata. Ecco perché disse a Natsume di proteggerla: soltanto lei sarebbe stata abbastanza coraggiosa da resistere alla corruzione e tirar via quel rancore dal suo cuore, facendolo tornare uno. Soltanto un fiore di pruno avrebbe potuto sopravvivere a una violenta tormenta di neve.

 
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view post Posted on 9/5/2021, 16:48     +1   -1
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Non sapeva in che altro modo dirglielo, che ciò che era e ciò che provava non erano cose da strappare via e mettere a tacere. Capitava di covare emozioni oscure, capitava di nutrirle con pensieri altrettanto bui…ma questo non significava che fossero sbagliati! Facevano comunque parte di sé, erano comunque un modo in cui si riusciva ad esprimersi. Magari non era proprio la maniera più retta e consona, ma ehi! Non tutti erano dei santi, no? E poi meglio fuori che dentro, si diceva, altrimenti succedeva proprio quello che Yu, Kurama e Natsume avevano di fronte. Tutto sfuggiva di mano. Tutto veniva corrotto. Memorie, pensieri, parole…ogni cosa finiva annegata in quel mare di putridume che, alimentato piano piano e trattenuto nel tentativo di non farlo esplodere, alla fine riusciva a prendere il sopravvento e a corrodere la qualsiasi. Non restava più niente, e quando ci si rendeva conto della cazzata fatta - SE si riusciva a farlo - era troppo tardi. Ed era ciò che Yu vedeva riflesso in Yoyuki proprio in quel momento. Confusione, incredulità, sfiducia.
Aveva capito le sue parole, ma non si fidava di quella parte di sé, così come era vero il contrario. La luce si fece più intensa tra le dita strette sulla veste, ma la consapevolezza era così forte che ben presto il suo peso lo costrinse a prendersi la testa tra le mani disperato. Aveva distrutto tutto, diceva. Non voleva più soffrire. Parte di luce e ombra si alternavano in quelle confessioni, entrambe messe a dura prova, entrambe piegate: l’una dalla gravità di ciò che aveva compiuto con le sue stesse mani, l’altra dilaniata da un sentimento negativo di proporzioni gigantesche. E forse era proprio quella la prova di Inari. Forse voleva proprio questo il Kami. Che il suo Benedetto capisse. Che fosse chiaro ai suoi occhi ciò che nella sua poca conoscenza della situazione, Yu gli aveva comunicato assistito da Kurama. Una verità palese a loro, abituati a non credersi mai parte di una realtà unica, ma che forse, nonostante la sua saggezza, Yoyuki aveva sempre travisato. Sembrava che finalmente le loro parole fossero riuscite a toccarlo in profondità. Ma ancora il rancore restava attaccato alla Zenko come un vestito cucito apposta per lui. Nutrito e rafforzato da quella sfiducia, dalla consapevolezza del male causato, dalla sofferenza…una specie di circolo vizioso da cui il Rosso non aveva proprio idea di come farlo uscire! Avrebbe potuto dirgli ciò che Kai aveva detto a lui, tanti anni fa… “Esci da sotto quel letto! E vieni a proteggere la tua famiglia sul serio!” Un invito ad affrontare di petto ciò che aveva causato, a rimediare. E probabilmente lo avrebbe fatto…se solo non fosse accaduto l’impensabile.

Da principio si sentirono delle grida concitate provenire dall’esterno, seguite da un botto sul portone a da grida più vicine, più alte, quasi un ringhio. Sul momento pensò che i Corrotti fossero riusciti a passare e che stessero ammassandosi sulla porta per irrompere nel tempio. Si voltò preoccupato, ma non appena le enormi ante delle porte si spalancarono, spaccando e gettando un po’ ovunque la melma che sigillava l’uscio, tutto ciò che Yu riuscì a fare fu restare imbambolato e incredulo. Bastò Natsume ad esprimere lo stupore di entrambi, perché lì, proprio lì, c’era Umeko. Com’era possibile? Avevano chiuso quella dannata stanza, le finestre non erano abbastanza grandi da permetterle di passare e si erano raccomandati piuttosto chiaramente con la vecchia kitsune di non aprire assolutamente la botola che portava al soppalco. Quindi perché diavolo Umeko era lì?!
Le sue condizioni sembravano peggiorate da quando se n’erano andati. Varcò a fatica la soglia del tempio e appena fu dentro fu chiaramente visibile che le macchie sul suo viso e sul suo pelo si fossero estese maggiormente. Adesso anche uno dei suoi occhi d’ambra era stato intaccato, divenendo violaceo proprio come quelli di Yoyuki. Respirava male, quasi un rantolo, eppure…eppure la decisione sul suo volto confutava quel suo stato. Non sembrava sotto il controllo della Zenko, tanto che lui stesso reagì stupendosi del fatto che la corruzione si fosse arrestata! Quindi sì, si era estesa, ma non tanto come avrebbe dovuto…in che modo fosse riuscita Umeko a fermarla, non era dato saperlo. Ma, in qualche modo, ci era riuscita! Aveva combattuto quegli incubi fino a riuscire ad imporsi su quella maledizione. Sperava che questo rincuorasse un po’ Natsume che fino a quel momento era sicuramente rimasto con la preoccupazione legata alle viscere, cosa peggiorata non appena la volpina era arrivata lì, sorprendendo tutti. Ma Umeko non aveva intenzione di limitarsi a quello.


NO! Ferma, Umeko!

Fu un attimo. Le dichiarazioni d’intento della piccola volpe bionda, precedettero il suo scattare verso Yoyuki. A nulla valsero i richiami del Fulvo e del Rosso. Umeko, sorda alla loro preoccupazione, afferrò con veemenza la luce sul petto della Zenko e la strappò via.
Un grido lacerante. Un bagliore intenso. E Per un momento tutti furono ciechi.
Non servì a nulla coprirsi gli occhi col braccio se non ad aiutarsi nel momento in cui riuscirono nuovamente a riaprirli. Yu sbattè le palpebre più volte, prima di riuscire a mettere a fuoco la scena che aveva davanti, ma quando finalmente ebbe modo di dipanare quella nebbia che gli offuscava lo sguardo, Umeko giaceva a qualche metro da loro, riversa su un fianco, ferita. Mentre Yoyuki…Yoyuki era in ginocchio, respirava affannosamente reggendosi con le mani a terra. Ma era diverso. Era lo Yoyuki che aveva sbirciato nei ricordi di Kurama!
Candido, come la neve. Alle sue spalle, invece, un mostro di melma violacea, ancora parzialmente attaccato alla sua figura. Il portale era ancora lì, mentre cercava di riformarsi traendo forza dal rancore, e le volpi-faccia erano sparite. Che diavolo era successo?! Era come se Umeko, strappando quella luce, avesse separato Yoyuki da quel sentimento fuori controllo che lo stava divorando. Ma come cavolo..?


« YU! Non è il momento adesso! »
Scusami, hai ragione. Avrò tempo dopo per capire.
« Esatto, pensa a metterli in salvo piuttosto. »

Per quanto gli scocciasse ammetterlo, Kurama aveva ragione.
Fatte dissolvere le Kitsuneo, corse di primo acchito verso quella folle volpina che aveva compiuto quel miracolo. Si accucciò accanto a lei, assieme a Natsume, per controllarle la ferita. Le vesti sul petto erano impregnate di sangue, e l’odore di ferro gli pizzicava al naso, ma non sembrava esageratamente grave. Un taglio profondo, certo, procurato probabilmente dal rancore che aveva tentato di ribellarsi, ma non era in pericolo di vita, per fortuna. Tuttavia andava curata. Questo era sicuro, non potevano lasciarla lì in mezzo.


Per fortuna non è fatale… Sospirò il Rosso, rivolgendosi sia a Natsume che alla volpina che era ancora parzialmente cosciente. Sei stata sconsiderata, avresti potuto non cavartela così alla buona!

Gomen… le voce di Umeko era rotta dal pianto. Non potevo…non volevo…lasciarvi. Era evidente soffrisse per la corruzione che ancora divorava il suo corpo, benchè ferma, e per la ferita appena procurata. Forse anche per la paura di averli fatti arrabbiare.

Baka! Fu Natsume a redarguirla di nuovo. Non ti sforzare a parlare ora, risparmia le forze.

Una terza voce si aggiunse alla loro. Yoyuki, con le poche forze che aveva, si mostrò pentito. Difficile dire se più per cosa aveva fatto alla piccola Umeko in primis, se per quell’ultima ferita, se per tutto quanto o se per qualcosa di più grande. Quel sospetto che Yu aveva avuto al sentire la storia del battesimo di Umeko, ora sembrava decisamente più concreto. La Zenko già sapeva. I suoi occhi avevano visto cosa sarebbe accaduto, cosa avrebbe causato con le proprie stesse mani e la volpina bionda era essenziale perché…sarebbe stata l’unica a poter combattere a quel modo la corruzione ed ergersi contro di lui a quella maniera, riuscendo anche a strapparlo dal rancore. Per questo era importante che Natsume si prendesse cura di lei.
Gli occhi del Rosso si spostarono su Yoyuki: se era così, lui sapeva anche già del suo arrivo. Diede una pacca sulla spalla a Natsume a mo’ di “aspetta un attimo”, prima di alzarsi e dirigersi verso la kitsune albina. Una voltadi fronte a lui, fu però Kurama a prendere parola per primo.


« Sei in condizioni talmente pietose che non mi viene nemmeno voglia di prenderti a pugni. » Il suo modo per palesare il sollievo che provava nel vederlo finalmente normale.

Un debole sorriso da parte di Yoyuki. Il primo sincero.
Mi rimetto in un attimo e ti faccio divertire.

E Kurama avrebbe risposto volentieri a quell’invito nostalgico, ma per Yu non era quello il momento delle rimpatriate. Quella battaglia non era ancora minimante finita. Anzi, doveva ancora iniziare per davvero!

Avrai modo di farlo dopo, ma non è questo il momento. Avvisò il Bijū, per poi rivolgersi alla Zenko. Come non è tempo e luogo per chiedere perdono.

Decisamente non lo era. Il rancore era ancora saldamente attaccato alle code e ai piedi di Yoyuki: andava tirato via da lì e portato al sicuro assieme a Umeko. Ma non poteva farlo da solo, aveva bisogno di una mano. Anzi, due! Soffiò quindi una serie di bolle che andarono ad unirsi in una forma umanoide che, ben presto, assunse l’aspetto stesso del Rosso. Fu con l’aiuto del suo Clone che Yu si preparò a staccare completamente il Benedetto di Inari da quella melma. Uno a sorreggerlo da un lato, mentre l’altro da quello opposto, i due Yūzora, ricevuto l’assenso a procedere da parte di Yoyuki, lo tirarono prima in piedi, per poi agire in modo da toglierlo da quella melma. Aveva una bella presa quella schifezza, ma aiutati anche dalla Zenko stessa, riuscirono a tirarlo via di lì in qualche istante, con un rumore disgustoso di fanghiglia che si lascia e si rimette assieme per coprire il buco.

Natsume! Prendi Umeko, dobbiamo allontanarli da questa roba.

Senza protestare, la kitsune sollevò delicatamente la compagna ferita, iniziando a guardarsi attorno alla ricerca di un posto minimamente riparato dove poterla portare. In quel momento Umeko era la sua priorità. Aveva sofferto tanto, continuava a farlo, eppure pensava sempre agli altri, quella sciocca! Era il momento che anche lui facesse qualcosa per lei di concreto.
Però in quel tempio non c’erano molti “posti sicuri”. L’unico che potesse definirsi tale era l’altare, ma era troppo vicino al rancore, non andava bene. Avrebbero dovuto accontentarsi.


Portiamoli lì! Fece, indicando l’angolo più lontano della stanza, nei pressi di una colonna. Dovrebbe andare bene.

Mentre il rancore ribolliva pericolosamente alle loro spalle, shinobi e kitsune si allontanarono per portare i feriti e i debilitati nel luogo indicato dal Fulvo. Giunti lì, Yu e il Clone fecero sedere Yoyuki a terra, accompagnandolo delicatamente, così che potesse appoggiarsi al muro. Natsume invece, adagiò con cura la piccola Umeko vicino alla Zenko, preoccupato come non mai. Glielo si leggeva negli occhi ramati e in quelle orecchie abbassate, come se fosse appena stato rimproverato. Non era un posto granchè protetto quello, ma conveniva anche il Rosso che fosse l’unico un po’ meno peggio disponibile. Avrebbe fatto bene a lasciare indietro il Clone per proteggerli, anche se contava un po’ anche sull’aiuto di Yoyuki che, era sì indebolito, ma era comunque una potente Zenko. Qualcosa avrebbe potuto fare. D’altronde Umeko se lo meritava.

Ora è il tuo turno. Disse semplicemente così, rivolgendosi al Benedetto di Inari. Senza aggiungere altro, senza specificare nulla, lasciando che fosse unicamente il suo sguardo ad esprimere ciò che le parole non facevano.

Questa volta non fallirò. Fu la risposta di Yoyuki. Fai fuori quell’ammasso di putridume, giovane meritevole. Se non per me…per loro.

Il modo in cui guardò Umeko dopo quelle parole, fu la conferma finale che fosse tornato lo Yoyuki che tutti amavano. Era davvero lo sguardo di un padre, proprio come quello a cui aveva accennato Natsume nel suo racconto. E Umeko, lei…lei, nonostante la sofferenza lo stava guardando con un sorriso splendido e gli occhi pieni di lacrime. Non servivano parole per leggere ciò che stava dicendogli. “Bentornato a casa” sussurrava quell’espressione. Una scena dolcissima, che un po’ fece sentire Yu geloso, ma fu solo un sentimento passeggero. Era contento che finalmente Umeko fosse tra le braccia di suo padre. Natsume, invece, sembrava ancora un po’ - un po’ tanto - arrabbiato con lui, ma non si intromise lo stesso in quel momento.
Le accarezzò la testa Yoyuki, toccandole la fronte con due dita e immediatamente le palpebre calarono sugli occhi eterocromi della volpina che cadde in un sonno profondo.


Umeko? Umeko! Ehi!

Ai suoi richiami insistenti colmi di preoccupazione, fu Yoyuki a rispondere. Sssth…Sta solo riposando, se lo merita dopo quello che ha passato. Un gesto gentile, pareva che la Zenko non volesse farle vivere ulteriormente quella brutta esperienza, ma Natsume aveva delle ovvie rimostranze in merito.

Quello che TU le hai fatto passare! Sibilò a tenti stretti, gli orecchi piegati indietro e tono per nulla amichevole. Lei forse ti avrà già perdonato, ma io n..mgfhmmgf?! Morse la mano di Yu che gli aveva passato un braccio attorno al collo arrivando a coprirgli la bocca. Che stai facendo?!

Lo shinobi lo tirò a sé. So che muori dalla voglia di dirgliene quattro, ma non è il momento. Sussurrò. C’è un lavoro da finire e per farlo ho bisogno di te. Si allontanò, liberandolo dalla presa, prima di piegare il capo di lato e chiedergli Mi aiuterai?

…Solo perché sei tu. Un mezzo broncio a orecchie basse, ma la coda sbatteva contro le gambe di Yu. Si ritenne soddisfatto.

Arigatō. Gli sorrise, per poi rivolgersi al proprio Clone, dandogli le disposizioni del caso. Il tono totalmente differente da pochi istanti prima. Proteggili, e dai un’occhiata alla ferita di Umeko, dovresti avere il necessario per una medicazione di primo soccorso.

Lasciò che Natsume salutasse la compagna, prima di avviarsi con lui verso l’agglomerato di rancore che spadroneggiava nel bel mezzo del tempio. Una creatura enorme, ribollente di melma, senza una forma propria che lo definisse. In fin dei conti non era che questo. Lo scarto di ciò che restava di quell’emozione negativa che aveva generato quel disastro. Un qualcosa che, arrivati a questo punto, non poteva più essere accettato o interiorizzato. Era cresciuto troppo! Aveva assunto una presenza reale e palpabile! Si era concretizzato ed aveva invaso non solo il corpo di Yoyuki, non solo quel tempio, ma anche parte dell’esterno. Andava debellato. E per questo c’erano loro.
Allontanatisi dall’angolo in cui avevano lasciato i feriti e il clone, Yoyuki aveva eretto una barriera per difendere lo sparuto gruppetto. Quasi invisibile, una presenza eterea che si intravedeva solo per la distorsione che creava nella luce. A quella distanza, mentre la Zenko li osservava avvicinarsi allo scontro finale, Yu non potè sentire ciò che disse, quasi sovrappensiero. Quel
Così deve essere fu unicamente il suo clone a sentirlo, mentre si apprestava a portare le prime medicazioni alla ferita di Umeko. Yu lo avrebbe scoperto solo più tardi, se fosse sopravvissuto.
Ma a ben guardare, sia lui che Kurama che Natsume non avevano per nulla intenzione di non arrivare al giorno seguente. Il chakra del Kyūbi fluiva ancora più potente di prima nel Rosso. Questa volta il suo corpo portava chiaramente i segni della presenza del Bijū. Artigli neri sulle mani, zanne che spuntavano dalle labbra superiori e quegli occhi scarlatti come il sangue, segnati da dei marchi neri attorno che ne mettevano ancora più in risalto l’iride. Le ferite subite poco prima, così come il morso di Natsume, stavano via via sparendo. E Yu sembrava più agguerrito che mai.


Sei pronto? Erano proprio davanti al mostro quando pose quella domanda. Adesso possiamo smetterla di giocare in difesa. E nel dirlo, allungò la mano destra avanti a sé, proprio come aveva fatto nel combattimento di poco prima, solo che ‘sta volta il suo diretto bersaglio era il fulcro di quel disastro.

Puoi scommetterci! Natsume era preparato. Adesso sapeva che con quell’attacco Yu faceva apparire le spade di chakra che gli sarebbero servite, ma che per qualche istante sarebbe stato vulnerabile. Quindi ci avrebbe pensato lui! Fuochi fatui si formarono nell’aria, volteggiando attorno alla kitsune, mentre due già erano nelle sue mani, pronti ad essere lanciati.

E tu, Kurama?
« Mai stato più pronto ragazzo! Lasciami affondare le zanne in quella melma e vedrai! »

Sogghignò, mentre le Kitsuneo si posizionavano e il dardo di chakra era bello che pronto. Condensato al punto giusto. Attese giusto qualche istante, prendendo la mira - non che fosse difficile da prendere con una cosa così grossa - e lasciò andare. Una scia di luce ad alta intensità che ci scagliò impietosa contro il bersaglio.

Ikuzo!

 
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