La forza portante del cinque code, Addestramento Jonin con base Exp

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view post Posted on 25/5/2020, 01:06     +1   -1
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Ichigo

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Diciamo che non si aspettava di intimorirlo, questo era chiaro, ma non voleva nemmeno passare per quello spaventato. Inutile dire che un po' lo era, non sapendo dove si trovasse e quanti nemici avrebbe dovuto abbattere per uscire da quel postaccio, perché sarebbe uscito ovviamente. Poteva esserci solo l'Artiglio, oppure l'intera organizzazione in ritrovo spirituale, o qualcosa del genere. Non voleva nemmeno pensare a quanta fatica avrebbe dovuto fare per ucciderli tutti, anche se sicuramente si sarebbe divertito, non era convinto che ne sarebbe uscito intero. Ovviamente era ottimista a riguardo, non aveva pensato neanche per un secondo che quella sarebbe stata la sua ultima giornata, che lo avrebbero fermato a metà strada. Il problema era che i propositi erano tatno buoni, le convinzioni non lasciavano spazio a dubbi, ma la sicurezza era quanto più distante potesse essere. Non era lui quello nella posizione di vantaggio adesso. Non aveva più il sangue di un membro di Akatsuki in corpo da poter usare come deterrente, per non parlare del chakra. Non riusciva a mescolare il suo, Kokuoh era latitante e Ichigo pareva morto. Insomma, tutto sembrava remargli contro. Nonostante questo decise che non avrebbe abbassato la testa davanti al suo rapitore. Avrebbe fatto capire chiaramente come in quella stanza, non era lui quello in pericolo, anche se al momento non si poteva certo dire che questo fosse vero. Non si rese nemmeno conto di aver rivelto il nome del Big Bro. Perché? Perché aveva sopravvalutato il nemico semplicemente. Si stava continuando a ripetere quanto l'Artiglio fosse uno stupido e poi aveva finito per dargli più credito di quanto non meritasse. Se davvero lo avevano osservato, quanto potevano essere tardi per non aver capito di quale demone si trattasse? Dopotutto non aveva tentacoli, non aveva ali, non sbavava, non aveva fiamme verdi o blu, insomma, il cerchio si restringeva parecchio. Uniamo tutto al fatto che, dopo la comparsa delle bestie, non ci sarebbe certo voluto molto ad arrivare in contatto con qualche leggenda sul loro confronto. Erano divinità che avevano già calpestato il continente nelle ere precedenti, quindi avrebbero facilmente trovato informazioni. Se poi consideriamo che lui avesse messo in mostra la maestria nei cinque elementi più di una volta, anche contro di loro, aveva assunto che conoscessero l'identità della bestia. Invece no, erano molto meno informati di quanto non ci si aspetterebbe da Akatsuki. Poco male, ormai non poteva tornare indietro e sistemare la questione, ovviamente con il senno di poi avrebbe preferito mordersi la lingua, ma anche questo era latte versato. - Wait a second... Fammi capire... Tutto questo mistero, "ti abbiamo osservato blablabla" e nemmeno sapevate che demone avessi in corpo? Non siete molto abili a tenervi al passo con le informazioni, right? -

E questo ovviamente non faceva altro che accrescere la sua stizza, sapendo che era stato proprio lui a fornire loro delle dettagli apparentemente così preziosi. Inoltre lo stupore dell'artiglio lo infastidiva moltissimo. Sempre con questa storia. Non avevano capito che era tutto vero durante il combattimento? Di cosa dubitavano ancora? Avevano bisogno di prendere una tazza di té con Kokuoh per esserne sicuri? Beh Eiji li avrebbe invitati volentieri, sarebbe bastato sciogliere quel sigillo, in modo tale da fa manifestare la bestia. Niente di così grave infondo. Prima la lama e poi quel suo afferrargli il viso, andando a colpire nuovamente l'anima. Arrivarono ad essere letteralmente faccia a faccia, tanto che se non avesse iniziato ad avvertire un dolore così intenso, Eiji avrebbe potuto pensare che l'Artiglio volesse baciarlo. C'era qualcosa di strano questa volta, per quanto percepisse chiaramente quel bruciore, era come se non arrivasse direttamente da lui, ma da un terzo, qualcuno con cui era sempre profondamente collegato, ma questa volta in particolar modo. Poi percepì un urlo di rabbia e dolore provenire da dentro di sé, finalmente era tornato a sentirlo. Era Kokuoh, stava soffrendo ed Eiji sentiva esattamente quello che il suo fratello provava. - Its... Fine Bro! Vedrai che ne usciremo... Insieme... - Disse, mentre avvertiva il pentacoda mentre si schiantava ripetutamente contro la barriera, voglioso di infrangerla e liberare la sua piena potenza.

Venne spinto via, dopo che l'Artiglio pareva aver constatato che effettivamente la bestia abitasse nel suo corpo, era parte integrante del suo essere.
- Non hai capito! Sei tu ad essere chiuso qui con me, TU! - Disse sprezzante, probabilmente mosso da una rabbia improvvisa dettata da quel dolore inferto al fratello e che aveva percepito come proprio. Poteva sembrare una minaccia vuota, insensata, ma qualcosa stava succedendo nel corpo del ragazzo, nella sua anima. Percepiva chiaramente che quel sigillo stava dando cenni di cedimento. Non poteva dire quando e come sarebbe stato infranto, ma non sarebbe durato per sempre. Doveva solo trovare il modo di forzarlo con maggior velocità, così da essere pronto allo scontro non appena l'Artiglio fosse tornato nella stanza.

Avrebbe iniziato a concentrasi, cercando di smuovere il suo chakra legato a quello del Bijuu, se non fosse stato per una voce. Aprì nuovamente gli occhi che aveva chiuso per cercare di isolarsi al mondo. Si agitò sulle catene cercando di vedere il volto dell'interlocutrice, ma non riuscì a scorgerla. Rimase silente come da lei consigliato, comprendendo che se avesse fatto troppo rumore avrebbe potuto attirare attenzioni indesiderate. Percepiva qualcosa di famigliare in lei, anche se non riusciva minimamente a capire cosa. Memorizzò in fretta le istruzioni, aiutato dalle altre due menti al momento disponibili. Quando cadde a terra, voltandosi di scatto, non vide nessuno, nemmeno un rimasuglio di quella presenza che era convinto fosse stata lì fino a poco prima. Cosa fare?
- We can't trust her! Non sappiamo chi fosse, se si trattasse di una trappola? Dovremmo aspettare l'Artiglio ed ammazzarlo... Per Ichigo. - Non potrei desiderare la testa di qualcuno più ardentemente della sua, ma non è questo il momento. Il sigillo sta cedendo, ma potrebbe essere questione di minuti, come di ore. Se dovesse tornare e trovarci liberi, la battaglia sarebbe inevitabile e senza chakra avremmo perso in partenza. - Niko ha ragione... Avremo tempo per vendicare Ichigo, ma non sembra essere questo il giorno... I'm sorry Bro. - Il tutto venne proferito mentre, di sottofondo, il rumore di Kokuoh che si abbatteva contro la barriera si faceva sempre più pesante, scandito da intervalli più brevi di volta in volta. Eiji quindi decise di fidarsi. Dopotutto non avevano altra possibilità se non quella al momento. Anche se si fosse trattato di una trappola, non poteva certo andare peggio di così, appeso come un salame senza chakra. Muovendosi non solo avrebbe guadagnato tempo per la rottura del sigillo, ma se la fortuna gli sorrideva, avrebbe anche trovato la libertà seguendo i consigli della misteriosa donna.

Quindi uscì dalla stanza, cercando di seguire passo passo le indicazioni della sua presunta salvatrice. Si sarebbe diretto a sinistra, per poi proseguire per quattro passi e cercare il famoso buco nella parete di destra. Non avrebbe dovuto metterci molto, aiutato dalla vista sempre buona, dal tatto e dalle capacità sensitive delle falci. Finalmente avrebbe imboccato la strada della libertà, iniziando a strisciare come un verme, badando di non fare rumore, nella speranza di non essere stato visto e, soprattutto, di scorgere la luce quando più in fretta possibile. Nel frattempo, nel suo corpo le falci e Kokuoh stavano lavorando di squadra, cercando di abbattere quella barriera da un lato e dall'altro.

 
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Nonostante il desiderio di vendetta suo e delle sue falci, Eiji decise di fidarsi. Che altre opzioni aveva d'altronde? L'Artiglio aveva già dimostrato di poter eludere il suo essere immortale con quei fendenti spirituali e in ogni caso, mettersi a fronteggiare testa a testa un membro di Akatsuki colmo di rabbia non era il caso. Seguì le indicazioni della donna alla lettera e seppur titubante, avanzò lungo lo stretto passaggio sulla parete. Sembrava interminabile: lei aveva detto cinque minuti di buio con alla fine una luce in fondo al tunnel, ma quello sembrava un passaggio diretto per l'inferno, senza luce, senza rumori, tra polvere e fango, con da una parte la paura di essere braccato dall'Artiglio e dall'altra quella di essere stato fregato da una sconosciuta. Non poteva più tornare indietro, aveva già fatto troppa strada per sperare di farla franca al nukenin, eppure quell'oscurità stringente sembrava una prigione anche peggiore delle catene che lo avevano tenuto legato al soffitto per le braccia. Poi però, quando cominciò a mancargli il fiato, vide davanti a sé un fascio luminoso rischiarare la polvere del posto, e non poté dire di aver assistito a visione più meravigliosa in quelle ultime ore. Come rinvigorito da nuova forza, si spinse oltre gli ultimi metri e notò una figura incappucciata che era lì ad attenderlo, con la mano tesa per aiutarlo a venire fuori da quel buco. Il vento gelido che lo accolse gli rivelò di trovarsi ancora nel paese della Neve e il terreno candido e agghiacciante che lo circondava fece il resto. Si trovava in mezzo al nulla, praticamente al centro di una distesa di neve con a Sud la sagoma del casolare appena percettibile nella caligine, e a Nord quella che sembrava essere una foresta. Tra il vento e la neve che cominciarono a fioccare, il Jonin scrutò dunque sotto il cappuccio della figura e vide due luci azzurre, glaciali, fisse nella neve cadente e alcune ciocche rosso fuoco che le ricadevano ondulate davanti al viso. C'era qualcosa di familiare in lei, ed era palese la somiglianza alla Mano di Akatsuki per quanto, e di questo poteva esserne certo, non si trattasse di lei.
Ce l'hai fatta, bene. Esordì con un sorriso, mostrando immediatamente i suoi lineamenti morbidi e giovani, con sul viso un trucco piuttosto particolare: sugli occhi aveva un eyeliner riconducibile a quello che si usava a Kumo, ma la pennellata di cobalto sulle ciglia, Eiji non l'aveva mai vista a nessuna delle ragazze del villaggio. La sua pelle era però olivastra e per quanto non fosse una prova inconfutabile, era probabile fosse del Fulmine. Poi ancora, nel guardarla, continuava a sentire quella sensazione di familiarità che non aveva nulla a che vedere con la sua somiglianza alla Mano, era una sensazione insopportabile.
Ascolta, non abbiamo molto tempo prima che l'Artiglio si accorga della fuga. E' il capo spia di Akatsuki, nessuno è più bravo di lui nel fiutare una preda. Dobbiamo andarcene ora, potrò spiegarti chi sono quando saremo al sicuro. Indicò la foresta e senza aspettare la prima mossa del giovane, saettò verso quella direzione. Cerca di stare al passo! Lo concedendogli un'altra volta quel suo sorriso splendido e stavolta con una punta di provocazione. Voleva spronarlo a dare il meglio, voleva a tutti i costi salvarlo da quella caccia all'uomo. A ogni modo, dovevano muoversi, l'Artiglio era già comparso una volta senza essere minimamente percepito, durante lo scontro con la Mano, e per quanto ne sapesse poteva già essere sulle sue tracce.
Nel frattempo, il sigillo che mescolava il chakra dello Jashinista e quello di Kokuoh sembrava ormai sul punto di venire spezzato dagli sforzi dei due fratelli. Eiji poté sentire l'energia tornargli sulla punta delle dita e il ruggito della bestia a cinque code riecheggiare dentro di lui, mentre tra le montagne che contornavano l'altopiano su cui si trovavano, il vento fendeva l'aria e il suo ululato creava l'impercettibile canto di una donna. Il Requiem del vento? No, la Mano era morta e su questo non c'erano dubbi, ma il suo spirito sembrava vagare ancora per i meandri del passo, alla ricerca di colui che le aveva trafitto il cuore.
 
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Non era la rabbia dell'Artiglio a spaventarlo, anche lui era arrabbiato tanto quanto il nukenin se non di più. Erano stati loro ad attaccarlo, loro a farsi avanti e sfidarlo, se non erano pronti ad accettarne le conseguenze avrebbero semplicemente dovuto starsene nel loro covo. Ichigo invece non aveva fatto niente di male, il suo fratello maggiore che era stato eliminato dall'Artiglio. Se non fosse stato per quel sigillo forse Eiji avrebbe dato ascolto al Sanmaru. Niko probabilmente non sarebbe riuscita a reprimere il suo desiderio di vendetta e, con il chakra a disposizione, avrebbero fatto giustizia per la falce caduta. Sfortunatamente, o forse fortunatamente a seconda dei punti di vista, questo non era successo e lui adesso stava strisciando fuori dalla sua prigione. Non sapeva dove si sarebbe trovato una volta raggiunta l'uscita, sperava solo che non fosse passato troppo tempo e che non si trovasse troppo distante da Kumo. Inoltre quella donna lo intrigava, ma non strettamente in senso positivo. Per quanto gli sembrasse famigliare, non poteva dire di conoscerla e di fidarsi di lei. Sarebbe potuto cadere dalla padella alla brace, anche se definire "padella" la situazione da cui stava scappando forse era riduttivo. Il tempo passava e lui procedeva, da quando aveva lasciato quelle catene e si era infilato nel tunnel non era successo niente. Nessun allarme, nessuno schiamazzo, sembrava che la sua fuga fosse passata inosservata, almeno per il momento. Ovviamente non sperava che la cosa continuasse in eterno, ma più tempo poteva guadagnare, meglio era. Sapeva che l'Artiglio si sarebbe lanciato in un inseguimento sfrenato una volta scoperte quelle catene spezzate e pensare a come li aveva travolti durante lo scontro non aiutava. Era veloce, troppo, probabilmente riusciva persino a passare inosservato ad lacune abilità sensitive. I suoi colpi poi, piuttosto efficaci contro una persona che non trova punti deboli nel suo corpo, anche se non si poteva dire lo stesso per l'anima.

Avanzava nel buio e nel silenzio, anche se quelli che dovevano essere cinque minuti parevano essere diventati ore. Man mano che avanzava quel posto gli stava sempre più stretto, non letteralmente, ma si sentiva schiacciare da quell'oscurità, in preda al malsano pensiero che quella fosse tutta una trappola, un gioco di Akatsuki per fargli credere di avere una via di fuga. Della luce nemmeno l'ombra, sempre e solo tenebra che continuava a premere sula sua carne, mentre il suo spirito era ancora provato dalla mancanza del chakra e del contatto con Kokuoh e Ichigo.
- Cinque minuti eh?! Stramaledetti cinque minuti. Sure. - Le strada se la sarebbe aperta da solo. Sarebbe arrivato al vicolo cieco che ormai si aspettava di trovare, ma per allora il sigillo sarebbe stato spezzato ed i suoi poteri sarebbero tornati. Allora avrebbe fatto piazza pulita dei suoi rapitori e di tutti i collaboratori che gli sarebbero capitati a tiro. Sarebbe tornato a Kumo con una collezione di teste, che avrebbe scambiato con le taglie di tutte quelle persone che avevano avuto la pessima idea di mettersi sulla sua strada. Ma proprio mentre la sua rabbia stava per raggiungere il picco, ecco che quella luce colpì il suo viso. Ad attenderlo un vento gelido e quella giovane donna che lo aveva soccorso quando era ancora appeso per le braccia come un salame. C'era davvero, lo aspettava con il braccio teso per aiutarlo ad alzarsi. Ne approfittò, mettendosi i piedi e rendendosi contro che era ancora nel paese della Neve. Probabilmente non era passato molto tempo da quando era stato catturato e, soprattutto, non erano andati molto lontano.

Finalmente riuscì ad osservare la sua salvatrice, scoprendo che era veramente bellissima. Ricordava la Mano per certi versi, ma chiaramente non era lei, anche perché questa si reggeva in piedi, respirava e non aveva un buco nel petto. Rimase molto colpito dalla giovane continuando a chiedersi chi fosse e perché quella sensazione di conoscerla continuava ad opprimerlo, nonostante lui non si ricordasse dove o quando avesse potuto incontrarla. Anche perché, diciamocelo, probabilmente se la sarebbe anche ricordata una come lei. Sembrava essere di Kumo, proprio come lui, ma era più particolare delle ragazze che incontrava per le strade, aveva qualcosa in più. Forse il trucco, ma non si poteva dire che lui fosse uno particolarmente attendo a queste cose, almeno non sempre. Avrebbe voluto riempirla di domande, ma la giovane aveva la strana capacità di intervenire più in fretta di quanto non fosse in grado di fare lui. Wow. Sentirla parlare non fece altro che accrescere la sua curiosità riguardo alla sua identità e, soprattutto, a come fosse a conoscenza del fatto che l'Artiglio fosse proprio capo spia. Tutti lo conoscevano come membro ovviamente, ma avere informazioni così dettagliate non era un vanto comune. Lei si mosse immediatamente, lasciando Eiji leggermente spiazzato. Portò prima lo sguardo alla foresta, poi alla casa che si vedeva in lontananza, comprendendo che quello doveva essere il luogo da cui era fuggito. Non se lo fece ripetere due volte comunque. Aveva fatto trenta, tanto valeva fare trentuno. Quindi si lanciò all'inseguimento della sconosciuta. Non era stato particolarmente rapito da quella che sembrava una velata sfida, quanto da come si stava comportando in quella situazione. Non solo si era intrufolata nel covo in qualche modo, ma adesso parlava con lui come se fosse completamente sicura che tutto sarebbe andato per il meglio. Doveva essere forte, questo era indubbio, ma quanto? Più dell'Artiglio? Forse. Per il momento non si augurava di doverlo scoprire, ma qualcosa gli diceva che, se anche avesse dovuto farlo, il suo chakra presto sarebbe tornato da lui. Gli sforzi congiunti di tutti i presenti stavano dando i loro frutti. Poteva sentire la sua energia vitale tornare a scorrere dentro di lui, lenta ma inesorabile. Il sigillo era al limite e Kokuoh non tardò a ricordarglielo, andando ad emettere un ruggito che gli fece venire la pelle d'oca. Quindi Eiji sorrise, presto sarebbero tornati insieme e, se l'Artiglio li avesse intralciati, lo avrebbero ucciso proprio come avevano fatto con la sorella. Fu proprio questo pensiero a fargli notare che, oltre a percepire il proprio chakra, poteva anche sentire qualcos'altro. Era come se le montagne non avessero dimenticato il Requiem del Vento. Non aveva dubbi sulla morte della Mano, eppure gli sembrava che quella musica continuasse a risuonare per le pendici. Questo gli fece perdere rapidamente il sorriso.
- Dobbiamo sbrigarci. - Disse poi, accelerando il passo. Intanto i suoi sforzi per spezzare il sigillo aumentarono ulteriormente. Se fosse riuscito a infrangerlo per tempo, in qualsiasi posto si fosse trovato, avrebbe evocato un rapace ed inviato un segnale di pericolo a Kumo attavero il pennuto. Per quando la giovane l’avesse salvato, non poteva certo affidarsi totalmente a lei. Non la conosceva, come non conosceva i suoi fini.
 
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view post Posted on 2/6/2020, 20:15     +1   -1
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I due saettarono tra i fiocchi di neve e raggiunsero velocemente il bosco, sebbene quell'inquietante vento sussurrante sembrava potesse arrivare fin lì dentro. La misteriosa donna si concesse però un sorriso quando, guardando alle proprie spalle, vide il Jonin mantenere le aspettative: Sei veloce, scommetto che se avessi voluto saresti riuscito a sfuggirgli, quando ti ha attaccato la Mano. Lo sapeva, da quanto tempo lo stava tenendo d'occhio esattamente? Sembrava sapere tutto quello che gli era successo dall'attacco di Akatsuki in poi, e come aveva già notato Eiji sembrava sapere molte cose anche dei loro nemici. A ogni modo non rallentò di un metro il passo, continuando a saltare da un ramo all'altro, cercando di sfruttare l'ombra e le zone poco battute per nascondere le tracce.

Poi ecco un'energia, una forza inarrestabile proveniente dallo stomaco dello Jashinista, esattamente al centro del sigillo che l'Artiglio gli aveva disegnato. La ragazza trasalì, fermandosi d'un tratto, quando l'energia esplose e Kokuoh si palesò con tutto il suo chakra. La potenza degli elementi della bestia codata invase il bosco, e il vento al suo esterno, il requiem che continuava a risuonare fino alle valli, sembrò placarsi. Il Biju stava attaccando per difendersi, era come se la forza sprigionata verso il limitare della selva potesse tenere a bada il canto dell'inseguitore, e davanti a quello spettacolo pirotecnico, tra luci di saette e fiamme vorticanti tra i fiocchi di ghiaccio, la donna dai capelli rossi si permise un pollice su prima di riprendere la fuga.


Continuarono in quel modo per diversi minuti, e quando raggiunsero l'ultima reminiscenza di alberi, videro scavata nella montagna un grossa grotta buia. Doveva essere una delle uscite per il Passo di Shara, conosciuto ai viandanti per la caverna che da lì risaliva fino alla cima del monte evitando le bufere, collegando l'altopiano della Neve ai confini del Fulmine. La fanciulla non sembrava avere dubbi e senza neppure chiedere il parere del compagno, si fiondò nella grotta. Anche Kokuoh sembrava essersi calmato a quel punto, il vento e il canto non sembravano essere in grado di penetrare fino alle profondità del tunnel naturale. Da qui arriviamo al Passo di Shara, un passaggio tra le montagne che ci proteggerà dalle bufere del paese. Giunti lì saremo a un passo dal paese del Fulmine. Prudenza, queste caverne sono le preferite di banditi e viandanti in cerca di fortuna.
Nessuna presenza invece, non arrivarono particolari indicazioni a Eiji dalle falci e il cammino proseguì celere sebbene piuttosto buio. Non si erano fermati un attimo, non avrebbero potuto farlo, per quanto Kokuoh avesse fatto da schermo, l'Artiglio poteva dietro di loro, potevano sentire il suo fiato sul collo, i suoi passi felpati nella neve. Eppure la kunoichi riusciva a essere tranquilla, il suo viso era sereno, sicuro, e ancora, per Eiji, tremendamente familiare. No, non era il suo viso, né il colore dei suoi occhi o dei suoi capelli, era qualcos'altro che non riusciva a capire. L'aveva sulla punta della lingua, era lì, al suo fianco, e la cosa non gli causava il minimo disturbo, anzi, era assolutamente normale. Perché?

Poteva essere passata mezz'ora, come un'ora. Forse anche di più considerando l'oscurità in cui si inoltrarono dopo aver scalato l'ultima parete umida della grotta ed esserne usciti. La kunoichi aveva fatto strada tra cunicoli stretti e altri semi sommersi, conosceva quella zona a menadito e si era rivelata vitale. Eiji da solo sarebbe probabilmente rimasto a vagare in quelle venature per sempre. Fuori poteva dunque sentirsi la bufera battere sulle pareti rocciose delle montagne ma non su di loro, videro un sentiero che si infilava tra i monti in un'insenatura naturale, in cui riuscivano a passare solo radi fiocchi di neve dalle buche sulla roccia sopra di loro. Continuarono in salita ancora per circa mezz'ora, finché finalmente non giunsero al limitare della montagna, da cui poterono osservare le luci notturne di tutto il paese del Fulmine: avevano appena passato il confine.
Sei quasi a casa, sei stato bravo. Spero solo tu sappia che quello che hai fatto avrà delle serie conseguenze tra Akatsuki e il tuo paese. Ci pensò un po' - Tieni questa. Gli passò un lembo della loro veste con la nuvola rossa disegnata sopra. - Ti aiuterà a dimostrare di essere stato attaccato da loro. Adesso è meglio trovare un nascondiglio per passare la notte, non avrebbe senso continuare a quest'ora. Seguimi. Si mosse discendendo uno stretto sentiero che costeggiava la montagna verso destra, ma fatti circa dieci metri balzò di sotto nella neve, scomparendo alla vista del ragazzo.
Forza! C'è una grotta non molto distante da qui, ed è ben nascosta!
 
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view post Posted on 2/6/2020, 22:38     +1   -1
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Ichigo

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Alla fine dei conti era stato un esponente dell'armatura Raiton. Per quanto ormai avesse deciso di intraprendere una strada differente, qualcosa era rimasto in lui. La volontà di combattere corpo a corpo, l'utilizzo degli elementi ed una certa velocità nello spostarsi. Anche se non poteva certo farsene un vanto, da quanto aveva lasciato quel suo clan natale non si era più allenato per potenziare quell'ambito, almeno non come un tempo. Nonostante questo riusciva a starle dietro, anche se non era sicuro che la compagna stesse dando il massimo. Se da un lato non vedeva il motivo di trattenersi, vista la situazione precaria in cui si trovavano, dall'altro il suo essere così tranquilla lo spiazzava. Ciononostante lui continuava a correre, seguendola nella speranza che l'Artiglio non li avrebbe più trovati. Cercava persino di posizionare i piedi negli stessi punti della kunoichi, lasciando quindi meno tracce possibili al loro presunto inseguitore. - Thanks but... Dubito che sarei riuscito a sfuggirle. Oltretutto non era sola. - Ricambiò quindi il sorriso, quasi più per cortesia che per altro. Anzi, forse anche perché lei era bellissima e vederla mentre gli sorrideva era piacevole, ma questo voi non lo sapete, perché io non l'ho scritto. Proprio mentre continuavano la loro avanzata verso chissà dove, finalmente accadde quello che il ragazzo tanto sperava. Un ruggito spezzò il sigillo facendo tremare la carne del giovane. Da quel muro che lo isolava fuoriuscì Kokuoh, dirompente e irrequieto, pronto alla battaglia e voglioso di vendetta. Non poteva tollerare un affronto del genere, essere arginato, intrappolato, non c'era nulla che odiasse più di quello. La donna non poté fare altro che prendersi una pausa, vittima involontaria di quel potere che era esploso dal nulla. I cinque elementi tornarono a palesarsi. Vorticavano attorno a lui, quasi come se si stessero dando battaglia a vicenda. Sul volto del giovane, che si era fermato a sua volta, comparve un sorriso enorme, mentre fremeva per quella potenza riversata in lui tutta assieme. Finalmente poteva percepire il Big Bro, il suo chakra ed anche il proprio. Era libero, libero di combattere.

Nonostante questo i piani erano cambiati, nel momento stesso in cui aveva deciso di seguire quella sconosciuta, aveva rinunciato alla lotta, o almeno alla ricerca della stessa. Era ovvio che non si sarebbe tirato indietro se l'Artiglio si fosse palesato davanti a lui, ma nel profondo sperava che non succedesse. Sembrava che il potere di Kokuoh stesse contrastando quel canto che continuava a diffondersi per le montagne, il Requiem del Vento. L'unica spiegazione al suo permeare nell’aria che riusciva a trovare, era che anche l'Artiglio potesse replicare quella tecnica e che quindi fosse già sulle loro tracce, ma quel canto appariva più femminile, forse un po' troppo per essere emesso da lui.
- LET'S GO BABY! - QUELLA FORMICA! DOVE SI TROVA! - Niko, Sanmaru, spiegategli cos'è successo. L'importante è che almeno tu stia bene Big Bro... - E in quel momento la bestia codata si ricordò della fine che era toccata ad Ichigo, senza contare che nemmeno lei lo percepiva più. La sua ira crebbe, ma crebbe in egual misura la sua capacità di contenerla. Eiji poteva sentirlo, sul punto di esplodere per vendicare la prigionia ed il compagno, ma voglioso di non farlo per evitare problemi al gruppo. - Let's go! Non possiamo fermarci proprio ora. - Quindi i due ninja ripresero la corsa, mentre le falci aggiornavano la bestia. Purtroppo nemmeno lei sapeva di che sigillo si trattasse, quindi non poteva dare dettagli extra. Aveva semplicemente sentito il suo chakra e quello di Eiji fondersi, per poi essere imprigionati entrambi. Esattamente la stessa cosa che aveva percepito il giovane.

Proseguirono ed arrivarono fino all'imboccatura del Passo di Shara. Grazie alle sue conoscenze in merito di geografia ed orientamento, poteva dire di conoscerlo, anche se non del tutto ovviamente. Era molto probabile che la compagna avesse conoscenze superiori in materia, come del resto sembrava averle su tutto. No, non gli era sfuggito il riferimento alla Mano. Quindi lo stava osservando, forse seguendo. Ma chi era e cosa voleva da lui? Perché non si era mossa prima, magari aiutandolo quando era stato messo alle strette nel due contro uno? Forse, alla fine dei conti, non era una grande guerriera, ma solo una kunoichi ottima a muoversi silenziosamente e non essere notata. Questi dubbi avrebbero dovuto aspettare, perché non c'era tempo di parlare in quel momento.


Non sappiamo chi sia questa donna. - Intervenne la bestia mentre il ninja avanzava al fianco della stessa. - Possiamo davvero fidarci di lei? Se ci stesse tendendo una trappola? - I know but... Purtroppo non abbiamo molta scelta, se non fosse stato per lei a quest'era saremmo ancora appesi in quella stanza. Ciononostante teniamo gli occhi aperti, non voglio dubitare di lei, ma nemmeno illudermi che mi stia aiutando per semplice buon cuore. C'è qualcosa sotto... Come anche questa sensazione. Non capisco... Continuo a non capire. - La avvertiamo tutti, anche se penso che voi la sentiate molto più di me. - Che le falci percepissero quella famigliarità non era una sorpresa, ma che anche Kokuoh la sentisse era strano, molto. Un'umana che riusciva a far sentire in quel modo in dio sceso in terra? Che fosse un qualche strano tipo di illusione, volta a fare in modo che le persone fossero spinte a fidarsi di lei? Condivise i sui dubbi con tutti e ne convennero di continuare a seguirla, ma tenendola d'occhio. Questa però era tutt'altro che una tranquilla chiacchierata in chissà quale caverna. I due compagni procedevano sempre più spediti, perché potevano chiaramente sentire che dietro di loro qualcosa si avvicinava.

Finalmente uscirono dalla grotta, ma la strada non era finta, dovettero proseguire in salita per almeno un'altra mezz'ora prima di riuscire ad avere un secondo di pausa. Passarono il confine quando ormai era notte, ma almeno questa poteva dirsi una vittoria. Casa sua non era poi così lontana, quindi era giunto il momento in mandare un messaggio. Prima, però, c'erano un paio di cose di cui la ragazza voleva parlare con lui.
- Uhm?! Devo ringraziare te se sono arrivato fino a qui, anche se non conosco il tuo nome. - Inutile dire che non aveva pensato alle conseguenze politiche quando aveva fatto fuori la Mano, ma ormai era troppo tardi, non rimpiangeva quello che aveva fatto, lo riteneva necessario. Prese il lembo della tunica e gli venne un lampo di genio. - Hai per caso trovato una falce spezzata in due parti sul campo di battaglia? - Aveva dato per scontato che avesse recuperato quel lembo dallo stesso, anche perché non vedeva altre possibilità. - Aspetta un secondo! - Compose rapidi sigilli e, in una nuvola di fumo, ecco materializzarsi il suo pennuto. Washi aveva fatto il suo ingresso. - Bro, non ho molto tempo, siamo inseguiti da un membro di Akatsuki. Vola al villaggio e riferiscigli questo e la nostra posizione. - Non si dilungò in spiegazioni inutili, non serviva raccontare tutta la storia. Il pennuto dal canto suo parve abbastanza incredulo. Conosceva Akatsuki e sapeva di cosa erano capaci, quindi pensare che Eiji si fosse messo contro quelle persone non lo rese affatto felice. Non c'era nulla che potesse fare comunque, quindi annuì, intimando al ragazzo di fare attenzione, e poi si librò in cielo. Volò il più in alto possibile, per confondere la sua colorazione blu scura con il cielo notturno, in modo da non essere visto.

Finalmente i due ripartirono e, nuovamente, il ragazzo seguì la giovane. Si sarebbe diretto assieme a lei in quella caverna, ma non avrebbe aspettato neanche un secondo di più per farle delle domande.
- All right! Now... Prima di tutto ti ringrazio per l’aiuto, ma devo farti delle domnde. Chi sei? Perché mi stavi tenendo d'occhio e perché mi hai aiutato? Ma soprattutto... Perché continuo a pensare di conoscerti, anche se non credo di averti mai incontrata prima d'ora?
 
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view post Posted on 6/6/2020, 12:05     +1   -1
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La donna decise di rispondere alle domande una volta al sicuro, dopo aver raggiunto la caverna scavata nella montagna, lungo il dirupo che saliva e scendeva intorno al Paese del Fulmine. Entrarono udendo i propri passi riecheggiare nello spazio ampio e oscuro della grotta, e si insinuarono tra le stalagmiti che sorgevano dalle pozze d'acqua freddissima presenti. Seguirono un piccolo torrente che si perdeva nei meandri del dedalo, ma soltanto fino a uno spazio abbastanza pianeggiante per poter accamparsi. Eiji la vide dunque abbassare finalmente il suo cappuccio scuro, notando le meravigliose ciocche cremisi che le ricadevano lunghe e ondulate fino a sotto la spalla. Sull'orecchio sinistro aveva due piercing, uno sulla parta alta e un altro sul trago, entrambi raffiguranti degli strani cerchietti dorati. L'osservò togliersi anche la lunga veste ormai umida con grazia e femminilità, e rimase a guardare il corpetto che le faceva risaltare il fisico longilineo e gli scaldamuscoli sulle braccia che le vide togliersi. Scusami ma tra neve e umidità sono praticamente zuppa. Lungo tutto il braccio destro aveva un curioso tatuaggio raffigurante una sorta di pianta tropicale, o quantomeno le sue foglie, che si estendevano per tutto l'avambraccio. La donna alzò a quel punto lo sguardo verso il compagno regalandogli un meraviglioso sorriso, come volesse stemperare il probabile imbarazzo del Jonin che per quanto forte, immortale e con una creatura mostruosa dentro di sé, rimaneva un ragazzo anche piuttosto giovane. Mi chiamo Samari e sono una... potremmo dire, una collezionista. Viaggio ormai perlopiù da sola alla ricerca di qualsiasi cosa che possa interessarmi e aiutarmi a sopravvivere, e ho imparato a cavarmela per conto mio. Ho lasciato il villaggio ormai da qualche tempo. Non aveva specificato ma intendeva senz'altro Kumo, o comunque uno dei villaggio minori del Fulmine considerando le sue caratteristiche fisiche. Sembrava sincera, non avrebbe avuto senso altrimenti dargli quelle informazioni. Non ti mentirò, anche perché non mi sembri affatto uno stupido e dovresti averlo capito ormai, ma per un certo periodo ho collaborato anche con Akatsuki. Le informazioni sull'Artiglio, l'efficacia della fuga, i dettagli per scappare dal casolare in cui avevano rinchiuso Eiji, non erano certamente cose improvvisate. Vedi, quando eravamo soltanto delle bambine, io, Kumiko e Nori siamo rimasti orfani e senza alcun amico o parente che potesse prendersi cura di noi, e siamo stati costretti a crescere da soli, contando l'uno sull'altro per non sprofondare. Dovresti saperlo, crescere a Kumo da soli e senza nessun aiuto può essere dura per tre bambini.. al punto da prendere decisioni sbagliate. Eiji aveva già sentito quel nome, Kumiko, proprio dall'Artiglio, dopo essersi pugnalato al cuore per uccidere la Mano. Era proprio di loro che Samari stava parlando, della donna che lo aveva attaccato ed era finita in sacrificio a Jashin e del fratello che lo aveva catturato. Non vi era rancore però nelle sue parole, né alcun tipo di rabbia, solo una punta di sconforto: La Mano e l'Artiglio erano i miei fratelli ed eravamo originari di Kumo. Poteva averlo già capito ma sentirglielo dire risultò comunque una scoperta. La guardava negli occhi color ghiaccio e per un istante rivide i lineamenti delicati della donna che aveva ucciso.
Quando si unirono ad Akatsuki io mi dissociai, sebbene per un po' di tempo decisi di collaborare per il mio amore verso di loro, per la mia unica famiglia. C'era un uomo tra le nuvole rosse, Tensai Takei, che aveva un ideale all'inizio, uno scopo, ma quando quei colori offuscarono la mente di ognuno di loro tutto andò in malora. Iniziarono le guerre, Watashi, le bestie codate, e la gente cominciò a morire di fame. Akatsuki si isolò e Kumo... beh, non posso dire che abbia fatto diversamente.

Nel frattempo aveva acceso un piccolo fuocherello giocando con dei legnetti e il suo chakra, sistemando poi le rocce meno umide che trovava per mantenerlo e riscaldare l'ambiente. Prese posto lì di fianco, alzando i palmi delle mano verso la fiamma rinvigorente, luce di speranza di un quadro candido di neve, notte e l'ululato del vento.
Ti ho aiutato perché volevo scoprire che intenzioni avesse Akatsuki. Più che te, tenevo d'occhio loro. Non distolse lo sguardo dalle fiamme solo inizialmente, poi immerse quelle iridi vitree fino al profondo della sua anima, come stesse scrutando direttamente il suo cuore, a tu per tu con Eiji, Kokuoh e chiunque vi fosse lì dentro. Ah, riguardo la falce... no, non ho trovato niente, mi spiace. Nulla, poteva dire con sempre più convinzione di non averla mai conosciuta prima, eppure agli occhi del Jonin quella donna così meravigliosa sembrava sempre più familiare. Aveva ascoltato la sua storia, e aveva quella sensazione... come se stesse parlando con qualcuno che aveva imparato a conoscere da tempo, come amici, come fratelli.
E tu invece, chi sei esattamente? Una domanda inaspettata giunti a quel punto, o magari no, non troppo paradossalmente.

||Bene, siamo arrivati alla fine, per me "l'addestramento" può finire qui, così stiamo pari pari nei 20 post massimi concessi e continuerei il dialogo con lei in una role semplice al presente in un topic dedicato. Mi rendo conto sia stata una role piuttosto particolare ma in fondo hai maturato la tua bella esperienza in un combattimento contro due membri di Akatsuki. Direi che come allenamento per la vita ci stia tutto.

Role:
Ero molto curioso di vedere come sia cresciuto Eiji dopo le vicende di Hiro. Non ho seguito la giocata che hai avuto successivamente ma comunque mi aspettavo un cambiamento, o comunque una maturazione marcata. Direi che il progresso c'è, sebbene rimanga abbastanza una testa di cazzo che tende spesso a montarsi la testa. Il personaggio è comunque coerente con se stesso ma su due punti rimango perplesso, o comunque poco convinto: il rapporto con Kokuoh e la scoperta della "morte" di Ichigo. Il primo non l'ho ancora inquadrato benissimo, non so a che punto siete arrivati ma alla fine della missione con Hiro eravate piuttosto tesi, non si fidava ancora al 100% e qui ho visto un rapporto piuttosto fraterno, come fosse "la quarta falce". Ripeto, non ho seguito la giocata successiva alla quest di stabilizzazione quindi non so com'è continuato ma avrei preferito sviscerassi un po' più il loro rapporto. Certo è che in un addestramento di 10 post l'uno, dove per metà non vi siete nemmeno potuti parlare a causa del sigillo non posso pretendere niente, è vero, però io sono uno esigente e da te so che posso aspettarmi di più. Lavora molto su Kokuoh e Eiji perché loro due non sono come Eiji e le falci, il loro rapporto deve essere qualcosa di diverso, almeno secondo il mio modestissimo parere. Quanto alla "morte" di Ichigo mi aspettavo ovviamente un'esplosione emotiva più intensa, visto che comunque è uno dei suoi "amici" più cari, legati ad Eiji tramite un legame che trascende l'amicizia, o sbaglio? La reazione delle falci mi ha invece convinto abbastanza.
Voto: 7,5

Scrittura:
La scrittura didascalica by And è sempre apprezzata. Mi piace tantissimo lo stile e te l'ho sempre detto quindi ho abbastanza poco da aggiungere a quanto ti dissi nelle valutazioni della quest di stabilizzazione. Forse rispetto a lì, c'è stata una cura meno minuziosa nella rilettura che ha portato a diversi errori di battitura, forse pensando di affrontare una role di ben altra difficoltà e importanza. Beh, come sai questo per me non esiste, quindi ti becchi il voto calato.
Voto: 9

Strategia/Approccio:
Dulcis in fundo, Eiji ha imparato a pensare prima di agire. Qui la maturazione si è notata di più, visto che stavolta ha combattuto e agito mostrando SEMPRE grande accortezza ai particolari. Fantastica la tattica per uccidere la Mano che mi ha veramente spiazzato, portandomi a un esito dello scontro che non avevo minimamente previsto. Anche la fuga dalle catene mostra una capacità riflessiva che il vecchio Eiji non aveva, un tempo sarebbe andato a testa bassa contro l'Artiglio a morire malissimo. Invece se l'è giocata, ha rischiato e ne è uscito nel migliore dei modi. Se non sbaglio tra l'altro questa era la categoria dove avevi fatto peggio nella quest di stabilizzazione, quindi sono veramente contento dei miglioramenti. Solo un appunto anche qui, che è più un consiglio personale per quando ti ritroverai a giocare di nuovo con me: una punta di sportività in più non avrebbe guastato, visto che tutte le ferite che ha subito Eiji le ho decise io e non tu. Quando succede il contrario, contestualizzandolo, mi piace molto.
Voto: 9

Voto medio: 8,5

Ricompenza: Addestramento Superiore --> Premio 1.170*3/4 (per la mancanza del sensei pg) = 877 P.ti Exp Pesabili. Fatti tu il calcolo che già mi sento confuso.

Dopo il tuo post metterò il collegamento al continuo della role al presente, a presto!||
 
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view post Posted on 8/6/2020, 20:49     +1   -1
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Ichigo

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Mameko


Quindi arrivarono in quella grotta. Sembrava che per il momento potessero dirsi al sicuro, o almeno questo faceva intendere il comportamento della sua compagna. Finalmente riuscì a vederla bene ed era ancora più bella di quanto non avesse immaginato. Fino a quel momento non si era concentrato particolarmente su di lei, vista la situazione, ma in quel frangente non poteva fare a meno di osservarla, sforzandosi di tenere la bocca ben chiusa per non sembra un idiota, almeno non più di così. - No problem. - Si sforzò di dire, sempre per mantenere una parvenza più dignitosa. Inutile dire che l'avrebbe spogliata volentieri, ma da un certo punto di vista non era ancora molto avvezzo a queste cose. Le sue esperienze in materia erano poche e, soprattutto, non era il tipo di persona da provarci spudoratamente. Dal canto suo non si poteva dire che avesse proprio freddo, grazie al chakra del Katon aveva mantenuto una temperatura corporea più elevata, questo gli aveva permesso di attraversare quelle cime innevate in maggiore tranquillità. Detto questo, però, non poté fare a meno di imitarla. Quindi si tolse la veste che doveva essere messa ad asciugare, rimanendo soltanto con i pantaloni ed i sandali ninja. Il torso e le braccia nude, mostravano i segni che aveva accumulato durante le sue battaglia. Le bruciature, le cicatrici e persino la più recente ferita al cuore. Continuava a sanguinare, ma non gli dava alcun fastidio, posiamo dire che se la fosse praticamente dimenticata da quando si era risvegliato appeso in quella stanza. Sui due avambracci e sulla schiena figuravano tre tatuaggi di falci, una per ogni suo compagno, anche se ormai quello per Ichigo non sembrava essere più necessario.

Nice to meet yà. Io sono Eiji. Collezionista? Di cosa di preciso? - No, non era dell'umore di partire con uno dei suoi soliti "Yo" con annesso pungo in segno di saluto. Per quanto avesse cercato di accantonare la faccenda, non si poteva certo dire che fosse di buon umore. Ichigo era presumibilmente morto e lui non aveva ancora avuto il tempo di cercarlo, o almeno di piangere la sua scomparsa. Non che avesse intenzione di farlo in quel momento, avrebbe atteso di essere veramente al sicuro, lontano da ogni pericolo e ogni distrazione. Non poteva permettersi di avere la testa fra le nuvole, soprattutto nel caso in cui l'Artiglio avesse attaccato. - I see... Quindi sei di Kumo, ci avrei scommesso. - Ma doveva attendere, perché non era la sola a provenire dal a suo stesso villaggio. Sentire che la stessa aveva collaborato con Akatsuki non lo sorprese, ma la conferma di quei dubbi mise in allerta le falci all'interno del suo corpo. Non si fidavano ancora di lei, non potevano, così come nemmeno Kokuoh o Eiji. Dal canto suo il Jonin cercò di non peggiorare le cose, continuava a pensare che quella ragazza fosse stata una manna dal cielo, senza di lei forse non sarebbe riuscito a fuggire. Ascoltò attentamente la storia dei tre orfani ed il nome di uno di quelli gli saltò subito alla memoria. Non ci mise neanche un secondo a ricollegare la Mano a Kumiko. Anche lei e l'Artiglio erano di Kumo, fratelli della ragazza che aveva rischiato la vita per salvarlo. Era incredibile, soprattutto perché lui aveva appena tolto la vita ad una delle persone che, presumibilmente, dovevano essere più care a Samari. - Non ne avevo idea. Immagino tu non sia molto felice di come sono andate le cose per Kumiko. Non era mia intenzione ucciderla, o meglio non ero uscito da Kumo con l'intento di cacciarla o simili. Lei mi ha attaccato e io ho reagito. - Non si stava giustificando, ma semplicemente voleva mettere le cose in chiaro, almeno in quelle circostanze. Poteva comprendere il potenziale dolore che Samari stava provando, ma questo non voleva dire che dovesse sentirsi responsabile dello stesso. Gli dispiaceva per com'era andata a finire, ma se avesse potuto ripetere tutto da capo, lo avrebbe rifatto, uccidendo anche l'Artiglio prima che gli portasse via Ichigo. -

Tensai Takei... - Ovviamente aveva sentito anche quel nome. Il presunto capo di Akatuski allo stato attuale delle cose. Pericoloso, molto, probabilmente anche più della Mano e dell'Artiglio. Così era stato lui a coinvolgerli ed a portarli sulla cattiva strada, spezzando il rapporto di fratellanza che intercorreva fra i tre. - Mi dispiace che sia finita in questo modo tra voi. - Disse accennano un piccolo sorriso, come se le sue parole potessero cambiare qualcosa. - Che tipi erano prima di tutto questo? Prima di Akatsuki? - Era curioso in maniera genuina. Dopotutto aveva portato via una vita senza conoscere niente di lei. Non era la prima volta che succedeva, ma almeno questa aveva la possibilità di saperne qualcosa di più. Per l'Artiglio, beh, conoscere il proprio nemico è sempre un vantaggio. Prima o poi lo avrebbe affrontato ancora, era solo questione di tempo. - E di Tensai Takei invece? Cosa mi sai dire? Cosa accadde per spingerti a tagliare i ponti con loro e arrivare addirittura a sabotarne missione? - Anche lui si accomodò attorno al fuoco, puntando il piede destro al terreno e poggiano il braccio corrispondente al ginocchia della gamba destra. La sinistra era a terra, così come il palmo della mano che fungeva da appoggio. - I see... Un vero peccato, ma grazie comunque... - Voleva dire che sarebbe tornato a cercarlo una volta che le acque si fossero calmate, magari accompagnato da qualcuno, in modo da non finire nuovamente in trappola. Se c'era anche solo una possibilità che Ichigo fosse vivo doveva scavare fino in fondo. - Me?! - Immaginava che avesse sentito tutto, o che lo conoscesse, ma se effettivamente seguiva i membri di Akatsuki era lecito che non sapesse nulla di lui. - Eiji Imai, Jonin di Kumo. Come avrai capito dalla battaglia sono un adepto al culto di Jashin. Well... Non ho una grande storia. Ho viaggiato molto da piccolo e adesso servo il villaggio al meglio delle mie possibilità. Fino ad oggi, quando Akatuski è comparsa dal nulla e ha deciso di attaccarmi. - Non scese molto nel dettaglio e non disse nulla riguardo Kokuoh. Per quanto fosse abbastanza sicuro che avesse sentito quello che lui e l'Artiglio si erano detti, non poteva esserne certo quindi decise di sorvolare. - Non hai risposto ad una mia domanda. Perché più parlo con te e più mi sembra di conoscerti?

CITAZIONE
Valutazioni.

Poco da dire. Dire che siamo stati velocissimi, è stato un addestramento strafigo e mi sono divertito un casino.
Chi cavolo si immaginava di essere catapultato in una battaglia con l'Aka e di riuscire a far fuori un membro dell'organizzazione. Veramente una figata di addestramento, se così possiamo chiamarlo. :asd:
Quindi un 10 te lo meriti tutto e dato che sono anche supervisore ti pago direttamente, non avrebbe senso far passare qualcun altro per un lavoro che posso fare direttamente io. :asd:

Ti becchi 400 Ryo.

Faccio qualche commento a quello che hai scritto tu per chiarezza.
Sul rapporto tra Kokuoh ed Eiji devo ancora lavorarci. Ammetto che comunque, da quanto avevo capito almeno, la sfiducia del Bijuu scaturiva dalla scarsa capacità di Eiji di fermarsi a riflettere. Dopo la batosta di Hiro questo aspetto di lui è molto migliorato, per questo il loro rapporto è migliorato di conseguenza. Inoltre Eiji di recente ha dimostrato di tenere molto in considerazione il pensiero del Bijuu riguardo le questioni importanti. Anche questo ha molto contribuito a mio avviso. Anyways, può essere che io abbia esagerato. :sisi:

Per la morte di Ichigo: diciamo che il suo pensiero l'ho espresso in questo post. Non poteva fermarsi a lagnarsi, perché aveva ancora 3 vite da proteggere, oltre alla sua. Quindi è quello che, per quanto soffra come gli altri anche se forse meno delle falci, deve mantenere di più il controllo. In questo caso ci ricolleghiamo al suo processo di maturazione. Se non lo avessi fatto svenire sul colpo, sarebbe andato di Rage-Mode alla Naruto, a cui si stacca la pelle e diventa tutto rivestito di chakra rosso del Bijuu. Mi spiace che questa cosa non si sia capita in generale, probabilmente potevo esprimerla meglio.

Mi fa piacere che tu abbia visto i miglioramenti strategici. In generale però, devo dire che a differenza della giocata con Hiro, dove lui schivava la Jutsu di fuoco bruciandosi, oppure cercava di intercettare le lance sbagliando per effetto delle tecniche del nemico (cose che ai tempi avevo scritto io se ricordi) in questa giocata ho trovato poco spazio per questo genere di sportività. La Mano lo ha ferito direttamente e l'Artiglio lo ha messo K.o. in un colpo. Comunque non mi sono dimenticato che ti piacciono queste cose, piacciono anche a me, probabilmente in questa giocata non le ho sapute sfruttare al meglio. :sisi:

Detto questo ti ringrazio, giocare con te è sempre divertentissimo! Spero di poterti avere come Master in una giocata più seria presto o tardi. Bye! :sisi:

PS. Per la giocata al presente continuiamo dove vuoi. :sisi:

 
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view post Posted on 13/6/2020, 12:32     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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