Missione 17C - Try again!, Per Andry_Sanjuu

L'avversario, che quando ha innalzato il pilastro era ancora a terra e si è rialzato subito dopo, sta lanciando pallottole di chakra suiton, ma riesce a farne solo un totale di tre vista la velocità con cui il piccolo genin carica i suoi attacchi, improvvisamente acquisendo il classico colore del fulmine, un po' come quelli che adesso serpeggiano lungo il suo corpo.

Le jutsu lanciate dallo Yotsuki vanno entrambe a segno, proprio perché sono state lanciate quando ancora il suo nemico stava scagliando il suo attacco, colpendo in pieno l'altro ninja che si trova nuovamente stordito e messo in ginocchio, con un gemito strozzato che riecheggia nell'aria.
Questo però ha lasciato le difese del nanetto di Kumo totalmente scoperte, poiché la sua è stata solo un'offensiva, pertanto viene trafitto da due dei tre proiettili: uno alla spalla e l'altro a lato dell'addome.

Tutto ciò, unito all'utilizzo delle sue jutsu e dell'armatura, lo portano a una perdita considerevole della stamina che già in buona parte è stata spesa.
La stanchezza comincia a farsi sentire, il corpo ha difficoltà a rispondere ai suoi comandi, non senza fitte dolore almeno, e il ragazzo sanguina al pari del suo nemico, che ora lo fissa in cagnesco e, nonostante tutto, sta già preparando con mani tremanti i sigilli della sua prossima jutsu.

Laddove manca l'altezza, non manca comunque l'agilità. Il piccolo Shun dà il massimo delle sue energie e si scaglia con vigore contro il suo avversario, rafforzato dal fatto stesso di vederlo ormai messo alle strette e dalla voglia di rivalsa.
L'adrenalina che scorre non fa che accentuare questo aspetto, così il presunto criminale si trova, con sua somma sorpresa, bloccato stavolta ancor prima che il suo attacco sia iniziato.

Le leggi della fisica miste alle sue capacità ninja permettono allo Yotsuki di scagliare il suo calcio con una forza brutale, trasformandolo in un mini proiettile che colpisce dritto nel petto il suo nemico, il quale, accompagnato da un sinistro suono croccante, si ritrova scaraventato dall'altra parte del pilastro, con i detriti a infierire su di lui.

Shun può anche sentire lo scatto metallico di qualcosa, lo stesso suono che ebbe udito quando la caviglia gli rimase incastrata.
In quel momento però gli è difficile vederlo, gli sforzi compiuti per quell'ultimo assalto l'hanno sfiancato, il dolore - specie alla gamba - si accentua senza pietà e gli rende difficile muoversi senza avere fitte lancinanti, il respiro è affannato, la pelle si imperla di sudore e la vista si appanna per qualche secondo.

Riesce solo a intravedere la sagoma dell'altro a terra, difficile capire se si stia muovendo o meno, così come a malapena può sentire i suoi gemiti oltre il palpitare del suo cuore nelle orecchie. Sembra ancora in vita.

Esausto, il piccolo Genin decide di cercare dal suo nemico quello che lui non ha, un metodo di cura momentanea. Il suo avversario resta lì, inerme e grondante sangue dalla bocca, sentendosi frugare ogni tasca possibile. Sputa a terra, verso Shun. Un palese segno di disprezzo e ribellione.

Qualcosa effettivamente porta con sé, quella che sembra una pozione.
Non guarirà tutte le sue ferite forse, ma almeno lo terrà vigile e in forze ancora per un po'. Nel frattempo il criminale vede arrivare altri rinforzi, ma a giudicare dalle placche metalliche non sembrano essere lì per lui.

Quando lo shinobi di Kumo è in procinto di bere la pozione, con uno scatto e una forza inaspettati l'altro ninja gli afferra il polso, approffitando del momento di sorpresa per girarlo verso la propria bocca.
L'intruglio finisce nel suo stomaco e, ben presto, lo Yotsuki e i nuovi arrivati possono vedere l'uomo divenire preda delle convulsioni, schiumando dalle labbra, prima di esalare l'ultimo respiro.

"Beh," esordisce uno degli shinobi che l'hanno raggiunto, anche loro di Kumo - probabilmente sono stati chiamati da coloro che dovevano ricevere la lettera - carezzandosi il folto pizzetto scuro e puntando gli occhi castani sul piccoletto, mentre gli altri perlustrano la zona, "sembra proprio che tu ti sia evitato una brutta fine. Te come ti senti, ragazzino? Sei ferito?"

Dalla sua giubba è chiaro che sia un chunin, lo guarda con una determinazione patriottica e uno sguardo carico d'esperienza, concentrato sul suo stato di salute attuale.
Non appena vede che, effettivamente, il Genin non è messo benissimo, chiama per nome quello che dev'essere il medico del gruppo, il quale si avvicina ai due portando con sé una bisaccia a tracolla.
Nel frattempo che lui lo medica, uno dei loro avvisa che non ci sono altri nemici nei paraggi e l'unico rimasto dentro al rifugio è stato messo al tappeto, nonché liberata la giovane che tenevano prigioniera là dentro.
Il chunin chiede a Shun un breve riassunto di quanto successo.

"Hai fatto un buon lavoro, giovane Genin!" afferma il chunin dai capelli brizzolati, sollevando un pollice in su per accompagnare quella che sembra a tutti gli effetti la classica esaltazione, "adesso riposati. Pensiamo noi al resto."