"Buon piano, Zeshin!" rispose Naoki con un entusiasmo che molti avrebbero giudicato eccessivo per uno che si accingeva a pulire un bagno. Durante il lavoro poi il ragazzino lo avrebbe sommerso di domande, sulla sua classe, sul suo sensei, sul suo clan, sui suoi sogni, sulla vita, in sostanza un po' su tutto. Naoki non era nemmeno il tipo da scoraggiarsi per una risposta un po' fredda, quindi l'interrogatorio sarebbe continuato abbastanza a lungo a meno che l'Uchiha non avesse reso ben chiaro in qualche modo che la cosa non fosse di suo gradimento. A discolpa dello studente va però detto che nonostante la sua parlantina non smise di lavorare nemmeno per un momento e quindi dopo non molto tempo gli sforzi combinati dei due avevano quasi finito di trasformare quel posto in uno in cui qualcuno sarebbe stato felice di andare ad espletare i propri bisogni.
Forse quella collaborazione avrebbe potuto dare ancora i suoi frutti, ma il destino parve volere che fosse di breve durata. Il fato si affacciò in quel momento alla porta sotto forma dell'esaminatore che, una volta notato Zeshin, si rivolse a lui dicendo:
"Finalmente ti ho trovato, Uchiha. Niente male quello che avete fatto qui. Ci ho pensato su e ho deciso che è giunto il momento di rispondere ad alcune delle tue domande. Seguimi, parleremo una volta giunti a destinazione."L'invito, o l'ordine, fu accompagnato da un gesto della mano che non lasciava spazio ad equivoci. Naoki non fu certo contento di perdere così presto il compagno appena guadagnato, ma, si sa, non sempre il tuo destino è ciò che desidereresti. Questo lo sapeva anche un chiacchierone come lui, quindi ebbe l'accortezza di non protestare mentre il suo possibile nuovo amico veniva allontanato.
Se Zeshin avesse fatto come gli era stato detto, l'uomo avrebbe fatto strada tra i corridoi, fermandosi un paio di volte per ricordare la direzione giusta quando si presentavano dei bivi. La destinazione era un'aula come tante, la cui porta era inizialmente chiusa, davanti a cui la guida si fermò improvvisamente. La maniglia fu girata e davanti agli occhi dello studente apparvero dei banchi e una cattedra non dissimili da quelli presenti in tutte le altre stanze dell'edificio. L'unico dettaglio degno di nota che saltava immediatamente all'occhio era che lì c'erano scopa, paletta e tutto il necessario per pulire un posto come quello.
"Entra pure per primo."L'esaminatore annuì.
"Mmh, capisco." disse semplicemente, poi rimase in silenzio ad osservarlo pulire. In quel poco tempo che trascorse prima che il ragazzo riprendesse a parlare, egli avrebbe avuto modo di vedere l'uomo gettare velocemente un altro sguardo alla scatola. Sarebbe durato giusto un attimo, come se avesse voluto assicurarsi che fosse tutto a posto. Momento a parte, l'uomo avrebbe seguito attentamente i suoi movimenti. Se la prima parte del racconto di Sharaku era stata accolta con poco più di un cenno alla fine, la seconda ebbe sul chunin effetti più visibili. L'incipit meritò uno sguardo incuriosito, ma il resto portò l'espressione dell'uomo a incupirsi. Era... preoccupato?
Ci mise un po' prima di iniziare a parlare, ma quando lo fece quello che si sentì fu:
"Voglio essere sincero: quello che dici non mi rende affatto felice. Credo di aver già incontrato quei due, e il fatto che il ragazzo sia sparito senza dire nulla alla sua amica è strano. Perché mai qualcuno vorrebbe diventare introvabile quando è dai risultati della mia osservazione che dipendono le sue possibilità di successo?". Lo shinobi prese a camminare per la stanza, facendo prima un paio di giri e poi dirigendosi verso una delle finestre. Guardava fuori quando riprese a parlare:
"È assolutamente improbabile, ma non riesco a non considerare la possibilità che non si siano allontanati di propria iniziativa. Potrebbe essere stato uno studente, ma perché mai avrebbe dovuto? Un esterno invece lo escludo. Non qui, nel cuore del villaggio.". L'esaminatore si avvicinò all'aburame, evidentemente pronto a riprendere a parlare, cosa che si evinceva dalla bocca che si stava aprendo. Probabilmente avrebbe detto che erano solo stupide preoccupazioni e che sicuramente non era successo nulla, ma non lo fece. Non lo fece perché sentì qualcosa provenire dalla scatola di gessetti. Era un suono inatteso, ma uno che Sharaku conosceva molto bene: il ronzio di una mosca.
"Maledetta scatola, sapevo di non potermi fidare" disse invece il chunin, e adesso non sembrava più preoccupato, al massimo un po' seccato. Il tempo di un battito d'ali e queste parole furono seguite da un movimento fulmineo. Si trattava di un pugno, un destro rapidissimo a cui Sharaku avrebbe avuto ben poco tempo per reagire. Se lo studente non fosse stato abbastanza pronto, sarebbe stato colpito in testa e sarebbe finito a terra, vittima di quell'attacco improvviso e così inspiegabile, vista la sua provenienza.
CITAZIONE
Gdr off
Vi ricordo che ovviamente i vostri pg non sanno nulla di quello che sta accadendo all'altro.
Canepazzo, se dovessi non seguire l'esaminatore per qualche motivo, puoi ignorare quella parte di post. Se invece vuoi qualcosa di più specifico sulle domande di Naoki, puoi tranquillamente inventare, tanto ti chiede davvero di tutto.
Rececco, non servono calcoli. Limitati a ruolare come reagisci, lasciando a me l'ultima parola sull'esito finale.