Jouri 場裏 - Le Porte della Torre, 2° Fase

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view post Posted on 16/11/2019, 22:31
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C'era troppa indecisione nell'aria. Nessuno degli shinobi e delle kunoichi presenti nell'arena era del tutto convinto che fosse corretto uccidere a sangue freddo dei ragazzini indifesi, seppur questi fossero praticamente con un piede nella fossa. E seppure qualcuno ancora cercasse una motivazione plausibile dentro di sé per poter ottemperare ai propri doveri, pareva che la situazione avesse smesso di evolversi e fosse arrivata a un punto morto. Sorrise. Quanto falso perbenismo. Non lo avevano ancora capito che il mondo non era affatto giusto? Osservare dall'alto della torre quella danza mal orchestrata era un diletto per lui, ma il suo compito era chiaro così com'era chiaro quello che il pubblico voleva. Era tempo di finirla.



gSeJkwi

Con un sorriso serafico pennellato sulle labbra e il vento a sferzare i suoi capelli ramati, si lasciò andare dal picco, cadendo come una stella cometa in una notte oscura. L'impatto fu elegante e preciso, con le gambe perfettamente piegate ad attutire la caduta ed entrambe le mani a terra. O meglio, una mano e quello che restava di una di esse. Prese un profondo respiro, quindi si sollevò scrollandosi i vestiti dalla polvere. Un ospite inaspettato, un perfetto imbucato a una festa privata che con nonchalance aveva attratto l'attenzione di tutti. Qualcuno sarebbe rimasto sorpreso nel rivederlo ancora una volta. Mi dispiace rovinare questa spassosissima festa.. cominciò col dire, sistemandosi i lunghi capelli e osservando uno per uno i contendenti con quel suo penetrante sguardo d'ametista. Indugiò qualche secondo su ognuno di loro e s'arrestò su quello probabilmente incredulo di Kacchan. Sorrise sadico. ..ma io e i miei ragazzi stavamo ardendo dalla voglia di creare un po' di sano scompiglio. Si. Ce n'erano altri, di imbucati. Si palesarono col tintinnio serafico e cristallino di piccoli campanelli, ma furono troppo rapidi per loro e ben presto tutti si ritrovarono minacciati da una coppia di affilatissime e scintillanti kama al collo. Erano giullari con la maschera di porcellana, tanto inespressiva quanto sinistra. Fine dei giochi. concluse, sollevando appena il mento e facendo un occhiolino. Tutti e tre i bambini vennero sollevati dalla 'collottola' da due giullari. La ragazzina era quella che si dimenava di più. Ma non poterono fare nulla per salvarli dagli strambi aguzzini: colui il quale aveva interrotto le loro scialbe scorribande aveva preso da dentro la tasca delle palline colorate e aveva cominciato a giocherellarci con la mano scheletrica, prima di lanciarle a terra e farle scoppiare in un fumo denso e biancastro. Impossibile non respirarne almeno una parte.

E mentre tutti stavano oramai crollando, sentendo le proprie membra pesanti e le palpebre chiudersi irrimediabilmente per cullarli nell'oblio, Jikan si avvicinò di qualche passo al biondissimo Yamanaka, osservandolo dall'alto al basso. Non appena gli fu a pochi passi, si mise in ginocchio per essere alla sua altezza. Con un cenno il giullare che lo minacciava si allontanò di un passo e il rosso fu in grado di prendergli il viso con la mano scheletrica, in una carezza gelida che sembrava quella del Tristo Mietitore in persona.
Ci vediamo dall'altra parte, crocerossina. e sorrise, come un angelo. Da li a poco anche lui sarebbe crollato, così come tutti gli altri. Il torneo era finito.



Sorpresa!
Siete pregati di fare un post conclusivo qui, contando che qualsiasi azione stavate facendo prima della comparsa del simpatico Jikan di quartiere (vecchia conoscenza di alcuni di voi) verrà bloccata sul nascere. Alla fine del post sarete tutti svenuti. Se qualcuno di voi ha l'ardire di muoversi per cercare di salvare i pimpi dalle grinfie dei giullari, sappiate che questi non ci vanno leggeri. Se vi divincolate in qualche modo sappiate che vi sono addosso e vi atterrano male, ma sappiate che hanno due kama a chiudervi a X il collo, pronti a farvi rotolare la testa in un tripudio di rosso scarlatto. Contante che anche questo post conta nell'espressione di un giudizio, quindi niente post fatti alla bene e meglio per chiudere in fretta e furia. State ancora ballando.

DISCLAIMER. Spero entro domani di fare un ennesimo post in una delle discussioni dell'arena per decretare ufficialmente il termine del Torneo Chunin. Dopo quello verranno messe le valutazioni e voi sarete liberi di fare il vostro ultimo (ma proprio ultimo) post. Enjoy.

Si ringrazia Lucifergirl88 per il suggerimento musicale.
 
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view post Posted on 17/11/2019, 11:35
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K U M O W A V E

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La tensione era palpabile tra gli Shinobi. Stavano ancora investigando, ma era ormai certo che a breve sarebbero scoppiati e si sarebbe passati alle mani, i più impazienti sarebbero stati i primi ad agire. Dal canto suo Akira era ancora dietro a calmare Giman quando accadde l'impensabile. Con eleganza entrò in scena una vecchia conoscenza del suo gruppo per il torneo. Era piovuto dal cielo sollevando un po' di sabbia attorno a lui, un'entrata ad effetto, perfetta per un uomo dall'ego smisurato come il suo. Capelli rosso ramato, trucco accennato, fisico snello e quel tono di voce subdolo a pronunciare parole di sventura. Squadrò i ninja uno ad uno, li guardò dritto negli occhi. Tutta l'attenzione era rivolta verso di lui, come un solista sotto l'occhio di bue.

Akira quando lo vide, cominciò a ricollegare i pezzi. Guardò quelle bende sporche di un sangue sconosciuto, poi sollevò un pelo la maglietta per toccarsi sulla parte del braccio più vicina alla spalla. Come sospettava, c'erano delle bende. Ogni pezzo del puzzle tornò al suo posto. Come una scintilla in un falò pieno di carta, tutto prese fuoco in un istante.
Jikan! Pezzo di merda, la nostra battaglia non è ancora finita! Ora si ricordava, del suo scontro, della prima volta che rischiò la morte contro qualcuno. Aveva già combattuto e non anni fa, ma letteralmente qualche ora prima, ma la memoria di quegli eventi era persa, almeno fino ad ora. Lo sguardo di Akira da sornione divenne infuocato. Quello di un guerriero Sakata. Digrignò i denti contro Jikan, e stava per scatenargli i suoi Oni contro, quasi dimenticandosi di Giman ma quello stronzo di un giullare non era solo, si era portato con sé tutta la sua troupe.

Non appena il musicista mise mano al suo strumento sentì una pressione enorme sulla schiena e cadde a terra da circa tre metri. Mugugnò una qualche imprecazione incomprensibile e dall'adrenalina si rialzò quasi subito con il kunai in mano ma di nuovo in un'istante si ritrovò sotto attacco. Due dei suoi pupazzi misero una bella croce sulle speranze del flautofonista di muoversi liberamente. Il rumore tintinnante e per nulla consonante di quei campanellini e il riflesso di due scintillanti kama appena sotto il mento. Era intrappolato.

Fine dei giochi. Esclamò altezzoso Jikan. Ma Akira aveva ancora un asso nella manica per liberarsi da quei giullari doveva solo sperare che qualcuno facesse un passo azzardato, poi con il fluatofono se fosse stato abbastanza veloce avrebbe provato ad evocare il suo terzo Oni sotto i suoi piedi per far sbalzare il musicista in aria e poter contrattaccare i due giullari con gli altri Oni al momento alle loro spalle. Il piano avrebbe funzionato. O per meglio dire, avrebbe potuto funzionare se solo non fosse che era davvero la fine dei giochi.
Dalla mano di Jikan tre palline colorate segnarono il termine di quella sfida, così di botto senza una spiegazione del come mai lui fosse lì e perché stesse facendo questo. I bambini vennero prelevati come dei gattini indifesi in mezzo a una strada. Non c'era più niente da proteggere se non se stessi. Quelle palline colorate scoppiarono a terra in una nebbia densa. Akira pensò subito a qualcosa di velenoso e cercò di trattenere il fiato ma non era sufficiente, tutto inutile.

Sentiva le forze svanire, se avesse respirato un secondo in più quella nebbia sarebbe caduto a peso a morto. Ebbe le forze di pensare ad un'ultima scappatoia e cercò di dire a tutti:
Vento! Qualcuno generi del... ve..nto e dis...per...da la nu...be... *Maledetto Jikan, hai di nuovo interrotto la mia sinfonia, fanculo i tuoi giochi...*

Quello fu l'ultimo pensiero che ebbe Akira. Cadde a terra, un tonfo, mentre dietro di sé i due oni cominciavano a dissolversi come il fondo di un sentiero quando la nebbia scende tutta all'improvviso. Da lì in poi la melodia sullo spartito era composta solo dai Tacet del musicista dormiente.
 
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view post Posted on 17/11/2019, 22:14
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A Man of No Consequence

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9GWuiusJouri 場裏 - Le Porte della Torre
Narrato
«Parlato»
"Pensato"
Kacchan - Sadou - Padre Kacchan - Akira - Jikan

«Attento, non avvicinarti. Ha una malattia molto contagiosa.» Nel sentire l’ammonizione da parte del ragazzo del Gelo, Kacchan corrugò lievemente il viso, in una smorfia, schioccando le labbra indispettito. «E quindi? Non vedo quale sia il problema...» Rispose, liquidando così la cosa, ritornando a concentrarsi sul bambino, a cui sorrise rassicurante, con l’intenzione di tranquillizzarlo. «Sono un medico, so bene come comportarmi in certe situazioni, e poi... Credo abbiano ingigantito la cosa più del dovuto, ragazzo. Potrà anche essere contagioso, ma dubito che rischierebbero di ammazzare metà dei contendenti con una pandemia, e il contatto diretto non uccide nessuno, quindi...» Strizzò l’occhio al piccolo, allungandogli una mano libera, con l’intenzione di stringere la sua. Con l’altra mano, invece, gli mostrò la stella ninja, invitandolo a prenderla lui stesso, tutto per fargli capire le sue buone intenzioni. «Che ne dici, piccolo? Se non vuoi che ti punga io, puoi farlo tu. Guarda, ti faccio vedere.» Così dicendo gli fece vedere la mano e, tenendo saldo il piccolo shuriken con l’altra, si punse un dito, facendo uscire una tonda goccia di sangue. «Visto? Non serve fare chissà quale taglio... Basta una gocciolina. E se hai paura di contagiarmi, non ti preoccupare, dico davvero!»

Non voleva dargli fretta, anche perché era convinto che tutte quelle attenzioni, da parte sua, l’avrebbero facilmente stranito, se non oppresso. Dopotutto, se era stato detto alla sua squadra che era contagioso, molto probabile che avevano limitato al minimo i contatti con lui, e la cosa lo infastidiva alquanto. In certe circostanze, quel bambino necessitava di quanto più calore umano possibile, invece che di fredda diffidenza. Ecco quindi un’altra, ottima ragione, per odiare la Tsuchikage e quel suo stupido torneo.

C’era da dire, tuttavia, che finalmente la situazione era giunta ad una stasi: il compromesso era stato raggiunto, le armi riposte e nessuno avrebbe più alzato dito contro gli altri, almeno fino alla fine di quel tentativo di sbloccare la situazione. Non era di certo l’unico artefice di quella tregua, anzi, molto avevano fatto Sumiye e Sun, eppure... Sperava fosse merito suo, della sua testardaggine, del suo ostinarsi a voler evitare lo scontro e cercar di risolvere le cose nella maniera più diplomatica possibile... E facendo perdere tempo, a discapito dello spettacolo. Ah, chissà quanto doveva rodere alla Tsuchikage, che le cose non stavano andando come aveva pianificato! E se quel tentativo non fosse funzionato? Avrebbe trovato il modo di perdere ulteriore tempo. Tutto per sabotare quella farsa....

Si stava svolgendo il VI Torneo Chunin a Kiri. Gli spalti erano gremiti, la folla intenta a scrutare le vicende affrontate dagli esaminandi, come se si trattasse del più entusiasmante dei film. Un Kacchan decisamente più giovane e sbarbato osservava la scena, mugugnando la sua disapprovazione.

«Come mai quella faccia? Cosa c’è che non va?» Gli domandò suo padre, distogliendo lo sguardo dall’arena e concentrandosi sul suo pupillo, il quale manifestava un certo disagio per tutta quella faccenda. «Che senso ha tutta sta cosa?» Gli domandò, con un gesto stizzito della mano. «Come che senso ha? Come dovrebbero valutare se un ninja ha o non ha i requisiti per diventare un Chunin, scusa?» Gli rispose l’uomo, tirando sù con la cannuccia, appositamente per far innervosire ancora di più suo figlio che, per tutta risposta, lo guardò infastidito.

«Non fare il finto tonto, sai bene cosa intendo...» Gli rispose imbronciato, incrociando le braccia al petto e lasciandosi scivolare pesantemente sul suo sedile, ingobbendosi. «Riproducono scenari plausibili coi quali possono scontrarsi nel corso della loro carriera. In che altro modo vorresti valutarli se no, sentiamo.» «Senza tutto questo, magari.... Che cazzo, è proprio necessario spettacolarizzare tutto ciò? Valutali direttamente sul campo, senza tutta questa farsa, e che merda...» «Linguaggio ragazzo.» Lo ribeccò, per poi sospirare e voltarsi completamente verso di lui.

«Non puoi farci nulla. Il Torneo Chunin è soprattutto una prova di forza tra I villaggi, attua ad ottenere timore e rispetto reciproco. Ed è un’usanza vecchia come il cucco, e dubito fortemente la cambieranno, specie per un teppistello come te!» Così dicendo, calò una mano sul suo capo, scompigliandogli affettuoso i capelli. «Sfrutta quest’occasione per capire come funziona. Potrebbe tornarti utile, nel caso tu intenda partecipare alla prossima edizione... » «Oh, certo...» Rispose con una spiccata nota sarcastica nella voce. «Parteciperò senz’altro, guarda... Anzi, sai cosa? Farò di tutto per sabotarlo, altrocché. Lo renderò di una noia talmente tanto mortale, che i Kage decideranno di abolirlo definitivamente.»

Nel sentire i propositi di Kacchan, Kyosuke scoppiò a ridere, agguantando il figlio in una morsa sotto il braccio, così da potergli strofinare il pugno in testa, facendolo mugugnare di dolore, ridacchiando. «Non vedo l’ora di assistere, teppista! Sono proprio curioso di vedere cosa tireresti fuori dal cilindro...»


Chissà cos’avrebbe detto suo padre, nel vederlo lì, ad affrontare le prove in quell’arena? Sarebbe stato fiero del modo in cui stava affrontando la cosa? O si sarebbe vergognato a morte del modo irresponsabile in cui si stava comportando? Qualcosa, nel suo cuore, gli suggeriva che si sarebbe messo a ridere a crepapelle, nel vederlo agire in quel modo, memore di quel farlocco proposito che aveva fatto, quando avevano assistito allo scorso torneo insieme.... Non sapere quella risposta gli faceva maledettamente male, la morte di suo padre una ferita che mai sarebbe riuscito a superare e sopportare.

Con sguardo malinconico, perso in quei ricordi del passato così dolci e amari, i suoi occhi cobalto si fermarono in lontananza, sulla figura minuta di Giman, in groppa all’Oni insieme ad Akira. Chissà che storia aveva, quel piccoletto, quanto aveva sofferto e quanto, probabilmente, avrebbe sofferto, se fosse rimasto li ad Iwa.... Più lo guardava e più si convinceva che l’avrebbe portato via con se, a Konoha, e avrebbe tartassato suo cugino, affinché si riuscisse a trovare una cura per la sua malattia. Magari si sarebbe portato dietro anche quell’altro bambino, di cui non sapeva ancora il nome...

«Se è una questione di chakra, potremmo far pisciare i bambini sugli amuleti senza doverli per forza ferire, no?» Quella domanda rivolta da Akira risvegliò completamente Kacchan dai suoi buoni propositi, lasciandolo particolarmente interdetto. Aveva davvero detto quello che aveva appena detto? Lo guardò attonito, cercando di capire se facesse sul serio o meno, ma l’affermazione che disse poco dopo, buttata lì con non chalanse, quasi a volersi giustificare, diede al giovane di Konoha il colpo di grazia. ”Puttana ladra... Come cazzo fa ad essere ancora vivo, con un disturbo del genere?” Perché ormai ne era certo, Akira aveva una qualche forma di disturbo mentale... Forse doveva portarsi anche lui a Konoha, per metterlo sotto controllo....

Lo vide tirar fuori un kunai, con l’intento di voler ferire a sua volta Giman, ed immediato cercò di attirare la sua attenzione, facendogli gesto di metter via quell’arnese. Se avesse ferito Giman e contaminato la sua pietra col suo sangue, quell’idiota avrebbe mandato all’aria tutto il suo piano, perché esser buoni va bene, ma fessi anche no. Dopotutto, sarebbe passato solo il team il cui bambino sarebbe uscito indenne dallo scontro, quindi era facile fare due più due, altrimenti perché Kacchan avrebbe insistito tanto in quella direzione, convincendo uno dei due team a ferire loro stessi il loro protetto, mentre lui si occupava di quello col team più sfasciato? Mero e semplice doppio gioco: far credere a qualcuno che sei dalla sua parte quando in realtà stai facendo il tuo interesse a sua insaputa ed a suo discapito. Quale modo migliore di agire, se sai per certo di uscire sconfitto in uno scontro sul piano fisico?

Inutile cercare di richiamare l’attenzione del musicista di Kumo, perché quello che seguì dopo lasciò Kacchan a bocca aperta, mentre si portava le mani ai capelli. Se si fosse andato a cercare, su un dizionario, la definizione di “esasperazione”, molto probabilmente si sarebbe trovata un’immagine raffigurante quell’esatta espressione che Kacchan aveva al momento. «AKIRA, MA CHE CAZZO! Puttana di quella troia di Izanami, lei e tutta la razza sua...» Doveva fermarlo a tutti i costi, anche se questo voleva dire strangolarlo personalmente, o quel deficiente li avrebbe tutti ammazzati e...

Un campanello gli suonò all’orecchio, bloccandolo sul posto e gelandogli il sangue nelle vene. Quel chakra lo riconosceva bene, ma... Che diavolo ci faceva lì? «AKIRA, PROTEGGI GIMAN!» Gli urlò, stringendo immediatamente a sè l’altro bambino, nell’esatto momento in cui, dall’alto della torre, un’ombra cadde su di loro, atterrando a pochi passi dalla torre in un lieve vorticare di sabbia sottile. Sembrava fossero passati secoli dall’ultima volta che l’aveva visto, invece era passata a mala pena un’oretta, forse qualcosina di più, e il suo corpo non perse tempo a ricordarglielo, la mente che andava a quel momento in cui, imprigionato nel suo corpo, cercava di prendere il sopravvento su di lui.

Perché era lì? Avevano finito il suo gioco, quindi non aveva senso che fosse ancora lì a tartassar loro l’anima, ma allora... Lo avevano mandato apposta? Forse si erano stufati della situazione e avevano mandato lui a movimentarla? Avrebbe dovuto tremare come una foglia, Kacchan, eppure non potè fare a meno di nascondere un sorriso sotto i baffi, cercando di tener a bada l’adrenalina schizzata alle stelle. «Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?»

Il seguito avvenne talmente tanto in fretta che lo Yamanaka non ci fece nemmeno più caso, tanto la situazione sembrava l’ennesimo deja-vu della sua prima prova: i giullari fantocci armati che gli portavano via il bambino, per poi immobilizzarlo... Semplicemente li lasciò fare, lo sguardo costantemente rivolto a quel suo acerrimo nemico che, ammantato di quella sua solita bellezza eterea, sorrideva sornione a tutta la scena.

«Cos’è, Jikan… Sentivi troppo la mia mancanza?» Lo canzonò, scrutando le lame premute contro la sua gola. Il metallo gelido a contatto con la pelle rovente lo fecero rabbrividire, generandogli una strana ondata di euforia.... Non ci stava più con la testa, era evidente. Non vedeva l’ora di porre fine a tutta quella storia e se era Jikan a dover scrivere sopra la parola fine, beh... In qualche modo l’apprezzava, come cosa. Il tutto si stava chiudendo in un cerchio, iniziato con lui e lui concluso. Bisognava solo capire come e dove si sarebbe riaperto il prossimo ciclo... E qualcosa gli fece intuire che, forse, poteva avere a che fare con qualcuno che non era stato particolarmente contento del suo modo di fare...

Il gas narcotico azionato dal capo giullare iniziò a fare effetto, i primi iniziarono a cadere, ormai privi di sensi. Kacchan cercò di tenere duro, resistere all’effetto soporifero che quel fumo faceva al suo corpo, perché se conosceva quel pazzoide, sapeva bene verso chi sarebbe andato ad infierire e, difatti, eccolo che si avvicinò a lui, ricreando quello strano contatto tra loro che lasciava ogni volta confuso il ragazzo. «Ci vediamo dall’altra parte, crocerossina.»«Oh, non vedo l’ora, puttanella...» E gli rivolse il suo sorriso più soddisfatto che potesse fare. Era riuscito a far interrompere la prova, magari aveva pure mandato in bestia quella vacca della Tsuchikage. Insomma, aveva vinto, no?

Il corpo divenne pesante come un macigno, anche tenere gli occhi aperti divenne un’impresa.
«Ahahaha! Non ti smentisci mai, teppista...»
Qualcosa gli giunse all’orecchie, un suono familiare, forse il fruscio del vento... Difficile riconoscerlo, specie con l’effetto del gas a renderlo sempre più stanco, eppure quel suono flebile gli riempì il cuore di gioia e, col sorriso a fior di labbra, alla fine si lasciò andare tra le braccia di Morfeo.
Limite d'AzioneConcentrazioneSaluteChakraStamina
123456789101234567891084100100

Indicazioni Svolgimento Turno

  • Limite sbloccato: 4 a disposizione
  • Mantenimento Sesto senso [CHK: -5]
  • Accumulo Concentrazione (2 limite)
  • Recupero CHK e STMN (2 limite)

Equipaggiamento a disposizione

Sacca Ninja
Set KunaiSet ShurikenVeleno
AntidotoMakibishiCarta Bomba (2 pezzi)
Slot VitaSlot Schiena
Wakizashi (katana)Filo di Nylon (4m)Rete da cattura

- Scheda Torneo -

 
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view post Posted on 21/11/2019, 23:32
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Un cenno del capo rispose all'affermazione del biondo ninja di Suna baciato dal sole; per quanto riguardava la domanda posta dalla fanciulla della Nebbia: “Ovvio che no.”
La risposta schioccò rapida tra le labbra della genin, che lanciò appena appena un'occhiata in tralice verso Sumiye, prima di ripristinare il suo piglio altezzoso. “O almeno, non senza avere una cura immediata a disposizione.”
A meno che la Tsuchikage non ritenesse di avere a che fare con dei fuchi patentati... nel qual caso... - ma qui la donna si impose di arrestare il corso di quei pensieri privi di fondamento, serrando le labbra ancora screpolate l'una contro l'altra.
Che la Tsuchikage potesse ritenerla una creatura inutile e inaffidabile, tuttavia, restava una di quegli orribili timori serpeggianti, nell'angolo più solitario e profondo del suo animo.

Come un fuco.
Come quel fuco che aveva giustamente soppresso.

Che il blandire di quella sorta di primate venuto dalla Foglia, altro valore non avesse che quello del ragliare di un asino, si era già avveduta: non avrebbe rotto il suo eburneo isolamento per assecondare il berciare di una bertuccia; al contrario, avrebbe assai volentieri versato ben più di una goccia del sangue di quel piccolo obbrobrio coperto di croste. Tuttavia, la rapidità con cui il batrace era passato dal difendere quei piccoli rifiuti al volerne versare i fluidi corporei le appariva quantomeno sospetta.
Sollevò ambo le sopracciglia.
Poi le aggrottò.
Infine ne sollevò uno soltanto, spostando lo sguardo da Maeda alla Fujimoto al giovane Han: le occhiate furono piuttosto inequivocabili - voleva sul serio intuire se fossero d'accordo nel riporre la propria fiducia in uno straniero. Solo allora avrebbe posto in essere le sue lesive pulsioni.
Poco cambiava il fatto ineluttabile che la stessa squadra di Kaoru vantasse shinobi di ben tre provenienze differenti; più forte di ciò che li rendeva diversi, era l'impossibilità per lei di superare quello scontro, se fosse stata soverchiata e ridotta in minoranza numerica. In più, il tempo trascorso insieme non poteva che aver funto da collante tra di loro: erano giunti vivi al di là della palude grazie alla mutua collaborazione, quale garanzia avevano al contrario che gli altri presenti fossero altrettanto affidabili?
Oltre al fatto che a loro volta fossero arrivati vivi.
Ma quello era un altro, fastidioso discorso.
Per quanto vivi, non avrebbero mai potuto sfoggiare un'educazione e una compostezza paragonabili ai suoi giovani accompagnatori, mantenuta pur nella divergenza di vedute.

Immersa lei nelle sue faticose elucubrazioni e gli altri nelle proprie, impegnati ciascuno a perseguire la strada per la vittoria, continuavano ad agitarsi come piccole formiche la cui tana viene invasa improvvisamente da uno strano, putido liquido giallo... difatti...
… nessuno si aspettava l'inquisizione spagnola di trovarsi un paio di Kama affilati premuti sulla gola così, d'amblè.



E mentre il brivido glaciale di bestia in trappola prendeva possesso delle membra irrigidite della donna, attraversando la spina dorsale come una carezza di dita di morto, mentre il tintinnare dei campanelli riempiva l'intero suo spazio sonoro, mentre i granelli di sabbia raschiavano la lingua d'improvviso secca, mentre la sorpresa diventava sgomento e lo sgomento paura, la paura sdegno e lo sdegno rabbia, le labbra secche e vizze prendevano a comporre una catena inarrestabile di sillabe mormorate senza suono, come una preghiera, o come un'invettiva, verso uomini e Kami invidiosi, verso Kami e uomini pieni di livore, invidia e acredine.

KAORU

SONO UNA DONNA

SONO UNA NINJA

SONO UNA KAMIZURU

Calabroni e fuchi, fuchi e calabroni...



Lo sguardo scorreva sui giullari in maschera come acqua fresca sulla porcellana, andando a fissarsi su quegli indegni calpestatori del suolo della Roccia.
Quegli indegni – quell'indegno sopra a tutti – la cui stoltezza aveva indubitabilmente causato il degenerare d'eventi a cui nessuno di loro avrebbe potuto porre freno.
Quella sordida sequela di insulti irripetibili, inarrestabili, che forse – si sforzava di intuire, di comprendere il motivo di quel brusco serrarsi del sipario – avrebbe dovuto troncare finché era in tempo. Prima che la sua Signora ne venisse raggiunta, prima che tutti i suoi fratelli di Iwa venissero infangati dal rigurgito di cloaca, e bollati come vili creature malnate. Prima che le assurdità pacifiste vomitate dall'imbecille inquinassero i retti pensieri di tutti i presenti, a guisa di morbo virulento.
E mentre la bocca componeva silente il laico mantra, i pensieri turbinavano nella mente senza trovare suono: noi non siamo dei fuchi, noi siamo dei guerrieri e difenderemo la nostra identità. Io sono Kaoru, sono una donna, sono una ninja, sono di Iwa, sono Kamizuru.
Non me lo toglierete!
Non me lo toglierete!


Se anche fosse deceduta lì, in quell'arena, o piuttosto per mano di Koizumi-Sama, o di Joou-dono, l'avrebbe fatto con dignità.
Senza imprecare.
Da vera figlia della Roccia, da vera figlia dell'Alveare.
Un'ape Operaia, che non può rispettare un Villaggio straniero che mette il legittimo desiderio di un teppista di dire quello che gli pare, di fronte alla maestà innegabile di un altro Villaggio, semplicemente perché il teppista può dar fiato alla bocca. Un Villaggio giusto giusto si occupa del suo onore, dell'onore dei suoi avi, dell'onore che un guerriero da solo non può conquistare. Le fa ribrezzo una politica che cerca di sorvolare sullo scandalo di shinobi che gettano la propria rispettabilità alle ortiche, come è accaduto poc'anzi al Torneo. Come nelle leggende, ci sono gli Oni che rubano le donne per mangiarle: pare che a questo Torneo partecipassero Oni che sulle donne, sulle Regine, ci sputano sopra. E non si tratta degli Oni di quell'inquietante flautista.
Non le restava più che augurarsi che la sua Salvatrice sarebbe andata fino in fondo a quello schifo, per rispetto a quelle donne, alle loro rispettabili famiglie e alla loro civiltà! Fino in fondo!
Forza e segretezza sono i principi che da sempre hanno unito il Villaggio. La forza di crescere i propri figli in sicurezza e benessere, di lavorare e vedere riconosciuto quel lavoro. E l’orgoglio di farlo anche per Iwa, non solo per sé stessi.
È Iwa che in quel momento Kaoru volle rappresentare, è Iwa che avrebbe vinto moralmente il torneo. E per farlo sarebbe servita un'immagine chiara, monolitica e forte. Una persona che incarnasse i principi in cui crede, e non assecondasse le malelingue dei detrattori che la vogliono nella polvere.

Fratelli di Iwa, Kaoru è pronta. Fratelli di Iwa, c’è e in un tempo nel quale sembra che la dignità non debba contare nulla in politica, Kaoru è lì per testimoniare l’esatto contrario. Qualcuno ha detto: “Coerenza è quando ciò che dici, ciò che pensi, ciò che fai, ciò che sei, vengono tutti dallo stesso posto”. Quel posto per noi è Iwa, per Iwa ci battiamo ogni giorno, da sempre e per sempre. E se vi unirete tutti, Iwa splenderà più di ogni gemma, del diadema del Continente Ninja.



… tutto ciò ha quasi più senso dell'originale...
 
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view post Posted on 25/11/2019, 13:47

The deskbot-cambodian force

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Non feci un passo, rimasi totalmente fermo, i loro discorsi per me avevano perso ogni valore già da tempo, dovevo solo aspettare il momento giusto per prendermi le loro anime... momento che non giunse mai.

Mi dispiace rovinare questa spassosissima festa...

Tutto accadde così in fretta... in un sospiro le loro lame si posarono sulla mia gola

Quello che dovete fare... fatelo in fretta se non vi spiace

Continuai a non muovermi, non tremavo neppure, a che pro? Se avessero voluto ci avrebbero già mozzato il capo di netto, se eravamo vivi... era perché ci volevano vivi.

Che c'è? Non volete più salvare i vostri mocciosi? O se non sono io ad attaccarli non ne sentite il bisogno?

Patetici, continuavano ad essere patetici, le loro belle parole, i loro appelli le loro motivazioni... dov'erano finite? Bastava un po' di terrore a far crollare tutto? Un ninja è un assassino, mi dava un tremendo fastidio vedere come qualcosa di così scontato venisse ignorato, insabbiato e celato dietro quelle maschere piene di sorrisi.

Fine dei giochi.

Quelle parole continuavano a rimbombarmi in testa, la fine... ma in che modo era finita? Avevo bisogno di sapere, ero o non ero un chunin? Non avrei sopportato un altro fallimento, non dopo quella missione, non dopo gli ultimi mesi passati ad essere un ratto senza casa. Avrei preferito che quella ghigliottina dei giullari scattasse all'improvviso sulla mia gola piuttosto che scoprire di essere caduto di nuovo nello stesso errore.

Vento! Qualcuno generi del... ve..nto e dis...per...da la nu...be..

L'occhio si faceva pesante, cercai di resistere in tutti i modi, accumulai quanta più lava possibile nel mio stomaco, sentì bruciare ogni fibra del mio corpo, morsi la mia lingua fino a quasi staccarmela, credevo che il dolore mi avrebbe salvato, come ha sempre fatto del resto. Dovevo restare sveglio, dovevo sapere. Avrei dovuto, ma non ci riuscì.
 
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Blazing Phoenix
view post Posted on 25/11/2019, 20:05




Stringevo l'impugnatura del kunai saldamente mentre mi avvicinavo a Zetsubou. Nonostante tutta la decisione che avevo manifestato poco prima, una morsa alle viscere continuava a farmi sentire sulle spine. Se la mia idea non avesse funzionato, l'unica alternativa era farsi strada con la forza e, peggio ancora, dover uccidere questi bambini. Il che rendeva tutto ancora più complicato, significava che la Tsuchikage davvero voleva solo mettere alla prova la nostra freddezza nel perseguire l'obbiettivo e potevamo averla abbastanza tediata... o apertamente insultata, come il signor Kacchan aveva fatto con sorprendente facilità. Un improvviso tonfo, un fruscio di tessuti, la mia linea di pensiero si spezzò e mi voltai di scatto. Una figura sconosciuta aveva fatto il suo ingresso. Capelli di un rosso ramato, snello e vestito in modo tanto elegante quanto sgargiante. Non prometteva nulla di buono. Aprì con una frase incredibilmente teatrale e neanche troppo velatamente minacciosa. Istintivamente, alzai la guarda. Un delicato tintinnio di campanellini echeggiò nella piazza ed, improvvisamente, due lame scivolarono nel mio campo visivo e si incrociarono appena davanti alla mia gola con un movimento così rapido e preciso da sembrare apparse dal nulla. Mi irrigidii cercando di trovare una soluzione ma non c'erano vie di fuga. Ognuno dei presenti era tenuto ostaggio allo stesso modo da dei giullari, eccezion fatta per i bambini, che vennero semplicemente presi per il colletto e sollevati di peso.

« O-Ok, ok... giochi finiti... »

Non che intendessi davvero lasciarmi alla mercé dei primi buffoni che passavano ma decisamente non mi veniva difficile scivolare nei panni del genin spaventato, al momento. Lasciai cadere a terra il kunai e alzai le mani lentamente.

« Heh... heheh... »

Abbozzai un sorriso mentre il misterioso intruso ci squadrava un altro po'. Sembrava particolarmente più concentrato su alcuni dei presenti... il biondo della Foglia in particolar modo. Forse si erano incrociati qualche altra volta... e non nelle più felice circostanze, si direbbe. Comunque... dato che l'attenzione del capo della troupe aveva occhi per altri, cominciai a manipolare della sabbia, facendola leeeeeeentamente scivolare attraverso i sandali e su per le mie gambe, sfruttando la copertura dei pantaloni e del resto dei miei vestiti. Se avessero tentato mosse brusche almeno avrei avuto modo di difendermi. Il capo dei giullari frugò in una tasca e mostrò tre sfere colorate... notai anche per la prima volta come la sua mano destra fosse ridotta a semplici ossa. Come diamine riusciva ad usarla ancora? Fatto sta che, una volta che smise di giocherellare, lasciò cadere le sfere colorate a terra. Si frantumarono all'impatto col terreno, esplodendo in una nube di fumo bianco che ci avvolse con la rapidità di una folata di vento improvvisa, impossibile da anticipare e senza lasciarmi modo di non respirarne una parte. Tentai disperatamente di formare una maschera di sabbia e coprirmi naso e bocca ma fu inutile, un semplice respiro era sufficiente a farmi subire i pieni effetti della nuba. Il mio corpo si fece immediatamente torpido, pesante; il controllo sulla sabbia perse ogni presa. Mi inginocchiai, arrivando ad accasciarmi lentamente a terra nonostante i miei sforzi per tenermi in piedi. L'ultima cosa che vidi prima di perdere i sensi fu il misterioso intruso che stringeva il volto dell'irruento shinobi di Konoha con la sua mano scheletrica.
 
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view post Posted on 26/11/2019, 00:09
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Probabilmente ha ragione Kaoru e il ragazzo ha mentito per tenere gli altri lontani dal suo bambino, oppure è semplicemente in errore. Kacchan del resto non sembra affatto preoccupato della cosa, e si concentra solo sul tranquillizzare il piccolo per ottenere quelle poche gocce di sangue che gli servono per il suo tentativo. Non posso fare a meno di notare che quel ragazzo ha la brutta abitudine di avvicinarsi sempre ai bambini degli altri gruppi invece che a quello del suo. Nemmeno Kaoru sembra fidarsi, ma non credo che ci sia nulla di male di lasciarlo provare e, se non succede nulla di preoccupante, fare lo stesso. Comunque non credo che accadrà proprio nulla. Quella del sangue è un'ipotesi interessante, ma quello che ci mostrano i mosaici sono le pietre nelle mani di un unico bambino, e dubito che la porta possa aprirsi senza che questa condizione sia verificata.

Quello che accade dopo è sicuramente inaspettato, e me ne accorgo solo perché la mia attenzione è stata richiamata da quell'assurda uscita sull'urina. Sembra che anche il Kumano voglia provare a macchiare di sangue uno degli amuleti, soltanto che lui il bambino lo ferisce per sbaglio, a causa di uno starnuto. Alla fine però è proprio Akira il primo a portare a termine il tentativo, mentre io, e credo quasi tutti gli altri lo guardiamo con il fiato sospeso. Tra questi quasi tutti però non c'è Kacchan che invece inizia a bestemmiare, niente affatto contento dell'iniziativa del ragazzo. È possibile che sperasse di vincere semplicemente così, con due gocce di sangue sulle altre due pietre? Una cosa del genere non poteva funzionare, non avrebbero ideato una condizione che non fosse in grado di distinguere una sconfitta del gruppo da un semplice graffio ad un bambino. Mi rifiuto di pensare che siamo stati salvati soltanto dalla sbadataggine di quel Kumano.

In seguito probabilmente penserò che in questo momento alle motivazioni, peraltro buone, che avevo per non sospettare del rischio di essere sconfitti con una mossa del genere, si sta unendo il desiderio di giustificarmi, di discolparmi dall'essermi fidata troppo di quelli che sono pur sempre avversari. Adesso però sono semplicemente sorpresa e impegnata ad annaspare nel tentativo di prevedere cosa sta per accadere e riprendere in qualche modo il controllo della situazione.

Certo che diventa un'idea stupida, quest'ultima, quando il giullare fa la sua entrata a effetto e in risposta alle sue parole due lame appaiono davanti alla mia gola, impedendomi ogni movimento. È così anche per tutti gli altri, ad opera di tanti altri buffoni, troppo veloci perché qualcuno potesse reagire. Che modo spiacevole di essere immobilizzati, hai quella fastidiosa consapevolezza che basterebbe un solo movimento sbagliato per ritrovarti con la gola squarciata. I bambini vengono afferrati e sollevati da terra, mentre quell'inquetante nuovo arrivato decreta la fine dei giochi. Non riesco a interpretare davvero la reazione degli altri, anche perché le loro parole sono in parte coperte dal tintinnio dei campanelli, ma, per quanto riguarda me, non vi è paura né rabbia, semplicemente rassegnazione. È finita davvero, e probabilmente anche male, se la prova è stata interrotta così bruscamente. La Tsuchikage non sarà affatto contenta, e certamente non sarà il Mizukage a difendere il mio comportamento. Non credevo che sarebbero intervenuti in questo modo.
Magari così almeno i bambini non verranno uccisi, e le nostre scelte gli consentiranno di vedere il sole di domani. Mmh, chissà quanto gli resta da vivere, chissà se in qualche modo non sarebbero stati più felici di morire oggi davanti a questa torre. Eppure, anche se tornassi indietro, non credo davvero che potrei fare diversamente, alla fine al fatto che la loro vita valga più di una promozione ci credo davvero.

Immersa in questi pensieri vedo di sfuggita delle sfere colorate in quella che è a tutti gli effetti la mano di uno scheletro. Incredibile, riesce a muoverla come se attaccati a quelle ossa ci fossero ancora tendini e muscoli. Gli oggetti cadono a terra, infrangendosi e liberando un denso fumo bianco. È impossibile impedirgli di farsi strada fino ai polmoni e, per quanto mi riguarda, non provo nemmeno a resistere.
Siamo completamente nelle mani dei giullari, e in realtà venire addormentati è, per essere trasportati, un modo migliore di molti altri. Le palpebre si fanno pesanti, tossico, vittima di un sonno innaturale. Una parte di me reagisce improvvisamente, vorrebbe istintivamente restare sveglia, come se chiudere gli occhi mi lasciasse indifesa e vulnerabile. No, è proprio inutile, fatico a reggermi in piedi. Allora penso che in realtà indifesa e vulnerabile lo sono già, e che cadere addormentata su due lame affilate sarebbe proprio un modo stupido di morire. È un pensiero così sciocco, ma è l'ultima cosa che ricordo, prima che gli occhi si chiudano e tutto sparisca.
 
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view post Posted on 26/11/2019, 22:50
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Parlato
Pensato

A me basterebbe dire una sola frase per autocompiacermi: lo sapevo. Sì, io lo sapevo, ma aspettate, devo ancora dire a cosa mi riferisco e presto tutto si spiegherà, tutto tornerà ad avere un senso. Partirei ad elencare tutto ciò che mi è successo in ordine cronologico, così come lo ricordo senza aggiungere particolari dettagli: vengo buttato giù da un monte assieme al mio gruppo; il ragazzo di Kumo si spappola; strani ricordi mi invadono la mente; quello di Kawa no Kuni scompare casualmente; un odore nauseabondo ci accoglie; un'enorme serpente marino spunta dal nulla; Rikku lo elimina da sola; una strana figura melmosa vuole uccidere il bambino; Rikku scompare; il ragazzo di Kumo viene preso a sua volta; rimango da solo con Abe; giungo alla torre; cerco di raggiungere la cima della torre e vengo disarcionato da un venticello. Avevo vissuto una commedia, nulla di tutto ciò aveva senso. Avendo già constatato che si trattasse di un gioco, sentivo che l'esecuzione di quello show fosse stata bizzarra. Io l'arena l'avevo vista e sono certo che tutti si fossero divertiti a vedere Rikku urlare mentre fulminava il pescione, oppure dopo che Shun si è schiantato. Non mi piaceva l'idea di trovarmi lì per dare spettacolo, però m'interessava diventare Chunin, era dunque necessario tutto ciò? Era una sorta di pegno da pagare per ottenere il grado? Credo sia un controsenso parlare di guerre, di pace, o di realtà in generale, nel momento in cui si è parte di uno spettacolo.

La mia astensione allo schieramento persisteva, nel frattempo l'idea di prelevare il sangue continuò nonostante le mie raccomandazioni. Non me ne importava, a dire il vero, poiché non ero comunque io a correre il rischio. Presto, però, capii che non avremmo avuto abbastanza tempo per sperimentare questa nuova idea. Presto un nuovo personaggio si sarebbe palesato e, come ogni show, i colpi di scena e le comparse creano stupore nel pubblico. A quel punto non avevo alcun motivo per non credere che tutto non fosse già stato meticolosamente di studiato, come io stesso avrei fatto al tavolo degli organizzatori.

Non stava andando secondo i piani, quindi è arrivato qualcuno per sistemare la situazione ed evitare che il gioco risulti stagnante. Siamo in un momento morto, in cui nulla di particolare è accaduto, quindi vogliono movimentare la cosa.

Colui che in un programma televisivo si chiamerebbe ospite si era finalmente palesato, probabilmente lo stesso responsabile della mia caduta. La sua discesa era stata a dir poco elegante, senza un capello fuori posto, in netto contrasto con il disordine e lo scompiglio che presto avrebbe portato con sé. Una serie di avvenimenti, il cui esito sarebbe stato prevedibile, presto si sarebbe verificata. Le prime vittime furono i bambini, i quali vennero prontamente minacciati da giullari con la stessa maliziosa espressione del personaggio principale. Io ero conscio di ciò che stava accadendo, avevano mandato una personalità malefica con il puro scopo di creare intrattenimento, pertanto quando toccò a noi io non mi opposi. Non avevo nulla da guadagnarci rendendo il loro intento più difficile, perciò non mi conveniva fare niente. Rimasi immobile, a osservare quello scenario da distante, metaforicamente parlando, mentre il fumo si propagava nel mio apparato olfattivo. Le prime a cedere furono le mie gambe, successivamente anche il resto degli arti cessarono di funzionare, facendomi cadere a terra. I miei sensi si stavano celermente inibendo sempre di più, finché anche gli occhi, nonostante la volontà di tenerli aperti continuasse a pulsare, si chiusero.

Quindi questa sarebbe la fine del gioco, l'ultimo attimo dello spettacolo. Dev'essere successo qualcosa per costringerli a far finire tutto di già, in questo modo così semplice, così atipico.

No, non ne ero proprio convinto, in verità mi risultava difficile appellarmi al pensiero in quel momento. La ragione era da sempre stata una mia instancabile alleata, però tutto ciò non aveva senso e in assenza di una logica non potevo far altro che convincere me stesso di non poter dare una spiegazione.

Non m'importa.

Anche se ciò mi portava alla contraddizione.

 
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view post Posted on 1/12/2019, 17:12
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Sulla promozione o meno vi rimando al topic Jouri 場裏 - Arena/Loggia ||
 
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