Missione 1S - VIII La Giustizia, per Steve.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 12/8/2019, 18:19     +1   -1
Avatar

Where's my money, bitch??

Group:
Meccanici
Posts:
1,525

Status:


*L'acqua mitragliava la terra, scendeva violenta e implacabile inzuppando ogni cosa si trovasse al di sotto. Lo smilzo e scattante nemico, insieme con quell'orribile bestia dalle vaghe sembianze di libellula, stava mettendo in difficoltà gli Anbu. I tre, benché in superiorità numerica, riuscivano a malapena a divincolarsi dalla morsa a tenaglia, obbligati nella difesa ed impossibilitati all'attacco, schivando i fendenti a destra e le raffiche taglienti a sinistra. Il cielo scattava istantanee ad ogni lampo, immortalando nell'etere attimi che chiunque avrebbe voluto cancellare.

L'arrivo del Kage diede nuova speranza ai tre difensori del Villaggio. Forte della seppur misera esperienza recente, sfruttando anche lo stupore del nemico che non si aspettava certo di trovarsi faccia a faccia con qualcuno che sapeva esattamente come agire, Hayate riuscì a raggiungere la bestia filamentosa e ad atterrarla con poca difficoltà. Mentre sferrava il colpo di grazia dritto sul candido oggetto delicato, lo smilzo, che non era rimasto certo con le mani in mano a guardare un pezzo di sé morire per sempre, aveva già sferrato il contrattacco, veloce come una raffica di bora: entrambe le mani giacevano al suolo, accanto ai piedi, scivolando sempre più giù nel fango, e dai moncherini sugli avambracci si allungavano due fitte e spesse corde intrecciate di quei filamenti neri come l'anima del diavolo. Una delle due serpeggiava nell'aria proprio accanto ad un Anbu che, stesso a terra, stringeva con entrambe le mani il misero pezzo di femore e la poca carne a brandelli che erano ancora attaccati al suo corpo, al contrario del resto della gamba, mentre gridava come un ossesso dal dolore. Fango e sangue si fondevano in una disgustosa, maleodorante poltiglia bruna. L'altra frusta era invece ben tesa, con la punta che usciva di circa trenta centimetri dal dorso del secondo Anbu. Il foro di uscita, che era di poco più piccolo di quello d'entrata, aveva un diametro di venti centimetri. Un colpo fatale, fulminante. Il resto del corpo era abbandonato alla gravità, con braccia, gambe e capo penzoloni, il che lo rendeva molto simile ad un macabro fantoccio tenuto in piedi da un maldestro burattinaio.

Il terzo Anbu, con la furia negli occhi, si scagliò contro quel mostro omicida, scagliando un fendente obliquo che tranciò di netto l'avversario dalla spalla destra al fianco sinistro. Le due metà dello smilzo caddero a terra ai piedi del guerriero che, ancora boccheggiante, cercava consolazione per la perdita dei commilitoni negli occhi del proprio capo. Non ci fu nemmeno il tempo di una parola, che una nuova lingua color pece guizzò dal "cadavere" fino al petto dell'Anbu, forandolo in un turbinio di fluidi ematici.

Piccoli tentacoli uscirono dalle due estremità recise dello smilzo e, avvicinandosi tra loro, suturarono lentamente lo squarcio all'apparenza mortale, mentre una diabolica risata si faceva spazio tra lo scrosciare dell'acqua fino alle orecchie del Mizukage.

In lontananza stava accadendo qualcosa di incredibile: delle anomale folate di vento provenienti da un'unica direzione, ad una velocità di novanta nodi, stavano letteralmente spazzando via la coltre di nebbia che da sempre abbracciava Kiri, lasciandola scoperta, nuda, inerme.*


//Lo smilzo è alla tua mercè, in quanto troppo debilitato per continuare in modo decente lo scontro. Qualsiasi cosa tu decida di fare, piuttosto che proferir parola si lascia uccidere.//
 
Top
view post Posted on 25/8/2019, 11:47     +1   -1
Avatar

.wanderlust

Group:
Member
Posts:
8,503

Status:


[249 DN - Fuori Kiri]




In quell'effimero istante tutte le emozioni traspiravano da ogni poro della pelle, accavallandosi l'una sull'altra, reclamando il dominio. Percepiva ogni brivido che stava percuotendo il suo candido derma, ogni sensazione di malsana follia che, lentamente, stava prosperando all'interno della sua anima angusta. Le Hiramekarei fremevano, trasmettendo il loro medesimo stato d'animo all'impugnatore. Esigevano il sangue di quella creatura immonda, pretendevano di porre fine alla vita di chi stesse attaccando il villaggio di Kiri, la patria per cui erano state forgiate. Quando atterrò la creatura che si librava in volo aveva bisogno solo di una manciata di secondo, forse millesimi, ma esitò. Voleva osservare se anche quegli esseri sapessero cosa significasse avvertire la paura di perire. Emozioni che, parevano non essere state tramandate alla prole degli evocatori. Trapassò con la punta delle spade la maschera di porcellana che concedeva la possibilità di vivere a quelle creature. Fu un attimo, non avrebbe potuto neanche calcolare quanto tempo fosse trascorso da quel momento fino a quando non orientò le iridi diamantine verso il resto della compagine. In quel momento tutto l'ardore e la foga che aveva incanalato dentro di sé, vennero sostituite da un misto di amarezza e mestizia. Osservò ogni minuzioso dettaglio di quella insulsa contingenza; i tre anbu da cui era accorso per ribaltare la situazione dello scontro erano stati uccisi, brutalmente. Mentre l'Artefice si era prodigato per porre fine alla vita di quel mostro volante, l'evocatore si era deliziato nel cogliere impreparati gli altri Shinobi.

Uno era a terra, privo di gran parte della carne di cui il suo corpo era composto, mentre una delle corde di filamenti neri aspettasse di banchettare con ciò che ne era rimasto. D'altra parte uno era strato trafitto completamente all'altezza del petto, e non esalava più alcun respiro che desse al Mizukage la possibilità di presupporlo ancora vivo. Ma così non fu, morto, decisamente. Un ghigno di rabbia si delineò sul volto dell'Efebico, mentre serrava con ancora più forza l'elsa delle Hiramekarei, fino a sanguinare nel palmo della mano.


- Vi riporterò tutti a Kiri. Lo farò...

Proferì, quasi sussurrando e la rabbia crebbe esponenzialmente. Avrebbe reciso ogni singola radice che avesse posto le proprie basi nel territorio dell'Acqua; li avrebbe inseguiti fino in capo al mondo se fosse stato necessario. L'idea di poter chiedere una sorta di aiuto a Chiye si palesò solo per una manciata di secondi, per poi dissolversi completamente. Avrebbe reso Kiri debole, avrebbe dimostrato agli altri villaggi di non riuscire a gestire le difficoltà senza il supporto di qualche d'uno. Avrebbe tranciato completamente le fruste che avevano trafitto i suoi sottoposti per poi orientare il proprio sguardo verso la terra natia, o meglio il fulcro ove si trovava. In quel momento si avvedette che quel manto bigio che sovrastava i cieli di Kiri era stato completamente spazzato via, come se non significasse nulla. Cosa stava accadendo realmente? Qualcuno era diventato padrone di Kiri senza neanche spodestarlo? Doveva porre fine a quella situazione. Avrebbe dovuto mietere vittime tra le fila di quegli evocatori sin dal confine del villaggio. E l'avrebbe fatto, anche a costo della sua vita, pur di proteggere il suo popolo.

 
Top
view post Posted on 10/9/2019, 15:50     +1   -1
Avatar

Where's my money, bitch??

Group:
Meccanici
Posts:
1,525

Status:


*Le raffiche di vento infuriavano sul campo di battaglia e su tutta Kiri, mentre difensori e attaccanti battagliavano ferocemente da più di un'ora ormai. Quelle strane bestie tentacoliformi sembravano non morire mai, col loro unico punto debole spesso ben difeso e difficile da colpire e contemporaneamente maledettamente letali, così come i loro proprietari. Inoltre, l'esercito di Kiri sembrava male organizzato, probabilmente anche a causa dell'impossibilità di utilizzare la terribile e rimpianta nebbia.

Le copie dell'Artefice venivano una a una sconfitte, sopraffatte non tanto dalla potenza dei nemici, ma piuttosto dalla loro superiorità numerica sommata alla spossatezza accumulata col passare del tempo. E per ogni finto Kage che spariva, all'originale tornava all'istante tutta la fatica.

Nel caos totale, due voci gracchianti giunsero pressoché all'unisono all'orecchio dello spadaccino, facendosi largo a fatica tra le altre mille voci di fondo per uscire dalla piccola ricetrasmittente. Entrambi gli Anbu messaggeri erano comprensibilmente affaticati ed il loro tono era preoccupato, tendente alla disperazione. Il primo annunciava l'arrivo di un gigante estremamente forte, di molto superiore ai già temibili avversari presenti, e pericolosamente vicino alle porte del Villaggio, mentre il secondo continuava a ripetere che la nebbia veniva ripetutamente spazzata via da Ninjutsu di Vento lanciate a distanza da una decina di uomini ed altrettanti "mostri", investendo buona parte della regione. I due soldati chiedevano rinforzi, che difficilmente sarebbero stati sufficienti per gestire entrambe le situazioni critiche.*

//Ti ricordo che oltre al tuo pg puoi muovere anche i principali npg della Nebbia, in quanto avevi accettato di occuparti anche della difesa del Villaggio :D//
 
Top
view post Posted on 1/10/2019, 14:16     +1   -1
Avatar

.wanderlust

Group:
Member
Posts:
8,503

Status:


[249 DN - Fuori Kiri]




Limitato da quel limbo, l'Artefice pareva non riuscire ad optare per una scelta che potesse arrecargli benefici su di entrambe le parti. Le battaglie erano furenti e nefaste su entrambi gli schieramenti; il Mizukage non presagiva che anche nel territorio di Kiri potessero essere attaccati, ma avrebbe confidato nelle capacità combattive di Fuyu e degli Anbu posti a difesa del villaggio. Non avrebbe potuto abbandonare i sottoposti che si erano recati lì con lui per organizzare le forze e difendere il villaggio. Lo scontro era arduo e non usufruire del velo di nebbia comportava un malus per gli shinobi di Kiri. Odiava quella situazione, sopratutto dopo aver dovuto sopportare le paturnie di Ki Momochi e convincerlo a perseguire la retta via. Ad aggravare ulteriormente la contingenza vi era la stanchezza che giungeva dalle copie del Mizukage che venivano sconfitte da parte delle creature immonde che erano state evocate. Era la prima volta che si trovava in una situazione del genere e sentiva come se non potesse fare nient'altro se non continuare a combattere finché avrebbe potuto. Fin quando non avrebbe esalato l'ultimo respiro, se necessario. Aveva con sé le sue fedeli compagne e, nel peggiore dei casi, sarebbe morto con onore.

Non esitò ulteriormente e cercò di colpire in modo lieve gli tsubo posti sul suo corpo per accrescere la sua forza e, quindi, di avere una maggiore potenza e velocità. Ne avrebbe dovuto avere bisogno per sopperire alla superiorità numerica degli avversari e lo stato di shock in cui versavano alcuni degli Anbu di Kiri. In quel momento delle voci provenienti dalla ricetrasmittente colsero la sua attenzione: appartenevano a due shinobi che annunciavano due informazioni tutt'altro che benevole. Una indicava l'avvicinamento di un "gigante" in prossimità del villaggio di Kiri mentre l'altro forniva informazioni sulla posizione dei nemici che stavano impedendo alla nebbia di avvolgere nuovamente la loro amata prole. Era impensabile recarsi nell'altro campo di battaglia, i suoi sottoposti sarebbero morti e gli avrebbero concesso solamente del tempo in più per riorganizzare la difesa. Non poteva neanche impedire che venissero plasmate le ninjutsu di vento dato che avrebbe avuto luogo la medesima situazione ipotizzata precedentemente. Sembrava che di Anbu non ce ne fossero più, o almeno che fossero state date delle promozioni senza alcuna cognizione di causa, dato che erano morti come se fossero genin inesperti.


- Dannazione.. Dovete colpire le loro maschere! Non mi interessa come, ma dovete farlo o non potremo sconfiggerli. Più creature moriranno, più evocatori non potranno più fare alcunché e potremo spedirli all'altro mondo come meritano!

Proferì, urlando a squarciagola affinché potessero udire le sue parole. Era stanco di quella situazione, voleva solamente deliziarsi con il sapore del sangue che solcava le lamine delle Hiramekarei. Usufruendo della velocità appena acquisita e del Raiton cercò di muoversi celermente tra le fila nemica per reclamare più maschere possibili e, nel migliore dei casi, la vita stessa degli evocatori. Doveva fidarsi dei suoi shinobi, non aveva altra scelta. Nel frattempo...

-----------------------------------------------------------------------------------------

In quel di Kiri la situazione non era rosea, affatto. Le mura di Kiri erano insidiate dai nemici che ripetutamente cercavano di renderle inutili. La voce di Fuyu non tardò ad arrivare, accompagnata da quella di Sawa che si sarebbe occupata di predisporre un gruppo di assalto qualora le forze nemiche fossero entrate all'interno. D'altra parte, invece, Aoki aveva eretto un campo medico per fornire tutte le cure di cui avrebbe avuto bisogno gli Shinobi di Kiri. Gli Anbu rimanenti, accompagnati da Chunin specializzati nelle ninjutsu, erano stati posizionati sulle mura per cercare di allontanare e rallentare l'avanzata nemica, mentre chi era più capace negli scontri corpo a corpo o nell'arte della Genjutsu avrebbe dovuto affrontarli frontalmente, usufruendo della modalità di accerchiamento dei secondi.

- Le maschere di porcellana sono il loro punto debole, non esitate e state attenti.

Proferivano le copie di Fuyu che si recavano verso ogni gruppo di Shinobi per fornire le informazioni necessarie per il combattimento, così come gli erano state riferite via ricetrasmittente dal Mizukage.




[spoiler_tag]<ijutsu-attivazione> - Tengu no Sei: Forza del Tengu - [Chk: 60/80/100] [Stm: -6/8/10] "Lo Shinobi, seppur addestrato anche a combattere, non ha di certo un fisico paragonabile a quello di un maestro di arti marziali, i cui muscoli risultano essere duri come l'acciaio più pure e flessibili come una delle tante canne di uno stagno. Un abisso e un problema incommensurabile a cui hanno trovato una soluzione, grazie alle notevoli conoscenze riguardanti il fisico umano di cui sono a disposizione. E' possibile trovare diversi tsubo in una persona, e questi se sollecitati in un dato modo possono causare gravi danni, ma se vengono stimolati in un altro garantiscono un aumento esponenziale di potentza per un breve tempo, ma ad un caro costo in termini di fatica. Il medico toccando alcuni punti presenti sulle spalle, le braccia, le gambe e la schiena, stimolandoli con moderate quantità di chakra riesce ad aumentare la propria massa muscolare e l'energia spirituale sprigionata da questo. Il ninja quindi potrà disporre di 80/120/180 Punti Bonus distribuibili fra Int, Frz, Vel, Res e Def, per un massimo di 2 statistiche potenziabili per turno.
La jutsu-attivazione può essere utilizzata anche su altri - in questo caso verrà considerata solo come tecnica e durerà per 3 turni con costo da parte di ambedue raddoppiato, senza possibilità di modificare le Stats potenziate a meno che il medico utilizzi nuovamente la jutsu, consumando ancora una volta la sua azione."
[I Bonus NON sono cumulabili, la Ijutsu non può essere usata su se stessi e su un altro contemporaneamente][/spoiler_tag]
 
Top
view post Posted on 1/10/2019, 21:43     +1   -1
Avatar

Where's my money, bitch??

Group:
Meccanici
Posts:
1,525

Status:


*Il colosso travolse un ninja con il tronco di un arbusto, che aveva da poco sradicato dal suolo ed impugnava ora ferocemente con una sola mano, facendolo ruzzolare a diversi metri di distanza e rimase poi come stordito, imbambolato su un punto di terra smossa poco lontano da lui. Le parole riempirono l'aria prima ancora che la figura umanoide si materializzò lentamente a partire da un mucchietto di fango.*

"Dovresti smetterla di giocare, l'uccellino era lontano dal nido, ma ora sta tornando indietro verso casa"

*Il gigante puntò gli occhi candidi, privi di pupilla, verso quell'ammasso di terra e sangue alto circa due metri e mezzo che stava prendendo sempre più forma. Lo sguardo era duro, l'espressione affatto cordiale. Due bulbi identici lo guardavano di rimando attraverso colate marroni e disgustose.*

"Dove diavolo sei stato?"

*Se la voce dell'uomo di fango era sgradevole, quella del colosso lo era dieci volte tanto. Era fredda, possente, e sembrava arrivare direttamente dall'inferno.*

"Oh, sai com'è.. Ho avuto da fare..Ooooohhhh aaaahhhhh" *il piccolo stirò i muscoli allungando le braccia verso l'esterno* "Cosa vuoi farne del gracilino? Sta arrivando e sembra abbastanza incazzato"

"Dov'è? Ci hai combattuto?" *Più che una domanda, sembrava un'affermazione, per di più carica di collera. L'altro allargò le labbra in quello che sembrava più uno squarcio su una tela marcia che un sorriso.*

"Non ti scaldare, Ingordo. Non gli ho fatto niente! Anzi, quel cane maledetto mi ha fatto fuori un cuore. Appena lo rivedo, gli strappo il suo dal petto e me lo innesto ancora grondante di sangue!"

"Se ti avvicini ancora a lui" *l'armadio aveva lasciato che il tronco scivolasse dalla mano, che finì al suolo in un guizzo festoso di schizzi di fango, e poi le aveva strette entrambe a pugno* "ti ammazzo"

*L'imponente corpo del grassone era un fascio unico di nervi in tensione. Nonostante la costituzione fin troppo robusta, la sua potenza era quasi paradossalmente visibile, come se fosse un numero scritto su un muro. Un numero enormemente alto. Un fulmine spaccò in due il cielo, dando a quelle parole, a quello sguardo e a quel palpabile intento omicida un che di raccapricciante. Il ghigno sparì quasi all'istante dal volto dell'altro, che di rimando aggrottò le sopracciglia e si girò di spalle, diretto verso il fulcro dello scontro borbottando qualcosa tra sè e sè.

~ * ~ * ~

L'Artefice falciava senza tregua quantità incredibili di spessi cavi neri così come un contadino falcia il grano. Con la stessa dedizione e precisione, ma decisamente con più foga. La furia animale del Mizukage dava coraggio ai suoi uomini, che ripresero a combattere con un rinnovato vigore nonostante l'assenza della preziosa nebbia. L'entusiasmo si espandeva a macchia d'olio, da Hayate tutto intorno aumentando il raggio secondo dopo secondo. Mentre le luride bestie filiformi cadevano al suolo, seguite dai loro evocatori, di nuovo il ronzio della trasmittente invase il condotto uditivo del giovane.*

"Alcuni di questi nemici hanno il coprifronte e le divise della Nebbia! Cosa dobbiamo fare? Quali sono gli ordini? Ci attaccano! Ci dobbiamo difendere!" *Il mittente era chiaramente nel panico, probabilmente a causa della scoperta appena fatta. In quel numeroso gruppo di strani esseri che comandavano bestie ancora più strane, oltre a gente comune (comune per modo di dire, vista quell'incredibile capacità ed il corpo costituito da fibre nere) e ad altri ninja provenienti da un po' tutto il mondo, a quanto risultava dalle parole dell'Anbu c'erano anche dei Fratelli di Kiri.
Pochi istanti dopo, un nuovo messaggio, stavolta dalla voce qualche minuto prima aveva comunicato l'avvento del colosso.*


"Un altro gigante è comparso sul campo di battaglia, letteralmente uscito dal fango. Inferiore al precedente come dimensioni. Dopo uno scambio di parole, che non sono riuscito a cogliere, i due hanno abbandonato la loro posizione allontanandosi dalle porte del Villaggio. I loro compagni creano dei corridoi umani per farli passare. Sembrano essere al comando del gruppo. Puntano al Mizukage. Ripeto, puntano al Mizukage." *Un rapporto serio e dettagliato, a dimostrazione che qualcuno era ancora ben saldo alla realtà e non si era lasciato trasportare dagli eventi. Le cose non si mettevano troppo bene, forse presto avrebbe dovuto battersi contro quei due tipi poco raccomandabili. Consapevole dell'esito dell'incontro precedente, se la sarebbe cavata questa volta?

Non ci volle molto all'Artefice prima di vedere le due sagome in lontananza avvicinarsi sempre di più. Dal marasma e dalla confusione spuntava una testa decisamente familiare, lo stesso tizio che l'aveva attaccato in quella foresta. La rabbia ed il dolore per la perdita del suo fantoccio sembravano aver abbandonato il suo corpo, sostituiti da un'euforia quasi infantile e maniacale nel vedere il sangue, gli arti mozzati ed i cavi neri che deturpavano il suolo. Diversi metri dietro, avanzava lentamente il gigante. E lo era davvero. Il capo dell'altro gli arrivava a metà torso e passava un altro metro prima di arrivare all'apice del cranio pelato. Si poteva quasi sentire la terra vibrare dopo ogni suo passo. Quando le sclere senza iridi del piccolo scorsero Hayate, ci fu un'esplosione di fango: con un guizzo selvaggio, prese a correre come un ossesso, schivando le gocce di pantano che libravano per aria e travolgendo chiunque fosse sulla sua traiettoria. In pochi secondi aveva incredibilmente accorciato la distanza tra lui e la preda, fino a portarsi a soli pochi metri, quando improvvisamente l'avanzata si interruppe di colpo, all'istante. Le gambe si protesero all'unisono in avanti, staccandosi dal suolo, seguite dal resto del corpo e dalle braccia. Sembrava un cartone animato, di quelli dove le leggi della fisica e della chimica non contano niente, dove il corpo del malcapitato di turno comincia ad allungarsi suo malgrado. Si udì un suono tremendo, come di stoffa strappata, mentre le articolazioni si staccavano dalle spalle e dalle anche lacerando la pelle tesa oltre la sopportazione massima. Se non fossero state piene di spesse fibre carbone che, intrecciate, tenevano insieme il tutto invece delle fisiologiche ossa, muscoli e tendini, braccia e gambe si sarebbero letteralmente staccate in seguito all'impeto ed avrebbero oltrepassato il Kage. La testa dell'uomo, però, rimase immobile in un punto nonostante l'energia accumulata dalla corsa. Forse, perchè un'enorme mano la stava stringendo avvolgendola completamente. Il colosso aveva agguantato il suo socio, coprendo una distanza incredibile in una frazione di secondo. Hayate non lo aveva nemmeno visto arrivare.*

9acb618f9a442736bd81d939810262e6
"Ti avevo avvisato.." *e senza indugio, stringendo la sola mano destra, scoppiò la testa dell'altro come se fosse un chicco d'uva. Il suono fu simile ad un palloncino bucato. Mise poi quattro dita, due per mano, all'interno del foro sul collo, scavando senza difficoltà tra i cavi che sferzavano violentemente l'etere, e tirò con forza. La figura dell'altro si divise in due metà quasi perfette mentre le fibre si strappavano e contorcevano nell'aria. Una volta buttato a terra il corpo, con due possenti pedate il gigante schiacciò quelli che, aggrovigliati tra i cavi e parzialmente coperti da due maschere di ceramica, sembravano essere due cuori. Si trovavano ora faccia a faccia, separato solo da un mucchio di cavi che, con spasmi sempre meno frequenti, ondeggiavano piano tra il fango.*

//Non ti ho aggiunto volutamente nulla in questo post su cosa succede intorno al villaggio, quindi sentiti libero di concentrarti su quanto scritto qui oppure di ruolare qualcosa a riguardo, a tuo piacere. Hai carta bianca//
 
Top
view post Posted on 14/10/2019, 20:42     +1   -1
Avatar

.wanderlust

Group:
Member
Posts:
8,503

Status:


[249 DN - Fuori Kiri]




Il suo intento di decimare le fila nemiche usufruendo della tecnica che aveva maggiorato le capacità combattive stava dando i suoi frutti. Era come se percepisse ogni rigolo di sangue solcare le sue Hiramekarei, provando godimento nel vedere le carcasse di fili neri depositarsi sul terreno, prive di quella fallace vita di cui erano dotate. Seguendo il suo esempio anche i sottoposti raccolsero le forze che erano rimaste loro e cercarono di dare il proprio contributo a quello scontro che si stava rivelando un massacro da ambo le parti. Conficcava con vigore le compagne gemelle nelle maschere di porcellana, frantumandole e riducendole a metà, ponendo fine a quel fulcro vitale con cui le creature immonde si alimentavano.

- Forza, continuate!

Proferì guardando gli Anbu, mentre pose con forza i suoi piedi su di una maschera ruzzolata per terra. Dovette arrestare la propria furia per una manciata di secondi. Si trattò di una sensazione così effimera da placare temporaneamente la sua ira, sostituendola con una costernata preoccupazione. Da quanto udì le voci che provenivano dalla ricetrasmittente erano portatrici di malevoli notizie. I nemici che si erano recati ad assediare il villaggio di Kiri erano composti, oltre che dagli evocatori delle Fibre nere, anche da un assortimento di ninja, tra cui comparivano anche, apparentemente, appartenenti alla sua terra natia. Dei traditori, forse, oppure erano stati così abili da poterli controllare? Era solo un'ipotesi non potendone osservare i comportamenti essendo abbastanza lontano dalle mura del villaggio. Avrebbe dato solo un'informazione generica e si sarebbe affidato al raziocinio di Fuyu.

- Se hanno le maschere di porcellana sono chiaramente evocazioni del nemico; distruggete le maschere. Se invece non ne sono in possesso sono chiaramente dei traditori. Non esitate; preferisco che vengano catturati vivi, ma avete libertà di azione.

Poi, le ulteriori informazioni che gli vennero recapitate fecero in modo che un ghigno divertito si delineasse sul volto dell'Efebico. I due nemici le cui dimensioni erano nettamente superiori a quelle degli altri, si stavano recando verso la posizione di Hayate, probabilmente informati della superiorità combattiva del gruppo di Kiri. Beh, decisamente. La situazione era totalmente cambiata quando il Mizukage aveva ribaltato l'esito dello scontro. O forse volevano solamente provare a mietere la vittima perfetta per dare un colpo fatale e fare in modo che tutti si arrendessero. Avrebbe venduto cara la pelle. Quegli scontri ravvicinati lo stavano stancando, a dire il vero. Era sì un Mizukage, un Jonin, uno Shinobi Katana, ma aveva consumato grandi quantità di chakra sia per lo scontro iniziale con quell'ilare e presuntuoso essere nano, sia nella battaglia che stava avvenendo in quei momenti. Cercò di razionalizzare il proprio potere per essere in grado di rispondere all'offensiva dei due presunti giganti, quindi cercò di usufruire maggiormente delle proprie doti fisiche per continuare a mietere le vite degli appartenenti al fronte nemico. Com'era stato possibile? Perché aveva avuto luogo quel massacro? Eppure aveva disposto tutte le difese possibili per rispondere ad un'eventuale attacco e non si aveva avuta alcuna notizia che potesse far pensare loro di poterne ricevere uno di lì a breve. Le spie, che aveva diramato nel territorio di Kiri, avrebbero dovuto fare rapporto su una tale possibilità ma questo non era accaduto. Traditori? Ormai il suo pensiero balenava su ogni contingenza plausibile, non escludendo alcunché. Natsu? Forse.

Scosse la testa per concentrarsi su quel che stava accadendo in quel frangente. Le iridi diamantine orientarono lo sguardo verso quelle due figure enormi, seppur lontane, che si avvicinavano celermente. Identificò uno dei due con l'evocatore che lo aveva attaccato inizialmente, facendo a brandelli quel falegname che si era comportato in modo amichevole verso di lui. Era sorretto da un'evidente sensazione di follia, o almeno era quella l'emozione che traspariva osservandolo minuziosamente. Era seguito, comunque, da un essere selvaggio, grande, un aggettivo alquanto irrisorio per definirlo; ad ogni suo passo le vibrazioni che venivano rilasciate nel momento in cui toccava il terreno raggiungevano la colonna vertebrale dell'Artefice, scosso da quello che sembrava un effettivo terremoto. Ciò che accadde in seguito, gli fece sgranare gli occhi: aveva ucciso l'altro, quello piccolo, quello che avrebbe voluto sminuzzare con diletto. Rimase fermo, impressionato da quella forza. Non sarebbe stato facile. Affatto.


- Vedo che tra di voi vi ammazzate. Con chi ho l'onore di combattere?

Proferì l'Artefice, tentando di accrescere maggiormente le proprie capacità combattive, così come aveva fatto prima. Avrebbe voluto guadagnare del tempo per fare in modo che il proprio chakra si ripristinasse, almeno parzialmente.

 
Top
view post Posted on 22/10/2019, 20:14     +1   -1
Avatar

Where's my money, bitch??

Group:
Meccanici
Posts:
1,525

Status:


*Il possente petto taurino si alzava e abbassava con regolarità seguendo il lento respiro di quell'essere mastodontico. Le gocce di pioggia si univano in rivoli che scorrevano sulla pelle nuda rigando i numerosi tatuaggi. I lunghi baffi, così come i capelli penzolanti dalla nuca, erano incollati dall'acqua e contribuivano a dare un aspetto lugubre al soggetto. Le folte sopracciglia soverchiavano gli occhi, riducendoli a poco più di due stette fessure orizzontali. L'espressione ottusa, con quelle guance rubiconde e piene, quasi lo catalogavano come una persona non particolarmente brillante, un sempliciotto di campagna dall'apparenza perfino buffa e simpatica. Solo il grugno incattivito e ostile faceva cambiare immediatamente idea. Tuttavia, avrebbe potuto essere scambiato tranquillamente per lo scemo di un villaggio lontano, ai confini della civiltà, uno zotico sempliciotto con poco sale in zucca, sfruttato dagli altri per la smisurata forza in una di quelle comunità dove la gente si veste ancora con resti raffazzonati di carcasse animali, e urina e defeca in piccole buche scavate nel suolo come selvaggi. Oppure avrebbe potuto benissimo lavorare in un circo, perchè no?, dove avrebbe sicuramente interpretato il ruolo dell'energumeno forzuto oltremodo, col petto avvolto da una stoffa leopardata e accompagnato da cinque o sei nani buffi e goffi, a sottolineare in maniera maggiore l'enormità della grandezza di quella straordinaria, quasi innaturale creatura. Ma non era nulla i tutto questo, nient'affatto.

L'arrivo improvviso dei due giganti e soprattutto la fulminea esecuzione di uno dei due, provocò una strana reazione nelle immediate vicinanze: il tempo parve fermarsi, ogni attaccante si bloccò all'istante, quasi simultaneamente con gli altri, puntando lo sguardo vuoto e inespressivo verso il piede del gigante, da sotto il quale sporgeva un disgustoso e considerevole frammento di muscolo cardiaco. I fantocci formati da grovigli di quei rivoltanti tentacoli si accasciarono al suolo all'unisono, come privati dell'essenza vitale, formando orrende matasse scure che brillavano con tetri riflessi violacei ad ogni lampo nel cielo. Tutto durò solamente una manciata di lunghissimi secondi, poi come svegliati di soprassalto da un sonno profondo, l'intero gruppo di evocatori si scatenò in uno straziante grido acuto e graffiante che travolse a macchia d'olio l'intero campo di battaglia contagiando in maniera virale ogni gola dei presenti. E di nuovo i volti vuoti si riempirono di furore, le bestie artificiali ripresero a muoversi con maggior impeto, volteggiando sul suolo e nell'etere in un balletto macabro e orrendo. Solo i pochi presenti intorno al Mizukage reagirono diversamente, con il terrore negli occhi spenti che balenavano dal colosso ai resti dell'altro, allontanandosi di fretta e furia e lasciando soli Hayate e la montagna.

L'energumeno, nonostante tutto il trambusto, continuava a rimanere immobile, sembrava assorto nei suoi pensieri tanto da accorgersi a malapena di quello che stava succedendo intorno a lui. Respirava lentamente, e lentamente ruotava il collo vigoroso prima a destra, poi a sinistra, scrutando la scena come se non capisse ciò che stava succedendo. Piano abbassò il capo, rivolgendo la sua attenzione all'ammasso di spessi cavi neri squartati proprio da lui pochi attimi prima, poi si rivolse al giovane che, gagliardo, gli si parava di fronte pronto a tenergli testa.*


"Il Tossico.." *Rispose alla domanda con una lentezza disarmante, quasi facesse fatica a ricordare i vocaboli. Aveva davvero, in quel preciso momento, l'apparenza dello scemo del villaggio. Proseguì con la frase, lasciando facilmente intuire che quello non era il proprio nome* "Il Tossico non sarà affatto contento di questo.. Ma era stato avvisato..Gli avevo dato degli ordini precisi.." *Strinse entrambi i pugni, che erano più grossi della testa dell'Artefice* "..e questo è quello che succede a chi non fa quello che dico"

*Allentò la presa è portò la mano destra verso il mento per grattare la barba. Il tutto, ovviamente, con una flemma snervante. Se Hayate non avesse visto con i propri occhi l'impressionante velocità che il tizio sconosciuto aveva rivelato solo qualche giro indietro d'orologio, l'avrebbe sicuramente scambiato per un enorme bradipo.*

"Io sono l'Ingordo. E tu. Mizukage. Tra molto poco. Morirai."

*Rimase poi in attesa, con lo sguardo incarognito, ma diretto contro nessuno in particolare. Forse si aspettava uno scambio di battute? Oppure stava solo studiando il ninja che, praticamente da solo, aveva decimato gli invasori? Difficile dirlo.*

//Eccoci di nuovo. Se vuoi concordare un dialogo, o fare domande scrivendo già la risposta nel tuo post, o se vuoi chiarimenti su particolari esiti delle azioni, sai dove trovarmi. Aggiungo anche che, visto che gli attaccanti intorno ai due soggetti si sono allontanati, 3 Anbu arrivano in soccorso del Kage. NB: se intendi combatterlo subito, descrivi pure ogni attacco o combinazione considerando anche gli aiuti, fermo restando che nessuno dei colpi va a segno (il gigante li schiva tutti, senza però mai contrattaccare)
 
Top
view post Posted on 7/11/2019, 22:16     +1   -1
Avatar

.wanderlust

Group:
Member
Posts:
8,503

Status:


Parlato Ingordo
Parlato Hayate


[249 DN - Fuori Kiri]




Un tacito silenzio predominò l'ambiente, raggelando i corpi degli Shinboi e immobilizzando le creature evocate formate dai grovigli color pece. La vista di quegli energumeni aveva soffiato la scena alla furia della battaglia. L'aura emanata da quest'ultimi diffusero terrore e paura tra le fila dei sottoposti di Hayate che si allontanarono celermente. Non che la cosa giovasse all'Artefice, ma anch'egli avrebbe evitato di affrontarlo nel caso in cui non fosse stato il Mizukage. Sentiva l'adrenalina percorrergli la schiena e, nel contempo, l'ansia e la paura scuotergli l'anima. Il suo spirito era un misto di sensazioni in quella contingenza, talvolta contrastanti, altre lo rendevano bramoso di quell'imminente duello. Le iridi diamantine si posarono su quell'essere; le caratteristiche fisionomiche lo rendevano tale da essere quasi il doppio di Hayate, sia in altezza che in larghezza. La cassa toracica pareva immensa... Probabilmente se avesse sferrato un pugno su di essa si sarebbe posto una domanda alquanto futile. Si sarebbe fatto male? Ne dubitava. La forza fisica non l'avrebbe spaventato, ne tanto meno attacchi irrisori alla sua persona. A dire il vero sembrava essere un cavernicolo o, d'altra parte, un giullare di qualche Daimyo. Il Mizukage sorrise per stemperare la situazione; doveva essere oculato per vagliare gli eventuali vantaggi o svantaggi che derivavano dalla sua stazza. Probabilmente una maggior celerità avrebbe reso più difficoltosa l'elusione degli attacchi. Nel farlo, però, avrebbe dovuto negargli ogni apertura nella propria difesa e questo non giovava ad una maggiore forza nello sferrare l'attacco.

Da ciò che si evinse dalle prime parole che udì non sembrò che fosse dotato di un Q.I elevato. Certo, all'apparenza era tale, ma non doveva sottovalutarlo. Tutto in quella situazione pareva remare contro di lui, ponendogli nemici di entità maggiore uno dopo l'altro. A udir le prime parole parve che il nome datogli fosse "Tossico" ma ciò che bofonchiò successivamente negò l'evidenza. A quanto pare quell'appellativo si riferiva all'essere che pochi secondi prima aveva distrutto in un effimero istante. Lo aveva disintegrato, letteralmente, facendone pasto per i corvi. Dato che, comunque, non deduceva alcuna forma di intelligenza sviluppata, pose una domanda che, di per sé, era retorica conoscendone già la risposta.


- Chi sarebbe questo... Tossico?

- Il Tossico? Come...? Chi ti ha detto questo nome?

Probabilmente non rimembrava nemmeno di essere lui stesso il colpevole. Dal modo di fare si accorse che la calma apparente con cui si era contraddistinto dopo aver sbriciolato il compagno, cambiò radicalmente. Era letteralmente furibondo, come se gli fosse stato fatto un torto indicibile, o fosse stato offeso nell'onore.

- Non sono affari tuoi! Non so quale diavoleria hai escogitato per trovare quel nome, ma non andrai oltre!

Continuò, sebbene sul viso dell'Artefice si stesse delineando un ghigno divertito, nonostante la stanchezza che si stava cumulando sulle sue membra temprate dalla battaglia. Attese, comunque, un'eventuale risposta, mentre in modo flemmatico portava la mano verso la barba ispida e ne traeva conforto, sfregando i polpastrelli su di essa. Lui era l'Ingordo, anche se le probabilità che si stesse sbagliando nella sua stupidità erano elevate. Le minacce non tardarono ad arrivare, ma era conscio di quanto sarebbe accaduto di lì a poco. Lo scontro era imminente, non vi era bisogno di annunciarlo per incutere timore o paura. Lui era il Mizukage, non poteva farsi affliggere da delle emozioni simili, benché fossero comunque presenti nel suo animo glaciale. Le parole non furono seguite da un attacco o da un incalzante duello; rimase fermo, inerme. Quella situazione avrebbe giovato all'Artefice; avrebbe recuperato parte del proprio chakra che gli sarebbe stato poi utile per usufruire del suo potere in modo pieno. Avrebbe tentennato con delle domande, così da guadagnare del tempo e scoprire qualcos'altro in più su quell'attacco alla sua terra natia.

- Quindi, Ingordo, è il Tossico ad averti dato l'ordine di attaccare questi luoghi? Non pensavo che un guerriero della tua possanza si lasciasse manovrare come un burattino.

Sibilò, come un serpente. L'avrebbe punzecchiato, ridimensionandone la caratura. Affliggendolo nell'orgoglio.

 
Top
view post Posted on 22/11/2019, 11:53     +1   -1
Avatar

Where's my money, bitch??

Group:
Meccanici
Posts:
1,525

Status:


*Il volto del bestione si rabbuiò per qualche istante, con le folte sopracciglia che, spostandosi in basso, andarono a coprire interamente gli occhi. L'espressione generale del volto era neutra, ma alcuni dettagli, alcune rughe sopra le guance paffute e agli angoli della bocca sembravano mostrare un velo di tristezza. Di maschere quel giorno Hayate ne aveva viste molte, modellate a forma di animale ed indossate da quelle strane creature demoniache, ma tra tutte spiccava in contrasto, come una gigantesca vela rossa in mezzo al mare piatto, il volto di quell'uomo con i suoi mutevoli, repentini e decisamente inusuali cambiamenti d'umore. Tutto il suo corpo mastodontico sembrava reagire contemporaneamente ad emozioni diverse tra loro.*

"Ingordo.. Tossico"

*Parlò in un sussurro, mormorando tra sé e sé, poi si rivolse al giovane rispondendo alla sua domanda.*

"Non hai ancora compreso, piccolo uomo.. Tutto quello che vedi qui, tutta questa distruzione, è colpa tua.."

*Lo disse guardandolo fisso negli occhi, parlando lentamente e pacatamente mentre con il braccio largo quanto un tronco invitava il giovane a guardarsi intorno. Il panorama meritava di essere ritratto dal pennello di un bravo artista, ma non come opera da esporre con leggerezza, da mostrare ad amici e parenti ammirando e decantando la scelta dei colori o la tipologia di pennellata, ma piuttosto come monito alle generazioni future, agli scettici e agli inguaribili ottimisti di quanto possa essere devastante e distruttivo l'essere umano, bellicoso per natura e con un intelletto evoluto in maniera così traviata da essere capace di creare artifici con un potere distruttivo enorme. L'istantanea sarebbe stata, comunque, sicuramente molto suggestiva: nello sfondo, stagliato nel cielo illuminato da bianchi fulmini, il Villaggio segreto della Nebbia, incredibilmente perfettamente visibile, senza più il candido manto a coprirlo, nasconderlo e proteggerlo, mentre il resto, letteralmente ogni altro centimetro di pergamena, ricoperto da immondi cavi neri scintillanti diversi solo in diametro, misti a fango e sangue e corpi immortalati nella loro sofferenza.*

"Tutto è colpa tua.. Non eri qui, a proteggere il tuo Villaggio.. Il Tossico cercava te, voleva solo te, Mizuka.."

*Si interrompe mentre pronuncia quella parola. Si incupisce, di nuovo, gli occhi diventano vitrei, persi chissà dove, in un altro tempo, in un altro luogo. Si desta, scuotendo la testa quasi impercettibilmente, e continua.*

"Sei ancora in tempo. Consegnami la tua vita e ce ne andremo. Fa' quello che la tua carica ti impone. Non hai alternativa. Offrimi il tuo cuore. Salva il villaggio."
 
Top
view post Posted on 12/12/2019, 22:34     +1   -1
Avatar

.wanderlust

Group:
Member
Posts:
8,503

Status:


[249 DN - Fuori Kiri]



La brezza della battaglia gli allietava le ciocche di capelli argentei che, sinuosi, si ergevano sul suo capo. La candida pelle si era macchiata con il sangue che aveva fatto sgorgare tramite le Hiramekarei dai corpi degli avversari, sia per quanto concerne le creature composte dai fili neri, sia dagli evocatori. Sentiva nuovamente accrescere il chakra all'interno dei suoi tsubo; capacità che aveva allenato sin da quanto aveva appreso le arti mediche, sebbene fossero per lo più specializzate nel combattimento. Mentre la conversazione aveva luogo, l'Artefice tentava di captare una qualsiasi forma di emozione trasparire dai suoi atteggiamenti, ma ciò risultò alquanto astruso. I delineamenti che si susseguivano sul volto dell'omone erano incerti, quasi indecifrabili; probabilmente sarebbe stato catalogato come una persona lunatica. Ed era questo il dettaglio che maggiormente lo preoccupava. Sin da quando aveva dato inizio al suo itinere da Shinobi, aveva sempre compreso il carattere e l'indole degli avversari che si erano posti lungo il suo cammino. Per quanto impervi e pericolosi, erano stati tutti, o per lo meno la maggior parte, vittime di un un'unica emozione, quale che sia la rabbia, la vendetta, la superbia. Non poteva sottovalutarlo, non doveva.

Sussultò per un effimero istante, l'Efebico, quando lo udì asserire che quel che era successo era imputabile a lui, al Mizukage. Non traeva alcun nesso logico da ciò, d'altronde erano stati loro ad attaccare i genin della sua terra natia, e successivamente, il villaggio stesso. Probabilmente, il primo pensiero che balenò nella mente lucida dell'Artefice riguardava un infondato cassus belli posto in essere solamente per giustificare le proprie azioni bellicose. Vorticò le iridi diamantine accogliendo l'invito dell'omone a guardarsi intorno; non vi era più la Nebbia a proteggere dagli occhi altrui la vita dei suoi abitanti. Il terreno, ormai, era divenuto foriero di morte, florido di carcasse, sia umane che di esseri immondi. Era davvero colpa sua? No, quell'ipotesi non aveva modo di sussistere. Era quel Tossico, però, ora, a cogliere maggiormente la sua attenzione. Da quel che aveva potuto carpire dalle parole incerte che erano state proferite dall'Ingordo, doveva essere il loro capo. Colui che li aveva guidati in quella guerra. Per garantire l'incolumità del villaggio, della sua gente, il Mizukage si sarebbe dovuto consegnare, questo era quanto deciso da quel Tossico per porre fine alla violenza. Concetto che per il popolo di Kiri non era annoverato come comportamento onorevole. Non si sarebbero mai arresi. Non l'avrebbero fatto di nuovo dopo quanto accaduto con gli invasori di Oto. Una situazione che era stata parzialmente risolta con un'alleanza segreta instauratasi durante il percorso intrapreso con Hideyoshi per incontrare l'Eremita dei Serpenti. Questa contingenza, però, risultava più incombente e lui era il responsabile per una risoluzione celere ed efficace. Non si sarebbe mai arreso, né avrebbe concesso la propria testa senza combattere. Vi era solo un modo per porvi fine.

- Mi dispiace, Ingordo. Non posso dare il mio cuore a te, né offrirti il mio capo. Se il Tossico cerca me, che mi venga incontro. Saremo io e lui a porre fine a questa situazione. O per caso ha paura di affrontarmi? Ha paura di partecipare alla battaglia, forse? Il mio Villaggio non si piegherà facilmente al sopruso degli invasori. Te lo garantisco.

Proferì, quasi con tono solenne. Se avesse debellato in un duello colui che era chiamato "Tossico" avrebbe potuto avere buone possibilità di decimare la controparte nemica e ridurre il loro morale. In caso contrario, però, qualora la sua forza fosse stata maggiore, la morte sarebbe stato l'unico futuro.

 
Top
view post Posted on 11/1/2020, 15:45     +1   -1
Avatar

Where's my money, bitch??

Group:
Meccanici
Posts:
1,525

Status:


*La risposta del giovane non piacque al gigante. Corrucciò la fronte, con le folte sopracciglia che andavano di nuovo a coprire quasi interamente i bulbi oculari, bianchi e vuoti.*

"Il Tossico non può abbassarsi a queste inezie, il suo lavoro è troppo importante.. Il suo operato cambierà il mondo.. Il tuo Villaggio soccomberà, così come tutti gli altri. Il Tossico è inarrestabile."

*Parlava con un atteggiamento fiero, a tratti macchinoso e pensieroso, come qualcuno che crede fermamente in ciò che dice, ma senza la consapevolezza del completo significato di quelle parole. La risolutezza di quel volto pieno e crudele si increspava, di tanto in tanto, con sfumature quasi di tristezza. Eppure il discorso proseguiva sulla stessa linea di pensiero paradossale e futuristica.*

"Arriverà il tempo del cambiamento e dell'evoluzione. L'uomo, così come lo conosci oggi, non esisterà più. Il Tossico sta creando un nuovo mondo e la sua opera sarà eterna. Guardati di nuovo intorno, piccolo sciocco: osserva ciò che la scienza riesce a creare. Ammira l'evoluzione."

*Alzò il massiccio braccio, puntando l'indice verso l'Artefice.*

"Sei stato scelto dal Tossico, secondo il suo insindacabile giudizio, per diventare uno dei pochi tra i molti. O meglio, qualcosa di te è stata scelta, tu morirai.. Ma in un certo senso continuerai a vivere. Prenderai parte al cambiamento, sarai parte dell'evoluzione. Esattamente come me. Io sono già il futuro. Il tuo cervello è ancora troppo chiuso, so che non riesci a capire, Mizukage.."

*Fece improvvisamente silenzio, la bocca che, lenta, si apriva e chiudeva ritmicamente senza senso. Non uscivano suoni, ma dal labiale sembrava continuasse a ripetere la parola "Mizukage". Come folgorato da un'invisibile saetta, l'intero corpo si scosse ed il ginocchio destro cedette sotto il peso, finendo al suolo.*

"Mizu..kage... Mori..rai.."

*Ci fu uno strano cambio di intonazione nelle parole successive. Le sclere senza iridi si fissarono sul volto di Hayate*

"Mizukage.. Sei tu il Mizukage?"

*Si guardò intorno, soffermandosi in particolare sui cadaveri che ricoprivano il suolo e sulla città di Kiri. Poi tornò a fissare il ragazzo, la sua arma e la sua voglia omicida.

"Non attaccare."

*Sembrava un avvertimento piuttosto che un ordine.*

"Cosa è successo? Dov'è la nebbia?"

*Parole senza un apparente significato. Il gigante se ne stava lì, inginocchiato, indifeso come mai fino a quel momento.*
 
Top
view post Posted on 6/2/2020, 15:33     +1   -1
Avatar

.wanderlust

Group:
Member
Posts:
8,503

Status:


[249 DN - Fuori Kiri]




Seppe che le sue parole non avrebbero indotto il suo avversario ad accettare le condizioni che gli erano state poste per porre fine a quello scontro bellico. L'attesa avrebbe fatto in modo di rinvigorire il suo fisico e temprato la sua mente. Oltre alla caratteristica della bipolarità, o depersonalizzazione, e le capacità particolarmente eccelse dal punto di vista combattivo, non sapeva alcunché dell'Ingordo. Aveva appreso, parzialmente, le motivazioni che avevano, dal canto loro, legittimato l'invasione del villaggio di Kiri. Nuovamente acquisì un'espressione torva, foriera di minacce e illazioni varie. Ciò che disse in risposta all'invito dell'Efebico venne enfatizzato da una postura del corpo quasi autoritaria, volta a rendere onore a colui che tendeva le redini di quell'aggressione.

- Un vero leader si pone dinanzi al suo esercito, non si nasconde tra le sue fila lasciando che gli altri facciano il lavoro al posto suo.

Proferì l'Artefice, nel mentre il volto dell'essere immane continuava ad alternare emozioni contrastanti. Il suo discorso preannunciava un cambiamento nell'ordine naturale delle cose, instaurando un nuovo regime nel quale, presumibilmente, avrebbe dominato la scienza, a suo dire. Si soffermò maggiormente quando si riferì all'uomo, dato che non sarebbe esistito più nel mondo che avrebbe creato il Tossico. Ponderò una manciata di secondi a riguardo, deducendo che, forse, quell'essere che aveva di fronte non era concepito in modo naturale. D'altronde non aveva mai visto una creatura di quel tipo. Non ebbe modo di sviscerare quel ragionamento poiché vide la mano dell'omone orientarsi verso di lui, protendendo l'indice. Tralasciando la solita manfrina dell'essere stato scelto come vittima sacrificale per porre le basi della nuova concezione del mondo, denotò un aspetto che balzò nella sua mente. Non aveva bisogno di lui in quanto Hayate Kobayashi, ma di qualcosa di suo. Nello scontro con i praticanti delle Fibre Nere aveva osservato una loro peculiarità, ovverosia i cuori. Forse il loro obiettivo era proprio il cuore dell'Artefice? Era una possibilità, le cui quotazioni salivano celermente.

In un attimo, però, le sue iridi diamantine si poggiarono con attenzione su quello che stava accadendo all'Ingordo. Muoveva la bocca ma non proferiva parola alcuna; sembrava stesse ripetendo in un mormorio muto l'appellativo onorifico dell'Artefice. Poi fletté il ginocchio gravando su di esso con tutto il peso, quasi come se qualcuno l'avesse colpito proprio in quel punto. E fu in quel momento che qualcosa cambiò radicalmente: sembrava quasi come se si fosse inoltrata nel suo corpo un'altra personalità. Un'altra natura. Non riconobbe Hayate, nonostante avessero dialogato pochi secondi prima e lo avesse minacciato di morte. Lo esortò a non alzare la propria spada contro di lui. Cosa stava realmente accadendo? Non riconosceva più il suo io? Non era la prima volta che aveva notato tali disturbi, forse qualcosa si era inceppato. Forse la sua idea che non fosse del tutto artificiale era basata su qualcosa di veritiero. Fu in quel momento che ritenne più opportuno approfittare della situazione. Voleva vedere fino a che punto poteva spingersi nel vanificare quel plausibile controllo.


- Qualcuno l'ha dissolta. Ci hanno attaccato e voi mi stavate aiutando a respingere gli invasori. Mi sa dire il suo nome, shinobi?


 
Top
view post Posted on 6/2/2020, 20:04     +1   -1
Avatar

Where's my money, bitch??

Group:
Meccanici
Posts:
1,525

Status:


"Io.. Io sono te"

*L'espressione di quel volto paffuto e barbuto era più comunicativa di qualsiasi parola: confusione e disorientamento. I bulbi oculari continuavano a rotolare all'interno delle orbite, osservando in maniera disordinata e frenetica tutto ciò che stava intorno.*

"No, no. Non è così, non è esatto.."

*Parlava lentamente, quasi dovesse sforzarsi nel ricordare i vocaboli.*

"Sei tu ad essere me. Sì, in un certo senso è così. Io sono.."

*Il capo si chinò e si mosse per scrutare ogni centimetro di quel corpo enorme mentre la pelle del collo taurino si ripiegava su se stessa come un lenzuolo.*

"..qualcosa non torna però.. Io sono Sho. Il Terzo Mizukage."

*Nonostante l'assenza di pupille, il giovane poteva sentire lo sguardo del gigante puntato su di lui, affilato e penetrante. Il volto ora era teso in una maschera che immortalava perfettamente la definizione di fierezza. Un guizzo del muscolo della guancia, un tremito improvviso del labbro superiore, poi delle palpebre. Le sopracciglia curve in un cipiglio.*

"Dissolta? La nebbia? Come? Chi? Come hai potuto permettere un simile affronto!"

*La voce era carica d'ira e rancore, come se il ragazzo avesse appena insultato profondamente il gigante (o chiunque fosse in quel momento). E forse era proprio così.*

"Non sei forse tu l'attuale Mizukage?" *Un tintinnio seguito da qualche secondo di nuova confusione* "Che anno è? Cosa sta succedendo? E io.. Io sono davvero Sho? Non mi sembra il mio corpo.."
 
Top
view post Posted on 8/2/2020, 14:11     +1   -1
Avatar

.wanderlust

Group:
Member
Posts:
8,503

Status:


[249 DN - Fuori Kiri]




Quel disturbo della personalità parve assodato; continuava ad asserire parole che in quel contesto non avevano alcunché di veritiero. L'evidente confusione di cui era vittima era visibile anche dalla comunicazione non verbale proveniente dal corpo e i suoi cenni. Gli occhi, ad esempio, continuavano a mulinare all'interno delle orbite, come se stesse letteralmente impazzendo. L'Artefice persisteva nell'assumere una posizione di riposo, pacifica a dire il vero, poiché non era ancora consapevole dei rischi che avrebbe potuto incontrare nell'attaccarlo in quello stato. Le iridi diamantine dell'Efebico cercavano di cogliere un dettaglio che inizialmente gli era sfuggito, ma oltre ai movimenti indecifrabili del corpo dell'essere non notava alcunché di strano. Ciò che colse maggiormente la sua minuziosa attenzione fu una frase che gli riferì, ossia sosteneva di essere Sho, il terzo Mizukage. Aveva senso? No, non proprio. Era chiaramente un contenuto; al suo interno erano state amalgamate anime di persone diverse. Un'ipotesi plausibile? Non aveva mai udito d'una possibilità simile, né tanto meno aveva vissuto un caso del genere. Era una novità, non gradita a dire il vero. Doveva rispondergli e fare in modo di acquietarlo. Portarlo dalla propria parte sarebbe stato vantaggioso, ma non si sarebbe mai auspicato di controllarlo. Avrebbe agito per lenire le sue sofferenze e renderlo innocuo.

- Si sono io l'attuale Mizukage, Hayate Kobayashi, Sho-Sama. A compiere questo vile atto nei confronti della nostra amata nebbia è stato un tipo il cui nome pare essere Il Tossico.

Disse, quasi in tono solenne, come se volesse porre i suoi rispetti nei confronti del presunto predecessore.

- Non so se siete realmente voi, Sho-sama. Siete sicuramente in un corpo diverso, ma la vostra anima è minacciata da altre. Probabilmente la sua anima è stata gettata insieme ad altre anime all'interno di quel corpo. Siamo nel 249, DN. Se riusciste a raccogliere informazioni per me vi sarei grato. Devo trovare il Tossico e porre fine alla sua vita.

Concluse, cercando di incrociare lo sguardo del suo avversario o predecessore. Pose le Hiramekarei con la lama conficcata nel terreno. Doveva mostrare il potere di cui era in possesso.



 
Top
view post Posted on 3/3/2020, 23:46     +1   -1
Avatar

Where's my money, bitch??

Group:
Meccanici
Posts:
1,525

Status:


*Venire a conoscenza della presenza di aggressori capaci di dissolvere la Nebbia di Kiri fece infuriare l'ormai decaduto Mizukage, le cui candide sclere si riempirono di piccoli capillari molto scuri, quasi neri, mentre il resto del volto si induriva nell'espressione. L'intero corpo era in tensione, tanto che si potevano vedere vibrare le fibre del muscolo grande pettorale e del deltoide lì dove lo strato di grasso che ricopriva tutto il resto era invece molto sottile. Sembrava una stufa a legna accesa e sigillata negli orifizi e destinata ad un solo fato: esplodere. Ma di nuovo le parole di Hayate agirono in qualche modo sulla psiche del gigante, portando ad un nuovo cambiamento della postura e nell'espressione. Fu in particolare nel sentire "Tossico" che Sho sembrò lasciare la "postazione di comando" a qualcun altro, forse il suo predecessore.*

"Il Tossico.. Il Toss!"

*Lo switch non durò neanche il tempo di completare la frase. Di nuovo il Kage tornò in scena. Era ormai intuibile per il giovane capire con chi dei due avesse a che fare: l'espressione, il tono della voce, le movenze erano diversi benché il contenitore esterno rimanesse sempre lo stesso. Sho ascoltò il resto del discorso con molta attenzione, metabolizzando ogni lettera che, nella sua mente (era davvero solo la sua mente? Non lo sapeva con certezza) andava a formare pensieri che non riuscivano a trovare credito. Più di tutto, però, furono quelle armi bianche impugnate con sì tanta fierezza e conficcate nel suolo, trapassando pure dei resti di quegli esseri immondi e tentacolari, ad attirare la sua attenzione.*

"Quelle spade.."

*Sho alzò lentamente quel braccio che troppo poco sentiva gli appartenesse e mosse la mano in direzione delle Hiramekarei, così piano che le avrebbe raggiunte nel giro di qualche ora se non si fosse fermato di colpo a mezz'aria poco dopo. Rimase in quella posa per una manciata di secondi, come una statua, poi smise di contrarre i muscoli dell'arto che cadde pesantemente penzoloni lungo il fianco. Per un momento era sembrato intenzionato ad afferrarle, invece le aveva ignorate per dedicarsi al ragazzo.*

"249.. Quanto tempo è passato.. Ma come è possibile? Che cosa mi hanno fatto? Io.. Io mi ricordo.. Ricordo che dovrei essere morto.. Ricordo la tranquillità, la pace. E ora mi ritrovo di nuovo all'inferno.. Avevo abbandonato questo mondo ed il male di cui è pregno. Eppure sono qui, mio malgrado..

Il Tossico. È lui il responsabile, dici bene."

*Le folte sopracciglia si alzarono incurvandosi come reazione alla sorpresa. Poi tutto accade in un attimo. L'enorme corpo del gigante, ancora accasciato col ginocchio a terra, sparì letteralmente dal campo visivo dell'Artefice. Dov'erano i grossi stivali, ora non restava altro che l'impronta calcata ben a fondo nel fango. Solo a causa della considerevole quantità d'aria smossa Hayate poté capire che quel colosso era appena scattato in avanti, passandogli a qualche centimetro di distanza dal fianco sinistro, ad una velocità tremendamente elevata tanto da averlo reso quasi invisibile. Infatti Sho era ormai alle sue spalle e con una mano stringeva con forza un grosso cavo nero dal diametro di una decina di centimetri e pericolosamente acuminato che era stato bloccato a meno di un metro dalla schiena dell'attuale Mizukage, mentre con l'altra schiacciava come una morsa la spalla (e la maschera rappresentante un bue che la copriva) del proprietario di quello stesso cavo che gli usciva da una specie di ferita all'addome. L'urlo straziante di dolore seguì la frattura della porcellana e precedette la dipartita di quello scherzo della natura che era quasi riuscito a colpire il bersaglio.*

"Questo ti avrebbe fatto un bel buco da parte a parte"

*Disse, lasciando che il tentacolo venisse trascinato al suolo dalla gravità.*

"Che diavolo sono questi così?"

*Guardava l'ammasso di corpi con disgusto.*

"Credo.. Credo di essere anch'io come loro.. Molto simile, almeno.. Non so se posso essere effettivamente utile, ma per Kirigakure farei qualsiasi cosa. Dimmi cosa sta succedendo davvero e vediamo di risolvere la situazione."
 
Top
52 replies since 2/1/2019, 14:00   998 views
  Share