| *Il possente petto taurino si alzava e abbassava con regolarità seguendo il lento respiro di quell'essere mastodontico. Le gocce di pioggia si univano in rivoli che scorrevano sulla pelle nuda rigando i numerosi tatuaggi. I lunghi baffi, così come i capelli penzolanti dalla nuca, erano incollati dall'acqua e contribuivano a dare un aspetto lugubre al soggetto. Le folte sopracciglia soverchiavano gli occhi, riducendoli a poco più di due stette fessure orizzontali. L'espressione ottusa, con quelle guance rubiconde e piene, quasi lo catalogavano come una persona non particolarmente brillante, un sempliciotto di campagna dall'apparenza perfino buffa e simpatica. Solo il grugno incattivito e ostile faceva cambiare immediatamente idea. Tuttavia, avrebbe potuto essere scambiato tranquillamente per lo scemo di un villaggio lontano, ai confini della civiltà, uno zotico sempliciotto con poco sale in zucca, sfruttato dagli altri per la smisurata forza in una di quelle comunità dove la gente si veste ancora con resti raffazzonati di carcasse animali, e urina e defeca in piccole buche scavate nel suolo come selvaggi. Oppure avrebbe potuto benissimo lavorare in un circo, perchè no?, dove avrebbe sicuramente interpretato il ruolo dell'energumeno forzuto oltremodo, col petto avvolto da una stoffa leopardata e accompagnato da cinque o sei nani buffi e goffi, a sottolineare in maniera maggiore l'enormità della grandezza di quella straordinaria, quasi innaturale creatura. Ma non era nulla i tutto questo, nient'affatto.
L'arrivo improvviso dei due giganti e soprattutto la fulminea esecuzione di uno dei due, provocò una strana reazione nelle immediate vicinanze: il tempo parve fermarsi, ogni attaccante si bloccò all'istante, quasi simultaneamente con gli altri, puntando lo sguardo vuoto e inespressivo verso il piede del gigante, da sotto il quale sporgeva un disgustoso e considerevole frammento di muscolo cardiaco. I fantocci formati da grovigli di quei rivoltanti tentacoli si accasciarono al suolo all'unisono, come privati dell'essenza vitale, formando orrende matasse scure che brillavano con tetri riflessi violacei ad ogni lampo nel cielo. Tutto durò solamente una manciata di lunghissimi secondi, poi come svegliati di soprassalto da un sonno profondo, l'intero gruppo di evocatori si scatenò in uno straziante grido acuto e graffiante che travolse a macchia d'olio l'intero campo di battaglia contagiando in maniera virale ogni gola dei presenti. E di nuovo i volti vuoti si riempirono di furore, le bestie artificiali ripresero a muoversi con maggior impeto, volteggiando sul suolo e nell'etere in un balletto macabro e orrendo. Solo i pochi presenti intorno al Mizukage reagirono diversamente, con il terrore negli occhi spenti che balenavano dal colosso ai resti dell'altro, allontanandosi di fretta e furia e lasciando soli Hayate e la montagna.
L'energumeno, nonostante tutto il trambusto, continuava a rimanere immobile, sembrava assorto nei suoi pensieri tanto da accorgersi a malapena di quello che stava succedendo intorno a lui. Respirava lentamente, e lentamente ruotava il collo vigoroso prima a destra, poi a sinistra, scrutando la scena come se non capisse ciò che stava succedendo. Piano abbassò il capo, rivolgendo la sua attenzione all'ammasso di spessi cavi neri squartati proprio da lui pochi attimi prima, poi si rivolse al giovane che, gagliardo, gli si parava di fronte pronto a tenergli testa.*
"Il Tossico.." *Rispose alla domanda con una lentezza disarmante, quasi facesse fatica a ricordare i vocaboli. Aveva davvero, in quel preciso momento, l'apparenza dello scemo del villaggio. Proseguì con la frase, lasciando facilmente intuire che quello non era il proprio nome* "Il Tossico non sarà affatto contento di questo.. Ma era stato avvisato..Gli avevo dato degli ordini precisi.." *Strinse entrambi i pugni, che erano più grossi della testa dell'Artefice* "..e questo è quello che succede a chi non fa quello che dico"
*Allentò la presa è portò la mano destra verso il mento per grattare la barba. Il tutto, ovviamente, con una flemma snervante. Se Hayate non avesse visto con i propri occhi l'impressionante velocità che il tizio sconosciuto aveva rivelato solo qualche giro indietro d'orologio, l'avrebbe sicuramente scambiato per un enorme bradipo.*
"Io sono l'Ingordo. E tu. Mizukage. Tra molto poco. Morirai."
*Rimase poi in attesa, con lo sguardo incarognito, ma diretto contro nessuno in particolare. Forse si aspettava uno scambio di battute? Oppure stava solo studiando il ninja che, praticamente da solo, aveva decimato gli invasori? Difficile dirlo.*
//Eccoci di nuovo. Se vuoi concordare un dialogo, o fare domande scrivendo già la risposta nel tuo post, o se vuoi chiarimenti su particolari esiti delle azioni, sai dove trovarmi. Aggiungo anche che, visto che gli attaccanti intorno ai due soggetti si sono allontanati, 3 Anbu arrivano in soccorso del Kage. NB: se intendi combatterlo subito, descrivi pure ogni attacco o combinazione considerando anche gli aiuti, fermo restando che nessuno dei colpi va a segno (il gigante li schiva tutti, senza però mai contrattaccare)
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