Era come cercare di toccare un fantasma, nulla più che la sensazione di uno spostamento d'aria sulla pelle, dovuto ai filamenti che si muovevano fulminei come avessero una mente tutta loro, e in mano solo uno scarso numero di quelle fibre, che al tocco erano strane.
Strane mai quanto quell'insieme di voci che risposero all'unisono, tre?, e che erano giustamente irritate da quel gesto tanto brusco quanto inaudito.
"Vieni qua!" fu l'esclamazione del Tasso, con voce buffamente stridula e acuta, che riuscì a fare un solo passo prima di sentire il corpo bloccarsi d'improvviso, finendo leggermente piegato in avanti.
Ringhiante si voltò di scatto verso destra, fissando dietro di sé con la coda dell'occhio e lo sguardo perso altrove, metaforicamente rivolto alla consorte.
Era irritato da suo fratello, era irritato per la presa di posizione della ragazza, ma era assai lungi dal perdere il senno, al contrario, prese a sghignazzare sfacciato e sprezzante.
Credendo forse che fosse stata una scelta dell'insetto, la prima cosa che gli venne in mente fu la ritirata di Chomei, della quale si sentì gongolare trionfante, perché ai suoi occhi si era dimostrato un codardo.
Quindi lui era ancora una volta il più forte! Il numero uno! Per questo aveva una sola coda, non aveva bisogno di altre code lui! La sua valeva sette, anzi nove volte tanto!
E se tra i presenti quella con l'aspetto di una bambina era Rei, Shukaku dimostrò mentalmente di avere il doppio in meno della sua età: tronfio, bambinesco, capriccioso, pieno di rinnovato vigore si espresse a lei, e a suo fratello, in una risposta infantile e tirò fuori la lingua, sfoggiando uno sberleffo canzonatorio per il tempo necessario a farglielo imprimere bene a mente, prima di richiudere le labbra in un mezzo sorrisetto e raddrizzarsi in tutta la sua statura.
"Chomei millantava di conoscerlo, ma i suoi toni hanno mostrato il contrario," questa la presa di posizione di Masaru mentre tornava al comando, la quale non era dello stesso avviso di Shukaku riguardo quella reazione dalla piccola, ma non poté non restare un minimo influenzata dalla tempesta emozionale del gigante.
"Ecco!"
Lo stava rimproverando? Questo sembrava mostrare il suo sguardo, tornato serio - e umano. Era certa che, con l'intelligenza che andava pavoneggiando, il Cercoterio della piccola avrebbe compreso che all'infuori dell'influenza lunare Shukaku restava comunque suscettibile a certi atteggiamenti, giustamente, e cambiava solo il peso che egli dava ad essi.
Evidentemente oltre alle origini, all'immortalità ed alla stazza c'era qualcosa che li accomunava in quanto fratelli, seppure palesato in differente maniera da Bijuu a Bijuu. E intuì che doveva essere anche normale per loro mostrarsi a quel modo, vista la loro natura e la loro fama, con la consapevolezza di ciò che erano. Non era sicura che lei stessa avrebbe reagito diversamente, al posto loro, ed una volta le era capitato di constatarlo.
Forse perché aveva a sua volta un Cercoterio, forse perché riusciva a comprenderne meglio la natura, forse solo per il condizionamento dato dallo Spirito della Sabbia, eppure non dimostrava timore alcuno verso l'insetto.
Percepì appieno la soddisfazione del Monocoda verso di lei in quel momento, la compiacenza all'idea che lo stesse difendendo e che non si lasciasse intimorire dal fratello, era piacevole da sentire, ma ce n'erano anche per lui. Avrebbe visto Masaru prestare attenzione alla sua sinistra, indubbiamente riferendosi al suo compagno spirituale.
Sai che ha ragione, Shukaku-sama, lo riprese lei con pacatezza, riferendosi a quanto aveva affermato il Settecode, all'infuori dei suoi atteggiamenti. E sapeva che in parte si era innervosito perché era stato punto sul vivo.
"Beh, questo non lo rende meno stronzo! Mpf!"
Brontolò lui irritato, dandole metaforicamente la schiena tutto imbronciato, cosa che fece inevitabilmente sospirare lei.
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