Missione 1B - 鉄の拳 - Tetsu no Ken, Per Gaeshi (2^ pg) e passaggio rango per Elda (2^ pg)

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view post Posted on 30/12/2018, 15:38     +1   -1
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Avere un potere e non poterlo sfruttare era quanto di più frustrante si potesse provare.
Uno scatto nervoso della testa e i pugni stretti fino a sbiancarne le nocche lasciavano presagire l'ennesima resistenza di Masaru alla forza immane del Cercoterio dinnanzi all'ennesimo insulto. Iniziava a sudare seriamente adesso, e non per la jutsu di Anko.

Mantieni la calma.

...nonostante la furia paradossale che egli scatena in te.

Trattieni Shukaku.

...per quanto egli possa esser potente se paragonato a te.

Oh sì, come no, una passeggiata con un Monocoda nel suo periodo peggiore del mese - innervosito ulteriormente da quell'ordine che andava contro il suo volere - e una stronza a provocarlo, inconsapevole della cazzata che stava facendo.
La ragazza tuttavia pensò, anzi sapeva che la piccola stava facendo, e avrebbe fatto, a sua volta del suo meglio. Alla fine però non era concentrata su quel particolare e personalmente era l'ultima delle sue priorità in quel momento.

"PERCHÉ TENTI DI FERMARMI!? QUELLA CI STA MINACCIANDO E INSULTANDO!"

Shukaku-sama, rammenta i nostri accordi con la Tsuchikage...

"Non vedo questo cosa c'entra!"

Dobbiamo proteggere Iwa, non distruggerla, già, non stava proteggendo quella squinternata, simpatica come un chiodo nel piede, dalla furia di lui per compassione. Semplicemente sapeva.
Era consapevole di quello che passava per la mente della bestia, cose poco piacevoli, e delle conseguenze che avrebbe portato lasciare le briglie, specie in quel momento. Sembrò calmarsi lui, davvero un peccato che Anko decise di mettere il dito sulla piaga a seguito dell'ultima frase.


"Il negozio... !"
fu l'unica cosa che riuscì a dire prima di venire brutalmente attaccata dall'altra, senza possibilità di concludere i sigilli per la sua jutsu. Non una di quelle jutsu che usavano i kiriani con la nebbia, ma qualcosa di vagamente simile, se non peggio.

Quella donna era decisamente ambigua. Un po' come le differenze che c'erano tra la temperatura esterna, gelida come nella più fredda notte invernale, e quella del vapore che si stava insidiando nel suo corpo, avente un calore che non faceva seriamente male, ma che si aggiungeva a quello tremendo che stavano già patendo le sue carni, provocato dal Tasso stesso.
Istintive le sue mani andarono al viso, gli occhiali caddero inevitabilmente per quel brusco gesto, poco distante, e tutto divenne offuscato. Sentiva il vapore acqueo serpeggiare nelle vie respiratorie, provocandole un'apnea e, ben presto, una sgradevole sensazione di vertigini e disorientamento che la portò a indietreggiare.
Tra quell'attacco di natura subdola e il rinnovato desiderio distruttivo dell'Ichibi, pensare lucidamente a come uscire da quella situazione divenne un'ardua impresa.

La parte più problematica fu quella degli effetti psicologici che ebbe nella sua mente, la quale le giocò un crudele scherzo e la trascinò indietro nel tempo, a quando durante una missione in un villaggio di fanatici superstiziosi la credettero una strega e finì per subire l'ordalia dentro un fiume, oppure a una delle volte in cui il suo aguzzino tutore l'aveva punita per aver fallito un incarico, usando una delle torture a lui favorite.

A6dpdCD



La sensazione d'impedimento, i brividi provocati dall'acqua gelida e dal ghiaccio presente in essa a contatto con la propria pelle, l'incapacità di raccogliere nuovamente aria per via di una forza esterna, l'acqua che invade il proprio apparato superiore, l'impotenza dinnanzi a quella forza ostile e superiore nonostante i propri sforzi per tentare di liberarsi, l'impossibilità ad uscire dovuta da quelle braccia muscolose che immobilizzano.

Lei non sapeva nuotare.

Non sapeva nuotare!

E al posto di Anko intravide lui.

Riprenditi dannazione! La freddezza le colmò il cuore a quei ricordi.

Non è reale, non è reale, non è reale...


"Avanti, idiota! Uccidila!"


Smettila...


"Se non la uccidi finirò io quello che ha iniziato lei."


Tornatene nel nulla dal quale sei venuto, Jin.


Invece era fottutamente reale, forse non il fatto di essere sommersa, forse non quel fantasma del suo passato, ma stava veramente per morire di asfissia.
Non la aiutò il fatto che si sentiva addosso quella tremenda e abissale furia che, fomentata dall'ira ancestrale del Tasso, le artigliava lo spirito a voler risalire nella sua pienezza in superficie.
Impetuoso riecheggiò nella sua mente il verso carico di rabbia funesta di Shukaku, che ribolliva dolorosamente nel corpo di lei nell'associare quei ricordi alla situazione attuale; nel percepire l'irrequietezza e l'agitazione della sua umana.

Tutte le conseguenze psicologiche scaturite da quella jutsu erano ben peggiori della jutsu stessa e non poté fare a meno la Takeda di gemere tra i denti digrignati, cadendo inesorabilmente in ginocchio, quasi attaccata allo specchio dietro a sé, con i palmi contro il suolo e il cuore nelle tempie. Per un momento aveva seriamente rischiato di vedere prevalere il Bijuu sulla propria coscienza.
Doveva fare qualcosa nel frattempo, o sarebbe morta, optò quindi per usare il senso tattile al fine di sapere la posizione della chuunin e non venire colta di sorpresa.

Respira.

Resisti.

Respira.

Resisti.

La sua idea era quella di sfondare la porta, magari distraendo Anko, poiché Masaru voleva uscire da quella stanza. Lui tuttavia non sembrava d'accordo, voleva combattere, estirpare la loro minaccia e se lei avesse continuato a trattenerlo...

"Ti sta uccidendo. Lascia fare a me, adesso, o saranno guai."

...le si sarebbe rivoltato contro pur di raggiungere il suo scopo.




CITAZIONE
*si mette dietro a gaeshi col megafono*
Ansia tutor: FORZA SPIDEY, PRESTO PRESTO PRESTO! CORRI CORRI! OH SHIET VENOM È INCAZZATO! OMG WE'RE FUCKIN DOOMED! SHIT IS GETTIN' REAL! RUUUUN!

Trollate a parte, prossimo giro donnow what will happen. :v

Uso tatto
 
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view post Posted on 30/12/2018, 20:09     +1   -1
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Uscì in silenzio dalla casa di Fujie, dirigendosi in strada. Malgrado volesse correre -e le parole che sentiva dalla ricetrasmittente non facevano altro che aumentare il senso di urgenza che sentiva.
Insulti, provocazioni, frecciatine... E Choumei non aiutava affatto nei suoi pacifici commenti.

"Shukaku non accetterà di farsi trattenere. Non quando stanno insultando la suo ospite così. Io lo accetterei poco... Figuriamoci lui."

Rei in effetti non aveva usato delle grandi parole per cercare di rabbonire il demone Tasso. Tentò di rimediare al più presto, mentre si rendeva conto che la zona in cui si trovava era piuttosto affollata, com'era normale che fosse. Dopo il torneo, i commerci si erano rinvigoriti, forti anche di tutte le presenze che si erano trasferite a Iwa durante i massacri dei Bijuu e non se ne erano più andate.

«Shukaku-sama, per quanto sia difficile, cerca di non dare libero sfogo al tuo potere. C'è molta gente per strada, Masaru passerebbe dei guai se ci fossero vittime!»

Poco ma sicuro. Lei per prima avrebbe disciplinato la Genin che si era cacciata in quella situazione... Ma prima doveva trovarla.
E fortunatamente, Masaru riuscì a rivelarle un indizio.

"Negozio? Che negozio?"
"Aveva detto che avrebbe cercato indizi al negozio tessile... Dev'essere quello di Ranmaru. Andiamo!"


Sapeva l'indirizzo, lo aveva memorizzato quando avevano esaminato i file. Iniziò a correre il più velocemente possibile, mentre i suoni dall'altro lato della ricetrasmittente si facevano più distorti.

«Masaru? Masaru!»

Strinse i denti, procedendo alla velocità massima consentita dalle sue gambe. Vista la folla in strada, prese la via dei tetti dirigendosi verso l'enclave commerciale, e a ogni passo si rendeva conto di una cosa molto seria: c'era troppa gente. Vedeva il negozio di Ranmaru, dove presumibilmente era Masaru, ma vedeva anche una quantità enorme di potenziali vittime qualora Shukaku avesse deciso di ribellarsi.
E come potergli dare torto? Sapeva che lui e la Takeda avevano un buon rapporto, un equilibrio, ma le parole della donna che stava tenendo in scacco la genin erano tutto fuorché rassicuranti.

"Cosa facciamo?"
"Dobbiamo aiutare Masa-chan!"
"Masaru ha già un aiuto enorme dentro di lei. Noi non abbiamo potere sull'Ichibi."
"Quindi... Dobbiamo contenere le potenziali perdite."
"Ma... Masa-chan starà bene?"
"Non sottovalutarla, Niijan... Voglio avere fiducia in lei. E soprattutto, voglio prima mettere al sicuro queste persone, sperando non ce ne sia bisogno."


Bellissima cosa, la speranza. Ma non era di speranza che si doveva nutrire un ninja.
Per cui, raggiunto il centro dell'area sulla quale si affacciava il negozio di Ranmaru, impastò il chakra e si concentrò attentamente.
Non doveva far del male a quelle persone. Doveva dosare il chakra e limare bene la tecnica, in modo che a colpire i sensi fosse un odore disgustoso, ma non la spossatezza nauseante che ne seguiva. Pian piano, cercò di rilasciare quella Genjutsu sulla gente attorno a lei, tentando di instillare nella mente delle persone lì presenti la sensazione di star sentendo una puzza di gas e zolfo, quindi un istintivo segno di pericolo abbinato a qualcosa di sgradevole all'olfatto.

Tirò quindi fuori il suo distintivo Chuunin e lo tenne ben alto, in modo che potesse essere visibile a tutti.

«Cittadini, perdonate il disturbo, ma devo chiedervi di evacuare la zona il più in fretta possibile!»

Parlò a voce alta, cercando di darle un tono il più profondo possibile. Sapeva di avere l'aspetto di una ragazzina bendata, ma sperava che la sua fama come Chuunin e il distintivo che portava le dessero un minimo di credito.

«Abbiamo identificato una pericolosa fuga di gas qua sotto e stiamo lavorando per risolvere il problema! Per la vostra sicurezza, siete pregati di allontanarvi il più in fretta possibile! È un'emergenza che verrà contenuta al più presto, ma per la vostra sicurezza, evacuate la zona il più in fretta possibile!»

Avrebbe continuato a infondere chakra attorno a sé, in modo che quantomeno chi era più vicino fosse influenzato dall'odore e si convincesse a levare effettivamente le tende. Bastava un po' di suggestione, gli altri avrebbero imitato il gregge... Ma doveva fare in fretta.
Il silenzio dall'altra parte della radio era molto poco confortante, e Rei non riusciva a trattenersi dal lanciare occhiate preoccupate al negozio del sarto.

CITAZIONE
<genjutsu> - Tecnica dell’olfatto intaccato - "Questa tecnica illusoria è conosciuta in tutti i villaggi ninja per il suo caratteristico effetto. Concentrando la quantità di chakra necessaria nell’albiente circostante lo scontro e mischiandolo alle particelle d’aria, lo shinobi utilizzatore fa si che il proprio avversario inizi a percepire il caratteristico odore di uova marce del solfuro d’idrogeno. Attimo dopo attimo, l’odore sparirà poiché l’esposizione a quantità relativamente elevate al solfuro inibisce il senso dell’olfatto. A parte questo, sotto l’influsso dell’illusione, il soggetto colpito avrà l’impressione che il proprio organismo risenta dell’esposizione alla sostanza tossica, debilitandolo nel fisico."

DhsebLb


 
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view post Posted on 2/1/2019, 10:56     +1   -1
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L’idea venuta alla piccola Rei non era niente male: difatti, già da solo, l’odore nauseabondo generato dall'illusione creata era riuscito a far allontanare i presenti, convinti che si trattasse di una perdita nel sistema fognario.

La scelta delle parole, invece, fu un po’ meno azzeccata: quelli che sentirono pronunciare la frase “perdita di gas” iniziarono ben presto a farsi prendere da una leggera isteria, in alcuni casi sfociando in piccoli tafferugli, specie quando un uomo cercò di accendersi una sigaretta e venendo così atterrato da una mezza decina di passanti.

Fortunatamente, però, a parte questo piccolo imprevisto, il fuggi fuggi generale procedette senza ulteriori intoppi, garantendo così alla piccola Anbu un minimo di margine di sicurezza, un cento metri di raggio d’azione, che con il passa parola si sarebbe probabilmente ampliato di un ulteriore cinquanta metri nel giro del minuto successivo.

Mentre la folla si allontanava, Rei avrebbe finalmente identificato il luogo di suo interesse, il negozio di tessuti di Kurasama. Davanti alla porta d’ingresso avrebbe visto due grossi energumeni. Uno di questi, vedendo la gente allontanarsi, si sarebbe quindi sporto verso l’interno. «Capo, stanno evacuando l’aria.» «Si dice area, imbecille.» Pochi secondi d’attesa, probabilmente per ricevere la risposta da chi stava dentro, purtroppo non udibile per le orecchie fini della piccola, e i due si allontanarono seguendo la folla.
Masaru era a terra, in ginocchio, vittima della subdola tecnica scagliatale contro la Momichi, nonché carnefice della sua stessa psiche. Ricordi del passato cercavano di inghiottirla in baratri oscuri della sua anima, con Shukaku che fremeva per uscire allo scoperto, prendere il sopravvento sulla sua ospite e metter a tacere il prurito che tormentava le sue zanne e i suoi artigli, quasi come se il sangue della donna straniera potesse essere un ottimo lenitivo. Il suo o quello di decine di anime pie presenti li vicino.

Un sospiro mesto, profondo, arrivò alle orecchie ovattate della donna, percependo il ticchettio dei tacchi delle scarpe. Più che sentirli con l’udito, la Jinton percepiva le vibrazioni sottili che questi creavano impattando con il pavimento, ad ogni passo, sempre più vicino a lei. Non riusciva a vederla per via della fitta foschia che le avvolgeva il viso, densa e opprimente peggio della nebbia di Kiri, nauseabonda e soffocante come poteva esserlo una nuvola di zucchero filato a coprirti la faccia (colpa della fragranza del the e dei profumi presenti nell’ambiente, che avevano impregnato quella roba in maniera terribile).

Immobile, davanti a lei, ad un braccio di distanza, Masaru avrebbe potuto sentire lo sguardo di Momichi su di sè, quasi stesse meditando su cosa farne di lei. Sentì, o meglio, percepì la donna frugare all’interno di qualcosa e, a giudicare dal rumore di uno stappo, doveva aver tirato fuori e aperto una boccetta. Pronunciò qualcosa, probabilmente un imprecazione nel suo dialetto, ma la voce di Anko era stata tanto sottile che a mala pena sarebbe stato percepito.

«Questa non ci voleva proprio per niente. E adesso che dovrei fare con te?» A giudicare da come la voce le giunse più chiara, la donna doveva essersi inginocchiata davanti a lei, il gorgoglio di un liquido che venive versato proprio sopra la sua testa, ghiacciato a confronto della nube calda che l’avvolgeva. Lo sbalzo termico tra le due sostanze fece aumentare notevolmente il fumo che le offuscava gli occhi, riempiendole le orecchie di un fastidioso sfrigolio, come quello prodotto da una goccia d’acqua su di una superficie arroventata. E con quello stesso ritmo, Masaru avrebbe sentito sopraggiungere uno strano intorpidimento. Con orrore avrebbe potuto constatare che il liquido che Anko le aveva versato addosso, istantaneamente evaporizzatosi, era una qualche sorta di narcotizzante, che inesorabile stava iniziando ad agire su di lei.

Qualcosa, però, fece sobbalzare leggermente la straniera, un battito leggero sulla porta, quasi impercettibile, che la fece nuovamente imprecare. «Non sono io il nemico a cui dare la caccia. Mi hai sentito? Non. Sono. Io.»


CITAZIONE
I testi sono affiancati non per una questione di pleasure stilistico, ma perché le due cose si stanno svolgendo in contemporanea. Spero sia ben resa l'idea XD

Fatemi sapere cosa avete intenzione di fare, così vi do qualche indicazione in più.
 
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view post Posted on 2/1/2019, 18:42     +1   -1
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S
entì Rei che cercava di acquietare il gigante furioso, non molto tempo dopo la sentì che faceva evacuare la zona. Era lì! La piccola Jinchuriki era lì a pochi passi! Doveva soltanto resistere, procrastinare e fare qualcosa ovviamente.
Oh sì, certo. Niente di più semplice... in un contesto normale.
Anche perché le stava venendo la nausea con tutto quello zucchero... eugh.


Shukaku-sama, ascoltami,
lo pregò la ragazza con gentilezza, sapendo che usando toni più aggressivi avrebbe rischiato grosso, comprendo il tuo rancore, ma se per punire lei dobbiamo distruggere tutto allora non avremo più la nostra promozione, continueremo ad essere soggetti a tuo fratello, le forze di Iwa perderanno fiducia in noi e potrebbero persino sigillarti.

"Mpf! Se ne faranno una ragione, il torto è suo."

Rispose seccatamente il Tasso, con sommo disappunto di lei.

Il braccio sinistro della Jinton perse forza e scivolò, facendola poggiare per metà a terra, ma non le ci volle molto a risollevarsi, tentando anche di allontanarsi dall'altra quando la sentì avanzare. Appoggiata allo specchio, in fretta tentò di riportare alla memoria la sequela di sigilli necessari a creare una barriera di vento, ma le sue mani tremanti vennero colpite con un calcio dalla chuunin del Gelo quando si accorse del suo intento.
Gemette tra i denti serrati, lei, sentendo un'altra scarica di rabbia che dolorosa scorrerle in tutto il corpo, che nella speranza di lenire il malessere venne piegato in due ed ella si trovò con la fronte poggiata al suolo, le ciocche ricadevano totalmente in avanti, sparse a terra, nascondendo lo sguardo sfigurato dalla sofferenza, cosa che invece veniva palesata dalle punte del nekote, le quali artigliavano lo specchio umido producendo un rumore tremendo all'udito.

Voleva dirle di smetterla, voleva urlare, inveire e sì, anche insultare contro quella troia che dalla sua venuta aveva scatenato gli inferi dentro di lei, ma anche avvisarla di non fare altre cazzate. Tuttavia già raccogliere aria era impossibile, e stava rischiando l'asfissia, figurarsi parlare.

"Allora? Hai ancora voglia di fare la brava bambina? Mh?"

Affermò Shukaku nella sua mente, volendo passare a una strategia più subdola.

Lei si impuntò, pensando che se Rei si trovava lì doveva raggiungerla, ma soprattutto doveva uscire da quella cazzo di stanza!
Neanche a dirlo infatti, non appena Masaru intuì con il tatto dove stava la porta, ella scattò per rialzarsi direttamente correndo, e barcollando, verso di essa, volendo sfondarla con la spalla inondata di chakra.
Era una cosa assurda, eppure non poté dire di non aver tentato, inutilmente dato che si sentì afferrare dalla collottola e venne sbalzata indietro con vigore, finendo malamente a terra.


"Dannata te. Vuoi starti ferma una buona volta?!"
la sentì imprecare, al che lei le lanciò contro uno sguardo assassino, pur non vedendo bene, "Cazzo, manco fossi brutta come la morte, a voler scappare in sto modo. Non mordo mica, perbacco."

"Su. Lasciati andare. Facciamo vedere a quella stronza chi comanda qui."



Non è come quella volta con i banditi...
insistette lei, cercando di convincerlo, sono disposta a punirla, ma ho bisogno che ti fidi di me. Per il bene di entrambi.

Quei suoni, quel vapore aumentato, quella sensazione familiare di debolezza fisica e sensoriale. Era chiaro che non si trattava più soltanto di una jutsu, ma anche di un... sonnifero!?
No, no, no, no, no! La situazione andava di male in peggio. Quella donna non faceva che sbagliare continuamente, stava firmando la sua condanna a morte, si stava preparando il baratro con le sue stesse mani.
Inebetita dal veleno, gli sforzi di Masaru per reggere il potere smisurato del titano di sabbia non fecero che aumentare considerevolmente e dato che tra i due c'era una immane differenza ella si trovò ancor più a terra, agonizzante fino quasi al limite della sopportazione.

I gemiti soffocati, la sempre più totale mancanza di ossigeno non faceva che peggiorare il suo stato, dato che il panico le rendeva il respiro erratico.
Per quanto facesse del suo meglio non avrebbe resistito ancora per molto e se in lei era predominante la disperazione nel cercare di evitare che egli combinasse l'irreparabile, lui gongolava compiaciuto nel sapere che ben presto la sua ospite si sarebbe addormentata.

"E perché dovrei fidarmi VISTO COME STAI GESTENDO LA SITUAZIONE? MH?"

Chiese l'Ichibi con scetticismo verso la consorte.

Quell'aggiunta poi era un ulteriore impedimento alla sua lucidità, non per questo si risolse di avere un rimedio contro la sonnolenza solo dopo essersi data sul viso dallo sguardo rincitrullito uno schiaffo - che risultò lento e poco convinto come quello di un bradipo - nell'assurdo tentativo di restare sveglia.
Così la sua mano si mosse furtivamente, per quanto possibile, a voler prendere il rimedio.

A parole sarebbe stata lunga... così, per rispondere alla domanda del gigante, ella gli mostrò direttamente i ricordi, rammentando lui come nel fidarsi della sua umana si erano guadagnati di poter vivere in quel Villaggio con un po' di tregua, senza timore per il Cercoterio di venire di nuovo sigillato, in quasi totale libertà e con degli alleati, e un fratello, pronti ad affiancarli nel caso di qualsiasi minaccia, anche da qualsiasi grande villaggio esterno.
Gli fece capire cos'aveva in mente di fare per trarsi d'impaccio e in ultimo gli mostrò in particolare di quel giorno - come un deja vu, davvero simile al qui e ora - quando era stata lei a fidarsi totalmente di lui per poter sopravvivere.

 
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view post Posted on 6/1/2019, 12:33     +1   -1
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Funzionò. Non in maniera liscia e perfetta, ma pretendere che un'intera piazza si togliesse di torno senza battere ciglio era troppo ottimista come visione.
L'importante fu che la maggior parte dei civili si stava allontanando dalla zona, e questo fu un gran sollievo, considerato che dalla ricetrasmittente non stavano arrivando buone notizie.

"Per il momento sembra che Masaru stia contenendo Shukaku... Se avesse perso conoscenza o fosse sul punto di morire, lo avremmo scoperto, immagino."
"Puoi starne certa. Nel modo peggiore."


Il fatto che dal negozio non fosse ancora eruttata una massa feroce di sabbia e zanne era confortante... Ma non poteva perdere tempo.
Per sua fortuna, le guardie fuori dal negozio decisero di ascoltare la piccola Chuunin che stava facendo evacuare l'area, e si levarono graziosamente di torno. Rei attese che ci fosse uno spazio ragionevolmente sufficiente attorno alla bottega -non poteva assicurarsi che ogni singolo civile fosse fuori dal raggio d'azione di una tecnica che non conosceva-, poi si diresse a passo svelto verso la porta d'ingresso.

Correre l'avrebbe fatta apparire sospetta. Poteva sempre fingere di essere una chuunin ligia al dovere che verificava non ci fossero altri civili nell'area... Cosa in parte vera.
Ma il suo obiettivo principale era solo uno.

«Masaru. Sto entrando. Resistete.»

Un sussurro basso alla ricetrasmittente, poco prima di entrare nel negozio. Avrebbe cercato, una volta dentro, di identificare coi propri sensi la presenza della Takeda e della sua avversaria.

CITAZIONE
Uso Sensi Migliorati - Udito (lv. 2)

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view post Posted on 9/1/2019, 11:53     +1   -1
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Le palpebre iniziavano a farsi pesanti, le membra intorbidite a tal punto che Masaru, agguantando la fiala che le serviva, a stento avrebbe sentito il vetro freddo contro la pelle del palmo sudaticcio della mano. La cortinua acquosa che le avvolgeva la testa si dissipò leggermente, permettendole di riprendere fiato, ma quel cambio di situazione non avrebbe giovato: il torpore non si attenuò minimamente e ormai la donna sentiva di non essere più in grado di resistere ancora per molto.

«Inutile che ti dimeni ancora.» Esordì Anko, notando il suo disperatamente aggrapparsi alla fiala di antidoto. «Vaporizzato, il farmaco entra in circolo molto più velocemente che nel suo stato liquido, ecco perché stai già finendo K.O.» Le spiegò, sistemandosi sopra di lei e girandola di schiena. Le prese la fiala dalla mano, rimettendogliela nella tasca da cui la Jinton l’aveva tirata fuori e, dandole alcune pacche su di essa, sorriderle. «Potrebbe tornarti utile un’altra volta, non trovi? Schiaccia un pisolino, mentre io me la batto.»

Così dicendo, diede un’ultima pacca sulla tasca, prima di scattare verso la porta, intenzionata a lasciare il posto....

....Aperta la porta, l’udito fine di Rei sentì immediatamente dei passi affrettati e una porta spalancarsi, nel retrobottega. C’era ancora qualcuno, nel negozio. Che fosse Masaru? Non appena la piccola avesse anche solo fatto un passo, oltrepassando la soglia, una strana sensazione l’avrebbe colpita, come uno strano senso di vertigine che, passo dopo passo, avrebbe iniziato a far crescere il senso di disagio.... E il pavimento iniziare a muoversi sotto i suoi piedi, come se la stanza, intorno a lei, si muovesse alla maniera di una barca alla deriva, ondeggiando a più non posso.
 
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view post Posted on 12/1/2019, 14:59     +1   -1
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Q
uasi non le sentì le parole della collega - e superiore - la ragazza, ma il fatto stesso che il vapore si faceva sempre meno invasivo la aiutò ad agguantarne il significato. Due vantaggi che potevano anche portare sollievo, ma per i quali adagiarsi sugli allori sarebbe stata una pura illusione.
Le uniche risposte che ricevette Rei furono un profondo respiro, pari a quello di chi riemergere dall'acqua, seguito da una serie di colpi di tosse.
Impossibile per lei provare a dire qualcosa in un primo momento, dovendo riprendere fiato. I suoi occhi cinerei si fissarono sulla figura dell'altra quand'ella si trovò supina, al pari di punteruoli; la presa decisa di quelle mani sulla sua, debole al punto che nemmeno si sentì sfilare dalle dita l'antidoto. I denti erano ancora digrignati, seppur allentata la pressione tra le due schiere.


"Non sai cosa stai facendo..."
improvvisa, a fior di labbra, enigmatica e in parte anche compiaciuta alla sola idea di cosa avrebbe voluto fare il Monocoda. Una reazione scaturita dall'influenza della bestia o forse spontanea.

E Shukaku? Oh lui ribolliva ancora, anche se iniziava a sembrare convinto della sua consorte, complice il fatto che fosse giorno e che la luna non era piena nella sua interezza.
Del resto volevano entrambi farla pagare a quella misera umana e sapeva che sarebbe avvenuto, perché sapeva che neppure Masaru apprezzava quella situazione e quella sgradevole persona.
Oh sì, ben presto, con il sangue di quella zoccoletta di ghiaccio, avrebbero ritinteggiato le terre di Iwa per aver osato tanto con loro.
Il suo e quello di chiunque si fosse messo sulla loro strada.


"Se per questo nemmeno tu!"
rispose Momiji, dandole con forza una manata sulla fronte per farla restare giù.

In quel momento una miriade di stelle esplosero nel campo visivo della kunoichi, che sentì vibrarle nell'anima e nel fisico il ruggito imponente del Tasso, il quale ancora una volta, per un soffio, non riuscì a surclassare la volontà della sua umana al fine di riscattarsi. Il chakra del titano serpeggiava con vigore dentro di lei, nel tentativo di manifestarsi in tutta la sua potenza, ma Anko, che aveva cominciato a darsi alla fuga, non avrebbe sicuramente potuto vedere il modo in cui si mostrava anche fisicamente sotto la sua pelle.
Era vigile la Jinton, eppure il suo corpo non si mosse, non rispose ai suoi comandi ed ella si trovò prigioniera di sé stessa. Nonostante ciò, la Jinton avrebbe fatto quanto in suo potere per riuscire ad afferrare, e trangugiare, quella maledetta fiala come fosse l'ultima ancora di salvezza.

Se fosse riuscita nell'intento, se l'intruglio avesse fatto effetto, ella avrebbe cominciato a rialzarsi seppur affaticata, anche solo in ginocchio o comunque aggrappata ad uno degli specchi lì vicino.
Una volta sentita la voce della piccola collega a conferma della sua posizione - alla quale avrebbe voluto rispondere sarcastica che stava una favola, vista la domanda - non ci avrebbe pensato due volte invece a dirle a denti stretti quanto necessario, non senza un tono che Rei avrebbe potuto trovare preoccupante, data la cattiveria presente in esso.


"Non la perdonerà mai... Allontanala dalla Roccia..."


Eloquenza era la parola chiave, e se la piccola fibrosa si fosse soffermata con lo sguardo, avrebbe anche visto i segni familiari sulla pelle della ragazza - oltre che il sorriso malevolo che mal si addiceva alla sua dolorosa situazione - che potevano far capire a che tipo di equilibrio erano i due piccioncini.
I disegni che di tanto in tanto le comparivano infatti erano spezzati e risultavano poco precisi, a palesare un conflitto momentaneo tra divino e mortale.

Stava anche per andarsi a riprendere gli occhiali, ma si fermò ed inclinò per istinto la testa verso sinistra.

"Va bene.
Continua tu."

Schietto e deciso fu il gigante nelle sue parole, neanche provò a celare il disappunto nello sbuffare ringhiante, avendolo fatto solo perché sapeva benissimo che non dovendo più addormentarsi poteva diventare testarda la sua consorte e per i Kami se s'erano presi a cornate in passato, tanto che una volta la Takeda aveva distrutto l'intera palazzina di un villaggio minore solo perché lui l'aveva sfidata, così da poterlo zittire, all'epoca in cui non aveva ancora piena padronanza della sua nuova condizione - e quei primi giorni in cui non era allenata né ancora abituata, per una situazione come quella attuale Shukaku sarebbe già uscito da molto prima.
Solo i Kami potevano sapere che strigliata che si era beccata dai superiori per quella vecchia bravata, che fortunatamente non causò morti ma solo feriti.
Inoltre era conscio che lei alla prima occasione avrebbe messo in atto quanto detto.

Non replicò lei per evitare di peggiorare la situazione, sentì allentare la morsa dolorosa del Tasso e solo allora la ragazza poté dire di cominciare a respirare davvero, in maniera più controllata. I suoi occhi mutarono in quelli del Cercoterio con l'intento di tornare a vederci di nuovo, in ogni caso avrebbe recuperato i suoi occhiali e si sarebbe unita a sua volta alla caccia.



CITAZIONE
Tengo attivo tatto anche per questo turno. Ho tenuto il condizionale per alcune cose, comunque concordato tutto in off.
 
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view post Posted on 12/1/2019, 18:01     +1   -1
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Artificial Flower's Lullaby

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Nessuna risposta intelligibile da Masaru, ma entrata nel negozio percepì chiaramente qualcuno che si affrettava a muoversi, nel retrobottega. Una fuga della colpevole?

"Presto, dobbiamo... Sbri.. Oh, no."
"Gira tutto... Mi viene da vomitare!"
"Va tutto... Ugh, bene... Concentriamoci, Niijan!"


Congiunse le mani rapidamente, impastò il chakra, e strizzò gli occhi mentre interrompeva di colpo il proprio flusso di chakra, per poi riattivarlo in circolazione. La tecnica del Kai, semplice quanto fondamentale, le confermò che quella sensazione era stata una banale illusione.
Purtroppo però le aveva fatto perdere tempo. Assicuratasi di poter di nuovo proseguire diritta, riprese a correre verso il retrobottega, schivando gli ostacoli e aprendo la porta di gran carriera.

Trovò finalmente Masaru. Viva, indebolita sicuramente ma viva, e ancora con tutto il Tasso al suo posto.

«Masaru! Ti serve assistenza?»

Per quanto avessero costruito un buon rapporto, e in qualunque circostanza più tranquilla Rei avrebbe voluto aiutare volentieri la Genin, quello era il classico momento in cui devi scegliere se salvare l'alleato o inseguire il nemico. Sperava quindi che l'alleato si salvasse da solo, perché la sua priorità era la missione, e per continuarla aveva bisogno di acchiappare Anko Momiji e interrogarla, possibilmente in una maniera più produttiva rispetto a quella di Masaru.

La risposta della Jinton fu tragicamente chiara, così come i segni sul suo corpo che stavano apparendo a tratti, come un lampeggiante segnale di pericolo.

"Lo sta trattenendo... Ma potremmo non avere tempo. Muoviamoci!"

Figuriamoci, la sua ospite in quello stato doveva aver reso Shukaku furibondo. Era un miracolo che l'edificio, e la piazza stessa, non fossero già esplosi in un vulcano di sabbia e rancore.

Senza aggiungere parole inutili, Rei si lanciò quindi a spron battuto dieto Anko. Lasciando il proprio chakra libero di scorrere, velocizzò i suoi movimenti per inseguire la kunoichi, iniziando già a sfilacciare le fibre del proprio braccio sinistro.

CITAZIONE
<abilità/attivazione> - Rapidità - [Stm: -7] [Liv 4 : 21/30]

"Il ninja che sviluppa questa abilità è straordinariamente agile e bravo nella corsa, di conseguenza avrà dei bonus nelle varie situazioni in cui la velocità potrebbe tornare utile ai propri scopi, siano questi fuggire dal campo di battaglia o inseguire un nemico.
Fuga - Il ninja che fugge dal campo di battaglia, può seminare più facilmente i propri inseguitori, moltiplicando la propria Vel base nell’azione di fuga [Vedere regole Fuga-Inseguimento]. Nel caso si utilizzi questa modalità, l’abilità avrà un bonus pari ai punti abilità su di essa.
Inseguimento - Il ninja che insegue il suo avversario, può raggiungerlo più facilmente moltiplicando la propria Vel base nell’azione d’inseguimento [Vedere regole Fuga-Inseguimento]."
Liv 4: Vel*1,3

«Ferma! In nome di Iwa!»

La vide che si stava infilando sotto la saracinesca abbassata. Aveva perso tempo a liberarsi dalla Genjutsu, ma non poteva rimpiangere quei secondi preziosi che le sarebbero serviti per ergere una barriera, o trattenerla... Quindi corse più forte.
Cercò, a tutta la velocità che le sue gambe consentivano, di lanciarsi anche lei in scivolata sotto la serranda, con lo scopo di rialzarsi subito e riprendere la corsa.
Non avrebbe rallentato -se ci era passata Anko ci sarebbe passata anche lei, che era un soldo di cacio-, ma avrebbe sfilacciato completamente il braccio sinistro per poi tentare di protendere le fibre in avanti, lanciandole addosso alla Momiji. Il suo scopo era di afferrarla e possibilmente avvolgerla, a gambe e braccia, così da arrestare sul colpo qualsiasi possibile difesa o fuga.

«Fermati! Non voglio farti del male, ho bisogno di parlarti!»

"E di portarti il più lontano possibile dalla vista di Masaru, prima che si riprenda del tutto..."

DhsebLb


 
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view post Posted on 14/1/2019, 10:56     +1   -1
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Riuscita a recuperare ed assumere l’antidoto, Masaru avrebbe iniziato lentamente a riprendersi: le palpebre, seppur ancora pesanti, non sarebbero pesate più come macigni, mentre il torpore che l’avvolgeva pian piano avrebbe lasciato spazio ad un brivido gelido, dovuto al velo di sudore che aveva imperlato la sua pelle, accompagnando quindi un formicolio che ridestava lentamente le membra. E, sulla boccetta, un foglietto vi era stato avvolto, un foglietto che, la donna ne era certa, non aveva mai visto e mai, quanto meno, infilato tra le sue cose.

Ci avrebbe pensato ora, ad esaminare quel piccolo pezzo di pergamena rattrappito? Chi poteva dirlo, ma a giudicare da come si stava evolvendo la situazione, difficilmente quel pensiero sarebbe finito nella sua lista delle priorità dato che, a pochi metri da lei, Rei si era lanciata all'inseguimento della Momiji.

Con uno scatto fulmineo, la piccola chunin quasi la raggiunse, le fibre del suo braccio le strinsero dapprima la caviglia, facendola così cadere e bloccandole la fuga, poi si avviluppano lungo la gamba, salendo sempre più su per poterla bloccare. Gli occhi ambrati della donna avrebbero quindi incrociato gli occhi eterocromi della piccina, che vi avrebbe colto un guizzo, accompagnato da un sorrisetto sarcastico.... E puff. Il corpo della donna imbrigliata si ricoprì di una nuvola di fumo, rivelando così che, tra le fibre nere e pulsanti della Anbu, non vi era il corpo della donna, bensì un rotolo di tessuti, con la quale la donna si era sostituita poco prima di lasciare il negozio.

Guardandosi intorno, Rei, alzando lo sguardo, l’avrebbe poi intravista, sul tetto di un paio di edifici davanti al loro, ferma a fissarla: un sorrisetto compiaciuto, un gesto di saluto che, stranamente, le ricordò terribilmente uno dei segnali in codice che erano solite utilizzare le squadre Anbu quando erano impiegate in missioni di spionaggio per potersi far riconoscere dai loro alleati, e via, in corsa verso non si sa dove.... O forse una qualche mezza idea potevano averla?
 
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view post Posted on 18/1/2019, 13:51     +1   -1
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L'aveva presa... E invece no. Aveva preso una sua copia, mentre l'originale era riuscita a portarsi al sicuro là sopra i tetti.

"Vuole giocare? Giochiamo, Hacchan?"
"No... Aspetta, guardala meglio."


Riconobbe quel gesto, quel segnale codificato che le avevano insegnato nei suoi primi giorni di addestramento Anbu. Una sequenza che si sarebbe aspettata da un alleato infiltrato assieme a lei, e che invece Anko Momiji aveva appena usato.

"Riflettiamo."
"Anche lei è Anbu?"
"Probabile. Il grado glielo permetterebbe, e se ha sopraffatto Shukaku e il suo ospite significa che sa quello che fa."
"Inoltre, avrebbe potuto uccidere Masaru e scappare... E non l'ha fatto."
"Quuuuindi?"


Quindi Rei interruppe l'inseguimento, e tornò indietro. Avrebbe solo perso tempo, col rischio di non trovarla più, quando invece sapeva perfettamente dove avrebbe potuto trovare, se non lei, informazioni più accurate su quello che aveva fatto.
Dunque, come prima cosa, doveva recuperare Masaru.

La trovò in grado di parlare, un po' più sveglia e presente. Non sembrava ferita, quindi non c'era bisogno di un intervento medico, cosa che avrebbe risparmiato molto tempo prezioso a tutti quanti.

«Masaru. Puoi dirmi cosa è successo?»

Il tono usato dalla ragazzina era calmo, non aggressivo. Soprattutto perché aveva visto gli occhi del Tasso, dietro le lenti della Takeda, e sapeva di dover essere cauta.
Per questo, quando la Jinton ignorò la sua domanda chiedendole perché non fosse fuori a correre dietro Anko, Rei mantenne la calma e l'autocontrollo. Doveva però ricordarle il suo posto e la loro missione, cosa che forse trapelò dal tono più freddo che adoperò per parlare.

«Non sarebbe servito. Avrei perso tempo, quella donna è più di quanto voglia far credere.
Dimmi cosa è successo.»


Le lasciò il tempo di conferire con il suo ospite, poi la ascoltò con attenzione, anche quando la accusò di aver sbagliato a lasciarla andare via.
Un team leader più severo e tradizionalista si sarebbe irritato per quella frase, ma Rei, abituata ad essere la piccina del gruppo a cui nessuno avrebbe mai dato retta a priori, aveva imparato che spiegare il ragionamento dietro le proprie azioni era più efficace di mille sguardi truci.

«Quindi ti hanno scoperta e Momiji ti ha sopraffatta. D'accordo. Almeno abbiamo qualche indizio ulteriore sui suoi poteri.»

La seguì fuori, iniziando a regolare la sua ricetrasmittente.

«So dove trovarla. E dove trovare gli altri. Ci aspettano due giorni di viaggio, c'è un torneo illegale che dobbiamo fermare.»

Ovviamente l'idea di aspettare due giorni per avere la propria giusta vendetta non piaceva a Shukaku, ma il commento interno di Choumei fu un pacato e molto ragionevole "Se lo farà andare bene."

L'Anbu poté quindi mettersi in contatto con la sua squadra. Si allontanò di un paio di passi da Masaru, mentre discuteva con il Tasso, e contattò Ragno.

«Sono Rei. Mi occorre una persona che vada a questo indirizzo e recuperi un civile colpevole di molestie e tentata violenza su minori. Già stordito e legato. Cercate di farvi dire se ha fatto del male ad altri ragazzini, poi sbattetelo in cella. Fatti aiutare da Han se vuoi.»

Dall'altra parte, la voce allegra di Amazzone le rispose subito. Avrebbero pensato loro alla cosa, e anzi, ringraziava tanto per la distrazione da un momento di vera noia con la burocrazia.

Sbrigate le procedure, Rei tornò quindi su Masaru, riferendosi all'insoddisfazione che il Tasso stava provando.

«Possiamo partire anche subito per quello che mi riguarda, così lo faremo attendere il meno possibile. Ti serve equipaggiamento o provviste?»

Lei era a posto: non avendo bisogno di mangiare, e portandosi sempre dietro il suo equipaggiamento ninja per ogni missione, era pronta a partire in ogni momento. Ma Masaru avrebbe avuto bisogno di mangiare, e Rei non voleva perdere tempo a cercare locande o cacciare prede lungo la strada. Avrebbe imposto delle pause, non per dormire -dato che nessuna delle due Jinchuuriki, ironicamente, poteva o aveva bisogno di farlo-, ma per recuperare le forze.
Alle proteste avrebbe risposto con logica ferma e inamovibile: avevano bisogno di arrivare in forma, e fare una tirata unica per poi presentarsi stanche avrebbe solo compromesso il risultato finale.

Accompagnò quindi Masaru a casa perché prendesse quello che le mancava, poi impostò la rotta verso Nord.

DhsebLb


 
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view post Posted on 19/1/2019, 23:38     +1   -1
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I
n un primo momento fece fatica nel raggiungere la sua meta, tuttavia si accorse che più il tempo passava, più si muoveva e più le forze tornavano, ridandole piena funzione dei suoi sensi, anche se quel suo tenue barcollare tradì il suo stordimento.
S'inginocchiò per riprendersi gli occhiali e, proprio mentre li reindossava, si accorse di qualcosa insieme alla fiala che aveva ancora in mano. Qualcosa che prima non c'era.
Dalla sua consistenza era evidente il materiale: carta. Ma per quanto normalmente semplice ed innocua ai più, ella non poté che irrigidirsi, poiché un ninja era consapevole dei pericoli che poteva celare il suo utilizzo in battaglia.

Le sue iridi puntarono con sospetto verso la fiala e la mano venne girata cautamente. Al di là del vetro trasparente tuttavia, sotto la luce artificiale della stanza, non lesse i kanji di una carta bomba, anche se l'effetto finale fu comunque offensivo ed a quel punto non le importò che la fiala le fosse scivolata a terra tintinnando.

S E R P E
I N
S E N O

L'irritazione del Tasso s'intrecciò con la sua anima, diventando parte della sua stessa rabbia. Granelli di polvere caddero dal pugno ora chiuso. Un ringhiare basso e controllato si levò dai canini digrignati, messi in mostra dal labbro parzialmente arricciato in una smorfia.
Rialzandosi avrebbe notato la figura entrare e, non fosse stata tanto bassa da risultare senza dubbio Rei, l'avrebbe da subito attaccata. La piccola si beccò un'occhiata assassina dall'altra, che quando ebbe conferma sul suo aspetto restò sorpresa di trovarla lì.

"Credevo la stessi inseguendo,"
disse perplessa e sospettosa. I suoi occhi ripresero il loro naturale aspetto.

Avanzò in direzione dell'uscita, tenendosi allo specchio per fingersi ancora rintontita, così da usare il tatto senza destare sospetti.
Darle la schiena ed evitare la sua domanda non ebbe alcun effetto se non quello di sentirsela ripetere. Si fermò, ma nonostante fosse di spalle non ci fu alcun attacco ai suoi danni, negli istanti che seguirono. Non seppe davvero se definire un sollievo il fatto che non fosse Anko sotto mentite spoglie...

Lo sentì come se fosse dietro di sé, quel verso flebile e grottesco di fastidio, ed altrettanto flebile fu il chakra venefico che irradiava nel suo corpo e che la fece irrigidire. Era arrabbiato con la sua consorte, ma ancor più col fratello, per aver lasciato fuggire la stronza di ghiaccio.

"Tsk! Tipico di quella blatta glitterata."

Commentò il gigante sabbioso, a voler accentuare come loro fossero sempre e comunque meglio di suo fratello. Lei però non era dello stesso avviso, conoscendo la bambina sapeva che non era il tipo da lasciar scappare il nemico, nemmeno quando questo era più forte. Doveva avere in mente qualcosa la piccina, per questo da cocciuta che era la Jinton preferì assecondare la collega piuttosto che il Cercoterio, con quella sua domanda che andava a cogliere l'epicentro stesso della vicenda.

Non è finita, Shukaku-sama,
lo volle calmare per l'ennesima volta.

"Me ne sono accorta..."
esordì lei sarcastica, voltandosi finalmente a guardarla con sguardo lievemente irritato - più per la situazione e l'influenza del Tasso che altro - e rispondendole molto brevemente, seppur con tono più calmo, "mi sembrava di avertelo già ampiamente spiegato quand'ero con lei. Da che ho messo piede in questo negozio era palese che non fosse gradita la mia presenza, ancor meno la mia curiosità in merito a Ranmaru.
Non mi aspettavo neppure di incrociare Momiji, che deve avermi trovata attraverso qualche stratagemma che si trovava in casa sua..."
l'unico elemento bizzarro della sua perquisizione che le veniva in mente era l'acqua sul diario.

Le motivazioni dietro le scelte della Takeda dinnanzi al suo nemico erano ben più intricate del semplice non voler distruggere il villaggio: se non aveva deciso di attaccare usando tecniche comuni era per lo svantaggio stesso nel grado tra lei e quella donna, inoltre non le sembrò una grande idea tentare di utilizzare tecniche legate al suo status di Jinchuuriki, non nelle condizioni in cui si era ritrovata sino a poco prima.

Perché se da un lato il loro addestramento nei mesi aveva aiutato la coppia a rafforzarsi e costruire un rapporto tra ospite e creatura, oltre che tra le due Jinchu, restava il fatto che Masaru doveva ancora riequilibrarsi nel controllo dei propri istinti mentre Shukaku, beh lui era sempre stato il tipo da lasciarsi annegare in essi.
Questo non aiutava a migliorare il problema fasi lunari, dato che normalmente si davano una mano a vicenda - seppur il gigante sempre mostrando arroganza, orgoglio e strafottenza - e la ragazza riusciva a condizionare il suo carattere, a volte finanche involontariamente, ma in giorni come quello accadeva l'esatto contrario.
E no, dodici giorni di addestramento distanziati tra loro evidentemente non erano stati sufficienti, se non a rafforzare la resilienza di lei di fronte a simili inconvenienti.


"Forse sapeva perfino che eravamo in contatto..."
aggiunse dubbiosa, stavolta con più calma, ripensando alle parole di Anko sul fatto che non fosse lei il nemico, "lasciarla andare è stato un errore." concluse quindi, riprendendo il cammino seguita dalla mascotte del Villaggio.

L'ultima affermazione non era per una sfiducia verso il Jinchuuriki bonsai, nopenope. Il suo problema era decisamente più grosso, enorme, TITANICO oltre che come una montagna, e con la pazienza di un toro circondato solo dal colore rosso.

"Ecco appunto!"

Prevedibile al pari d'una tempesta in una giornata di nubi nere come la notte, il suo punto di vista riecheggiò esclusivamente dentro la testa dolente della ragazza, la quale si massaggiò la tempia frattanto che assimiliva la risposta di Rei.

"DUE GIORNI!?!!"

Un ruggito, un fremito decisamente meno previsto, non la portata almeno, e le mani andarono entrambe alle tempie pulsanti, i passi incerti barcollarono indietro prima di fermarsi, il respiro venne trattenuto, il corpo si fece teso come le corde di un koto e gli occhi si chiusero sotto la fronte corrugata.
Forse fu quello, forse fu il suo tenue e breve gemito infastidito dal dolore ad allarmare la collega, forse entrambi, ma nulla fece l'altra se non fermarsi ad osservarla, attenta e pronta a scattare.


Pazienta Shukaku-sama,
cercò di farlo ragionare la sua consorte, gentile ma decisa, ha detto che sa dove trovarla e questo posto dev'essere lontano due giorni, alla fine l'importante è prenderla, giusto... ?

"Mmmh..."

Difficile dire se per il tono che lei utilizzò oppure per le moine celate in quegli appellattivi, ma almeno ponderò la sua giustificazione, seppur molto imbronciato, e sembrò vergere in positivo.

"Non è affatto lieto di aspettare,"
disse infine quando tornò a calmarsi, riaprendo gli occhi cinerei e puntandoli sui suoi solo dopo, "ma se serve a prenderla, è disposto a chiudere un occhio."

Tanto meglio per noi,
continuò dunque per indorare la pillola, quando Rei si allontanò per parlare al microfono, lontani dal villaggio avremo la certezza d'agire più liberamente, inoltre è un evento illegale e non mi sorprenderebbe se oltre ai nostri obiettivi ci fossero altri elementi da portare ad Akiho.

Non era certa di chi avrebbero trovato laggiù, ma non dubitava ci fosse qualche soggetto interessante tra i presenti al torneo.


"In realtà sì,"
affermò più calma e sicura, guardando lo stato in cui si trovava, "ed ho bisogno di una doccia. A casa ho quello che serve."

La meta primaria era dunque il quartiere in periferia, che non si poteva dire extralusso ma non era nemmeno tra i peggiori, aveva poche abitazioni, distanziate di parecchio tra loro, ed era prevalentemente tranquillo.

---

Spalancò la porta di casa e con passo deciso s'addentrò nella sala, puntando verso il corridoio situato a destra e lasciando l'uscio aperto per Rei.


"Accomodati pure,"
annunciò senza inflessioni particolari nella voce, buttando il rotolo ninja nell'angolo vuoto a terra, senza neanche fermarsi.
Aveva abbastanza confidenza con Rei da non ritenere necessario perdere tempo con i convenevoli - e da farla entrare in casa senza tanti problemi. Non era una visita di cortesia dopotutto e prima partivano, meglio era.

Non si poteva dire una casa grandissima, in corridoio si contavano almeno quattro porte, di cui una in fondo semiaperta, ma se Rei avesse voluto curiosare nell'attesa, avrebbe visto che la struttura era stata strategicamente ammobiliata per risultare spaziosa al primo sguardo. Dallo spiraglio di luce che filtrava dentro quella stanza buia tuttavia, avrebbe di certo notato che qualcosa non andava, come se fosse stata martoriata innumerevoli volte.
Lo scrosciare dell'acqua dalla doccia indicava chiaramente che non sarebbe stata colta sul fatto, dunque se avesse voluto ficcanasare ella avrebbe visto una stanza spoglia d'ogni arredamento, eccetto per qualche pezzo di mobile distrutto; completamente rovinate le sue mura più spesse del normale segnate da numerosi graffi, che variavano da piccoli e superficiali a grandi e profondi. La maniglia invece era perfettamente sana e nuova, segno che di certo la cambiava.

Per il resto della casa, l'arredamento aveva uno stile sobrio e riposante, i colori erano equilibrati con chiaroscuri terrosi, caldi ma mai cupi dato che era luminosa la struttura.
Niente cose stupide e inutili in giro - oltre che per un piccolo draghetto in legno che le aveva regalato il figlio - ma, incredibile a dirsi, c'erano delle piante di differenti tipi e dimensioni sparse qua e là, non molte, e libri, scaffali e scaffali di libri ovunque che, non potendo dormire, si era trovata a leggere per noia. Curiosamente non il minimo accenno di orologi, da nessuna parte.
Pur non essendo originale, la casa in apparenza risultava funzionale e cuscini, divani et similia erano molto comodi.
Il fatto che nonostante l'ordine e la pulizia ci fossero quelle poche cose fuori posto lasciava intendere che non aspettava nessuno in casa, sicuramente era partita con l'idea di sistemare dopo la sua missione.

Sul tavolo dunque stavano dei romanzi di vario genere, tra cui un album sotto di essi del quale la stessa Takeda era dimentica, avente la copertina bordeaux e senza alcuna indicazione.
Se avesse voluto curiosarlo, Rei avrebbe trovato delle foto di periodi differenti, foto che Atsue all'epoca era solita voler fare - come il suo fidanzato del resto - e che avevano custodito i due anziani.
Da pochi mesi Hisoshi aveva deciso di lasciarle di nuovo a lei, quand'ebbe modo un giorno di vederle per caso, e non ne fu dispiaciuta. C'erano foto di lei da piccola, in alcune era seria, in altre invece faceva le smorfie per dispetto oppure era comicamente imbronciata perché odiava fare foto, in altre ancora, seppur felice con loro, appariva solo tranquilla.

Dalle immagini nel periodo di pubertà invece compariva il suo moroso - comprensibile dall'intimità nei loro gesti - ed in queste, la giovane stando con lui sembrava davvero più serena, finanche radiosa e sorridente in alcuni scatti. Ce n'era una posta in un angolo remoto che la ritraeva totalmente brilla e con un sorriso beota stampato in faccia. L'aveva scattata lui a tradimento - e ovviamente giù di botte al solo vederla.
Alla fine i soggetti che avrebbe visto, oltre alla collega e qualche altro personaggio di minore apparenza, erano principalmente gli stessi: la coppia di anziani che l'aveva aiutata, il suo compagno e suo figlio, questi ultimi con meno foto.

Non ci avrebbe messo molto, la Jinton, a finire. Meno di un'ora tra il cambiarsi, il controllare lo stato del proprio equip e preparare dall'ampia dispensa quelle due cose essenziali. Si sentiva rinnovata , specie dopo essersi fatta quella doccia, e finalmente poterono partire.




CITAZIONE
Beeeene, sorry for da papiello. Gaeshina-sama a te decidere se fare finta di nulla e ignorare le descrizioni peculiari oppure curiosare, e ai fini del rapporto fratelloso può essere interessante dato che potrebbe non rivelarti mai apertamente coseh. Inoltre, nel caso, a te decidere se ti coglie o meno sul fatto.

Segnalo utilizzo di tatto nella prima parte di post ed 1 rimedio utilizzato in precedenza ma non segnato asap.
Inoltre acquisto (off) di 4 razioni medie (45 al pz) e 2 rimedi di erbe (80 al pz). Solo 1 rimedio fuori dal rotolo, il resto della roba dentro.
Tot -340 ryo!
 
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view post Posted on 22/1/2019, 10:45     +1   -1
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Di nuovo insieme, le due kunoichi si sarebbero quindi incamminate verso la loro direzione. Del posto dove erano dirette sapevano ben poco, se non le coordinate della sua ubicazione, che lo indicava a Nord del paese vicino la costa, e del fatto che si svolgeva periodicamente qualcosa di losco da quelle parti. Rei ne aveva ovviamente un'idea, ma ben presto avrebbero avuto modo di vederlo con i propri occhi.

Lasciarono quindi Iwa immediatamente, non prima di aver permesso a Masaru di rifornirsi dello stretto indispensabile utile per quella breve traversata.

Durante il cammino avrebbero avuto modo di confrontarsi sul da fare, cercando, magari, di creare quanto meno un quadro generale di ciò che le avrebbe potuto attendere.

Il viaggio non diede grossi problemi alle due: la via era libera, e lungo le strade e i sentieri che conducevano alla loro meta avrebbero facilmente incrociato piccole carovane che si spostavano, carichi di merci, alcune dirette verso Iwa e altre dirette, sembrava, proprio nella direzione in cui dovevano andare le due.


CITAZIONE
Post abbastanza vago, me ne rendo conto, ma ho bisogno di vedere come avete intenzione di approcciarvi all'avvicinamento della meta, se volete fare qualche ricognizione, raccogliere informazioni in giro, studiare qualche dato. Insomma, per quel che ne sapete vi state avvicinando alla tana del lupo e devo ben capire in che modo lo volete fare.

Scrivete tutto nei vostri post e, se avete domande da porre agli NPC che incrociate per strada, o qualche altra azione particolarr, fatemi sapere, così vi do la risposta direttamente io.
 
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view post Posted on 24/1/2019, 10:28     +1   -1
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Rei non era una ficcanaso. Non approfittò del momento in cui Masaru era a fare la doccia per girare e tocchicciare tutto, anzi: si limitò a fissare quello che c'era di esposto, a carpire eventuali dettagli superficiali, ma non andò in giro per le stanze a indagare su quella che era una sua compagna di squadra.
Non doveva ottenere il potere su di lei, né il controllo: non era per quello che era kunoichi.

Dunque, quando la Takeda uscì, trovò Rei più o meno nello stesso punto dove l'aveva lasciata. Poterono quindi iniziare a muoversi, a cominciare dall'equipaggiamento necessario... Ovvero una mappa della zona in cui dovevano andare.
Se ne procurarono una più aggiornata e dettagliata dagli uffici competenti -sì, era tempo che passava, ma meglio impiegarlo così che perderlo per un sentiero sbagliato- e si misero in viaggio per quel piccolo villaggio sulla costa che corrispondeva alle coordinate trovate sul muro di Ookami Gurei.
Si trattava di una zona pianeggiante, a una decina di metri sul livello del mare. C'era un porto, ma questo non era loro di grande aiuto, visto che non potevano avvicinarsi via mare a meno di fare lunghi, arzigogolati, e molto inutili giri.

Procedettero spedite, e nonostante le proteste Rei obbligò Masaru a fermarsi per riposare un paio d'ore ogni sei di marcia. Non per dormire, nessuna delle due ne aveva bisogno, ma Masaru doveva mangiare e, in generale, arrivare stanche e sfinite sarebbe stato solo controproducente.

«Il nostro corpo è la nostra migliore arma. Dobbiamo prendercene cura, o al momento di usarlo fallirà.»

Durante queste pause, studiarono la situazione e il da farsi, condividendo prima di tutto le informazioni che avevano trovato nelle loro rispettive indagini. Rei le parlò del torneo, dei due bambini, del vecchio Anbu con le iscrizioni di sangue e le foto dei morti sulla parete. Masaru le raccontò del nanetto barbuto apparentemente invischiato in affari loschi, e degli altri soggetti incontrati nel negozio di Ranmaru.

«Possiamo quindi ipotizzare che questo torneo sia finanziato da qualche organizzazione criminale o soggetto poco raccomandabile... E che vi prendano parte delle persone disperate o con il desiderio di dimostrare qualcosa.»

Masaru era d'accordo, e ricordò anche del probabile giro di scommesse che sicuramente non sarebbe mancato, in situazioni del genere. Poi discussero del tipo di approccio che era d'uopo prendere.
Potevano fingersi due partecipanti, ma il timore di Masaru era la visibilità.

«Quella stronza ci ha viste, sa chi siamo.»
«"Quella stronza" ti ha detto che non è lei il nemico, e abbiamo il sospetto che sia una Anbu. Possiamo anche partecipare come spettatori, comunque, dato che la nostra missione è recuperare informazioni sui cinque ninja scomparsi.»


Per quello che ne sapevano, infatti, il Tetsu no Ken poteva anche avere avuto un'approvazione da qualche piano alto.
Tuttavia il dubbio della Takeda erano i controlli, e in effetti Rei concordò sul fatto che difficilmente sarebbe stato a libero accesso.
Tuttavia, quando la Jinton suggerì che, in caso di un invito scritto non si sarebbe fatta problemi a eliminare qualcuno di anonimo per prendersene uno, la bambina di Fibre la fissò con severità. Reale, severità. Non importava che fosse un soldo di cacio con la metà dei suoi anni, quella frase aveva triggerato il suo senso del dovere e, in quanto Chuunin e superiore, non poteva ignorarla.

«Masaru. Siamo ninja di Iwa, il nostro lavoro è proteggere i civili e gli innocenti, fintanto che ci è possibile.»

Palesemente all'altra non piacque, e sicuramente all'altro piacque ancora meno. Ma accettò l'autorità e lo spirito di collaborazione, promettendo che avrebbe cercato solo di stordire l'eventuale vittima.

«Meglio.»

Optarono quindi per tenere quelle due opzioni libere, e rimandare la scelta definitiva a quando, raggiunto il villaggio, avessero scoperto qualche dettaglio in più.

«Rimane un problema di fondo.»

Le stava rivolgendo uno sguardo molto eloquente, e Rei non fece fatica a capire a chi si riferisse.

«Shukaku?»

Un sorriso accondiscendente, e una spiegazione molto calma, seguirono quella domanda quasi retorica.

«Sai già in che fase siamo. Non so fino a che punto sarò in grado di frenare i suoi istinti, ma qualsiasi cosa accada non dubito tu sappia cosa fare.
Non posso assicurare nulla poi su Momiji, praticamente è una mina vagante per noi e deve restare distante da chi va protetto.»


«Quindi come pensi... O pensate, che sia meglio agire per contenere i danni il più possibile? Siamo in missione assieme, ho bisogno di sapere come poterti usare al meglio in una strategia, cosa aspettarmi da te, come agire in modo da minimizzare i danni.»


Poi disse una cosa che probabilmente avrebbe fatto meglio a non dire, non così direttamente almeno.

«Anko è una mina vagante, ma tu non sei da meno, Masaru.»

Era stata calma, sincera, professionale. Ma vide comunque la reazione irritata e scontenta di Masaru, alimentata probabilmente dall'indignazione del Tasso dentro di lei.

"Ha poco da lamentarsi. Lo è, mai come in questi giorni tra l'altro! Con la luna quasi piena sarà un pericolo per tutti... Avremmo dovuto lasciarlo lontano!"
"Non era fra le opzioni, Cho-cho. Spero di non averlo offeso troppo, ma mi serve sapere come agire al meglio"
"Possiamo abbracciarlo? Gli abbracci funzionano!"
"Non in questo caso, piccina."


Memorizzò quindi le indicazioni che le diede, e che consistevano in un "trattamento di favore" che nessun avversario le avrebbe mai riservato: insultarla, attaccarla, ostacolarla... Rei non avrebbe mai insultato a caso un suo collega, ma i nemici lo avrebbero fatto senza esitazione.
La cosa sfuggiva al suo controllo, e non le piaceva. Non c'era una soluzione, né semplice né complessa... Perché anche tenere Masaru lontana dall'azione sarebbe risultato nell'insofferenza e nella sete di sangue dell'Ichibi.
Un Comma 22 insomma.

Quando le fece capire che anche i piccoli contrasti che stavano avendo nella loro discussione stavano irritando Shukaku, Rei dovette chiudere gli occhi per nascondere la risposta di Choumei.

"Beh? CHE SI ASPETTA? Che tutti lo venerino e amino a priori? Ma è uscito di senno? Razza di borioso arrogante... Non capisce che coi suoi capricci rischia di mettere in pericolo tutti quanti, se stesso per primo?"

Choumei non era stupido, o mite, o remissivo. Il Sette Code aveva dovuto ingoiare intere palettate di orgoglio per venire a patti col fatto che aveva bisogno del corpo di Rei per sopravvivere. Vedere suo fratello che pretendeva oneri e onori, che rendeva difficile la vita alla sua ospite, e di conseguenza metteva nei guai Rei stessa, lo irritava oltre i limiti consentiti.
E Juuhachi non voleva che la rabbia del suo Bijuu si mostrasse nei suoi occhi, quindi li chiuse, riuscendo a dissimulare quell'accesso di ira che l'aveva presa con un piccolo scatto della testa.

Quando parlò, il tono era nuovamente monocorde, neutro come quello che aveva sempre usato coi superiori arroganti o coi dottori prepotenti.

«D'accordo, prendo nota. Allora direi che nel tuo caso è meglio non farti partecipare al torneo in nessun caso. Se dovessimo arrivare a ciò, potremmo dividerci i ruoli, tu fra gli spettatori e io nell'arena a cercare informazioni sugli altri concorrenti.»

Concordarono sul fatto che dividersi era un rischio, ma la bambina non sapeva cosa inventarsi, così a tavolino. La pensierosa Jinton scosse anche la testa quando le chiese se la sua presenza vicina avrebbe potuto aiutare a mantenere il controllo, in qualche modo, ma la Jinchuuriki del Monocoda ne dubitava. Continuava a temere che Anko, vedendola come un nemico, riprendesse con quel suo "atteggiamento"... Che probabilmente significava insulti, offese, scherno e quant'altro.

«D'accordo. Allora vedremo se sarà possibile per me restarti vicino, quantomeno da schermare eventuali incontri con Anko.»

Se fossero riuscite a spiegarsi, magari non ci sarebbe stato bisogno di usare la violenza inutilmente.
Nemmeno questo parve piacere alla Takeda, però.

«Non è fondamentale... Rei. Non puoi sempre fare tutto tu e non puoi sdoppiarti... Credo. Devo sapermi gestire.»

«No, non nel senso che intendi tu, almeno.»


Le sorrise appena, immaginando ricordasse i fantocci di fibre che durante gli allenamenti erano usciti dal suo corpo, con apparente volontà propria.

«Non è una questione di sapersi gestire, ma di conoscere i propri limiti. Se tu ritieni di avere la situazione sotto controllo, a me sta più che bene.»

La donna assicurò che avrebbe fatto quanto era in suo potere. La precisazione ultima che fece, quella sugli orologi e le profondità marine, non ebbe in risposta molto altro se non qualche cenno d'assenso.
Se lo sarebbe ricordata... Nell'improbabile caso in cui avessero avuto a che fare con degli orologi.

Si riposarono ancora qualche minuto, poi ripresero la marcia. Avevano notato che, evitando le rotte commerciali, avrebbero potuto accorciare il percorso di un giorno intero. Fra la fretta di arrivare e il desiderio di placare Shukaku, fu molto facile decidere la strada da percorrere.
Questa non offrì sorprese sgradite: era semplicemente un percorso in disuso, in parte smottato, dove a farla da padrona era la natura selvaggia. Grazie a quel tratto accorciarono della metà il loro viaggio, e giunsero finalmente in vista del piccolo villaggio di pescatori, in tempo per fare tutti i sopralluoghi del caso... Con la dovuta cautela.



DhsebLb


 
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view post Posted on 25/1/2019, 22:48     +1   -1
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No, alla fine non ci volle loro poi tanto per prepararsi, indossando abiti sobri e di tonalità neutrali per non dare nell'occhio, ma prima di uscire la Takeda si ricordò di un dettaglio fondamentale, dato che si parlava di coordinate, e non poté fare a meno di chiedere a Rei se le serviva una mappa.
Tra quelle che la Jinton aveva in casa, decise di prenderne solo una purtroppo, del paese della Terra, dato che quella precisa della meta era datata.
Inutile dire che andarono a chiedere agli archivi per una mappa aggiornata, ma oltre a quello non ci furono altre deviazioni: decisa la pista da seguire, semplicemente partirono, togliendosi i coprifronte.

Sei ore. Ogni sei ore e la prima volta non le riuscì proprio di partire col commentino infastidito, spinta dall'impazienza del suo Cercoterio, che era impaziente di metter le sue zampe su momiji e, inoltre, vedeva offensivo tale atto in quanto per lui venivano ritenuti deboli, nonostante la ragazza fosse consapevole della ragione che aveva la collega.
Infatti, non appena si fermarono si accorse dell'effettiva stanchezza accumulata per il moto continuo, e quando non stava mangiando rimaneva per gli affari suoi, a riposo con gli occhi chiusi e i muscoli rilassati, a volte meditando, o forse interloquendo con il suo consorte - e ad uno sguardo attento le sopracciglia e le labbra tradivano irrequietezza - altre si limitava a far ruotare a mezz'aria, sopra il palmo della sua mano, tre biglie di vetro. Un esercizio quotidiano che era solita fare per allenare la concentrazione, ma che era utile anche come antistress.
Ovviamente, al primo turno di riposo fu inevitabile, ed essenziale, discutere l'insieme di elementi e situazioni per stabilire qualcosa di concreto.

La prima a parlare fu Rei, sulla quale la ragazza portò l'attenzione, limitandosi a riaprire gli occhi senza muoversi da dove stava: totalmente abbandonata, appoggiata quieta con la schiena su una parete di roccia.
Pose termine al suo esercizio ed ascoltò in silenzio, assimilando le informazioni ed attendendo il suo turno, nel quale fu semplice e diretta a spiegarle i soggetti incontrati e le loro particolarità. Soprattutto della capretta barbuta, sorvolando dettagli inutili allo scopo - ad esempio il come ne era a conoscenza.

"Potrebbe anche esserci dietro un giro di scommesse, un modo per loro di arrotondare,"
annuì concorde, quando Rei ipotizzò la gestione illegale e i potenziali partecipanti del torneo.

Non fu dello stesso avviso però quando la piccola suggerì di partecipare direttamente, non era certa di cosa questo avrebbe comportato sotto l'aspetto "Tasso", inoltre...

"Quella stronza ci ha viste, sa chi siamo."

"Ma non me, kehehehe!"

Shignazzò lui tronfio, dato che probabilmente quella strega neanche si aspettava il tipo di sorpresa che Masaru nascondeva dentro di sé. No, non quel tipo di sorpresa...

Si beccò un mezzo rimprovero lei che era difficile chiamare tale, visto il tono che era solita utilizzare la sua collega, ma niente di serio in confronto a quello che seguì le sue affermazioni sui controlli all'ingresso e sulle soluzioni possibili, una in particolare:

"Se l'ingresso è ad inviti scritti poi, potrei eliminare un soggetto di poco conto per prelevargli il biglietto,"
disse sistemandosi gli occhiali, come se fosse una cosa normale a giudicare dal tono, e per la Jinton in un certo senso lo era.

Probabilmente era la prima volta che vedeva Rei realmente irritata, ma la cosa la lasciò in parte indifferente, in parte percepì il cruccio che provava il suo Cercoterio.
Per mantenere calme le acque da entrambe le parti decise di sorvolare, anche perché sapeva che quello era più un ordine che altro e agli ordini c'è poco da discutere.

"Lo metterò solo a dormire,"
per stavolta,
questa la soluzione finale.

Eppure non era finita. Per niente, c'erano altri dettagli da discutere.


"Rimane un problema di fondo..."
aggiunse con palese eloquenza, sia nel tono che in quelle iridi prive di colore. E quando erroneamente l'altra pronunciò il suo nome lei sentì il suo verso vibrante e minaccioso, il suo fastidio nell'essere considerato un problema, e si ritrovò a guardare altrove, sorridendo rassegnata.

"Quindi adesso sono un problema, mh?"

Le chiese innervosito Shukaku, facendole sentire un leggero fastidio fisico, al che lei, in quel momento più che in ogni altro, dovette spiegargli che stava recitando.

"Sai già in che fase siamo,"
non c'era inflessione particolare nel tono, era spaventosamente calma nonostante stesse intavolando due discussioni contemporaneamente, di cui una più cauta dove ogni volta doveva appianare le ire del suo coinquilino, "non so fino a che punto sarò in grado di frenare i suoi istinti, ma qualsiasi cosa accada non dubito tu sappia cosa fare.
Non posso assicurarti nulla poi su Momiji, praticamente è una mina vagante per noi e deve restare distante da chi va protetto."


E giù con l'ennesima ondata d'irritazione repressa a forza, ma in apparenza rimase calma mentre continuava,
"Credevo fosse scontato. Insultarci, attaccarci e metterci i bastoni tra le ruote sono casi che singolarmente hanno delle conseguenze, ma insieme formano la combinazione perfetta per vincere il primo posto nella nostra lista nera. Del resto, non saremo in pace fintanto che lei resterà impunita."

"Infatti."

Il brontolio del gigante era più che condiviso dalla sua ospite, dato che entrambi volevano quasi la stessa cosa.

"Riceverà una punizione adeguata alla sua colpa."

"Oh, puoi starne certa."

Il suddetto sentimento verso la loro preda venne fomentato, con una muta e mutua soddisfazione al pensiero di come l'avrebbero massacrata di botte.
Del resto, Akiho aveva detto soltanto che rivoleva i suoi vivi, non illesi. Un guizzo di quella crudele soddisfazione baluginò nelle iridi argentee, per un mero istante, prima di svanire nel nulla.


"Sei persino al corrente,"
continuò dunque, "che la fase di luna piena lo rende intollerante alla minima piccolezza, indipendentemente da chi abbia ragione," dunque la guardò con indifferenza, come se le seguenti parole non fossero niente di che, ma pur sempre eloquente, "per esempio i piccoli contrasti in questa nostra discussione."

Impossibile non notare lo scatto della testa della piccola, quand'ella chiuse gli occhi, prima di tirar fuori un piano d'azione. E nonostante tutto la più grande delle Jinchu della Roccia non parve convinta, anzi, era ancora molto pensierosa a riguardo.


"Ritieni che la mia presenza vicina potrebbe aiutarti a mantenere il controllo?"


Risollevò le sopracciglia e la guardò per un momento, Masaru, scuotendo poi la testa poco convinta.


"Non dubito delle tue capacità Rei e dividersi in missione è sempre una pessima idea, per quanto logica, ma non penso che diversamente cambierebbe qualcosa. E poi..."
dovette fare una pausa per placarsi ulteriormente, prima di continuare, "Ho il presentimento che Anko mi veda come un nemico e potrebbe riprendere con quel suo... atteggiamento," fu inevitabile l'inflessione iraconda nell'ultima parola, con tanto di smorfia involontaria e sguardo gelido, e si sarebbe potuto azzardare che fosse stato l'Ichibi stesso a pronunciarla.

Non fu d'ausilio la soluzione proposta da Rei che, pur trovandosi nelle mani in pasta quanto la Takeda su questo fattore, stava cercando d'essere d'aiuto in qualche modo e di minimizzare i problemi per la riuscita di quella missione, con il minor danno possibile per entrambe, da buona collega e superiore.
Tutto ciò poteva risultare in buona parte positivo per la sua consorte, ma non si poteva dire altrettanto per lui, che lo vedeva più come un'offesa, un ritenerli deboli, e il fatto che di già non fosse saltato fuori a dirne quattro a suo fratello - che riteneva essere dietro quell'atteggiamento - era perché veniva continuamente acquietato da lei.


"Non è fondamentale... Rei,"
la avvertì subdola e cauta, staccandosi dalla parete per mettersi effettivamente a sedere, "non puoi sempre fare tutto tu e non puoi sdoppiarti..." ricordava bene i fantocci utilizzati dalla piccola in battaglia, ma ai fini di indagini e spionaggio non era certa si potessero definire cloni funzionali come quelli di un Jonin, "credo. Devo sapermi gestire."

Stava anche per ribattere alle seguenti affermazioni della piccola Chuunin, ma dalle sue labbra dischiuse non uscì alcun suono. Si accorse che non sapeva cosa dire e la sua faccia era abbastanza ironica in quel momento.


"Farò quanto in mio potere..."
se ne uscì infine.

"Un ultimo problema potrebbe essere la presenza di orologi..."
disse, sospirando di nuovo mentre si rimetteva comoda, "ho sviluppato un'intolleranza al loro ticchettio... e mi danno fastidio le profondità marine," una rivelazione di cui era indubbia l'insofferenza della bestia, ma che lei ritenne necessaria dato che si stavano avvicinando alla costa.

Ripreso in seguito il cammino ed arrivate a destinazione, la Takeda osservò come, a differenza delle strade, il piccolo villaggio era cambiato rispetto a quand'era andata a visitarlo. Decisamente cambiato.




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view post Posted on 28/1/2019, 12:26     +1   -1
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A Man of No Consequence

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Il percorso scelto così dalle due kunoichi della Roccia non riserva grosse sorprese: a parte qualche ape ronzante nelle vicinanze, rapaci e qualche roditore, non si vede altro tipo di forme di vita, nelle vicinanze, nulla, quindi, che possa in qualche modo preoccupare il loro cammino.

Il sentiero, in parte franato, in parte ormai cancellato dall’avanzare della vegetazione, non è facile da seguire, tanto da costringere più volte le due a controllare la mappa della zona, per esser certe di aver preso la direzione giusta, ma nulla sembra andare per il verso storto.

Il cammino si snoda lungo i fianchi rocciosi delle montagne vicine, nascosti dalla boscaglia, permettendo così, a pochi passi dalla meta, di poter scrutare da una postazione privilegiata i dintorni, senza necessariamente dare troppo nell'occhio. Andando nell'entroterra avrebbero trovato un punto di estrazione mineraria, composto da diverse strutture in legno e pietra che affiancavano un paio di cave. Da li sopraggiungeva il rumore dei macchinari in funzione e del picconare dei minatori, insieme alle imprecazioni di chi si trovava a dover caricare i carri o convincere un mulo a volersi schiodare dal suo posto.

In sostanza, il centro era in piena fase lavorativa, e alcuni carri si muovevano verso il borgo effettivo, un borgo che Masaru avrebbe faticato a riconoscere, avvicinandovisi. Le mura perimetrali non avevano niente a che vedere con delle mura difensive, anzi, a mala pena potevano esser considerate una staccionata: composta da tronchi appuntiti legati e fissati nel terreno, era poco più alta di un metro e, da quel lato, non aveva nemmeno un cancello che sbarrava la strada. A “sorvegliare” quell'accesso vi era un uomo, seduto su una sedia addossata alla staccionata, la cui unica attività sembrava esser sonnecchiare sulla seduta e salutare i carri che passavano davanti.

Quello che avrebbe però lasciato maggiormente di stucco non era la scarsa sicurezza del posto, quanto il modo in cui era evoluto il piccolo borgo oltre quella staccionata: quello che doveva essere un borgo rurale, sembrava invece un piccolo centro ricco e fiorente, con case solide e ordinate, alcune a più piani, piene di vita e di colore man a mano che si procedeva verso la zona più centrale dello stesso. Su quel borghetto bucolico, nella cui piazza si stava tenendo il mercato, avrebbero facilmente notato due edifici maggiormente imponenti, tozzi e squadrati, ma non meno ordinati e puliti. Il porto, infine, appariva quasi come se fosse un prolungamento naturale del borgo stesso, mantenendo lo stesso stile. Un borgo ricco, brulicante di vita, l’esatto contrario di come poteva essere qualche anno prima, un deciso salto di qualità, per gli abitanti del posto.

Se avessero deciso di accedere nel borgo, che fosse passando da quell'ingresso “particolarmente sorvegliato”, o anche scavalcando la recinzione poco più avanti, non avrebbero trovato alcun tipo di resistenza, anzi. Se avessero incrociato un qualche abitante del posto, nel vederle avrebbero sorriso amabili e salutato le due, quasi fossero al settimo cielo di averle li con loro.

Diversa, invece, sarebbe stata la reazione dell’uomo sonnacchioso, nel vederle arrivare: come una molla, sarebbe scattato in piedi, dritto sull’attenti. «N-non stavo sonnecchiando! Non lo dica al signor Koen...» Avrebbe detto, allarmato, lasciandole però passare senza problemi, seguendole solo con lo sguardo, per poi risedersi come se nulla fosse.
Piccola nota per chi dovrà valutare

Per raggiungere la loro meta, le ragazze hanno a disposizione due modi tra cui poter scegliere, ognuno con relative conseguenze e/o agevolazioni:
  1. Strada principale, è quella "ufficiale" per arrivare sul posto. Tempo di percorrenza 2 giorni e permette di incrociare sul cammino carovane commerciali o comunque altre persone in transito in quella zona. Conduce direttamente all'ingresso principale di un borgo rurale. con immissione diretta sulla piazza principale, su cui si svolge il mercato.

  2. Strada "alternativa", che si può scoprire solo studiando delle carte del posto. Tempo di percorrenza 1 giorno. Si tratta di vecchi sentieri ormai in disuso, abbandonati e impraticabili, se non per ninja. A parte la fauna locale (api, rapaci, linci di montagna etc.) non vi è altra anima viva nelle vicinanze. Conduce infine su una strada "secondaria" che permette di avvicinarsi al borgo dal lato delle cave.
In privato le ragazze hanno deciso di prendere la strada più veloce e nascosta.


Libere di girare come meglio credete per il paesello. Nessuno vi viene a scocciare, finché siete insieme. Per darvi un idea di come possa essere il paesello, cercate Polignano a Mare su Google.
Ah, in lontananza si vede anche un'isolotto... Isolotto che non è segnato sulla mappa che avete :moon:

Man a mano che vi avvicinate al paesello, i vostri friendly pets iniziano a sentirsi strani, come se avessero la pelle d'oca e sentissero una sorta di "sussurro" che li solletica, incuriosendoli più del solito. Come sensazione è strana, non riuscirebbero nemmeno bene a descriverla, potrebbe ricordar loro le trappole di chakra che venivano usate per attirarli quando erano allo stato brado.
 
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83 replies since 10/11/2018, 15:38   2210 views
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