Jouri 場裏 - Spalti, per gli Spettatori

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view post Posted on 6/11/2018, 13:23
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Evento


VII Torneo Chunin








Tsuchi no Kuni, 3 Giugno 249 DN

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Scolpita nella stessa luce che avrebbero dovuto affrontare per uscire dall'ombra del passaggio, l'arena avrebbe preso corpo di fronte ai loro occhi come uscita da un libro di miti e leggende. Una struttura immensa, al punto che, ancorché memore delle dimensioni dello stadio, la mente faticava a credere che vi potesse essere contenuta, o che la sua realizzazione fosse tanto recente. Vinto il bagliore iniziale, l'occhio dell'astante sarebbe stato rapito da ogni dettaglio, da ogni struttura, anche la più familiare, perché ingigantita oltre ogni criterio ritenuto possibile. Il diametro del campo in terra battuta superava tranquillamente i trecento metri, ed era isolato lungo il perimetro da un ampio fossato. Gli spalti, strutturati su tre anelli dalle spesse balconate, si elevavano per quasi la metà conquistando, oltre che la meraviglia dell'osservatore, perfetta acustica. Un sistema di colonne consentiva la distribuzione di quell'enorme carico, ad un tempo facendo da sostegno e dividendo ogni anello in quattro settori. Persino coloro che avevano visto Fukagizu, prima che il Gedo Mazo la cancellasse dalla mappa, sarebbero rimasti a bocca aperta di fronte a quel lavoro. Migliaia di posti erano stati approntati, ciascuno messo al riparo dal bagliore cocente da un sistema di tendaggi che riduceva l'apertura alla sommità. A mano a mano che il sole seguiva il proprio arco, i parasole si aprivano per intercettarne i raggi, gettando un'ombra rosso sangue sul bianco della pietra.
Ma l'elemento che inevitabilmente avrebbe rapito i loro occhi, posto esattamente di fronte al punto in cui emersero, era la loggia d'onore riservata ai Kage. Cinque troni bianchi, uno identico all'altro, facevano da seggio, sormontati da un baldacchino cremisi e schermati da una balconata convessa ad una decina di metri dall'arena. Cinque drappi, ciascuno recante colore e simbolo di un Grande Villaggio, vi pendevano, indicando con chiarezza a chi spettasse il centro: Iwa.
Ed era proprio alla Roccia, più che agli altri villaggi rappresentati, che le statue erette lungo il perimetro del primo anello offrivano saluto. Alte tre volte un uomo, poste di guardia ad intervalli regolari ed armate di fiaccole ancora spente, parevano sorvegliare la soglia dell'arena. Uomini e donne, sguardi ieratici ed abiti militari, non una mancava di presentare un nastro rosso dalla spalla al fianco. Il colore del tributo pagato per il proprio paese, il marchio di un eroe.
Ma nessuno di loro, per quanto famoso tra le genti della Terra, era più adorato della Tsuchikage. Lungi dall'aver bisogno di una statua che la celebrasse, Chiye Koizumi pareva un'emanazione dello stadio stesso.

GdR-OFF || Benvenuti, gentili spettatori. In questa discussione interamente riservata a voi potrete giocare, osservare le imprese dei vostri compaesani al torneo attraverso le varie discussioni aperte, commentare quanto sta avvenendo etc. Vigono tutte le regole specificate per le Role Libere, e non avrete ovviamente un tempo imposto per postare. Godetevela dall'alto degli spalti e divertitevi e fate il tifo per i ragazzi impegnati nelle prove! AH e ovviamente i discorsi fra Kage vi sono preclusi (anche perché in quel caso non grideranno, ma confabuleranno fra loro).

Per maggiori informazioni sulle regole base da seguire, vi invitiamo a visionare il topic delle Specifiche Evento. [X]
||

 
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view post Posted on 29/11/2018, 12:01
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Tre, le biglie in vetro con le quali stava giocherellando, facendole passare con agili movimenti tra le dita.

Sei, i mesi che erano passati da quella missione che le aveva cambiato l'esistenza.

Nove, le ore impiegate per trovarsi seduta lì, tra il decidere se ne valeva davvero la pena di andare, il doversi preparare dopo aver fatto colazione, il partire dal Villaggio per dirigersi verso Tsuchi no Kuni e, ovviamente, il dover fare la fila per l'ingresso.
E le file giustamente erano corpose. Aspettare sotto al sole non era il massimo, ma il fatto che fosse di mattino rendeva il calore del suddetto astro decisamente più tollerabile.

Nulla di così strano alla fine, una volta arrivato il suo turno per i controlli da parte dei colleghi e il rilascio dei propri dati, la ragazza fu finalmente libera di andarsi a cercare un posto, possibilmente tra i più appartati possibili, appiccicato ai divisori delle gradinate e non troppo in alto.
Se ne stava tranquilla, in silenzio, con le gambe accavallate e la testa poggiata sulla mano libera, che reggeva quel peso grazie al gomito a sua volta posto sulla pietra liscia, la quale componeva parte della balconata.

Era annoiata da quello spettacolo o stava solo seguendolo con attenzione, nell'attesa che accada qualcosa di interessante?
Difficile dirlo con quello sguardo così calmo ed illeggibile, che vigile non si lasciava sfuggire nessun dettaglio inerente quelle prove.
Prove alle quali avrebbe voluto partecipare visto il premio in palio, ma per ovvie ragioni aveva preferito farsi da parte, non senza una punta di dispiacere.

E Shukaku?

Beh, era periodo di luna nuova, pertanto sarebbe rimasto quieto come la sua ospite. Si era detto d'accordo a sua volta nell'assistere a tutto ciò, forse nella speranza di vedere qualche testa umana ruzzolare per terra, per staccare da una routine che spesso e volentieri lo annoiava, perché all'infuori del catturare, ed eventualmente dilaniare, qualche delinquentello di strada che aveva avuto la sfortuna d'esser braccato da loro due, alla fine non vennero ancora date loro missioni di un certo rilievo.
Anche riempire di botte - sempre con molto piacere - quella libellula avvolta nella stagnola di suo fratello stava diventando noioso.

Tutto tranquillo insomma, niente di particolare si poteva ancora dire di quel torneo, se non che la Kamizuru si stava dimostrando poco diversa da come la conosceva e gli altri partecipanti non sembravano destare molto il suo interesse, non tutti almeno.
Fu quando iniziarono le prove che qualcosa attirò realmente l'attenzione della ragazza e lei ridusse gli occhi a due fessure sotto lo sguardo serio.

"L'hai notato anche tu."

Non era una domanda, quella sussurrata con eloquenza dal Tasso, ben consapevole di cosa frullasse da quel momento nella mente di lei, probabilmente le stesse cose di molti altri appartenenti alla Roccia.

Restò in silenzio la sua consorte, fermando per un momento il moto continuo delle biglie ed osservando con rinnovato interesse oltre le lenti lo svolgersi dell'evento.
Si chiedeva come avrebbero agito quegli shinobi in merito, anche se aveva una vaga idea del continuo di tutto ciò, ma erano agli inizi ed era ancora troppo presto per le certezze.



Non ho volutamente descritto chi le siede vicino, quindi chi si vuole aggiungere imma eppi, altrimenti amen, avrò comunque la soddisfazione di aver riempito il topic. u.u
 
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Era passato parecchio tempo dalla missione, la maggior parte dei segni che aveva sul corpo erano quasi scomparsi del tutto. La sua testa non era presente durante l'esplosione e questo contribuì a salvaguardare buona parte del suo aspetto. Il petto rimase segnato da una cicatrice a forma di fiamma, anche il braccio sinistro rimase marchiato dal gomito fino a sopra la spalla. Il collo venne curato il più possibile, lasciando solo più l'alone di quella che era stata la recisione. Visibile certo, ma non così evidente. Insomma, per la maggior parte poteva dirsi sano. Tutto quello che solitamente veniva messo in mostra, se così si può dire, era ancora del tutto guardabile.

Finiti questi due giorni in ospedale si fiondò a casa per prendere la sua roba, direzione Iwa. Il torneo era già iniziato e lui non voleva certo perderselo, era sicuro che avrebbe incontrato qualche persona interessante. Quindi prese a disegnarsi due nuvolette sulle guance subito dopo aver affisso ad un'asta una bandiera di Kumo fatta completamente a mano. Qualcuno doveva tifare e quel qualcuno sarebbe stato lui. Non disse nulla a Mameko riguardo il nuovo ospite che si era stabilizzato dentro il suo corpo. Non era ancora il momento, prima o poi avrebbero affrontato il discorso. Il viaggio fu lungo ed interessante, ma una volta giunto alle porte del villaggio venne direttamente accolto dagli Anbu atti a controllare le porte. Nulla da segnalare, era pulito e pronto per il tifo, un ospite piuttosto chiassoso ma senza cattive intenzioni.
- So that's Iwa! Non sembra così male! - Non ci eravate mai state? - Noi si, ovviamente, voi due poveretti non avete ancora visto nulla di questo mondo! - The fuck?! Ne ho girato mezzo! Ma che ne vuole sapere una falce scorbutica come te! - Eccoli che ricominciano... - U're right Niko! I'm sorry! Eheh... E tu bro? Ci se mai stato? - Aveva parlato con Kokuoh dalla fine di quegli avvenimenti. Nonostante questo il cercotero era un tipo silenzioso, quindi Eiji preferiva evitare di disturbarlo troppo spesso anche se era inevitabile che il pentacoda li sentisse. - Ci sono stato ancora prima che venisse fondata. - Really?! E cosa c'era? - Campo libero per correre. - Uhm... Make sense to me. - E come non potrebbe, cosa vuoi che ci fosse prima della città, babbeo.

Comunque raggiunse gli spalti in fretta e furia, si sarebbe preso il suo tempo per osservare Iwa più avanti. Adesso quello che gli interessava era andare a vedere come se la stavano cavando i suoi compaesani, sperando che stessero portando onore a Kumo. Entrò trasandato, quasi inciampando, osservando quella che era la bellissima struttura che accoglieva l'evento. Rimase stupito da quanto questa potesse essere maestosa e regale. Molte persone si erano radunate per l'occasione ed i coprifronte ne indicavano la provenienza. Konoha, Kiri, Suna… Insomma, di tutto e di più, un po’ come su quel campo di battaglia. Un grande sorriso comparve sul suo volto mentre cercava un posto libero in cui accomodarsi per poi iniziare il suo tifo sfegatato. Notò immediatamente come non potesse vedere direttamente le prove, ma come queste fossero riprodotte da strane sabbie. Particolare. Ci rimase leggermente male, avrebbe preferito che la sua voce raggiungesse i suoi amici, ma ne avrebbe fatto a meno. Quindi si accomodò. Giusto il tempo di posare quanto di meno utile aveva, che tornò in piedi iniziando ad agitare la bandiera con lo stemma della Nuvola.
- FORZA KUMO ALÈ ALÈ! FORZA KUMO ALÈ ALÈ! - YEAH BRO! LET THEM FUCKIN' KNOW! - Sono sempre stati così rumorosi? - Sempre...


Edited by 'nD - 18/2/2019, 21:46
 
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Le cose cominciano a farsi serie, i giochi più duri, più pericolosi già alle prime battute. Non che ci fosse da aspettarsi diversamente, da un villaggio come quello di Iwa. Seduto al suo fianco Hisoshi se ne stava ammutolito, fumando il suo kiseru ed osservando lo svolgersi delle vicende con assoluta calma.
Non fu difficile per Masaru riconoscere Kaoru tra le figure farlocche, e le era parso addirittura di scorgere il ragazzo che aveva fatto loro compagnia durante la loro disavventura per sfuggire al Gedo.
D'improvviso, uno dei partecipanti fece un atto imprevisto quanto folle, se non addirittura suicida, ed acquisì la piena attenzione di entrambi, anzi, di tutti e tre. Doveva trattarsi di quel piccoletto di Kumo.


"Sapevo che a Kumo erano esagitati,"
commentò il vecchio, limitandosi ad inarcare un sopracciglio, "ma non ricordavo lo fossero così tanto."

"Siamo in due."

"Kehehehehehe! Mi ricorda vagamente qualcuno."

Il Tasso se la rideva sguaiatamente, parecchio divertito e lieto che ella avesse deciso di andare lì.

Sai bene che neanche io sarei capace di tanto,
ribatté la Takeda con ferma convinzione, alzando gli occhi al cielo ed ignorando l'ironia che percepiva in lui, che continuava a sghignazzarsela.

Non passò molto prima che decidesse di entrare in scena qualcun'altro, che di suicidi era decisamente più esperto del suo compare, ed anche nell'arte del disturbo alla quiete pubblica.


"Qualcosa mi dice che non ti sentiranno,"
disse lei al giovane tifoso, una volta tornata ad appoggiarsi coi gomiti sulla pietra, perfettamente tranquilla e sicura di sé.




Bell'incipit. xD
 
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Arrivò giusto in tempo per godersi la scenetta messa in atto da quello che era ormai un suo vecchio compagno di missione. Shun. Lo stesso Shun con cui era diventato un genin, aveva svolto il suo primo incarico e imparato le tecniche di un clan che ormai si era lasciato alle spalle. Insomma, nutriva dell'affetto per quel ragazzo. Era leggermente più giovane del nostro Chunin e adesso che lo aveva lasciato così indietro si sentiva quasi in dovere di doverlo sostenere. Come fa un sensei con il suo giovane allievo, anche se loro non erano nessuno dei due. Comunque tifava e tifava, ma quando i suoi occhi videro l'impatto del compagno con l'acqua si sgranarono. - AHAHAHAHAH! - Non riuscì a trattenere la risata. Dopotutto era qualcosa che Shun era solito fare. Esagerava spesso, come quando si erano buttati assieme da una rupe, oppure quando aveva steso novanta contadini senza alcun motivo specifico.



Le sue risate si spensero in fretta. Sapeva benissimo che i tornei di quel tipo erano tutt'altro che uno scherzo. Alcuni ci avevano rimesso le penne in passato, soprattutto quando si trattava di quelli svoltisi a Kiri. I libri di storia erano chiari a riguardo e lui si era leggermente informato. Tornò quindi a farsi serio, mentre la sua bandiera non la smetteva di sventolare. - SHUN DATTI UNA SVEGLIA E NON FARE IL CRETINAZZO! SE TI BOCCIANO TE LA VEDRAI CON ME! - Minacce a vuoto. Non perché non avessero fondamento, l'avrebbe davvero perculato e probabilmente percosso, ma quel giovane non poteva certo sentirlo, non adesso almeno. Quindi riprese a tifare come se non ci fosse un domani, neanche la buona riuscita del torneo dipendesse da lui. Riconobbe anche altre persone di Kumo tra coloro che partecipavano. Una di quelle era Rika, una giovane che aveva conosciuto per caso alla Nuvola. - FORZA RIKA, FAGLIELA VEDERE! - Ma intervenne una terza voce ad interrompere i suo tifo. No, questa volta non si trattava delle falci o della bestia codata, bensì di una spettatrice seduta piuttosto vicino al ragazzo. - Mmhh... Effettivamente non hai tutti i torti... I see... - Comprese che quel gridare poteva risultare più fastidioso che altro dato che nessuna delle persone per cui tifava aveva orecchie per lui. Quindi decise di mettersi la museruola, si fa per dire, e continuare a sventolare la bandiera mentre interagiva con altre persone. La malcapitata era la giovane che lo aveva interrotto. - Anyways... Io sono Eiji Imai, Chunin di Kumo, nice to meet yà! - Disse fermando la bandiera e tendendo il pugno verso di lei. - Sono arrivato leggermente in ritardo, cosa mi sono perso?
 
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view post Posted on 22/2/2019, 13:07
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Dalle sue reazioni sembrava proprio lo scemo del villaggio, nel suo caso Kumo, ma sentendo la risposta di approvazione del ragazzo non ebbe altro da aggiungere, fu solo lieta che le sue orecchie potessero avere un minimo di pace. Almeno in quella piccola porzione degli spalti, dato che tra quelle migliaia di persone era inevitabile la presenza di qualche anima particolarmente vivace come il suddetto, le tifoserie chiassose distanti rimanevano comunque le più sopportabili.

Continuò ad osservare lo svolgersi degli eventi assieme al suo compagno spirituale e ad Hisoshi ovviamente, che continuava a restare imparziale mentre dal suo kiseru spuntavano nuvolette di fumo.
Dall'inizio la ragazza aveva riconosciuto il giovane partecipante albino con cui si era ritrovata la sua squadra dentro il Gedo, nonostante i mesi passati sembrava non esser cambiato.

A un certo punto il ragazzo che usava termini in una strana lingua - tutto in lui era particolare, a partire dall'aspetto - decise di rivolgerle nuovamente la parola, riacquistando la sua attenzione e presentandosi a lei.
Inarcò un sopracciglio, perplessa da quella curiosa forma di saluto. Nel dubbio preferì optare per la più classica e chinò leggermente il capo in segno di saluto.


"Io invece sono Masaru Takeda, kunoichi di Iwa,"
gli sorrise affabile, senza subdoli fini dato che non ce n'era il motivo né la necessità.

"Io invece sono Shukaku, signore delle sabbie, molto piacere! KEH!"

Disse l'Ichibi, consapevole che poteva esser sentito solo dalla sua metà umana, e dopo quella battuta scoppiò in una fragorosa risata, al che Masaru dovette trattenersi dal mostrare reazioni esterne fuori luogo, ignorando il gigante e concentrandosi invece su quanto stava accadendo.
Inizialmente indecisa se sviare la domanda con una risposta breve, alla fine optò per una spiegazione più chiara e concisa.


"Non molto in realtà,"
rispose con calma, tenendo lo sguardo verso i vari gruppi, specie quelli di suo interesse, "la Tsuchikage ha dato il benvenuto a spettatori e partecipanti, dopodiché ha lasciato che questi ultimi si formassero da soli le squadre e gli ha fatto lasciare i loro equipaggiamenti in favore di uno base. Le regole sono semplici," - anche troppo - "ogni squadra deve scortare il proprio protetto da una zona equidistante e sino a un tempio, chi arriva prima vince."

Nel frattempo i giochi continuavano, due gruppi di giovanissimi si trovarono di già senza alcuni componenti, un ragazzino di Konoha era rimasto da solo col suo protetto.


"I loro sensei devono esser degli inetti,"
commentò con una tranquilla schiettezza il suo vecchio padrino.

Il gruppo di Sadou intanto stava affrontando un mostro marino, differente per razza dai serpenti rossicci fronteggiati dalla squadra di Kaoru, un altro gruppo ancora invece, quello dove stava il tizio che si era bagnato, doveva affrontare dei quesiti.

A un certo punto il giovane Eiji continuò, virando la conversazione verso di lei, e in tutto ciò il Bijuu rimase perplesso.

"Mi spieghi perché stiamo dando confidenza a questa pulce piuttosto che guardare le prove?"

Brontolò, infastidito da quella distrazione e confuso, vista la natura solitamente diffidente della sua umana.

Ho una strana sensazione su di lui,
rispose pensierosa la Jinton, non riferendosi a qualcosa di negativo, piuttosto: il suo volto non mi è nuovo.

"Ho avuto modo di lavorare con alcuni di loro,"
rispose semplicemente, non sentendosi in dovere di specificare chi di preciso.

"Te invece, conosci qualcuno?"
domandò a sua volta, senza staccare lo sguardo dall'arena.

E a seguito della sua risposta un guizzo, una scintilla mentale che le permise di associare un volto, e un nome, a una vicenda, dopotutto non c'erano molte altre occasioni in cui si poteva incontrare un chunin di Kumo: Fukagizu.


"Mi ricordo di te,"
affermò di punto in bianco, con pacatezza mentre alternava lo sguardo tra lui e l'arena, e più ci ripensava e meglio ricordava il suo bel discorsetto quel giorno, "tu sei quel ragazzo che a Fukagizu ha chiesto qualcosa di utopico."

Stavolta destò la piena attenzione del vecchio Sakimoto, che si limitò ad ascoltare come in precedenza, lanciando rarissimamente uno sguardo verso Eiji per studiarlo.


Disse anche di aver parlato con tuo fratello,
informò lei il suo consorte, il cinque code.

"Ah sì? Quel coniglio di un pony?
Scommetto che appena l'ha visto se l'è data a gambe, keheheheheh!"

Commentò con aria derisoria nei confronti del fratello, era curioso ma al tempo stesso voleva vedere come continuavano le prove.

 
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view post Posted on 22/2/2019, 21:44
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Fortuna che l'apparenza ingannava, o forse no. Diciamo che era noto anche al villaggio per essere un tipo abbastanza casinista, però sapeva anche tirare fuori il suo lato serio se necessario. Oltretutto era molto fortunato nel complesso, fino ad ora era sempre riuscito a cavarsela, anche quando andava contro le leggi direttamente imposte dai capoccia della Nuvola. Uno sculatello insomma. Era strano eh? Lo credo bene. Tra inglese, mezzo orecchio sinistro andato, segni di scottatura sulle braccia, per quanto fossero radi e quasi invisibili, e due cicatrici più vistose sul collo, una che lo cingeva per intero l'altra solo per metà. Non era proprio una persona che si presentava in condizioni del tutto normali. Però si presentava e per sua fortuna, la controparte decise di ricambiare il saluto invece di mandarlo a stendere. Ovviamente non ricevette il pugnetto di presentazione, ci era abituato, non era una cosa che tutti comprendevano a primo impatto. Poco male, ritrasse la mano e la portò nuovamente sulla bandiera riprendendo a sventolarla, senza però inneggiare alcun coro.

Quindi la nuova conoscente gli elencò quei pochi fatti che erano avvenuti prima del suo arrivo sugli spalti. Non si era perso molto e la cosa lo sollevava, in più era parecchio contento di essersi potuto godere lo schianto di Shun. Non che fosse felice di vederlo in difficoltà, era semplicemente che la scena era stata sin troppo divertente per perdersela.
- I see... Sembra un compito abbastanza semplice. - Disse questa volta con fare leggermente più serio. Alla fine dei conti, visti i recenti avvenimenti che lo avevano coinvolto quegli incarichi sembravano essere un gioco da ragazzi. Per quanto continuasse ad osservare le scene dei poveretti che venivano attaccati e presi a botte da esseri di dubbia provenienza, non riusciva a vedersi in difficoltà al pensiero di essere messo in quelle situazioni. Hiro era stata una dura prova, la più dura. Sapeva benissimo che nulla sarebbe cambiato anche dopo di lui, che anche avendolo battuto il suo sentiero sarebbe stato comunque in salita, ma era fiducioso.

Quindi chiese alla ragazza se conoscesse qualcuno all'interno del gruppo dei partecipanti. Anche lei sembrava avere alcune persone per cui tifare, anche se non sembrava affatto travolta dall'entusiasmo come il nostro giovane.
- Yeah Sis! Il tipo che si è appena schiantato... Eheh... Abbiamo concluso l'accademia e anche svolto alcuni incarichi assieme, poi abbiamo preso strade diverse. Oh, poi c'è la ragazza che se la sta vedendo con quella specie di pagliaccio, conosco anche lei. - Fece una piccola pausa osservando lo spettacolo per poi riprendere a parlare. - Anyways... Faccio il tifo un po' per tutti quelli di Kumo, alla fine sono miei fratelli, anche se non di sangue... Eheh! -

Quindi tornò silente, atto a sventolare quel vessillo fatto a mano. La sua attenzione era completamente rapita dalle scene riprodotte da quella stranissima tecnica. Interessante per altro, gli sarebbe piaciuto sapere in che modo avessero creato un tale spettacolo. Se era semplice manipolazione, oppure c'era qualche strana tecnologia dietro. Magari avrebbe indagato, magari no, quello che sicuramente avrebbe fatto sarebbe stato voltarsi verso la compare. - Yep, proprio io! - Disse sorridendo mentre i suoi smeraldi venivano portato sul volto di lei. - E sono ancora convinto di quello che dissi allora, anche se nessuno ha avuto il coraggio di ascoltarmi. I know... I know... La sicurezza del villaggio prima di tutto, ma ci sono stati molti morti quel giorno. Tutto quello sarebbe stato semplicemente evitabile se solo qualcuno avesse anche solo preso in considerazione l'idea di provare a parlare. But hey... Who cares now? Il passato è passato, meglio concentrarsi sul presente... Eheh! Comunque se c'eri anche tu deduco che te la sia vista brutta, cosa ti è successo?
 
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view post Posted on 2/3/2019, 12:22
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Fratelli. Una parola dal termine univoco, ma dai significati soggettivi. Per lei, che attraverso il Cercoterio aveva compreso cosa significasse averne davvero, aveva tuttavia per gran parte connotati negativi. E no, seppur si trattasse di suoi coetanei, la ragazza semplicemente non riusciva a farsi coinvolgere dall'entusiasmo, nemmeno verso chi conosceva abbastanza bene.
Eiji aveva iniziato a mostrare anche il suo lato più normale in quella discussione, non che lei dubitasse che dietro quella apparenza nascondesse molto di più, visto che era uno shinobi promosso a chunin... e sopravvissuto a Fukagizu. Rimaneva comunque un po' scemo.

"Un po' tanto."

Tornò ad osservare gli avvenimenti, che sembravano farsi sempre più difficili mano a mano che gli shinobi avanzano. Scontatissimo.
Come scontata sarebbe stata per lei l'ipotesi che quei bambini dovevano essere molto più di ciò che si mostravano, forse.

"Quello che è successo a tutti gli altri presenti quel giorno,"
rispose evasiva alla domanda del giovane. Una risposta molto trollona.

Non tanto perché non le andava di raccontarlo, quanto piuttosto perché lei, per sua natura, non se la sentiva di spiattellare i fatti suoi in presenza di una platea intera di shinobi e non, alcuni dei quali dovevano avere orecchie fini.

"Comunque,"
aggiunse pacata, osservandolo con sguardo eloquente, "se i Kage sono giunti fin lì con degli shinobi al seguito è stato per questioni di sicurezza e per mettere in chiaro che non si sarebbero fatti mettere i piedi in testa tanto facilmente.
Non avevano riposto cieca ed assoluta fiducia in quella setta, ma l'intenzione iniziale era di chiarire ogni dubbio attraverso il dialogo, cosa che quei fanatici non hanno voluto fare, loro come quegli altri, optando addirittura per usarci a nostro discapito."


La neutralità si colorò di una punta di astio, condivisissimo tra Forza Portante e Cercoterio, che però svanì così com'era apparso, e gli occhi cinerei tornarono verso il centro dell'arena, dove adesso la squadra di Kaoru cercava di riacciuffare la marmocchietta.
Davvero un peccato, o forse no, non poter anche udire cosa gli aspiranti chuunin si stessero dicendo.

Nel frattempo l'ex Capo ANBU Hisoshi, silente come un fantasma di fianco a lei, aveva incrociato le braccia, concentrato su quanto stava accadendo nelle prove. Come sempre, impossibile per occhi estranei dedurre quali pensieri celassero i suoi occhi verdi, a meno di avere delle abilità speciali o di conoscerlo a fondo.

 
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Per quanto riguardava Eiji, non si era fatto nessuna idea in merito alla controparte. Avevano parlato per troppo poco tempo e, soprattutto, non sapeva nulla di lei. Insomma, non si sentiva in dovere di giudicarla per forza e non gli interessava nemmeno, l'unica cosa che poteva dire nei suoi riguardi era che sembrava abbastanza alla mano. Per quanto, come già detto, al momento quelle prove sembrassero banali ai suoi occhi se comparate con la presenza opprimente di Hiro, lui si faceva coinvolgere comunque. Il torneo era qualcosa di veramente emozionante, qualcosa che gli sarebbe piaciuto vivere e sperimentare in prima persona. Ovviamente non disdegnava il fatto di essere stato promosso prima che lo stesso fosse organizzato, ma un minimo gli dispiaceva. Per quanto potesse essere pericoloso, per quanto potesse essere difficile, si sarebbe sicuramente rivelato molto divertente, forse anche troppo. Da un lato, però, poteva ritenersi abbastanza fortunato. Con tutta probabilità, se avesse preso parte a quell'evento, la sua natura immortale sarebbe venuta a galla non solo davanti a Kumo, ma a tutti i presenti provenienti dai vari villaggi. In ogni caso le sue orecchie viaggiarono immediatamente alla voce della giovane, curiose di captare la risposta. - C'è qualcosa che non vuole dirci. - Beh, mica la puoi biasimare. Dopotutto nemmeno io le direi tutto. Chissà, magari ha perso qualche caro in quella battaglia. I donnow... - Quindi tornò alla giovane andando a sorriderle con fare amichevole. - Quindi qualcosa di straordinario. I mean... Non che sia stata una bella cosa, con tutti quei morti... But... U know... Rimane qualcosa di irripetibile, qualcosa che probabilmente segnerà la storia di questo continente, del mondo forse. Noi ne abbiamo preso parte, non è forte? -

Forse non stava usando il tatto dovuto alla situazione, aveva appena ipotizzato che la ragazza potesse aver perso qualcuno nel conflitto eppure ne parlava in quei toni. Beh, che vogliamo farci, alla fine Eiji rimaneva pur sempre Eiji. Quindi si arrivò a parlare dell'argomento Kage, qualcosa che ai tempi il chunin aveva molto sentito, ma che ormai si era persa dentro di lui. Non ardeva più quel fuoco, quelle fiamme alimentate dallo sdegno. Il fatto che si fossero dimostrati delle mammolette era passato, passato che però mai sarebbe stato cancellato. - E alla fine si sono fatti i mettere i piedi in testa, con tutte le scarpe. Eheh... - Per dirla in modo piuttosto fine. - Però li capisco. Avendo villaggi interi da proteggere può essere considerato normale comportarsi così, ma sono sicuro che i villaggi li avrebbero seguiti anche se avessero mostrato un po' più di spina dorsale. But anyways, come dicevo, il passato è passato. Però, sempre in quell'ottica. Hai avuto paura nel Gedo?
 
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view post Posted on 6/4/2019, 12:32
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La mancanza di tatto del giovane in merito all'argomento non la tangette minimamente, però doveva ammettere che il giovane aveva la sua buona dose di ragione, erano stati testimoni e partecipi di un pezzo della storia. Per lei sarebbe stata la seconda volta, dopo esser stata una subdola testimone della rivoluzione che ebbe cambiato le sorti, le fondamenta e la sovranità di Iwa stessa.

Neanche il commentino sui Kage le diede particolarmente fastidio, dopotutto era loro che stava additando, mica lei. Una cosa che invece decisamente più stucchevole fu la domanda che le rivolse in seguito.
Ricordava ancora troppo bene il brivido raggelante che aveva provato all'affermazione minacciosa dell'insettone, una minaccia rivolta specificamente contro la ragazza per la sua insolenza.


"Ero troppo preoccupata ad uscirne tutta intera per pensare alla paura,"
rispose con baldanza, "la paura è un lusso che chi svolge il nostro lavoro non può concedersi, non oltre quel tanto che basta per comprendere il pericolo."

"E tu? Hai avuto paura?"
gli domandò di rimando con sguardo furbo, in una silente quanto innocua ripicca.

"Quanto ci scommetti che se l'è fatta nei pantaloni? Kehehehehehehehe!"

 
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Non intendeva offendere nessuno e questo la ragazza sembrava comprenderlo. Nonostante fosse abbastanza secco nei sui commenti, non poteva certo astenersi dal farli. Non era nella sua indole. Ma chissà, magari prima o poi quell'indole sarebbe cambiata, come molte altre cose che erano cambiate nella sua vita da quando aveva accolto Kokuoh e fronteggiato Hiro. Per il momento, comunque, i suoi occhi continuavano ad analizzare le prove mentre la sua bocca macinava saliva. Per quanto fosse estremamente interessato al torneo, doveva ammettere che non aveva mai interagito con nessuno appartenente al villaggio della Roccia, soprattutto mai un ninja dello stesso. Per questo continuava a parlare, a tratti oscurando perfino a se stesso gli accadimenti del torneo, per concentrarsi sulla controparte.

La sua domanda forse era prima di tatto, vero, ma anche piena di significato, almeno per lui. Per quanto ogni persone fosse diversa dalle altre, un unico pilastro in mezzo al mare, voleva conoscere le sensazioni della giovane. Come vedevano a Iwa la paura, era qualcosa di estremamente negativo? Non tollerato? E, soprattutto, come la vedeva lei? La sua risposta lo lasciò leggermente con l'amaro in bocca. Per quanto non potesse essere conscio di quello che la compagna aveva passato, sentire quella frase gli fece capire una cosa, era stata molto fortunata. Fortunata perché non aveva mai fronteggiato un qualcosa di talmente grande da essere insormontabile. Talmente potente da risultare imbattibile. Ineluttabile. Per fortuna, o sfortuna a seconda di come la si voglia vedere, a lui era capitato.
- Well.. Actually no... I mean... Ai tempi non sapevo nemmeno cosa fosse la paura... Eheh... Però ammetto che ero preoccupato! Era il mio primo incarico da Chunin e avevo con me una squadra di due Genin... Dovendo tenerli d'occhio in un qualcosa di palesemente più grande di me, ero preoccupato per loro. - Poi fece una piccola pausa, perlustrando i ricordi e cercando di evitare quelli inerenti la povera Genin della sua squadra finita in coma. - Però poi l'ho conosciuta... La paura... Non pensavo sarebbe mai successo, non dopo essere uscito dal Gedo... Ma al mondo ci sono cose anche peggiori di quello... - Ma si rese conto che stava entrando in territorio pericoloso, quindi decise di virare la sua traiettoria. - Anyways... Come si sta a Iwa, ti trovi bene?
 
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view post Posted on 3/5/2019, 12:09
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Ascoltò con interesse la spiegazione del ragazzo, rigirandosi le piccole sfere tra le mani, muovendo di tanto in tanto lo sguardo verso le prove, e in apparenza il volto non lasciava trasparire alcuna reazione.

"Lo dicevo io che se l'è fatta sotto. Keh!"

Ascoltandolo però le vennero in mente altri aneddoti in cui aveva avuto davvero paura, aveva ragione, quanto è stato vissuto nel Gedo è nulla se confrontato con altre vicende ben più intricate di quella.
Doveva inoltre ammettere che il modo in cui il giovane di Kumo vedeva il suo ruolo gli faceva onore, preoccuparsi dei propri sottoposti non sempre era qualcosa che i superiori facevano, almeno non con una simile dedizione che fosse priva di secondi fini. La mente andò per un momento a Rei e a quei pochi nei quali ebbe visto un così fervente spirito di squadra.
Lo vide cambiare discorso e con esso il suo umore, tornando ad essere uno shinobi vivace e curioso come un bambino... e un po' troppo scanzonato con le sue domande.

Mh, come si stava a Iwa? Bella domanda, per una come lei che ne aveva viste di cotte e di crude nei confini del Paese della Terra, per lei che come altri era stata testimone della reggenza del fondatore della Roccia, lo Shodaime, e di suo figlio, il Nidaime, prima che arrivasse il Sandaime Chiye Koizumi.
La risposta sarebbe potuta arrivare in modo ambiguo, ma la domanda era al presente, dunque la Takeda posò lo sguardo in direzione di coloro che al momento erano sopravvissuti alle difficoltà del torneo, ponderando le sue prossime parole ed optando per qualcosa di più conciliante con i tempi attuali.


"Oh, si sta divinamente devo dire,"
e lo sguardo tornò verso di lui con fare enigmatico, "se riesci a resistere all'asprezza della Terra.
Ho sentito dire invece che a Kumo svettano i picchi più elevati del continente."

 
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view post Posted on 10/6/2019, 20:43
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OH YEAH! - Sembrò illuminarsi non appena la ragazza decise di nominare Kumo. Com'era chiaro, adorava quel posto. Di tutti quelli che aveva visto, era quello che più gli ricordava casa. Le persone gli piacevano, il posto era bellissimo, insomma, riusciva di rado a trovargli difetti di alcun tipo. Quindi poter raccontare a qualcuno della sua terra natia lo eccitava. - Il posto è bellissimo. Ci sono montagne altissime, un cielo azzurro come mai visti prima, paesaggi incredibili e un'aria fresca che ti riempie i polmoni. Le persone sono simpatiche e alla mano. Bisogna faticare per essere riconosciuti dalla Nuvola, ma questa sa ripagare benissimo i tuoi sforzi. Adoro quel posto, tra i tanti è il mio preferito. - Fece una piccola pausa per osservare gli avvenimenti del torneo e notare qualcosa che lo fece dispiacere e non poco. -

SHUN! WHAT?! - Il suo compare si era ritirato dal torneo. Incredibile. Avrebbe puntato tutti i suoi soldi su di lui se solo avesse trovato qualcuno che accettava scommesse. Beh, inutile dire che era grato di non averlo fatto, ma comunque la felicità non diminuiva il dispiacere. - Se lo becco quando torniamo a casa... Gli faccio un culo che se lo ricorda finché... Vabbè, lasciamo perdere. - Quindi si voltò verso la sua compagna sugli spalti, dopotutto non aveva ancora finito di infastidirla. - Come la vedi? Ti sembra che ci sia qualcuno di particolarmente promettente tra le persone che partecipano quest'anno?
 
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view post Posted on 4/7/2019, 21:47
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Solleva entrambe le sopracciglia con aria indifferente quando quello prende a imprecare. Molto interessante come la sua spiegazione cozzi alla grande con le seguenti minacce rivolte al compagno - o forse intendeva proprio quello con faticare - che come lei aveva previsto in precedenza non è arrivato lontano in quelle condizioni e finalmente hanno pensato di portarlo in infermeria.
Alla domanda del cioccolatino, subito dopo che egli ha stordito chi gli sta vicino ed essersi beccato le ennesime occhiatacce, lei si prende il suo tempo per rispondere. Nel frattempo che Sakimoto lancia un'occhiataccia al suo vicino appena sopra, il quale ha fatto il tifo a sua volta per i compari di Suna.

"È ancora presto per tirare le somme,"
afferma convinta, ma non può fare a meno di rispondere subito dopo, indicando alcuni shinobi di varie squadre e il perché risulterebbero fattibili rispetto ad altri. Tra questi...

"Quel giovane del ghiaccio, Watanabe, e il Genin di Suna, Maeda,"
afferma, studiandoli con attenzione, "uno è estremamente lungimirante, l'altro è pratico ed oltre l'apparenza sa il fatto suo."

Sposta poi lo sguardo verso due elementi in particolare:
"Anche i due Yoton di Kiri, sembrano molto attenti non solo in ciò che fanno loro stessi, ma anche al quadro generale della situazione."

Kaoru la ignora, è ancora troppo presto per parlare di lei - e anche se nessuno la vede sta sghignazzando dentro alla sola idea delle reazioni della tardona. Punta invece le iridi sugli ultimi due soggetti di suo interesse, rispettivamente:

"Inoltre quella spadaccina del tuo villaggio. Sono incerta su di lei, sembra ragionare molto su quello che fa, forse non abbastanza, ma potrebbe avere del potenziale. Lo stesso azzarderei per lo Yamanaka,"
per chissà quale ragione c'è un velo di sarcasmo nel parlare del biondino, tanto che si aggiusta persino gli occhiali, "è molto intrepido, a Iwa elementi del genere vengono molto apprezzati. Potrebbe prendere il titolo... se non si fa ammazzare prima."

"Te invece cosa ne pensi?"
chiede, per quanto le interessi.



*pernacchia ad Ardyn* ♡♡♡
 
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view post Posted on 8/10/2019, 21:12
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E hai capito tutte queste cose solo guardando la prova? Complimenti, hai un buon spirito di osservazione. - Disse sorridendo. Dal canto suo lui aveva colto ben poco della personalità dei partecipanti. Inutile dire che a parer suo il chunin non poteva essere considerato come una vetrina veritiera. I ragazzi erano costretti a svolgere delle prove davanti all'interno mondo ninja, dalle loro azioni dipendeva anche la fama del villaggio che rappresentavano. Tutto questo peso che gravava sulle loro spalle sicuramente non era un bene. Non li conosceva, non poteva esserne sicuro, ma avrebbe scommesso che almeno alcuni di loro stessero cercando di fare più bella figura che altro. Lui era il primo che si sarebbe dovuto comportare in maniera differente se messo su di un palcoscenico del genere. Essendo il Jashinismo bandito da Kumo non avrebbe potuto usare parte del suo arsenale e nemmeno avrebbe potuto mostrare la sete di sangue che solitamente sopraggiungeva in situazioni come quella.

Insomma difficile esprimersi riguardo ai partecipanti, che stessero facendo bene o male, queste erano solo congetture. Sarebbe stato molto meglio metterli in una situazione più privata e spiarli con qualche strano jutsu, in modo da vedere chi erano davvero e non chi volevano apparire davanti al pubblico e ai kage.
- I donnow... Non riesco a capire se siano troppo cauti o se lo facciano solo apposta, ma comunque preferirei un po' più di grinta da tutti. - Beh, non era da chiunque il potersi permettere di fare qualche cazzata di troppo per poi far entrare in scena l'immortalità. A meno che qualcuno di loro non condividesse con lui il dono, anche se non aveva mai visto nessuno dei partecipanti al Santuario.

Le prove proseguirono fino a raggiungere un punto di stallo. Anche in quel caso Eiji si sarebbe affidato all'istinto, o almeno il vecchio Eiji lo avrebbe fatto. Quello nuovo ci avrebbe provato, per poi essere frenato dalle altre quattro menti che condividevano il suo corpo. Stava maturando, ma ci sarebbe voluto ancora del tempo. La bocciatura dell'ennesimo partecipante di Kumo non lo rese affatto felice, anzi, imprecò al alta voce per poi esibirsi in una uscita particolare.
- PASSERETE TUTTI SOTTO LE MIE GRINFIE MAMMOLETTE! Ah, se una volta tornati al villaggio non li cazzio come si deve mi ritiro da ninja e vado a vedere patate, fuckin' hell. - Ma la sua arrabbiatura scemò presto, lasciando posto ad un ghigno divertito mentre ascoltava le parole che il giovane Genin di Konoha stava rivolgendo a colei che ospitava tutto il torneo. - Avevi ragione, quel tipetto ha del potenziale... Cioè, più che potenziale ha i coglioni... Oppure è semplicemente un povero scemo. Yes, probabilmente più la terza opzione. Però sembra simpatico! Eheh! - Senza minimamente pensare che quella uscita poteva aver dato molto fastidio alla sua compagnia del momento. Oh well, who cares?
 
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22 replies since 6/11/2018, 13:23   756 views
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