Missione S - Walkürenritt, per Wrigel

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view post Posted on 12/7/2020, 23:03     +1   -1
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Bruciava il marchio livido, stillando sangue; si levò il vento del Nord, e quello d'Oriente rispose ululando.
Tetri concenti, canti di lotta, grida di cupa battaglia.

Fischiò il vento fesso dal ferro, fracassavano a terra le suole quanto su di essa giaceva, il sogno infranto del villaggio orfano di fede, che nell'oro tentò di riporre la sua speme.

Cantò l'argento del gioiello, che non si lordò nella polvere, sebbene vi venisse gettato dalla bionda figlia di Odino; volò con arco perfetto la grande Balmung nel pugno di Shintou, splendente, perfetto equilibrio di lama e di elsa, mirabile opera dei fabbri nani, impareggiabili nell'orbe terracqueo.

Si levò il vento del Nord, e quello d'Oriente rispose ululando: gridò imponente e quando già s'appressava la negra ombra dello sparviere, esplose la forza delle arti ninja in faccia al gaijin venduto a un dio blasfemo. Stridette l'atra armatura, respinta dall'urto all'indietro, stridettero i denti a colui che fu campione, mentre il Ronin cingeva ai fianchi il secondo tesoro.

E scorse la forza di Odino nel gaijin, armato dei due cimeli antichi: forza ineffabile e lama mai paga, lama di stella indomita. Vibrava in loro il fuoco del nord, cercava, chiamava i cimeli fratelli, dispersi nell'empie mani dei nemici infami... brillava l'anello al dito di Siegfried come la stella del mattino, pulsava, bramava il riscatto; vibrava nei pressi dei combattenti pure qualcosa di antico e potente, nascosto, sepolto dai tanti detriti di quella che era una locanda.

Cozzò infine la triplice lama con quella di Balmung, stridette l'acciaio e cantò la meteora, lungo stallo oppose le forze in lotta, eppure... la bruta forza non pareva bastare.
Chiamavano i cimeli i loro fratelli, vibravano assieme per tornare uno.
Brunilde lontana cercava, doleva il marchio, ringhiavano bestie di tenebra, raspando sul muro d'aria fina che cedere doveva, ignoto solo era il quando.



CITAZIONE
Il nemico è ancora straordinariamente cazzuto nonostante zintura e Balmung siano dalla tua. Per ora niente ferite.
La cosa nascosta lì nei paraggi oltre l'anello non è visibile al momento, tocca cercarla, con il simpaticone che chiaramente non lascerà fare Shintou senza corrergli dietro.
Sticazzi mo arriviamo a 5 pagine.
 
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view post Posted on 17/7/2020, 18:44     +1   -1
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La mente a volte viaggia su strade sconosciute anche all'anima.
In un momento così, in una battaglia mortale, quando tutto si contraeva e le budella si attorcigliavano, la mente, forse per protezione, andava a cercare i ricordi più belli.
Quell'attimo di pace e serenità, di felicità e spensieratezza che rendeva vera e meritevole una vita.
Perché era un modo per ritrovare la forza, fermare quel senso di vomito, quei conati che, come serpi, si attorcigliavano sullo stomaco strizzandolo a fare male.
Quando tutto non era che il nemico. Come se non vi fosse stato mai altro. E allora, prima di cadere nell'alienazione, che la mente di Shintou colse una perla dal cesto dei suoi ricordi. La rigirò tra le mani del cuore e fu caldo e fu altro.
E fu forza.

In una radura. In un tempo ormai passato da renderlo sbiadito eppure due uomini distesi, con il fiatone e le armi al fianco, ridevano.
In un momento che fu unico, Shintou e Kuma si erano sfidati per la supremazia e la forza.
Perché così quell'orso travestito da uomo giudicava gli uomini: dalla forza del braccio, in un antico modo che aveva origine nel profondo Nord del mondo, quando fu uomo, quando le sue mani brandivano un ascia e non la falce. Prima di essere un immortale.
Quando fu Berserkr . Quando il suo villaggio era tra i monti e il ghiaccio, davanti ad una costa e le navi salpavano in primavera per fare razzie.
Lui era tra di loro.
Lui era un uomo. E fu un guerriero temuto e conosciuto. Ma adesso...adesso era semplicemente Kuma.
Le falci dei due avevano bevuto il sangue l'uno dell'altro, la loro forza simile, la loro determinazione salda e fu tremendo quello scontro. La tecnica orientale di contro la tecnica occidentale. Grazia contro la più pura forza bruta e selvaggia.
E fu allora che questa preghiera venne detta. La sentì da Kuma, quando venerava Wotan e offriva a lui solo il braccio e la lama.



Ecco là io vedo mio padre, ecco là io vedo mia madre e le mie sorelle e i miei fratelli, ecco là io vedo tutti i miei parenti defunti, dal principio alla fine. Ecco, ora chiamano me, mi invitano a prendere posto in mezzo a loro nella sala del Valhalla, dove l'impavido può vivere per sempre.




Era il suo modo di combattere. Era la furia del Nord. E la mente di Shintou richiamò quel ricordo dal passato perché mai era da solo, e mai lo sarebbe stato. Perché si è disperati quando non si ha nulla. Ma non fuori dentro di noi. Quando si è aridi. Quando non si sa più ridere, quando persino il sorgere del Sole non ci affascina né ci dice più nulla. Quando non esiste nulla che ci fa mancare un battito al cuore, quando tutto diventa grigio, incolore, uguale e statico.
E Shintou aveva occhi vivi. Brillanti nella sua furia sdegnosa per un nemico che si era dato per sconfitto, dando orgoglio e dignità al nemico per diventare schiavo in mani che non sono mani, vagando in un cimitero perenne, dove nemmeno un suono vi era.
Il silenzio del nulla.
Ma nel cuore di Shintou vi erano grida di dolore e risate. Vi era l'amore per Shitsuki e i suoi amici, vi era l'odio, vi era la malinconia, vi era l'orgoglio di essere un samurai. Vi era la forza di chi aveva preso la vita nelle proprie mani.
Vi era l'ardimento e la paura di cose sconosciute.
Non era un ameba.
Il canto dell'Oriente si levò alto. Danzò sul filo della lama di Balmung unendosi ai tamburi del profondo Nord, dove le foreste erano intricate e alberi secolari sfidavano orgogliosi e impavidi le stagioni, vedendo morte e sangue, così come la vita in un ciclo perenne.
Quel vento fu caldo, di contro al gelo di Balmung ed insieme intonarono una nuova melodia guerriera e l'Inferno si aprì, le stelle si oscurarono perdendo la loro brillantezza mentre Balmung ronzava terribile in mani che non lasciavano andare la speranza, né la volontà di continuare ad avanzare nonostante tutto e tutti.
Nonostante un Dio.

E quella preghiera sfiorò le labbra del samurai. Antichhe rune nordiche sulla roccia orientale. Il sakura danzare nel cielo del Nord, posandosi sulla neve pura e bianca dove un orso ruggì e il lupo ululò.

«Wodan...un tempo aiutavi mio fratello Kuma, aiuta anche me in questa battaglia. »

E lasciò fluire la sua forza su Balmung che ronzò terribile. In essa il grido di battaglia degli antichi berserkir.
Era blasfemia avrebbero detto alcuni, pensare ad un altro Dio all'infuori di Jashin eppure non era più uno Jashinista. Non era più nemmeno di Jashin ma dei Demiurghi e combatteva per loro in una battaglia dove non vi erano più concetti umani di Bene e Male.
Vi era la Realtà e la sua continuazione. Vi era una Legge da preservare che rendeva possibile il continuum di tutto questo.
Siegfried agitò la sua falce, mentre Shintou, come fiamma ancestrale, rispose e le due armi di foggia divina si scontrarono e la loro luce fu spruzzo di stelle. Questa era la portata di questa battaglia.
E Wodan rispose. Il Nord rispose lesto e dette la forza che Shintou aveva bisogno, mentre i Demiurghi si alzarono dai loro Troni fatti di Abisso. Guardarono il loro campione e furono con lui.
Perché questo mondo era il loro e lo avrebbero difeso non per bontà ma per possesso.
E il vento dell'Inferno fischiò al pari di lama seghettata. Oriente ed Occidente, Valhalla e Inferno uniti sul corpo di un samurai che dette se stesso per la causa.
Un corpo sventrato ad Oto e ricostituito da Jashin, forgiato dalla fede e dagli insegnamenti del nano dell'Akatsuki ed ora lì, solitario ma non domo, di contro a Siegfried.
Svettò l'anello d'oro, chiamava Balmung che rispose, mentre la cintura armò di forza sconosciuta il braccio eppure chiamavano un altro cimelio del Nord.
Dal singolare al Tutto.
Uno.
Questo era nella mente del samurai. Questo era il canto dei cimeli del Nord che richiamavano l'ultimo per far tornare il Valhalla grande.
Sepolta era essa. Sconosciuta ma vi era. La sua essenza palpabile e Siegfried schiumò rabbia, gli occhi da bestia, l'anello maligno che riluceva come la Stella Polare.
Qualcosa doveva fare il samurai.
Il colpo impattò eppure nulla si fece il campione del Nord. La sua forza era ancora a mo di montagna, colosso che non cedeva.
Higanbana, mortifera, tranciava aria e terra alla ricerca delle carni di Shintou, che opponeva fiera resistenza al pari delle cantiche epiche.
Sapeva che era lì: sepolta sotto i resti della locanda. Eppure come trovarla senza dare le spalle a Siegfried e rischiare di avere la testa ad adornare la cintura dello stesso?
Nessuno dei due avrebbe dato all'altro la possibilità di farlo. Eppure la nera masnada brulicava su mura invisibili, grattavano le zanne e gli artigli su un muro fatto d'aria, mentre il marchio spurgava sangue come una ferita infetta.
Il tempo era poco? Quando la nera marea si sarebbe abbattuta su di loro? Ogni minuto poteva essere l'ultimo.
Eppure libero di cercare non era.
Battere Siegfried? Era ancora al di là della sua portata nonostante la benedizione del Valhalla.
Ma rimaneva uno shinobi. Addestrato all'arte dell'inganno da un uomo caduto in disgrazia perché pusillanimi non avevano né la forza, né il coraggio di dare tutto per la patria.
Perché a volte bisognava essere spietati per poter sopravvivere. Sopratutto quando una Pantera odiosa aveva azzannato queste terre alla gola e il sangue di innocenti veniva versato, al pari dei colpevoli.
E lo shinmei ryuu si unì alla scherma occidentale, due bordate a sovrapporsi a formare una croce fatta di antichakra lunghe qualche decina di metri e larghe qualche metro.
Un attacco a vuoto?
Era solo il modo di catturare l'attenzione del suo avversario, dargli quei secondi necessari per formare i sigilli e due sbuffi sarebbero seguiti.
Due copie. Ed una di essa avrebbe fatto i sigilli per a tecnica Ribaltamento Minerale.
Voleva fargli perdere l'equilibrio mentre Shintou sarebbe balzato come un lupo, addosso a Siegfried.
Eppure non era questa la vera offensiva.
Perché Kumo e Shinta Himura avrebbero aiutato, ora, Shintou Agiwara.
Una bukijutsu di Kumo, subdola e imprevedibile, mentre lo shinmei ryuu avvolgeva il corpo del samurai, petali di ciliegio e di giglio del ragno rosso, fatti di chakra, turbinavano intorno al suo corpo.
Il chakra avrebbe aumentato le dimensioni di Balmung permettendo di colpire, imprevedibilmente, da una maggiore distanza.
Mirando alla clavicola destra.
Un colpo a ferire, debilitare, spezzare e tagliare. Rendere tutta quella parte inutile per il combattimento.
Un colpo dall'alto in basso.
Con tutta la forza che poteva avere.
Mentre la seconda copia sarebbe scattata verso il rudere per cercare l'ultimo tesoro.


utilizzo la mia attivazione personale per creare una X fatta di antichakra e tenerlo impegnato. Mentre formo la tecnica della moltiplicazione superiore del corpo, creando due copie.
La prima utilizza la ninjutsu di terra in modo da impedire un azione agevola semmai volesse prendere l'altra copia che scatta a cercare l'altra reliquia.
Shintou, utilizzando una bukijutsu di Kumo, e confidando nel Ribaltamento Minerale, sfrutta l'effetto sorpresa di avere una balmung molto più lunga del normale per colpire la clavicola destra e rendere inutile quel braccio oltre a causare danni ingenti fisici, una ferita profonda e debilitante per iniziare a bere il sangue, permettere il collegamento e far arrivare i demiurghi in terra.



CITAZIONE
<passiva> - 風 - Lama Fischiante - "Il vento è uno degli elementi che tutti i combattenti corpo a corpo desiderano di possedere. Il motivo è semplice, infatti, l'impetuosità di queste folate capaci di spazzare via una foresta possono essere imbrigliate in piccoli punti, quali le proprie armi. Per questo lo Shinobi soffiando sopra i fili della spada che impugna riesce grazie all'empatia elementale a trattenerla intorno all'acciaio, quasi fosse uno scudo, dandogli la forma del filo originale. Successivamente con un po' di concentrazione crea due turbini invisibili intorno a questa, di ugual forza ma di direzione e senso opposto, rendendo con questo processo la katana affilata, con la capacità di poter tagliare qualsiasi cosa, dalla carne alla pietra. Di conseguenza sia gli attacchi con Armi Taglienti che con quelli Perforanti, otterranno un bonus pari al Chakra Totale del Ninja diviso 10."

<ninjutsu elementale> - 土 - Ribaltamento Minerale - [Chk: 110/170][Def/Res: 140/210] "Il ninja modifica la conformazione di un lastrone di terreno, facendogli assumere una consistenza simile a quella del minerale, e poi lo solleva, formando un muro di dimensioni enormi. In questo caso, la tecnica dà un bonus a Def/Res di 140/210, e difende fino a tre persone, utilizzatore compreso. Diversamente, il ninja può utilizzare questa tecnica durante un attacco ravvicinato dell'avversario, smuovendo il terreno direttamente sotto i suoi piedi: in questo caso, l'attacco avversario subirà un malus di 130/190, ed in seguito l'utilizzatore della tecnica potrà eludere o difendersi dall'attacco in qualunque modo, ma senza poter contrattaccare. Se l'avversario non dispone di almeno 80/130 di Vel, rimarrà schiacciato dalla pietra, dovendo quindi difendersi da un ulteriore attacco, in un'azione a parte, di potenza pari a 900/1200."

<attivazione> - 風 - Fuuton: Raffiche di Futen - [Chk:100 a turno][Res/Vel: +40] "Il ninja diffonde nell'aria per diversi metri il suo chakra elementale di Vento, ottenendo una serie di correnti turbolente e inarrestabili, come i venti che secondo la leggenda son contenuti nella sacca sempre retta dal kami che da il nome a questa tecnica. Il chakra nell'aria sotto forma di turbini protegge il ninja ostacolando il passaggio del chakra altrui e aumentando di fatto la sua resistenza a esso, e permette a esso di farsi trasportare dal vento concendendogli movimenti più veloci e scattanti."

<ninjutsu elementale> - 土 - Ribaltamento Minerale - [Chk: 110/170][Def/Res: 140/210] "Il ninja modifica la conformazione di un lastrone di terreno, facendogli assumere una consistenza simile a quella del minerale, e poi lo solleva, formando un muro di dimensioni enormi. In questo caso, la tecnica dà un bonus a Def/Res di 140/210, e difende fino a tre persone, utilizzatore compreso. Diversamente, il ninja può utilizzare questa tecnica durante un attacco ravvicinato dell'avversario, smuovendo il terreno direttamente sotto i suoi piedi: in questo caso, l'attacco avversario subirà un malus di 130/190, ed in seguito l'utilizzatore della tecnica potrà eludere o difendersi dall'attacco in qualunque modo, ma senza poter contrattaccare. Se l'avversario non dispone di almeno 80/130 di Vel, rimarrà schiacciato dalla pietra, dovendo quindi difendersi da un ulteriore attacco, in un'azione a parte, di potenza pari a 900/1200."


Attivazione Personale- Hyakuretsu Ōkazan
Letteralmente, "Colpo Dei Cento Petali Di Ciliegio", tecnica del genere ougi, ovvero "Significato Profondo".
Unione del kaan con il suono nuovo chakra acquisito ad Oto. Ma soprattutto diretta manifestazione del suo nuovo essere e della sua nuova condizione di Immortale. I precetti dello Shinmei rimangono nella sua anima, ma vengono ampliati dalla sua nuova condizione, dal suo corpo finalmente libero dalla malattia, dalle sue cicatrici che corrono sul suo corpo illuminandosi di un blu elettrico, e da quel nuovo chakra che lo rende ancora più forte ora che è finalmente libero.
Se il kaan era un mantra buddista di meditazione, per sbloccare le proprie capacità nascoste sia fisiche che spirituali riuscendo a rendere manifesta la sua forte volontà in un simulacro, in un oggetto qualsiasi che faceva da tramite per la forza interiore, il Ki, del maestro e poter diventare capace di oltrepassare i propri limiti ed arrivare alla quintessenza della propria tecnica, questo colpo è il passo successivo.
Tutto questo viene superato, portato ad un tale livello superiore, perfetta unione, dopo sacrifici, morte e inferni passati, all’unione tra la sua vecchia via e la nuova.
La spettacolare esecuzione dello Hyakuretsu Ōkazan ha inizio con un singolo fendente di spada, che genera nel terreno, a non più di pochi metri di distanza dall'utilizzatore, una circonferenza del diametro di tre metri. Istantaneamente l'area all'interno della zona così circoscritta viene investita dal ki dello Shinmei, e sembra irradiarsi in una colonna di luce che subito si compatta in una tempesta di quelli che sembrano alla vista piccoli petali di giglio e giglio del ragno rosso. Alla comparsa dei petali di luce, la vittima sembra investita da una fitta pioggia di lame. In realtà, l'esecuzione effettiva è ben diversa da ciò che traspare dall'esterno: il fendente di spada di apertura irradia ki nell'area prescelta, ma ad esso seguono dai due agli otto brevi movimenti di spada, tanto più brevi quanto sono numerosi. Questi colpi si imprimono nel ki, che li riproduce sotto forma di lame di energia che vanno a colpire l'avversario come se fossero eseguite direttamente da sotto suoi piedi. I "petali di ciliegio" che sembrano danzare nell'area circolare dello Hyakuretsu Ōkazan sono condensazioni di energia, che seguono ogni movimento delle armi di Shintou, potenziando così i suoi attacchi con armi ma anche le sue difese con le stesse.
Saranno tanto più numerosi quanto meno è perfetto il controllo del ki da parte dello Shinmei. Si dice che i grandi maestri Shinmei riescano a generare una colonna di luce talmente intensa da bruciare gli occhi, nella quale danza come trasportato dal vento un singolo petalo di ciliegio, un livello al quale Shintou tutt'oggi aspira con risultati incoraggianti ma ancora ben distanti dalla perfezione.
~ Zankūsen Kai: Anche le armi di Shintou risentono del nuovo chakra. Di fatti il metallo vibrerà delle medesime pulsazioni del possessore. Si concretizzarà sotto forma di lama energetica in un raggio d'azione piuttosto ampio, come se fosse un prolungamento della spada, e seguirà fedelmente il movimento della nodachi. Le sue armi e l’attaccamento con esse è indissolubile, così intenso dall'impedire a chiunque di scindere il rapporto fra coloro che adesso sono definibili compagni di ventura. Shinta riesce a controllare e a modellare il suo chakra, o Ki, sulla lama della sua spada per sprigionare da essa una vera e propria bordata di energia. In termini da regolamento può decidere se i suoi attacchi ravvicinati con armi possano essere a lungo o vasto raggio con un costo in più di stamina. In più potrà decidere se infondere il chakra sconosciuto di Oto.
Antichakra di Oto: i suoi attacchi con armi non potranno essere contrattaccati ma solo difesi.


Talento Personale: Manjushage 曼珠沙華 – Giglio ragno rosso

Il collegamento, via via che sarà più forte, darà a Shintou nuovi modi per colpire la sua vittima fino a strapparle direttamente l’anima sacrificandola a Jashin. In questa forma dovrà pagare un costo di 30 di Slt immediatamente, non dovrà aver eluso, non dovrà aver subito Danni Certi nel turno precedente per attivare il talento. In questa forma il Collegamento, e gli eventuali PC, funzioneranno solo per rendere più nitida l’anima. Per cui non potranno essere usati per potenziare le tecniche di clan e/o tecniche personali.
Eventuali ferite su Shintou non potranno comparire sul corpo dell’avversario in base al regolamento Collegamento. Questo è l’unico modo che ha Shintou per sacrificare l’anima. I vari livelli del talento sono a sommatoria e bisogna attivarli tutti per arrivare all’ultimo stadio.]

Lv 6: da 1 a 10 Punti Collegamento. Potrà riuscire a intravedere l’anima del suo avversario potendola così attaccare. Visto che l’emanazione è quasi del tutto indistinta gli attacchi verso di essa non avranno esito ma creeranno nel malcapitato un senso di angoscia e sentirà la propria anima urlare per la paura. Ogni suo attacco, se vi è Danno Certo, crea status panico calcolato sui PC/10

Lv 5: da 11 a 20 Punti Collegamento. La forma dell’anima diventa sempre più nitida e il giglio si apre un po’ di più, così come i colpi sono sempre più precisi e feriscono in maniera più decisa l’anima. In questo stadio ogni Danno Certo avrà un ulteriore bonus dato da PC/20

Lv 4: da 21 a 30 Punti Collegamento. L’anima è del tutta visibile e a questo stadio ogni colpo si rifletterà sulla mente dell’avversario, funzionando similmente ad una genjutsu. Gli attacchi dovranno essere parati non più con la Def ma con la Res o elusi.

Lv 3: da 31 a 50 Punti Collegamento. A questo punto del livello il giglio è quasi del tutto fiorito e anche il mondo dei morti inizia a far sentire la sua presenza su questo mondo.Yurei inizieranno a volteggiare tra i due contendenti,Yokai faranno sentire le loro urla, Onryo cercheranno di afferrarlo.
Questo porterà un malus agli attacchi del suo avversario di PC/20

Lv 2: da 51 a 70 Punti Collegamento.Yomotsu Hirasaka- Valle della Morte.In questo stadio oramai il giglio è fiorito e i suoi petali aprono la Valle dei Morti dove le anime si raccolgono per sprofondare nell’oblio. Lì dove le potenze infernali le attendono.
Per resistere a tale visione la somma di Res+Chk(potenziabili da attivazioni) dell’avversario dovrà essere più alta della somma di Frz+Chk di Shintou.
In caso contrario darà un malus di 10 +PC/3 a Frz, Def,Res,Int e Vel.

Lv 1: 71+ Punti Collegamento. Meido Zangetsuha - Luna del mattino che conduce all'aldilà
A questo punto il fiore è del tutto germogliato e il mondo dei morti si apre davanti al suo avversario. Questa tecnica crea un grande circolo nero, che spedisce l'intero corpo del nemico all'inferno. Con un singolo colpo della sua falce il suo nemico sarà assorbito dallo Yomotsu Hirasaka e sarà sacrificato direttamente a Jashin
Se l’attacco avrà successo, cioè si avrà Danno Certo, si subirà un malus di -200 di salute.
Se questo non muore subirà un contraccolpo pari a -200 ad ogni statistica esclusa la VTA.
Il resto dei malus dati da questo talento si azzereranno del tutto ma non potrà più essere sacrificato a Jashin.
 
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view post Posted on 28/7/2020, 23:40     +1   -1
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CITAZIONE
Bella trovata, non l'avevo prevista (e parlo della faccenda di Wotan ahahahahah, non sono una fanatica dell'accumulazione di tecniche consentito attualmente, anche se le stai utilizzando senz'altro con criterio!)

Spero che il post sia comprensibile, ce l'ho messa tutta per darmi una mossa.

Il sacro nome di Wotan, padre degli dèi, risonò nell'anima e nella gola del Ronin: rispose il ferro assetato, bramoso, eppur memore del grande suo signore.
Signore di lupi, e di corvi il grande capo, con un occhio solo e lunga barba fosca: ancor danzare volea la sacra Balmung, nel nome di colui che rovina colse, per volere del subdolo nemico.
Vibrò la lama forgiata dalle stelle, dentro essa s'agitava come un fuoco, una smania, un ardore, che risaliva il braccio del guerriero; brillarono le gemme, stelle palpitanti, incastonate nel firmamento d'oro.
Palpitò pure ciò ch'era nascosto, mentre quell'anello aureo al dito del nemico opaco appariva, come un astro alla fine dei suoi giorni.

Sbocciò il giglio di sangue, piovvero petali come lacrime dal cielo, mentre il guerriero riprendeva la sua danza: intrecciarsi di dita sconosciuto all'Occidente, apparizioni inusitate, opera come di stregone. Arretrò Siegfried nervoso: che avvertisse l'ardore di Odino? Che paventasse qualche trucco nuovo? D'un avversario difatti ne furono tre, e la terra si divelse sin dalla radice, per ribaltarsi a guisa di valanga; scattò un altro a cercare ciò che sfuggiva alla vista, mentre il terzo Balmung librava e calava addosso all'altro contendente... tremò il suolo, ruggì il nemico, fischiò l'aria fessa dalla lama. Fu in quell'attimo che ribaltò il secondo legno e pietra, a scoprire un misterioso fiasco: fluido cremisi e denso vi era racchiuso, e un sentor di sangue vivo aleggiava attorno al tappo.

Nel mentre la lunga lama la manica strappava, graffio esile fendeva e gridò il turpissimo: se fosse o no chiazzata di sangue l'arma, Shintou avrebbe atteso per scoprirlo.
Fu distratto, difatti, da qualcosa che con l'aspra lotta nulla aveva a che vedere.
Qualcosa si mosse di lontano, da qualche parte al di là dello sguardo: la ferita morente, la triste doglia, ciò che di morituro eppur pulsante il villaggio custodiva in seno parve approssimarsi. Non se ne avvide Siegfried, ma le negre bestie maledette sì, e stridendo e sibilando parevano ritrarsi; il marchio pure dalla pena ebbe ristoro, sebbene la speranza fievole palpitasse.

Grandinò tutto ad un tratto lo zoccolo di Grane, rimbombava come grandine sui tetti, lo zoccolo suo sul selciato; in arcione si reggeva appena la bionda guerriera, stringendo tra le braccia sue un involto. Ignorò il fiero avversario e: “SCHINTO” esclamò con voce forte, mentre smontava dall'arcione.
Non si fece appresso, non potea, finché l'antico amante avesse brandito la triplice lama, finché avesse avuto egli fiato in corpo: fu da lontano che mostrò la pietra, la levò al di sopra della chioma bionda, come a volerla presentare al mondo intero.
Sasso intagliato, pareva, a guisa di donna.


Nient'affatto dissimile da quello che poc'anzi fu trovato, al villaggio schiavo dei nemici.


E da quello emanava la trista aura di sconfitta.



CITAZIONE
La lama ha raccolto un pochetto di sangue, quindi in effetti Shintou può anche effettuare il rituale.
 
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view post Posted on 31/7/2020, 17:22     +1   -1
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Morse come fiera la spalla, Balmung. Il sangue fu il premio per tale impresa, mentre gli occhi del samurai divennero lapilli di magma.
Leccò il sangue e qualcosa accadde.
Un gesto voluto, cercato, un gesto quasi sessuale.
Le labbra di Shintou divennero rosse, mentre qualcosa accadde in lui, intorno a lui, ovunque.
L'aria si fece fredda, quasi rarefatta, mentre lugubri suoni giungevano da troppo lontano. Il respiro fu intenso, troppo, mentre le cicatrici sul suo corpo pulsarono violentemente, repentinamente. Quando il sangue giunse alle labbra, quando lo bevve dal filo di Balmung il Giglio del Ragno sembrò farsi più presente.
Etereo dapprima, ora mostrava la sua presenza con un rosso vivo e sanguigno, mentre tutto in Shintou vibrò di un qualcosa che non aveva nulla a che fare in questo mondo.
La sclera dei suoi occhi divenne quasi nera. Come se inghiottisse il rosso rubino. L'antichakra divenne un maremoto in lui, pulsò violentemente nel suo petto e quel rumore si avvertì distintamente.
Il battito di un cuore sacrificato a Jashin eppure qualcosa batteva in quel petto. Quel rumore era sordo e inquietante, un rumore che proveniva da un mondo diverso. Distante eppure vicino.
Le vene pulsavano di luce spuria, tutto in Shintou stava cambiando e l'urlo che emise fu quello del Primo.
Higanbana fremette. Ronzò la sua anima nelle mani turpe di Siegfried mentre quell'essere che aveva nome di Shintou Agiwara, alzò Balmung. Lama puntata verso il nemico, mentre il Giglio del Ragno Rosso ormai era in questo mondo.
Uno squarcio nella Realtà, nel continuum tempo sazio. Uno squarcio nella Legge per far si che potesse essere.
La gamba sinistra in avanti, la destra piegata sotto il peso del corpo, il filo della lama a passare tra le dita della sinistra che l'accarezzarono mentre danzavano nell'aria, in attesa.
La destra artigliò l'elsa. Nocche sbiancarono, mentre un fosco vento turbinò ai piedi del fu samurai di Kumo.
Il Giglio del ragno Rosso sbocciò in questa Realtà per riportare l'Ordine lì dove vi era il Caos. A questo era preposto.
A questo Shintou era chiamato. A frapporre al Gorgo senza senso, al Nulla strisciante, la cacofonia della Legge e dell'Ordine affinché questo Mondo non si disgregasse perdendosi in una Tenebra Assoluta.
Al massimo della sua forza avrebbe affrontato ora Siegfried, mentre i Demiurghi osservavano in silenzio dai loro Troni di tenebra, in un mondo altro.
I loro occhi posti su Balmung e le mani di quell'uomo che affrontava il Nulla e il caos.
L'anima di Siegfried sarebbe tornata lì dove Dio aveva deciso.
Perché in questo mondo tutto aveva un inizio e una Fine. Tutto era in perfetto equilibrio come una spada.
Ogni parte in comunione con l'altra. Singolarità e Tutto.
In modo tale che niente fosse e viceversa. In modo che tutto continuasse a scorrere.
Ungyo-Agyou.
Su tutto questo si basava l'Universo. E per questo che lui era lì, per questo il Giglio del Ragno sbocciò per ricondurre l'anima persa di Siegfried al posto che Dio aveva creato per le anime che avevano finito il loro viaggio. Lì, in aule tranquille, dove avrebbero atteso la Fine del Tutto affinchè un nuovo Inizio giungesse e il Ciclo ricominciasse.
Perché tutto aveva la Fine e quando si cercava di scardinare quest'ordine ecco la falce dei demiurghi arrivare a porre Fine e Inizio.
Ma qualcosa accadde. Insperato. In questa storia nulla vi era di certo. E quando la speranza si spegneva nel sangue e nelle urla, quando solo una spada e un uomo la difendevano ecco che ritornava prepotentemente.
Il nome di Shintou venne gridato da una voce che conosceva bene, mentre lo zoccolo di Grane mordeva la terra che cantò di gioia al suo passaggio. Biondi capelli vennero catturati dal vento, unica luce in un giorno morente, mentre già al tenebra incombeva. Il braccio levato in alto a portare quella speranza, a difendere quella luce che ne impreziosiva lo sguardo facendolo brillare come Sole al meriggio.

La copia rovistava nel rudere, febbrili mano in cerca. Grattavano la terra, spostavano detriti, unghie rotte ma poco importava. Lesta era la ricerca. Tempo sempre meno come ultimi granelli di sabbia a scendere da una clessidra, leste le mani, occhi dilatati e niente importava se non trovare.
Cosa?
Nemmeno lui sapeva cosa stesse cercando, né che forma avesse ma sapeva che era lì e che lo avrebbe capito appena le sue mani lo avrebbero preso.
E quel filatterio finalmente fu trovato. Un misterioso fiasco: fluido cremisi e denso vi era racchiuso, e un sentor di sangue vivo aleggiava attorno al tappo.
Sangue di chi? A cosa serviva? Ma importavano ora queste domande?
Le negre bestie stridevano mentre brunilde galloppava verso di loro, la statuetta tenuta in mano.
Statua di donna. La copia di Shintou poteva vederla bene: la stessa del villaggio incontrato prima che si era salvato dalla fame di quei bastardi. Qualcosa l'aveva protetto.
Una madre.
La stessa che ora teneva Brunilde. E le bestie ruggivano e il loro stridere di denti e artigli fu melodia soave.
Sconfitta aleggiava su di loro come nera tomba.
La speranza divampava a mò d'incendio adesso.
Le mani della copia avevano il filatterio con cui osceno e arcano patto avevano rinchiuso questo villaggio in una prigione, quelle della guerriera di Odino tenevano, come una figlia, la statua della Madre.
L'una doveva essere preservata, l'altro distrutta.
Mentre altre mani si sarebbero poste a mò di scudo affinchè la speranza nascesse e crescesse.
Perché un figlio proteggeva la propria madre.
Una madre che aveva dato la sua vita per lui.
La sua.
E che ora, un'altra proteggeva la vita di innocenti.
Quel giorno non seppe capire. Quel giorno lasciò sua madre sacrificarsi perché la vita di un figlio è il cuore e l'anima di una madre.
Ora Shintou poteva ripagare il debito con la sua e con questa.
Due madri. Una spada.
Una volontà come filo tagliente.
Questo avrebbe fatto. Combattere per due madri. Per chi non poteva. Per chi era morto. Per chi era ancora vivo. Per vincere e sconfiggere questo male antico che troppo a lungo aveva sguazzato nell'orrore e nella tenebra del cuore umano.
La copia avrebbe distrutto il filatterio ma prima si sarebbe avvicinata a Brunilde per proteggerla. Mentre stringeva il fiasco turpe.
Gli occhi di Shintou dentro Siegfried. La sua anima era visibile.

«Ti darò una morte onorevole. Una morte da guerriero con il suo onore e dignità.
Una morte in battaglia liberandoti dall'angoscia e dal terrore. Sarai libero...è una promessa...e un'altra è quella che prenderò la testa di questi bastardi vendicando te e il Valhalla.»


Parole d'acciaio. Le stesse pronunciate su tombe che gridavano vendetta.
Shintou sarebbe stato un tornado rosso sangue e mai si sarebbe fermato finchè questo tumore non fosse stato distrutto e cancellato dal Creato e dall'Universo.
Ma ora avrebbe parlato solo la spada.
Ora Balmung avrebbe ruggito insieme all'antichakra. Le cicatrici di oto pulsavano di luce spuria e il mondo si fece freddo.
Ma non l'anima di shintou.
Che avrebbe colpito.
Avrebbe chiuso la distanza che li separava nel modo più veloce che avesse, col vento sui piedi, mentre la punta di Balmung morse la terra per poterla alzare e lanciarla negli occhi dell'avversario. Renderlo cieco.
Onore?
L'onore non esisteva in guerra. Non in questa. E l'epica non esisteva. Non serviva perché non corrispondeva al vero.
E poi...
Arco argento. L'antichakra sulla lama che non faceva più parte di questo mondo; i petali si schiudevano del giglio, l'anima di Siegfried visibile.

- Shinmei Ryu - Gatotsu Zeroshiki: Colpo delle Zanne

Come il Byakko, i suoi artigli avrebbero ghermito l'anima del campione del Nord.
Un colpo per aumentare ancora di più il collegamento. Colpire anima e corpo.
Un colpo all'altra spalla. Togliere le armi al guerriero el Nord, renderlo incapace di difendersi.
Preda tra gli artigli del Byakko di Jashin.
Intento e volontà.
Perché voleva Shitsuki, voleva tornare a casa, voleva essere libero dal marchio, dal dolore e potersi vendicare e vendicare coloro che erano morti.
Balmung avrebbe colpito?
Persino i demiurghi non sapevano a chi avrebbe arriso Nike, di chi sarebbe stata la lama alzata lorda del sangue del nemico.


Rimane tutto attivo.
Uso un diversivo: colpisco per terra, per lanciarla direttamente negli occhi di Siegfried e accecarlo momentaneamente.
Poi successivamente utilizzo la mia tecnica personale insieme al talento e all'attivazione personale.


CITAZIONE
<passiva> - 風 - Lama Fischiante - "Il vento è uno degli elementi che tutti i combattenti corpo a corpo desiderano di possedere. Il motivo è semplice, infatti, l'impetuosità di queste folate capaci di spazzare via una foresta possono essere imbrigliate in piccoli punti, quali le proprie armi. Per questo lo Shinobi soffiando sopra i fili della spada che impugna riesce grazie all'empatia elementale a trattenerla intorno all'acciaio, quasi fosse uno scudo, dandogli la forma del filo originale. Successivamente con un po' di concentrazione crea due turbini invisibili intorno a questa, di ugual forza ma di direzione e senso opposto, rendendo con questo processo la katana affilata, con la capacità di poter tagliare qualsiasi cosa, dalla carne alla pietra. Di conseguenza sia gli attacchi con Armi Taglienti che con quelli Perforanti, otterranno un bonus pari al Chakra Totale del Ninja diviso 10."

羨望<bukijutsu ravvicinata> - Shinmei Ryu - Gatotsu Zeroshiki: Colpo delle Zanne "Shinta si posiziona in guardia alta, ad una certa distanza dall'avversario, tenendo la spada parallela al terreno, ritira indietro il braccio sinistro e inserisce la punta della spada tra le dita della mano destra; l'attacco consiste sostanzialmente in un potentissimo affondo portato in corsa. Shinta è in grado di sferrare il Gatotsu in qualsiasi posizione, facendo si che l'elusione sia vana o difficoltosa: l'elusione è possibile solo e se la propria Vel Base sia pari o superiore alla Frz Base di Shinta.
Unica pecca: si devono usare armi bianche ad una mano. Si può usare solo un arma." [Aggiunge al Taglio dell'arma il malus perforazione.]
Se usata con la sua attivazione l'attacco potrà essere a lungo o a vasto raggio.

Attivazione Personale- Hyakuretsu Ōkazan
Letteralmente, "Colpo Dei Cento Petali Di Ciliegio", tecnica del genere ougi, ovvero "Significato Profondo".
Unione del kaan con il suono nuovo chakra acquisito ad Oto. Ma soprattutto diretta manifestazione del suo nuovo essere e della sua nuova condizione di Immortale. I precetti dello Shinmei rimangono nella sua anima, ma vengono ampliati dalla sua nuova condizione, dal suo corpo finalmente libero dalla malattia, dalle sue cicatrici che corrono sul suo corpo illuminandosi di un blu elettrico, e da quel nuovo chakra che lo rende ancora più forte ora che è finalmente libero.
Se il kaan era un mantra buddista di meditazione, per sbloccare le proprie capacità nascoste sia fisiche che spirituali riuscendo a rendere manifesta la sua forte volontà in un simulacro, in un oggetto qualsiasi che faceva da tramite per la forza interiore, il Ki, del maestro e poter diventare capace di oltrepassare i propri limiti ed arrivare alla quintessenza della propria tecnica, questo colpo è il passo successivo.
Tutto questo viene superato, portato ad un tale livello superiore, perfetta unione, dopo sacrifici, morte e inferni passati, all’unione tra la sua vecchia via e la nuova.
La spettacolare esecuzione dello Hyakuretsu Ōkazan ha inizio con un singolo fendente di spada, che genera nel terreno, a non più di pochi metri di distanza dall'utilizzatore, una circonferenza del diametro di tre metri. Istantaneamente l'area all'interno della zona così circoscritta viene investita dal ki dello Shinmei, e sembra irradiarsi in una colonna di luce che subito si compatta in una tempesta di quelli che sembrano alla vista piccoli petali di giglio e giglio del ragno rosso. Alla comparsa dei petali di luce, la vittima sembra investita da una fitta pioggia di lame. In realtà, l'esecuzione effettiva è ben diversa da ciò che traspare dall'esterno: il fendente di spada di apertura irradia ki nell'area prescelta, ma ad esso seguono dai due agli otto brevi movimenti di spada, tanto più brevi quanto sono numerosi. Questi colpi si imprimono nel ki, che li riproduce sotto forma di lame di energia che vanno a colpire l'avversario come se fossero eseguite direttamente da sotto suoi piedi. I "petali di ciliegio" che sembrano danzare nell'area circolare dello Hyakuretsu Ōkazan sono condensazioni di energia, che seguono ogni movimento delle armi di Shintou, potenziando così i suoi attacchi con armi ma anche le sue difese con le stesse.
Saranno tanto più numerosi quanto meno è perfetto il controllo del ki da parte dello Shinmei. Si dice che i grandi maestri Shinmei riescano a generare una colonna di luce talmente intensa da bruciare gli occhi, nella quale danza come trasportato dal vento un singolo petalo di ciliegio, un livello al quale Shintou tutt'oggi aspira con risultati incoraggianti ma ancora ben distanti dalla perfezione.
~ Zankūsen Kai: Anche le armi di Shintou risentono del nuovo chakra. Di fatti il metallo vibrerà delle medesime pulsazioni del possessore. Si concretizzarà sotto forma di lama energetica in un raggio d'azione piuttosto ampio, come se fosse un prolungamento della spada, e seguirà fedelmente il movimento della nodachi. Le sue armi e l’attaccamento con esse è indissolubile, così intenso dall'impedire a chiunque di scindere il rapporto fra coloro che adesso sono definibili compagni di ventura. Shinta riesce a controllare e a modellare il suo chakra, o Ki, sulla lama della sua spada per sprigionare da essa una vera e propria bordata di energia. In termini da regolamento può decidere se i suoi attacchi ravvicinati con armi possano essere a lungo o vasto raggio con un costo in più di stamina. In più potrà decidere se infondere il chakra sconosciuto di Oto.
Antichakra di Oto: i suoi attacchi con armi non potranno essere contrattaccati ma solo difesi.


Talento Personale: Manjushage 曼珠沙華 – Giglio ragno rosso

Il collegamento, via via che sarà più forte, darà a Shintou nuovi modi per colpire la sua vittima fino a strapparle direttamente l’anima sacrificandola a Jashin. In questa forma dovrà pagare un costo di 30 di Slt immediatamente, non dovrà aver eluso, non dovrà aver subito Danni Certi nel turno precedente per attivare il talento. In questa forma il Collegamento, e gli eventuali PC, funzioneranno solo per rendere più nitida l’anima. Per cui non potranno essere usati per potenziare le tecniche di clan e/o tecniche personali.
Eventuali ferite su Shintou non potranno comparire sul corpo dell’avversario in base al regolamento Collegamento. Questo è l’unico modo che ha Shintou per sacrificare l’anima. I vari livelli del talento sono a sommatoria e bisogna attivarli tutti per arrivare all’ultimo stadio.]

Lv 6: da 1 a 10 Punti Collegamento. Potrà riuscire a intravedere l’anima del suo avversario potendola così attaccare. Visto che l’emanazione è quasi del tutto indistinta gli attacchi verso di essa non avranno esito ma creeranno nel malcapitato un senso di angoscia e sentirà la propria anima urlare per la paura. Ogni suo attacco, se vi è Danno Certo, crea status panico calcolato sui PC/10

Lv 5: da 11 a 20 Punti Collegamento. La forma dell’anima diventa sempre più nitida e il giglio si apre un po’ di più, così come i colpi sono sempre più precisi e feriscono in maniera più decisa l’anima. In questo stadio ogni Danno Certo avrà un ulteriore bonus dato da PC/20

Lv 4: da 21 a 30 Punti Collegamento. L’anima è del tutta visibile e a questo stadio ogni colpo si rifletterà sulla mente dell’avversario, funzionando similmente ad una genjutsu. Gli attacchi dovranno essere parati non più con la Def ma con la Res o elusi.

Lv 3: da 31 a 50 Punti Collegamento. A questo punto del livello il giglio è quasi del tutto fiorito e anche il mondo dei morti inizia a far sentire la sua presenza su questo mondo.Yurei inizieranno a volteggiare tra i due contendenti,Yokai faranno sentire le loro urla, Onryo cercheranno di afferrarlo.
Questo porterà un malus agli attacchi del suo avversario di PC/20

Lv 2: da 51 a 70 Punti Collegamento.Yomotsu Hirasaka- Valle della Morte.In questo stadio oramai il giglio è fiorito e i suoi petali aprono la Valle dei Morti dove le anime si raccolgono per sprofondare nell’oblio. Lì dove le potenze infernali le attendono.
Per resistere a tale visione la somma di Res+Chk(potenziabili da attivazioni) dell’avversario dovrà essere più alta della somma di Frz+Chk di Shintou.
In caso contrario darà un malus di 10 +PC/3 a Frz, Def,Res,Int e Vel.

Lv 1: 71+ Punti Collegamento. Meido Zangetsuha - Luna del mattino che conduce all'aldilà
A questo punto il fiore è del tutto germogliato e il mondo dei morti si apre davanti al suo avversario. Questa tecnica crea un grande circolo nero, che spedisce l'intero corpo del nemico all'inferno. Con un singolo colpo della sua falce il suo nemico sarà assorbito dallo Yomotsu Hirasaka e sarà sacrificato direttamente a Jashin
Se l’attacco avrà successo, cioè si avrà Danno Certo, si subirà un malus di -200 di salute.
Se questo non muore subirà un contraccolpo pari a -200 ad ogni statistica esclusa la VTA.
Il resto dei malus dati da questo talento si azzereranno del tutto ma non potrà più essere sacrificato a Jashin.
 
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view post Posted on 5/8/2020, 15:30     +1   -1
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CITAZIONE
Avevo promesso un post di chiusura e una chiusura avrai. È un ending piuttosto brusco per molti fili rimasti liberi: se vuoi annodarne qualcuno di tuo interesse chiedimi le info che ti servono. Non sei assolutamente obbligato a farlo però.
Non penso di avere le forze per scrivere altro oggi!

Ciò che avvenne in quel battito di ciglia, fu che d'improvviso un astro si accese tra quelle rovine meste di cadaveri e macerie.
Offese gli occhi, sfuggì alle menti, attoniti rese i cuori di coloro che vi assistettero.
Avvenne che una dea morisse, e in sua morte accendesse la speranza.


Avvenne che si apriva il giglio di sangue, i petali come fauci d'abissale Leviatano.
Gemeva l'aria gelata, fremeva quel chakra di luce, sul corpo del paladino di quel Jashin beffardo e distante.
Promise una morte d'onore il Ronin, a quel guerriero corrotto, che pure fremette di rabbia di fronte
all'ultimo trucco: respinse la terra con la nuda mano e lanciarsi voleva al collo dell'altro, triplice zanna snudata e lucente, per lacerare le vene e le arterie al suo stesso padrone, che un'altra lama brandiva.
Ed era veloce, il dannato figlio di Odino: rabbia accendeva i suoi sensi, baciato già da lama nemica e avvilito con quell'artifizio, che in una taverna poteva trovare teatro appropriato.
In una rissa, tra ubriaconi.
Era forte, il maledetto rinnegato: tanto forte che forse cintura e spada assieme a stento poteano porre un contrasto!
L'ira funesta di quello scaldava l'aria, tanto era cocente: non ruggiva né gridava, mosso da gelida furia, tempesta, uragano di bile ulcerata. E si sarebbe abbattuto come l'onda del mare, onda d'oceano che mai trova pace, sferzato dai venti del Nord implacabile, se solo Colei non avesse difeso quel figlio adottato, dal quale salvata fu solo poc'anzi.

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Distogliere i lumi dovette Brunilde, accecata dal sacro fulgore che brillò d'improvviso tra le dita sue.

Viveva la statua, lottava la dea, un'ultima volta: apparve bella come un incanto, cinta di fiori; profumo soave si sparse sul campo intriso di sangue e quando ella il palmo alzò, lo rivolse al rabbioso nemico – come a intimargli di stare al suo posto.
Mirabile vista, fermossi la carica dell'infuriato: ringhio feroce proruppe da quella gola, prima che l'unghia del Byakko perforasse quel petto fremente.

E ciò che accadde a quello che fu il campione di Odino, corrotto e piegato, ombra di sé e della sua gloria fu strazio, all'anima di chi l'ebbe sotto gli occhi sgranati: miserabile fine, deprecabile, umiliante fu quella che toccò a lui in sorte. Lui che gli altrui altari profanava, violata ebbe la morte sua stessa, deturpato l'ultimo scontro, che pur la bella morte e gloria mesta poteva a lui recare.

Gli fu addosso la tigre, come su cerva tenera e inerme, e pure al felide fu strappata la gloria del sorbire la vita al nemico, col dente d'avorio.


L'unico palpito si consumò, come fa una candela al vento: l'ultimo palpito si spense all'Essere e scolorò nel luogo ove non è memoria.
Svanì Colei che era cinta di fiori, donato quel poco della vita sua.
Si disfò in sabbia il simulacro, scivolò tra le dita della binda guerriera.
Forse trovò pace, in quell'ultima fiamma senza ferocia, perché sapeva che sorte attendesse il corrotto figlio di Odino.
Forse sapeva che finalmente un Campione era sorto, uno che al nulla precipiterà l'Immondo Signore, padre d'ogni blasfema sozzura, che sommamente il Disfacimento brama.

Cadde la piccola Madre di Pietra, con essa cadde il tiepido suo abbraccio, ma non poterono le bestie d'Inferno gridare in trionfo, che il generale loro non era più al mondo.
Certe fuggirono strisciando, volando, correndo, certe s'avventavano bavose sul corpo brillante di vene di chakra aberrante, quello del Ronin, bramando farlo a pezzi, incuranti del lor condottiero, vogliosi solo di ridurre in brani, squartare, soffocare nel sangue, perché a quello scopo li partorì il male né mai pace avranno, finché il gozzo loro vuoto sarà di visceri umani.

Scalpitò Grane e scalciava furioso, mordeva e nitriva, che l'orda non tangesse la fiera sua padrona: ancora debole, scossa, attonita stava essa; reggeva l'asta con lodevole forza, eppure il fuoco in lei offuscato pareva, come un sole durante l'eclissi.
Speranza tenue assai, aveva ella di rendere l'amato al Valhalla. Tenue assai ed esile, che ella prima d'ogni altro al mondo attendersi poteva di veder coronata.
Il cuore suo eppur soffriva, di quel dolore che giammai la mente contiene e imbriglia.


* * *




“Sangue di Drago” sentenziò quella, porgendo al ronin una fiala sottile, ricolma d'un fluido color del tramonto.
L'aveva preso, quel sangue, dal fiasco salvato dalla rovina; lungo laccio dagli abiti d'un morto aveva sfilato, avvincendolo attorno al vetro ricolmo. “Veleno o medicina, lo decide il cuore di chi lo usa.
Lo porterai al collo, quando vorrai pace da quelli che ti inseguono”
spiegava e sollevava il ciondolo, per porlo attorno al collo dell'Agiwara.
“Lunga ricerca mi attende” riprese quella, dopo un sospiro - “Non avrò pace finché gli altri tesori di Walhalla non avrò strappati dalle mani sudicie dei profanatori” disse, il cipiglio incurvato foriero di tempesta.
Al dito suo avea infilato quell'anello che brillava alla mano dell'antico amante, la cintura alla vita, Balmung splendente ad essa appesa; la triplice lama di Jashin tornata era invece all'antico padrone, intatta, immacolata, nonostante le mani che l'avevano stretta.




CITAZIONE
Finalmente ti libero!

Faccio una grande fatica ad esprimermi su un voto: questa giocata è durata un po' troppo e non rientra nelle mie facoltà mentali ricordare con precisione tutti i passi effettuati dall'inizio fino ad ora.

Sulla scrittura posso dire di essere molto contenta: hai fatto attenzione, rispetto al passato i post sono visibilmente più sorvegliati e le sviste sono diminuite tantissimo.

La trama purtroppo l'ho dovuta brutalizzare e tagliare, oltre che ad eliminare il fattore “battaglia navale” con cui avevo impostato inizialmente il tutto. Proseguire per quella strada avrebbe richiesto un tempo oscenamente lungo: i tuoi tempi di risposta non c'entrano assolutamente nulla, per me i giocatori sono liberi di scrivere quando hanno voglia.
Qualche difficoltà me l'ha creata il fatto di non conoscere Berserk ad inizio giocata: in due anni ho avuto modo di leggere tutto (mi mancano i capitoli usciti da poco) e a conoscere prima quel pezzo di lore, forse avrei ottimizzato di più le energie.
Sono rimasti in sospeso dei pezzi di lore di contorno che essendo secondari, ho preferito non approfondire per non allungare una zuppa già molto lunga. Non credo che proverò più a utilizzare questo registro di scrittura, mi sono rovinata tutto il divertimento...

L'obbiettivo di questa S, a livello di storyline per Shintou, l'hai anche raggiunto: parliamo del rapporto tra fede e divinità, delle forze che il kami riceve da parte dei suoi seguaci e di converso, la debolezza e il disfacimento che toccano in sorte al dio che dovesse perdere sostegno da parte dei suoi seguaci. Ne abbiamo parlato abbastanza in off tra l'altro. La cosa che mi è piaciuta meno, è che tu non abbia sfruttato la dea-pietra fino in fondo, perché potevi sapere come fare: mi ero presa questa paginetta in più apposta per testare quella che (a mio avviso) è stata una trovata molto interessante – parlo della dimostrazione di immortalità al Villaggio del giorno precedente – ed oltre ad essere una bella trovata, era l'ideale per lavorare sull'obbiettivo tematico della giocata.
Chiaramente non mi aspettavo che ti muovessi in maniera così approfondita come è avvenuto al Villaggio, dato che il combattimento non lascia chissà che tempi, ma partendo dal presupposto che la dea è debole perché ha perso i fedeli in quel dato luogo, speravo che provassi a sfruttarla usando il principio inverso. Specie se poco prima avevi cavato fuori una preghiera a Odino *si mangia le unghie*

Quello non è stato l'unico momento di belle intuizioni, assolutamente. Le volte che ho espresso complimenti ero decisamente contenta dell'approccio.
La cosa che invece secondo me potresti migliorare, è l'attenzione ai dettagli e ai suggerimenti tra le righe: questo da un lato ti ha consentito di trovare soluzioni che non prospettavo, un po' alla maniera di Alessandro col nodo di Gordio, mentre dall'altro penso che tu tenda un po' troppo ad affidarti al repertorio (ormai infinito) di skill e mosse. Questo approccio funziona finché puoi picchiare, ma ti lascia scoperto con master meno tamarri XD

Stringendo, vorrei assegnarti un 8.5 con relativi compensi, MA sinceramente eviterei di lasciare oggetti di lore troppo caratterizzati, almeno per ora (nulla esclude di cavarli fuori nel prossimo arco narrativo o in altre occasioni): Shintou ha accumulato una quantità molto consistente di elementi tratti da questa o quella narrativa, e onestamente infilarci pure Balmung la vedo come una pacchianata feroce.
Con la conversione dovrai per forza sfrondare qualcosa... e per me è quella l'occasione di potare e ri-arrangiare tutto il moveset per nuclei tematici. Se ci sarà ancora spazio per qualcos'altro, se ne riparlerà.

Potrai invece gestire il PNG-Brunilde ma con qualche accortezza, legata sempre alla presenza di elementi estranei in una lore nippo-medievale: dalle un soprannome nipponico se vuoi parlarne ongame a terzi e non scendere in dettagli con la lore norrenica, con tutti quei bei nomi crucchi.
Non servirmi un onigiri ripieno di crauti e wurstel, insomma.
Filtra un po'... va bene accennare alle sue origini divine, ad esempio, perché non è insolito per l'ambientazione narutiana.
La location indefinita della missione consente di avere una certa libertà sulla collocazione esatta dell'incontro, situato in un generico “nord” per via delle steppe brulle e il freddo.

La tua prossima autogestita (normale, non speciale) utilizzala per raccontare di come ti levi dalle palle l'orda di creature infernali allo sbando, poi sarà il momento di scervellarti a convertire la scheda (al massimo ti consiglio di fare un addestramento, ma niente di più impegnativo) e poi avrai 3 anni di skip + l'anno che li precede da riassumere, quando salteremo in avanti.
Daremo istruzioni ufficiali più avanti sulle modalità da seguire per “raccontare” lo skip.

Sono per te:
    5100 exp (se hai i pesi, calcola il bonus su metà del totale)
    10 PM
    425 Ryo
    [Oggetto di gioco] Amuleto di sangue di drago: ha la funzione di isolare il marchio di Shintou, rendendolo “invisibile” alle orde di demoni che lo cacciano di notte. Funziona anche al contrario: se indossato, rende impossibile al portatore rintracciare attivamente ciò che emana un'energia assimilabile a quella del nemico finale. La definizione è volutamente generica.
PA, PS, PT e altre merdate del vecchio regolamento non te le assegno affatto, dato che non sono presenti in Fury né c'è modo di convertirle. Avvisa in caso i Supervisori quando aggiorni la scheda, che se non sono d'accordo ti assegno anche il resto.
 
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view post Posted on 9/10/2020, 18:26     +1   -1
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L'epica avrebbe scritto di questo duello? Di Balmung e Higanbana scontrarsi?
Del guerriero del nord ormai preda di forze oscure e alienanti, di contro a chi aveva prestato giuramento e lealtà ad una delle due forze che bilanciavano l'universo?
Un male necessario l'uno. Mentre l'altro era la depravazione della corruzione e del decadimento della speranza e della fede.
Combattere era nella loro natura. Anche se per Shintou il combattere non per per supremazia, nemmeno per trovare il proprio limite o perché era la sua natura farlo.
Combattere era insito nella vita.
Si combatteva sempre per qualcosa. Per qualcuno. Perché costretti. Perché non era possibile fare nient'altro. Era la grande contraddizione di questo mondo.
Nel sangue sarebbe finito. Come ogni cosa. Tutto nasceva dal sangue e tutto al sangue sarebbe ritornato.
Il sangue era la vita e la morte; il sangue era male e bene. Vittoria e sconfitta.
Il cozzar di lame, le corazze incrinate, il dolore e pennellate rosse a macchiare il cielo.
Il ticchettio sulle lamine che proteggevano le braccia, scivolava un filo rosso sulla lama accedendola di sinistri bagliori. Si mischiava ad un altro filo rosso.
La terra alzarsi, sangue e fango a schizzare sui visi contratti dallo sforzo, dalla rabbia, da quella fiera bestiale che si celava in ogni animo. L'oscurità. La luce.
Nella cacofonia di una pazzia ancestrale.
I timpani ronzavano per la pressione dell'adrenalina, lo sforzo dei muscoli non conosceva requie. Gamba sinistra in appoggio, il peso su di essa, la destra a dare slancio. Un montante.
La testa a scattare di lato. Arco argento davanti agli occhi, la spada in posizione di guardia; scambio, parata un calcio e poi solo l'affanno.
Non sentivano né dolore, né paura vi era solo la determinazione nell'annientare totalmente l'altro.
Quando una madre misericordiosa scaldò il cuore del ronin; abbraccio giusto e materno per proteggere chi aveva dato tutto.
Perché un Dio è fede e l'anima del samurai fu sorgente da cui abbeverarsi, scacciare sete e dare ristoro.
Questo fece Shintou: far continuare a scorrere quel fiume che irrigava gli Dei continuandoli a farli fiorire. E fu questo il miracolo di un uomo che fece l'impossibile. Continuare ad avere fede nonostante la tempesta, perché sempre il Sole sarebbe sorto al di là della notte più tetra.
Era dogma. Era editto.
Il cuore di Shintou non fu né piegato, né corroso dal tocco del male, fu saldo nei suoi convincimenti, forte nelle avversità. Di fronte alla morte più bieca il sorriso radioso di chi porta con sé la speranza.
E così fu l'ultimo palpito del campione del Nord; consumato dal male, ora da quella luce magnifica. Lama morse carne e acciaio.
La luce che scacciava ogni male, la luce di una madre che difendeva un uomo perché debito fu contratto e fu ripagato. Madre fu. Da Madre si comportò. E dette a Shintou quella stilla di forza capace di soverchiare il nemico, scacciare le tenebre ed ergersi a campione.
Perché fu la Madre ad avere vittoria, non fu la spada di Shintou, non piegò Siegfried dandoli il tenebroso abbraccio dell'Inferno. Morte giunse, si, ma fu una morte diversa perché il braccio e la spada del samurai furono solo l'appendice di una volontà superiore che finalmente aveva forza. Quel tanto che bastava per far ricordare che non fu sconfitta.
Vendetta. Vittoria. Vita e morte insieme.
La Madre ebbe la sua. Shintou pure. La morte acclamò Siegfried e chissà, forse, ora era in pace. Forse la radiosa essenza della madre lo aveva emendato dai suoi peccati, lavato dalla corruzione di un Kami bastardo.
Chissà...ma cadde la piccola Madre di Pietra, con essa cadde il tiepido suo abbraccio, ma non poterono le bestie d'Inferno gridare in trionfo, che il generale loro non era più al mondo.
Certe fuggirono strisciando, volando, correndo, certe s'avventavano bavose sul corpo brillante di vene di chakra aberrante, quello del Ronin, bramando farlo a pezzi, incuranti del lor condottiero, vogliosi solo di ridurre in brani, squartare, soffocare nel sangue, perché a quello scopo li partorì il male né mai pace avranno, finché il gozzo loro vuoto sarà di visceri umani.
E fu vero. Ma la spada e la falce rutilarono al vento come mietitrici. Quelle anime prave solo spighe da cogliere e donare al proprio signore. Mero pagamento.
Mera vittoria. Mero tutto eppure così sarebbe stato.
Nessuna ombra si sarebbe più allungata con artigli di lordura e terrore su questo mondo, né ombra avrebbe celato l'incubo.
Sogni tranquilli ci sarebbero stati. Respiri calmi. Cuori che battevano felici e non terrorizzati da un oscuro male.
Una spada e una falce avrebbero vegliato. Madre e Padre.
Figlio e Fratello.
Finché respiro e cuore sarebbero stati nel suo petto.e fendente di antichakra, di quel nulla spaventoso che tutto porta alla stasi e alla ristagnazione che abbracciò le prave crature. Di nuovo la lancia si alzò e di nuovo la spada fu al suo fianco.
Grane nitrì orgoglioso e Shintou difese la valchiria dal cuore spezzato. Perché lei, si oh lei, più di tutti aveva perso in questa battaglia atroce.
Aveva perso la sua patria, il suo popolo, i suoi Dei il suo amato. Eppure aveva vita. E con essa la vendetta.
E un giorno avrebbe presentato il conto. Shintou con lei sarebbe stato. Tra mille anni o un anno i due si sarebbero ritrovati sull'ultimo campo di battaglia di fronte ai loro nemici e vendetta avrebbe adornato il loro corpi, il fuoco dell'odio le loro armi e guerra ultima sarebbe stata.
Ma oggi...oggi era tempo di difendere la bionda norrena, di darle la possibilità di vivere. Di vincere oggi. Di piangere dopo. Di seppellire i ricordi e l'amato, di tenerli stretti a sé come l'orgoglio di chi fosse un tempo e di chi fosse oggi. Figlia di quella norrena di un Valhalla che forse non vi era più ma che poteva riessere.
Perché fede e speranza erano l'abbraccio verso al futuro. Un futuro che il Dio dell'Abisso non voleva che avvenisse. Perso in un muro d'oscurità. Di gabbie di male.
Ma oggi vincevano. Oggi piangevano.
Domani altra guerra sarebbe stata.


* * *



«Ci rivedremo un giorno.»

Era stanco. Ferito. Ma la grazia di Jashin era con lui. Ancora.

«Ora posso muovermi più agevolmente con questo addosso. Posso dargli meglio la caccia. Ti devo molto Brunilde...Senshi no josei

Donna guerriero. Una donna che combatteva come un uomo. Forse persino meglio.

«Spero di ritrovarti un giorno. E spero di poter bere con te. Ho un amico a cui daresti sapore di casa.
Io torno a Sud...ora posso farlo e posso avvertirli. Mi ci vorrà un po' per tornare ma ora non saranno in pericolo. Addio guerriera del nord.
Nōzanransu...Lancia del Nord.»


e strinse quella fiala. L'avvrebbe abbracciata come un amica e una preghiera ad Jashin disse.
Per lei. Per gli altri villaggi a cui non sarebbe mai giunto a salvarli, a quelli per cui lo avrebbe fatto, e al suo.
Ma sopratutto a lei. All'unica che aveva il suo cuore e la sua anima.
Shitsuki





Coinvolgimento Personale: Nulla da dire mi sono divertito in tutto questo tempo. Sia con la pseudobattaglia navale sia senza. La trama è stata avvincente e sono sempre stato sulle spine, anche in vicoli ciechi il che, per me, è anche giusto perchè mi offre sfide su sfide.
certo io sono molto per lo tzintzinpumpamsbadabam coatto - anche perchè mi piace usare tutta la scheda - e non mi sono annoiato mai sia quando non potevo che quando ne ho avuto l'opportunità.
Forse per via di tutto questo tempo qualcosa me lo sono andato a perdere andando più a ricordo e quindi mi scuso se in alcuni punti sono stato un povero cazzone XD
Ma il voto è particolarmente positivo
Voto 9

Tempistiche: Io sono andato lento a volte volutamente a volte perchè la vita chiama. Ma tu sei sempre stata precisa sia nelle risposte dopo mesi e mesi che dopo qualche giorno/settimana.
Voto 8
 
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view post Posted on 10/7/2021, 13:59     +1   -1
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Questa non l'avevo mai messa a valutare *facepalm*
Per 8.5 mi auto-pago di nuovo 1530 ryo e registro tutto, almeno non stiamo di nuovo a re-intasare il topic x.x
 
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