夕暮れ - Yūgure, Luce dopo la Nebbia, Role "Timeskip" per Mira e Fuyuki

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view post Posted on 21/10/2020, 23:16     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Covo di Kirinaki - 1 Gennaio del 250



Li vide in lontananza venire baciati dal sole, non più combattivi, inermi, pronti ad accogliere colei che li aveva salvati dalle viscide mani di profani, ormai anni prima: erano i ruderi del palazzo una volta appartenuto a Jagura e che nelle sue viscere celava il nascondiglio di Kirinaki, quella che era rinata con lei dopo la scomparsa del suo primo creatore. Eppure, Mira aveva trovato Kai, lo aveva affrontato, lo aveva battuto, e con la sua morte era calato il sipario su troppe questioni fino ad allora lasciate in sospeso. Poteva dunque Kirinaki continuare a vivere dopo tutto quello che era successo? Mira se lo chiese per ogni istante passato al fianco del nuovo conquistatore del Cielo, per ogni giorno passato insieme alla splendida bambina con gli occhi di suo padre. Era rimasta sicura di ciò, in qualche modo, finché uno degli ultimi sopravvissuti della vecchia Nebbia Piangente non l'avesse raggiunta a Sora no Kuni, Zugai, un guerriero che aveva illuminato tutta una nuova serie di possibilità per il futuro, il suo futuro, quello di sua figlia e di conseguenza quello del mondo. Camminare nuovamente attraverso quelle rovine le diede uno strano effetto, non le vedeva da troppo tempo, non le respirava più ormai da quasi un anno eppure, dietro quella polvere pizzicata dai raggi del sole, riconosceva ceneri da cui creare un nuovo, prezioso e immortale diamante.

Alzò un braccio aspettandosi di trovare la tipica barriera di Kakumei a protezione del perimetro, ma rimase delusa: soltanto aria, altre rovine e un silenzio assordante che la lasciarono perplessa. Dov'erano tutti? E i prigionieri stavano bene? Le sue ultime indicazioni a Kakumei e Fuyuki risalivano a ormai sei mesi prima, durante i quali aveva deciso di chiudere tutti i rapporti per la sicurezza di ognuno di loro, tenendo conto della situazione critica in cui si trovasse lei, e del suo ruolo nella guerra che il Cielo stava combattendo. Continuò allora ad avanzare, arrivando ai passaggi occultati che scendevano fino al dedalo sotterraneo, che portava alla sala grande di lettura. Si fece strada tra i cunicoli ricordando ogni centimetro di quei corridoi, per poi infine sbucare nella biblioteca. Sgranò gli occhi quando la vide: diversa, senz'altro. Molte librerie non erano presenti, e gli interni delle pareti rocciose erano stati rinforzati con sostegni di legno, come fossero in ristrutturazione. Fece qualche altro passo in avanti fino a raggiungere quella che era chiaramente una ricostruzione "recente" della pavimentazione, che continuava fino a un'altra ala della sala. Provò a fare mente locale, cercando di ricordare la pianta del dedalo e non le fu complicato intuire come quella sezione fosse proprio sopra alla celle di detenzione. Non pensò però immediatamente al peggio: qualcuno aveva ordinato la ricostruzione e inoltre, molti manoscritti di Mira erano intatti. Chouko li avrebbe quantomeno bruciati e Kawarimi, beh, probabilmente rubati.

Udì in quell'istante il suono di alcuni passi dietro di lei, dietro alla porta massiccia. Non riuscì a riconoscerlo immediatamente, il suo chakra era disturbato, particolare, ma i dubbi si dissiparono quasi istantaneamente. Si voltò mostrando i suoi occhi vacui, spettrali, con quel riflesso particolare sul destro che illuminava l'oscurità delle segrete.


Mira - Brutta mossa disattivare il sigillo perimetrale, sarei potuta essere un nemico. Attese qualche secondo che entrasse la figura - A meno che degli occhi speciali non mi abbiano avvistata già a chilometri di distanza... Kirai.
 
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view post Posted on 22/10/2020, 11:49     +1   -1
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Covo di Kirinaki
1 Gennaio 250, ore 11:43

- Kakumei.
Lo chiamò, con voce calma. Chiuse gli occhi, lasciando che il Byakugan tornasse dormiente e la fitta alla testa tornasse sopita, soffocata dal chakra che gradualmente abbandonava le vene delle tempie. Negli ultimi mesi, durante i viaggi che aveva affrontato per seguire scrupolosamente le indicazioni che Yurei gli aveva lasciato, quel problema l'aveva tormentato come un tarlo insistente, un insetto fastidioso che inesorabile aveva continuato a scavare nella sua mente ogni volta che era stato costretto a ricorrere al suo prezioso Doujutsu. Tuttavia, non poteva lamentarsi. Al più, l'unica cosa che era in suo potere era prodigarsi per comprendere, con più precisione, cosa gli stesse accadendo. Così, riaprendo entrambi gli occhi, si alzò dalla poltrona, lanciando un'occhiata più che eloquente alla spia. Mise mano alle stampelle e, con un sorriso beffardo, si preparò ad accogliere l'ospite che avevano atteso fino a quel momento.
- È lei.

Sì, proprio lei. Mira.
Per quanti mesi si era prodigato per la sua causa, senza avere sue notizie? Era chiaro che la guerra civile che aveva devastato Sora no Kuni avesse richiesto la sua piena attenzione, ma durante quel lasso di tempo, di fatto, Namida aveva impiegato ogni sua energia e risorsa per accontentare la richiesta della donna... e fino a quel momento, senza ricevere praticamente nulla in cambio. Né una soluzione per la sua menomazione, né la promessa di ricevere a sua volta aiuto per combattere le spire del Consiglio di Konoha. Un atto di fede, una dimostrazione di fiducia. Forse era questo ciò che la Dea di Yusekai aveva desiderato ricevere dal giovane shinobi, prima ancora della sua collaborazione. E di fatto, era proprio ciò che aveva fatto Fuyuki. Qualcosa che mai avrebbe fatto prima d'allora, non senza garanzie almeno... e proprio per questo motivo, la kunoichi avrebbe trovato nella lealtà del suo alleato la prova del cambiamento che tanto aveva sperato di vedere, da parte sua.
Giunto al suo cospetto, per un attimo sentì una scarica attraversargli la schiena. Che fosse timore o adrenalina, non riuscì a dirlo. Ciò di cui era certo, però, era che quel brivido derivasse dalla sua unica e solida consapevolezza: giunti a quel punto, di nuovo l'uno di fronte all'altra, ogni nodo sarebbe giunto al pettine. Per entrambi, il tempo dei convenevoli e dei salti nel buio stava per giungere ad una conclusione.
- Arguta e precisa come sempre, Yurei. - le rispose ammantandosi dello stesso sottile velo di saccenteria che lei aveva usato, per aprire le danze. Le si avvicinò lentamente, poggiandosi sulle stampelle per evitare di perdere l'equilibrio. Alzò poi lo sguardo, lasciando che le sue iridi perlacee si perdessero in quegli occhi magnetici, in particolar modo nel riflesso spendente e misterioso del destro. Un dettaglio curioso, pensò, ma nulla di cui doversi curare nell'immediato - Ti trovo bene, nonostante tutto. E se ti trovi qui, la crociata del Cielo deve essere arrivata ad un punto di svolta... e gli uomini che ho contattato, devono essere giunti al tuo cospetto.
Di contro, lei non avrebbe potuto non notare dei cambiamenti, anche se minimi, nel suo corpo. Lontano dalle attenzioni di sua moglie Chiaki, Namida non aveva minimamente curato il suo aspetto durante gli ultimi mesi. I capelli si erano fatti più lunghi, la barba incolta e spigolosa lungo il mento. Il moncone alla gamba, invece, era perfettamente in ordine. Coperto da delle bende che sporgevano dai pantaloni, lunghi fino al ginocchio, l'arto doveva essere stato trattato con cura, visto che le fasciature non parevano produrre né sangue, né tantomeno essudato. Un lavoro certosino, frutto sicuramente della sapienza di qualcuno che Fuyuki aveva incontrato durante il suo lungo peregrinare... perché, chiaramente, qualcosa del genere non poteva essere opera sua, né di Kakumei.
- Come avrai sicuramente notato... - proseguì lui, facendo cenno con il capo affinché la fanciulla si guardasse intorno, in quella sala ormai quasi del tutto ristrutturata - ... abbiamo avuto dei problemi, durante la tua assenza.
Inutile addossare la colpa unicamente sulla spia, anzi, del tutto fuori discussione. Era strano da immaginare, forse persino Mira avrebbe stentato a credere ai suoi stessi occhi, ma durante gli ultimi mesi il rapporto tra quel ragazzo e l'uomo si era consolidato. Complice la necessità di darsi una mano a vicenda e la solitudine forse, ma ad ogni modo il risultato che questi fattori avevano prodotto era stato del tutto inaspettato... anche per loro due, sicuramente. A quel punto, facendo leva su di una stampella, Fuyuki si voltò. Diede le spalle a Mira e, con la coda dell'occhio, la invitò praticamente a seguirlo. Del resto, anche Kakumei la stava attendendo con ansia.
- Una volta comodi, avremo molto di cui discutere.

 
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view post Posted on 24/10/2020, 14:42     +1   -1
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Era lui, Kirai, ed era lì dove lei gli aveva detto di essere. Gli aveva richiesto di cambiare, di abbandonare Fuyuki Hyuga una volta per tutte, maturando, facendo tesoro di tutte le ferite di guerra che aveva accumulato. Mira lo osservò a lungo, facendo scivolare lo sguardo dal viso pallido e trasandato alla gamba mancante. Si era adattato e posto che Kakumei non avesse la conoscenza medica sufficiente per occuparsi di una ferita del genere, qualcuno si era preso cura di lui. Avrebbe chiesto chi, così come avrebbe chiesto ogni cosa. D'altronde, sebbene lei fosse riuscita a mandare qualche comunicazione per un certo periodo di tempo, aveva sempre evitato di riceverne, controllata com'era inizialmente. C'era tanto da dire, da raccontare, e questo a prescindere da Sora no Kuni e da Konoha.

Mira - Le isole di Orion sono cadute, Butsuon rimane l'ultima difesa di Buraindo. Rispose inizialmente, confermando la teoria dello Hyuga. E sono lieta dei tuoi progressi. Che si riferisse alla gamba o al suo tentativo di "cambiamento" non fu chiaro, ma sarebbe andato bene in ogni caso. A ogni modo, anticipato da Fuyuki, entrò nella sala anche Kakumei. Incrociò i suoi occhi ambrati con quelli della donna e non poté far altro che soffermarsi su quel riflesso particolare che avvolgeva il suo destro. Si inchinò leggermente, mostrando rispetto:

Kakumei - Mi dispiace delle condizioni del covo, ma ci sono stati dei problemi. Non mento se dico che senza Kirai al mio fianco non sarei probabilmente riuscito a contenerli. Ha ancora tanto da imparare sulla disciplina, ma è una risorsa.

La donna sorrise: era davvero riuscito a conquistare anche Kakumei dopo Naum? Doveva capire in che modo: la spia di Kirinaki era la persona più leale che avesse mai conosciuto, e se aveva deciso di esporsi in quel modo nei suoi confronti doveva necessariamente essere successo qualcosa di importante. Un punto a favore dello Hyuga dunque, ma i voleri dei due alfieri della nuova Kirinaki non coincidevano sempre e comunque con quelli della sua leader. Mira rispose al cenno di rispetto e saluto di Kakumei, voltandosi poi in direzione delle librerie, camminando lungo il perimetro che formavano nella sala e sfiorando le copertine dei suoi libri con le dita. Ne riconosceva diversi, molti li aveva scritti di suo pugno, altri erano reminiscenze del Joker, ma in ogni caso tutti erano preziosi e fondamentali per chi della conoscenza faceva motivo di vita o di morte.

Mira - Quindi garantisci per lui, mi fa piacere saperlo. Disse soffermandosi sui manoscritti che parlavano degli Yamanaka. Stava pensando proprio a Chouko, e a Kawarimi, intuendo potessero essere stati loro i principali responsabili di qualsiasi cosa fosse successo in quella sezione del covo. E per te invece chi garantisce?

Al vecchio gelò il sangue nelle vene. Sapeva di aver deluso la fiducia che Mira aveva riposto in lui, ma il rapporto alla leader lo aveva immaginato completamente diverso. Riuscì a non scomporsi ma se si fosse guardato con attenzione si sarebbe intravista una goccia di sudore imperlare la sua fronte:

Kakumei - Ho fatto un errore che non si ripeterà.

La donna tornò a fissarli con attenzione, prendendo posto nella poltrona che tanto le era familiare in quella sala. Era lì che si fermava a leggere, studiare, pensare, a quella che sarebbe dovuta essere la mossa successiva per non soccombere al desiderio ossessivo delle Anime Nere.

Mira - Bene dunque, raccontatemi tutto quello che è successo.
 
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view post Posted on 25/10/2020, 11:12     +1   -1
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Proprio come aveva ipotizzato, se Mira si trovava lì era perché la guerra contro Buraindo era giunta ad un punto di svolta. Con Butsuon rimasta come ultima roccaforte a difesa del Credo, non ci sarebbe voluto molto affinché la Resistenza prendesse il sopravvento, detronizzasse il tiranno e piazzasse sul suo scranno quel traditore di Masao Ryuzaki. All'idea, Namida fu sul punto di vomitare, ma pensò bene di mantenere un certo contegno. Si trovava lì per parlare con Yurei, pertanto avrebbe lasciato da parte il rancore nei confronti dell'uomo che aveva inviato dei sicari alle sue calcagna. E proprio a quel pensiero, lo sguardo dello Hyuga si fece enigmatico, quasi serio.
- Nessuna novità su Naum? - chiese di rimando, un quesito che dava l'aria di essere una formalità, ma che in realtà tradiva un certo grado di apprensione da parte del giovane shinobi. Ad ogni modo, qualsiasi fosse stata la risposta della Dea di Yusekai, i due vennero infine raggiunti anche da Kakumei. Tornato nella biblioteca, Fuyuki ebbe finalmente l'opportunità di sedersi nuovamente e di abbandonare le stampelle accanto alla vecchia poltrona malandata. Senza perdere tempo, la spia tagliò corto e mise sul tavolo della discussione la vicenda consumatasi al covo quasi un anno prima, in occasione del rientro dell'ex membro delle Nuvole Rosse. Mentre, seppur con il solito tono di superiorità, l'uomo tesseva le sue lodi, il più giovane non tolse gli occhi di dosso dalla fanciulla nemmeno per un istante. Dopo il loro primo scambio di battute, era curioso di vedere come avrebbe reagito alla notizia e quanto margine di manovra, di conseguenza, avrebbe avuto per sperare di riuscire a strappare un accordo proficuo per tutti i presenti. La reazione non tardò ad arrivare, anche se non era semplice leggere tra le righe di quella domanda. Come un fantasma, Mira si aggirava per la sala, sfiorando le copertine di quei vecchi manufatti e lasciando nei suoi interlocutore il dubbio circa i suoi reali pensieri. Un atteggiamento furbo, pensò Fuyuki, ma poco coerente. Del resto, se Kakumei era rimasto solo ad affrontare Chouko e Kawarimi, la responsabilità era anche di Yurei. Morto Kai, anziché far ritorno al covo, aveva intravisto un'opportunità a Sora no Kuni e si era prodigata per combattere la crociata di Ryuzaki, al suo fianco. E sebbene avesse compreso le sue ragioni - o perlomeno, intuite in relazione a ciò che lei gli aveva chiesto di fare - lo Hyuga sarebbe rimasto in ascolto ancora per un po', cercando di comprendere chi avesse davvero di fronte.
Dopo il tradimento di Akane Uchiha, l'ultima persona con la quale intendeva collaborare era qualcuno che non si assumeva le proprie responsabilità. Ovviamente, avrebbe taciuto al riguardo. Non valeva la pena rovinare la sua posizione con commenti scomodi... e ciò, di fatto, lasciava intravedere quanto a fondo fosse stata innestata in lui la consapevolezza di dover essere cauto, oltre che pungente e diretto.

- Garantisco io per lui.
La voce ferma, come le dita che saggiavano la consistenza dei braccioli della poltrona. Le iridi perlacee immobili sul volto di Yurei, solide come la sua convinzione. Sottolineò con una certa enfasi la parola "io", cercando di far comprendere ad entrambi i presenti qualcosa di essenziale; a quel punto, non si trattava più di giudicare la sua utilità all'interno dell'organizzazione. Ne aveva già dato prova, a Kakumei durante lo scontro con Chouko Yamanaka, a Mira grazie agli uomini che, mese dopo mese, avevano viaggiato per intere nazioni soltanto per poterla incontrare. Pertanto, era giunto il momento che entrambi - e Mira, in particolar modo - realizzassero di avere in lui un alleato... e non un ragazzino da dover valutare, come all'Accademia. - Da solo, con un potente Yamanaka ed un'esperta arciera di Kirinaki da dover gestire. Ha anche fatto fin troppo, mentre ci occupavamo dei nostri affari al Cielo.

E così, fece come gli era stato chiesto. Iniziò a raccontare tutto dal principio, partendo dalla richiesta di aiuto di Kakumei per poi scendere nei dettagli, spiegando in che modo fosse stata condotta l'operazione per contenere nuovamente quel pezzo di merda di Chouko. Non risparmiò nessun particolare, anzi, cercò di essere il più esaustivo possibile, affinché Yurei potesse immedesimarsi nella vicenda anche soltanto chiudendo gli occhi e ascoltando il flusso delle parole di chi aveva davanti. Pertanto, non evitò nemmeno di spiegare quale fosse la motivazione dei lavori di ristrutturazione; il crollo del pavimento su cui si trovavano era dovuto ad un suo errore di valutazione, oltre che allo zampino dello Yamanaka, che aveva impedito alla spia di ripristinare la kekkai prima che i bunshin deflagrassero, creando scompiglio nelle segrete e aprendo una via di fuga per Kawarimi. Giunti a quel punto, la voce dello Hyuga si fece più grave.
- Ho provato ad inseguirla subito, ma ha distrutto il mio bunshin e capirai da sola... - lasciò la frase in sospeso, spostando la mano destra sul manico di una stampella, prima di iniziare a picchiettarne il legno con la punta delle dita - ... il perché le sia stato così semplice farla franca.
Non voleva essere una giustificazione, ma una semplice constatazione dei fatti. Con Kakumei ridotto ad uno straccio e i suoi bunshin messi fuori gioco, per uno storpio non vi era stata alcuna possibilità di arrestare la fuga dell'arciera. Ad ogni modo, lo Hyuga proseguì con il racconto, spiegando come durante quei mesi avesse cercato di tracciare i suoi spostamenti, tra un viaggio e l'altro. Ahimè, tutto era stato vano. Al momento, Kawarimi risultava dispersa e con essi i segreti di ciò che aveva visto e udito, durante la permanenza nella cella delle segrete di quel covo. Quantomeno, Chouko rimaneva comunque loro prigioniero, anche se ridotto in pessime condizioni... nulla di davvero importante, dato che Namida era certo di quali fossero le intenzioni della Dea al riguardo - nulla per il quale, per l'appunto, servissero entrambe le braccia.
- Questo è quanto. Kakumei ti ha servito al meglio delle sue possibilità, Yurei. A prescindere da quanto sia accaduto, questa resta l'unica verità che niente potrà confutare.
Terminato il racconto, dunque, il giovane lasciò che la tensione si allentasse. Si lasciò scivolare sullo schienale, mettendosi comodo e portando alla bocca una sigaretta, prima di accenderla. Per un attimo, il suo volto venne oscurato da una coltre di fumo grigiastra, ma anche osservando con attenzione attraverso il fumo, Yurei non avrebbe visto vacillare la convinzione di Kirai nemmeno per un istante. Sapeva di aver fatto una cazzata, lui come Kakumei, ma al tempo stesso era conscio che senza il loro pronto intervento la situazione avrebbe potuto prendere una piega indubbiamente più nefasta... e di certo lei, rimasta al fianco di Masao Ryuzaki e in completo silenzio per più di sei mesi, dopo l'ultimo messaggio, non si trovava nella posizione di poter puntare il dito contro qualcuno.
"A meno che anche tu, mia cara Mira, non trovi divertente umiliare i tuoi alleati anziché assumerti le responsabilità delle tue azioni."

 
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view post Posted on 25/10/2020, 18:16     +1   -1
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La donna scosse il capo alla domanda su Naum, chiudendo gli occhi. Nessuna novità, lo straniero che aveva condiviso con Fuyuki l'intera storia al paese del Cielo, e per cui lo Hyuga aveva di fatto perso una gamba. La donna si ricordava bene le parole di Namida sul suo compagno, e per quanto potesse essere una verità utile solo a salvarsi la vita in quella circostanza, sapeva anche che nonostante tutto, in quel momento, era anche pronto a morire. Fuyuki non aveva mentito dicendo di essere rimasto a combattere quei sicari per salvaguardare il compagno di squadra e questo, da un egocentrico come lui, non ce lo si sarebbe mai aspettato.

Mira - L'ho cercato ovunque, l'avrei ormai trovato se fosse vivo. Era amara nel tono, ma in quegli occhi vitrei fu possibile scorgere un riflesso di incertezza, o speranza forse. Era passato quasi un anno, è vero, ma non aveva trovato mai nemmeno tracce, né il corpo. D'altro canto però, non poteva di certo fossilizzarsi nella ricerca di un fantasma, con tutto quello che aveva da perdere se fosse andato qualcosa nel modo sbagliato.

Dopo il discorso di Kakumei invece, e la successiva risposta della Dea di Yusekai, fu stavolta Fuyuki a prendere le difese della spia. Quest'ultima non si scompose nemmeno in quella circostanza, limitandosi ad osservare con la coda dell'occhio il ragazzo al suo fianco, di fronte a una Mira silenziosa e glaciale. Quest'ultima attese qualche secondo senza commentare, e senza alzarsi dalla poltrona, finché il ragazzo non continuò, sottolineando l'ovvia difficoltà dell'incarico che la donna aveva affidato a Kakumei. Parlò solo a quel punto, senza mostrare segni di irritazione o di rabbia, sembrava semplicemente... sorpresa.


Mira - Pensavo che l'uomo capace di servire il Joker pazzo non conoscesse errore, ma di fatto l'errore è anche mio. - cominciò - Sono lieta che questa esperienza vi abbia unito, ricordo non scorresse buon sangue tra di voi.

Kakumei annuì sorridendo, per poi voltarsi verso lo Hyuga e fare spallucce: Era qui perché tu lo hai risparmiato, in un modo o nell'altro hai avuto ragione a fidarti ma questo era tutto da dimostrare, considerando che la donna non sapesse ancora che cosa fosse effettivamente successo. Fu a quel punto che Fuyuki cominciò con il racconto, senza tralasciare nulla di quello che fosse successo: la strategia di Chouko, quanto vicino fossero stati a perdere completamente il covo e la vita, oltre a tutte le preziose conoscenze contenute in quella libreria. In qualche modo, era stato proprio il rapporto tra Fuyuki e Kakumei a smascherare l'ultima carta di Chouko, e aveva permesso loro di limitare i danni il più possibile. Lo Yamanaka era ancora prigioniero, e questo era un dato fondamentale, ma quando arrivò al punto di dover raccontare di Kawarimi, Kakumei notò le mani della leader di Kirinaki stringersi in due pugni. L'esplosione causata dalla copia aveva dunque danneggiato pesantemente il covo e dato la possibilità all'arciera di filarsela. Mira si alzò dalla seduta e si allontanò dagli interlocutori di qualche passo, passandosi una mano tra le ciocche bionde, pensosa. Kakumei e Fuyuki si scambiarono un'occhiata, mentre dalla donna non provenne nessuna parola per almeno venti secondi. Poi si voltò nuovamente verso di loro, poggiando una mano sul bracciolo della poltrona, osservando gli occhi ambrati della spia prima, e quella speciali dello Hyuga dopo:

Mira - Mi dispiace non essere stata presente, d'ora in poi dovremo stabilire un metodo di comunicazione a doppio senso, sicuro e utile per entrambe le parti. Non possiamo più permetterci errore del genere, mai più. Era seria, categorica, e non era arrabbiata con nessuno dei suoi due alleati, parlava da leader, parlava anche per se stessa. Di sicuro, la struttura della nuova Kirinaki doveva essere riorganizzata, a partire dall'identità che voleva dare al gruppo.

Mira - Kakumei, prepara la sala operatoria. Non ho molto tempo prima di essere costretta a tornare al paese del Cielo, dunque e si rivolse a Fuyuki mi dispiace se non hai avuto un preavviso sufficiente per subire un intervento a quella gamba. Spero tu sia pronto.

L'uomo annuì sorridendo: era sempre stato sicuro di poter contare sul buon senso della donna ed era anche il motivo che l'aveva convinto a seguirla, dopo essere stato al fianco di Shinan e Jagura. Eppure, di aver il timore di essere giudicato per i propri errori era una novità, qualcosa che non aveva mai provato nemmeno quando camminava al fianco del Mago del Caos. Forse era l'età, o magari la consapevolezza di essere stavolta al servizio di una personalità con un progetto chiaro nella testa.
 
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view post Posted on 26/10/2020, 10:06     +1   -1
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Nessuna notizia, riguardo Naum. Mestamente, Namida abbassò lo sguardo sulla propria gamba mutilata. Non che si fosse illuso del fatto che Mira potesse averlo rintracciato, ma a prescindere la sua risposta lo lasciò quantomeno deluso, oltre che preoccupato. Chiaro, il fatto che nessun corpo fosse stato trovato lasciava comunque aperto uno spiraglio di speranza, ma se lo straniero non si era fatto vivo per un anno intero quante possibilità vi erano davvero? Non ebbe modo di rimuginarci più del dovuto, poiché il discorso incalzante costrinse i presenti a focalizzare la loro attenzione su questioni più urgenti e concrete. Con enorme soddisfazione, il giovane poté ottenere la risposta che tanto desiderava udire da parte di Yurei. Era palese quanto fosse adirata e frustrata - non serviva nemmeno osservare i suoi pugni stretti sui braccioli della poltrona, per rendersene conto... ma nonostante ciò, non si azzardò a scaricare la colpa su Kakumei, né sullo Hyuga. Assumendosi parte della colpa per l'accaduto, diede prova di saper riconoscere le proprie lacune e di essere quantomeno una personalità più onesta e lungimirante dello Yōkai di Konoha. Dinanzi alle sue parole, lo shinobi non poté far altro che annuire. Era chiaro che, da quel momento in avanti, le comunicazioni sarebbero dovute essere periodiche e tempestive, poiché da soli nessuno di loro avrebbe potuto adempiere al meglio al proprio dovere. E riguardo al rapporto tra lui e Kakumei, il ragazzo non poté che sorridere, divertito dal fatto che anche la kunoichi, come loro, fosse sorpresa di come gli eventi fossero stati in grado di unire personalità così differenti e opposte, prima in conflitto.
- Buon sangue? Diamine, sono quasi certo che, al posto tuo, Kakumei mi avrebbe fatto marcire nella foresta, sotto quelle dannate isole fluttuanti. - commentò ironico, per smorzare la tensione e rendere più leggera l'atmosfera. Ad ogni modo, Mira continuò con il suo discorso, venendo al sodo nel giro di pochissimi istanti. Quanto bastava perché gli occhi di Fuyuki, prima sicuri e calmi come l'acqua cristallina di un lago, divenissero mossi e agitati come un torrente sottoposto alla burrasca.

- Cos... cioè, adesso?!
Non poteva crederci, sebbene Yurei fosse stata abbastanza chiara e diretta, chiedendo alla spia di predisporre rapidamente la sala operatoria per l'intervento. La cosa non avrebbe dovuto sorprenderlo più di tanto, del resto era stata la stessa kunoichi a promettere di fare il possibile per il suo arto mutilato. Tuttavia, dopo un anno da quel maledetto giorno, era come se il giovane si fosse rassegnato all'idea di dover continuare ad utilizzare quelle dannate stampelle. Colto quindi in contropiede, Namida si trovò in difficoltà nel rispondere. Avrebbe avuto forse bisogno di avere più tempo per prepararsi, sebbene fosse consapevole che non dovesse trattarsi di un'operazione particolarmente rischiosa e pericolosa per la sua vita. Eppure, non poteva fare altro che accettare e mettersi a disposizione del medico che aveva di fronte. Il tempo che le era stato concesso, prima di tornare nuovamente a Sora no Kuni, non era molto... e a quel punto, tanto valeva tagliare immediatamente la testa al toro e far di tutto, pur di porre rimedio al problema.
Cercando di ritrovare la calma, Namida sospirò. La sigaretta, ormai consumata fino al filtro, iniziava a bruciare tra le dita che la tenevano saldamente. Con un gesto lento, il ragazzo l'avvicinò al posacenere e su di esso la schiacciò con convinzione, volgendo poi lo sguardo verso la sua interlocutrice.
- Facciamolo. Ne ho le palle piene, di viaggiare per il Continente come uno storpio.

Perché dopotutto, era questa l'unica consapevolezza che possedeva in quel momento. Non sapeva quale genere d'intervento Mira avesse programmato, ma era certo che, a prescindere da tutto, non poteva continuare in quel modo. Senza una protesi che gli permettesse di ritornare quantomeno a camminare, sarebbe stato un peso. Per i suoi compagni, per Fukuizuna, ma soprattutto per se stesso. Era sempre stato un combattente, un assassino che si nutriva dell'adrenalina dello scontro, ma in quelle condizioni non avrebbe mai potuto tener testa a nessuno, figurarsi avere la meglio e trionfare in una lotta. Probabilmente, nel vederlo ridotto ad uno straccio, persino lo Yōkai si sarebbe fatto beffe di lui, anziché considerarlo un avversario temibile. Al solo pensiero, venne attraversato da un profondo moto d'ira.
- Un'ultima cosa, Yurei.
Intanto, la coltre di fumo si era diradata e così, negli occhi del più giovane, la kunoichi poté scorgere qualcosa di... strano, quantomeno diverso. Non una pretesa, ma qualcosa di più simile ad un bisogno essenziale, quasi primordiale. Una possibilità che, sicuramente, la Dea di Yusekai doveva aver messo in conto, prima di giungere lì. Dopo la morte di Kai, coronato finalmente il desiderio di vederlo morto, lo Hyuga aveva continuato ad operare al suo fianco, facendo il possibile per accontentare la richiesta che lei gli aveva fatto. Per devozione? Difficile, da parte di un ninja ambizioso come Namida. Più probabile che l'ex ANBU stesse ponendo le basi per qualcos'altro, per ridefinire la sua posizione all'interno di quell'organizzazione. Altrimenti, dopo la disfatta del Ninja Dorato, quale altra motivazione avrebbe potuto tenerlo vincolato alla promessa che si erano scambiati più di un anno addietro, ancor prima di muovere i loro passi verso Sora no Kuni?
- Al mio risveglio, avrò bisogno di parlarti del mio futuro.
La voce calma, ma impregnata di convinzione e sicurezza. Non una minaccia, tantomeno una pretesa. Soltanto la naturale necessità di comprendere a cosa dare la priorità e in che modo agire per ottenere i risultati che intendeva raggiungere.

 
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Lo Hyuga fu chiaramente colto alla sprovvista ma non si tirò indietro. Si disse disponibile per fare tutto il necessario per provare a migliorare la sua condizione, sebbene non partisse con chissà quali aspettative, non dopo essersi abituato all'idea di convivere con quella mutilazione a vita. Kakumei preparò dunque tutto il necessario, in una delle camere interne del dedalo, una uguale a quelle utilizzate come camere di tortura. La spia prese dunque tutti gli strumenti necessari, e si preoccupò di sistemare anche tutta una serie di pozioni e intrugli che nella normalità non si sarebbe mai sognato di toccare. Quanto a Mira invece, aveva ascoltato la volontà di Fuyuki di parlare di sé e del suo futuro una volta finita l'operazione, e non si mostrò sorpresa, anzi. D'altronde, dopo la morte di Kai, la nuova Kirinaki stessa doveva chiarire il suo ruolo nel mondo, e rivelare quale fosse l'obiettivo di Mira e il perché stesse continuando a fiancheggiare Ryuzaki nella guerra a Sora no Kuni. Erano tutti elementi che dovevano essere spiegati e chiariti quando sarebbe stato il momento.

La stanza era piccola, illuminata come meglio si poteva grazie alle torce, e il lettino in cui lo Hyuga si adagiò dannatamente scomodo. Non era senz'altro una delle camere operatorie più sterili e all'avanguardia del continente ninja, ma il medico era sicuramente uno dei più capaci. Quest'ultimo non sembrava infatti preoccuparsi troppo dell'attrezzatura chirurgica, non subito almeno, d'altronde non doveva aprire o ricucire tessuti, quanto invece ricrearli. Nessuna traccia di protesi, nessun sostegno artificiale, Fuyuki si trovava lì ad attendere che succedesse qualcosa e incredibilmente non aveva la minima idea di che cosa. Anche Kakumei era quantomeno confuso: conosceva l'abilità medica di Mira, aveva sentito la storia di Matsuda, e anche quella di Kurewa, ma non l'aveva mai vista ricreare un arto in quel modo, se è questo che avrebbe fatto. A ogni modo, la donna scoprì la benda, non potendo fare a meno di notare come qualcuno se ne fosse preso cura. Di certo non Kakumei, non aveva mai avuto basi mediche a differenza di Naum, e di certo in qualche mese non poteva essere diventato un esperto. Era un lavoro certosino, fatto con cognizione di causa:

Mira - Chi se n'è occupato? Chiese a quel punto, prevedibilmente. Fuyuki non aveva mai menzionato un'altra persona nei rapporti che aveva mandato a Mira, a meno che non fosse qualcuno incontrato negli ultimi sei mesi di buio totale.

Fuyuki - Un uomo conosciuto durante il mio primo viaggio. Mi ha insegnato come fare... e quantomeno, ho potuto tenere pulita la ferita.

Mira si fermò un attimo, dando la giusta importanza a quelle parole. Era di vitale importanza che nessuno potesse mai ricondurre loro al paese del Cielo, in quel periodo così critico almeno. Dovette chiederlo, sebbene non ritenesse affatto stupido l'uomo che avesse davanti: Chi è? Che cosa sa di te e della ferita?

Fuyuki - Un Chunin del Paese del Gelo, o meglio, un ex shinobi in conflitto con il Daimyo. Quanto al resto... abbastanza da far sì che mi vedessi costretto a trasformare quel sa in sapeva.

La donna gli concesse uno sguardo, seria in viso: Bene allora, aveva fatto un buon lavoro. Sapeva di potersi fidare, se avesse voluto incastrarla o tradirla in qualche modo, avrebbe avuto mille occasioni in quell'anno. Chouko Yamanaka era una di queste, e Mira sapeva bene l'odio che quell'uomo provava nei suoi confronti. Eppure, lo Hyuga aveva collaborato per rinchiuderlo nuovamente. Di qualsiasi cosa avesse voluto parlare Fuyuki dopo l'operazione, sapeva che avrebbe in qualche modo giovato a entrambi, in un rapporto di convenienza che avrebbe portato frutti con entrambi nel pieno delle forze.

Fuyuki - Tutto sommato, si è reso utile. Poi sorrise, scambiando un'occhiata complice con Kakumei - È ai piani inferiori, comunque. Te lo presenterò volentieri, dopo l'intervento. Anzi, vedi quella pergamena lì? Indicò una piccola pergamena vicino ad alcuni strumenti portati da Kakumei, quando aveva preparato la camera per l'operazione. Mira sembrò confusa ma non preoccupata. Sembrava stesse provando a stuzzicarla nella maniera che piaceva a lei, e questo, beh, Kakumei lo sapeva bene. Il ragazzone non se la cava male ad abilità mediche. Se dovesse servirti una mano, ti basta una penna. Scrivi su quella pergamena qualunque cosa possa tornarti utile, da parte sua. Ti raggiungerà e sarà felicissimo di aiutarti, ti do la mia parola.

Intervenne Kakumei a quel punto, bacchettandolo con un sorriso sornione: Non roviniamole la sorpresa, non fare il maleducato.

Fuyuki - Una brutta abitudine alla volta, cerca di essere paziente.

Mira sorrise, probabilmente per la prima volta da quando era tornata al covo. Qualsiasi cosa fosse, adesso bramava di saperla. Una cosa per volta però, doveva prima occuparsi di quella gamba. Che avesse fatto una sorta di lavaggio del cervello al Chunin dopo averlo catturato? E anche se fosse in che modo? No, se c'entrava una pergamena doveva necessariamente essere una tecnica, un sigillo di incredibile potenza. Qualcosa che potesse piegare il libero arbitrio? Fuyuki Hyuga conosceva una tecnica del genere? Kakumei sembrava tranquillo, ma se l'avesse usata anche con lui? Lasciò andare per un attimo la gamba, allontanandosi verso gli intrugli, per avere qualche altro minuto per pensare. Per utilizzarla doveva scrivere nella pergamena, quindi qualsiasi cosa facesse, a prescindere da come potesse attivarla, aveva bisogno di quegli strumenti. Doveva calmarsi, se avesse potuto, l'avrebbe utilizzata contro Ryuzaki, quindi doveva essere un rituale lungo o complesso, non avrebbe mai potuto usarla contro di lei. Doveva saperne di più, ma intanto, per sicurezza propria e del paziente, era meglio mandarlo nel mondo dei sogni.

Mira - Ok allora, cerchiamo di curare questa gamba... e poi parliamo. Spero che al tuo risveglio, avrai un dolore fantasma in meno.

Gli iniettò l'anestetico e attese che si addormentasse prima di proferire nuovamente parola. Ci vollero pochi secondi, poi, nonostante la stimolazione uditiva della donna, Fuyuki sembrava beato tra i propri sogni. Kakumei la anticipò prima che potesse aggiungere qualsiasi altra parola, dopo essersi accertato anche lui che il ragazzo non potesse più ascoltarli:

Kakumei - E' un sigillo di contratto molto più potente del normale, ma le vittime devono essere consenzienti o inermi. Niente che possa utilizzare contro di te senza combatterti. E considerando che lo spirito di Mira continuava a vegliare su di lei anche mentre il corpo dormiva, grazie a Yusekai, non l'avrebbe di certo colta mai di sorpresa.

Mira - E' impressionante, Kakumei. Spero tu capisca che cosa comporta una tecnica del genere. Deve essere mia. I suoi occhi brillavano, e le Anime Nere infuriavano intorno a lei come tossici davanti a una succulenta dose. La spia la tranquillizzò, se Fuyuki ne aveva parlato apertamente in quel modo un motivo c'era.

Kakumei - Vuole insegnartela di sua spontanea volontà, ma non penso sia soltanto una dimostrazione di lealtà.

Mira - E che cosa vuole in cambio? Ci arrivò nel momento stesso in cui lo chiese. Fin da quando si erano incontrati per la prima volta, dopo la storia di Yason Mori, lo Hyuga non aveva mai nascosto di voler uccidere Kai e lo Yokai di Konoha, e quest'ultimo era ancora vivo. Voleva sostegno, un aiuto per sconfiggere uno dei ninja più potenti del continente.

Kakumei - E' una tecnica sensazionale, ma vuoi davvero dichiarare guerra al mondo per averla? E' lo sbaglio che ha ucciso Shinan prima e Jagura dopo.

Negli occhi di Mira... libidine. Non era la tecnica in sé, ma cosa questa simboleggiava. Quanta conoscenza celava ancora quel mondo? Che cosa avrebbe dovuto fare ancora per arrivare alla Conoscenza Universale? Per una volta nella sua vita le sembrò di poter arrivare a ogni cosa semplicemente allargando le braccia e le mani, ma Kakumei aveva ragione, non doveva cadere in stupidi errori. Era il motivo per il quale esisteva Yurei a Sora no Kuni e Mira al di sotto delle isole, sulla superficie della terra.

Mira - Fidati di me, Kakumei.

~ ~

Aveva preparato tre intrugli diversi per quella specifica operazione, ma il lavoro principale lo avrebbe fatto il chakra che stava concentrando. Non era la semplice energia "azzurra" di ogni ninja, ma nemmeno la tipica curativa che erano soliti usare i medici, ma un altro tipo di forza. Sulla mano della kunoichi, su tutte e cinque le dita, comparvero dei kanji fluttuanti, di colore verde, che messi vicini all'arto mancante dello Hyuga, cominciarono a roteare su se stessi prima, e a scambiarsi di posto tra di loro dopo. Mira rimase concentrata al massimo per lasciar fluire la forza su dove sarebbe dovuta trovarsi la gamba, e vide piccole particelle di energia scontrarsi, emanando luce ed energia concreta. Kakumei ne fu stupito: non lo aveva imparato da Matsuda, era qualcosa che aveva più a che fare con Kurewa. Stava agendo a livello cellulare? Non ne capiva molto, ma riuscì comunque ad apprezzarne la particolarità. Il processo non durò troppo, giusto una manciata di minuti, prima che qualcosa comparisse lì dove non doveva esserci più nulla. Erano le ossa andate perdute dopo il taglio del sicario di Ryuzaki: la tibia, il perone, il talo, il calcagno, fino alle ossa metatarsali. Quell'energia aveva ricostruito un tessuto osseo umano, e non era una protesi, quelle erano le vere ossa che lo Hyuga aveva perso. La donna dovette fermarsi però a quel punto, notando come alla ricostruzione delle falangi e dei primi tessuti muscolari, qualcosa cominciasse a rigettare quel chakra miracoloso. La donna si allontanò, aggredita di fatto da un'aura nera, satura di elettricità, che scosse l'intero corpo del Jonin.

Mira - Ma che diavolo?

Ci riprovò più volte prima di rendersi conto di dover necessariamente lasciar perdere: più la donna provava a irradiare l'osso rigenerato, più l'aura oscura diventava aggressiva, aumentando la temperatura al punto da ustionare la pelle stessa di Fuyuki.

Kakumei - Proviene dalla cicatrice del sigillo forzato. E' come se fosse rimasta una traccia dentro di lui che respinge il tuo chakra

Mira gli scoprì il punto in cui si trovava la cicatrice, e in effetti sembrava si stesse espandendo una macchia nera attraverso le vene, e il suo sistema circolatorio del chakra.

Mira - Non si è ancora espanso troppo, penso di poter rendere quell'osso una sorta di protesi "naturale" continuando a lavorarci, ma non potrò più usare il chakra. Kakumei, tu prova a fare qualche ricerca su questi effetti... non ho mai visto niente di simile.

La spia annuì e lasciò la camera, mentre Mira continuò a lavorare sull'arto cercando di trattarlo con i suoi intrugli. In quel modo, passarono circa due ore, durante le quali la donna sembrava essere riuscita a creare una protesi con l'osso naturale di Fuyuki, creandogli un sostegno che gli permettesse di camminare. Non era quello il risultato che voleva ottenere, ma quantomeno aveva definitivamente curato la ferita, risolvendo l'eventuale dolore che ancora poteva assillare il ragazzo, e contemporaneamente generato un prolungamento del moncone fatto d'osso naturale, sebbene i tonici e gli impiastri utilizzati l'avessero leggermente rafforzato, per renderlo più resistente alle intemperie. Non avrebbe risolto completamente i problemi fisici e motori di Fuyuki, ma avrebbe dato un importante aiuto. Quanto a quel chakra nero, beh, rimaneva un mistero.

Quando lo Hyuga si svegliò, circa otto ore dopo, Mira era ancora nella camera, seduta su una poltrona portata lì in un secondo momento, immersa nella lettura di uno dei manoscritti del covo. Alzò lo sguardo dal libro quando il ragazzo provò a sollevarsi, ancora intontito per l'anestesia.


Mira - Bentornato. Lo vide guardarsi la fasciatura alla gamba, che sembrava palesemente più lunga di quando si era addormentato. Non sono riuscita a rigenerarla del tutto, ma ho creato una "protesi naturale" che ti permetterà di muoverti senza stampelle, quantomeno. Lo aveva accolto con un sorriso leggero, stanco ma soddisfatto. Poi si fece nuovamente seria: il tuo chakra ha qualcosa che non va, Fuyuki. Il sigillo che abbiamo forzato ha ancora potere su di te, in qualche modo. Non fosse per quello, avresti nuovamente la tua gamba in tutto e per tutto. I tuoi demoni sembrano non volerti abbandonare.

Specifica doverosa e importante: la tecnica utilizzata da Mira per curare la menomazione è questa:

CITAZIONE
Ijutsu - Innesco Cellulare (Limite: 4) [CHK: -17]
Tratti: Supporto, Ravvicinata, Jōzu

“Mira riesce a incidere sulle ferite fisiche a un livello maggiore rispetto alle tecniche base mediche, andando a ricostruire i tessuti attraverso un rituale di Chakra. Sulle punte delle dita di una mano della Kunoichi compaiono dei Kanji di colore verdognolo, che avvicinati a una ferita o a un arto reciso, ne ricostruiscono i tessuti.”

Effetti:
Ripristina 12 punti CRT/SLT.

Annulla l'eventuale danno da Sanguinamento subito nel Turno.

ma ha scopo puramente GDR ON, nel senso che non intacca minimamente il malus che derivava dall'arto mancante. In sostanza, Fuyuki potrà adesso camminare meglio di prima, con l'ausilio tuttalpiù di un bastone piuttosto che delle stampelle, ma non risolve il malus che dovrà recuperare con la Missione S, come deciso dallo Staff.

Per fare ciò ho chiesto consenso ai Narratori che mi hanno dato il via libera.
 
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view post Posted on 28/10/2020, 15:35     +1   -1
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Giunti a quel punto, non si poteva più tornare indietro. Dopo l'assenso di Namida, Kakumei non perse tempo e così, soddisfacendo con solerzia la richiesta di Mira, predispose la sala operatoria. Una volta al suo interno, il giovane shinobi si rese conto della più banale delle ovvietà: non pareva trattarsi di una vera e propria camera asettica - anzi, il rischio di contrarre un'infezione era piuttosto concreto - tuttavia a fare la differenza, in quel caso, sarebbe stata l'abilità del medico in questione. Già più di una volta, aveva avuto conferma di quanto potenti fossero i Jutsu della Dea di Yusekai e se lei per prima si trovava confidente ad operare in un simile contesto, uno come lui non poteva far altro che assecondarla e fidarsi della sua maestria. D'altro canto, non si trovava in un ospedale e, probabilmente, lontano dalle comode mura di un villaggio, non avrebbe potuto trovare di meglio. Nella sua vita, dopotutto, aveva sempre fatto affidamento sulle capacità di Chiaki... e a conti fatti, sua moglie lo aveva sempre salvato nei posti più disparati e meno sterili. In tal senso, certo che le abilità di Yurei non fossero da meno, non poteva obiettare in alcun modo. Così, mentre la spia ultimava i preparativi, lui fece altrettanto: si privò del suo equipaggiamento, consegnandolo all'uomo, prima di indossare il camice operatorio e di accomodarsi sul letto in cui sarebbe stato operato chirurgicamente.
Fu proprio allora, durante quel breve scambio di battute, che il ragazzo ebbe modo di stuzzicare la curiosità della sua interlocutrice. Fanculo alla prudenza, pensò - e fanculo anche a Kakumei, adirato per aver rovinato la sorpresa. Yurei gli aveva servito su di un piatto d'argento l'occasione per ottenere la sua piena attenzione e lui, senza alcun timore, l'aveva colta. Con poche parole, aveva di fatto messo la kunoichi al corrente di alcuni dei dettagli più succulenti del suo Jutsu più subdolo, l'Hi no Hagyou, la Dominazione del Fuoco. Una tecnica che aveva sempre custodito gelosamente, ma che era pronto a condividere con la donna che aveva di fronte, in cambio del giusto compenso: la sua piena attenzione e collaborazione per estirpare le radici cancerogene che minacciavano di corrompere la sua amata Konoha. Quel tale che aveva controllato mesi prima, il Chunin del Gelo di cui nemmeno ricordava il nome, era rimasto sotto l'effetto del Jutsu fino ad allora. Anziché morire inutilmente, si sarebbe reso utile per dar prova alla Dea di Yusekai di quanto potente e temibile fosse quel Fuuinjutsu. Fu dunque con una smorfia compiaciuta dipinta sul viso, che Namida si sottopose all'intervento. Bastò una piccola iniezione, una dose somministrata con perizia tramite un accesso venoso, affinché i sensi lo abbandonassero del tutto. Non aveva mai sperimentato un'anestesia generale e ciò che provò fu... strano. Spaventoso perdere il controllo del proprio corpo in quel modo, ma anche piacevole, in un certo senso. Non si stupì del perché certi idioti abusassero di certe sostanze per diletto, a quel punto.
Tutto sommato, quella roba era buona.

EkNWK

Al suo risveglio, il fottuto anestetico aveva già compiuto il suo dovere in maniera impeccabile. Totalmente intontito e privo di dolore, se non un leggero fastidio all'arto operato, Fuyuki si stropicciò gli occhi prima di aprirli ed incontrare lo sguardo ammaliante del medico che l'aveva preso in cura. Assorta dalla sua lettura, Mira aveva atteso quel momento con pazienza - perché in fondo, era stato lui il primo a chiedere un confronto su ciò che sarebbe stato il suo futuro, all'interno dell'organizzazione. Cercandosi di mettersi seduto come meglio poteva, Namida non poté non notare come la fasciatura alla gamba si fosse fatta più estesa. La guardò perplesso, senza riuscire a comprendere a pieno cosa fosse accaduto. Era pressoché certo che la kunoichi avrebbe usato una protesi esterna, installandola affinché potesse tornare a camminare. Tuttavia, ciò che lei gli disse subito dopo, lo lasciò a bocca aperta.
- Tu... cosa? - provò a chiedere, senza però trovare le parole adatte per formulare una frase di senso compiuto. Non riusciva a credere alle sue orecchie. Era davvero possibile un prodigio simile? Se Mira non stava mentendo, aveva di fatto ricostruito l'arto mancante - o almeno in parte, a giudicare dall'imprevisto che aveva incontrato durante l'intervento. A quel punto, il giovane fu costretto a ricredersi. Le capacità di Yurei andavano ben oltre le conoscenze mediche di Chiaki, avvicinandosi invece molto di più a quelle del suo sensei, il maestro Seikatsu. Forse con una punta di compiacimento, la fanciulla avrebbe potuto gustarsi l'espressione meravigliata ed incredula del suo paziente. Smorfia che, poco dopo, tornò a farsi seria. La tentazione di saltare giù dal letto e provare la nuova gamba era allettante, ma si sentiva a dir poco esausto e ancora piuttosto debilitato dall'anestesia. Pertanto, si limitò a rimanere seduto sul ciglio del letto operatorio, con occhi impregnati di preoccupazione puntati su quelli della donna che aveva di fronte.

- Ne sono consapevole, Yurei. Negli ultimi sei mesi, ho iniziato ad avvertire dei... fastidi, chiamiamoli così. Mal di testa insistenti, nausea, talvolta anche veri e propri episodi di vomito. Dovrò trovare una soluzione a questo problema, prima che mi uccida. - commentò convinto, mettendo la kunoichi al corrente dei problemi che aveva riscontrato durante l'arco di tempo intercorso tra l'ultimo scambio di comunicazioni e il suo ritorno al covo - Ma del resto, non posso stupirmene più di tanto. Il sigillo che abbiamo forzato era dannatamente potente, tanto che avrebbe dovuto uccidermi. Già, era proprio questa l'intenzione dello Yōkai, vedermi morto... me e mia moglie.
Con la voce insozzata dalla collera, Fuyuki fece fatica a contenersi. Strinse entrambi i pugni con forza, quasi fino a farsi male. Sebbene fossero trascorsi quasi due anni, da quando Akane Uchiha aveva perpetrato il tradimento nei suoi confronti, la cicatrice che aveva ferito il suo animo bruciava con più ardore di quella che stava continuando a tormentare il suo chakra. Mira aveva ragione. I suoi demoni non volevano abbandonarlo.
- Voglio essere onesto con te. - una premessa strana, detta da un uomo che dell'inganno aveva sempre fatto la sua lama più affilata - Non avrò pace finché quella puttana non sarà morta... e con lei, i membri del Consiglio di Konoha. Se voglio che la mia famiglia e la mia gente siano al sicuro da una mente così subdola e perversa, devo estirpare questo cancro e prendere le redini della Foglia. Tuttavia, sai bene che da solo, anche tornando a camminare, non avrei alcuna possibilità contro un nemico così potente.
Non sembrava intenzionato a perdere tempo, né ad accettare un no come risposta. Questo Mira lo avrebbe compreso facilmente, del resto fin troppe volte Fuyuki aveva cercato di coinvolgerla nel suo progetto, cercando persino di appellarsi alla promessa che si erano scambiati prima di partire per la caccia al Ninja Dorato. Che sciocco, che era stato... proprio lui, affidarsi ad un vincolo fondato sulla parola di una persona. I Kami volevano punirlo per le sue menzogne, sicuramente.
- Non sono certo di cosa tu voglia esattamente ottenere dalla tua crociata a Sora no Kuni, ma un'idea me la sono fatta. In fondo, perché chiedermi di radunare dei Ronin erranti e senza signore, per poi inviarli al tuo cospetto... se non avessi intenzione di sostituirti a Masao Ryuzaki, prima o poi? Pensaci, la nostra influenza estesa dal Cielo al Paese del Fuoco... e poi chissà dove. L'unico ostacolo, tra noi e i nostri obiettivi... sono i nostri nemici. Ti ho raccontato la mia storia, Yurei e tu hai fatto lo stesso, con me. Abbiamo condiviso emozioni, sentimenti, informazioni... e sai bene, che non ti ho parlato per caso del mio Jutsu. Ora che il tuo fantasma è morto, ho bisogno del tuo aiuto affinché io possa liberarmi del mio. Ed una volta ucciso lo Yōkai, te lo chiedo...
Lentamente, scivolò giù dal letto. Inizialmente, si tenne ancorato ad esso con la mano destra, ma non appena fu sicuro dell'equilibrio raggiunto da entrambe le gambe, lasciò la presa. In piedi di fronte a Mira, dopo un anno intero trascorso a muoversi come uno storpio, Fuyuki mosse con cautela il suo primo passo. Poi un secondo, un terzo ed ancora un quarto. Lenti, sofferti e tutt'altro che armonici. Tuttavia, era quanto bastava affinché Namida si trovasse lì, ad un palmo dal naso dalla donna che lo aveva rimesso in sesto e che, al momento, rappresentava l'unica alleata influente su cui potesse sperare di contare. Così vicini, tanto che Mira avrebbe potuto avvertire il calore del respiro del giovane, se anche lei si fosse alzata dal suo scranno.

Chi oserà fermarci?

 
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view post Posted on 31/10/2020, 10:52     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Era come aveva intuito: Fuyuki voleva distruggere una volta e per tutte lo Yokai di Konoha e insediarsi nel Paese del Fuoco. Tirò fuori le sue motivazioni che investirono la donna come un fiume in piena, e si lasciò andare anche alle emozioni nel parlare in quel modo dei suoi nemici. Voleva sostegno, una spalla per quella crociata impossibile da realizzare da soli e Mira... lo osservava, riconoscendo in lui un fuoco che bruciando, avrebbe devastato tutto ciò che sarebbe riuscito a raggiungere. Era una bomba atomica da dover controllare, indirizzare, guidare, ma di una potenza spaventosa. Lo Hyuga aveva compreso l'obiettivo di Mira, ci era arrivato infine: lei non avrebbe mai affiancato Ryuzaki perché fedele ai suoi ideali, non le importava assolutamente nulla delle farneticazioni di un pazzo rivoluzionario che aveva mietuto migliaia di vittime senza nemmeno sapere perché volesse quel potere. Era una guerra di attesa, di trincea, e quando sarebbe stato il momento, Mira avrebbe affondato il colpo in nome dell'organizzazione di cui era leader. Non più però Kirinaki, quest'ultima era morta e non c'era stavolta possibilità di rinascita. Senza Kai, un nuovo vessillo doveva ergersi in nome della Conoscenza Universale. Quindi quella proposta, prevista in un certo senso, ma poterla sentire e osservare in maniera così diretta le fece un certo effetto. Creare un collegamento da Cielo e Fuoco, e lei avrebbe potuto far nascere una comunità di studiosi capaci di condividere il sapere di centinaia di anni di storia, senza distinzione di razza, rango, genere. Era un sogno che in lontananza cominciava a intravedersi, e con i giusti alleati e le giuste motivazioni, nessuno avrebbe più potuto fermare. Fuyuki si avvicinò alla donna, prima che lei gli andasse incontro sicura che fosse ancora troppo presto per sforzare in quel modo la gamba. Lo afferrò dalle spalle per dargli sostegno, e fu allora che tutto avrebbe avuto inizio: chi avrebbe osato fermarli? Gli mise una mano al collo e lo scaraventò verso la parete vicina, cominciando a baciarlo. Lo Hyuga si lasciò trasportare, e facendosi travolgere dall'onda delle sensazioni, le strappò letteralmente i vestiti di dosso, così come fece anche Mira. Dalla parete finirono sul lettino che fino a qualche istante prima ospitava un convalescente Fuyuki, ma che adesso avrebbe assistito alla danza dell'essere umano, niente di così primordiale e naturale come il sesso.

Un paio di ore dopo, Mira, Fuyuki e Kakumei si diressero nelle segrete, era il momento di vedere in che condizioni fosse Chouko ma soprattutto, testare la tecnica di cui aveva parlato Fuyuki. Il primo lungo strada, dopo aver attraversato l'intricata serie di cunicoli del dedalo, fu il Chunin del Gelo, completamente mansueto e immobile sul lettino della cella, con lo sguardo perso nel vuoto. Mira ne rimase immediatamente affascinata, ma niente a confronto delle sensazioni provate nel momento in cui lo Hyuga le fornì la pergamena con tutto quello che aveva già scritto su di lui. Erano... ordini, e per la donna non fu difficile pensare, dopo quello che le avevano già detto Fuyuki e Kakumei, che la vittima non avrebbe potuto sottrarsi a questi. Era il momento di fare un test dunque, e con un cenno, Mira ordinò alla spia di aprire la porta della cella. Entrò, avvicinandosi fino a essergli a un palmo dal naso, e gli prese a quel punto il polso della mano destra. Fece comparire un singolo foglietto di carta bianco affilato, e lo passò lungo la vena più superficiale del ragazzo. Cominciò a sanguinare copiosamente e sul suo viso fu possibile vedere una smorfia di dolore, sebbene non sembrava intenzionato a far nulla per reagire. Mira scrisse a quel punto sulla pergamena di lacerarsi anche la vena dell'altro polso, e fece due passi indietro per lasciargli lo spazio sufficiente. Il Chunin prese lo stesso origami e, incredibilmente, seguì la vena speculare in tutta la sua lunghezza visibile. Fuyuki poté vedere la donna tremare, stringere le mani in due pugni per cercare di celare quell'euforia, con poco successo. Prima che il giovane si dissanguasse definitivamente, scrisse nella pergamena di fare tutto ciò che fosse in suo potere per cercare di curare le ferite. Il ragazzo utilizzò così delle tecniche mediche abbastanza basilari, per cercare di richiudere le lacerazioni.

Mira - E' impressionante. Quali sono le limitazioni? Perché è ovvio ci siano se non hai mai pensato di usarla contro Ryuzaki.
 
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view post Posted on 2/11/2020, 10:22     +1   -1
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Lei non rispose, non a parole almeno. In certi casi, infatti, il corpo sapeva essere ben più eloquente. Travolto a sua volta dallo stesso impeto carnale, Namida non oppose alcuna resistenza al volere della kunoichi. Pensò a sua moglie, mentre le labbra di lei lo divoravano, fameliche. Un pensiero che, però, durò soltanto per un istante. Non perché non tenesse a Chiaki - che a conti fatti, rimaneva la donna della sua vita e avrebbe sempre avuto un posto in prima fila, nel suo cuore... ma perché, anche lui rimaneva un uomo, una volta spogliato dei suoi ideali, dei suoi obiettivi e delle sue convinzioni. La vendetta sullo Yōkai si sarebbe consumata, presto o tardi, perché così il destino aveva deciso. E con essa, lo shinobi avrebbe permesso alla sua famiglia di vivere senza il timore di essere messa sotto scacco dalla perfidia di Akane Uchiha e alla sua gente di essere guidata verso un futuro prospero, lontano dalla corruzione e dall'idiozia di un Consiglio sporco e poco lungimirante. Tuttavia, in quel momento, non vi era nessuno che potesse impedire all'istinto dei due amanti di abbattere la razionalità e prendere il sopravvento. Né la fedeltà, né la devozione. Rimasto lontano dalle attenzioni della bella Hyuga dalla chioma blu come la notte, Fuyuki lasciò che i suoi desideri più profondi guidassero il suo corpo in una danza lussuriosa, percorsa all'unisono dalla donna che aveva di fronte. Niente sentimenti, né emozioni. Soltanto semplice e crudo sesso. La famiglia rimaneva prioritaria, certo, ma i bisogni della carne non avrebbero potuto attendere un solo istante di più. Fu così che, accecato dai suoi istinti primordiali, l'ex ANBU consumò il suo rapporto carnale con Mira, suggellando in quel modo la loro alleanza.
Nel suo volto, un ghigno mentre la privava con ferocia dei suoi indumenti. Non avrebbe mai potuto chiedere di meglio.

EkNWK

Una volta ricomposti, fu chiaro quale sarebbe stato il passo successivo. Del resto, Namida aveva saputo stuzzicare con sapienza l'ossessione della sua alleata ed era palese che, quanto prima, avrebbe chiesto di tastare con le sue mani la portata del Jutsu di cui si era tanto vantato. Al fianco di Kakumei, i due ninja entrarono nella cella del prigioniero, il Chunin di Shimo no Kuni che era stato sottoposto alla Dominazione del Fuoco e che adesso se ne stava lì, seduto sul ciglio del letto. Tutt'altro che minaccioso, anzi, mansueto come un cagnolino che scodinzola per ricevere le carezze del suo padrone. Il giovane lasciò che fosse Yurei a condurre il gioco, permettendole di testare direttamente quanto pericolosa potesse essere quella tecnica. Lui si limitò ad osservare, rimanendo alle spalle della donna e gongolando, tentando di trattenersi dal mostrare una smorfia perfida.

2WguwB

Non ci riuscì, però. Dopotutto, perché nasconderlo? Perché mai avrebbe dovuto camuffare l'eccitazione nel vedere quella donna nuda e spaesata, ancora una volta, di fronte a ciò che lui le stava offrendo per consolidare il loro patto? Ad ogni goccia di sangue che colava dalle vene recise della povera vittima, ad ogni fremito di Mira, Namida veniva attraversato da un brivido. Una scarica spaventosa, qualcosa che esulava dalla semplice adrenalina o dal sadismo. Era qualcosa che andava ben oltre, un compiacimento che nasceva dalla consapevolezza di poter meravigliare e terrorizzare qualcuno al tempo stesso. In poche parole, di poterlo manipolare. Qualcosa che in parte aveva tentato anche di fare con lei, con successo. Un potere che, però, adesso era pronto a condividere proprio con quella kunoichi, colei che al suo fianco avrebbe estirpato il cancro che tormentava Konoha e che poi si sarebbe resa protagonista di chissà quali imprese. Mira era ambiziosa, proprio come lo era lui. E dopo aver consapevolmente accettato se stesso, dopo aver smesso di fingere di essere qualcun altro, un giustiziere o uno shinobi dal cuore puro e impavido... Fuyuki non vedeva l'ora di scoprire fin dove quel desiderio li avrebbe condotti. Perché in fondo, quello era solo il primo passo di un'ascesa inarrestabile.
- Osserva con attenzione. - sussurrò, sfilandole la pergamena dalle dita e iniziando a scriverci sopra. Obbedendo al comando impartito, la vittima iniziò a recidere, con lo stesso origami che lo aveva sfigurato, la base della nuca. Privandosi di un ciuffo di capelli alla volta, impiegò un minuto appena per rasare completamente la parte interessata e dare le spalle ai presenti, mostrando così cosa vi fosse impresso sul fronte occipitale del cranio. Un kanji di puro chakra, appena visibile ma impresso sulla pelle come un marchio. 支配 Shihai, Controllo. Lasciò che Mira metabolizzasse la cosa per un paio di secondi, il tempo necessario per scrivere ancora qualche parola sul rotolo. Fatto ciò, mostrò la produzione della sua perfidia, sbattendolo letteralmente in faccia a Yurei.

CITAZIONE

Tra un minuto, togliti la vita.


- Per stipulare il contratto, è necessario tracciare il kanji non solo sulla vittima, ma anche su un rotolo. Per quest'ultimo, tuttavia, sarà necessario adoperare il sangue del malcapitato e il proprio, così che il patto venga suggellato con successo. A quel punto, la sua vita sarà racchiusa in una pergamena e consegnata al tuo volere. Niente di complicato, dunque, se il tuo obiettivo è inerme... ma capirai che, con Ryuzaki e la sua scorta, riuscirci andava oltre le mie possibilità. Tuttavia... - lasciò volutamente la frase in sospeso, permettendo al tempo di scorrere e far sì che la lancetta dell'orologio, che pendeva sulla testa di quel povero bastardo come una spada di Damocle, scoccasse il minuto. Fu allora che, di fronte ad un Fuyuki freddo come il ghiaccio, il povero Chunin afferrò l'origami con decisione e lo fece strisciare sotto al mento, recidendo carotidi e giugulari, regalando così a quella cella l'olezzo della morte e della follia di quel Jutsu tanto affascinante, quanto temibile. Lo Hyuga non proferì nemmeno una parola, si limitò a non distogliere lo sguardo da quello della sua interlocutrice. Però, non appena il corpo dell'uomo si accasciò al suolo in una pozza cremisi, privo di vita, il giovane schioccò la lingua ed esibì una smorfia compiaciuta, anche se soltanto appena accennata.
- ... se tu dovessi trovare la via, qualsiasi cazzo di modo, per utilizzare il Jutsu su Ryuzaki, anche lui finirà sotto il tuo controllo. La mia tecnica non fa distinzione, tra uomini e cani.

 
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view post Posted on 4/11/2020, 11:40     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Era un bambino in un brodo di giuggiole, immerso in uno sguardo quasi malsano. Provava puro piacere nel vedere quel connubio di manipolazione e sangue, avrebbe potuto eiaculare perfino, di nuovo. Mira non se lo perse: non lo aveva fatto per quanto riguardo i movimenti del Chunin del Gelo, non lo aveva fatto nemmeno per Fuyuki. Era in quell'estasi perché convinto di poterla manipolare e ricattare con l'ottenere o meno quella tecnica, o era semplicemente godimento nel vedere la sua tecnica in atto? Onestamente alla Dea non fregava assolutamente nulla della risposta, non si sarebbe di certo posta il problema in quel momento, non prima di averla imparata almeno. Adesso sapeva come funzionava: lo Hyuga aveva bisogno del sangue della vittima trascritto su un rotolo, per siglare il collegamento. Perfetto, era tutto assolutamente perfetto. La donna si limitò dunque a studiare gli effetti degli ordini sul bersaglio, la sua eventuale resistenza, o riluttanza nel fare quelle azioni. Niente, assolutamente niente. Era morto, era un golem, era completamente sotto il controllo dell'utilizzatore.

Mira - Fammi vedere tutti i passaggi. Kakumei, tu pensa a ripulire questo macello, per favore.



Lasciò che l'uomo le spiegasse grandi linee tutte le fasi di cui si componeva la tecnica, il kanji da utilizzare, e in che modo avrebbe dovuto impastare il chakra. Le sarebbe bastata una prima linea teorica per il momento, ma era chiaro che tornando al Cielo avrebbe potuto dedicarcisi con più attenzione. Successivamente, si ritrovarono tutti nella sala comune, dopo che Mira aveva anche trovato il tempo per fare una capatina dall'unico prigioniero che le era rimasto, intenzionata probabilmente a usarlo come prima cavia per testare il funzionamento della nuova tecnica, quando sarebbe stato il momento. Fuyuki e Kakumei attesero dunque che la donna cominciasse a parlare, che spiegasse finalmente in che cosa consistesse il suo piano nel Paese del Cielo e quali sarebbero dovute essere le prossime mosse dei Tre. Era il momento di dare una nuova identità a una Nebbia che non poteva più considerarsi Piangente, anzi, non poteva nemmeno più essere considerata una Nebbia. La donna si posizionò oltre la scrivania sulla quale era solita scrivere, poggiando i palmi delle mani sul legno massiccio, volgendo quindi lo sguardo verso i compagni:

Mira - Quasi un anno dopo la morte di Kai, Kirinaki si è sgretolata. E' inutile fare ancora una distinzione fra quella che ho provato a ricostruire io e quella che ha fondato Kai. La verità è che ho sempre agito alla sua ombra, provando a capire i suoi sbagli, e a non ripeterli. Quando l'ho ucciso però, ho capito che quel nome, quell'ideale, sarebbe dovuto morire con lui. Per troppo tempo siamo stati protetti dallo strato di Nebbia Piangente, che ci nascondeva agli occhi dei nemici ma che nascondeva loro ai nostri. Da oggi, da adesso, non possiamo più permettercelo, perché i nostri nemici hanno un nome e hanno un cognome. I nostri nemici sono coloro che ostruiscono il passaggio a ciò che è destinato a divampare come un fuoco, un nuovo fuoco, già in vita e già famelico. Chiuse gli occhi, prendendosi un istante - Certo, saremo più visibili, ma è esattamente ciò che vogliamo. Ci nasconderemo alla luce del sole, facendo vibrare i nostri nomi, mentre operiamo alle loro spalle per unire il mondo. Ho ucciso per questo momento, gente che non doveva morire. Ho tradito, mi sono sporcata le mani di sangue di chi mi ha mostrato il suo amore, e tutto è stato per ciò che verrà adesso. Aprì una pergamena sul tavolo, spiegando quella che era la mappa del continente degli shinobi. Conficcò degli spilli di origami in due punti: Konoha e l'isola di Butsuon a Sora no Kuni.
Combatterò con Ryuzaki per distruggere Buraindo, e quando sarà al potere, lascerò che sia il popolo stesso a volere la sua testa. Li farò pregare, affinché l'unica persona capace di curare il cancro del loro paese, decida di salire al potere. Quanto a voi, ho bisogno di spie, di uomini capaci di seguire gli ordini, i vostri ordini.

Alzò nuovamente la testa, in alto, osservando i suoi compagni. Kirinaki era morta, la Nebbia Piangente si era definitivamente dissolta.

Saremo i primi chiarori della terra quando si dissipa la nebbia, le prime luci del Crepuscolo che anticipano l'alba. Yūgure. Luce dopo la Nebbia.

 
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view post Posted on 4/11/2020, 13:51     +1   -1
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Proprio come aveva previsto, Mira non esitò a chiedere ulteriori approfondimenti circa i dettagli d'utilizzo di quel Jutsu spaventoso e Fuyuki, chiaramente, acconsentì. Cercò di essere il più chiaro possibile, sebbene fosse noto ad entrambi che l'apprendimento di una tecnica così particolare avrebbe richiesto diverso tempo, nonché un numero di tentativi e cavie incalcolabile. Niente però che Yurei non potesse sopportare - del resto anche lei, proprio come Namida, era disposta a tutto pur di affinare il controllo su quel Fuuinjutsu così ghiotto. Terminate le spiegazioni, non appena Kakumei ebbe terminato di ripulire la cella dalle chiazze scarlatte che avevano accolto il cadavere del Chunin di Shimo no Kuni, i tre si spostarono nuovamente nella sala comune, per ascoltare quanto la kunoichi avesse da dire circa l'identità e lo scopo della Kirinaki che aveva costruito all'ombra del Ninja Dorato.
Il Jonin ascoltò con pazienza e attenzione ogni singola parola, con i gomiti appoggiati sui braccioli, la schiena incurvata in avanti e le mani incrociate sotto il mento, per offrire sostegno a quest'ultimo. Per tutto il tempo, venne attraversato da un fremito d'eccitazione. Mira aveva compreso perfettamente il valore strategico che la conquista di Konoha avrebbe offerto e per lo Hyuga, che fino a quel momento aveva soltanto fantasticato sul modo in cui avrebbe stanato e sterminato Akane Uchiha e il Consiglio della Foglia, vedere la punta dell'origami conficcata sulla mappa, nel cuore del Paese del Fuoco... beh, lo mandò letteralmente in estasi. Finalmente, dopo anni di attesa paziente e silenziosa dopo che il tradimento dello Yōkai si era consumato, qualcosa iniziava a muoversi. I loro sforzi combinanti, nonché i loro intenti per mettere a soqquadro la configurazione politica del Cielo e del Fuoco, avrebbero creato una fiamma inestinguibile che avrebbe divorato tutto ciò che avrebbe tentato, invano, di arrestare la sua dirompente avanzata. Ogni nemico sarebbe stato ucciso, senza esitazione. E i loro avversari, come la stessa Yurei aveva sottolineato, avevano un nome.
"Uchiha Akane e Ryuzaki Masao."
Sì, proprio loro. Presto o tardi, i tiranni che avevano segnato il destino delle rispettive nazioni sarebbero stati eliminati e al loro posto sarebbero subentrate nuove fiamme, pronte ad ardere con uno splendore rinnovato. Nuove luci, nate durante il crepuscolo dell'era dell'ingiustizia. Yūgure, Luce dopo la Nebbia. Sotto quel nome, i tre bagliori che costituivano i pilastri dell'organizzazione neonata avrebbero mosso le loro lame per cambiare prima le sorti della loro patria... e poi, chissà. Solo il tempo avrebbe potuto rivelare la reale portata della loro forza e i risultati che avrebbero potuto ottenere, unendo le forze con shinobi pronti a seguirli per vedere quel futuro glorioso realizzarsi.


- E così sia, Yurei. Nei miei prossimi viaggi, mi metterò alla ricerca di uomini che possano aiutarci ad annientare la tirannia che tormenta il Cielo e Konoha. Anch'io ho ucciso, senza pietà, innocenti. Uomini, donne, bambini. Per la mia famiglia, per il mio popolo, per me stesso. - lo disse senza abbassare lo sguardo, senza più vergogna. Il tempo di Shinan, del suo infantile progetto di Pace, era terminato ormai da un pezzo. Adesso, era tempo per Fuyuki per prodigarsi verso un fine più concreto, realistico... e soprattutto, grande. Ciò che era chiaro a tutti i presenti, era che la scia di morte che Namida e la Dea avevano seminato non si sarebbe interrotta, non quel giorno. Anzi, forse non si sarebbe interrotta mai, perché ci sarebbero stati sempre nuovi avversari, nuovi nemici che avrebbero opposto resistenza al loro progetto. Ma a quel punto, non aveva più importanza. Lo aveva già detto a Mira, prima di abbandonarsi al desiderio carnale nei suoi confronti. Chi avrebbe osato ostacolarli?

E continuerò a farlo, per le stesse identiche ragioni. Quando lo Yōkai e Ryuzaki saranno diventati cibo per vermi, sulle loro tombe sorgerà l'altare presso il quale il mondo intero inizierà a venerare il nome di Yūgure.

Era l'inizio di una nuova missione. Qualcosa che, per la pericolosità intrinseca che si celava in essa, poteva al tempo stesso costituire una duplice possibilità. Ma del resto, ormai da troppo tempo Namida camminava su di un filo sottilissimo, appeso sopra al baratro del fallimento. E come per tutte le sue battaglie, anche quella presentava solo due possibili esiti: vita o morte... e chiaramente, non avrebbe mai concesso ad Akane l'onore di sputare sulla sua tomba. Sarebbe stato lui, ad ogni costo, a cancellare il nome di quella puttana dalla storia e a consegnare nuova sicurezza alla sua famiglia e al suo popolo.

 
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