Missione B - 死 Shi - Il sicario, Fuyuki Hyuga - Sessione Autogestita #6

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view post Posted on 24/6/2018, 07:21     +1   -1
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Magione di Hatanake Ren.
27 ottobre 246, ore 4:58.

La luce perlacea della luna era smorzata da nubi nere cariche di pioggia, eppure le lacrime del cielo non erano sufficienti per estinguere le lingue di fuoco che travano divorando le colonne lignee e i fienili della magione di Ren Hatanake. Là dove la tranquillità aveva regnato grazie alla supervisione di uomini pagati assai miseramente, ora viveva morte e disperazione. Ovunque l'occhio umano potesse volgersi, esso avrebbe scorto macchie cremisi ad imbrattare superfici prima immacolate o fregiate di metalli preziosi, ornamenti privi di alcuna utilità di fronte alla furia distruttiva di chi aveva osato rompere quel perfetto equilibrio. Avvolto nel manto scuro acceso dalle nuvole rosse, il nukenin conosciuto come la Lacrima Cremisi avanzava a passo sicuro, calpestando la terra del cortile, la quale era divenuta, a causa della tempesta, una poltiglia di fango mista a sangue. Dietro di sé aveva lasciato una lunga scia di cadaveri; mercenari assoldati dal potente magnate che si rifugiava nella sua splendida reggia, soldati privi di scrupoli... eppure questo era solo una delle due facce della medaglia. Tra di loro si celavano giovani uomini, alcuni mariti, altri padri, morti solo per aver puntato sul cavallo sbagliato. I più fortunati, stavano ancora stramazzando al suolo in una pozza rossa maleodorante, chi con un grosso taglio sull'addome o la schiena, chi invece privo di uno dei suoi arti. Gli altri, invece, erano stati uccisi dall'ombra che aveva fatto esplodere il fienile nel cuore della notte.

Un mercenario che, semplicemente, era stato pagato più di loro.

Perché, in effetti, mentre Fuyuki Hyuga aveva sempre avuto abbastanza denaro per crescere due figli, regalare ogni tanto qualche attenzione alla moglie e comunque concedersi almeno due pacchetti di sigarette al giorno, quei poveri disgraziati non avevano potuto fare lo stesso con i soldi versati da Ren Hatanake. Un investimento pessimo - pensò il giovane - dato che le armi scadenti destinate alla sua protezione erano state letteralmente tagliate in due dalla lama ben affilata di chi adesso reclamava la sua vita. Anche se, in realtà, quel maledetto aveva sborsato un bel gruzzoletto per garantirsi i servigi dell'unico uomo rimasto in piedi di fronte a Fuyuki.
Nessuno sapeva quale fosse il suo vero nome, eppure in quell'ambiente insozzato di sangue tutti lo conoscevano come Shi, il sicario. Si trattava di un uomo sulla cinquantina, sconfitto sì dalle calvizie ma in possesso di una lunga barba nera che faceva risaltare le piccole iridi grigie incastonate nel suo viso come perle preziose. Raggiungeva tranquillamente i due metri di altezza e i possenti muscoli delle braccia bastavano per sollevare ed adoperare agilmente la possente ascia che si portava dietro. Non indossava nessun'armatura particolare, se non un esile pettorale che lasciava scoperto l'addome costellato di cicatrici. Non era certamente un asso nel muoversi velocemente, ma il suo fisico di certo bastava per incassare colpi in grado di frantumare il tronco di una quercia. Se ne stava di fronte allo Hyuga, brandendo con la destra la possente mannaia e osservando con fare minaccioso la distruzione che il suo nemico aveva portato con sé.

- Sapevo che il signor Hatanake fosse nel mirino delle nuvole rosse, ma mai avrei sperato di dovermi scontrare con Namida di Akatsuki. - disse con disinvoltura mentre avanzava di qualche passo, lasciando che gli stivali affondassero nel fango del cortile.

- Non sei obbligato a combattere, Sicario. - rispose d'impeto Fuyuki, accendendo una sigaretta - Torna a casa, vivi qualche giorno in più.

- E perdere così l'occasione di affrontarti? Oh, non credo proprio...

- Andiamo, sei un mercenario come me. Se parliamo di alcool e puttane è un conto, ma sono sicuro che non te ne frega un cazzo di morire per chi ti paga. Sbaglio forse?

- Sono un mercenario, questo è vero, ma non come te. Non so perché combatti, Namida, se per soldi o per fama, ma vedi...

Fece una pausa, durante la quale il filo della sua ascia si tinse d'una sfumatura celeste. Una scia di gelo l'avvolse, diramandosi dal ferro come un cancro, fino a raggiungere la parte superiore del manico.

- ... io lo faccio per sentirmi vivo.

Fu questione di un istante, prima che l'uomo lanciasse l'arma in direzione di Fuyuki. A questo bastò poco per schivare il colpo e notare, con la coda dell'occhio, come la lama avesse ridotto in poltiglia una delle colonne portanti del piano superiore, incastonandosi sulla parete retrostante. Il sicario pareva essere dotato di una forza sovrumana, ma sfruttando la propria agilità lo shinobi avrebbe potuto facilmente tenere a bada le sue offensive ed avere la meglio.

- Oh, il divertimento è appena iniziato. Mi chiedo solo perché tu ci abbia messo così tanto per arrivare qui, Namida...

- Sinceramente? Ero impegnato a scoparmi tua moglie.

- Non ho moglie, figlio di puttana.

Shi pareva visibilmente infastidito dall'insolenza del suo giovane sfidante, che di contro si lasciò andare ad una risata sguaiata. Gettò per terra il mozzicone consumato, prima di concludere.

- ... non ti sei chiesto il perché?

L'arroganza dello Hyuga fu però zittita dalla maestria del nemico. A questo bastò alzare una mano per richiamare a sé l'ascia, la quale durante la traiettoria aveva ferito appena il giovane sulla guancia. Il successivo urlo furibondo di Shi sancì l'inizio della battaglia. Per più di un'ora le lame dei due avversari si scontrarono, ma le scintille prodotte dal ferro erano solo gocce nell'oceano di fiamme che stava divampando ancora nel fienile. I cavalli fuggirono in massa non appena lo scontro fu entrato nel vivo. Il sicario non era solo forzuto, ma persino in grado di manipolare il ghiaccio sfruttando la sua mannaia, così da creare attacchi di una potenza devastante. E così, mentre le sue forze venivano meno, il soldato delle nuvole rosse veniva ugualmente provato dalla temperatura, che lentamente si faceva sempre più rigida. Ciò nonostante, nemmeno per un istante l'eremita pensò di avere la peggio. Oh, per quanto forte fosse, il sicario doveva essersi rammollito, passando il tempo con mercenari di quart'ordine come quelli assoldati da Hatanake. Lui invece? Beh, se voi viveste ogni giorno in preda al terrore di essere ucciso o di vedere la propria famiglia morire per mano di mostri come Jagura o Hyou di Akatsuki, certamente capireste di non potervi permettere il lusso di restare con le mani in mano. E quando infine, portandosi alle sue spalle sfruttando l'Hansha, Namida lo trafisse alla schiena con la punta della sua lama, lo guardò con disprezzo. Una sensazione che divenne disgusto quando tentò di riprendere le redini dello scontro sfilandosi la katana dal petto. Finì dapprima in ginocchio non appena i suoi polpacci furono squartati, poi esalò l'ultimo respiro quando, dopo essere stato proiettato al suolo, si ritrovò un pugnale conficcato nel cranio. Che delusione, pensare che il temibile Shi fosse solo polvere in confronto ai suoi veri nemici.

Così, dopo aver sterminato i tirapiedi di Hatanake, il nukenin entrò nella sua stanza sfondando la porta. Trovarlo con il byakugan non era stato difficile, specie perché, incendiando la foresta lungo il perimetro della magione usando dei bunshin, il ninja gli aveva impedito la fuga. Ciò che il giovane vide davanti a sé fu la figura di un inetto che indietreggiava in preda al panico, quasi senza respiro. In pochi secondi l'uomo inciampò, finendo seduto sul letto a baldacchino che toccava il soffitto di quella camera lussuosa. Un topo in trappola, nulla di più, nulla di meno.

- Risparmiarmi, ti supplico... posso pagarti profumatamente, dimmi il tuo prezzo e io ti darò il triplo.

Eppure, malgrado l'offerta fosse più che allettante, il nukenin avanzò, inesorabile, passo dopo passo.

- Ti prego, ho una figlia...

Si fermò, quasi come se fosse rimasto stupito da quella notizia. La verità era che ne era già a conoscenza. Oh, come avrebbe potuto non scoprire con il byakugan che una bambina si stava celando proprio sotto la rete del materasso? La prima cosa che si era chiesto, quando l'aveva individuata, era come diamine una creatura poco più grande del suo Aiko avrebbe vissuto dopo aver visto morire suo padre. Un uomo che, per meritarsi quel destino, si era solo rifiutato di accettare la proposta del suo concorrente, tutelato da Akatsuki, che gli intimava di smettere di commerciare. Questo gli era stato detto, quando gli era stato affidato l'incarico, una settimana prima: Ren Hatanake sarebbe morto per aver venduto foglie di tè fuori dall'orto di casa sua. E per quelle stesse foglie una bambina di sette anni stava per trasformarsi in un'orfana. Lui non era altro che la spada che avrebbe reso reali i desideri di Henzaki Kyuchi, l'uomo che aveva commissionato l'assassinio del rivale.

Ma perché allora un padre stava per ucciderne un altro? La risposta, ahimè, doveva essere trovata proprio nella domanda.

La sicurezza degli abitanti di Konoha dipendeva dalla salvaguardia della sua copertura, dal fatto che nessuno scoprisse che dietro la minaccia di distruggere il suo villaggio natale si celasse una menzogna. Non poteva permettere che Alba sospettasse un tradimento e per questo motivo era costretto a seguire simili direttive, ad uccidere innocenti a sangue freddo senza potersi opporre. Il signor Hatanake era stato coraggioso a non voler abbassare il capo di fronte a certi soprusi, ammirevole persino... ma in quel mondo i coraggiosi erano destinati a soccombere per mano dei potenti. In un certo senso, lo stesso Fuyuki non si trovava in condizioni diverse. Aiko era in ostaggio praticamente da quando era stato salvato dalle grinfie di Watashi, mentre la sua Amane era persino nata in catene, condannata alla misera esistenza di fuggitiva a causa delle scelte compiute da suo padre, un uomo che ogni giorno camminava in equilibrio sul filo di un rasoio solo per il bene della sua nazione. Oltre che alla Foglia, Namida doveva pensare alla sua famiglia... e se condannando quella bambina poteva evitare lo stesso ai suoi figli, lo avrebbe fatto senza pensarci due volte. E quando si fu voltato, mentre alle sue spalle l'uomo tentava invano di tamponare il sangue che usciva a fiotti dallo squarcio alla gola, l'eremita abbandonò la stanza, sapendo di aver protetto ciò a cui teneva. Era questo il mantra che, ogni maledetto giorno, recitava per riuscire a dormire.

Lui era il mostro che agiva nell'ombra per permettere ad altri di godere della luce del sole. Era stato un ANBU, ma lo sarebbe stato per sempre, anche senza una maschera a coprire il sangue che gli insozzava il viso.

 
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view post Posted on 28/6/2018, 10:06     +1   -1
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Artificial Flower's Lullaby

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Ora quella bambina diventerà un nemico giurato di Akatsuki.
Sappiatelo tutti.

Ben fatto takoyaki-boy, i caratteri minimi ci sono, i feels anche, mi sarebbe piaciuto vedere un po' di approfondimento combattivo ma nel complesso va bene anche così.

1000 P.ti Exp e 150 ryo per te.
(Certo che paga proprio poco l'Akatsuki)
 
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