| *L'anello mancante. Sembrava assurdo anche solo soffermarcisi sopra, eppure il Cantore mai avrebbe potuto negare che, al sentirle pronunciare quelle parole, il suo cuore avesse saltato un battito. Perché? Lo aveva già sospettato? Era un'inconsapevole rivelazione? E come poteva esserlo? Mahiru non sembrava trasportata da quel rilievo, non in quel momento almeno, e gli aveva appena confessato di non aver avuto successo... ma il fatto che quella ricerca l'avesse condotta da lui non poteva essere una coincidenza... o almeno, in quel dato momento, non vi suonò affatto.*
(Non può essere sfuggito nemmeno a lei, quel che è peggio... anche se non cambia nulla. La domanda a questo punto è una sola: perché non siamo diventati progenie? Io, Yumi, Kira, Keiichi-sama, lo stesso Otomika... siamo chiaramente entrati in contatto con la Tana, attraverso il Segno... ma perché non ci ha trasformati? O meglio, perché la nostra agonia dura così a lungo?)
*Continuò con il plurale, ben sapendo tuttavia come l'ultimo filo logico si riferisse unicamente a sé stesso. Nessuno degli altri discepoli dello Spettro d'Argento aveva avuto un contatto con la progenie simile al suo, nessuno era scivolato mai dall'altra parte, non coscientemente almeno... non che lui sapesse. E non che sapesse granché, dopotutto. Lo stesso fatto che lui fosse in quello stato e non gli altri poteva reggersi anche solo su questa eventualità, e allora il Segno non avrebbe avuto nulla a che fare con l'intera faccenda... assurdo che potesse essere, non era questa una possibilità che Hideyoshi poteva coscientemente escludere. Anche con in mano le conferme che Mahiru gli stava dando, e chiamarle conferme era già un azzardo, gli mancavano fin troppe informazioni riguardo la natura del Segno per poter fare collegamenti che non si risolvessero in mera speculazione. Perché questo aveva fatto per anni, e ad ogni miraggio di certezza si erano immancabilmente materializzate nuove domande, nuovi dubbi.*
(Ma il tempo sta scadendo. Lo sento, lo vedo... più vado avanti, più mi avvicino, più questa... cosa richiede da me sacrifici maggiori. E più sacrifico, più devo sacrificare, pena il rendere ogni passo compiuto fin ora uno sforzo senza senso, pena il condannare chi mi sta attorno ad un destino identico al mio... se non peggiore, lento e terribile. Se mai la verità arriverà, non credo sarò io a vederla.)
*Si ritrovò a pensare senza quasi volerlo, senza che la mente fosse ancora arrivata davvero a quel punto. La consapevolezza della propria dipartita, una assolutamente futile, era troppo straziante persino per lui, e il pensiero se ne andò così come era arrivato, lasciandolo né più né meno com'era, stretto nel proprio mantello accanto al fuoco. Qualcosa il lui avrebbe voluto parlare alla ragazza, comunicarle quello struggimento, ma uno strano sentimento lo tratteneva dall'aprir bocca. Un misto di risentimento, pietà ed orgoglio... qualsiasi cosa l'orgoglio potesse mai essere per lui, comunque. Voleva risparmiarle l'ennesima pantomima, non voleva che lo guardasse di nuovo come un moribondo... e, in qualche maniera, non poteva fare a meno di essere repulso da lei. Incapace di processare anche questa situazione, al Kokage non rimase che concentrarsi su quanto la ragazzina andava elaborando, al contempo evitando di incrociarne lo sguardo. E tuttavia nessun tipo di autocommiserazione avrebbe potuto tenerlo lontano dal reagire quando Mahiru, stabilendo un collegamento che a quel punto avrebbe dovuto essere assolutamente ovvio, almeno nella supposizione, menzionò la forte possibilità che a delineare i fondamenti della fuuinjutsu potesse essere stato uno Shura. Come un naufrago che si aggrappa istintivamente a qualsiasi appiglio per non annegare, Hideyoshi, per appena un istante, credette fermamente nell'esattezza di quell'affermazione. Volse lievemente il capo verso di lei, le palpebre assottigliate in uno sforzo di raccordo, di ricerca nella propria memoria per elementi che potessero aggiungervi legittimità... ma il mero tentativo tornò a farlo scontrare con il muro di incertezza che lo aveva spinto fin lì, che rendeva ogni ipotesi una fantasia ed ogni anelito di certezza un'ingenua pretesa.*
(Chi altri potrebbe essere stato? Chi altri avrebbe potuto possedere le capacità, o i mezzi?
Ma perché? E soprattutto... quando?)
*Era quella un'altra domanda di fondamentale importanza. Tra la teorizzazione della fuuinjutsu e la sua riscoperta da parte del Nidaime Kokage passava un periodo di tempo imprecisato, dubbio persino per Isashi stesso. Il suo Resoconto, danneggiato ed incompleto che fosse, su questo era chiaro: le basi erano già state gettate, e, benché il testo non lo dicesse esplicitamente, si poteva intendere che una tecnica di sigillo già esistesse. Isashi l'avrebbe meramente riscoperta e riadattata. O almeno questo era quello che Hide credeva, che Otomika aveva dato per scontato... o meglio su cui non aveva ritenuto di dover elaborare ulteriormente, dato che solo lui era stato in grado di utilizzarla effettivamente, di applicarla a sé stesso, controllarla e replicarla. Nessun altro. Il Cantore tuttavia non diede voce a simili dubbi, né riguardo le implicazioni del clan Shura, né riguardo la tara ereditaria del Segno, perché pressante era ancora il dibattito riguardo la natura della Tana, e specialmente degli esseri che la popolavano. Al momento, e considerato quanto era appena successo, si trattava della questione più impellente. Ascoltò quindi la risposta di Mahiru alla domanda che le aveva posto riguardo il suo isolamento, mimando la consueta quiete benché, complice anche il calore della fiamma e del tè in grembo, il corpo del Cantore fosse ormai tornato a pieno regime. La frenesia dei propri pensieri, dopotutto, era conferma sufficiente, e quando la giovane Shura gli espresse i propri dubbi essa non fece che intensificarsi. Benché il Kokage poco o nulla sapesse riguardo i Kashin, e specialmente riguardo il patto da stringervi, quanto aveva sperimentato e recepito fin lì fu sufficiente ad intimorirlo. Non tanto la prospettiva di essere divenuto una di quelle creature... e nemmeno la possibilità di diventarlo in futuro, inquietante che già fosse, quanto la possibilità che i propri ricordi potessero essere stati alterati, o che un patto simile potesse essere stato stretto. Specialmente l'ultima domanda che lei gli pose, poi... suonò qualche corda nel suo animo. Forse la situazione... forse la suggestione.*
"Ma... come potrebbe essere? Voglio dire, un patto dovrebbe richiedere la mia volontà, ed io non sono uno Shura... e se davvero ho perso la memoria, se è stata riscritta da qualcuno..."
*Si lasciò andare, lentamente, senza davvero avere un punto, non da subito almeno. Le dita nodose gli vennero in soccorso, sollevando la tazza verso le labbra per porre un freno alle parole. Forse per la prima volta in vita sua, posto di fronte alla propria, pericolosa ignoranza, Hideyoshi non aveva alcunché da dire. Da una parte la paura di non poter dire abbastanza, dall'altra quella di aver già detto troppo. Immagini nella sua mente; il vento in mezzo agli alberi, inarrestabile, incontenibile, i corpi dei propri ninja stritolati dalle radici, quella voce, i rovi a trarlo via da una fine identica. Ricordò di non ricordare, e il mero sforzo gli spazzò via la coscienza, come se si fosse scontrato con un muro di mattoni a velocità folle. Nel discendere, la tazza si lasciò dietro uno sguardo stralunato, una bocca spalancata ed un'espressione inebetita, vuota. Il tè bollente finì in parte versato sulle mani e sulle gambe. Ma Hideyoshi non vi badò minimamente. Era altrove, lontano, preda di qualcosa che gli era stato fatto vedere prima che accadesse, ma che, quando era accaduto, non aveva suscitato la minima reazione in lui.*
"Una voce tra le foglie, fatta di legno e vento... Ryu-dono... avrei potuto..."
*Mahiru avrebbe sentito la Corruzione del Segno farsi nuovamente forte nel Kokage, crescere come una marea inarrestabile dietro il fragile schermo di quel viso da bambino sconvolto. Una lacrima si affacciò all'orlo dell'occhio destro, correndo giù per la guancia scoscesa del ragazzo senza che ancora la palpebra non avesse battuto. Poi, ancora, quella voce dal petto del Cantore.*
"Pericoloso, troppo... si; tempo sbagliato, luogo sbagliato... questo non può permettere che accada. Shura no Mahiru tenta, ma non può salvarlo, nessuno può.
Questo aiuterà... aiuterà come potrà."
*Ripeté come il pupazzo di un ventriloquo, affievolendosi come una brezza alla finestra, scomparendo senza lasciare alcuna traccia prima che Hideyoshi si riavesse. Sbatté le palpebre due volte, acquisendo fuoco e consapevolezza di quanto era appena accaduto alla propria bevanda...*
"Oh-OH! Maledizione... perdonami Shura-san, è colato sul pavimento."
*... e null'altro. Non la possessione, non quanto aveva proferito un momento prima, non le ustioni sulle mani e sul mento. Niente. Quando ebbe finito con quella reazione, le rivolse lo stesso identico sguardo di quando si era svegliato. Stanco, consumato, sofferente. Sospirò.*
"Ti ho messo in una situazione pericolosa, di nuovo.
Sono senza speranza, non è così, Shura-san?"
GDROFF///Nella prima parte del post reagisco a quanto Mahiru dice subito prima di rispondere alla mia ultima domanda, lo specifico perché è un pochino ingarbugliata.///GDRON
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