Tutti gli occhi (e le orecchie, nel caso di Hikaru) erano per Shintou. Tuttavia, quando Jinsei aggiunse che pure lui ne aveva affrontato uno, e ci aveva addirittura stretto un patto, tutte le Lame si voltarono verso di lui.
«Una promessa di sangue?»Shitsuki lo guardò stupita, quasi impressionata, anche se sotto le corna la fronte presentava una piccola ruga di preoccupazione.
«Il sangue è sacro» intervenne Sue, subito ricevendo uno sbuffo divertito in risposta da parte di Kazora.
«Il sangue è sangue. È quello che ci fai, che lo rende sacro. Jinjin, hai promesso di aiutare un demone? Ardito, non so se darti del coglione o dell'eroe.»Il sogghigno della Vedova Bianca era di totale scherno, mentre la Templare poco lontana fissava Jinsei con apprensione severa. Sue probabilmente avrebbe propeso per il "coglione".
«Kazo-nee, piantala. Quel che ha fatto ha fatto. Il punto è...» sospirò Shitsuki con le mani sui fianchi.
«Hai sentito il Priore, Fratello Jinsei. Noi non siamo schierati, perché nessuna delle due fazioni significa qualcosa per noi. L'importante è che chi rimane in piedi alla fine non ci sia avverso.»Un giovane elegante dalla lunga e liscissima chioma nera si guardò la punta delle dita perfettamente curate.
«Non è necessario che una fazione per forza sopravviva.»La voce era calma e posata, e sembrava tessuta della stessa seta che componeva il suo prezioso kimono. L'uomo di fianco a lui, invece, era l'esatto opposto: enorme, una montagna umana, rozza e con un ghigno che si aprì rivelando una voce cavernosa.
«Esatto, Seishin ha ragione! Possiamo andare là e sterminarli tutti, se serve! Risolvere il problema alla radice una volta per tutte!»Partì una discussione animata, in cui tutti parlavano contemporaneamente, discutendo dei pro e dei contro, scommettendo su chi avrebbe fatto fuori quanta gente, e il vociare crepitava come tanti fuochi d'artificio.
Tuttavia, bastò un leggero colpo di tosse di Getsumoto Agiwara perché tutti si zittissero di botto.
«Fratelli e sorelle. Mie Lame, miei preziosissimi guerrieri.» Sorrideva benevolo, come un padre fa coi figli.
«Sono lieto che capiate la situazione. Ma Fratello Jinsei è arrivato di recente in mezzo a noi, e la parola di Jashin ancora non gli è chiara. È giusto che sia così, poiché ognuno di noi cammina un sentiero diverso, ma tutti procediamo diritti nella stessa luce di Dio.
Qualcuno ha una risposta per il nostro confratello?»Shitsuki annuì senza esitazioni, guardando negli occhi il suo ex collega Kiriano.
«Capirai da te se mantenere la tua promessa è la cosa giusta, Fratello Jinsei. Quando e se dovesse presentarsi di fronte a te la scelta, il volere di Jashin ti sarà chiaro... E la tua falce colpirà chi in quel momento starà attentando alla libertà di quel demone. Io...» Esitò qualche momento, guardandosi attorno.
«Personalmente li preferisco liberi, i Bijuu. Sono creature maestose, e chi li rinchiude si sente superiore a loro. Quando sono... Soltanto... Semplici umani.»Qualcuno ridacchiò, forte della sua superiorità da immortale.
«Lama Nera, qual è il tuo parere a riguardo? Tu, più di tanti, sai bene cosa significa stringere un patto.»La voce del Priore era sempre bassa e contenuta, ma gli occhi non vacillarono nemmeno per un istante. Voleva dire tanto, con quello sguardo, e probabilmente se ne accorsero anche i guerrieri lì presenti, perché le espressioni si fecero più serie e decise.
Il Generale doveva stabilire la linea d'azione del suo esercito.