Restoration or Destruction? Your choice, girls., Quest Medico da Guerra e Recupero per Egeria e Gaeshi (1* pg ambedue)

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view post Posted on 2/2/2018, 00:48     +1   -1
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Urako non reagì bene. Sbiancò e scappò verso il bagno, cosa che lasciò Shitsuki momentaneamente esterrefatta.

"Ma che... Ma per il braccio?"

Braccio che lei stringeva ancora, per la cronaca. E che non intendeva lasciare, visto che sarebbe stata la sua leva con cui minacciare la fanciulla penedotata.

«Scusami, eh...» fece all'allieva di Linfa, che ancora non si era presentata. «Vado a vedere cos'ha, aspettami un secondo per favore...»

Improvvisamente sapeva usare tutte le carinerie necessarie; era oggettivamente intrigata da quei poteri che l'altra le aveva mostrato, ma... Quella parte di lei che ancora era umana voleva sincerarsi che la cosa più vicina ad un'amica che aveva a Kiri stesse bene.
Inoltre, un'opportunità del genere era ghiotta per tutte e due: le avrebbe fatto piacere vedere Urako diventare più forte, più sicura di sé... Magari le avrebbe fatto bene. L'autostima può far miracoli.

Nascose il moncherino in una tasca interna del mantello e corse verso il bagno. Vi trovò Urako in fase catatonica, ma le diede giusto il tempo di sollevare la testa e recepire la sua presenza nel bagno.

«Senti... So di non poter capire quello che provi, e mi dispiace» esordì, parlando a voce bassa e cercando di essere più conciliante possibile. «Ma pensaci un attimo con più calma: opportunità del genere non si ripresentano. Chi ci doveva gestire ci ha mandate a spasso, e questa persona... Che sembra capace, a giudicare da cosa sa fare la sua allieva... È interessata a noi.»

Accennò con la testa alla porta del bagno, per indicare l'uscita.

«Prova almeno a venire a parlarci, no? Se vedrai che davvero non ti interessa e preferisci rischiare una trafila burocratica immensa per poterti specializzare, almeno saprai cosa hai rifiutato.»

Sembrava davvero traumatizzata, la giovinetta. Eppure... Cos'era successo di tanto tragico? Una persona si era mostrata poco sensibile al dolore, c'era stato del sangue... Ma Urako faceva tirocinio da prima di lei, era Chuunin e di sangue e arti mozzati doveva averne visti, no?
Quindi cos'era? Cosa la mandava a smattare in quel modo? Quale trauma faceva triggerare la giovane dai capelli scuri?

Purtroppo per Shitsuki, Jashin non le concedeva l'onniscienza. Solo i suoi cinque sensi di base e un'empatia davvero molto bassa con cui affrontare il mondo delle relazioni personali.

«Saremo in due, potremo capire meglio e darci una mano, nel caso... Poi te lo giuro, se vorrai scappare...» Lasciò in sospeso mezzo secondo di più quella parola, e non a caso. Il tono però non era cambiato, stava comunque cercando di farla ripigliare e ragionare di nuovo. Magari senza sventolare una falce a questo giro.
«...Non te lo impedirò.»


gaEo3EO


 
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view post Posted on 3/2/2018, 00:57     +1   -1
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Sente la porta fendere l'aria e un rumore di passi, accompagnato dal frusciare del mantello contro gli stinchi... di Shitsuki, si volta soltanto quando sente il suono della sua voce. Indecisa se sorprendersi per il fatto che l'altra stia perdendo tempo per cavare lei fuori dal bagno, per la sorta di empatia che sta dimostrando, o piuttosto se farsi consumare dal nervosismo e non farci proprio caso – che sarebbe la soluzione meno faticosa.
Fingere di non vedere, scappare, nascondersi, sono sempre le soluzioni più a buon mercato.

Sbuffa alzando lo sguardo verso il soffitto, un nodo alla gola tanto grosso che non riesce a mandarlo giù: “... n-non è... non è che non mi interessa” esala con una voce che quasi non riconosce - “è che non mi piace, Shitsuki.” Le fa venire la pelle d'oca.

“Queste jutsu così... strane. Innaturali” gracchia alzando i palmi delle mani verso l'alto e scuotendo la testa - “... è già successo una volta” sillaba improvvisamente granitica, come se di colpo i pensieri avessero trovato il filo giusto ed ora fluissero con maggior vigore, lo sguardo che riprende vita.
Così però non è che la aiuta a capirci di più.
Se ne accorge, deglutisce, prende un mezzo respiro e prosegue con maggiore energia: “sono già venuti. È venuta una persona a cercarmi qui, in ospedale. Mi ha forzata a seguirlo. E... ed è successo un casino...”
Troppe cose da raccontare, nessuna voglia di farlo nel dettaglio.
Specie l'epilogo di quella storia.
Come frantumare una persona in una manciata di giorni, insomma.
Non vuole che succeda di nuovo.


“Non mi fido, Shitsuki. È sinistro. E ci puoi giurare che scappo, se serve, ma... davvero credi che ci lascerebbe andare, se non lo volesse?” le domanda con un profondo canyon che va aprendosi tra le sue sopracciglia, scolpito dalla preoccupazione e dall'ansia. “Ho visto ANBU scorticati vivi, un'intera squadra, o inceneriti dal di dentro. Ho visto morti che camminavano con delle ferite mai viste. E quella lì taglia le braccia col chakra e se le fa ricrescere.
Per me sono tutti uguali.”

Parlarne non la fa sentire meglio: è come rimestare in una brodaglia puzzolente, che se ne stava buona buona sul fondo dello stagno.
Fantastico.
“Pensaci. Come mai un dottore tanto importante si interessa a due specializzandi in particolare, senza nemmeno conoscerle, con tutte quelle che ci sono in ospedale? Da quanto è che ci tiene d'occhio? …. da quanto è che ti sono... spuntate... quelle? accenna alle corna in testa all'albina con un cenno nervoso delle dita - “E se... se cercasse di farti qualcosa? Se... se cercasse di usare me come... - come cosa? Merce di scambio?
Come se fossero abbastanza affiatate da poter essere usate come reciproco ricatto.
Seh.
Non si erano picchiate in corridoio nemmeno troppo tempo fa?

Forse sta diventando paranoica.

Scuote la testa, porta le dita alle tempie e visto che ci siamo, le tornano anche in mente le scene in obitorio con la Sakamoto che la accoltella. Curioso, nonostante tutto è riuscita a tornare da quella donna e addirittura a tenersela come sensei. Evidentemente non le aveva fatto abbastanza male da indurle un po' di sale in zucca. Anche per la paranoia era servita qualche altra spintarella. Ok, calma...

“E va bene. Facciamo che mi lavo la faccia un minuto e esco. Ma Shitsuki...” e ha un'espressione terribilmente pallida e cupa - “alla prima cosa strana, io distruggo tutto quello che mi capita a tiro.

 
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view post Posted on 6/2/2018, 19:49     +1   -1

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La fanciulla è lì ad aspettarle. Composta, sorridente, tranquilla. Non c'è rimprovero né rabbia sul suo volto, ma una pacata e candida serenità. Costruita o reale che sia, difficile dirlo questa volta. Con la sua vecchia e nuova mano strette in un intreccio delicato, poggiato contro il basso ventre, le segue con gli occhi, senza però muoversi.

E' ad Urako che si rivolge per prima. Sorriso d'ordinanza, bello ampio e gentile, e occhi puntati contro i suoi, senza alcun timore. « Mi dispiace. » Fa senza fronzoli o ricami, diretta e ferma, per poi concentrarsi su entrambe. « Se siete convinte, dunque, vi invito a seguirmi. Ve lo garantisco, non ve ne pentirete! »

E dunque così è. Le ragazze seguirono la strana damigella lungo i percorsi dell'ospedale, scivolando nei meandri dello stesso. Lontano dall'obitorio, lontano dalle cantine, oltre... In posti dove sembra che stiano violando, che non dovrebbero vedere. Però cartelli di avviso non ne hanno visti, né di guardie o affini. Quindi proseguono, fino a quando la fanciulla non le porta in una stanza quadrata, illuminata ampiamente da luci al neon. Un pulitissimo color crema a dipingere i muri, mentre le mattonelle sono d'un rosso acceso, quasi pacchiano. Cos'è quella struttura... Beh, sembrerebbe in realtà una biblioteca, piuttosto che uno studio medico. Un tavolo al centro, che da la faccia a quattro porte sul lato opposto alla loro entrata, e diversi scaffali ricolmi di libri.

« Lasciate che mi presenti. » Fa subito dopo essere entrata nello studio la ragazza, zampettando quasi entusiasta verso il tavolo per sedervici sopra, verso di loro. I suoi occhi ora brillano di una luce diversa. Sono entusiasti... E con tanta passione quell'emozione è difficile da simulare. « Io sono Hirugao, e qui c'è il Dottor Linfa. Ditemi, volete iniziare subito? »

... Non mi sembra affatto che ci siano dottori, lì dentro.



 
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view post Posted on 8/2/2018, 15:45     +1   -1
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C'era un trauma, quindi. Un'esperienza decisamente sgradevole cominciata in modo similare. Shitsuki si fece seria e silenziosa nell'ascoltare la collega, e persino con la sua scarsa empatia umana poteva capire che la ragazzina era davvero sconvolta.
Chissà che cappero le era successo, oh.

«Ne so quanto te, Urako. Non ho nemmeno idea di chi sia questo Linfa... Ma una cosa so per certo.»
La guardò in silenzio per un lungo istante, occhi negli occhi.
«Io devo diventare più forte. Sviluppare il mio potere al massimo delle sue potenzialità. E sì, te lo concedo, quella ragazza è strana e non ispira bene... Ma non voglio perdere un'opportunità di imparare qualcosa di tanto utile, solo perché chi me la presenta è strana.»

Non doveva fidarsi di quella donna. Doveva solo tenere stretto il suo braccio tranciato, tirarci un morso e prepararsi a farla a pezzi nel nome di Jashin se avesse tentato di far loro qualche scherzo.

Alzò gli occhi verso le proprie corna, che svettavano libere sopra la fronte.

«Queste? Da poco, un paio di settimane al massimo. E cerco di girare coperta quando sono a Kiri... Perché ho parlato col Mizukage e lui mi ha assicurata che nessuno tenterà di farmi qualcosa. Però...» Storse il naso, scuotendo appena la testa. «Mi secca sentire costantemente i commenti della gente.»

I timori di Urako erano sensati per lei, ma futili per la Jashinista. Al contrario della più giovane, Shitsuki aveva la salda e ferrea certezza che il suo Dio la proteggesse, e che qualsiasi cosa le fosse successa sarebbe stato frutto del suo volere. Di conseguenza sorrise, annuendo decisa.

«Se cercherà di farci qualcosa, ci difenderemo con tutto quello che abbiamo. E se vorrai distruggere...» Sogghignò, schioccando la lingua sul palato. «Ti chiedo solo di lasciarmi qualcosa, non vorrai farmi annoiare no?»

Rise, per poi lasciarle il tempo di rinfrescarsi e raggiungere finalmente la ragazza misteriosa.
Questa aveva un nome: Hirugao. E le aveva portate in una biblioteca presentandole a un dottore inesistente.

"No beh, cominciamo bene."

Shitsuki sbatté le palpebre, sniffando l'aria senza preoccuparsi di sembrare un cane da tartufo. Le sue mani corsero, rispettivamente, alla falce sulla schiena e al braccio monco nella tasca del suo mantello.

«Io non lo vedo il Dottor Linfa.»

Non riusciva a celare un tono sospettoso. Che quella situazione puzzasse, era palese dal principio... Ma aveva spinto lei per seguire Hirugao, e ora non voleva ritrovarsi a dar ragione a Urako e ad ammettere che le aveva portate in una trappola.

«Puoi spiegarti meglio? Ovvio che vorremmo cominciare subito, ma dicci di cosa si tratta.»

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view post Posted on 17/2/2018, 18:15     +1   -1
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« Mi dispiace. »

Occhiata torva, nessuna parola.
Non riuscirà a farle credere di poter anche leggere il pensiero.

« Se siete convinte, dunque, vi invito a seguirmi. Ve lo garantisco, non ve ne pentirete! »

Questo lo vedremo.
Di nuovo, non si disturba ad aprire bocca.

La marcia silenziosa è scandita dall'eco dei loro passi nei corridoi bianchi e spogli, sempre più lontani dalle aree aperte al pubblico, sempre meno trafficati, sempre meno riscaldati.
A differenza di Shitsuki, lei chi sia Linfa lo sa perfettamente o meglio... ha letto una volta la presentazione stampata nei quarti di copertina di uno dei libri che si portava appresso lui, e le era bastata quella per levarle la voglia di proseguire nella lettura, perché più che la biografia di un dottore sembrava un'accozzaglia di sentenze incomprensibili.
A voler essere precisi, una roba simile faceva tutto tranne che presentare l'autore – quindi a conti fatti, lei di Linfa sa praticamente nulla. Le basta sapere che piaceva a certa gente: è sufficiente per considerare l'intera bibliografia di Linfa poco più di carta da macero, roba che avrebbe usato solo come fermaporta, d'estate, con 35 gradi all'ombra e umidità all'80%, e solo in mancanza di un oggetto migliore.

Non le importa se l'espressione di disappunto che le raggrinzisce il viso si fa più evidente di passo in passo, di svolta in svolta: quasi desidera che quella tizia veda chiaramente che non si fida, anzi, vuole proprio che lo veda. Vorrebbe che si togliesse dai piedi, che la lasciasse in pace, anche se è stata lei alla fine a decidere di seguirla. Nel frattempo la mente corre irrequieta verso ciò che non riesce ancora a vedere con gli occhi.

Come avrebbe potuto collegare la trasformazione di Shitsuki con quello strano, repentino interesse mostrato nei loro confronti dal sedicente dottore? Come prevedere qualche mossa infida?
Nei libri di medicina tribale – tradizioni non basate sul chakra, quindi roba priva di qualsiasi fondamento scientifico secondo la Sakamoto – ha letto di preparati medicamentosi, ottenuti mischiando polveri di ossa o corna di animali con acqua o altri umori organici. Per quanto la riguarda, Linfa potrebbe benissimo voler tagliare le corna di Shitsuki per una delle sue pozioni, magari mischiandole col suo sangue. E di certo uno studio così ricco deve raccoglierne un bel po', di quei testi da stregoni: una biblioteca sontuosa, in una stanza arredata con cura sfacciata.
Tutta quella roba deve essere costata uno sproposito e non è neanche di libero accesso a tutto il personale. Tutto ciò mentre tutti gli altri medici si accontentano dello stretto indispensabile che possono stipare nel proprio studiolo, affastellato in dei brutti scaffali di metallo.

Non è poi così difficile trovare motivi per essere seccata con questo signor Linfa, insomma: se li tira proprio tutti. Incluso il non essere lì, ed avere un'assistente cretina. Lascia che sia Shitsuki a parlare per lei, mentre volta il capo circospetta per controllare che la porta alle loro spalle non sia stata chiusa a chiave.

Con un'espressione simile, non ci si potrebbe stupire se avesse passato l'ultima mezz'ora a bere aceto di riso.

 
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view post Posted on 21/2/2018, 09:02     +1   -1

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Qualcosa sta cambiando, nella bella fanciulla dagli occhi falsi. La presenza delle due ragazze lì dentro la mette visibilmente a suo agio, in modo quasi... Morboso. E' contenta, si legge chiaramente dalla sua espressione e la sua mimica. Le sue mani lunghe continuano a carezzarsi l'una con l'altra, ad intrecciarsi e a strofinarsi. E' eccitata come se fosse lei a dover imparare qualcosa di nuovo.

Circa.

Però le domande di Shitsuki pretendono una risposta che sia diversa dalla semplice estasi della ragazza, considerando che effettivamente un dottore lì non c'è. Non si avverte nessuna presenza nelle altre stanze, non c'è nessuno oltre loro tre. Hirugao si sforza a riprendere il controllo di sé stessa, poggiando le mani sul tavolo e facendo un bel respiro, sorridendo alle due ragazze in modo meno inquietante di quanto stesse facendo prima. Torna la maschera gentile e ben ponderata. « Hai ragione, forse non sono stata del tutto chiara. » - muove quindi la mano destra, elegantemente, ad indicare i vari scaffali - « Questo è Linfa. Ormai il buon dottore è un concetto, più che una persona fisica, per quanto so per certa che esiste da qualche parte in questo ospedale chi li ha scritti... Però come voi, anch'io sono stata contattata da qualcun'altro per poter diventare una sua discepola, per apprendere ciò che ha da insegnare. »

Mentre Urako s'accerta che no, non sono bloccate lì dentro, la fanciulla prosegue con calma la sua spiegazione. « Quanto vi propongo di fare qui è qualcosa di estremamente pratico. La conoscenza di Linfa, per quanto è ben redatta in questi libri, è principalmente pratica. Dietro le porte alle mie spalle ci sono quattro pazienti, con cui potrete giocare a vostro piacimento. » - Mente? Oppure le porte sono così spesse? Perché se le due fanciulle volessero allungare l'orecchio per avvertire qualsivoglia presenza all'interno delle stanze, non avvertirebbero un bel niente - « Le due arti che volete apprendere sono opposte, ma si basano sullo stesso concetto: conoscere i danni che dovrebbero arrecare o prevenire. Alla fine, vi proporrò una specie di prova, così da poter vedere se avete appreso a pieno il tutto. Siete ancora convinte? Le ragazze ci aspettano. Sono qui apposta. »

 
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view post Posted on 22/2/2018, 15:17     +1   -1
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Tutta quella gioia... Perché? Cosa c'era da essere così felici? Era contenta della domanda?
"Che cazzo ha questa nella testa?" si trovò a pensare esasperata, e la mano sotto il mantello si mosse leggermente verso il moncherino della giovane. Per fortuna, al momento non ci fu bisogno di azioni di violenza: Hirugao spiegò che il Dottor Linfa era un insieme di libri, trattati e articoli più che una persona reale. Un collettivo di conoscenza raccolta in una stanza.
Per quanto assurdo, quel concetto era... Intrigante. Shitsuki si stupì, espressione facilmente leggibile sul suo volto semidemoniaco, e gli occhi saettarono sugli scaffali e i tomi ordinatamente disposti.

«Quindi... "Farsi insegnare dal Dottor Linfa" significa poter accedere a questi libri e al sapere che vi è contenuto?» chiese, cercando di interpretare come poteva quella strana situazione. Sbuffò aria dal naso, in una risatina ironica. «Ottimo. Sono sempre andata più d'accordo con le cose che con gli esseri umani.»
Perché i Jashinisti non erano esseri umani, ovvio. Erano prescelti, Figli, eletti: una categoria a parte, non ascrivibile a semplici mortali come quelli che incontrava tutti i giorni a Kiri.

Quattro porte, quattro pazienti, due medici che volevano specializzarsi in pratiche del tutto opposte.

"Non male."

Si tolse il cappuccio, si rimboccò le maniche, e preso dalla tasca un elastico per capelli iniziò a legare i suoi in una coda alta dietro la nuca, che se possibile metteva ancora più in risalto i marchi neri sul suo volto e le corna sulla fronte.

«Io ci sto. Tu vuoi diventare medico da recupero Urako, giusto?» chiese, più per conferma che altro. «Direi di cominciare dalla porta a sinistra. Io taglio e tu cuci. Lavoro di squadra, mh?»

Sorrideva, non solo per cercare di rassicurare la compagna palesemente più nervosa e a disagio di lei, ma anche perché quel tipo di insegnamento le piaceva. La pratica, su esseri umani che quindi potevano darle subito un riscontro del suo livello, era mille volte preferibile alla memorizzazione pedissequa di qualche nozione scritta su pagine polverose.
D'altronde, il suo primo approccio alla medicina era stato proprio quello... Anzi, lo era stato per entrambe, sotto maestri e influenze diverse, ma comunque uguale.

«Bene Hirugao, ci spieghi tu le tecniche quindi? Come funziona?»

Lei era pronta. Potevano cominciare quando volevano.

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view post Posted on 22/2/2018, 22:56     +1   -1
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post cortino schifosino per non arrivare alle calende greche

I secondi sanno scorrere atrocemente lenti, quando non sai cosa aspettarti.
Vero, la porta non è sigillata, ma quel fregarsi le mani...
Gli occhi le saettano dalle dita affusolate al volto della ragazza, nell'ansia di captare qualsiasi cosa: un gesto, un tic, l'ombra di un movimento che preluda a... qualcosa, ma senza risultato.

Che dire?
L'idea che non ci sia nessun Linfa è in un certo senso... rassicurante.
Nessuno Stregone Supremo che mischia pozioni con le ossa tritate delle kunoichi insomma; anche l'idea che tutti quei bei trucchetti di Miss Parrucca siano frutto di letture e sforzi solitari le suona più che attraente. Tanto allettante quanto poco chiara.
Nell'incertezza sull'esistenza o meno di questo Linfa, in sostanza, l'unica cosa di cui possono essere certe è la lunga catena di apprendisti giunta fino a loro – ammesso che la donna non stia mentendo per rendersi credibile. Un serpente senza testa, che tuttavia sa dove dirigere le sue spire senza cadere nel crepaccio che lo attende nella favola.

Troppo bello per essere tutto lì, perché se tutti sapessero farsi ricrescere le braccia solo leggendo un librone, non avrebbe nemmeno senso correre dietro a quella vecchiaccia acida della Sakamoto.
O no?
“I pazienti non sono giocattoli” rimbecca con severità la loro sedicente guida, prima di rispondere sul serio all'invito di Shitsuki: Shitsuki, che tra corna e tatuaggi sembra una che spacca i cu... che apre i sederi in due, insomma.
Pur nella scarsa convinzione, pur nella diffidenza che permane – ormai più per ostinazione che per un reale pericolo – non pensa che tornerà indietro. “Il discorso è lo stesso di prima” borbotta alla volta della sua collega, guardandola di sotto in su con aria seria: al primo sospetto, scatenare l'inferno - “e vedi di non chiudere a chiave nessuna porta, o non mi assumo la responsabilità di danni a persone, oggetti o attrezzatura.” - questo alla volta di Hirugao, con quella testarda ostilità che si tiene stretta più di quanto l'altra si tenga stretta la sua falce.

Il che sta per un “ok, andiamo”, anche se non così esplicito o entusiastico.
Dopotutto non le va di mostrare di essersi accorta di stare esagerando, almeno non così presto.

 
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view post Posted on 3/3/2018, 10:54     +1   -1

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La bella fanciulla si sta sciogliendo... E forse era meglio evitare che lo facesse. Quella sinistra e disturbante eccitazione che brilla nei suoi occhi è sempre più palpabile e penetrante, oltre che apparentemente immotivata. Non è semplice soddisfazione di aver trovato nuove leve, c'è qualcosa di molto più macabro nel suo sguardo... Di macabro e lascivo. Sempre seduta, si lascia andare ad un risolino, forse divertita dalle parole di Urako, ma rimanendo composta - almeno nei movimenti - si mette educatamente a rispondere alle due, una per volta.

« Sì, sarà così, più o meno. » - Anche la sua voce s'è fatta più morbida e viscida, tremendamente calda, appiccicosa. Incrocia le gambe. - « La teoria di Linfa vuole che il chakra medico prenda forma, così come qualsiasi altro chakra, sulla predisposizione naturale della persona che lo manipola. In teoria, dovrete apprendere la base delle rispettive scuole e poi vedremo come applicarla nei casi specifici. » Per quanto cerchi di mantenersi seria, quello stano timbro ora infesta l'aria, rendendola quasi pesante. Lo sguardo di Hirugao si muove dunque sulla più giovane delle presenti, sorridendo... Ammiccante. « Nessuno scherzo, tranquilla. Anzi, sarei molto lieta se lasciaste la porta aperta. Adoro guardare. Inoltre, posso garantirti che ai pazienti qui dentro l'idea di essere chiamati giocattoli... »

La porta a sinistra si apre di colpo, cigolando leggermente. Non si spalanca del tutto, ma da abbastanza spazio da permettere bene di vedere al suo interno. Una camera bianca, quadrata, con un lettino e strumentazioni. I dettagli sono offuscati, ovviamente, dalla figura che ora sta sull'uscio... Capelli nero corvino, tagliati a caschetto, occhi d'un profondo color legno e pelle chiara come il latte. Sorride, soddisfatta, quasi compiaciuta, nuda a mostrare le sue morbide curve, seppur sprovviste di forme sul seno, eccezion fatta per un paio di mutandine fin troppo caste per la figura. Hirugao. Un'altra Hirugao, con un'altra parrucca e con altri occhi. « ... Ci piace, e non poco. Volete raggiungermi? »




 
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view post Posted on 4/3/2018, 14:57     +1   -1
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Questa cosa. Cosa le ricorda?
Ha già sentito prima di quel momento lo stesso brivido lungo la schiena, la peluria drizzarsi sul collo, ma appena i ricordi le balenano nella mente li scaccia con astio: è passato del tempo, ora capisce con precisione sufficiente quale sia il problema e l'assale l'improvviso, seccatissimo desiderio di essere infilata in uno di quei camici medici troppo grossi per lei. Sì, quelli che poco ci manca che tocchino terra con le falde.
La mascherina.
E la cuffia per i capelli... insomma, qualsiasi cosa, tutto il necessario perché le viscide pupille di quella tizia non la sfiorino neanche per sbaglio. Si fa piccola piccola in quella dannata uniforme, che all'improvviso le sembra fin troppo aderente.

Che poi, se ci ripensa, probabilmente era l'unica di tutto il gruppo a non capire – grande guadagno, abitare isolata ed essere cresciuta nella beata ignoranza. Uno poi se ne va per strada e sbam! Ti trovi davanti roba da farti cascare i capelli, e ti chiedi se non fosse il caso di saperle prima, certe cose.
Ti trovi a chiederti se non fosse per quel motivo, che ---

Si accorge di aver praticamente trattenuto il respiro, forse ha pure messo su una faccia torva come poche altre volte: immobile, sposta rapidamente gli occhi da dove sono appena fallacemente caduti – le gambe incrociate di quella là – e intercetta la figura che si affaccia alla porta, sforzandosi di nuovo di non fissare troppo a lungo l'unica sua parte nascosta allo sguardo.
Per quanto riguarda il torso beh, forse ha trovato l'unica ragazza a Kiri ad avercele più piccole delle sue, ma non le sta abbastanza simpatica da farglielo apprezzare. Che roba è, sua sorella?
Non si può operare sui cloni, non può essere così oca da averlo dimenticato.
Forma del chakra medico, dice lei. Di nuovo un'occhiata rabbiuata a Shitsuki: l'unica ragione per cui non ha ancora mandato tutti a quel paese, è lei.



CITAZIONE
Date per assodato che se Shitsuki entra nella stanza, Urako la segue


Edited by -Egeria- - 4/3/2018, 15:40
 
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Shitsuki era sempre stata una persona pratica e diretta. Se si escludevano i momenti di mistica jashinista, dove per forza di cose l'evoluzione mentale e i voli pindarici a base di lame e sangue la facevano da padrone, la Agiwara avrebbe preferito in qualsiasi caso una rapida spiegazione e qualcosa di pratico, piuttosto che studi scientifici e teorie da calibrare.
Per questo Hirugao che le spiegava che avrebbero imparato le basi e il chakra si sarebbe poi modellato sulle loro attitudini era quanto di meglio potesse chiedere. Le rivolse un sorriso soddisfatto, e si tolse il mantello rivelando l'uniforme che portava sotto, correlata di sacche per i kunai e i vari accessori ninja. Al contrario di Urako, non aveva alcuna intenzione di mettersi il camice: Hirugao non lo aveva specificato, no?

Guardò piuttosto la seconda figura apparsa dietro la porta. I lineamenti erano simili, i colori diversi sì... Ma sembravano sorelle gemelle, e il modo in cui aveva parlato Hirugao lasciava intendere che ci fosse un legame tra i due esseri androgini.
Il perché volessero nascondere la propria natura penedotata non era sicuramente affar suo.

«Molto bene. Vediamo di non perdere altro tempo allora, mi piace questo modo di imparare medicina!»

Sogghignò e assieme al mantello si tolse le maniche che normalmente portava a coprire le braccia fino a metà bicipite. I marchi neri proseguivano sui gomiti, tracciando il triangolo cerchiato di Jashin con semplici e spesse pennellate.

Entrarono nella stanza. Shitsuki osservò la ragazza (o ragazzo? Senza trucco o accessori si faticava a capire a quale genere volesse appartenere) che si applicava elettrodi al petto e al polso, e le chiese come si chiamasse.
Non c'era un motivo particolare, pensava semplicemente fosse un buon approccio medico. Era una persona: mortale, quindi inferiore a lei, ma comunque una vita potenzialmente sacrificabile a Jashin. Aveva il suo valore.

Quando però affermò di chiamarsi Hirugao, le palpebre della Jashinista sbatterono due volte, confuse.

«Cosa? Hirugao?»

Indicò la donna fuori dalla porta.

«Ma anche lei si chiama Hirugao... E vi somigliate davvero tanto.»
Non così tanto da pensare a una moltiplicazione superiore del corpo, però. Sapeva che i Jonin e i ninja di alto livello erano in grado di creare dei Bunshin assolutamente identici all'originale... Ma lì c'erano delle volute e sostanziali differenze.

«Siete, emh... Parenti?»

"Sorelle o fratelli, che disagio 'ste cose. Me la sto complicando troppo."

«Cosa dovremmo fare, quindi?»

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view post Posted on 7/3/2018, 14:57     +1   -1

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Non so ben dire cosa fa nascere quella leggera risatina dall'androgina fanciulla. La confusione di Shitsuki, o il suo cercare di non etichettarla? Chi può dirlo. « Gemelle... In un certo qual senso. Sicuro è che abbiamo lo stesso DNA. » Non trovate anche voi estremamente urtanti le persone che non si spiegano bene? Io decisamente. Beh, trascurando la poca chiarezza, proseguiamo dunque con quanto succede. Hirugao, la nuova Hirugao per mettere i puntini sulle "i", si distende sul letto. Gambe strette, braccia tranquillamente distese lungo i fianchi, schienale leggermente sollevato per poterle osservare tranquillamente. Le scruta, con i suoi begli occhi nocciola, prima una e poi l'altra.

Sorride, serena. « Nel mio cuore è stata messa una cisti piena di veleno. » Esordisce immediatamente, senza alcuna preoccupazione nella voce, ma anzi, ammantata di una tranquillità che ha del ridicolo. E in effetti, qualcosa nell'elettrocardiogramma che non va c'è. I picchi sono leggermente sballati, chiaro segno che qualcosa disturba sul serio il battito. Hirugao solleva la mano libera, muovendo l'indice affusolato come a voler richiamare l'attenzione. « Ne approfitteremo per farvi studiare la prima pratica necessaria ad entrambe le vostre scelte mediche: l'attraversare la carne con il proprio chakra. »

Qualche secondo di pausa, per lasciar raccogliere tutte le informazioni appena messe sul piatto con calma, senza alcuna fretta, quindi prosegue. « Shitsuki, il tuo compito sarà attraversarmi con un filo di chakra fino a raggiungere la cisti, quindi solidificarlo per tagliare solo lo strato che sostiene il veleno, mentre Urako dovrà reggerlo insieme per poi estrarlo dalla mia pelle. Sono pratiche di base delle scuole mediche avanzate. Dovete imparare a mantenere il controllo sul chakra e sorreggerlo solo nei punti che vi interessano. Mi raccomando, se Shitsuki dovesse sbagliare, potrebbe danneggiarmi le pareti cardiache, o se Urako molla la presa troppo presto, il veleno potrebbe diffondersi rapidamente nel corpo... Causandomi la morte in ambo i casi. Quanto siete pronte, cominciamo pure.


... Sono così eccitata! »


 
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view post Posted on 8/3/2018, 22:09     +1   -1
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Artificial Flower's Lullaby

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Gemelle. A posto, non le serviva sapere altro né si sarebbe interessata ulteriormente alla relazione tra le due Hirugao. O i due... No, no, si erano presentati come femmine, cosa gliene fregava a lei di che avessero fra le gambe?

"Dovessi fargli analisi e roba che riguarda gli ormoni, sarebbe un problema di cui tenere conto. Ma devo soltanto..." Sorrise, avvicinandosi al lettino ospedaliero su cui la paziente si era già così volentieri sdraiata. "Tagliare."

Attraversare la carne era qualcosa che faceva da sempre, e molto volentieri. Lame, coltelli, pugnali, aghi, qualsiasi cosa avesse una parte minimamente tagliente aveva incontrato la sua pelle e quella dei suoi nemici. L'aveva tagliata, aperta, si era fatta strada fra tendini e cellule, aveva interrotto i loro saldi abbracci facendo fluire il liquido sacro che dava loro corpo.

Questa volta non freddo acciaio, ma chakra. Si tolse dalle spalle Chinuri e la appoggiò contro la parete, guardando la falce con sguardo di scuse.
"Quando saprò con sicurezza che ho la mano ferma, imparerò a farlo con i pesi addosso. Non voglio sfigurare... Non mi è più permesso sbagliare come tutti gli esseri umani."
Non era mai stata un essere umano normale. Ora, non lo era semplicemente più.

«Bene Urako, vediamo di coordinarci.»
Si mise di fianco al lettino, sul lato sinistro, così da rivolgere il fronte verso la testa di Hirugao trovandosela alla propria destra. In questo modo avrebbe avuto più spazio di manovra con il braccio destro, quello più forte e fermo, la sua mano dominante.
Appoggiò una mano sul petto androgino della paziente, sentendo il cuore che batteva sotto la pelle chiara.

«Ti conviene non eccitarti troppo Hirugao, un cuore che batte forte vibra parecchio. E non posso assicurarti che taglierò al primo colpo.»

La sicurezza di un Dio, l'umiltà di un Figlio. Shitsuki era entrambe, nella sua magnanimità, sconfinata quanto la sua modestia.

Rilassò le spalle, espirò lentamente. Il cuore era lì al suo posto, ora doveva solo farci passare dentro il filo di chakra... Più facile a dirsi che a farsi.

"Devo concentrare il flusso, materializzarlo come quando lo incanalo in Chinuri... Però più sottile."
La mano destra era sollevata a circa un palmo dal petto di Hirugao. Vi infuse il chakra, che prese a materializzarsi come un'aura azzurro scuro luminescente.

"Non è viola..." si trovò a pensare, quasi senza accorgersene. Non aveva avuto modo di esercitare il proprio flusso di chakra da quando era tornata dall'incontro con il Gobi, ma all'interno del Buio sapeva che anche quello era cambiato.
Avrebbe dovuto esercitarsi, richiamare il potere che Blu le aveva conferito, ma non era quello il momento. Doveva concentrarsi.

"Tu sei quella più precisa Urako... Che dici, può andare?" chiese, continuando ad assottigliare e centellinare il flusso. L'immagine che aveva in testa era di un filo che veniva attorcigliato più e più volte, in modo che restasse sottile ma acquisisse spessore e robustezza.
Non avrebbe tentato l'attraversamento fino a quando il suo chakra non fosse stato minimale, e solo a quel punto avrebbe guardato la Yakamoto.

«Pronta quando lo sei tu.

Dovevano agire insieme, e coordinarsi in maniera perfetta. O quello... O Hirugao sarebbe tornata ad essere numero singolo.

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view post Posted on 11/3/2018, 22:43     +1   -1
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Deve fare tutto parte di quel loro giochino cretino: il nome uguale, l'aspetto, le domande eluse e tutto il resto. È abbastanza certa che mostrare sorpresa non farebbe che aumentare lo stato di eccitazione delle sciroccate – e il viscidume di conseguenza.

Shitsuki si scopre con nonchalance, lei va a raccattare qualsiasi cosa le capiti a tiro e che possa isolarla dagli sguardi appiccicosi: per fortuna c'è proprio tutto. In pochi istanti si trova bardata come se dovesse guadare una fiumana di liquami infetti, mentre i primi “bip” irregolari dell'elettrocardiogramma fanno da contrappunto alle spiegazioni della paziente.
Dell'aspirante suicida.

Arriccia il naso da sotto la mascherina, segue un'occhiata enfaticamente esasperata alla volta di Shitsuki, che invece non sembra minimamente infastidita dalla valanga di assurdità che le stanno propinando. Ehiehi, aspetta accidenti a te!!
Si trova a trotterellare in maniera poco professionale verso l'altro lato del lettino, mentre l'albina già si appresta a lavorare con la stessa soddisfazione di una bambina che sta per mordere una fetta di torta. Al cioccolato.
Niente dà più soddisfazione del cioccolato.

Non ha fatto neanche in tempo a questionare sulla posizione rispetto la paziente, su... su un piano insomma, su cosa accidenti fare se qualcosa fosse andato storto.
Importa qualcosa?
Se non importasse, il medico operante non si sforzerebbe di fare riunioni prima di incidere; peccato che ora è la Agiwara a rivestire quel ruolo, e lei non sa nemmeno se certe cose il suo sensei glie le abbia spiegate. Non era quella raccomandata? Roba che con tutta la buona volontà, avesse pochissime idee sul protocollo da seguire. L'idea le innesca una discreta scarica di esasperazione giù per la schiena, ma è una situazione talmente inverosimile che non riesce ad essere preoccupata come dovrebbe. Neanche questo va bene.
Stringe i denti e si affretta a posizionare ambo le mani con le dita aperte attorno all'alone di chakra della collega, come a volerlo circondare coi pollici e gli indici disposti a rombo. Se è davvero la cosa giusta da fare?
E lei che ne sa?
Sta frugando disperatamente nella memoria, alla ricerca di qualche reminiscenza che le suggerisca come fa--- “Mmmh? Oh...” borbotta mentre fissa imbambolata una specie di cavatappi luminescente e sottile, proprio sul cuore della paziente. Non si aspettava di essere interpellata e non si ricordava quasi più di avere una paziente vera, come invece le ricorda il bip intermittente delle apparecchiature elettroniche.

Sbuffa pesantemente, facendo gonfiare la mascherina come un palloncino candido: deve accendere il cervello. È la prima volta che vede un coso del genere, lo fissa per qualche istante, decide che le piace... nonostante l'abbia fatto una raccomandata. Certo che Shitsuki ha u bel po' di fortuna, quella con la c maiuscola. “Ha l'aspetto di un buon risultato” commenta finalmente, annuendo per rinforzare il commento. Deve tagliare, no? Non suturare. Per suturare sarebbe troppo spessa, ma per tagliare andrà bene.
“Che dimensioni ha la cisti?” domanda a bruciapelo, appena il dubbio le bussa all'anticamera del cervello. Un'idea ce l'ha, o il cuore non potrebbe pompare in quel modo, ma sia lei che Shitsuki hanno bisogno di precisione; una volta ottenuta l'informazione desiderata avrebbe indirizzato un cenno del capo all'altra kunoichi, prima di iniziare a infondere chakra dalle mani aperte come un paio di ali di falco: un'emanazione circolare, in senso antiorario, come l'occhio di un ciclone attorno al cuore.
Avrebbe seguito l'affondare della lama di chakra restringendo sempre più il diametro della circonferenza, fino a ridurlo al minimo indispensabile per circondare quella maledetta vescicola. Cosa fare dopo... l'avrebbe deciso una volta avuta la prima certezza necessaria a proseguire.

 
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view post Posted on 22/3/2018, 22:51     +1   -1

The Pine

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« 17 - Ahn - millimetri » Un gemito, ma non è dolore. No, per niente. E' caldo, morbido e umido, piacevole all'udito in una maniera che ha dello sconfortante.

E qualcosa inizia a muoversi, oltre il chakra delle due ragazzi.

Le pulsazioni, per esempio, che iniziano a farsi pericolosamente veloci, così come le gambe nude della bella ragazza, che si stringono l'un l'altra, tremano leggermente, mentre con fare quasi convulso provano ad intrecciarsi. Qualcos'altro si muove, mentre le dottoresse in erba combattono con la loro inesperienza e con il ritmo cardiaco incensante. Qualcosa che non dovrebbe essere lì, e che ora spinge contro il tessuto dell'unico capo d'abbigliamento della bella Hirugao. Le mani stringono il materassino.

Forse sono tutte queste distrazioni, forse è solo l'inesperienza... Ma le cose degenerano, e in fretta. Individuare la colpevole è impossibile. Il veleno scivola via, avvinghiato solo in parte, o forse è la mano della Jashinista che ha indugiato troppo, tagliando più del necessario. Fatto sta che quando Urako tira via la sua mano, qualche goccia di liquido scuro trasuda dalla pelle della ragazza, così come le dita di Shitsuki non causano alcun altro taglio nel cercare di tamponare la situazione. Però l'elettrocardiogramma non mente, Hirugao è morta, macchiandosi le mutandine nello stesso momento.

« Oh... E' stato intenso. Sì. » è la voce dell'altra ad irrompere subito dopo nella stanza. Sorridente, tranquilla, un po' arrossita e con la mano sinistra che sventola il volto per mitigare chissà quale calura inesistente, le osserva con occhi lucidi e sereni. « Beh, è andata così. Vogliamo proseguire alla prossima o vi sentite già abbastanza sicure, ragazze? »

 
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