Restoration or Destruction? Your choice, girls., Quest Medico da Guerra e Recupero per Egeria e Gaeshi (1* pg ambedue)

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 10/1/2018, 18:25     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
14,448

Status:


*Di fatto, pare che Hana Kaguya stia bene. Non è chiaro se per via della situazione, delle dosi di medicine (finite) che le circolano in vena o per la sua coriacea resilienza Kaguya unita alla vita di pescatrice, ma di fatto non sembra accorgersi di nulla.*

"Oh, io pesco a seconda di quello che voglio mangiare o vendere...a volte vado armata di coltelli a staccare mitili e cozze dagli scogli, a volte vado la mattina in spiaggia armata di sacchetti di sale da buttare sulle cappe lunghe, sapete come si pescano? Lasciano un piccolo buco a forma di "otto", lo fanno per respirare, ma se tu butti un pizzico di sale, lui si scioglie con l'acqua e loro escono in superficie a sputarlo. A volte addirittura staccano direttamente la bocca, pare ricresca! A quel punto rimangono fuori per qualche minuto a volte, perché vogliono accertarsi di non essere di nuovo annegate nel sale e allora ZAC! infilo la mano nella sabbia diagonalmente e le blocco! Sono molto forti, sapete? Sono incredibilmente forti e veloci! Da bambina facevo fatica a tirarle su con due mani. Altrimenti vado in barena, immersa nella sabbia fangosa, a volte fino al petto, ma sotto il fango si trovano così tante vongole veraci che non avete idee! Sono squisite nel ramen sapete?"

*Perfino quando Urako inizia ad incidere il bubbone, Hana non sente nulla. Operando sul braccio, Shitsuki osserverà come il sangue farà fatica ad esser bloccato, ma la benda improvvisata di Urako funzionerà. Non fosse che, subito dopo, il braccio di Hana comincerà a gonfiarsi e a diventare blu*

"Quando vado al largo invece, pesco in maniera diversa a seconda di cosa devo pescare. Reti sottili se voglio pescare le sardine, reti più grandi per i pesci più grandi. A volte dedico intere giornate per catturare le esche che poi userò per catturare tonni e storioni. Alcuni di quei pesci pesano tanto, sapete? Arrivano anche a 200 kg! E li trascino sulla mia barca da sola, per questo dico che potrei prendere a calci in culo molti dei ninja di alto rango di Kiri, sono un osso duro sapete? Vado in profondità quando voglio pescare grancevole o granchi porro o anche roba più grossa. Vado con i guanti, pizzicano quei bastardi, sapete? E fanno male cazzo. Certo, le mie ossa sono più dura della pietra, ma perché sanguinare in mare? Non voglio combattere con uno squalo...cioè non che non l'abbia mai fatto eh, credo di aver mangiato sette squali in vita mia...ma non li caccio personalmente. Mi si avvicinano, mi addentano e fanno un male cane, e allora gli infilo un ulna in gola e squarcio la loro cazzo di gola. Ma è lunga ripulire la carne di squalo, sapete che urinano dalla pelle? Per questo se ne mangiano le pinne e basta...ma con un lungo processo di pulitura, marinatura e stagionatura, anche la carne normale può essere buona, sapete? Certo, ha un gusto non proprio notevole ma...insomma, non tutto è buono, eppure lo si mangia lo stesso, no? Come i cavoli. Che schifo i cavoli"

*Il tono con cui Hana dice l'ultima frase poteva far pensare a qualcos'altro, lo si deduce perché ha perfino sorriso ammiccando, ma poi ha parlato di cavoli. Nel frattempo, Urako sta bucando il bubbone, dal quale fuoriesce un denso pus giallognolo e disgustosamente caldo. Il problema che sorge è che più spurga, più sembra necessario spurgare, quasi non finisse mai

"Vado con una rete di ferro bella spessa, se no i granchi me la bucano e coi guanti. A volte mi tocca spezzargli le chele o si uccidono l'un l'altro. Qualche volto mi capita di vedere un polpo, e allora gli sparo qualche proiettile d'osso, ma schizzano via quei dannati, sono veloci. Molto intelligenti i polpi, sapete? Cerco di catturarli e ucciderli sul colpo. A volte pesco pure le seppie. Conservo le ossa, quando non le frantumo, per i miei canarini. Sono molto carini, sapete? Io ho chiesto ai miei parenti che se ne prendessero cura. Spero stiano bene, cari i miei pulcini...mi mancano tanto, sapete?

Dottoressa, ho improvvisamente caldo alla testa e mi fa male un braccio, è normale?


Yukiko torna finalmente con tutto il necessario, indaffarata e piena di ogni singola cosa. Osserva con una certa impressione la scena che ha di fronte, ma non dice nulla. Si limita a lanciare dei guanti alle due kunoichi, mentre inizia ad ordinare disinfettanti, antibiotici e quanto di necessario

"Oh Kami...vado a cercare aiuto, quello che vedo non è normale per niente! Ah, la flebo! Devo mettere la flebo, almeno questo posso farlo, sì..."

///Role Libero. Yukiko è impegnata a mettere la flebo ad Hana. Sembra molto nervosa ed impedita ///
 
Top
view post Posted on 12/1/2018, 21:49     +1   -1
Avatar

Artificial Flower's Lullaby

Group:
Member
Posts:
9,697
Location:
Il dojo del Nirvana

Status:



4IYHNxM

Per fortuna Hana parlava. Parlava e parlava, ciarlava e raccontava, intanto che le due dottoresse in erba si trovavano a lottare contro pus, fiotti di sangue e occlusioni di arterie.

"Cazzo cazzo cazzo. Perché diventa blu? Cos'è, quello era l'unico sangue che aveva?"

Le cadde il cappuccio dalla fronte ma non ci fece caso. Dopo aver cercato di bendare la ferita (che poi, ferita? Era un dannato ago da flebo!) si rese conto che la pelle del braccio stava assumendo un colorito bluastro, come quando un arto rischia la cancrena. Ormai era palese che qualcosa non andasse nelle sue vene, ma cosa?

«Sì, è... Normale, Hana. Tutto normale» borbottò, mentre Yukiko faceva ritorno in quel momento con roba molto poco utile: un'altra flebo, guanti sterili... Cosa portava a fare dei guanti sterili quando erano lì a operare con kunai e bende sporche?
«Prova ad aprire e chiudere la mano per favore... Ci riesci? A stringere il pugno?»

Doveva far circolare altro sangue... Sangue, serviva sangue!

"Una trasfusione maga-MA CHE CAZZO FA, ME LO BUCA ANCORA?"

Gli occhi azzurri lampeggiarono per un istante, e dovette trattenersi dall'urlare contro alla donna. Ringraziando Jashin per averle donato un minimo di autocontrollo, sferzò l'aria con la coda e sibilò alla responsabile qualcosa che tendenzialmente era solita ricevere, almeno in ospedale: ordini.

«Yukiko-san, non servono flebo, ma sangue. Può cortesemente andare a prendere una sacca per una trasfusione? Ah, e magari recuperare uno dei medici che hanno seguito questo caso... Dato che ci sono sviluppi.»

L'espressione voleva trasmettere una certa urgenza: non sapeva che pesci pigliare, magari un medico più esperto, o quantomeno che aveva già fatto prove ed esami sulla povera Kaguya, avrebbe saputo illuminarle un po'.

gaEo3EO


 
Top
view post Posted on 16/1/2018, 21:44     +1   -1
Avatar


Group:
Narratori
Posts:
5,486

Status:


Hana parla, Urako affonda con cautela la punta del pugnale alla base del bubbone; Hana continua a parlare, narrare con dovizia di particolari la sua vita da pescatrice, mentre il contenuto della ciste si riversa all'esterno dapprima misto a sangue... poi in tutta la sua gialla, gloriosa purulenza. Riesce quasi a sentirne il tepore attraverso le bende improvvisate che si imbevono senza esaurire il disgustoso contenuto, trovandosi a intrecciare un nervoso valzer di dita in fuga e cotone, sempre nuovo cotone a raccogliere il liquido infetto.
Non ci vorrà molto a terminare quella misera striscia di stoffa.
Quando ciò avverrà, dovrà per forza lasciare che il pus coli lungo la fronte di quella poveraccia per strappar via un altro po' di lenzuolo. A meno che...

“Normalissimo” si affretta a dare man forte a Shitsuki, senza tuttavia staccare gli occhi dal suo ambito di pertinenza. Stando a ciò che scorge ai margini del suo campo visivo, probabilmente la sua collega non se la sta passando meglio di lei. “Canarini, eh? Ma che cosa adorabile... qui Yukiko-san, per favore... sì, esatto, ottima idea. Chiami subito per favore i medici che hanno seguito il caso...” rincara la dose mollando per qualche istante il suo pus per agguantare una bottiglia di disinfettante e i guanti.
“Sarà molto interessante poter parlare con loro”
Alias “quegli imbecilli che hanno lasciato che arrivasse a quel livello”.
Il borbottio a denti stretti è tutto rivolto a Shitsuki, che al contrario della paziente ha un'ottima visuale sull'espressione facciale dell'altra kunoichi. Sarà meglio per tutti che la trasfusione arrivi presto.
Il liquido denso prende a scorrere lungo la fronte della donna “Arrivo subito eh. Quanti canarini aveva, per curiosità?” domanda distrattamente mentre si versa una generosa dose di disinfettante sulle mani, le sfrega bene e infila i guanti, decisa a lottare con quella schifezza ad armi pari - senza doversi curare della disgustosa sensazione tiepida che avverte attraverso il lattice sterile. Per essere un'infezione è bella grossa, ma prima di indagare oltre bisogna eliminare tutto il materiale infetto – o almeno, buona parte. Non trovare il focolaio principale avrebbe portato alla formazione di nuovo liquame, cosa decisamente sgradevole.
Ci avrebbe pensato una volta ripulito tutto.

Asciugata la fronte della donna con garze imbevute di disinfettante prende a lavorare di nuovo attorno al bubbone: con una mano lavora rapidamente per portare via il fluido a colpi di garza, con l'altra tasta cautamente l'epidermide attorno a quello strano fenomeno, alla ricerca di qualcosa... un percorso, insomma, intrapreso dal pus dal luogo dell'infezione verso una zona atipica come quella della fronte.

 
Top
view post Posted on 16/1/2018, 22:17     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
14,448

Status:


Con grande nervosismo, Yukiko esce nuovamente dalla stanza con aria inorridita dallo schifo che vede e corre a cercare quanto richiesto. Sacchi di sangue per una trasfusione e coloro i quali si sono occupati di Hana Kaguya. Arrivano poco dopo, mentre sembra che le due siano riuscite a mettere un freno a quanto sta succedendo. Il sangue smette di scorrere violento dal braccio, ma è ancora gonfio e di colore indefinibile, sembra un bel mix di tutto ciò che può avere un brutto aspetto e portare brutti presagi. Sulla fronte di Hana, invece, una volta sgonfiato, il bubbone lascia posto ad una depressione che sarà difficile da nascondere col trucco.

Due dottori entrano nella stanza accompagnati da Yukiko. Un piccolo uomo di taglia molto tozza ma nerboruto, riesce ad essere qualche centimetro più basso di Urako, il che è davvero tutto dire. Quasi calvo, porta i capelli a riporto per nascondere il suo problema, col solo effetto di apparire ancora più ridicolo. Barba a zazzera, occhi molto cavernosi e scuri, fissano con grave intensità la scena di fronte ai suoi occhi.

L'altro dottore è una lei, e si potrebbe definire la perfetta antitesi di Yukiko. In ogni senso, perchè laddove un viso angelico e una pelle di pesca al solo colpo d'occhio la fanno da padrone, si contrappone una voce cavernosa e a tratti isterica, quasi avesse passato anni e anni della sua vita a urlare e bere cloro.

Quando vedono la scena, i due iniziano subito a litigare*


Uomo: "Santo cielo, che diavolo è successo? Lo sapevo che dovevamo procedere con la mia terapia, ma tu nulla proprio, eh? Non era così l'ultima volta che l'ho vista!"

Donna: "Ah sì? E sarebbe quando? Come ti dicevo le ferite si sono infettate, sei stato tu a proporre di non intervenire con medicinali"

Uomo: "Non sappiamo neppure cosa stia facendo tutto questo! Antibiotici, sieri, tutto potrebbe esserle fatale per quel che ne sappiamo! Non dobbiamo operare con la medicina tradizionale, lo vuoi capire o no?"

Donna: "Bah! Spostatevi voi!"

Irruenta, si avvicina alla donna, quasi spostando con la sua sola presenza Urako e Shitsuki che avranno tutta libertà di decidere se levarsi dalle scatole o rimanere li, piantate come sequoie millenarie per puro dispetto. La donna inizia ad irradiare chakra medico dalla mano, ma ad un certo punto il suo collega interviene sbuffando e, con una serie di rapidi colpi di mano, colpisce Hana diverse volte su alcun punti specifici del corpo. Il braccio inizia a sgonfiarsi, e Hana cade in un sonno artificiale, ma non causato da medicina alcuna*

Uomo: "Santo cielo, ma quanto sangue ha perso? Che diamine?"

Donna: "Sarà meglio toglierle queste bende...chiaramente non sono servite allo scopo"

Uomo: "La dovremo spostare interamente di reparto, quelle bende andranno bruciate. Dobbiamo organizzare la cosa. Diamine, proprio oggi doveva succedere questo peggioramento improvviso. Yukiko! Spiega che diavolo è successo!"

Donna: "Sì Yukiko, non dovevi avere a che fare con due nuove specializzande oggi? Cosa ti è saltato in mente di entrare proprio qua? Non sai che questa paziente è...particolare?"

Yukiko osserva con estremo nervosismo i due dottori. Alleati su un fronte compatto, hanno deciso che la vittima sacrificale per quanto è successo sia la donna dall'aspetto sgradevole ma dalla dolce voce. Sembrano non aver minimamente fatto caso a Urako e Shitsuki

///Role libero ///
 
Top
view post Posted on 19/1/2018, 14:25     +1   -1
Avatar

Artificial Flower's Lullaby

Group:
Member
Posts:
9,697
Location:
Il dojo del Nirvana

Status:



4IYHNxM

Shitsuki, dopo aver tamponato a sua volta come poteva quel braccio che stava per essere vittima dell'ennesima sbucherellata, imitò Urako per quanto riguardava disinfettante e guanti. Ormai tutto quello che poteva essere stato contaminato era coperto di germi e liquidi organici, ma in fondo... Le cose potevano solo migliorare, no?

Evidentemente, no.
Perché quando Yukiko fece ritorno coi medici competenti, quei due si misero solo a litigare e discutere su chi avesse avuto ragione e chi torno, quale diagnosi fosse corretta e quale terapia più adatta.
La Jashinista, col capo scoperto e le corna svettanti sulla fronte, non sapeva chi fossero quei due ma già le stavano abbondantemente sulle scatole.
Indietreggiò lasciando sul letto quel braccio bluastro, ma senza mai togliere di dosso a quei due il suo sguardo tutt'altro che convinto.

"So che dovrebbero essere professionisti... Ma..."
Aveva già visto altri medici all'opera, e ovvio, ognuno aveva il suo stile, la sua quantità di grazia e pazienza. Alcuni tenevano fin troppo ai pazienti che venivano loro affidati, altri non si disturbavano nemmeno a guardarli in faccia. Questi due probabilmente consideravano Hana Kaguya una macchiolina fastidiosa sulla loro carriera, un caso che non riuscivano a risolvere e che per tale motivo non aveva diritto a un po' di umanità, solo a un letto solitario in una stanza dimenticata da tutti.

Guardò Urako a labbra strette. I suoi occhi lampeggiarono per un istante mentre stringeva i pugni coperti di lattice.
La sua espressione stizzita era la rappresentazione fisica del "Ma-li-hai-visti-questi?". Come se loro ne sapessero di più... Quando non era così, non poteva essere così. Urako e Shitsuki erano le specializzande e l'unica cosa che avevano saputo fare era prosciugare Hana di quello schifo che le si era accumulato dentro.
Eppure, restare ferma lì a guardare quei due buffoni la irritava. Sferzò l'aria con la coda, inspirò, espirò lentamente... E niente, poi parlò comunque.

«Siamo noi le specializzande.»
Il sangue e il pus di quella paziente erano sulle loro mani. Forse in maniera ingenua, ma la Agiwara si sentiva in parte... Responsabile, per Hana Kaguya. Voleva capire cosa avesse, e aiutarla a guarire... Oppure toglierla da quella condizione infima in cui era costretta a vivere.

«E parlando con la signora Hana qui presente...» Calcò volontariamente il nome. Aveva un nome, era una persona. «...Abbiamo scoperto che potrebbe essere stata contagiata da una mucillagine anomala incontrata mentre pescava. La sua memoria non è eccellente, quindi si era dimenticata di segnalarlo quando l'avete visitata.»

"E a voi coglioni non è venuto in mente di chiederglielo, a quanto pare. Perché a noi lo ha detto subito, guarda un po'."

Soffiò aria dalle narici, mantenendo lo sguardo azzurro sui due medici.

«Abbiamo anche notato che la sua cartella clinica non è completa. Mancano le analisi e i risultati degli esami che sicuramente le avrete fatto...» Indicò il fascicolo parecchio scarno infilato ai piedi del letto. E sottintese in maniera più o meno sottile che se non avevano fatto di tutto per capire cosa avesse quella donna, allora c'era un problema più grave a monte. «Quindi stavamo provando a capire come aiutarla. Perché sarebbe una paziente particolare?»

Ma i fatti tuoi, Shitsuki? Mai, eh?

gaEo3EO


 
Top
view post Posted on 21/1/2018, 11:25     +1   -1
Avatar


Group:
Narratori
Posts:
5,486

Status:


Esamina con aria critica quella terza orbita oculare che la poveretta si ritrova sulla fronte, tastandone cautamente i bordi. Se Hana avesse gridato si sarebbe fermata immediatamente, ma non aveva altri modi se non quello per individuare la provenienza dell'infezione: quello, e pulire per bene il foro col disinfettante, ed stata pure fortunata. La parte che si è beccata Shitsuki sembra ancora tutta da risolvere.
Ci crede poco che tutto quel pus possa essere della stupidissima acne, o un follicolo pilifero infiammato. Potrebbe richiuderlo col chakra, ma se davvero stanno arrivando i medici che l'avevano in carico vuole prima che siano loro ad esaminare il tutto: nell'attesa appoggia con delicatezza un tampone idrofobo e una garza pulita sul cratere, per tenerlo pulito.

A questo punto potrebbe chiedere a Shitsuki se possa fare qualcosa per lei, ma è il momento in cui entrano in scena i dottori veri, che come veri dottori sono cronicamente nervosi e iniziano a trattare malissimo chiunque capiti loro a tiro. Col tempo ha imparato a non farsela bruciare troppo, e a fare come l'acqua: prendere la forma del recipiente in cui viene infilata – il che si traduce in un rapido spostamento, praticamente istintivo, quando i due decidono di mettere le mani sulla donna, e nel rispondere all'espressione di Shitsuki con una rassegnata, con un rapido sollevarsi di sopracciglia: tanto-fanno-sempre-così-facciamocene-una-ragione.

Shitsuki ovviamente una ragione non intende farsela, ma da un certo punto di vista è contenta che ci sia lei lì: fosse stato per Urako, nessuna delle due avrebbe aperto bocca, e nessuno avrebbe fatto presente quelle sacrosante cosucce che l'albina stava snocciolando, una dopo l'altra. Cose che avrebbero fatto stizzire i signori dottori, sicuro come il sole a Konoha; cose che quindi la minuta kunoichi avrebbe accuratamente evitato di far notare, limitandosi ad eseguire gli ordini – magari anche contraddittori, viste le scuole totalmente diverse a cui appartengono i due medici - che sarebbero inevitabilmente arrivati.
Mentre attende la tempesta dunque si toglie i guantini sterili chiazzati di giallo vivo e li butta subito nel recipiente per i rifiuti speciali, approfittando del momento di pausa per lavarsi di nuovo le mani col disinfettante e indossare un paio di guanti puliti.
Tanto lo sa già che quei due le metteranno a pulire lo schifo che c'è per terra. Bruciare le bende... brrr... sente il bisogno improvviso e pruriginoso di farsi una doccia con acqua bollente.

Per quanto la riguarda, se Yukiko non avesse deciso di entrare proprio là, Hana sarebbe potuta crepare con tutta calma senza che nessuno se ne accorgesse. Glie lo dirà dopo, in separata sede, magari la consolerà un po'.
Per quel poco che vale.

 
Top
view post Posted on 24/1/2018, 12:12     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
14,448

Status:


"È una paziente particolare" - comincia il dottore, quello basso e dall'aspetto moto robusto, ma di una robustezza vera, no una metafora per indicare che è grasso - "Perché Miss Hana è..."

"Non sono cose che vi riguardino, specializzande!" Tuona la stangona dal viso angelico " E se volete insinuare che abbiamo fato male il nostro lavoro, sappiate che non la passerete liscia! La cartella clinica di Hana è riservata, le informazioni che avete visto possono essere lette da tutti, ma per gli altri esami non siete autorizzate a consultare un bel niente!"

"L'idea della mucillagine l'ho già cartata mesi fa. Quando Hana è giunta qua era in stato di semi incoscienza e mi sono preso briga di controllare tutto quello che aveva fatto di recente...anche a costo di andare di persona a vedere dove pescava. La Mucillagine è stata già analizzata, e sono semplicemente alghe morte. Nessun batterio o virus conosciuto, nessun agente patogeno sconosciuto o conosciuto. L'abbiamo raccolta tutta, ma grazie della premura, signorina...?" domanda l'uomo osservando Shitsuki, poi nota un accenno di corna, notando soprattutto la punta della coda "Oh, tu devi essere quella Shitsuki...sei con me allora, mia cara. Hai un aspetto un po' particolare, ma ehi, siamo tutti strani a questo mondo, no?"

"Siete voi le specializzande? Quindi sei tu Urako Yakamoto?" *Strilla la stangona dal viso angelico "Almeno te sai stare al tuo posto...sei sotto di me da oggi"

"M-ma...i test, i protocolli..."

"Al diavolo i protocolli Yukiko!" Risponde la stangona "E rimetta Hana-san a letto...per ora è di nuovo sotto controllo"




Tetsuo Inoine è il nome del nanerottolo robusto. Sembra essere lui a capo della formazione dei medici da guerra. Conduce Shitsuki lungo una sala dell'ospedale meno affollata, il cui accesso è riservato solo al personale autorizzato.

In una stanza ai cui muri sono appesi decine e decine di immagini del corpo umano, dei punti di pressione, di tecniche marziali e quant'altro, si alternano scaffali di libri di ricerche mediche e tecniche marziali. Sembra essere un'aula studio, ma sono pochi i banchi presenti


"Allora, Shitsuki-san, prima di cominciare, cosa ti spinge verso questa branca della medicina? Lo sai che noi siamo, ecco, più bravi ad usare la nostra arte per fare del male invece che aiutare, sì? Non che sia un problema, ma voglio che sia ben chiaro che qui non imparerai a far passare malattie con la sola imposizione delle mani o altro, qui tu imparerai ad usare il chakra come un bisturi, certo, ma per sgozzare i tuoi nemici. Spero che la cosa sia chiara..."




Al contrario di Shitsuki, Urako non se la passa molto bene. La stangona non ha detto neppure il suo nome, si è limitata a condurla in direzione opposta agli altri due, per giungere in una sala dall'aspetto simile a quella di Shitsuki, solo che lì i testi di medicina e genetica sembrano essere il triplo

"Io qua leggo che tu non sai neppure cosa vuoi fare, allora perché nella mia lista degli impegni c'è il tuo nome, eh? Sei la solita ragazzina raccomandata che ha bisogno di attenzioni, Urako Yakamoto? Dillo subito perché da me non troverai nulla del genere!"

Affascinante come nonostante il suo aspetto, emani un'aura di repulsione che ci si aspetterebbe da una persona come Yukiko, che al contrario, ha un'aura di fragilità e gentilezza grazie anche ad una voce da usignolo che poco si addice alla sua stazza


/// post un po' del cazzo, ma è un periodo magro e vedo che ero pure in ritardo...sorry sis ///

 
Top
view post Posted on 24/1/2018, 14:55     +1   -1
Avatar

Artificial Flower's Lullaby

Group:
Member
Posts:
9,697
Location:
Il dojo del Nirvana

Status:



4IYHNxM

Le apparenze ingannano? Sicuramente. Shitsuki aveva sbottato (in maniera anche contenuta visto il suo carattere tutt'altro che accomodante) e aveva giudicato come dei medici incapaci quei due incamiciati che erano arrivati... Quando in realtà, poveretti, avevano davvero fatto il loro lavoro. Senza risultati ottimali ma non senza un impegno che parevano aver profuso per la povera Hana Kaguya.
Particolare... E prognosi riservata. Poteva voler dire tutto o niente. E sebbene in un angolo del suo cervellino Shitsuki sapesse che, in quanto specializzanda, i suoi privilegi erano enormemente limitati, c'era il resto di lei che sferzava la coda indispettito da quel trattamento.

"Come osa strillarmi contro così. Come. Cazzo. Osa."

Strinse le labbra e irrigidì la coda, nello sforzo supremo di non rispondere ancora peggio a quella tizia tanto bella quanto velenosa. Non poteva farsi cacciare dall'ospedale, o mandare all'aria il suo apprendistato... Non poteva. Al Santuario si aspettavano che lei fosse a Kiri per imparare, diventare più potente e capace, e mantenere buoni rapporti con la Nebbia.
Che fatica maledetta che era, però.

Cercò di concentrarsi su pensieri positivi, ad esempio la gola della dottoressa che improvvisamente, magicamente, si apriva a metà trasformandosi in una cascata di sangue... E quell'immagine di sfogo riuscì a farla calmare quel tanto che bastava per permetterle di capire che il dottore maschio stava parlando con lei.

«Strano? Beh... Dipende da come lo si vuol vedere, dottore.»

Sapeva di lei, e la reazione era stata tutto sommato positiva. Forse c'era qualche possibilità per quella giornata di non finire completamente in vacca.

Si rimise il cappuccio in testa e guardò Urako, che se ne era stata zitta e buona compiacendo così le manie di onnipotenza della sua responsabile. Gli occhi azzurri della Jashinista, per un momento, manifestarono tutta la sua compassione per il futuro che si prospettava davanti alla giovane dai capelli scuri.

"Poverina... Se questa tizia fosse toccata a me sarebbe finita molto male... Coraggio Urako, buona fortuna."

Le sorrise, cercando di essere il più incoraggiante possibile, e le fece un cenno di saluto con la mano.

«Ci vediamo dopo allora... Hana, arrivederci, rimettiti presto.»

Come se dipendesse da lei, vero?

gaEo3EO



I libri erano interessanti, così come le stampe e i disegni lungo tutte le pareti. Shitsuki si prese qualche momento per osservare lo studio del dottor Inoine, e solo quando questi ebbe finito di parlare riportò gli occhi su di lui.

«Certamente dottore. Se avessi voluto salvare la gente non avrei fatto lo shinobi, per dirne una... E sicuramente non avrei scelto la specializzazione del medico da Guerra.»

Con la voce chiara e limpida, parlava al medico come se fosse un suo pari, utilizzando giusto l'accortezza di dargli del lei giusto per provare a partire col piede giusto, per una volta.

«Se mi ha riconosciuto al primo colpo significa che sa chi sono e sa quali sono i poteri che il divino Jashin mi ha concesso.»
Sorrise, abbassandosi lievemente il cappuccio per illuminare meglio il proprio volto, segnato da quei tribali neri tatuati su occhi e guance.
«Ho scelto questa branca perché voglio essere più letale quando colpisco. Più chirurgica, nel vero senso della parola. Inoltre voglio potermi curare rapidamente, perché nel caso ricevessi ferite particolarmente ingenti voglio poter proseguire il mio scontro senza affidarmi alla speranza che qualcuno mi possa aiutare.»

Inspirò lentamente e sorrise, tranquilla nella sua posizione con le mani dietro la schiena e la falce di traverso che spuntava dalla spalla destra.

«Lei può insegnarmi a fare tutto questo, Tetsuo-sensei?»

gaEo3EO


 
Top
view post Posted on 28/1/2018, 11:50     +1   -1
Avatar


Group:
Narratori
Posts:
5,486

Status:


Oh, ma che fortuna.
Che. Fortuna.
In pratica, le sensei belle ma stronze le becca tutte lei.
Risponde al saluto di Shitsuki con un cenno del capo e un sorrisetto tirato, senza parlare, stupita di non essere stupita che la ragazza sia riuscita a trattenersi dallo sbudellare la donna con la falce: ecco, è una kunoichi anche lei, ormai l'ha capito e lo riconosce. Se fosse un'idiota incapace di controllarsi non potrebbe servire nei ranghi di Kiri e beh, scopre anche che questa constatazione non le dispiace.
Un bello sviluppo, considerando lo scontro in corridoio.

Saluta con un cenno di mano Yukiko e Hana, che forse non può nemmeno vederla, e segue in silenzio l'arpia, facendo meno rumore possibile mentre cammina svelta; la stanza in cui viene condotta sa di vecchi libri, chiuso e disinfettante, con un accenno di polvere. Riesce a leggere pochi dei titoli dei libri ammassati sugli scaffali, prima che la sensei si rivolga a lei con toni – naturalmente – più che sgarbati.
Ha resistito prima, resisterà ora... anche se da sola è più difficile.
Si sforza di tenere un tono di voce calmo e accondiscendente, mentre risponde semplicemente “No.”

Un pochino passivo aggressivo... giusto un filo.
C'è effettivamente il rischio che la vecchiaccia vada fuori dai gangheri, con una risposta del genere, ma la figuraccia l'avrebbe fatta lei: Urako aveva preventivamente indossato l'espressione meno caratterizzata del suo repertorio, un incrocio tra “finta tonta” e “attendo istruzioni”; spalle rilassate e braccia distese lungo i fianchi, con le mani accuratamente aperte – quindi non chiuse a pugno, che è la cosa che più di ogni altra le verrebbe spontaneo fare in quel momento. È vero che imbarcarsi in una specializzazione senza esserne profondamente affascinati è un po' sciocco, è come fare del lavoro in più che alla fine non ti piace o non ti serve, però lei coi tonici è brava.
Perché non darsi questa possibilità?

Con le sue sole forze, è questo che ha deciso.

 
Top
view post Posted on 30/1/2018, 20:20     +1   -1

The Pine

Group:
Member
Posts:
18,096
Location:
Rugiada

Status:


E così come la loro fermezza le muove verso il loro obbiettivo, con la stessa fermezza sono state sbattute fuori dai rispettivi uffici. Motivi diversi, probabilmente in ambo i casi decisamente stupidi, ma quelle persone non hanno alcuna intenzione di perdere il loro "prezioso" tempo con loro. A Kiri le cose sono strane, specie negli ospedali, perché lì dove dove più di altri luoghi non si dovrebbe pensare a sé stessi, i medici della nebbia pensano sempre e comunque a ciò che possono guadagnarci.

La competizione è qualcosa di pericoloso, a Kiri, per questo è meglio troncarla sul nascere.

Sembra però che non tutti la pensino a questo modo... Perché una strana e singolare figura, nella sala d'ingresso dell'ospedale, s'avvicina alle due fanciulle ora lì riunitesi, per decidere sul da farsi. Corpo snello e slanciato, alto e fasciato in un kimono candido come la neve, che mostra le sue forme aggraziate ma assai poco generose sul torso. Lunghi capelli biondi e occhi verde smeraldo, abbelliti da guance pallide e ricoperte di piccole lentiggini che gli danno colore insieme alle carnose labbra rosee, piegate già in un sorriso dolce mentre si avvicina alle due. Mani raccolte di fronte alla vita, strette una nell'altra. Una geisha? Un'infermiera? Un angelo? Chi può dirlo.

« Ciao! » trilla la sua voce rivolta alle due, calda, affabile e melodiosa. Deliziosamente femminile. Il sorriso s'allarga, mentre la mano che ha accompagnato il saluto torna a congiungersi con la gemella di fronte al corpo. Un inchino formale, accennato, poi prosegue subito dopo. « Mi è stata fatta voce che... Beh, vi hanno lasciate praticamente a voi stesse quando avete chiesto aiuto per migliorarvi. E' una disgrazia, per questo sono venuta qui. » Come al solito, le voci corrono rapide - fin troppo - all'interno di quell'ospedale, ma sia nel volto che nella voce della ragazza, perché di ragazza si parla, non avrà più di diciassette anni, non c'è traccia di scherno, ma candida e sincera premura. « Il mio maestro vorrebbe rimediare agli errori dei suoi colleghi. E' una persona di spicco, qui a Kiri, un medico come nessun altro, ed è qui in questo ospedale adesso... Sempre che voi siate interessate al suo aiuto, sia ben chiaro! »

C'è però qualcosa di strano, in lei, ora che è così vicino. No, non le sue parole, quelle traboccano di sincerità, è chiaro nel suo tono... Per quanto la sua posa, lo stesso suo essere, trasudano menzogna. Che quanto abbia detto sia vero non c'è alcun dubbio, ma il suo tono morbido e curato ricordano tremendamente la voce di una tremenda bugiarda. Se poi l'occhio delle due volesse andare a cercare con cura i dettagli, noterebbero dettagli che, seppur nascosti magistralmente, ad un ninja esperto prima o poi salterebbero all'occhio. Quei capelli non sono i suoi, così come il colore degli occhi e le lentigini... E per chi avesse naso fino, un odore assai particolare scivola dal corpo della donna.




 
Contacts  Top
view post Posted on 30/1/2018, 21:14     +1   -1
Avatar

Artificial Flower's Lullaby

Group:
Member
Posts:
9,697
Location:
Il dojo del Nirvana

Status:



4IYHNxM

La risposta fu un no.
Un no velato da sorrisi, lusinghe, promesse di trovarle un sostituto, scusanti sulla difficoltà del poter portare avanti un incarico del genere. E gli occhi di Inoine continuavano ad andare alla falce, alle corna, senza mai tradire del tutto il suo.. Timore? Forse era timore, legittima paura. Forse temeva che, dopo un'introduzione del genere, la Jashinista potesse decidere di sacrificare il proprio insegnante come prova al Dio che aveva imparato.

Fatto sta che dovette trattenersi parecchio dallo sganciarsi dalla schiena Chinuri e usarla davvero contro quell'ometto timoroso. Se ne andò da quell'ufficio con gli occhi che dardeggiavano lampi d'ira, e non era una metafora: il chakra semidivino che scorreva in lei si manifestava con sprazzi azzurri, e nel vederla marciare così, falce in spalla, corna svettanti e aria di genocidio, tutti le fecero largo senza chiederle nulla.

Si fermò solo una volta all'ingresso, perché vide Urako. Come lei, evidentemente, doveva aver preso picche belle grosse dalla persona che in teoria doveva occuparsi della sua educazione.

«Ha bidonato pure te?» sbottò, in cerca istintivamente di qualcuno con cui sfogare la propria frustrazione. La Yakamoto non manifestava la sua stessa rabbia, piuttosto appariva pensierosa... Ma Shitsuki o sclerava con lei o dava fuoco a qualcosa, quindi le riversò addosso la propria collera.

«Ma cosa c'è che non va in questo ospedale? Perché la gente che vuole imparare viene sputtanata così? Cazzo!»
Un'infermiera che stava spingendo una barella con su una ragazzina ancora cosciente si affrettò ad accelerare, dopo quel turpiloquio.
«Qual è il loro problema? L'avessero fatto solo con me potrei pensare a... Cazzo ne so, pregiudizi. Ma tu? Cos'è che hanno trovato contro di te?»

Facile dire "Mi discriminate perché sono diversa". Quando però a essere respinta è una ragazza perfettamente normale, diligente e precisa come Urako, le motivazioni sono più difficili da trovare.

Il suo exploit di stizza trovò un freno quando una figura femminile -ma dall'odore decisamente maschile, oh sì, il suo naso non mentiva- si avvicinò alle due per proporre un'alternativa alle loro pene ospedaliere.
Le rivolse uno sguardo irritato. Non ce l'aveva con lei (O con lui? Le ricordava vagamente Mameko come... Stile, per così dire), non direttamente almeno. A parte una strana impressione di menzogna, non le aveva ancora fatto nulla. Purtroppo però arrivava con un fiammifero in un ambiente ad alto contenuto di gas, e solo per buona creanza la Figlia di Jashin riuscì a moderare i toni con cui rivolgersi all'elegante sconosciuta.

«Senti, grazie per l'interessamento ma è tutta la mattina che ci ricopriamo di schifo e di ridicolo. Personalmente sono parecchio stufa di perdere tempo ed essere presa in giro da chi non ha le palle per fare il proprio lavoro.»

Schietta, diretta, con la schiena dritta e gli occhi piantati in quelli della signorina per bene.

«Quindi, chi è il tuo maestro? Giusto per sapere se è un altro che ci prenderà per i fondelli o se può Davvero esserci utile in qualche modo.»

Si notava molto bene che la Profetessa aveva perso la pazienza con tutti quei dannatissimi mortali.

gaEo3EO


 
Top
view post Posted on 30/1/2018, 22:12     +1   -1
Avatar


Group:
Narratori
Posts:
5,486

Status:


“Aha” risponde distrattamente, lo sguardo che vaga senza convinzione sulla bacheca. Dovrebbe andare dritta da Hatsue per capire cosa cappero fosse successo, ma chissà se è in servizio oggi - “le ho risposto male. Mi ha chiesto se ero una raccomandata in cerca di attenzioni” precisa brevemente, con tono piatto, dopo aver ascoltato con mezzo orecchio lo sfogo dell'albina. È talmente infuriata che potrebbe giurare di vederla dardeggiare lampi di luce dagli occhi, ma dev'essere un'impressione data da quel colore incredibile che hanno preso; le facce invece della gente che inizia ad allontanarsi, quelle sì che sono tutto un programma.
Una volta tanto non è lei a scappare, e sta scoprendo che le piace quando può evitare di farlo; mentre tutti se la svignano però una figura algida, solitaria si fa avanti, apparentemente per nulla intimorita dagli improperi della creatura cornuta che si agita in mezzo all'ingresso.

Si porta una mano alla tempia mentre inspira ed espira con calma, nel tentativo di riordinare lo strano succedersi di eventi degli ultimi dieci minuti; nel mentre gli occhi si posano qui e là, sui dettagli fisici della ragazza che le ha appena prese d'assalto – perché come altro definireste quando non fate nemmeno in tempo a riprendervi da un problema, che qualcuno vi piomba addosso promettendo facili soluzioni?
È un po' da avvoltoi... specie in un ambientino come quello in cui lavorano loro.
Niente è mai gratis, anche se te lo offrono in un bel pacco regalo colorato: della Sakamoto può fidarsi perché è in debito con lei, mentre di questa qui... osserva di sotto in su Shitsuki che cerca di liberarsene con toni soavi, senza tentare minimamente di fermarla. Non le piace a pelle la gente così affettata, né quella che ficcanasa negli affari degli altri.

Si sente ancora un po'stordita, a dirla tutta. La mente corre al fatidico “no”, al pensiero che chiunque dotato di un'intelligenza media avrebbe colto l'opposizione latente e si sarebbe irritato – cosa che era accaduta, come da copione, e si era trovata sbattuta fuori ancora prima di poter dire “a”. Chiunque dotato di un'intelligenza media, dicevamo, si sarebbe irritato MA nella maggior parte dei casi avrebbe soprasseduto, proseguendo verso argomenti di reale interesse.
Nonostante fosse quindi prevedibile una reazione simile, non si aspettava tanto; per quanto si sforzasse di cercare le ragioni meno palesi di quel gesto, che pure dovevano esserci, una sola domanda tornava a rimbalzarle contro le pareti della testa: “che-cosa-mi-sta-succedendo”.
Troppo facile dare della stronza alla sensei: quelle cose le lascia alle neo-genin piagnone.
È un dato di fatto.
Ogni tanto, in momenti che neanche lei riesce a prevedere, cerca di forzare la mano. Alza la cresta, risponde in modo poco garbato e cose del genere così, anche se sa che è una pessima idea farlo coi superiori.

Come se volesse mettere alla prova la loro pazienza.


“L'offerta del suo sensei è molto generosa; tuttavia devo declinarla a malincuore. Sarà opportuno che parli alla mia referente dei fatti di questa mattina” - sì, prima che quella specie di arpia riuscisse a sciorinare la sua versione alla Sakamoto. Chissà, magari sono rivali e quella l'ha trattata così male per ripicca.
Sarebbe una consolazione, ma non ci conta troppo.
“Gli porga comunque i miei saluti, e lo ringrazi per l'interessamento, sarò felice di fare la sua conoscenza in un frangente più tranquillo.” E via, convenevoli terminati. Visto che c'è, chiederà anche della misteriosa biondina tanto gentile e disponibile, chissà che non esca fuori il nome di questo dottore così generoso.
Vallo a sapere, con chi vai a legarti.

Nel mentre gli occhi le vagano distratti lungo l'attaccatura dei capelli biondi della loro interlocutrice – che ha addirittura meno tette di lei. Mmmmh. Truccata in quel modo sembra più vecchia di quello che è, e se non fosse una cosa incredibilmente sciocca da fare in ospedale, direbbe che quella tipa indossi una parrucca.

 
Top
view post Posted on 30/1/2018, 23:16     +1   -1

The Pine

Group:
Member
Posts:
18,096
Location:
Rugiada

Status:


Il sorriso della ragazza si addolcisce, intenerito forse dallo sconforto delle due ragazze verso una situazione a dir poco snervante. Il loro astio è ben comprensibile, così come l'ossessiva premura della fanciulla corvina. La donna, che donna in realtà affatto non è come Shitsuki ha ben notato, srotola le mani l'una dall'altra, allargando leggermente le braccia, in un ampio segno di accoglienza.

« Capisco bene cosa state provando in questo momento. » Di nuovo, calma e candida la sua voce si muove verso di loro. Serena, cercando di ammorbidire l'aria tesa di risentimento di cui la sale è ormai piena. « Se vi dicessi il nome del mio maestro, probabilmente non lo conoscereste, ma posso dirvi il suo epiteto. Linfa è il nome che usa per le pubbliche relazioni e per i suoi testi. Un illustre uomo di scienza che lavora a Kiri da decenni. Non preoccuparti » - dal del tu. La ragazza è un'esperta in queste stronzate. La parlantina, il modo di porsi, il modo di fare... Ricordano davvero più una geisha che un medico. Considerando il suo aspetto, il suo trucco, non è difficile pensare che sia proprio una teatrante o una dama di corte, piuttosto che un medico, ma... - « La tua referente è già stata avvisata del fatto, ed è entusiasta che tu possa lavorare con noi. Sakamato, giusto? No, no... Sakamoto. » Sta fingendo. No, non che l'abbia avvisata, quella è una balla troppo facile da smentire. Finge umanità. Finge di dimenticare un nome. Quanto sta succedendo è tutto fuorché causale... E la strana piega che ha preso il suo bel sorriso di prima ne è la prova lampante.

Si scopre il braccio destro, lasciando in bella mostra, illuminata dalla luce dei neon, la sua pelle pallida. Se è un uomo, sicuramente cura il suo aspetto per sembrare in tutto e per tutto una donna. Il suo braccio è affusolato, lindo, morbido e perfetto. Impressionante. « Non voglio obbligarvi in alcun modo a fare come vi dico, ragazze. Però voglio mostrarvi cosa sono in grado di fare grazie gli insegnamenti di Linfa. »

Quanto accade adesso ha davvero del... Peculiare. La mano sinistra della donna viene invasa di chakra, che però non si muove in modo confuso lontano da lei, disperdendosi in aria, ma fermamente si agglomera in un costrutto lungo e sinuoso, stringendosi fra il suo indice e pollice in una lama piccola e precisa. Senza alcuno scrupolo, senza troppo peso, l'oggetto etereo appena creato va a poggiarsi contro il braccio scoperto, trapassando senza alcuna difficoltà la pelle. Potreste pensare che la ragazza si fermerebbe qui, un bello squarcio basta per dimostrare qualsiasi cosa... Ma no. Con una pulizia incredibile, con una nitidezza chirurgica, la lama prosegue, fino a quando il braccio casca con un tonfo umido per terra. Non c'è ombra di dolore sul volto della bella fanciulla, mentre molti dei presenti sospirano inorriditi... Ma siamo a Kiri. Figuriamoci se qualcuno si permette di farsi prendere dal panico o fare domande.

« Vedete... Impastare il chakra a questo modo è parecchio complicato, ma ha grandi vantaggi. Dargli una forma precisa, così affilata da poter recidere pelle, tessuti e muscoli in modo così netto e pulito, è utile per diversi scopi. Un'operazione di emergenza... O per un nemico con la pelle troppo spessa. » Il suo volto è ancora lì, verso di loro. Conclusa l'operazione, gli occhi verdi della donna sono sulle due ragazze, tranquilli come non mai... Ma sicuramente l'attenzione di Shitsuki e Urako non è sul viso della ragazza. Di nuovo, la sua energia viene sprigionata vigorosamente, ma questa volta non dalla mano, bensì dal moncherino appena creato. L'ampia perdita di sangue viene immediatamente bloccata, la ferita viene chiusa, ma non solo... Dove prima c'era nulla, se non ossa recise e pelle, poco a poco si sta riformando nella sua interezza il braccio. Pelle, dita, polso... Tutto lì, di fronte ai loro occhi, nel giro di una ventina di secondi, o poco più. « Ma anche avere le capacità di forzare la rigenerazione di tessuti, anche persi, è qualcosa che richiede molto studio e concentrazione. Cose che Linfa può insegnarvi, come nessun altro. Come ha insegnato a me. Che ne dite? Siete sicure di voler rinunciare? »

 
Contacts  Top
view post Posted on 31/1/2018, 11:55     +1   -1
Avatar

Artificial Flower's Lullaby

Group:
Member
Posts:
9,697
Location:
Il dojo del Nirvana

Status:



4IYHNxM

Nemmeno Urako aveva apparentemente tutta questa voglia di seguire la fanciulla misteriosa. E come biasimarla? Persino Shitsuki, che non aveva né un responsabile diretto a cui fare riferimento (se si escludeva Hokichi, a cui però non competevano queste cose) né particolari pregiudizi contro parrucche e crossdressing, avvertiva... Qualcosa di storto. Volente o nolente era una kunoichi, e certe cose, alla lunga, si imparano.

"È... Falsa. Suona tutta falsa. Mameko sembrava una ragazza, ma... Non così."

Il suo maestro, Linfa, non le disse niente. NOn sapeva chi fosse, ma a quanto pare si era già messo in moto per avvisare la Sakamoto, quindi c'era stato qualcosa di... Preterintenzionale, nell'avvicinare le due Chuunin.
Fu quello che avvenne dopo, però, che cambiò prepotentemente l'atmosfera.

Con naturalezza, la giovane si tagliò un braccio. Un taglio preciso, pulito, che Shitsuki osservò con attenzione e un certo stupore. Era abituata a vedere gente che versava sangue -e quello era sangue vero, il suo naso non mentiva-, ma in un contesto diverso. Anche per i suoi standard tagliarsi un braccio quando non si era immortali non era cosa da poco.
Lei ci aveva messo due giorni a recuperare l'uso del suo quando Shintou glielo aveva tagliato, e sulla sua pelle era rimasta una cicatrice bella spessa. Alla fanciulla di fronte a sé invece la mano rispuntò come se niente fosse, rigenerandosi in maniera apparentemente autonoma tramite... Il chakra. Quello sembrava essere il motore del tutto. Chakra e tecniche che questo Linfa possedeva ed era disposto ad insegnare.

«Mmh...»

Era interessata. Palesemente interessata.
Poteva essere una fregatura? Certo, ma avrebbe provato ad assicurarsi del contrario, a cominciare da quel braccio caduto a terra.
In silenzio si chinò e allungò la mano per prendere il moncherino e sollevarlo dalla sua pozza di sangue. Lo tastò, lo annusò -aveva un vago odore di prugne, forse un profumo o una crema per la pelle-, e constatò che era vero e reale. Non un trucco o una protesi per fare scena... La ragazza si era davvero tagliata il braccio e se lo era fatto ricrescere.

«D'accordo, devo ammettere che la cosa mi intriga.»

Sorrise, continuando a tenere il moncherino in mano, i cui vasi sanguigni recisi continuavano a far colare gocce scarlatte sul pavimento.

«Per quanto mi riguarda, se questo Linfa è interessato a me e vuole insegnarmi queste cose... Ho solo da guadagnarci.»

Farsi ricrescere un arto in mezzo alla battaglia? Diamine, sarebbe diventata ancora più inarrestabile!

«Però... Voglio sapere cosa vuole da noi in cambio. Se ha già te come allieva, perché ne vuole altre? Ti avviso...»

Agitò il moncherino in modo che le dita ondeggiassero ammonitrici verso l'ex-proprietaria di quel braccio.

«...Se sta... E soprattutto, se state cercando di fotterci in qualche modo me la prenderò con te. Ambasciatore porta pena, dalle mie parti.»

Seria e severa nel tono e nella voce, fissò gli occhi della fanciulla senza la minima intenzione di bluffare.
Per questo aveva raccolto quel braccio, perché conteneva il sangue della giovane.
E puoi essere veloce quanto vuoi a farti ricrescere una mano... Ma vuoi davvero competere con un immortale che si pianta un pugnale nella gola e ti guarda soffocare nel tuo sangue?

"In questo villaggio, è uccidi o vieni ucciso. O dimostro di essere pronta a farlo, o qualcun altro tenterà la stessa cosa con me."

E Urako?
Si stava dimenticando di lei... Come avrebbe reagito a quell'offerta?

gaEo3EO


 
Top
view post Posted on 31/1/2018, 14:16     +1   -1
Avatar


Group:
Narratori
Posts:
5,486

Status:


La donna non sembra notare i suoi sguardi indiscreti rivolti alla presunta parrucca; tutti i suoi sforzi sembrano piuttosto tesi a superare quella barriera di diffidenza che le ragazze hanno allestito dopo la mattinata insoddisfacente.

Prendendola a martellate.

Cosa che con certa gente funziona, con altra no e Urako è del secondo tipo: già non le andava di accettare già da prima che venisse tirato in ballo il dannato Linfa, figuriamoci adesso!
Le labbra si serrano istantaneamente sui denti in un moto nervoso, mentre lei per un po' si dimentica di respirare, con la testa che gira e la brutta sensazione di aver incassato un pugno nello stomaco... è da un po' che succede, più tempo passa e più peggiora. Quando si tira in ballo all'improvviso qualcosa che le ricorda...

… il braccio cade con un tonfo morbido e bagnaticcio a terra, gli astanti si lasciano sfuggire esclamazioni soffocate di raccapriccio, lei prende e gira sui tacchi senza nemmeno sforzarsi di salutare.



Il bagno.
Panacea di ogni male, rifugio dei disperati, accogliente recipiente di sospiri e lacrime d'ogni sorta.
Un tonfo plasticoso saluta la sua fronte, quando la picchia contro il dispenser delle salviette asciugamano; dietro di lei una vocina infantile pigola “maaaamma che succede alla bambinaaaa?”, sempre più lontana e flebile mentre viene trascinata a forza fuori dall'anticamera e la porta a molla la taglia fuori. Chissà se la mamma perderà tempo a spiegare al marmocchio – o marmocchia, tanto a quell'età sono tutti uguali – che essere adolescenti è uno schifo, che lavorare in ospedale è uno schifo e che avere dei sentimenti è lo schifo peggiore di tutti. Vede quasi nero e le formicolano le labbra.
Sa che è la pressione sanguigna, forse si è abbassata di colpo, ma non è stato per quel braccio.
E dire che era convinta di esserne uscita bene: le era rimasto come un buco, un grosso buco nero, ma i buchi non fanno male no? Stanno lì per i fatti loro e basta non metterci un piede dentro. Il fatto è che lui non sta lì per i fatti suoi. Cioè, sì, sta lì e non si muove, ma è come se si stesse riempiendo di schifezze... no, no, forse è sempre vuoto, ma è diventato più grosso. O ha i bordi più ripidi. Oppure ha imparato a spostarsi. Non lo sa, sa solo che non metterci un piede dentro è diventato complicato, che poi... zac! Ci cade e si sente precipitare e ci vuole mezza giornata per riuscire a recuperare le facoltà mentali.
Ci vuole qualche minuto prima che le immagini che le scorrono davanti agli occhi inizino a sbiadire: cadaveri scorticati, morti viventi coperti di gelatina rosa, vecchi senza denti che si trasformano in crostacei mostruosi e soldati che diventano cenere tra le sue mani.
I prodigi, le cose straordinarie...

Lei. Non. Li. Vuole.
E accompagna ciascuna parola ringhiata nella mente con una decisa zuccata al dispenser.
Ne ha già viste abbastanza, di cose strane e inspiegabili. Ha già incontrato qualcuno che sembrava saperne troppo, una persona untuosa e falsamente gentile; le è già successo una volta di non riuscire a liberarsene perché chi avrebbe dovuto vigilare si era lasciato fregare come un genin neo-promosso.

È già capitato che si trovasse invischiata in cose che non avrebbe mai voluto vedere, e adesso non c'è verso che ci caschi di nuovo.


Resta ancora per un po' con la fronte poggiata lì, con le guance in fiamme e i brividi lungo la schiena. Accorgendosi del rumore che fa il suo fiato quando respira attraverso le labbra socchiuse, riverberando debolmente contro le mattonelle smaltate candide e disinfettate e rimbombandole in testa.
Si laverà la faccia, uscirà di lì e chiuderà quella giornata di merda a letto, con una bella tisana calda e un libro in grembo.

 
Top
56 replies since 19/12/2017, 21:59   1032 views
  Share