Parlato Naoki
Pensato Naoki
Parlato 1° guardia
Parlato 2° guardia
Naoki non potè opporre alcun tipo di resistenza, d'altro canto sarebbe stato solo contro mezza guarnigione di soldati. Porse le mani con i polsi giunti in segno di resa.
< Arrendersi, un verbo mai esistito nel mio vocabolario, eppure adesso ho abbandonato ogni tipo di velleità senza neanche pensarci.> pensò Naoki, con capo chinato, come se lo volesse nascondere dagli sguardi inquisitori della gente di Gake. Soltanto dopo avergli posto un piccolo sacco di tela in testa per oscurargli la visuale e le manette ai polsi, fu condotto nelle segrete del castello di Gake. Durante tutto il tragitto, il ragazzo non fece altro che pensare a quell' evento. La sua etica, il suo onore, erano stati messi in seria discussione dopo la sua resa incondizionata. Giunsero, infine, nelle segrete del castello. Vi era un forte odore di muffa, c'era acqua che gocciolava dal soffitto e qualche ratto che stava sgranocchiando dei resti di cibo da una ciotola che era appartenuta a qualche vecchio detenuto. Gli fu tolto il sacco dalla testa e fu spinto dentro la cella. Una volta chiuse le sbarre fu invitato, con maniere tutt' altro che gentili, ad avvicinarsi alle sbare per essere liberato dalle manette. Il ragazzo, pervaso da un rancore generato dalla sua umiliazione pubblica, pose le mani per essere liberato e con sguardo di sfida disse:
< Avete sbagliato tutto. Siete completamente fuori strada!>< Stai zitto!> disse una delle due guardie che, nel frattempo, era rimasta in disparte.
Il tempo iniziava a pesare, i pensieri erano l'unica cosa che facevano compagnia. Le voci che generalmente l' inconscio riesce a sopprimere, in casi come questo, sembrano uscire fuori a frotte e rimbombare dentro l'anima. Naoki era ormai oppresso da questi pensieri, si sedette in un angolo e decise di rimurginare sulla situazione. Stava già escogitando un escamotage che gli avrebbe permesso di scamparla ancora una volta. Si accorse che nella cella di fronte alla sua c'era Ippei, ancora stordito, ciò gli diede ancora un po' di margine di tempo, in quanto sapeva molto bene che senza l'aiuto di un jonin come lui difficilmente ne sarebbe uscito indenne. Seduto in terra, con la testa conserta sulle sue ginocchia sembrava quasi che si fosse lasciato andare al suo destino, ma gli Yuki sono tutto tranne che un clan di fatalisti, avrebbe venduto cara la sua pelle, proprio come avrebbe fatto un qualsiasi altro componente del suo clan. Osservò con attenzione tutti i movimenti delle due guardie; una era fuori dal suo campo visivo, ma ne poteva udire la voce, mentre l'altro faceva la ronda davanti alle due celle. Non c'erano stati altri eventi di particolare rilevanza, tranne qualche discorso inutile che le due guardie fecero tra di loro. Naoki, infine,ebbe l'illuminazione; vide che dal cinturone della guardia che faceva la ronda, erano in bella mostra un mazzo di chiavi, che presumibilmente era quello che gli avrebbe permesso di tornare in libertà.
< Devo prendere quelle chiavi, ad ogni costo.> pensò e, alzandosi lentamente, si avvicinò alle sbarre della sua cella ed iniziò a fissare intensamente la guardia che andava avanti e dietro per tutta la lunghezza del corridoio. Tutto d'un tratto si rivolse verso la guardia dicendo:
< Come ben sai, il nostro villaggio è rinomato per gli assassini ed i temibili shinobi che sforna. Non vorrai mica scatenare la sua ira?> La sua era una chiara provocazione, un chiaro tentativo di innervosire la guardia, che non cadde nel tranello e rispose:
< Neanche un ingenuo cadrebbe in una provocazione come questa, sei uno stupido!> D'altro canto, il piano di Naoki era appena iniziato; la sua idea era quella di innervosire la guardia con provocazioni sempre più aggressive, con la speranza che questi si avvicinasse alla cella.
< Il problema più grosso è che queste non sono provocazioni, ma ammonimenti. Se fossi in te, libererei due ninja della Nebbia ed eviterei di giustiziarne un altro.> disse alla guardia, che si fermò di scatto ed urlando gli intimò:
< Ti ho detto di stare zitto!>Le provocazioni stavano iniziando ad avere l'effetto desiderato; dagli atteggiamenti della guardia stava iniziando a trapelare un certo senso di nervosismo. Naoki notò del sudore scorrere dalla sua fronte, sudore nervoso, causato dalle sue parole. Capì che era giunto il momento di sferzare l'ultimo tiro di spada:
<vecchi, donne, bambini. Chissà da chi inizieranno? Magari la tua famiglia sarà la prima.>Naoki non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che la guardia si scagliò contro le sbarre della sua cella, andandogli quasi muso a muso intimandogli di stare in silenzio. Rimase qualche secondo a fissare in volto Naoki che, nel frattempo, grazie alla sua abilità Yuki di chiudere i sigilli con una mano sola, stava per attivare il genjutsu conosciuto come "Velo di nebbia".
<genjutsu> - Tecnica del Velo di Nebbia - "Immettendo il proprio chakra nell'aria circostante si crea un banco di nebbia illusorio che avvolge totalmente il campo di combattimento, impedendo a colui che subisce la tecnica di scorgere il proprio avversario chiaramente ed impedendogli quindi movimenti sicuri e precisi in attacco e causando diverse falle nella sua difesa. In questo modo l’utilizzatore avrà la possibilità di avvicinarsi all'avversario sfruttando la copertura parziale data dalla nebbia. A livello Jonin la concentrazione della nebbia sarà pressoché totale, facendo sentire il nemico del tutto spaesato benché sino a poco prima abbia avuto la possibilità d’osservare attentamente il campo di battaglia."
Liv 1: [Chk: 30][Eff: +50] Malus a Def e Res di 10 +(Danno Certo/3)
Nel frattempo, in tutto quel trambusto Ippei si svegliò, dopo essere stato senza coscienza per più di mezz' ora.
Intanto, nelle segrete del castello iniziò a formarsi un fitto velo di nebbia che impedì per qualche secondo la visuale alla guardia. Naoki ebbe tutto il tempo di rubare le chiavi alla guardia prima che l'altra iniziò ad urlare:
< Smettetela immediatamente! Basta con questi jutsu da shinobi.>Naoki capì che era il momento di interrompere il genjutsu. Lasciando svanire il velo di nebbia la stessa guardia che gli aveva intimato di interromperla, consigliò al collega:
<entra lì dentro e dagli una lezione di quelle che non dimenticherà mai più.>L'altro iniziò a cercare le chiavi che, ormai Naoki gli aveva sottratto. Nel momento del bisogno, da buon caposquadra, Ippei iniziò ad attirare l'attenzione delle guardie. Aveva notato che le chiavi che prima aveva la guardia al cinturone, erano ormai scomparse. Iniziò a fischiettare ed a canticchiare, con quella sua voce indistinguibile; attirata ormai l'attenzione su di lui, fece un cenno con il capo verso un punto del corridoio lontano dalle celle. Vi era un mazzo di chiavi identico a quello che Naoki aveva rubato.
< Sarà strano; sarà brutto, ma è un genio. Trasformare un kunai in un mazzo di chiavi è semplicemente geniale.> pensò il ragazzo. Il giovane era costretto a sbrigarsi poichè, una volta toccate, si sarebbero trasformate un'altra volta nel kunai. Appena i due si mossero verso il mazzo di chiavi, Naoki tirò fuori le chiavi, aprì velocemente la sua cella e subito lanciò il mazzo di chiavi nella direzione della cella di Ippei.