Eravamo quattro amici al Sushi Bar..., Role Libera tra quella creatura fantastica e oggettivamente affascinante che sono Io, Egeria, gaeshi e non ricordo il nick di Tiziano

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view post Posted on 8/3/2018, 19:37     +1   -1
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Nukenin
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Fece spalucce e continuo a mangiare. ma aveva il vago sentore di presa in giro. o per meglio dire: di cambiare la realtà delle cose facendola apparire leggerissimamente diversa.
Del resto perchè pensare che sua moglie lo stesse volutamente prendendo in giro, nascondendo tracce di gatti cicciosi? In fondo non poteva nemmeno immaginarlo, però qualcosa non andava. Di questo era sicuro. Che Jashin lo fulminasse ora se la questione non era strana.
Oh bene…spallucce e si continuava a mangiare. Al momento ma osservando...dormiglione si del tutto andato di testa ancora, per fortuna, no.
Forse era stata un’impressione. Forse era ancora gasato per il mezzo concerto. Eppure…qualcosa non andava.
C’era come un richiamo potente. Come un ronzio nelle orecchie, nella testa come se i suoni fossero ovattati. Come se il mondo si restringesse.
Era una sensazione strana. Una sensazione di qualcosa che lo chiamava ma sottovoce. Non sapendo da dove venisse eppure vi era.
Lo sguardo di sua moglie al bagno…Shintou era un imbecille. Laureato addirittura.
Non brillava certamente per arguzia. Anzi tutt’altro. Dormiva e poltriva.
O si allenava. Però sempre dormendo. Vi erano poche cose che solleticavano la sua curiosità.
L’indolenza.
Bisognava accenderlo Shintou. Infiammargli il cuore se lo si voleva vedere in azione, ma poche cose attiravano la sua attenzione e una di esse era dentro al bagno.
Parlava, sbuffava, miagolava e muoveva quella coda pelosa.
Forse era proprio quella coda, che si muoveva leggiadra, a richiamare il ronin.
La caccia. Era sempre divertente…c’era qualcosa di così selvaggio a rincorrere quelle palle di pelo, intelligenti e furbe come pochi altri; era non solo una caccia ma una lotta. Un primeggiare non di muscoli ma di cervello e questo al nostro ronin lo eccitava come non mai.
E quindi, istinto o ragione che fosse, Shintou si alzò e andò verso il bagno.
Si scusò per il bisogno impellente e si avviò ai bagni. Sperando che qualcuno si fosse sbarazzato del signor gatto e che tutto tornasse alla calma.
Ma quando il destino ci mette lo zampino, per di più a forma di gatto, è difficile evitarlo.
Shintou aveva l’udito fine. Da sempre. Era una sua prerogativa, una sua caratteristica intrinseca.
Era stato addestrato ad averlo. In battaglia era utile l’udito più della vista.
Troppi corpi, troppo sangue, polvere e confusione gli occhi erano un senso sopravvalutato. Certo importante ma non indispensabile.
Una delle caratteristiche dello shinmei era riuscire a combattere bendati, a sentire il nemico non a vederlo.
Perché la vista si poteva ingannare facilmente ma non l’essenza, il Ki o chakra, non l’aura assassina che ognuno sprigionava quando lottava per la propria vita.
Quindi era normale che se riusciva ad ascoltare il battito di un uomo, l’aria che veniva tagliata da un’arma, il respiro di un cervo che correva a decine e decine di metri da lui, figuriamoci se non coglieva lo stralcio di conversazione che la piccola Urako, bontà sua, stava tenendo con quel gran filibustiere di Kujaku.
Vi erano si muri, vi erano si porte ma le orecchie di Shintou erano da gatto. Anzi… da Byakko.

«Oh, quindi dovrei guardarmi da uno incapace di coprire i propri escrementi con la lettiera.» Un commento ironico - «tutta questa acqua, e riuscite a puzzare lo stesso. Deve essere un talento speciale.» - «Perché voi gatti defecate rose e violette. » La voce di Urako.
Urako?! E con chi diamine stava parlando? Con un gatto?
Cioè…un gatto? Suvvia! I gatti non parlano. Se parlassero…beh…sarebbe stato interessante.
Strano ma maledettamente interessante. Finalmente poteva capire che razza di pensieri facessero quei gran paragnosta fatti di pelo e sguardi taglienti.
E quindi… allungò ancora di più l’orecchio, scivolando verso il bagno. Con buona pace delle signore.
Perché era pur sempre il bagno delle donne ma a Shintou interessava poco.
Voleva capire con chi stesse parlando la povera Urako che, e qui si doveva spezzare una lancia a suo favore, ce la stava mettendo tutta per non fargli incontrare.

 
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view post Posted on 10/3/2018, 23:27     +1   -1
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Artificial Flower's Lullaby

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«Parlato» "Pensato" Narrato


No, non ci era caduto ma nemmeno per sbaglio. Mentre parlava con Shi, che le stava mostrando il suo potere dei colori, percepiva con la coda dell'occhio suo marito che non si faceva abbindolare dalla loro messinscena molto raffazzonata.

"Che palle... Se mi torna a casa con un altro gatto ci faccio lo spezzatino."

Provò comunque a mantenere una facciata, anche perché davanti a Shi stava apparendo una faccina gialla, molto semplice e stilizzata, ma... Reale.
Shitsuki allungò la mano come per toccarla, ma si fermò, non sapendo cosa fosse.

«Woah! E come funziona?»

Se era un ninjutsu, era strano forte. Sicuro c'entrava il chakra -c'entrava sempre-, ma era un tipo di tecnica che non aveva mai visto prima.

«Cioè, sono disegni statici? Cosa succede se lo tocco?»

Allungò ancora la mano, ma di nuovo non sfiorò il sorrisino giallo che si frapponeva tra lei e il ragazzo.
Intanto però Shintou si stava alzando. La Jashinista se ne accorse solo quando il suo gentile consorte era in piedi e già spedito verso il bagno delle signore, cosa che le fece emettere un mugugnio esasperato.

«Mmmmmmmhhh... Ma io mi chiedo cos'abbia coi gatti, sembra che li percepisca da lontano» sbuffò con Shi, abbassando la voce anche se ormai il danno era fatto: o Urako era stata svelta (e in quel caso ci sarebbe stata una bella scena imbarazzante da "Shintou, questi non sono i gabinetti che stai cercando"), oppure si sarebbe dovuta godere fino a casa un'altra inutile palla di pelo.

«Non fraintendermi... Non ho nulla contro di loro, è che in generale non vado molto d'accordo con gli animali. Per qualche motivo, non sembro andargli mai a genio.»

Forse perché ne aveva sacrificati a centinaia, nella sua breve e fervente vita da aspirante Profeta. Certe cose si percepiscono a istinto.

«E vabbè...» sospirò rassegnata, andando a mangiarsi lei l'ultimo ikura. Alla faccia di tutti i gatti. «Al di là di tutto... Come va, Shi? Te la passi bene?»

Massì, che si godessero i gatti, alla peggio si sarebbe ritrovata con un marito graffiato e la ferrea determinazione di tutti a non ripetere mai più l'esperienza di un'uscita a quattro. C'è di peggio nella vita.

6qxisA9
 
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view post Posted on 21/3/2018, 17:39     +1   -1
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La piccola bocca felina coronata di dentini candidi si è appena schiusa per lasciar passare il prossimo commento acido, quando ecco che si chiude di colpo.

Coda che ondeggia nervosa, orecchie tese, vibrisse vibranti e occhi fissi verso la porta del bagno, tanto è che la stessa kunoichi si volta di scatto - come se ci fosse un ospite invisibile proprio alle sue spalle.
Ma no, il bagno è vuoto - eccezion fatta per lei, e per quell'arrogante palla di pelo.

Torna a guardare l'animale imbronciata, incrociando le braccia sullo stomaco.
Se è uno scherzo...
... ma la replica canzonatoria non avrà mai luogo.
Il silenzio meditativo del cesso è più profondo che mai, tanto da far trapelare dalla porta il chiacchiericcio sommesso proveniente della sala da pranzo.
Non ricordava di averlo udito prima.
Che qualcuno abbia aperto la porta dell'anticamera?

Lei non ha sentito nulla: solleva un sopracciglio e fa un cenno col capo verso l'esterno. L'animale, improvvisamente collaborativo, annuisce piano con la testa pelosa e l'aria guardinga.
La cosa seccante è che la tizia là fuori ci stia mettendo tanto a bussare: quando la devi fare, la devi fare! Roba che ha sentito parlare, e che stia cercando di capire se il gabinetto sia occupato o meno.
"D e v i a n d a r t e n e" - sillaba senza emettere suoni alla volta della bestia, che le lancia un'occhiata stizzita alla finestrella che la ragazzina sta indicando con gesti energici. Che possa esserci un ninja dall'altra parte della soglia non le sfiora l'anticamera del cervello, ma Shintou Agiwara è ancora in zona e non può lasciare che quel gatto torni nella sala da pranzo.

È questione di un attimo: le dita scattano verso la catena dello sciacquone, il tipico rumore gorgogliante riecheggia subito nello stanzino spoglio, la finestrella arrugginita viene aperta con un cigolio soffocato dal rumore dell'acqua e la bestia viene defenestrata senza troppe cerimonie e uno strillo imbestialito.
Gatto dell'Eremo sì, ma non abbastanza veloce.
Sorvolando sui cinque ricordini sanguinolenti che ha lasciato sul dorso della mano della ragazza.

Cosa avrebbe atteso la fanciulla una volta tirato il chiavistello ed aperta la porta, ve lo racconteremo un'altra volta.

 
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view post Posted on 3/4/2018, 12:54     +1   -1
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Shintou rimase gabbato.
Anzi lo gabbarono con tutte le scarpe in un modo che più gabbante non si poteva. Il gattone bello, ciccioso, paffuto, con quella coda svolazzante si era dato con la stessa velocità del vento, Urako fece capolino di fronte alla porta mentre il nostro si era già nascosto e, come ogni buon shinobi, era in modalità stealth.
Nemmeno su un videogioco, con un altro ninja tutto corazzato e tecnologico, si poteva essere così bravi a mimetizzarsi.
Shintou rimase con il nulla in mano e nel corpo.
Per chi portava con sé l’antichakra doveva esserci abituato al nulla…e invece no. Perché la questione sarebbe stata maledettamente catafratta nell’egida del miagolio se solo altre situazioni non fossero sopraggiunte a guastare il divertimento.
Ma vi sono storie che si fermano per poi ricominciare da tutt’altra parte quando meno uno se lo aspettava.
Quindi Urako aveva solo rinviato a data da destinarsi un incontro che sarebbe stato gattosamente miagolante.
Prima o poi lo avrebbe scoperto, il samurai, che vi era un eremo di gatti paffuti con a capo un gattone bianco e pelosissimo con una coda morbida come una nuvola. Si che lo avrebbe scoperto…e quel giorno l’eremo dei gatti avrebbe conosciuto un byakko miagolante pronto a tirare a tutti la coda.
Ma oggi no.
Domani. Vi era sempre tempo. Un immortale ha tempo. Il tempo infinito. Il tempo del mondo, quaindi avrebbe atteso.
Si sarebbe fatto la sua pisciata, sarebbe tornato noncurante con un sorriso smaliante del tipo: tutto bene lor signori? Si ricomincia a mangiare?
E avrebbe atteso il prossimo incontro con il prossimo gattone. Anzi… forse questo sarebbe stato più interessante, più portatore della bandiera gattara e chissà…
Ma questa sarebbe stata un’altra storia e si sarebbe raccontata altrove.



E così Shintou se ne va.
Grazie a tutti per l'uscita e alla prossima. Prima o poi...ma un immortale ha sempre tempo quindi ci si rivedrà.
bella :oldstyle: :oldstyle:
 
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33 replies since 3/12/2017, 21:28   728 views
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