Parlato Hijikata / Pensato Hijikata
Hijikata riuscì a evitare l'impatto con il masso, ma non totalmente.
Il frammento infatti era riuscito a colpirlo di lato, ferendogli la spalla sinistra e, prima di affondare, portargli via la manica.
«Non... fa male?»Esattamente come successe qualche secondo prima, l'adrenalina aveva inibito il dolore, permettendo così al ragazzo di rimanere in piedi come se non fosse successo nulla.
Hijikata però sapeva che non sarebbe durato per sempre, e che tra qualche minuto il dolore sarebbe ritornato ma, fortunatamente, in modo meno intenso.
Finitosi di controllare le ferite, alzò lo sguardo per fare il punto della situazione.
Non tutti erano riusciti ad evitare il pericolo. Mentre alcuni erano incolumi, altri presentavano ferite in varie parti del corpo.
Fra i presenti però, Hijikata notò che alcune persone mancavano.
Inconsciamente si guardò intorno, finendo per notare una cosa agghiacciante.
Qualche metro più lontano di lui, Seiko, stava affondando. Nel suo petto era conficcato un masso di dimensioni notevoli che, se nessuno avesse fatto qualcosa, l'avrebbe portata inevitabilmente alla morte.
«Devo salvarla!»«No, è troppo rischioso con la tua ferita alla spalla»Stranamente, nonostante il buon senso di Hijikata dicesse di doverla salvare, una parte di lui temeva di ritornare a una situazione di pericolo.
Essa era la parte del suo animo che alimentava la sua ossessione,
la paura.
Quest'ultima aveva trovato in quel susseguirsi di eventi l'occasione di sprigionare tutta la sua influenza sul ragazzo e, sebbene non fosse più in pericolo, riusciva ancora a condizionarlo.
Il giovane non sapeva cosa fare, il dubbio alimentava la sua mente che, afflitta dal timore, non gli permetteva di esercitare un pensiero critico o lucido.
«Aiutate i feriti! Presto! Chi è in grado di muoversi dia una mano, gli altri tornino al molo!!!»In quella situazione di conflitto interno, furono le parole del Sensei a sbloccarlo.
«Cosa stai facendo Hijikata! Il sensei deve avermi visto, sono l'unico che può salvarla e se non lo faccio finirò nei guai!»Nonostante il contenuto dei suoi pensieri fosse anomalo, la linea logica dietro essi spinse il ragazzo a muoversi.
Senza dar molto peso alla ferita alla spalla, Hijikata rimosse il chakra nei suoi piedi, lasciandosi sprofondare per nuotare verso Seiko.
Ci mise un paio di secondi per raggiungerla, e una volta a fianco a lei, la prese con il braccio per poi risalire verso la superficie. Nuotare tuttavia non era stato semplice, con la spalla ferita i suoi movimenti erano diventati forzati, e con la presenza di un masso ad appesantirli, il giovane Oda dovette usare il chakra per potenziarsi.
Una volta uscito dall'acqua, Hijikata cosparse di chakra la parte inferiore del suo corpo così da potersi sedere e posare il corpo della ragazza sopra di lui, tenendogli con la mano il capo.
Le condizioni della ragazza non sembravano molto promettenti.
Il masso l'aveva colpita al petto, ferendole probabilmente le costole o chissà quale organo.
Al ragazzo non era venuto in mente di utilizzare il chakra su di Seiko per farla galleggiare, in quel momento infatti, la sua mente era nel caos più totale.
«Non respira! Che sia morta? Nono, non pensarci nemmeno. Ci sara qualcosa che potrò fare!»La sua confusione non faceva cenno di volersi fermare. Ma fortunatamente dopo qualche secondo, Seiko iniziò tossire, riprendendo successivamente a respirare.
La ragazza sembrava aver ripreso coscienza e, pur rimanendo sconbussolata, si aggrappò ad Hijikata.
Quest'ultimo, vedendo che la ragazza non era morta, tirò un sospiro di sollievo ma allo stesso tempo, entrò in panico dubbioso sul cosa fare successivamente.
«Seiko! Sono io, Hijikata! N-Non mollare! Andrà tutto bene... d-devo solo portarti dal Sensei, no, al molo.»A quelle parole, il giovane prese la ragazza sollevandola tra le braccia e, con molta fatica, si diresse verso il molo.