Jigoku, Inferno - L'origine di Kunitsukami, Quest talento Genetica per Griever_

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view post Posted on 15/8/2017, 16:37     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Mira era stata assistita dalla migliore equipe della Koushin. Evidentemente gli interventi con l'Adaman avevano un'importanza ben più rilevante rispetto a qualsiasi altra operazione, che fossero su pazienti con situazioni cliniche più gravi o meno. Era anche normale, la Koushin era un'azienda che faceva dello sviluppo il suo ideale e completare studi e ricerche come quelle sul particolare metallo era la base del progresso dell'intera Kurewa. Avevano messo a disposizione della donna tutta la strumentazione del laboratorio e alcune chiavi criptate per accedere ad alcune sezioni di WOR riservate al personale autorizzato. La kunoichi le aveva già scoperte da sé durante i primi contatti con il software ma finse di essere sorpresa nel notare quanta conoscenza vi fosse nei meandri di quel particolare programma. Vi erano una moltitudine di dati sull'Adaman e alcune statistiche che probabilmente erano legate ai vecchi pazienti che avevano ricevuto lo stesso trattamento. Mira cercava nello specifico i rapporti medici sui vecchi interventi su Keiji visto che, a giudicare da quanto avesse detto, doveva aver subito quell'operazione una miriade di altre volte. A ogni modo, quando si ritrovò nella sala operatoria con Keiji sul lettino davanti a lei, la Madre di Kirinaki lesse le analisi in tempo reale sui monitor e dopo aver appuntato qualcosa su un foglio di carta, diede il via per cominciare la difficile operazione. In sala operatoria erano in tre, mentre altri tre seguivano il processo dai monitor esterni alla camera, pronti a intervenire nel caso qualsiasi cosa fosse andato storto. Studiando la natura del metallo, Mira aveva generato un tonico sfruttando le risorse del laboratorio, che secondo i suoi calcoli avrebbe dovuto fare da schermo alla sviluppo indipendente dell'Adaman, come una sorta di terzo ospite che avrebbe avuto il compito di frapporsi fra il metallo e la materia organica. Il primo passo consisteva dunque nel rimuovere lo strato di Adaman dal corpo di Keiji e per quanto delicata fosse l'operazione, rimaneva la parte più semplice. Usò alcuni particolari bisturi con sui bordi delle rilegature che stimolavano il flusso di chakra, era stato spiegato alla scienziata che servivano per far fluire il proprio chakra, se questo fosse stato di elemento vento, nelle lame per affilarle maggiormente e lacerare così la dura sostanza metallica. Mira aveva proprio quel particolare tipo di chakra e non ebbe nessun problema a recidere i confini dominati dall'Adaman e scoprire nuovamente la pelle corrotta poi salvata dalla tecnologia. Il passo più lungo dell'operazione era proprio quello: dover rimuovere tutto il vecchio Adaman dal corpo richiedeva precisione e pazienza, mentre cercare di far attecchire le nuove cellule per far riformare la sostanza di sostituzione era un'operazione veloce ma ardua, così come ridurre il rigetto che ne sarebbe conseguito.
Fu durante l'ultima parte di asportazione che la prima voce si manifestò nella mente della Dea di Yusekai e fu proprio a causa di questa che il bisturi infuso andò a toccare una parte di tessuto che non doveva assolutamente essere danneggiata.


Cosa diamine...

Mira fece un passo indietro stordita, non riusciva a capire che cosa fosse successo, non comprese se quelle parole le tornarono alla mente come un mero ricordo del suo subconscio o come concreta attività cerebrale dovuta a una qualche sorta di strana tecnica, attivatasi interagendo con i tessuti organici e artificiali di Keiji. Gli altri due chirurghi si adoperarono immediatamente per rimediare allo sbaglio della donna mentre la situazione sui monitor cominciava a divenire instabile. Poi la donna riprese compostezza e invitando i colleghi a farsi da parte, infilò due dita sul ventre aperto del paziente per inondare di chakra curativo la parte danneggiata. Lo stupore nella camera venne dissolto e la calma ripristinata: Keiji era nuovamente al sicuro ma quello di Mira non era stato un errore di distrazione, era successo qualcosa.
Continuò con l'operazione terminando di asportare tutto il materiale obsoleto e cominciò a fare delle analisi al microscopio su una goccia del tonico che aveva creato. Si comportava ottimamente con le cellule artificiali dell'Adaman e insieme avrebbero dovuto assestarsi definitivamente per permettere al secondo responsabile della Koushin di vivere una vita normale.
L'atto due dell'operazione era di celere esecuzione sebbene servisse estrema attenzione. Il fulcro era iniettare per endovena un principio particolare che permetteva all'Adaman di adattarsi a un organismo già formato, per poi installare chirurgicamente un piccolo frammento del metallo che nel giro di tre ore sarebbe cresciuto fino a uniformarsi con la parte "sostituibile" del corpo. Fino all'iniezione non vi furono problemi ma durante l'operazione del frammento di Adaman ancora una voce riecheggiò nella mente della donna dagli occhi vitrei e stavolta non si limitò a lasciarsi udire come una sorta di spirito nella sua testa, ma afferrò l'anima della Madre di Kirinaki lasciandole prima un brivido lungo la schiena, poi una scossa più concreta nel momento meno adatto: il movimento improvviso della Dea di Yusekai variò l'equilibrio assoluto dell'Adaman che cambiando forma andò a ingurgitare anche la parte sana dell'organismo. Un altro sbaglio, nella stessa operazione, nel giro di poche ore, e Mira sapeva bene di non essere il tipo da lasciarsi condizionare in quella maniera. Era successo qualcosa, in quella sala, in quel momento, mentre l'Adaman lottava contro gli anticorpi e veniva contemporaneamente sostenuto dal principio creato da Mira.
Una frase che mandò a monte l'intera operazione, che restituì al metallo abbastanza energia da divorare il suo ospite, sancendo un epilogo in coda a quello spirito che reclamava invece l'origine... di Kunitsukami.


[...]

Lanciò di rabbia una moltitudine di libri al suolo, scaraventò un'ampolla di vetro contro la parete e diede un calcio alla sedia di legno distruggendola letteralmente. Era furiosa, non riusciva a darsi pace per quello che era successo, per quegli sbagli in successione. Non doveva capitare, non in quella maniera, in un secondo avrebbe potuto mettere a repentaglio il destino dell'intera Kirinaki, la propria integrità intellettuale, che in quella circostanza era già stata messa abbastanza alla prova. Si trovava da sola in mezzo agli amati libri, con la porta chiusa alle sue spalle e continuava a lanciare al suolo le scritture della biblioteca senza riuscire a darsi un contegno. Lo aveva ucciso, lo aveva ucciso con le proprie mani e così come Keiji avrebbe potuto uccidere anche Chouko. Che cos'era quella voce? Perché aveva interagito con lei in quella maniera? Non era stato errore umano, dentro quella sala operatoria era successo qualcosa.

L'origine di Kunitsukami...

Non riusciva a pensare ad altro, non aveva neppure riflettuto su cosa potesse adesso fare la Koushin con chi aveva lasciato morire il suo sotto responsabile. Potevano venirla a prendere da un momento all'altro, forse l'avrebbe esiliata dalla città o addirittura provato a ucciderla. Era stata una catastrofe.
Non ci pensò, si soffermò su quello che avrebbe dovuto esserci oltre i libri della biblioteca. Provò a visitare ogni anfratto delle diverse colonne di libri, ogni angolo in alto, in basso, nella zona centrale, dietro ogni libreria in cui sembrava potesse esserci qualcosa riguardante Kunitsukami. Non poteva che intenderla in senso letterale: oltre quegli scaffali poteva esserci nascosto un testo che parlasse di quell'argomento, doveva esserci, doveva esserci per forza.


Maledetta questa città, maledetto Keiji!

||Io boh, sono paxxo.||
 
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view post Posted on 16/8/2017, 10:26     +1   -1
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Quel pomeriggio il laboratorio era in subbuglio e, del resto, non poteva essere altrimenti: la morte di Keiji aveva messo in moto l'intera sicurezza ed era solo questione di minuti, prima che il dottor Takamoto venisse informato della terribile perdita. Mira aveva ormai capito che quel posto, per quanto brulicante di conoscenza e tecnologia, non fosse più sicuro per lei; ciò nonostante, voleva e doveva saperne di più: la voce che aveva udito durante l'operazione, la stessa che aveva insistito riguardo il cercare oltre il sapere contenuto negli scaffali della biblioteca, era risuonata chiara e possente come un monito inevitabile. Così aveva seguito il consiglio, nel modo più letterale possibile. Nel giro di poco ogni volume fu esaminato, tolto dal suo scaffale, analizzato con scrupolo e solo in seguito rimesso a posto, oppure lanciato contro la pila già consistente che costellava il pavimento. Tra quelle pagine non avrebbe trovato nulla in più di quanto già conoscesse, eppure qualcosa avrebbe catturato la sua attenzione una volta preso in mano l'ennesimo tomo. Dietro di esso, quello che sembrava essere un pulsante rimaneva ben incastonato nella parete. Non poteva assolutamente trattarsi di un caso e infatti, premendolo, le mattonelle sulle quali si trovava in piedi avrebbero iniziato a muoversi. Una rampa di scale a chiocciola si estendeva da quel punto, affondando sempre più nel sottosuolo. Una volta varcata quella soglia, il pavimento si sarebbe rinchiusa sopra la sua testa, lasciandola sola con il suo destino.
Il cunicolo che si allungava al termine delle scale era buio, illuminato appena da alcune lanterne poste sulle pareti laterali. Ciò nonostante, un flusso bluastro percorreva la roccia, come per indicare la via alla straniera; per quanto rudimentale rispetto al laboratorio della Koushin, quel posto era comunque abbracciato dalle sue tecnologie, tanto che, giunta alla fine dell'androne, la kunoichi avrebbe potuto accedere ad un luogo che mai avrebbe potuto immaginare di visitare, nemmeno nei suoi sogni più fecondi e vivi. Si trattava di una sala, le cui placche in metallo di pavimento e pareti si estendevano fin dove l'occhio riusciva ad arrivare. Al centro si ergeva un'enorme torre di controllo, ma ciò che la circondava... beh, lasciava indubbiamente senza fiato.

Macchine. Non finalizzate all'utilizzo da parte dell'uomo, come i monitor del laboratorio, ma dotate di una loro forma. Erano dormienti, immobili, eppure le loro fattezze animali davano loro la parvenza di essere vive. Contarle era pressoché impossibile, doveva trattarsi di almeno un migliaio di capi; le loro dimensioni erano differenti, così come l'origine che era alla base del loro sviluppo. Alcune assomigliavano a capi di bestiame che Mira conosceva bene, dato che facevano parte delle tradizioni di agricoltura e pastorizia del suo continente, altre invece possedevano lineamenti affascinanti, nuovi ma ugualmente temibili. Camminando attraverso quelle schiere, avrebbe raggiunto agevolmente la torre di controllo, ai cui piedi avrebbe trovato un sensore con riconoscimento palmare. Sebbene si potesse pensare che l'accesso fosse consentito soltanto alle alte cariche dell'azienda, con suo enorme stupore la kunoichi avrebbe constatato che anche la sua impronta digitale era collegata ai poteri d'amministrazione, così come il suo chakra.
Eppure, non tutto era ancora compiuto. Il sistema richiedeva una password, una chiave d'accesso per poter entrare all'interno dei dati contenuti all'interno di quell'enorme computer. Dalla schermata in cui i suoi occhi vitrei s'erano posati, avrebbe potuto comprendere di avere a disposizione soltanto tre tentativi. Il tastierino contenente i kanji era lì, accanto alla sua mano destra, ma quale fosse la parola da inserire rimaneva un mistero che soltanto lei doveva risolvere.

 
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view post Posted on 17/8/2017, 11:47     +1   -1
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Quando trovò il pulsante dietro gli scaffali della biblioteca Mira rimase confusa, chinandosi per poggiare le mani sulla pila di libri accatastati sul pavimento. Non era stata soltanto quella strana voce a mandarla lì, ma anche Keiji, la notte in cui aveva affidato la propria vita a lei. Quell'uomo voleva in qualche maniera metterla in guardia, consigliarla, salvarla per qualche motivo da ciò che la Koushin realmente celava al di sotto della tecnologia visibile agli stranieri che arrivavano da lontano. Che cosa poteva mai esserci oltre quel passaggio segreto? Altre conoscenze, i segreti più reconditi dell'azienda, il motivo del suo poderoso sviluppo, o un destino catastrofico per chiunque fosse stato tanto stupido da indagare fino in fondo. Non esisteva altra scelta per lei, per Yusekai, per le Anime Nere in subbuglio che reclamavano adesso nuova linfa per i loro desideri. La donna si rialzò premendo l'interruttore e proseguì verso la scala che si era rivelata ai suoi piedi, scendendo nei meandri della capitale del progresso, per assistere con i suoi stessi occhi a cosa puntava la Koushin con un potere tanto illimitato, con risorse inesauribili e un'ambizione che andava ben oltre l'etica umana. Non che per lei fosse un problema, anzi, lei stessa non aveva concezione di etica, avrebbe volentieri esplorato ed indagato fino alla scabrosità, e la morte di Keiji ne era in qualche maniera una prova. Proseguì nel buio del sotterraneo, scontrandosi con la stessa tecnologia che vi era in superficie ma era soltanto il primo strato. Quando vide l'alta torre di controllo titubò per un istante, cercando di capire dove realmente si trovasse e cosa stessero facendo in quel luogo gli scienziati della Koushin. La vera inquietudine la colse però nel momento in cui vide che cosa vi fosse alla sua base, a circondarla: un vero e proprio esercito di robot, macchine metalliche, che immobili ricoprivano il campo senza dare cenni vitali. Erano semplicemente "spente", ma talmente numerose da poter assediare l'intero continente degli shinobi. Avevano fattezze animali, Mira gli si avvicinò cercando di scrutare quelle forme ma per quanto cercasse di scavare nei suoi ricordi e nelle sue letture, alcuni non li aveva mai visti. Sfiorò una macchina con una mano percependone la freddezza del metallo e un brivido la colse improvvisamente. Si rese conto di essere da sola all'interno di una struttura tanto potente e influente che avrebbe potuto dominare il mondo se solo avesse voluto, la sua tecnologia era talmente avanzata che le arti ninja, il potere degli shinobi non sarebbero mai riusciti a contrastare. Poi si avvicinò al computer principale della torre di controllo e per quanto estremamente più evoluto di quelli della superficie, era piuttosto simile nei principi a quelli che Mira aveva già usato. Era criptato, vi era un riconoscimento delle impronte digitali e un'analisi scorretta avrebbe potuto far scattare qualsiasi tipo di allarme. Era anche vero che tornare indietro dopo quello che aveva combinato in sala operatoria non era un'opzione, non per lei, e la possibilità di sapere qualcosa su quell'esercito metallico era troppo ghiotta. Poggiò la propria mano sperando che l'aver sentito la voce durante l'operazione fosse un segno del suo percorso,
la strada senza scelta che aveva ormai intrapreso, che aveva deciso di seguire da quando aveva lasciato Kiri. Il computer interagì riconoscendola, incredibilmente, ma la straniera sembrava davvero autorizzata ad accedere a quei file. La situazione suscitò l'attenzione di Varnaki e di tutta Yusekai, dentro a quel computer potevano celarsi informazioni legate all'Adaman e all'esercito di robot, qualcosa che avrebbe potuto cambiare per sempre la concezione della tecnologia lì da dove veniva lei, dove apparecchi elettronici del genere, così avanzati, non esistevano neppure. Il sistema di sicurezza richiedeva anche una password e a giudicare dall'interfaccia aveva tre possibilità. Strinse i pugni nervosamente, con le Anime Nere che pressavano sulla sua stabilità e la voglia di esplodere già alimentata da quello che era successo in sala operatoria. Si portò le mani tra i capelli cercando di prendere profondi respiri. Aveva bisogno di sapere, di tranquillizzarsi un po', doveva scoprire qualcosa e dare a Yusekai elementi con cui sfogarsi per lasciare libera lei. Doveva avere la sua anima,
il suo sacrificio per tornare la riflessiva e intelligente kunoichi Madre di Kirinaki.
Ci pensò nervosamente ma la soluzione la sapeva già.


Cerca l'origine di Kunitsukami



Varnaki glielo sussurrò nell'orecchio ma quella parola le era rimasta nella mente, ed era in fondo stata la causa del suo errore durante l'intervento. Era tutto collegato da un filo conduttore che creava e distruggeva percorsi del destino e il suo, in quel momento, l'aveva condotta a scoprire di quella strana realtà. La Conoscenza Universale passava anche da quel misterioso sotterraneo.

- Kunitsukami

Lo scrisse attendendo risposta dal dispositivo. Non poteva essere altrimenti, la password doveva essere quella. Di certo non Koushin, o qualsiasi altra passione del direttore di quell'azienda folle e ambiziosa.
 
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view post Posted on 17/8/2017, 14:07     +1   -1
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Una volta inserita la password, l'interfaccia si tinse di verde, prima che una lunga finestra contenente una miriade di dati si disegnasse dinanzi agli occhi vitrei della Dea, estendendosi fino a due metri d'altezza. Ad occhio e croce si trattava di frammenti, di note scritte e depositate lì nel tempo, accompagnate da immagini e schizzi di progetti incompiuti. Memorie che, ahimè, nascondevano una realtà amara, così stupefacente da mozzare il fiato. Ognuno dei messaggi racchiudeva alcune finestre secondarie, alle quali Mira avrebbe potuto accedere semplicemente poggiando i polpastrelli su di esse.

CITAZIONE

22 novembre 179.
Giunto ormai all'apice del successo, volgo il mio sguardo indietro. Sono passati vent'anni da quando abbiamo scoperto l'Adaman, ma ancora non siamo in grado di comprendere sino in fondo le sue proprietà. Lo impieghiamo già da tempo nei nostri interventi di chirurgia minore, ma la nostra scarsa conoscenza ci impedisce di continuare ad azzardare. Dobbiamo continuare a studiarlo, ad approfondire la ricerca sul suo impiego... e sulle sue origini. La cava a sud, nelle terre di Aincrad, rimane la nostra fonte principale da cui estrarre questo minerale. Eppure, mi interrogo sulle sensazioni che provo, quando la visito. I miei uomini sono abituati, forse non riescono a percepire lo stesso cambiamento che mi fa venire la pelle d'oca.
- Takamoto Atasuke, Direttore Koushin

14 luglio 186.
Oggi mio figlio compie otto anni, ma non è questo a far gioire il mio cuore. Per la prima volta, siamo riusciti ad isolare l'Adaman ed innestarlo in un ospite, su di una superficie di almeno il 50%. Il soggetto VI, 42 anni anni, presenta un carcinoma polmonare, i suoi parametri sono nella norma. Si prospetta completa guarigione entro due mesi.
- Takamoto Atasuke, Direttore Koushin

16 luglio 186.
Soggetto VI deceduto alle 09:21.
- Tetsune Fujio, Medico Dirigente.

2 aprile 191.
I nostri progressi continuano, i miglioramenti sono ormai all'ordine del giorno. La Koushin e la Unmei hanno oggi siglato un'unione commerciale e scientifica. Anche loro avranno accesso alla cava di Aincrad, affinché insieme possiamo raggiungere traguardi inaspettati.
- Takamoto Atasuke, Direttore Koushin

29 dicembre 198.
Il dottor Higuchi, il direttore della Unmei, continua ad insistere per estrarre molto più Adaman. Non so perché, ma è sordo davanti alle mie preoccupazioni riguardo il destino della cava. Da quando abbiamo siglato l'alleanza commerciale, le estrazioni sono aumentate del 35%... e abbiamo già visto cosa è in grado di fare questo minerale, quando non riesce a più a trovare un equilibrio con ciò che lo circonda. Spero solo di sbagliarmi.
- Takamoto Atasuke, Direttore Koushin

15 febbraio 203.
Lo sapevo, non dovevamo fidarci della Unmei. È passato del tempo, da quando Higuchi ha assoldato dei sicari affinché assassinassero mio padre, eppure lo ricordo come fosse ieri. Era il 15 febbraio 200, esattamente tre anni fa. Lo stesso giorno, i nostri uomini alla cava sono stati uccisi e gran parte dell'Adaman estratto e rubato. Da allora, tutto è cambiato. Mio padre aveva ragione a temere questo maledetto minerale, l'equilibrio è ormai stato spezzato ed è impossibile tornare indietro. La regione di Aincrad ormai non esiste più geograficamente, la sua intera popolazione è stata sterminata da un clima ormai incompatibile con la vita. L'ambizione e l'avidità dell'uomo, ahimè ci hanno condannato tutti.
- Takamoto Ryotaro, Direttore Koushin

5 maggio 209.
Il progetto Jigoku è stato inaugurato solo un anno fa e, com'era prevedibile, abbiamo già dovuto affrontare le prime rivolte interne. Ai collaboratori più fidati, è stato spiegato che nell'arco di cinquant'anni l'Adaman si sarebbe esteso a macchia d'olio nell'intero pianeta; non per niente, il sud è ormai perduto. Abbiamo dovuto trasferire la sede centrale della Koushin a Kurewa, a più di duecento miglia dalla cava di Aincrad. I nostri ricercatori ipotizzano che il morbo si diffonderà in maniera contenuta prima dell'anno 250, ma che nei successivi cinque anni l'eccessiva superficie ormai corrotta sarà sufficiente affinché l'iperbole si accentui, accelerando il processo in maniera esponenziale. Ovviamente, la notizia ha sconvolto tutti. Ai volenterosi, è stata offerta la possibilità di lavorare a tempo pieno al progetto, in cambio della possibilità di trascorrere gli ultimi anni nel bunker di Alfheim. I più codardi, invece, hanno scelto di farla finita tramite iniezione di potassio. Molti hanno cercato di ribellarsi, ma la rivolta è stata sedata nel sangue. Solo un uomo è riuscito a fuggire, Hebi Daisuke. Con le ferite che ha riportato nello scontro, tuttavia, dubito possa andare lontano.
- Takamoto Ryotaro, Direttore Koushin

11 settembre 219.
Oggi siamo riusciti a correggere l'errore che mio padre aveva compiuto con il soggetto VI, più di trent'anni fa. Abbiamo trattato due gemelli, tratti in salvo per miracolo da un incendio. Purtroppo, uno di loro versava in condizioni incompatibili con l'intervento, pertanto è stato divorato dall'Adaman nel giro di pochi minuti. Lo abbiamo sepolto fuori da Kurewa, nella fossa comune in cui abbiamo nascosto i corpi dei rivoltosi. L'altro bambino, invece, è adesso in condizioni ottimali. Presenta solo un lieve distress respiratorio, ma è normale in un lattante di appena dodici mesi. Non abbiamo tuttavia modo di identificarlo, ma in ogni caso la sua volontà di sopravvivere merita di essere premiata con una chance. Da oggi in poi, risponderà al nome di Takamoto Keiji.
- Takamoto Ryotaro, Direttore Koushin

17 luglio 245.
In questi mesi, la Koushin riceve giornalmente decine di feriti. Le vittime non hanno idea di cosa si tratti, ma voci provenienti da nord parlano dell'invasione di un male mai visto prima. Watashi, così lo chiamano. Probabilmente, a breve saremo costretti a chiudere le porte ai forestieri e concentrarci unicamente sugli abitanti di Kurewa. Nessuno deve sospettare di nulla. Il progetto Jigoku è ormai quasi ultimato, non possiamo permettere che qualche straniero ci metta i bastoni tra le ruote.
- Takamoto Ryotaro, Direttore Koushin

CHRS9tL

3 gennaio 248.
Vedetta. Longipede. Corsiero. Spazzino. Cervavito. Cornaguzze. Ferrariete. Smeriglio. Celermorso. Cheratauro. Spezzarocce. Secodonte. Inseguitore. Divoratuono. Avistempesta. Razziatore. Manticerio. Arcapode. Colosso. Collolungo.
Keiji ha catalogato ogni categoria di macchina che prenderà parte al processo di Kunitsukami. Quando la bomba contenente le particelle di Adaman esploderà nei pressi del Calderone di Aincrad, il 18 agosto, l'intero pianeta diverrà corrotto nel giro di due mesi, accelerando ulteriormente il processo previsto dai nostri ricercatori. Sarà lì, che avrà inizio la fase Kunitsukami. Le macchine si occuperanno di ricostruire l'atmosfera, eliminando la tossicità dell'Adaman dal suolo e dall'aria stessa. Passeranno almeno trecento anni, prima che la prima colonia di uomini possa insediarsi nel mondo neonato. Il loro patrimonio genetico è contenuto dalle macchine, le stesse che avranno il compito di farli nascere ed educarli, affinché non commettano più gli errori del passato. Qualora ciò dovesse nuovamente verificarsi, gli Avistempesta sono programmati per sganciare nuove bombe di Adaman. Jigoku e Kunitsukami si alterneranno finché la perfezione non verrà raggiunta. È questo ciò che questo mondo merita.
Ormai è un conto alla rovescia. Tra sette mesi, tutto ciò che conosciamo scomparirà. Le nostre misere vite termineranno serenamente in Alfheim, com'era stato deciso. Rispetto a chi perderà la vita, là fuori, il nostro trattamento sarà molto più generoso e umano.
- Takamoto Ryotaro, Direttore Koushin

 
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view post Posted on 18/8/2017, 17:52     +1   -1
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La verità dietro alla torre di controllo e a quei misteriosi file criptati risultò talmente assurda che Mira, pur leggendo più volte i vari diari datati, non riuscì davvero a comprendere. Eppure sembravano messaggi chiari, erano le testimonianze di chi quell'azienda l'aveva creata e cresciuta, di chi aveva reso la Koushin talmente grande e influente da finire per intaccare l'ecosistema mondiale. L'Adaman non era un semplice metallo e questo la Dea di Yusekai l'aveva ormai capito dopo aver avuto la possibilità di analizzarlo e studiarlo durante e prima l'operazione a Keiji. Ne aveva scoperto alcuni segreti, alcuni comportamenti a contatto con la materia organica, con cellule viventi, e incredibilmente sembrava reagire proprio agli impulsi vitali degli ospiti con cui entrava in contatto. L'Adaman era vivo, era come se avesse una propria anima, una propria coscienza, e dopo essere stato disturbato per più e più volte, come le più grandi vite dell'universo voleva espandersi e dominare, per istinto quasi, come un animale selvatico che cresce senza il supporto dei genitori, che deve imparare a cavarsela da solo. Mira lesse le prime memorie, della cava di Aincrad, della collaborazione della Koushin con la Unmei e non ci fu neppure bisogno di arrivare fin dove venisse specificato per lasciare intuire a Mira che la situazione tra i due colossi sarebbe degenerata, come infatti avvenne nel 200. Le memorie del 15 Febbraio dimostravano come in fondo l'Adaman, da solo, non avrebbe mai potuto nuocere a livello globale, esistendo in un perpetuo equilibrio con la natura e l'uomo, ma quest'ultimo non si sarebbe mai accontentato di una fetta della totalità, e su quel punto Mira non poté che chinare il capo stringendo i pugni, riconoscendo come in fondo lei stessa avrebbe agito in quel modo e consapevole di come probabilmente non lo avrebbe neppure considerato un errore. Continuò a leggere scorrendo le memorie, avanzando con gli anni finché con le iridi vitree non giunse al progetto Jigoku. In qualche maniera aveva intuito cosa potesse essere, leggendo delle rivolte, del caos che aveva generato un così drastica decisione e ne risultò sconvolta. In qualche maniera sperò di sbagliare, di aver in effetti compreso male quello che la Koushin stava generando per impedire che l'Adaman terminasse ogni cosa ma continuando a scorrere, avanzando con gli anni, la questione risultò ancora più chiara: l'origine di Kunitsukami era la chiusura del cerchio, l'altro capo di Jigoku, lo ying e lo yang di un mondo che la Koushin si era presa la responsabilità di distruggere e ricostruire, come Dei discesi dal cielo. Mira passò furiosa una mano sulle figure e colpì poi con forza il computer della torre di controllo. Scivolò in ginocchio con le mani sulla tastiera e la testa tra le braccia, con i capelli che celavano il suo viso a metà tra l'affranto e il confuso. La sua mente era stata pervasa da una miriade di informazioni, quelle memorie l'avevano messa davanti a una realtà che prescindeva dalla mera ambizione di un ninja a Nord, o di chissà quale guerriero a Sud. Si parlava dell'estinzione dell'umanità, della fine dei cicli e di tutto ciò che avevano nei secoli generato. Rimase in quella posizione per alcuni secondi, pensosa, in attesa di riuscire a mettere insieme le idee e arrivare ad avere un'opinione di quella follia. L'Adaman, la Koushin, la Unmei, Jigoku, Kunitsukami, chi di loro era davvero il nemico? Si allontanò dall'interfaccia olografica rialzandosi lentamente e si voltò verso l'esercito di robot che riposava nell'enorme distesa del sotterraneo. Vide quegli strani animali immobili in attesa di rimettere ricostruire il motore terrestre, per evitare la distruzione di massa definitiva. Si avvicinò a quello che sembrava un cervo dalle lunghe corna aguzze e ne sfiorò la superficie di freddo metallo provando ad osservare oltre, direttamente nella mente di chi aveva progettato Jigoku e Kunitsukami. Mira riuscì a vederli, riuscì a comprendere il loro intento nel provare a sostituirsi a Dio e in fondo lei non era così diversa. Ciò che realmente vide in quello scenario, dopo aver letto le memorie ed aver immaginato l'Adaman ricoprire il mondo, era Jigoku che distruggeva e Kunitsukami che ricostruiva, diffondendo sapere attraverso le macchine per evolversi e maturare sui resti delle civiltà primitive. Varnaki d'altronde era come Mira e in Yusekai quella strana sensazione che si stava diffondendo come un virus nel sangue della Dea, era amplificata per almeno cinquanta volte. Il Signore Oscuro le afferrò il collo delicatamente e avvicinò la sua faccia bianca facendo sprofondare le iridi assenti in quelle perlacee della donna.

Il loro patrimonio genetico è contenuto dalle macchine, le stesse che avranno il compito di farli nascere ed educarli, affinché non commettano più gli errori del passato.



Mira afferrò tremante il suo polso con lacrime ingabbiate negli occhi, con la voglia di lasciarsi catturare da quelle parole ma con la consapevolezza che giocare a fare il Creatore in una guerra contro il distruttore dell'umanità era una partita pericolosa. Non se ne era ancora resa conto ma quel laboratorio racchiudeva il destino del mondo, in che modo poteva pensare di alterare l'equilibrio di chi da anni cercava di risolvere i propri sbagli? Varnaki sorrideva leggendo nello spirito di Mira, perché in fondo Varnaki era come Mira.

Per anni hanno provato a gestire l'Adaman e infine ne sono stati sconfitti. Vogliono rimediare ripartendo da zero, ma è davvero necessario? Fino ad oggi non avevano mai conosciuto te, noi.



La kunoichi non abbassò lo sguardo sfidando fino alla fine quello dell'Anima Nera più potente, valutandone le parole, esaminandole nel contesto che vedeva lei giungere in quel laboratorio per una ragione. Keiji l'aveva aiutata ad arrivare lì, lui sapeva, lui voleva che Mira scoprisse dell'operazione e probabilmente, lasciandole esaminare l'Adaman durante l'intervento, non era neppure sopravvivere il suo obbiettivo ultimo, ma concedere a quella straniera venuta da lontano la possibilità di salvare il globo senza dover prima disintegrarlo.

- Devo farlo... devo fermare Jigoku.

Varnaki sorrise, ma sapeva che quella frase non avrebbe fatto altro che portare ad una lenta ed inesorabile fine del'intera umanità.

Oppure...?



- No... non fermarlo, cambiarlo

Davanti a sé aveva forse ciò che più di ogni altra cosa poteva ritenersi la Conoscenza Universale, contenuta in quelle particolari macchine, le stesse che rispondevano invece al progetto Kunitsukami. Jigoku sarebbe stata la sua arma, Kunitsukami invece la nuova applicazione del Kidenshi. Tornò alla console cercando approfondimenti su Jigoku, Kunitsukami, sugli Avistempesta e sulle bombe di Adaman. In un modo o nell'altro, Mira avrebbe provato a modificare un progetto decennale partendo dalla propria ricerca e per la propria ricerca. La sopravvivenza mondiale partiva da questo.
 
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CITAZIONE

Progetto Jigoku.
"Non c'è vittoria, senza sacrificio."
- Takamoto Atasuke, Direttore Koushin

CITAZIONE
Composizione Atmosfera Terrestre,
Valori di Riferimento.

Azoto (N2): 78,084%
Ossigeno (O2): 20,946%
Argon (Ar): 0,934%
Anidride carbonica (CO2): 0,0407% (407 ppm)
Neon (Ne): 0,0018% (18 ppm)
Elio (He): 0,000524% (5 ppm)
Metano (CH4): 0,00016% (2 ppm)
Kripton (Kr): 0,000114% (1,1 ppm)
Idrogeno (H2): 0,00005% (0,5 ppm)
Xeno (Xe): 0,0000087% (0,08 ppm).

Composizione Atmosfera Terrestre,
prevista per il 31 ottobre 248.

Azoto (N2): 0,00001%
Ossigeno (O2): 11%
Argon (Ar): 3,4%
Anidride carbonica (CO2): 24%
Afnio (Hf): 61%
Neon (Ne): 0,0018% (18 ppm)
Elio (He): 0,000524% (5 ppm)
Metano (CH4): 0,00016% (2 ppm)
Kripton (Kr): 0,000114% (1,1 ppm)
Idrogeno (H2): 0,00005% (0,5 ppm)
Xeno (Xe): 0,0000087% (0,08 ppm).

    Fase Uno - Bombe di Adaman
    Per il 18 agosto 248, è prevista la deflagrazione un ordigno costituito al 98% da Adaman e al 2% da carica esplosiva, quantità sufficiente affinché il processo di scissione atomica venga innescato. Una volta che la bomba sarà detonata, l'Adaman interagirà con le riserve ancora contenute nel Calderone di Aincrad. Ciò farà sì che l'equilibrio venga ulteriormente alterato - la conseguenza prevista, è un'impennata dell'iperbole che studia la diffusione del cancro generato dall'Adaman. A causa dell'esplosione, gran parte degli atomi (sia dell'ordigno, che del metallo contenuto nella cava) si disperderanno nell'atmosfera, alterandone la composizione. Si stima che questa non si discosterà molto da quella registrata dai nostri ricercatori nei pressi del Calderone.
    Per la data del 31 ottobre 248, si prevede che l'intera razza umana sia estinta - ad esclusione dei soggetti autorizzati ad accedere ad Alfheim; nel loro caso, la sopravvivenza prevista è stimata a settantadue mesi. La morte per coloro che si troveranno all'esterno, avverrà per intossicazione da Afnio. I sintomi, per l'avvelenamento da basse dosi, sono irritazione degli occhi, della pelle e delle mucose - con una percentuale così alta, tuttavia, bastano pochi minuti perché le ossa stesse diventino cenere.

    Fase Due - Kunitsukami
    Il processo di Terraformazione gestito dalle macchine durerà, secondo i nostri calcoli, trecento anni. Durante questo periodo, qualora un errore dovesse verificarsi, le macchine sono programmate per interrompere questa fase e ripristinare la condizione generata durante la Fase Uno. Le macchine imparano dai loro errori, per fortuna: la percentuale di errore iniziale è di circa il 13%, ma ad ogni tentativo questa dovrebbe dimezzarsi.
    Una volta ripristinata una corretta percentuale dei gas e metalli contenuti dall'atmosfera, la vita potrà riprendere il suo corso, indisturbata. Attorno a Kurewa, esistono tre centri, chiamati Culle. Al loro interno, giacciono le macchine che contengono il patrimonio genetico necessario per ricreare la specie Homo Sapiens Sapiens. La loro educazione, a quel punto, sarà affidata alle macchine facenti parte del progetto Chishiki. Con il passare dei decenni, potranno attingere ad un sapere sempre maggiore. La loro mente sarà vergine e, pertanto, potrà essere facilmente plasmata affinché gli errori del passato non vengano ripetuti. Qualora ciò dovesse malauguratamente accadere, Jigoku prenderà nuovamente il sopravvento.
    Ci chiameranno Predecessori, impareranno a vivere come noi, ma non sapranno mai la verità.
    Il nostro scempio verrà seppellito dentro Alfheim.

Avistempesta - Codice 103.2
Categoria: Combattimento
Durante il processo di Terraformazione, questa macchina è programmata per scambiare gas con l'atmosfera in modo da equilibrarne la composizione. Tuttavia, nasce come esemplare da combattimento. Ha le fattezze di un aquila ed è composto interamente in lega d'acciaio. Raggiunge i dieci metri d'altezza, con un'apertura alare di trenta. I sensori visivi sono capaci di individuare bersagli anche a notevoli distanze. Ogni esemplare è dotato di dieci motori per ala e da un componente blindato, al centro del petto, capace di incanalare e scaricare energia elettrica.

Rappresenta l'evoluzione della sua forma base, lo Smeriglio, con una potenza di fuoco dieci volte più temibile.

N° esemplari Kurewa: 24
N° esemplari Aincrad: 6 5

Ultimo aggiornamento il 13 luglio 248.


Le finestre aperte dalla kunoichi erano molteplici e si trattava solo di alcune delle cartelle che poteva aprire, per approfondire la sua conoscenza al riguardo. Tuttavia, si trattava di pagine che garantivano una sola lettura e che, ahimè, non consentivano possibilità di modificare i dati in esse contenuti. Occorreva una password diversa, il sistema richiedeva un codice d'amministratore di cui purtroppo, al momento, Mira non poteva disporre.

 
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view post Posted on 20/8/2017, 11:09     +1   -1
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Sembrava esattamente come l'avesse intesa Mira, quello della Koushin era il tentativo di salvaguardare la razza umana disintegrando l'ecosistema, per poi ricostruirlo attraverso le macchine che aveva creato. Agli occhi della donna era un piano insensato, poco ambizioso nonostante le apparenze e assolutamente arrendevole. Se davvero l'Adaman fosse risultato tanto pericoloso come l'avevano descritto, avrebbero dovuto cercare un modo per contrastarlo in maniera diretta, rendendo le bombe un virus capace di stanarlo piuttosto che alimentarlo. L'idea di Kunitsukami poteva invece essere corretta, ma soltanto come ultima possibilità di salvezza di un universo corrotto irrimediabilmente. A ogni modo le cose che più di tutte avevano stuzzicato l'interesse della donna, furono questa Alfheim, probabilmente un bunker sotterraneo dove gli scienziati avrebbero continuato a lavorare al progetto Kunitsukami dopo l'apocalisse, e le Culle, a quanto pare il nido delle macchine. Erano tre, tutte colme di esseri metallici come quelli presenti in quel sotterraneo e contenenti dentro di sé la cultura di tutta l'umanità. D'altronde era normale: per ricostruire un mondo vi era necessariamente bisogno di sapere dove i Predecessori avevano sbagliato, per risollevarsi da quegli intoppi e farne tesoro, così da generare altra conoscenza e un nuovo ciclo. Il progetto Chishiki era esattamente ciò che interessasse a Mira, sostanzialmente quello che lei stessa insieme a Kirinaki voleva portare sul continente degli shinobi. Non si trattava probabilmente solo dell"educazione" corretta degli individui, ma della storia dell'uomo, del suo percorso pre e post Ninjutsu. Quanto invece all'Avistempesta, le informazioni ricevute erano pazzesche: era un robot d'attacco volante, una sorta di enorme aquila dall'apertura alare di trenta metri. Nella mandria presente nel luogo fu possibile vederne qualcuna, e riuscivano in grandezza a non sfigurare al fianco di un'altra creatura spaventosa bipede, con montate sul suo dorso una serie di armi che non aveva mai visto prima. In ogni caso la Dea di Yusekai poteva per il momento tranquillizzarsi, non avrebbe dovuto combattere quei mostri, non si sarebbero attivati prima dell'inizio del progetto Jigoku e lei lo avrebbe impedito a qualsiasi costo. La strada percorribile in quella vicenda assurda aveva sostanzialmente due vie: tornare ai piani alti della Koushin e catturare Ryotaro, così da interrogarlo e provare a strappargli quante più informazioni possibili su quanto avesse letto, oppure agire da sola cercando Alfheim, probabilmente il luogo che avrebbe risposto alla maggior parte dei suoi problemi. Gli scienziati più in gamba erano senz'altro già stati trasferiti lì considerando che al giorno X mancava circa un mese. Non le rimaneva che cercare quelle informazioni sfruttando il computer e il livello di accesso che aveva a disposizione. Passò dunque due dita su "Alfheim", "Culle" e "Chishiki", quest'ultimo per avere la certezza di aver inteso bene che cosa potesse davvero rappresentare.
Mira si trovava sul filo del rasoio ed era riuscita ad arrivare a quel punto, a un passo dall'epilogo definitivo dell'umanità, grazie a colui che aveva ucciso in sala operatoria. Non era però la sola persona che l'aveva aiutata a scoprire la verità prima che fosse troppo tardi. La voce che le si era insinuata come un brivido sulla schiena durante i passaggi cruciali dell'installazione dell'Adaman su Keiji non se l'era immaginata, qualcuno voleva che la Madre di Kirinaki arrivasse alla genesi di Jigoku e Kunitsukami.
 
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view post Posted on 21/8/2017, 14:35     +1   -1
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CITAZIONE

Progetto Chishiki
"Bisogna imparare a camminare, prima di iniziare a correre."
Questo dovrà fare la nuova umanità. Camminare. Riuscire da sola nel compiere le prime scoperte, nel ricostruire gli albori di una civiltà; in questo, verranno in seguito aiutati dalle macchine. All'interno di alcuni Collolungo, è stato innestato un programma specifico, che prende il nome di Chishiki, Conoscenza. Con parsimonia e cautela, i nuovi uomini dovranno approcciarsi alla cultura dei Predecessori. La loro curva d'apprendimento, tuttavia, dovrà essere controllata in maniera severa, affinché lo sviluppo tecnologico avvenga in maniera controllare. A distruggere il nostro mondo, infatti, è stata la fretta, oltre che la sete di conoscenza che è innata nell'anima umana.
Il tempo di totale ripristino della cultura odierna è stimato a 750 anni dal termine del processo di Terraformazione.

Alfheim, Ultimo Paradiso
A trenta miglia ad est di Kurewa, è stato edificato un bunker che ospiterà i superstiti del progetto Jigoku. Al loro interno saranno accolti gli operatori che per anni hanno prestato servizio alla Koushin, collaborando affinché il piano venisse ultimato ed infine realizzato; insieme a loro, ovviamente, troveranno asilo anche le loro famiglie. La struttura è dotata di parecchi comfort, nonché di energia e provviste a sufficienza per al massimo settantadue mesi. Ciò dipenderà dalla capacità di sopportazione della popolazione superstite e dalla loro parsimonia. Per evitare il sovraffollamento, tuttavia, è stato imposto un limite massimo di trecento ospiti. La morte è inevitabile, sebbene le pareti siano spesse e resistenti alle infiltrazioni di Adaman e afnio e il bunker sia stato costruito a due chilometri di profondità rispetto alla superficie terrestre. Per aiutare i superstiti in questa ultima fase, la struttura è dotata di fiale di potassio e camere a pressione negativa con infiltrazione di CO.

Le Culle
Situate ai vertici di un triangolo che ha come centro il Calderone di Aincrad, le Culle ospitano il futuro dell'umanità. A loro difesa sono stanziati diversi esemplari di macchine da combattimento; il perché, è presto detto. Oltre ai Collolungo dotati dei dati costituenti il progetto Chishiki, ogni Culla è dotata di un laboratorio in cui verranno clonati i nuovi uomini. Il chakra che alimenta le macchine delle Culle è dormiente, capace di attivarsi solo al termine del processo di Terraformazione o in caso di attacco. Jizo, Inari, Amaterasu. Questi sono i nomi delle Culle che circondano Aincrad e ognuna di loro sarà il luogo di nascita della prima colonia, formata da mille esemplari: di essi il 63% sarà di sesso femminile, mentre il 37% di sesso maschile.


A quel punto, non c'era più alcun dubbio al riguardo. Collegare le informazioni appena apprese per formare un disegno perfettamente coerente era ormai un gioco da ragazzi, sebbene si trattasse di un mosaico il cui risultato finale era tragico, oltre che sbalorditivo. Fu proprio in quel momento, però, che la kunoichi riuscì a percepire qualcosa di anomalo nella stanza in cui si trovava. Una presenza di chakra, rimasta fino ad allora perfettamente celata, si palesò dinanzi ai suoi poteri sensitivi, prima che una nuova figura venisse messa a fuoco dai suoi occhi vitrei, mentre con passi lenti e cadenzati avanzava attraverso la schiera di macchine.
Iridi smeraldine incrociarono quelle di lei, le quali avrebbero sicuramente trovato quell'aspetto familiare. Le ciocche cremisi dell'uomo, anch'egli sulla trentina, ricadevano fino a sfiorare le spalle. Indossava abiti leggeri da combattimento, ma la stoffa candida come la neve lasciava abbastanza scoperto il petto, oltre che gli arti. Ognuno di questi punti era interamente ricoperto di Adaman, il quale si era diffuso come un cancro letale fino a lasciare superstite esclusivamente il capo, fino a metà collo. Il chakra combaciava quasi perfettamente con quello di Keiji e anche il suo aspetto poteva trarre in inganno...

- Cosa pensi di questo castigo?

... ma non poteva trattarsi di lui. Lo aveva visto morire mentre veniva divorato dall'Adaman a causa di un suo grossolano errore. Quella voce poi, per quanto simile, era profondamente diversa. Lei la conosceva benissimo, era la stessa che durante quella delicata operazione l'aveva messa in guardia, spingendola a cercare la verità nelle viscere della Koushin. Quel timbro, adesso, era però carico d'un odio viscerale, talmente ardente da far tremare le membra della kunoichi ben più di quanto fosse accaduto durante i minuti che avevano condannato il povero Keiji.

 
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view post Posted on 23/8/2017, 19:45     +1   -1
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Scorrendo le letture, Mira riuscì ad avere un quadro generale più preciso riguardo tutto ciò che aveva combinato la Koushin e quello che stava invece per fare. Era inutile negare con quei dati alla mano quanto l'Adaman potesse realmente risultare pericoloso e mortale per la stabilità della Terra. Il modo in cui gli uomini di quell'azienda avevano deciso di risolvere, anzi, sorvolare il problema era rivoltante. Mira non poteva credere che uno scienziato degno di questo nome si sarebbe accontentato di assistere a simulazioni su monitor di ciò che aveva creato. Generare una sorta di Madre Natura artificiale che potesse far ripartire il ciclo vitale era un progetto ambizioso, divino forse se erano arrivati a incubare umani per ripopolare il pianeta all'anno x, e questo era eccezionale ma tutte le menti che avevano partecipato a quel lavoro avrebbero dovuto combattere per resistere ed assistere. La Koushin invece era pronta ad affondare insieme all'epoca attraverso Jigoku, come se da un certo punto di vista avesse venduto l'anima al diavolo per giungere a un sapere trascendente. La Madre di Kirinaki invece era arrivata a un livello tale da non potersi più permettere un'esistenza senza nuova possibilità di imparare e conoscere, non adesso che aveva anche i mezzi per eseguire i suoi studi genetici sugli esseri viventi. No, Jigoku doveva essere riadattato.
Per il resto furono ovviamente i Collolungo a stuzzicare maggiormente l'interesse della Dea di Yusekai: erano a quanto pare macchine particolari con dentro di sé un'enormità di dati contenente l'eredità della storia umana. Il solo concetto era talmente assurdo che Mira ebbe un attimo di esitazione, era come aver a disposizione potenzialmente una libreria infinita di conoscenza racchiusa nella testa di un robot. Non poteva esserne sicura finché non ne avesse letto l'approfondimento, le sue erano al momento solo congetture. Ricercò dunque altre informazioni su quelle particolari macchine e lesse poi, continuando, le notizie su Alfheim e le culle. Era una realtà pazzesca, il lavoro di decenni, il progetto di uomini talmente folli da sacrificare la propria sanità, la propria vita,
per semplicemente dimostrare di essere i migliori. Mira la vedeva così, non poteva accettare e mai lo avrebbe fatto il costo che richiedevano Jigoku e Kunitsukami. A ogni modo, la donna ricevette le informazioni di cui aveva bisogno riguardo la posizione di Alfheim, così da poter eventualmente cominciare a indagare lì riguardo le genesi dei progetti, e quella delle culle in caso si fosse lasciata vincere dalla bramosia di mettere le mani sui Collolungo. Prima che potesse fare qualsiasi cosa però, una voce riecheggiò nella grande sala, saturando l'aria resa gelida già dal freddo metallo della moltitudine di macchine che tenevano compagnia a Mira con la loro inquietante, spenta, espressione. Il suo chakra era tremendamente familiare: doveva essere a causa della sua sfumatura, il colore tenue macchiato da una presenza "esterna", particolare proprio come quello di qualcuno già analizzato ma non le venne alla mente immediatamente chi, non prima di vederlo riemergere dal buio mostrando alla luce i lunghi capelli scarlatti e le iridi smeraldine. Non c'erano dubbi, il suo volto, il suo aspetto, la conformazione del suo chakra e la logica grazie alla quale fluiva attraverso i suoi pori naturali, lo rendevano praticamente uguale, o quasi, a Keiji, l'uomo finito ucciso durante il trapianto di Adaman. Anche lui ne era totalmente colmo, ancora più di quanto lo fosse l'uomo della Koushin ma non sembrava risentirne.
La Dea di Yusekai capì immediatamente ogni cosa e chiuse gli occhi celando un sospiro di rammarico nell'intuire quanto ironico fosse il destino. Aveva letto la loro storia pochi minuti prima e per quanto strano che fosse, quell'uomo di metallo era uno dei due gemelli ritrovati anni addietro dalla Koushin, e lei ne aveva ucciso uno. Mira non rispose subito alla domanda del nuovo arrivato,
limitandosi ad avvicinarsi lentamente non senza timore, o comunque preoccupazione. Non sapeva niente di lui, né di quanto l'Adaman che aveva nel corpo potesse risultare nocivo anche per lei. Anche Keiji lo aveva e lui se l'era portato a letto, ma era diverso, oltre che in quantità minore, non sapeva ancora di che cosa si trattasse.


- È inspiegabile, non è possibile arrivare così in alto soltanto per godersi la discesa... è la vista dalla cima che dona il vero piacere.

Si riferiva a Jigoku, ma anche a Kunitsukami. Era sicura che lui sapesse ogni cosa, doveva saperlo, e sospettò che fosse la stessa persona che in qualche maniera le aveva parlato durante l'operazione, dunque anche la causa del suo errore nei confronti di Keiji. In ogni caso non poteva sottolinearlo, ma sapere che per quanto terribile non era stato un suo errore di analisi, in qualche modo riuscì a rasserenarla.

- Tu... tu devi essere il gemello di Keiji, sei vivo? Com'è possibile?

Voleva capire ma non poteva neppure forzare troppo la mano. Sapeva perfettamente di essere su un sottilissimo filo e sarebbe bastata una brezza per farla precipitare nel baratro senza fondo. Lei era stata intima con Keiji ed ucciderlo non era mai stato nei suoi piani, non in quella maniera. Forse avrebbe potuto capire, forse aiutarla. In qualche modo, se era davvero stato lui ad avvisarla di Kunitsukami, entrambi i gemelli avevano l'obiettivo di sventare il progetto Jigoku. Lei era lì, davanti a quel computer, grazie a Keiji.

- Perché volevate che io vedessi... questo?
 
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view post Posted on 24/8/2017, 09:37     +1   -1
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- Quel che a me importa è proteggere le fondamenta della montagna.

Rispose con sicurezza all'affermazione della donna, mostrandosi in disaccordo tanto con lei quanto con il folle piano della Koushin. Era certo che lei riuscisse a riconoscerlo come gemello di Keiji - del resto, le differenze c'erano eccome - così come della domanda che lei gli rivolse. Lui era morto, la testimonianza era rimasta indelebile nel rapporto dell'11 settembre 219 scritto da Ryotaro, il direttore attualmente in carica; eppure quel giovane adesso appariva in perfetta salute, atletico, risoluto anche se l'Adaman occupava una superficie del suo corpo talmente estesa che qualsiasi altra persona al suo posto, persino il suo stesso fratello, ne sarebbe rimasto sopraffatto. Chiuse gli occhi, trattenendo il respiro per controllarsi. Doveva rimanere cauto, per quanto si trovasse in un posto che conosceva bene non poteva permettersi il lusso di commettere errori.

- Credevano che l'Adaman mi avesse ucciso ed in effetti l'aveva fatto... ma quando ho riaperto gli occhi, ho scavato fino alla superficie per rivedere la luce del sole. Io sono l'Adaman stesso, ormai. Questo minerale non può uccidermi.

Le frasi da lui pronunciate erano corte, brevi ed in realtà, da un punto di vista esterno, nessuno avrebbe compreso per quale ragione stesse rivelando simili informazioni ad una sconosciuta. Lei stessa aveva bisogno di sapere, comprendere il motivo per il quale Keiji le aveva detto quelle parole e perché persino lui, il suo gemello dato per morto, le avesse ripetute nella sua mente, durante l'operazione. Un quesito lecito, in fin dei conti lei era soltanto una kunoichi del continente, eppure era stata selezionata affinché venisse a conoscenza dell'esistenza di Jigoku e Kunitsukami. No, non poteva essere un caso.

- Quelle parole erano frutto del mio chakra, innestato nell'Adaman di mio fratello. Tu eri un tassello fondamentale, Chie... ma adesso non ha più importanza.

Dalla manica della veste scivolò fuori un pugnale, il quale venne saldamente impugnato dalla mancina. I suoi occhi smeraldini infine si sollevarono, lasciando che l'odio in essi contenuto si riversasse nello sguardo vitreo della fanciulla.

- Tu hai ucciso la metà che avrebbe potuto salvarci tutti.

Ed infine scattò attraverso la schiera di macchine, lanciandosi contro la kunoichi che aveva di fronte. Azzerò le distanze con una velocità impressionante, tale da far comprendere alla bionda quanto ampio fosse il divario che li separava in quanto a preparazione; giunto così ai suoi piedi, avrebbe tentato di colpirla con una ginocchiata in pieno ventre, prima di lasciare che la lama calasse verso di lei, dritta verso il collo, là dove la cute era più sottile e facile da penetrare senza alcuna pietà. I suoi colpi erano rapidi, forse persino troppo per la Dea di Yusekai, che tra l'altro avrebbe chiaramente compreso che il suo avversario non avesse dato il massimo in quell'offensiva. A giudicare dalla velocità con la quale si era mosso prima, avrebbe tranquillamente potuto trafiggerla senza che lei riuscisse nemmeno ad accorgersene. C'era qualcosa di strano nel suo comportamento, una contraddizione dal significato misterioso, ma ch'era impossibile da non notare.

 
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view post Posted on 26/8/2017, 16:24     +1   -1
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L'Adaman non l'aveva ucciso, non poteva. Mira valutò attentamente le parole dell'uomo cercando di capire in che modo il particolare metallo si fosse comportato con il suo corpo. Aveva ormai imparato, sia in quelle ultime settimane che nei file segreti che aveva appena approfondito, che l'Adaman fosse una sorta di sostanza con una propria linfa vitale, che si attaccava come un parassita alle sostanze organiche per potersi riprodurre in qualche maniera. In quello che era ormai chiaro essere il gemello di Keiji invece non aveva concluso la sua mutazione, rimanendo a metà tra il passaggio per divenire un completo robot e la morte. Ryotaro, così come Keiji stesso, doveva dunque aver torto: era possibile sopravvivere all'Adaman pur perdendo la maggior parte del proprio tessuto corporeo. Il rosso non poteva però essere preso per riferimento e la donna lo sapeva, lui era l'eccezione alla regola ed era l'unico che poteva far svoltare la ricerca che aveva intenzione di continuare la straniera. Eppure non sembrava così ben disposto a parlare, per quanto chiaramente contrario al piano della Koushin e a Jigoku, non voleva allearsi neppure con chi aveva causato il più grande dei disastri: Mira non solo aveva ucciso probabilmente ciò che di più vicino quell'essere fatto da oltre il 90% di Adaman avesse come familiare, ma anche evidentemente l'unica persona che avrebbe potuto fermare quella follia. Il fatto che avesse parte del proprio chakra innestato nell'Adaman di Keiji faceva capire quanto i due fossero in connessione tra di loro, ma in fondo era stato quello stesso chakra a causare l'errore fatale durante l'operazione di Mira e questo la Dea di Yusekai l'aveva capito. Quando lo vide partire con il coltello tra le mani verso di lei non se la sentì neppure di dargli del nemico, lo aveva lasciato in una condizione di completa assenza di speranza, gli aveva precluso l'ultima piccola possibilità di salvare l'intera terra dalle bombe di Adaman. Fosse stata in lui, vedendosi distruggere la chance di mettere le mani sulla conoscenza contenuta dietro l'apparenza di un mondo corrotto, ma con ancora troppo da dare, avrebbe probabilmente reagito allo stesso modo. Lui non poteva sapere che colei che aveva deciso di attaccare poteva risultare la mente risolutrice dietro il progetto Jigoku e Kunitsukami. Mira subì in pieno la ginocchiata e il ragazzo la vide sputare sangue, ma quando affondò il coltello nella sua gola, la vide esplodere in una miriade di origami che saturarono tutta la stanza. Li vide allontanarsi prendendo le più disparate forme, dalle farfalle alle libellule, fino a tornare compatte in un unico punto, tornando ciò che erano state al principio: una splendida donna dai capelli dorati e lo sguardo vacuo. Una semplice sostituzione per prendere tempo, quello necessario per fargli capire che la fiamma della speranza, in quella circostanza, doveva solo essere accudita ed alimentata.

- Con tutto il rispetto ragazzo, ma tu non hai la più pallida idea di chi sia io. In tre settimane ho scoperto più di quanto tutti gli scienziati della Koushin abbiano fatto in un anno e ho praticamente smontato e rimontato WOR per leggerne anche i file più nascosti. Sai, quel loro software inutile.

Era riapparsa esattamente sopra la testa di una delle macchine inermi più grandi, quella che probabilmente doveva chiamarsi "Divoratuono". Non voleva combatterlo, quell'uomo voleva contrastare la Koushin almeno quanto lo voleva lei, doveva soltanto toccare i tasti giusti per poter iniziare una collaborazione, per quanto disperata.

- Hai però fatto in modo che io arrivassi qui, così come ha fatto Keiji. La sua morte è stata un terribile incidente ma è stata causata da diversi fattori che è inutile stare a discutere. Vuoi evitare questa follia almeno quanto lo voglio io, e se davvero vuoi proteggere la tua montagna allora lasciami fare, faremo impallidire decenni di studi della Koushin. Lo creerò io stessa un progetto capace di contrastare quei pazzi... ma ho bisogno del tuo aiuto. Altrimenti...

La sua voce riecheggiava nella grande sala sotterranea e da quella posizione, sperava di poter arrivare a sfiorare anche le pareti gelide dell'Adaman. Combattersi sapendo di avere un nemico comune era soltanto una follia, per quanto forte potesse essere quel nemico e la speranze di sconfiggerlo esigue.

- Non ti rimarrebbe che vedere questa terra crollare.
 
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view post Posted on 27/8/2017, 11:20     +1   -1
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- Invece ti sbagli, Chie.

La fermò così, senza pensarci due volte prima di far schioccare la propria lingua per metterla a tacere.

- So perfettamente chi sei.

La donna era stata parecchio abile nel scomporsi in quella miriade di farfalle di carta, una volta colpita. L'uomo sembrava soddisfatto, il suo sguardo era loquace e trasmetteva il suo interesse nelle abilità della kunoichi che aveva di fronte. Sebbene avesse ucciso suo fratello, lei era e rimaneva perfetta per ciò che aveva in mente. Se non lo fosse stato, dopotutto, l'avrebbe già uccisa e il suo sangue avrebbe insozzato il pavimento di quella maestosa sala.
Proprio quando stava per dare prova delle sue buone intenzioni, accadde l'impensabile. La stanza venne investita da una luce rossa lampeggiante, mentre un suono fastidioso e imponente si alzava in aria, riecheggiando tra le pareti. Malgrado non lo avesse mai sentito, la fanciulla avrebbe immediatamente compreso cosa stesse accadendo. Erano stati scoperti e l'allarme lanciato. Il viso dell'uomo che aveva di fronte si tinse di preoccupazione e con fare circospetto si guardò intorno, cercando una via d'uscita. Quando l'ebbe trovata, si trasportò ad una velocità allucinante alle spalle della donna. Immediatamente questa poté sentire qualcosa cambiare, nel suo stato di coscienza. La testa iniziò a farsi pesante, gli occhi stanchi e il respiro affannato... l'ultima cosa che vide, prima di perdere i sensi, furono delle lingue di metallo fuso che le accarezzavano le vesti, risalendo dal ventre fino al petto. Era Adaman, non poteva essere altrimenti con quell'uomo che aveva dimostrato di avere con esso un legame di perfetta simbiosi.

EkNWK

- Manca un mese, al giorno tanto atteso.

La voce di Takamoto Ryotaro si alzò, mentre i suoi passi regolari echeggiavano in una sala che non era per niente simile al laboratorio della Koushin. I suoi occhi piccoli scrutavano, da dietro le lenti degli occhiali, coloro che si trovavano di fronte a lui. Uomini e donne fedeli alla causa, lavoratori devoti che avevano dedicato anni preziosi della loro vita affinché quel momento potesse giungere con così largo anticipo.

- In tutti questi anni, mi sono interrogato sul perché l'uomo si sia spinto così lontano. Avidità, desiderio, potere, denaro. Tutto questo ci ha logorato, trasformandoci in mostri incapaci di preservare il tesoro che ci era stato concesso dai Kami. In natura, è l'uomo la belva più pericolosa, la più spietata e temibile... oggi ci teniamo per mano, fratelli miei, per affrontare l'uno al fianco dell'altro il destino che ci attende. La fine è vicina, ma non disperate...

Il suo tono di voce era solenne, le parole che aveva usato cariche di convinzioni forti, impossibili da piegare. Lui era testimone di quanto l'uomo potesse essere crudele e vile, pur di arrivare ai propri scopi. Ricordava ancora il giorno in cui gli avevano comunicato della morte del padre e di quando era stato scoperto che fossero stati dei sicari della Unmei a farlo fuori. Higuchi, oh, quel folle... era stato lui a ordinare che grosse quantità di Adaman venissero estratte dalla cava di Aincrad, lasciando che quel tremendo conto alla rovescia ricevesse il via. Eppure, la colpa non poteva essere attribuita ad un solo uomo. No, il mondo intero era ormai abietto, irrecuperabile e prossimo al declino. Le loro colpe sarebbero state lavate via dal sangue e dalle ceneri sarebbero risorti, con la speranza di non incappare più in una spirale così viziata.

L'umanità è il cancro. Jigoku è la cura.

To be continued :guru:
Parlando di Mira, devo dire che si è mantenuta come la immaginavo, seguendo il percorso di conoscenza e avidità che si era delineato nella quest con Jons. Su caratterizzazione e scrittura non posso farti nessun appunto, anzi evito di dirti sempre le stesse cose; l'unico appunto che potrei farti riguarda la morte di Keiji. Ho apprezzato la verosimiglianza che hai voluto dare alla situazione, al fatto che Mira stesse operando, tuttavia si trattava di un NPC importantissimo (e non lo sapevi, suca ahahah) per lo svolgimento dell'intera trama. Insomma, è stata una mossa figa eh, ma un po' avventata... e in missione ne vedremo delle belle.

CITAZIONE
Role: 10
Scrittura: 10
Strategia/Approccio: 9

Voto medio: 9.7


Quest Talento Genetica
+580 exp

Il tuo ultimo post è libero, ricordati di inserire a tua volta le valutazioni. E niente, la quest è finita, ma le cose divertenti sono appena iniziate.
 
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view post Posted on 5/9/2017, 21:18     +1   -1
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Eppure quell'uomo dai capelli rossi, quell'"essere" di metallo che di umano aveva ormai effettivamente poco, non era giunto in quel sotterraneo per ucciderla. Non voleva vendicarsi del fratello morto, probabilmente non era neppure lì per la semplice voglia di rivedere colui che poteva essere considerata la sua stessa metà. No, il gemello che doveva essere morto, colui che non era riuscito a sopravvivere tra le fiamme di quel giorno avvolto nel sangue e nelle grida, aveva raggiunto Mira, la stessa donna che in tre settimane si era in sostanza presa tutto ciò che quel livello della Koushin potesse darle. E loro si trovavano lì perché tutto questo non era abbastanza, perché quello che avevano già affrontato non era che la genesi della storia che si stava delineando davanti a loro. L'attacco del gemello era stata una farsa, una prova, non avrebbe mai voluto uccidere l'unica persona che sembrava poterlo realmente aiutare. La donna serrò la mascella e strinse i pugni alle parole dell'interlocutore, senza riuscire a celare un velo di sorpresa. Che cosa intendeva realmente? Lei era la Madre della nuova Kirinaki ma in fondo, non ne era che ancora l'ombra. Chi poteva conoscerla così lontano da casa?

Quando tutta la stanza cominciò a lampeggiare di rosso e un rumore sconvolgente si impadronì delle orecchie della donna, Mira si portò si guardò intorno attonita, consapevole di quello che era successo: l'avevano scoperta e oltre ad essere entrata in una zona probabilmente proibita, gli uomini dell'azienda dovevano ancora decidere che cosa fare di lei per quello che era successo in sala operatoria. Curioso che si dessero così tanto da fare per la vita sfruttando l'Adaman per eludere il braccio della morte, considerando che tra praticamente un mese sarebbe stati tutti distrutti. Tra luce e rumore, la donna preferì non dire altro, limitandosi a rivolgere il proprio sguardo su quello dell'uomo e ne lesse complicità. Tutto durò però pochi istanti: lo vide scattare verso di sé fendendo l'aria e quando si rese conto che alle proprie spalle stesse manovrando l'Adaman, percepì una terribile sensazione di freddo avvolgerle prima la schiena, poi i fianchi e il petto. Tutto si dissolse, il silenzio tornò a giganteggiare nel buio e Varnaki se la rideva: ai suoi occhi Jigoku e Kunitsukami erano soltanto gli ennesimi strumenti che gli avrebbero permesso di cibarsi ancora di conoscenza per avvicinarsi sempre di più, inesorabilmente, a quel mondo così dannatamente affascinante e ricco, il mondo reale.

Coinvolgimento personale:
E insomma, assurdo. La parte al laboratorio è stata davvero d'ispirazione e poter ruolare Mira completamente immersa in qualcosa di nuovo come un "software" è stato veramente stupendo. Grazie sempre a te che riesci ogni volta a creare contesti in cui posso sempre divertirmi a esprimere completamente il roleplay del mio pg e questo riesci a farlo sempre. Neanche parlo del finale perché si commenta da solo XD. Che dire, andiamo avanti e vediamo di risolvere sta storia :sisi: Voto: 10

Tempistiche:
Ti confermi un master veloce, puntuale e disponibile, hai praticamente fatto sempre o quasi un post al giorno. Nient'altro da aggiungere. Voto: 10
 
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view post Posted on 21/12/2017, 14:03     +1   -1
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view post Posted on 11/1/2018, 22:12     +1   -1
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E sti cazzi no?

Coinvolgimento personale: 10

Tempistiche: 10

Trama e impostazione: 10
Allora. La trama è stata davvero ben impostata. Da una semplice scampagnata all'esterno del mondo ninja per ottenere conoscenze extra, si è trasformata in una quest che aprirà le porte a qualcosa di completamente nuovo. Se non fosse una quest per una persona singola, il tutto lo vedrei bene come prossimo evento per il gdr.

Scrittura: 10

Ambientazione e Caratterizzazione NPC: 10
Poco da dire. I locali sono ben descritti e la caratterizzazione dei NPC si è spinta persino all'intimità. Il colpo di scena finale, poi, è stato spettacolare. Si vede che ti sei impegnato per creare un qualcosa di particolare, riempiendo il tutto in informazioni ed immagini fantastiche.

Media: 10

Paga: 300 Ryo.

E adesso smettete di perdere tempo e finite sta missione, che voglio vedere come va a finire. MUOVETE IL CULO.

Edited by 'nD - 11/1/2018, 22:27
 
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