Kamatari no Rantō, Add. Superiore per Chiaki Hyuga su PA/PT/PS con i pesi

Il suo piano malvagio ebbe l’effetto desiderato o quasi. Fuyuki cambiò totalmente colore in volto mentre la Hyuga sciolse la morsa della gamba per sferrare una ginocchiata al ventre del jonin, giusto per renderlo ancora più mansueto. [x] Purtroppo nonostante tutto l’eremita rimaneva ancora troppo superiore per la kunoichi che si ritrovò con un pugno di mosche in mano. Lui fece leva sulla sua mano proprio per evitare la mossa conclusiva dello scontro, allontanandosi a riprendere fiato. Le conseguenze per uno sforzo di tale calibro non ne avrebbe risentito solo il sensei, ma anche la diciassettenne che di nuovo libera poté respirare una boccata d’aria per far affievolire il rossore sulle guance. Non era da lei azzardare in quella maniera ma anche la giovane come lo shinobi era umana e aveva le sue debolezze. I due si fissarono per alcuni secondi in lontananza quasi cercassero di capire come comportarsi da quel momento in avanti. L’azione di Chiaki era stata un vero stress psicologico, e di questo continuò a pagarne le conseguenze soprattutto l’amato. L’evocatrice tornò all’attacco, cercando questa volta di differenziare molto il suo stile di combattimento, alternandolo inaspettatamente da quello tradizionale del clan ad un più sinuoso e personale, incentrato soprattutto sullo spostamento delle gambe e la danza. Il coniuge sembrava perso in se stesso, anche se era fisicamente presente i suoi occhi vuoti guardavano lontano verso altri pensieri. Questo rese le manovre offensive molto più efficaci, contando soprattutto il movimento meccanico in cui venivano difese.

Realmente sono riuscita a fare tutto questo solo con un “trucchetto”?

La Hyuga continuò a gonfiarsi d’orgoglio per aver trovato il punto debole dell’avversario. Forse se avesse continuato in quella maniera, non ci sarebbe stato scampo per lui. Il pubblico iniziava a bisbigliare preoccupato per le loro scommesse, come se temesse già nella disfatta del castano. Probabilmente persino lo sfidante non era così convinto di farcela, bastava osservarlo bene per capire che avesse perso il totale interesse per lo scontro. L’ennesima carica da parte della kunoichi diede modo al suo uomo di riprendere la giusta lucidità. Palmo destro, sinistro, calcio di lato, schivata: le cose sembravano finalmente tornate alla normalità. Eppure sentì qualcosa trattenerla, come se nell’ultimo passo fosse finita per intralciarsi con qualcosa. Le bende sul seno si scucirono e allargarono per il repentino allontanamento della diciassettenne dal nemico. Le bastò un’occhiata per dare un’interpretazione allo sguardo magnetico del compagno e perché sentisse le sue forme meno contenute. In un gesto istintivo ed imbarazzato, la diciassettenne lanciò una sberla con tutta la sua potenza proprio in direzione di quest’ultimo. Il colpo fu talmente forte che riuscì quasi a confonderlo, destabilizzarlo. In quel preciso momento il flash improvviso della sua vittoria le si parò davanti rendendola euforica. Nella stessa maniera strategica con cui aveva lottato con la donnola, Chiaki utilizzò il suo stesso peso sommato a due mosse di autodifesa per far cadere il suo avversario rovinosamente a terra. Si lasciò scivolare con lui a peso morto e scoppiò in una risata gioiosa e divertita.

- Allora sono andata bene? Credo avessi ragione tu. Infatti, potevo fare molto meglio e ci sono riuscita solo grazie alla tua incitazione - congiunse le mani sul petto di lui e vi appoggiò il viso altezzosa - Non mi merito un premio in questo giorno speciale?

E con quell’affermazione si strusciò leggermente al corpo del ventitreenne, in maniera provocatoria. La folla intanto in delirio per il risultato fuori dai pronostici andò al banco a lamentarsi, mentre c’era chi tutto soddisfatto ritirava il suo lauto bottino.

- Mi dispiace per lo schiaffo... - continuò la fanciulla interloquendo con il sensei - Mi farò perdonare.

Le urla esultanti di Okojo, la destarono dal suo nido d’amore costringendola un po’ seccata a tornare con i piedi per terra accogliendo gli applausi di chi non si era rabbuiato per l’immane perdita. Salutò con la manina facendo qualche inchino scherzoso, come a ringraziare il pubblico finché un’ombra non la oscurò dall’alto, ancora più tenebrosa per via della fiaccola alle sue spalle. Si rimise in piedi osservando l’unico occhio visibile della donnola più temibile dell’eremo, che la scrutava con sguardo illeggibile. Fece per dirle che le avrebbe comunque realizzato la benda nonostante avesse perso contro di lei, quando improvvisamente fu l’evocazione a prendere parola. I complimenti nei suoi confronti la lasciarono piacevolmente allibita, incapace di rispondere, quasi non trovasse le parole adatte per esprimersi verso qualcuno che aveva covato così tanta poca stima nei suoi confronti negli anni.

- Grazie Kamatari. Quando vuoi per la prossima sfida... - le rispose dopo qualche secondo di titubanza, ricambiando la stretta di zampa.

Quando questa si fu voltata per riprendere la strada della sua tana, Chiaki si voltò facendo segni muti all’amato riguardo alla vicenda. Il suo volto era un subbuglio d’emozioni, tutte molto positive. Per la fortuna del jonin, la diciassettenne aveva lasciato in secondo piano la faccenda del loro anniversario, quasi dimenticandosene, nell’euforia del risultato dello scontro. Infine arrivò Yang con il suo sguardo fiero, piacevolmente vittorioso.

- Alla fine su chi hai scommesso? Ti vedo piuttosto felice... - domandò la kunoichi divertita.

- Per non sbagliare ho deciso di fare un 75% su di te ed un 25% su Fuyuki, almeno qualcosa mi sarebbe comunque rimasto da mangiare a fine serata. Non avrei mai potuto puntare contro la mia sorella prediletta - commentò in tranquillità, esponendo il suo diabolico piano - E poi in fin dei conti la carne con cui ho scommesso nemmeno era la mia.

Lo disse con una tale naturalezza che non fece altro che far sorridere di più l’evocatrice già allegra di suo. Almeno lo aveva ammesso, anche se non se ne vergognava minimamente.

- Ho visto che hai seguito il mio consiglio. Ottima strategia - concluse il mustelide bisbigliando all’orecchio della giovane.

Questa arrossì all’improvviso, convinta che nessuno avesse potuto notare quel gesto.

- Ma che dici Yang! - rispose stizzita come se non accettasse che effettivamente fosse andata così.

La creatura albina fece l’occhiolino alla firmataria, e con il suo immenso carico di carne sull’esile dorso iniziò anche lui ad abbandonare la radura. Il pubblico iniziò a diradarsi ed il baccano in sottofondo si face più tenue; finalmente le loro orecchie potevano riposare un po’. Ci volle qualche minuto di tempo per sfollare l’area ma infine rimasero in due, come doveva essere sin dal principio. La fanciulla dalla chioma blu si lasciò cullare dalle braccia del suo uomo, dimenticando tutto e tutti. Sull’onda della frase ricavata dai ricordi, finirono per lasciarsi andare al sentimento covato nel profondo del cuore d’entrambi.

- Si... - rispose lei in un sussurro amorevole.