Concluse la sua sventagliata di considerazioni inerenti la domanda. Era possibile che avesse azzeccato la risposta corretta, ma le probabilità che avesse sbagliato erano addirittura più alte. Non sapeva quanti tentativi avrebbe avuto, prima di guadagnarsi una brutta fine per mano della guardie colossali. Nonostante questo cercò di essere il più sincero possibile. Quella risposta non poteva essere più da lui, aveva espresso pienamente il suo pensiero, non solo riguardo al quesito, ma anche riguardo alla vita stessa. La Libertà era Potere ed il Potere era Libertà. Lo sapeva. Lo aveva capito molto tempo fa, arrivando in contatto con i più svariati ostacoli. Nulla che non fosse riuscito a superare, ovviamente, ma alle volte non ce l'avrebbe fatta senza l'aiuto di qualcuno. Il silenzio calò sul particolare quadretto, interrotto solamente dal rumore incessante della pioggia. L'attesa era snervante, ma il tutto non faceva altro che accrescere l'ardente fuoco dentro di lui. Se avesse sbagliato non si sarebbe arreso. Se avesse esaurito le possibilità a sua disposizione, semplicemente avrebbe sguainato al falce, aprendosi un varco. La sua determinazione lo avrebbe spinto a tanto, a discapito dei rischi e delle conseguenze. Non servì. Evidentemente quel ragionamento, tanto palese quanto strano, era la risposta corretta all'indovinello. Potevano passare. - Wooooohooo! Did U see that!? - Disse rivolto alla compagna. - Easy peasy lemon squeezy! - Nonostante la costante esaltazione, non aveva distolto l'attenzione dalle parole dei guardiani. Eremita? - Cosa pensi che significhi che l'eremita ci sta aspettando?! -
Iniziarono, quindi, a risalire il monte attraverso le scalinate. La pioggia continuava imperterrita a battere sulla sua testa e su tutto il resto, ma questo non poneva alcun tipo di freno all'Imai. Aveva superato due prove da quando aveva iniziato il viaggio. Quella strana visione, frutto di qualcosa di sconosciuto, e l'indovinello. Poteva dirsi fiero di sé. Però non era ancora finita, una volta percorsa la scalinata sarebbe giunto alla conclusione del suo viaggio. Almeno questo era quello che sperava. Sfortunatamente non fu così, anzi. Ci vollero ore di attento incedere, prima che giungessero alla fine di quel percorso a gradini. Ogni passo era stato ben ponderato, viste le condizioni atmosferiche, e fortunatamente i due non riscontrarono molti problemi. Una volta arrivati a quella che pensavano essere la cima, però, ciò che videro li sorprese parecchio. Stupefatti ed atterriti, scoprirono che tutto il percorso fatto, frutto di ore incessanti di marcia, non era altro che il preludio. Davanti a loro si ergeva indomita una parete rocciosa verticale, la quale continuava a perdita d'occhio, estendendosi verso il cielo come nessun altro monte. Non avrebbe saputo dire se fossero a metà strada o meno, ciò che era certo era che un'ardua scalata li stava attendendo. - C'mon! Pensavo fossimo molto più vicini di così. - Strinse le spalle, fingendosi demoralizzato. Ma fu solo un secondo, un attimo di presa in giro prima di ritornare se stesso. - No problem tho! Arriveremo in un batter d'occhio! U'll see! - Concentrò il chakra sotto la pianta del piede, proprio come aveva fatto in precedenza al maniero, cercando di stabilizzarsi sulla superficie. Non ebbe successo, sfortunatamente. Appena cercò di caricare il peso sulla gamba appoggiata alla montagna, si sentì cadere al'indietro. Un leggero tonfo segnalò il suo impattare contro il pavimento. - Ouch!! No bueno! Nono... - Iniziò a sfregarsi il sedere con la mancina, mentre si rimetteva in piedi. Aveva preso una bella botta su popò, fortunatamente nulla di grave. - A quanto pare i metodi da ninja non funzionano... Ci toccherà usarne altri! Old school baby! -
Sarebbe stata una scalata classica. Nessuna tecnica, nessun modo di barare. Anche se Eiji era furbo, forse anche troppo. Per la prima volta da quando aveva minacciato quei tre, decise di mostrare la sua Kusarigama. Non slegò tutta la catena, lasciò quella che cingeva il suo bacino al suo posto, semplicemente si liberò il torce. L'avrebbe usata come rampino. La mano sinistra avrebbe fatto presa sulle rocce, proprio come i piedi, mentre la destrorsa avrebbe usato le tre lame per piantarle nel muro. - OK LET'S GO! - Iniziarono, quindi, il loro infinito percorso verso la cima. Roccia dopo roccia, falciata dopo falciata, il tempo sembrava non trascorrere mai. Non si allontanarono troppo l'uno dell'altro, in modo da potersi dare una mano in caso di bisogno. La pioggia non aiutava, rendeva la parete scivolosa. Gli appigli bagnati apparivano rischiosissimi, eppure non v'era altra possibilità. Fortuna volle che, di tanto in tanto, trovassero una sporgenza abbastanza grande ad ospitarli per qualche minuto, giusto il tempo i riprendere fiato. Yugure sembrava avere fretta. Non era di molte parole e nemmeno di troppe pause, come se il richiamo del monte le impedisse di prendersi una pausa. Eiji, dal canto suo, non si lamentava. Sarebbe stato molto peggio avere una lagna mortale come compagna. Yugure gli sembrava una tipa a posto. Tra una pausa e l'altra, una roccia franante e l'altra, il duo sembrava proseguire abbastanza bene. Nessun intoppo di sorta, salvo la pioggia che non accennava a smettere. L'aria, d'altro canto, era un discorso differente. Più salivano più questa si faceva rarefatta e fredda, spezzando i respiri del giovane a metà. Mantenere il ritmo non era semplice. Yugure non appariva particolarmente provata ed Eiji, dal canto suo, faceva del suo meglio per non sfigurare. Dopotutto era un ninja, un immortale. Quello che per i comuni mortali appare come dolore, per lui non risulta che essere mero piacere. Era in difficoltà, sì, ma neanche così tanto. Sino a quando accadde. - OH SHIT!!! - Il suo urlo sommerso dalla pioggia, si perse nei monti come un potente eco. Aveva perso l'appiglio della mancina per via della parete bagnata, mentre le rocce su cui aveva fatto leva per poggiare i piedi erano franate. Rimaneva solo il destro a reggerlo, con la kusarigama piantata nella pietra che, via via, si stava sempre più distaccando da essa. Vedeva l'appiglio per la mancina, ma non riusciva ad arrivarci. Non aveva modo di fare leva sulle gambe e, ogni volta che cercava di contrarre i muscoli del braccio destro per sollevarsi, la falce sembrava staccarsi di uno scatto. Muscoli allo stremo. Denti stretti. Aria gelata e quasi introvabile. Sarebbe stata quella la sua fine?! No, non poteva arrendersi adesso. Con un colpo di reni si diede un leggerlo slancio, riuscendo a trovare la roccia con la mancina, per poi spingere la lama dentro la parete con più forza, fissandola saldamente. Non era ancora finita. - THERE WE GO! -
Passarono le ore e con esse la notte. Scomparsa la luna, si decisero a scomparire anche le nubi che la velavano, lasciando spazio ad un limpido cielo azzurro. - Look! La vedo, siamo quasi arrivati! - Accelerò il passo, dando fondo alle ultime energie rimaste. Finalmente la sua mano toccò un punto pianeggiante, la lama venne piantata nel terreno ed Eiji giunse in cima. Si distese per terra a pancia per aria, prendendo grandi respiri a pieni polmoni. Poco importava la fattezza dell'aria, aveva bisogno di riprendere fiato. Grondante di sudore e non ancora completamente asciutto, vista la pioggia appena trascorsa, si decise a mettersi seduto. - WE DID IT! WE FUCKIN' DID IT! - Avrebbe aiutato la compagna se questa ne avesse avuto bisogno, tirandola su o simili. Alzò lo sguardo verso il cielo. Finalmente poteva godersi quello spettacolo che era l'alba da un punto così sopraelevato. - E' davvero bellissimo! - Sussurrò, quasi parlasse con se stesso. La montagna non aveva ancora finito con lui, però, Morondor doveva ancora essere soddisfatta, così come la sua curiosità.
Una voce ruppe il silenzio creatosi. Un timbro famigliare, udito da poco. Si voltò di scatto, preparato per l'ennesima illusione. Ed infatti ne trovò una, o almeno così pensava. Era l'uomo della locanda. L'Ulisse giapponese. Come faceva a trovarsi in quel posto? Possibile che avesse scalato il monte in meno tempo di lui? Nah. Doveva essere un tranello, l'ennesimo. E tale convinzione non fece altro che consolidarsi quando vide la donna tramutarsi in falco, lo stesso che aveva notato nella locanda sulla spalla dello straniero. - OH C'MON! Dai non me la merito anche questa! E cosa dovrebbe dirmi il tipo adesso?! Una ramanzina spirituale su questo e su quello?! - Parlava a nessuno. No, non al personaggio davanti a lui. Proprio a nessuno. Continuando a guardarsi attorno, come se la montagna avesse occhi per vedere le sue reazioni ed orecchie sentire i suoi commenti. Con la kusarigama ancora stretta nella destrorsa, si fece una piccola incisione sulla mano sinistra. Nulla di grave, un taglietto per risvegliare la sua mente da quella che pensava essere un'illusione. Sentì il dolore, questo si tramutò in piacere e, quando alzò nuovamente le iridi verso l'estraneo, lui era ancora lì. - Mmh... - Iniziò a grattarsi la testa con il manico dell'arma. - Fine, fine! Ascolterò quello che hai da dire?! Contento? Basta che ti spicci, ho delle cose da fare! - Era ancora convinto che il tutto non fosse reale, nel caso non lo aveste capito. Fortunatamente ci pensarono le parole del riscoperto Uchiha a farlo rinsavire, più o meno. Ascoltò tutto con attenzione, ma ancora non riusciva propriamente a convincersi che il tutto fosse vero. In ogni caso le parole dette dalla controparte erano strane, tutto si sarebbe aspettato da uno spirito, salvo che questo lo accogliesse. - Ammettiamo che io ti creda... Resta un po' fermo lì! - E si avvicino, non prima di aver riposto la falce sotto il mantello. No, non voleva attaccarlo, voleva constatare la sua effettiva presenza. Allargò le braccia e diede due pacche, non troppo forti, su entrambe le spalle dell'eremita. Fatto questo indietreggiò un poco, stendendo il pugno ed invitando la controparte a ribattere, proprio come aveva fatto nella locanda. Quando le nocche s'incontrarono, sentendo la stessa intensità di allora, Eiji si rese conto di avere davanti quello che lui pensava essere il mandatario. Di averlo per davvero. - Oh... Sei qui... Cioè what the fuck man?! I mean… Yo! -
Intanto i due rapaci fecero il loro ingresso in scena. Grandi, abbastanza da sostenere una o più persone. Aveva mille cose da dire, mille domande da fare, ma decise di rispettare il volere della controparte e tacere, per il momento. Montò sopra uno dei pennuti, incrociando le gambe e poggiando entrambe le mani sulla schiena della stesso. - Lo stiamo per fare davvero?! - Presero in volo in sella ai destrieri alati. Puntavano in alto, oltre le nuvole, dove apparentemente si nascondeva solo il cielo. Superato quello strato pannoso fluttuante nell'aria, Eiji si ritrovò davanti ad una visione magnifica. Un albero. Immenso, probabilmente molto antico. La chioma dello stesso appariva essere composta dalle stesse nubi che avevano appena oltrepassato. Non era un semplice tronco però, era un casa. La vita fluiva attorno allo stesso, animata da migliaia di rapaci dai colori più disparati. Volavano liberi nel cielo, trasportati dalle correnti. Eiji rimase esterrefatto. La bocca si spalancò senza emettere un suono. Non poteva credere quello che stava vedendo. Chissà quanti, prima di lui, avevano potuto assistere a qualcosa di simile. Chissà quanti erano morti sognando qualcosa del genere. Lui, un ragazzo giovane seppur immortale, poteva vantare di aver oltrepassato l'umana vetta del Morondor. Si era spinto oltre compiendo, quindi, la sua impresa. - Shirukume... - Sussurrò, senza distogliere lo sguardo. - Questa è la non-illusione più figa in cui mi sia mai trovato! Eheh... - Questa volta più forte, in modo da essere udito dall'eremita.
Il volo si concluse. Peccato, gli sarebbe piaciuto continuare a svolazzare ancora per un po', ma anche il luogo d'atterraggio apparve particolarmente intrigante. Le nubi, le stesse che facevano da chioma all'albero, stavano fungendo da pavimento per loro. Era leggermente titubante all'idea di affidare il suo peso alle stesse, ma quando vide Kinji saltare giù dal rapace si convinse a seguirlo. Analizzò per qualche secondo la "cosa" che li stava sorreggendo. Vi batté la pianta del piede sopra qualche volta, per poi chinarsi verso la stessa e punzecchiarla con l'indice della destrorsa. Era strano. Un morbido solido bianco, capace di reggerli pur continuando ad apparire come una semplice nuvola. Magnifico. Ma non era tempo di perdersi in analisi strambe, v'era qualcosa di più importante da fare. Le parole dell'eremita lo richiamarono all'attenzione, facendolo tornare nuovamente in posizione eretta. - Domande eh?! Lemme see... - Ne aveva, eccome, povero Kinji. - Mi pare di aver capito che sai chi sono... Right?! Bene, non ha più senso nasconderlo. Sono Eiji Imai, genin di Kumo. Appartengo al gruppo di adepti benedetti dal Dio Jashin. - Fece una piccola pausa, aprendosi in un sorriso amichevole. - But hey bro! Have no fear! Non sono un pazzo sanguinario. Le leggende sono solo... Leggende. Anche se non vale per tutti. Devo chiederti un favore però. Io voglio tornare a Kumo, ma là questo culto è illegale. Ti chiedo di mantenere il segreto, spero che saprai ripagare la mia fiducia. - Non era stato facile rivelare quelle informazioni, però andava fatto. Si sentiva in dovere di rispondere alla sincerità della controparte con altrettanta sincerità. Inoltre, se era davvero l'eremita di cui le statue avevano parlato, probabilmente sarebbe stato lui ad indicargli il fantomatico tesoro. Non che volesse trafugarlo, ma andare via senza averlo visto sarebbe stato uno smacco clamoroso. - Comunque sì, ho delle domande in effetti. Quindi, se non eri tu il committente chi era? Non capisco, mi sei sembrato l'unico "particolare" nella locanda... Oh, aspetta... Io ti conosco! Dovresti essere un ninja di Konoha! Un jonin! Ho sentito parlare di te. Cioè... Nulla di specifico, ma il tuo nome è conosciuto in giro! - Beh, dopotutto Eiji era un ragazzo avvezzo a queste cose. Personalità di spicco attiravano sempre la sua attenzione. - Cooool Un ninja famoso ed un posto da urlo, ho fatto jackpot! - Ma le domande non erano finite. - Comunque, che fine fanno tutti i tizzi che si avventurano qui e non ritornano?! Perché così tante spedizioni falliscono? Poi… quel villaggio, quello alle pendici. Sembra abbandonato da tanto, sarei curioso di saperne il perché! Poi... Oh, certo! Queste creature che chiami fratelli, questi Rapaci, che tipi sono?! Se sono qui vuol dire che devo aver superato un certo numero di prove, ma tutto questo per cosa? Non capisco bene... Ah, questa è forse la cosa più importante... Cosa intendi per legame di sangue?!
-GdrOff- EDIT: Interazioni concordate con il master. Mi dimentico sempre di scriverlo. -GdrOn-