Hakkyou 発狂 - Ossessione, Quest Fibre Nere per gaeshi (2° PG)

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view post Posted on 5/7/2017, 16:21     +1   -1
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Non vi era solo follia nello sguardo di Juuhachi. No, la pazzia, per quanto imprevedibile, poteva essere comunque arginata, sfogata su altro; in quelle iridi dalle sfumature assai diverse vi era qualcosa di assai più forte. Determinazione, una fiamma di indomabile consapevolezza che in quel momento reclamava una cosa sola. La verità, in cambio della loro vita. Di fronte a quella minaccia aperta, il più debole tra i due non poté che reagire come previsto. Deglutì per farsi coraggio, balbettando qualche sillaba incomprensibile prima di trovare la lucidità per dar voce ai suoi pensieri.

- Non puoi controllarlo, non adesso. Hai bisogno di nutrienti, di cuor... - iniziò Katayama, il quale non riuscì però a concludere la frase prima che un pugno ben assestato lo colpisse in pieno viso.

- Taci, maledetto idiota!

A causa dell'impatto con la mandibola del collega, lo scienziato non poté far altro che massaggiarsi le nocche doloranti. Era ovvio che, a quel punto, fosse disposto a portare con sé il segreto nella tomba, anziché far sì che quella mocciosa ne venisse a conoscenza. Ma quale ragione poteva spingerlo a tanto, a preferire la morte piuttosto che collaborare con Diciotto? Seppur spaventate, le sue iridi castane lasciavano trapelare sicurezza, oltre che consapevolezza. In verità, di motivi per seppellire con sé la verità ne aveva eccome. E, ahimè, la kunoichi lo avrebbe presto compreso a sue spese.
Una fitta la colpì, poi una seconda ed un'altra ancora. Un dolore che non ricordava nemmeno lontanamente quanto avesse già patito fino a quel momento, uno squarcio ardente che dal petto si irradiava all'addome, alla schiena, agli arti. La logorava dall'interno, costringendola in ginocchio. Poteva sentire dentro di sé la terra frantumarsi, il fulmine farsi una luce sbiadita e il fuoco fumo, solo un lontano ricordo della micidiale potenza che aveva scatenato l'inferno nel laboratorio. Stava morendo, lentamente ed inesorabilmente, divorata dal Nero. Ciò che aveva sempre ambito, ciò per cui era ancora in vita adesso reclamava la sua stessa esistenza.

Poi, improvvisamente, il silenzio.
Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum.
Tum... Tum.

Oh, quant'era frenetico il ritmo del cuore di Katayama. Il muscolo lavorava senza sosta, con contrazioni rapide, ma regolari. Non serviva nemmeno osservare il pallore del suo volto, i suoi occhi sgranati, le sue labbra inarcate verso il basso... bastava ascoltare quel suono ottuso, cupo, per avere un assaggio del terrore che lo stava consumando. Quello di Hachiyo, invece, poteva essere lodato per la temperanza. Il suo battito scandiva come un pendolo i secondi che, a quel punto, lo separavano da una fine certa.
In quella situazione, non vi era più spazio per la lucidità di Juuhachi. La volontà di Ventitré spazzò via i suoi pensieri con la violenza di un fiume in piena, la cui furia era alimentata dal temporale che squarciava il cielo. L'allarme suonò ancora, forte e possente. Ma nulla importava, al di fuori di quei due toni. Non vi era più Iwa, né il Nero, né la consapevolezza che presto i soccorsi sarebbero giunti.

Nulla.
Solo. Due. Maledetti. Suoni.
Tum. Tum.

"Ho fame, taaaaaanta fame, Hacchan."

 
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view post Posted on 5/7/2017, 16:41     +1   -1
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Katayama stava per parlare, ma Hachiyo lo fermò sul nascere.
E la cosa non le piacque. Perché quel poco, pochissimo che il dottore si era fatto sfuggire era sufficiente a farle capire che le mancava qualcosa... Ma cosa?
Nutrienti? Cibo? Di che genere?

Tum. Tum. Tum.



Malgrado le fibre si stessero stringendo attorno al corpo del primario, Juuhachi non si sentiva bene. Forse per la mancanza di adrenalina, o magari la stanchezza. Aveva perso molto sangue, dopotutto.
Respirò lentamente, con calma.

Tum, tum, tum.



Dannazione, aveva bisogno di pensare. Di capire. Cercò di concentrarsi per stringere le fibre, farle penetrare nella carne di Hachiyo per fargli capire che stava facendo sul serio.
Era pronta a ucciderlo... Ma stava faticando a farlo.

Tum, tum, tum.

Quel suono... Quel battito... Sistole, diastole, sistole, diastole. Cuore, un cuore, no due cuori, due, che battevano, battevano, battevano.

"Tacete... No... Niijan... Cosa devo... Ah..."

«No... No.»

Sbatté le palpebre, strabuzzò gli occhi. Il dolore era più forte, più acuto, bruciava, Juuhachi stava bruciando, Nijuusan anche. Con la differenza, non minima, che la seconda senza la prima poteva vivere.
E voleva vivere.
Infatti prese il sopravvento, e pur di far cessare quel dolore, pur di silenziare quei cuori, pur di sopravvivere la coscienza indebolita di Diciotto lasciò spazio a quella della più giovane.

Respirò di nuovo, con più calma. Inspirò l'aria che finalmente non le bruciava i polmoni e si rialzò in piedi.

E allora mangiamo.

Cena? Colazione? Pranzo? Il tempo non importava. L'allarme non importava. Nulla importava.
Voleva far stare zitto quel maledetto cuore.

Si lanciò in avanti, snudò i piccoli denti candidi e protese le mani che già scomposte in fibre erano collegate al corpo del medico. Richiamò altri tessuti, voleva continuare a tenerlo piantato contro il muro mentre lei si serviva come a un buffet.
Voleva far star zitto quel maledetto cuore.

Conficcò le fibre al centro del petto di Hachiyo e tirò, aprendo le braccia. Voleva aprirlo, scoperchiare il ricco piatto con cui avrebbe banchettato. Quel muscolo caldo, pulsante, vivo, che doveva stare zitto.

Non pensò. Aveva fame, e la fame era puro istinto, animalesca furia. Aprì la cassa toracica e vi tuffò la testa dentro, lordandosi di sangue, a bocca aperta per affondare i denti nel cuore e strapparlo via di foga.
Così che finalmente stesse zitto.

Buon appetito.

34kEMG3


 
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view post Posted on 5/7/2017, 17:54     +1   -1
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Quel macabro spettacolo sarebbe rimasto indelebile, come il nero inchiostro sulla candida pergamena, nella mente di Katayama... se solo il destino - o meglio, la piccola Ventitré - non avesse deciso un percorso diverso per la sua anima. Senza che potesse controllarle, dal corpo della kunoichi diverse fibre guizzarono contro il povero dottore, dilaniandolo con la stessa crudeltà che aveva colpito Hachiyo. Dapprima portarono via la lingua, poi i denti, le dita... in una manciata di secondi, l'intero organismo del pover muovo venne inghiottito dal Nero. Il gusto di carne umana adesso non avrebbe più infastidito la bocca della genin, ma il dolore, ahimè, non avrebbe smesso di tormentarla. Di solo una cosa si rese conto, dopo aver terminato il pasto. Aveva fame. Ancora.

Ben presto, però, anche le ginocchia avrebbero ceduto. Fu una questione di un minuto appena, prima che si ritrovasse stesa sul pavimento insozzato di cremisi. Le fibre si stavano ribellando, come se fossero state vittime di una febbre indomabile, priva di alcun controllo e freno. In un attimo, la voce di Nijuusan le inondò la mente, cercando di consolarla da quell'atroce sofferenza. Tuttavia, non era sufficiente. Oltre al dolore, la giovane avrebbe dovuto sopportare un vortice di immagini e suoni sfocati. Ricordi lontani nel tempo, altri recenti, tutti facenti parte del bagaglio che la più piccola portava con sé.

"La mia bella, dolce Hacchan."

- Non puoi evitare di nutrirti. Il Nero lo impone.

"No..."

- Devi. Se dovessi perdere il controllo, nulla ti impedirebbe di divorare i cuori di tutti.
Devi diventare più forte, rappresentare la rivoluzione che porterò. Iwa non merita questo potere. Io ho sacrificato gli anni della mia vita a studiare.
IO MERITO LA VITA ETERNA, NON LORO.

"No, non posso."

- Smettila di frignare. Juuhachi è la prossima, non deludermi.

"NON VOGLIO!"

No, non voleva. E non l'aveva fatto. In mezzo a quelle sconcertanti rivelazioni, alla consapevolezza di essere usata non per il bene della Roccia, ma per compiacere il viscido ego di Hachiyo, rimaneva solo un'unica verità come pilastro al quale poteva ancorarsi. Era assurdo pensare a come gli eventi si erano sviluppati, alla sfiducia che aveva nutrito nei suoi confronti, al modo in cui l'aveva tradita. Malgrado tutto, lei era ancora lì, pronta a consolarla. Nijuusan l'amava davvero.
Durante gli ultimi respiri esalati, mentre il rumore di passi estranei che si avvicinavano si faceva sempre più sordo, una sensazione investì l'anima della kunoichi come una ventata d'aria fresca. Dei cuori dei due dottori, così come della devastante prestanza del raiton, era rimasta solo cenere. Ma il cuore della piccola batteva, in sincronia con il suo.

Tum. Tum.
Un suono dolce e caldo, non fastidioso come il ritmo di chi aveva costellato di menzogne la loro vita. La melodia di due anime un tempo separate, ma adesso unite da un vincolo indissolubile. Un'unica e meravigliosa opera, la quale sarebbe stata immortalata in quel preciso istante. Perché sì, in quel momento non v'era più ricordo di Ventitré o Diciotto.
Loro erano Rei, Zero. Il principio dell'immortalità, la fine di una vita di soprusi e atrocità.

"Per sempre, Hacchan."

Questo è il tuo ultimo post, al prossimo ti do le valutazioni.

Faccio una precisazione. La quest doveva terminare con Juuhachi che veniva scortata dalla Tsuchikage - ma, a pensarci bene, il PG impiegherà un po' di tempo per essere nuovamente lucida, piuttosto che soggiogata dall'impeto della mente di Ventitré. Il mio consiglio, quindi, è quello di concordare con Bloody i dettagli della convocazione, approfittando della libertà di un'autogestita per decidere da te la condizione psico-fisica che avrà il tuo PG da questo momento in avanti.
Insomma, anziché ruolare un NPC che Bloody saprà sicuramente muovere meglio di me, preferisco chiudere con un finale teso e poetico.
 
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view post Posted on 5/7/2017, 23:11     +1   -1
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Fu a malapena consapevole delle fibre della metà sinistra del suo corpo che dilaniavano l'altro studioso. Tutto il suo essere -i suoi esseri- erano concentrati nel divorare, masticare, inghiottire. Sangue, ferro, calore, carne dolciastra e pulsante, nutrimento.
Ora erano parte di lei, di loro.
Ma loro... Cos'erano?

Stanche, ecco. Juuhachi si sentiva esausta, e scivolare sul pavimento lurido le parve l'unica possibilità d'azione.
Soffriva. Ancora.

"Finirà mai?"

Dicono che al dolore ci si abitua. Falso. Al dolore non ci si abitua mai, si impara soltanto che prima o poi ha una fine.

E anche quello sarebbe finito... Ma prima che ciò avvenisse, Nijuusan parlò di nuovo.
Parlò e mostrò, tramite ricordi e immagini, e a ogni parola, ogni frammento visivo, Juuhachi si raggomitolava sempre più su se stessa.
Il dottor Hachiyo, il suo creatore, aveva tradito Iwa. Tutto quel lavoro, quelle morti, quella sofferenza, erano state per il suo ego. Non per il bene del villaggio, no, solo per lui.

E faceva male.

Ma in quel dolore, in quella sofferenza, Nijuusan era una presenza calda. Un calore ben diverso dalle coperte, dalla stufa, dai marchi a fuoco.
Era un calore dolce e malinconico, un abbraccio che non desiderava altro se non esistere in quanto tale. Era amore, e chi ha diritto di dire quale amore è distorto e malsano?
Nijuusan la amava davvero.

E anche quello faceva male.

Faceva male perché lei l'aveva tradita. Non le aveva creduto. L'aveva ostacolata, temuta, schifata. E nonostante tutto la piccolina non aveva vacillato nel suo sentimento inspiegabile ma puro, vero, reale.

Juuhachi pianse. Come un neonato appena venuto al mondo, coperto di sangue e resti umani, vestito solo del proprio corpo e della propria pelle. Su quel pavimento freddo, pianse stringendosi forte, ricambiando l'abbraccio di Nijuusan che, dentro di lei, le prometteva che non l'avrebbe mai abbandonata.

E il pianto si alternò al riso, perché tutta quella situazione era totalmente assurda, irreale, un sogno e un incubo divenuti realtà. Perché sì, quel cuore aggiuntivo che le batteva in petto era reale. Lo sentiva, forte e calmo, a infonderle coraggio.

Pianse e rise, perché ora erano davvero libere.
Erano Rei, Zero.
La loro vera esistenza cominciava da lì.

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La valutazione te la dò anche io al prossimo post. Ora vado a piangere.
 
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view post Posted on 6/7/2017, 09:55     +1   -1
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Allora, sarò rapido, dato che ho già dato un parere approfondito in altra sede. Il voto medio è 10, inutile dirlo, con un massimo di 800 exp per le due pagine che abbiamo scritto.
Per quanto riguarda Rei e lo sviluppo con la presenza di Nijuusan già sai che sei libera di sviluppare la cosa come preferisci. Il mio intento era darti uno spunto, sta a te poi decidere cosa farne.

Detto questo, buon proseguimento. Sicuramente ci rivedremo presto sullo stesso canale :D
 
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view post Posted on 6/7/2017, 10:36     +1   -1
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Okay, ora sono in grado di scrivere roba seria. Ieri sera no, il post mi aveva troppo presa.

Coinvolgimento personale: 10. 10+. 10 e lode. Questa quest mi è piaciuta da morire, mi ha tenuta sul filo del rasoio dall'inizio alla fine. Ritmo incalzante, drama, splatter, è esattamente questo che io chiedo nelle quest, e tu me l'hai dato con una scioltezza impressionante. Mai una sbavatura o un post noioso, sempre dritti al punto e fuck yeah, mi hai lasciato fare le tamarrate distruttive che a me piacciono tanto. Quindi un diecissimo pienissimo.
Tempistiche: potrei piangere dalla gioia. Ho trovato uno come me, che posta in fretta, che ti tiene sul pezzo, sempre disponibile a chiarimenti e approfondimenti. Quindi 10 pure qui pienamente meritato.

Mai scelta di master fu più azzeccata. Grazie davvero, mi hai regalato un hype che non sentivo da parecchio.

Special thanks to good ol' Edgar ♥
 
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view post Posted on 7/7/2017, 19:40     +1   -1
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.::VALUTAZIONE MASTER::.

Non mi perderò molto in chiacchiere, perché c'è poco da dire: una bella trama, portata avanti rapidamente ed egregiamente; scrittura scorrevole, sempre dritta al punto e ambientazione e personaggi semplici ma ben delineati. L'amore ossessivo della bambina delle fibre mi ha fatto venire i brividi, e ho apprezzato tantissimo l'attenzione nel chiedermi le reazioni del villaggio (non tutti lo fanno). Ottimo lavoro.

CITAZIONE
COINVOLGIMENTO PERSONALE: 10
TEMPISTICHE: 10
TRAMA E IMPOSTAZIONE: 10
SCRITTURA: 10
AMBIENTAZIONE E CARATTERIZZAZIONE NPC: 10

VOTO MEDIO: 10
PAGA: 400 ryo
 
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