Missione 45C - Ghostbusters!, per _Crystal (2° PG)

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view post Posted on 15/7/2017, 23:57     +1   -1
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No... Non sarebbe dovuta andare così...


Si erano seperati per risolvere due diversi problemi, ben sapendo che solo in quel modo -a scapito del pericolo maggiore- avrebbero potuto ottenere le informazioni di cui avevano bisogno. Mentre gli altri andavano a spegnere l'incendio prima che mietesse altre vittime, Takeshi e Su si erano diretti alla casa dell'anziana signora alla disperata ricerca di indizi sul fantasma che tanto stava dando loro fastidio. La situazione sembrava volgere a loro favore, quando appena poco dopo aver constatato l'assenza del tipico odore di polvere da sparo la ragazza si era introdotta all'interno dell'abitazione. Seguendo le indicazioni di Ai avevano quindi ritrovato un filo con della ruggine: non era il primo filo con cui venivano in contatto, e Takeshi tirò fuori dalla tasca pensieroso quello che aveva ritrovato prima, cosparso invece di marmellata. Quale poteva essere il legame tra i due? Chi stava dietro a tutto ciò, muovendo i pezzi nell'ombra come uno spettacolo di marionette?


No... Cosa è andato storto?...


Anche il Suzaku la pensava allo stesso modo: non era opera di un fantasma, quanto di un normale essere umano -anche se decisamente sfuggevole- e probabilmente non si trattava di qualcosa di terribilmente pericoloso per il Villaggio. Almeno finchè non avessero scoperto la causa dell'esplosione di chakra di poco prima, che era riuscita a mandare fuori gioco le capacità da sensitivo dell'intera squadra -motivo per cui erano stati chiamati proprio loro, inoltre-. Senza contare il fatto che quel luogo non si presentava come un punto critico o di particolare interesse, avvalorando quindi la tesi di Su: era del tutto logico supporre pensare che si trattasse di una vendetta personale.


No... Non di nuovo...


Non era logico invece pensare che del chakra sconosciuto ammorbasse l'area, soffocando i sensi del giovane chunin e della sua compagna di squadra. Un'ombra scattò tra le ombre, colpendo la ragazza mentre inerme Takeshi poteva solo raccogliere tutta la concentrazione di cui era in possesso per mantenere l'equilibrio e non cadere preda della confusione. Chiamò la ragazza più forte che potè, e la sua stessa voce risultò fastidiosa alle orecchie per il volume troppo forte.
Su, SU!
Lo aveva già visto succedere. Nella guerra, la grande guerra contro Watashi. Il miasma del Dio Demone aveva infettato alcuni shinobi, che si erano ribellati contro i loro compagni di battaglia. E in quanto a sintomi, pareva che fosse appena successa la stessa cosa, in un tempo e in un luogo diversi.
Ogni cosa passò in secondo piano: il filo, l'indagine, l'incendio. Davanti a sè aveva solo Su -o meglio, qualcosa che assomigliava a Su-, e non sapeva se sarebbe stato in grado di riportarla indietro. Eppure... eppure doveva provare, e fare del suo meglio. La buona cosa, per adesso, era che la ragazza era ancora immobile, oltre ai capelli che fluttuavano come mossi da un'aura: doveva approfittare di quel momento di confusione per agire.
Senza fare movimenti troppo bruschi per non destare troppo la sua attenzione, il suo obiettivo era quello di avvicinarsi a lei e, molto semplicemente, utilizzare la tecnica della Liberazione per cercare di scacciare il chakra maligno.... perchè di chakra si trattava, vero? Era piuttosto scettico sulle possibilità di riuscita, ma del resto, aveva altre opzioni al momento? Se fosse riuscito ad avvicinarsi, avrebbe quindi composto i pochi sigilli necessari e concentrato il chakra per rilasciarlo in un solo istante con un potente
Kai!
 
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view post Posted on 17/7/2017, 23:24     +1   -1
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La Tecnica del ragazzo non funzionò, anzi, sentiva il proprio Chakra quasi bruciare nel proprio corpo. La sua pelle cominciò a fumare: l'epidermide dapprima si infiammò, cominciando a pizzicare, diventando poi una superficie piena di bolle d'acqua. La proprio energia sistava ritorcendo contro di lui. Su afferrò Takeshi per i vestiti, scaraventandolo con un'onda d'urto poi al piano superiore. Il parquet si spaccò, facendo finire le schegge nella carne del Chunin. Un gran polverone si alzò, accompagnando la caduta del ragazzo su quello che sembrava essere un letto matrimoniale. Era finito in una stanza buia, con mobili estremamente antichi, colma di quadri e foto dove vi era ritratta la vecchietta appena defunta insieme a quelli che sembravano essere suo marito ed i suoi figli. Ad ogni passo, Takeshi avrebbe sentito il pavimento cigolare, sempre più. Su sembrava essere sparita, così come le piaghe sulla sua pelle. Una pensante sensazione opprimeva, però, la sua testa: qualcosa lo stava influenzando, quasi deciso ad abusare della sua percezione, portandolo a perdere il controllo del suo corpo.

Una goccia di sangue - ovunque si fosse trovato in quella stanza che avrebbe scoperto essere bloccata - gli si posò sulla fronte, scendendo piano. L'odore aspro e pungente del ferro era più forte del solito, ed il rumore del cuore che batteva forte sembrava provenire dalle mura. Sul tetto non vi era nulla, così come giù nella cucina. Nello specchio poggiato sul comò alla sinistra del letto, però, sembrava non esserci riflesso il ragazzo, quanto un'ombra. Un'ombra che imitava i movimenti di Takeshi, che con il sangue componeva il suo nome dall'altra parte. Sulla figura spuntarono degli occhi, degli occhi bianchi e candidi, da bambino. Bianca era anche la risata da bambino che entrava nelle orecchie del Ninja cercando di rassicurarlo. Infine il bambino, spostatosi alla sinistra del ragazzo ma sempre nello specchio, invitava il giovane a raggiungerlo.


Edited by Kickmass - 18/7/2017, 00:40
 
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view post Posted on 19/7/2017, 23:50     +1   -1
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A quanto pareva, non solo il suo tentativo era stato fallimentare ma addirittura controproducente: un dolore lancinante atttraversò il suo corpo, mentre il suo chakra letteralmente bolliva infuocato ribellando al suo possessore. Takeshi non riuscì a trattenere un grido di sofferenza, e non si accorse dell'offensiva di quella che fino a poco prima era Su che lo prese e lo lanciò verso l'alto. La percezione del mondo si fece ancora più confusa per il ragazzo quando sfondò il soffitto in un'esplosione di schegge e atterrò fortunatamente sul letto della camera della casa. Era ancora stordito, e gli ci volle qualche secondo per riprendere le redini dei processi elementari dei suoi pensieri: si rialzò a fatica appoggiandosi al letto, conscio di essere ancora in pericolo, ma affacciandosi dal buco a forma di Chunin di Kiri nel pavimento non riuscì ad individuare nessuna figura: Su se n'era andata. La prima domanda che gli venne in mente fu perchè lo spirito aveva posseduto solo la ragazza che era con lui -ammesso che di spirito si trattasse-: verosimilmente poteva farlo solo su di una persona per volta, ed il Suzaku era stato semplicemente fortunato. Quello che ancora non sapeva era come liberarsi di tale ostacolo, e soprattutto cosa avesse intenzione di fare la nuova Su: in effetti, se lo aveva attaccato doveva esseregli ostile. Ma allora perchè era sparita senza nemmeno cercare di finirlo -approfittando anche del fatto che non aveva la sua katana-?
Si tenne la testa tra le mani, cercando di ragionare, mentre lo scricchiolare del pavimento e lo stesso battere del suo cuore parevano addirittura amplificati. Notò in questo momento, guardandosi incuriosito le mani, che le ferite dovute al suo chakra fuori controllo era sparite: era solo una teoria, ma forse erano state causate dalla vicinanza con l'entità. Per verificarla, non c'era altro modo che provare: prima cercò di attivare le sue abilità da sensitivo, cercando di rivelare la posizione del chakra di Su per vedere se il "blocco" era ancora presente, poi tentò di concentrare il suo Katon sul palmo della mano per creare una piccola fiammella.

Venne distratto da una goccia di sangue che gli scorreva sulla fronte. Si portò istintivamente una mano alla tempia, ma non incontró alcuna ferita, inoltre il liquido non pareva provenire nemmeno dal soffitto. Che diamine...
Il suo sguardo si bloccò sullo specchio, dove non trovó riflesso ciò che cercava, ovvero la sua immagine: l'ombra di un bambino invece rideva spensierato e lo invitava... ad entrare? Entrare nello specchio. Ancora con la testa troppo pesante ma la mente troppo vuota cercò di raccogliere le idee per un paio di secondi mentre il suo sguardo guizzava per la stanza senza trovare pace. Cosa voleva dire tutto ciò?
Prese in considerazioni svariate ipotesi in quei brevi istanti, compreso il fatto che potesse essere tuta una sua allucinazione dovuta allo stress, ma alla fine scosse la testa nel tentativo di liberarsi da quella fastidiosa sensazione che lo opprimeva.
Takeshi si avvicinò agli occhi bianchi, poggiando quasi unaano sullo specchio. Quasi. Era tutto troppo strano per essere vero, considerata la situazione sovrannaturale nel quale si trovava, ma non poteva far altro che crederci. Tuttavia lì la ragione non lo avrebbe portato da nessuna parte, doveva affidarsi all'istinto. E anche se aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile per comprendere cosa stesse accadendo...

Scusami, tornerò più tardi a giocare con te. Te lo prometto, non scappare.


Disse sussurrando all'indirizzo del bambino, per poi voltarsi e saltare nel buco che lui stesso aveva causato, precipitando al piano di sotto.
La perdita di Nene durante l'ultima missione era ancora troppo fresca nella sua memoria, la paura di dover rivivere quel dolore lo aveva spinto a rifiutare quella proposta per tornare dai suoi compagni.
Non avrebbe permesso che succedesse nulla né ad Ai, né ad Taiji, né ad Himitsu, né tantomeno a Su. La sua idea era quella di raccogliere le idee assieme al suo team per poi liberare la ragazza dall'influenza maligna. Considerando che lei si era mostrata ostile senza motivo apparente, non voleva rischiare che incontrasse gli altri e si attaccasse all'improvviso. Per qiesto una volta atterrato al piano terra si sarebbe diretto al luogo dell'incendio per riunirsi al gruppo e avvertirli di ciò che era successo. Lo specchio poteva aspettare, almeno per un po'.


//Post scritto da cellulare, scusa per eventuali errori e la mancanza di codici, sistemerò quando torno a casa

Editato//

Edited by _Crystal - 23/7/2017, 23:11
 
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view post Posted on 22/7/2017, 11:07     +1   -1
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Fuori dall'abitazione la nebbia era molto, molto densa. Sembrava fumo, che pian piano avanzava verso la figura del Ninja, inglobandolo. Era fredda, pungente, per nulla umida, che solleticava l'epidermide del ragazzo, facendogli venire la pelle d'oca. La piazza sembrava scomparsa in quel mare bianco, ma la voce della gente era scomparsa. Se avesse avanzato, seguendo il piano iniziale, ad un certo punto sarebbe inciampato su un qualcosa di duro che, in qualunque caso non avrebbe potuto evitate. Voltandosi avrebbe visto una piccola scultura in pietra dalla forma tondeggiante, con su inciso il nome "Taiji". Ma non era l'unica: tutto il quartiere era costellato da quelle lapidi.

Ai: Ta.. Takeshi? Takeshi?

Era la voce della donna, candida come sempre, ma molto, molto debole. Proveniva dall'alto e, stranamente, faceva eco nella nebbia. Un'ombra dondolava, dal tetto della casa che, poco prima, stava bruciando, ora spenta. La figura era lenta, senza vita. La figura era Ai, con un cappio al collo.

Himitsu: Prudenza.. Lo avevo detto..

La Megera comparve alle spalle del Chunin, sempre avvolta dal Mistero. Era in ginocchio, con il capo abbassato coperto dal cappuccio. Mescolava costantemente il suo mazzo, sempre più velocemente.

Su: Rottura.. Per tutti gli impiccioni!

La ragazza cominciò ad uscire dal terreno, in corrispondenza della casa incendiata, fermandosi poi fino al busto. Aveva gli occhi bianchi, carichi di rabbia, mentre i capelli scompigliati, sporchi, molti mancanti. La lingua, come quella di un serpente, puntava Takeshi: ma cosa volevano da lui?
 
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view post Posted on 24/7/2017, 01:20     +1   -1
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Il primo passo fuori da quella casa fu il primo passo sulla porta dell'inferno. Nonostante la nebbia innaturale che impediva la visuale per buona parte dell'ambiente -o forse proprio a causa di quella, impenetrabile- fu subito chiaro che qualcosa non andava. Si ritrovò a camminare a memoria, senza poter contare sui suoi occhi, ma ben presto lo scenario peggiore si parò davanti a lui. Aveva lasciato la casa per sincerarsi della condizione dei suoi compagni, per avvertirli di Su, ed era successo questo...

Taiji. Quando lesse quel nome sulla lapide a terra, già il cuore di Takeshi perse un colpo. Non capiva. Non voleva capire. Come poteva essere vero quello che la sua mente si rifiutava di pensare?
Poi arrivò la voce, dall'alto. Era Ai. Alzò lo sguardo, scorgendo le spoglie della Kansei appese allo scheletro della casa che fino a poco prima era preda delle fiamme. Non poteva essere reale. Era troppo crudele... la vita non poteva essere così crudele da riproporrgli due volte la stessa macabra situazione. Bastò un solo secondo, ma nel suo cuore era un'eternità. Il cadavere di Ai, soggetto solo alla forza di gravità, ondeggiava pigramente, si sovrappose per un istante al corpo di Nene, che tempo fa aveva visto cadere a terra con lo stesso moto irrealisticamente lento ai suoi occhi.

Spalancò gli occhi.

Ed esplose.

Avrebbe distrutto tutto. Richiamò il suo chakra con pochi, rapidi sigilli e lasciò che si irradiasse senza controllo dal suo corpo verso l'esterno. Non gli importava cosa sarebbe capitato, voleva solo che quella cosa, qualsiasi cosa fosse, finisse. Che fosse reale o meno aveva poca importanza adesso nella sua testa, Takeshi bramava solo di cancellare dall'esistenza chiunque fosse il responsabile. Stava giocando con la persona sbagliata. Gli occhi violetti del chunin si guardavano attorno furiosi oltre ogni limite, cercando qualcosa su cui scatenare la propria ira, e dei fuochi fatui cominciarono a galleggiare nell'aria attorno al suo corpo, danzando tra le scariche elettriche che l'aura di chakra di Takeshi produceva sporadicamente.

Fecero la loro comparsa Himitsu e Su: mentre la ragazza era tale e quale all'ultima volta che l'aveva vista -cioè "posseduta"- Himitsu pareva stranamente usuale, non troppo diversa dal solito. Questa apparizione permise al ragazzo di riguadagnare un minimo di controllo su sè stesso, quel che bastava per mantenere stabile il controllo del chakra. La misteriosa presenza era ancora tra di loro. In particolare Su, che si stava issando da terra, aveva ancora i capelli bianchi e il comportamento ostile che l'aveva contraddistinta da poco prima. La cartomante, invece, era alle prese con il suo mazzo, come sempre del resto. Le loro parole non fecero altro che scatenare un nuovo moto di furia bruciante nel giovane, che si manifestò come un ringhio ferale nei confronti delle due figure.


Prudenza, Rottura... Facile da dire, sono solo parole vuote. Allora, ditemelo voi cosa avrei dovuto fare!


La prima a ricevere le sue dure parole fu Himitsu, ma il contenuto per la prima volta fu diverso da quello che le aveva detto per tutta la giornata. Aveva un folle sorriso sul volto, la follia di chi si getta nel vuoto perchè non ha più niente da perdere, l'abisso della disperazione. Perchè non la capiva. il Suzaku non riusciva a comprendere la sua cieca fede nelle carte, e per questo l'aveva disprezzata fin dall'inizio.
Sto aspettando, Fattucchiera! Non hai fatto altro che affidarti alle carte fino ad ora e fino ad ora ti ho opposto, ma ora hai la mia attenzione. In una situazione del genere, voglio sapere... cosa ci riserva il futuro?

Ma non si era di certo dimenticato di Su: si trovava sotto il corpo senza vita di Ai Kansei, quella che era stata la sua migliore amica e confidente, e fu cogliendo con la coda dell'occhio l'immagine del cadavere appeso che il ragazzo si rivolse non tanto a lei quanto a quell'entità che la stava controllando gridando fino a graffiarsi le corde vocali.
Guardati attorno! Sei soddisfatto di tutto questo? È quello che volevi? Non so perchè lo hai fatto, ma hai distrutto tutto e tutti. Solo io sono ancora in piedi. Se pensi che questa sia la soluzione ai tuoi problemi vieni, VIENI E AFFRONTAMI!

Le fiamme cominciarono a vorticare più rapidamente attorno al corpo di Takeshi, preparandosi a sostenere l'impatto di un probabile attacco. Non avrebbe attaccato per primo a meno che qualcuno dei presenti non avesse mostrato nuovamente atteggiamenti ostili nei suoi confronti, ma era pronto a rispondere al fuoco con il fuoco e non avrebbe esitato un attimo a scagliare tutta la sua potenza su coloro che si fossero mostrati suoi nemici.


//La tecnica utilizzata è la seguente, con l'aggiunta di qualche fulmine per fare scena. Mi riservo di utilizzarla nel caso dovessero attaccarmi ^^

<ninjutsu elementale> - 火 - Katon: Fiamme Danzanti - [Chk: 40/60][Def/Res: +60/90] "Plasmando il fuoco liberato nell'aria, il ninja forma una serie di piccole masse di fuoco, instabili sia nella forma che nella posizione, appunto "danzanti" attorno a lui formando una difesa non certo eccelsa, ma sufficiente per attacchi di piccola entità. Se non tutte le fiammelle son state neutralizzate (leggasi, se l'attacco è stato parato senza residuo), ciò che rimane di esse potrà essere sfruttato nel successivo attacco di fuoco, dando a questo un bonus di 15/30."//
 
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view post Posted on 29/7/2017, 11:19     +1   -1
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Le fiamme cominciarono a scaldare la zona, facendo mescolare la nebbia con il vapore dell'umidità che saliva. Improvvisamente Su si gettò di testa nel terreno, scomparendo sotto terra. Una cosa però Takeshi avrebbe potuto notare: la sua coda di serpente. Himitsu stava seduta, a mescolare le carte, mentre una voce bianca penetrò la mente del ragazzo

??: Sotto i tuoi piedi..

Era come un eco, lontano, proveniente da ogni direzione. Dal timbro sembrava Taiji.

??: ..Salta..

Continuava, diventando più pungente, più seria, più forte

??: SALTA!!

CITAZIONE
GDROFF// Cinque giorni per un post così corto? Wattaffak?

Su spunterà come un razzo da sotto i tuoi piedi. Se non schivi, ovviamente, ti ammazza xD Tra le mani ha una katana, quella di Taiji //GDRON
 
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view post Posted on 1/8/2017, 23:39     +1   -1
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Per un attimo, le sue parole gli sembrarono fare breccia, giungendo al cuore delle due donne che stava affrontando... ma si rese subito conto che ciò non corrispondeva alla realtà dei fatti. Era solo la nebbia, mista al fuoco che ardeva attorno a lui. Quelle donne non avevano un cuore. Al momento erano solo fantocci, controllati da qualcuno o qualcosa che indirettamente stava quindi affrontando Takeshi.
Non mancò di gettare uno sguardo irato a Himitsu, che stava ancora mescolando il mazzo in preparazione della rivelazione della prossima carta, ma non accennava a fare la sua mossa. Quella che invece decise di attaccare per prima fu Su che, forse toccata in un punto dolente dalle parole del chunin, si gettò a capofitto sotto terra come un serpente a caccia, animale di cui aveva assunto le fattezze. I suoi occhi violetti notarono infatti che adesso la ragazza possedeva una curiosa coda da rettile, ma non ebbe il tempo di stupirsene: doveva prevedere da dove sarebbe arrivato il prossimo attacco, oppure sarebbe stato finito. Anche il suo attuale nemico era una chunin di Kiri, in fondo. Piegò leggermente le gambe e abbassò il baricentro, mettendosi in posizione di guardia mentre il suo sguardo guizzava a destra e a sinistra per carpire il minimo movimento.


..Dove sei finita...?


Sussurrò, più che altro a sè stesso. Aveva bisogno della massima concentrazione, doveva eliminare ogni altro rumore dalla sua testa, che fosse il fruscio delle carte di Himitsu o quella vocina in sistente nella sua testa. Quella voce... quella voce che tentava di parlargli, ma era troppo debole... eppure continuava, senza sosta.... Taiji! Il bambino che aveva parlato pochissimo durante la missione, adesso sembrava si stesse squarciando la gola per avvertirlo. Ma non riusciva a capire da dove stesse arrivando la sua voce: era... tutto intorno? E non aveva appena visto una lapide col suo nome inciso sopra?


Taiji, mi senti? Dove sei?

...Oh, al diavolo!


Saltare... significava che Su era sotto di lui. A cosa sarebbe servito saltare? Sarebbe sbucata comunque dal suo punto cieco, impossibile da difendere: se avesse avuto la sua katana, sarebbe stata tutta un'altra storia. Saltare verso l'alto lo avrebbe solo reso più vulnerabile, scattare di lato e magari rendersi vulnerabile ad un attacco di Himitsu o a un secondo assalto di Su era fuori discussione. Ma se sapeva dove era... poteva colpirla prima che lo facesse lei. Con un gesto secco della mano, controllò le sfere di fuoco che gli roteavano attorno e le scagliò verso il suolo, ai suoi piedi. Era una tecnica di basso livello la sua, non avrebbe dovuto arrecare troppi danni a Su neanche se l'avesse colpita in pieno, figuriamoci in quelle condizioni. Le fiamme volarono dirette laddove proprio in quel momento sarebbe spuntata la test-
Cosa?
-la katana di Taiji? Ma non era disarmata fino a poco fa? E come aveva fatto a trovarla, non era stata rubata all'inizio della loro missione? Ormai era troppo tardi per fare alcunchè, e gli occhi spalancati di Takeshi poterono solo guardare il fuoco e l'acciaio scontrarsi, senza distogliere lo sguardo, sperando che la sua difesa fosse sufficiente a far desistere la ragazza che ormai aveva totalmente perso il controllo.
 
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view post Posted on 4/8/2017, 11:04     +1   -1
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Il fuoco avvolse prima la spada, facendo luccicare il ferro, passando poi lungo le braccia di Su. Cominciò ad urlare mentre la propria carne friggeva, rilasciando del fumo stranamente azzurro che emavana un pungente profumo di bacche. Come fossero stati in una scenetta mossa dallo slow motion, il fumo si mescolò al fuoco, prendendo le sembianze di un drago, diretto con le fauci aperte verso Takeshi. Questo, invece, si allontanava sempre di più dal suolo, nonostante la scenetta gli sembrasse pericolosamente vicina. Poco prima di essere inghiottito Himitsu, finalmente, estrasse la sua carta:

jpg



Taiji: ..ORA SVEGLIA!

Un lampo. Il Chunin avrebbe sentito il petto gonfiarsi tutto d'un colpo. Con la vista ancora annebbiata sarebbe stato difficile capire per lui dove si trovasse, ma il freddo ed irregolare pavimento non apparteneva alla casa della signora. Si trovava all'esterno, con il viso di Su in primo piano.

Su: ..TAKESHI SVEGLIATI! SVEGLIATI! ORA SVEGLIATI!

Continuava a ripetere, strattonando i vestiti del Chunin.

Ai: Ferma! Ferma! Credo si sia svegliato..

La Kunoichi vestita di viola si asciugò gli occhi umidi e, con l'aiuto dell'amica, aiutò il ragazzo ad alzare la schiena, facendola poggiare sull'albero lì vicino. Si trovavano ora ad una decina di metri di distanza dalla casa: ma perché?

Ai: Tutto bene Takeshi? Che cosa è successo? ..Ci siamo un sacco preoccupati.. Qualcosa sta bramando alle nostre spalle, ti hanno fatto cadere in un Genjutsu, ed anche abbastanza potente.. Su ed io non siamo riusciti a liberarsi, ma Taiji.. Beh, ha fatto un buon lavoro..

Sorrise al ragazzino, poggiato con il braccio destro sul tronco dell'albero. Aveva il respiro affannato ed era più pallido del solito, munito di occhiaie ben marcate. La mano destra, però, era stranamente rossa, come avesse usato qualche tecnica o sigillo particolare. Himitsu, invece, stava continuando ad indagare, nella seconda casa, quella ancora sconosciuta al Ninja.

Ai: ..Takeshi.. Abbiamo scoperto una cosa..

CITAZIONE
GDROFF// Ai ti racconterà che è stata scoperta sotto il terreno una rete di fili, collegata alle tre case. Questo prova che non si tratta di fantasmi, ed il gruppo sospetta un nemico: Ai e Taiji credono sia esterno al gruppo, ma Su punta il dito contro Himitsu //GDRON
 
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view post Posted on 8/8/2017, 11:40     +1   -1
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Le prime sensazioni a raggiungere di nuovo il suo cervello furono quelle fisiche: tatto, equilibrio, senso della posizione, percezione della gravità. Respirava affannosamente, era disteso a terra, c'era... c'era qualcosa di diverso. Forse era l'aria, più limpida, o la terra con cui era a contatto, così solida... non avrebbe saputo dirlo con certezza. Poi i suoi occhi si aprirono, incontrando un viso familiare, e il passato si confuse col presente...


CITAZIONE
La prima immagine che lo accolse dopo un buio infinito fu il volto di una bambina, che lo fissava con occhi spalancati. Vi si leggevano curiosità e impazienza, che divennero stupore e meraviglia quando gli sguardi si incrociarono, e le piccole labbra si aprirono in un sorriso di emozioni. Il ragazzo senza un nome era ancora confuso e lento a comprendere, appena sveglio dopo un'eternità di niente, ma venne subito rimesso in riga da un grido acuto.

È sveglio! Papà, è sveglio!


Il ragazzo senza nome doveva ancora riprendere coscienza del proprio corpo e la sua bocca era ancora troppo impastata per riuscire a pronunciare parole di senso compiuto, fu in grado solo di spostare lentamente gli occhi seguendo la bambina che si allontanava dal letto per lasciar posto ad una figura più adulta. Il padre le mise la mano sulla testa con fare amorevole, avvicinandosi a sua volta al letto -sì, era disteso su un letto, in una casa sconosciuta, solo ora se ne rendeva conto-. Sentiva la stanchezza prendere possesso del suo corpo, le palpebre farsi pesanti... ma mentre l'oblio lo afferrava e lo trascinava in profondità, la voce dell'uomo lo accompagnò nel suo viaggio.

Dai non si è ancora ripreso del tutto, lascialo riposare... Nene.


NENE!


Takeshi si tirò di scatto su con un grido, il cuore un rullo di tamburi e il respiro affannato, come appena risvegliatosi da un incubo. E in effetti era così, solo che non era l'incubo che i suoi compagni si immaginavano. Si guardò attorno un attimo spaesato, ricollegando i pezzi aiutato dalle parole di Ai. Il ragazzo quindi si alzò in piedi, scuotendo la testa dispiaciuto.


N-no, non è niente. Scusatemi, vi ho dato un po' di problemi. Grazie Taiji, mi hai tirato fuori da un bel casino.


E quindi c'era una rete di fili sotto le case. La conclusione più logica era che fosse quella la causa sia dell'esplosione sia della Genjutsu -data l'incredibile coincidenza di tempismo tra gli eventi-. Sì, c'era decisamente lo zampino di chi aveva messo quei fili nella storia del fantasma. Innegabile anche un'altra coincidenza: i due eventi erano decisamente fuori scala rispetto alle manifestazioni paranormali che aveva citato Chiratsuki, ed erano avvenuti esattamente al loro arrivo. Che quel qualcuno non volesse intrusi a indagare? Se era così, aveva decisamente sbagliato approccio: aveva a che fare con degli shinobi di Kiri, questo non avrebbe fatto altro che spingere ancora di più il team a non mollare la preda fino a che non fosse stata catturata.
Ascoltando le ipotesi dei tre, non potè che essere d'accordo con Ai e Taiji, ma l'osservazione poco felice di Su gli fece storcere decisamente il naso.


Su, perchè dici questo? Capisco l'antipatia, ma accusarla così senza motivo... oppure sai qualche cosa che dovremmo sapere?

Ah, a proposito, come vi è andata nell'altra casa? C'erano persone all'interno? Siete riusciti a spegnere l'incendio?

//Come ti avevo detto, in questo post non posso far altro che fare domande//
 
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Su incrociò le braccia, cominciando a fare avanti e indietro - con passi volutamente corti e pesanti - vicino Takeshi. Dopo qualche secondo si girò completamente verso di lui, abbassando lo sguardo, tenendo il mento poggiato sul pollice, sull'indice e sul medio della destra.

Su: Devi sapere che Himitsu lavora nella zona più rarefatta di Kiri, quella frequentata da barboni, ubriaconi, truffatori, criminali.. Lei legge loro le carte, in cambio di denaro o oggetti preziosi.. Ma il suo passato non è così chiaro come il suo presente - se così si può definire..

Si schiarì la voce, mettendo le mani alla vita, guardando con gli occhi vispi quelli del Chunin.

Su: ..Orfana di padre, si è ritrovata presto a dover lavorare pur di mangiare.. E per "lavorare" intendo rubare.. Sua madre, d'altronde, non faceva poi un mestiere così diverso.. Era una puttana.

Ai fece un colpo di tosse. Non sembrava contraria a ciò che stava dicendo la collega, ma al come lo comunicava.

Su: ..scusa, prostituta. Durante gli anni, però, passò dapprima a derubare i suoi clienti, infine ad ammazzarli. Himitsu odiava quella vita e la sua stessa madre ma, nonostante ciò, non poteva allontanarsi da essa. Ad un certo punto, la uccise. Aveva una quindicina di anni, o era appena maggiorenne, non ricordo..

Riprese fiato, ma Ai decise di continuare il discorso al suo posto

Ai: ..Per la sua capacità nell'ingannare le persone divenne presto una Kunoichi di Kiri, anche molto brava, ma spesso ha truffato i suoi superiori, e spesso è stata punita severamente.. Tramite metodi barbari che l'hanno resa la taciturna e tenebrosa che è.

Taiji: Quindi.. Lei non è una vera Cartomante?

Su: Avevi dubbi?

Il ragazzino abbassò lo sguardo, sottomettendosi al tono aspro della ragazza.

Ai: Comunque, Takeshi.. Fortunatamente nell'altra casa non c'era nessuno. Abbiamo spento le fiamme ed erano rimasti intatti solo la cucina e parte del salotto.. Abbiamo trovato altro filo di nylon e..

Su: ..I barattoli contenente qualsiasi liquido erano pieni di un veleno corrosivo.. Sembra che Taiji lo abbia provato sulla sua pelle..

Il ragazzino aveva la mano piena di bolle d'acqua lucida e tremava, un sacco. Aveva bisogno di cure, ma nessuno lì aveva conoscenze appropriate. La missione, però, doveva continuare

Su: Ai, resta qui con Taiji, io raggiungo Himitsu.. Takeshi?
 
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A quanto pareva, Su aveva deciso di prenderla alla lontana: raccontò infatti la storia di Himitsu fin dalla nascita, cosa faceva sua madre per vivere e la sua difficile crescita fino ad arrivare ad essere una kunoichi di Kiri... il che smosse ben poco Takeshi, che si limitò a una smorfia di comprensione. Non era una storia così diversa da quella di un qualsiasi bambino di famiglia non ricca -e ce n'erano tanti, alla Nebbia-. Già i ragazzini che riuscivano a presentarsi in Accademia potevano ritenersi fortunati, dato che ciò significava essere ancora vivi: di solito erano quelli che non avevano più nulla da perdere, o quelli spediti -obbligati a forza- dagli orfanotrofi per essere addestrati come soldati. Anche se nessuno ne parlava tra i banchi di scuola, ne aveva sentite a centinaia di storie simili tra i corridoi, sussurate a mezza voce alle spalle dell'interessato. Quelli come lui, i fortunati , potevano contarsi davvero sulla dita di una mano... che considerando i soggetti che abitavano nel Villaggio, di solito erano meno di cinque. Tirò un sospiro compassionevole, pensando a quanto dovesse essere stato difficile per Himitsu... non che lo sapesse davvero, poteva solo immaginarlo. Tuttavia, al momento la sua mente era concentrata sulla missione, e quindi si permise di rispondere con un tono piuttosto tagliente rivolto a Su contrastando così con la sua versione dei fatti.


Su, non so cosa sia successo tra voi, ma è evidente che non riesci a pensare lucidamente in questo momento. Ammettendo che la tua ipotesi sia corretta e ci sia lei dietro a tutto questo, forse lasciarla da sola -con tutto il tempo a disposizione per cancellare le prove o preparare altre trappole- non è stata una grande idea. Se ci tieni tanto a dimostrare che è lei il famoso fantasma che stiamo cercando, avresti dovuto seguirla e tenerla d'occhio. Ma non è questo il punto...


Si poggiò le dita sulla fronte, scostandosi un ciuffo di capelli biondi che gli ostacolava la vista, e prese un breve respiro per riprendere il discorso.

Ti ho chiesto il motivo della tua insinuazione, ma mi hai solo raccontato la sua storia. Scusa se sono così diretto, ma non ne capisco il nesso logico. Per quale motivo la sua infanzia difficile dovrebbe spingerla a creare trappole esplosive e genjutsu, piazzarle dentro case di civili e poi farsi chiamare come chunin per risolvere il problema?
Senza contare che nel fascicolo non era segnata alcuna competenza negli esplosivi, quindi non vedo come avrebbe potuto fare. L'unica motivazione che potrei trovare potrebbe essere un astio personale nei confronti degli abitanti di queste case, ma sarete d'accordo con me che forse -probabilmente- ci stiamo spingendo troppo in là con la fantasia.


E con questo, dal suo punto di vista la questione poteva dirsi conclusa. Se Su o qualcun altro avesse voluto aggiungere qualcosa, il Suzaku sarebbe stato ben disponibile a continuare a sostenere le sue argomentazioni. Decise di lasciare per il momento da parte i barattoli di acido che avevano ferito Taiji, non riusciva assolutamente a trovar loro uno scopo nel quadro generale -sempre che ci fosse, un quadro generale-, e si concentrò su ciò che avrebbero fatto, sulla prossima mossa.

Hmmmm, non saprei...


Ci pensò su qualche istante, prima di esporre la sua semplice proposta agli altri membri del gruppo: chiese se potevano andare tutti assieme invece che dividersi, diminuendo così le probabilità di essere colti di sorpresa come era successo con la genjutsu di prima. Takeshi chiese questo sforzo soprattutto a Taiji, per via della mano, ma anche con la consapevolezza che sarebbe stato inutile rimanere lì fermi nel piazzale se nessuno possedeva conoscenze mediche per trattare la ferita. E, cosa che non avrebbe detto, la visione all'interno della genjutsu l'aveva profondamente colpito e non voleva nemmeno pensare di allontanarsi dai compagni, per il momento. Tutti sarebbero andati da Himitsu per sentire cosa aveva trovato, e tutti insieme avrebbero poi raccolto tutti gli indizi e le tracce per tirare finalmente le somme di quella strana avventura.


//Mi sono accorto ora di aver invertito alcuni codici//

Edited by _Crystal - 22/8/2017, 19:36
 
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view post Posted on 18/8/2017, 16:22     +1   -1
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Alle parole di Takeshi Su socchiuse gli occhi, quasi per sfidarlo, per poi girare i tacchi e dirigersi verso l'ultima casa, conosciuta - forse - solo da Himitsu.

Ai: Scusa Takeshi, ma vorrei assister-

Taiji: No, va' pure. Io vi raggiungerò

Il ragazzino sorrise, sedendosi subito dopo alla base dell'albero. Con l'ausilio di un Kunai tagliò una parte di Kimono che, subito dopo, cercò di stringere intorno alla ferita, ma non senza l'aiuto di Ai. Continuava a sudare freddo, il ragazzo.

La donna decise che il giovane si sarebbe riposato, raggiungendo poi il restante gruppo insieme a Takeshi. L'entrata della casa era simile a quella dell'anziana defunta: un salotto insolito, abbellito con mobilia esotica e molto costosa, tenuta calda grazie ad un caminetto ora spento. Su si trovava nella stanza a destra dell'entrata: era simile ad una cantina con le mura rivestite in pietra, molto fredda rispetto il resto della struttura, dove vi erano conservate frutta e verdura fresche. La ragazza stava frugando tra i vari scaffali, tenendo il muso a Takeshi. Con quelle parole era riuscito davvero a colpirla? Forse il Chunin aveva ragione, forse ciò che spingeva Su ad accusare la Cartomante erano solo risentimenti.

??: HEY! LASCIAMI! LASCIAMI!

La voce di un bambino che piangeva, seguita da passi fermi che si facevano sempre più vicini. Himitsu si presentò alla porta della cantina, tenendo per la maglietta un ragazzino di sette/otto anni per la maglietta. Lo mise a terra, mentre la furia prendeva sempre più il possesso di quel piccolo corpo

Himitsu: L'ho trovato nascosto nell'armadio della camera da letto dei proprietari di casa. Aveva con se una scatola di fiammiferi, gli stessi trovati nella casa esplosa.
 
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view post Posted on 23/8/2017, 00:18     +1   -1
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Chissà, chissà quanto le parole di Takeshi avevano centrato il bersaglio: di certo non era andato troppo lontano dalla verità, perchè il silenzio che Su tenne per il resto della conversazione fu più significativo di mille parole. A malincuore lasciarono Taiji a riposare, e poco dopo li avrebbe raggiunti alla casa dove già c'era Himitsu.
In teoria l'idea del Suzaku era di non dividersi, ma il ragazzino aveva insistito per aspettare ancora un po': quell'acido doveva essere tremendo per tormentarlo a quel modo. In ogni caso il solo fatto di aver manifestato la possibilità di incappare in un pericolo doveva aver messo sull'allerta Taiji, e per questo Takeshi si fidò di lui lasciandolo momentaneamente da solo: in fondo anche lui era un Chunin di Kiri, avrebbe saputo badare a sè stesso.

Nessuno parlò durante il breve tragitto che li separava dall'ultima casa. Ognuno aveva i suoi motivi per non rimpere il silenzio che si era creato: per Takeshi, ciò significava non gettare altra benzina sul fuoco. Con le sue ultime mosse, era piuttosto sicuro di non essersi messo in buona luce agli occhi nè di Su nè di Ai. Forse era stato troppo duro, con il suo discorso, ma non voleva lasciare che quelle che pensava essere solo supposizioni di Su rovinassero i rapporti all'interno del gruppo. Avrebbero regnato dubbio e sfiducia e inevitabilmente sarebbero giunti al fallimento della missione, e questo il ragazzo non voleva permetterlo. Non poteva permetterlo. E soprattutto, non poteva permettersi che la visione si avverasse: perdere i propri compagni... non di nuovo. A qualsiasi costo.

***



Ad una prima occhiata, Himitsu sembrava aver fatto centro: quel bambino era un elemento decisamente nuovo nella questione, quei fiammiferi decisamente compromettenti e il tutto decisamente, decisamente intrigante. Ed ora, quale poteva essere il tentativo di approccio migliore per farlo parlare? La presenza di Himitsu, compresa del suo abbigliamento e comportamento stravagante, lo aveva intimorito. In quanto "leader", era implicito che fosse il primo a parlare: che tipo di comportamento avrebbe dovuto adottare?


Ehi, sai che ti sei cacciato in un brutto guaio?
Indicò i fiammiferi con fare inquisitorio. Hai sentito il botto di prima? La casa qui accanto è esplosa, e indovina un po'... La polvere da sparo è stata accesa con dei fiammiferi proprio uguali a questi!
Hai idea di chi siamo noi? Shinobi di Kiri, avrai sentito parlare di noi immagino, magari dai tuoi genitori. Ora spiegaci chi sei e cosa stavi facendo, o dovremmo fartelo dire con i nostri metodi.


Aveva deciso di seguire la strada dell'intimidazione, portando il bambino a collaborare tramite la paura. Considerando che torreggiava su di lui, vista l'altezza, e le sue cicatrici non gli davano proprio un'aria raccomandabile, a cui si aggiungeva il comportamento inquietante di Himitsu, il piccolo non poteva non essere terrorizzato di fronte a una tale dimostrazione di autorità. La domanda era: sarebbe stato terrorizzatto a sufficienza da spiegare il tutto senza fare storie e, soprattutto, con sincerità? Era lì che entrava in gioco la seconda fase del piano. Takeshi gettò furtivamente un'occhiata significativa ad Ai Kansei. Era lei la seconda parte del piano. Se il bambino non avesse collaborato perchè spaventato troppo o troppo poco, l'idea del chunin era che la ragazza intervenisse per tranquillizzarlo con fare amorevole. L'impressione che aveva dato anche a Takeshi a prima vista era di una ragazza gentile, qualcuno di cui fidarsi: non vedeva perchè anche il piccolo sconosciuto non dovesse pensarla allo stesso modo e rifugiarsi da lei per scappare dal biondo prepotente e dalla strega cattiva. E se davvero Ai era empatica, avrebbe compreso immediatamente quale corde toccare per farlo parlare non attraverso la forza ma la gentilezza. Anche senza comunicarlo agli altri, il piano era piuttosto prevedibile per degli shinobi navigati come loro e sperava vivamente che almeno la ragazza capisse cosa aveva in mente, dopo quell'approccio così rude.
In quel momento l'assenza di Taiji giocava a loro favore, secondo il piano del ragazzo: se anche lui fosse stato lì, con la sua aria innocente e pura, il bambino avrebbe avuto meno paura e il tutto sarebbe potuto naufragare più facilmente. Ora restava solo da vedere la reazione di quel nuovo personaggio entrato in scena e le informazioni che avrebbe portato con sè.


Intanto si avvicinò a Himitsu, rivolgendole sottovoce una domanda che gli ronzava per la testa dal momento esatto in cui l'aveva vista trascinare il bambino recalcitrante per le scale.


Non c'era nessun altro in casa? I proprietari della casa, i suoi genitori...?
 
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view post Posted on 30/8/2017, 22:06     +1   -1
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??: ..Sei.. Sei solo un BAKA!

Fu l'unica risposta del bambino alla brutta faccia di Takeshi prima di sedersi a terra, a braccia conserte, con la testa girata dall'altra parte. A quel punto Ai decise di provare con il suo metodo, quasi conscia del piano del Chunin. Dopodichè Takeshi pose quella domanda ad Himitsu che, sempre col suo fare tenebroso, rispose

Himitsu: sali le scale, seconda porta a sinistra

Se il ragazzo avesse seguito le indicazioni della Cartomante avrebbe percorso un corridoio identico a quello della prima casa, con le porte disposte in altro modo, con lo specchio però mancante. Una volta aperta la porta avrebbe trovato dell'acqua che gocciolava dalla vasca da bagno, coperta da una tendina che, se scostata, avrebbe rivelato la presenza di un corpo. Un uomo, prossimo forse alla cinquantina, stava disteso lungo il corpo concavo completamente nudo, con gli occhi grigi spancati ed alcuni peli delle braccia ancora fumanti. La puzza di carne bruciata si fece pian piano sentire, rendendo l'aria molto pesante. Nella vasca era presente solo un filo di rame, collegato ad una vecchia radio. Dalla piccola finestra, dove potevano passarci solo persone dalla corporatura esile, vi era legata una corda pregna di uno strano liquido capace di consumare leggermente la superfice di ciò che lo toccava.

In caso contrario Ai sarebbe riuscita a far sputare il rospo al ragazzino. O, moglio, la sua versione dei fatti. Secondo lui, un ragazzo più grande aveva dato loro quei "giocattoli", quasi ordinandogli di fare questi "esperimenti". Secondo le parole dell'incognita, era un gioco, che si sarebbero divertiti e che poi i "grandi noiosi" avrebbero soltanto dormito più del previsto lasciandoli giocare tutto il tempo che avrebbero voluto. Lui stava giocando con i fiammiferi quando un suo amichetto aveva rovesciato quella strana polvere sul pavimento. Avevano visto che faceva quello strano suono e - mentre i nonni erano impegnati - l'avevano sparsa per tutta la casa per poi farla esplodere. Fortuna per gli anziani, non erano in casa.

Ma, in entrambi i casi, come un fulmine ad un certo punto la capacità di percepire il Chakra sarebbe tornata a tutti. Quel muro di energia era finalmente caduto. Così come stava accadendo al Chakra di Taiji.
 
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view post Posted on 1/9/2017, 18:26     +1   -1
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Takeshi sbuffò di lato, ignorando l'ovvia reazione del bambino: era normale che lo odiasse, era quella la sua strategia. La sua risposta era stata però troppo impertinente piuttosto che intimorita, e forse la prima parte del piano non era andata a buon fine... avrebbe lasciato il resto nelle mani -e nella voce gentile- di Ai. Si diresse così al piano di sopra, lasciando dunque il ragazzino al resto del gruppo mentre lui seguiva l'indicazione misteriosa di Himitsu. I suoi passi salvano uno scalino dopo l'altro, ma Takeshi rimuginava involontariamente su ciò che avrebbe trovato al secondo piano: perchè la Cartomante non glielo aveva detto direttamente? In fondo gli aveva chiesto se i suoi genitori si trovavano nella casa, un semplice "sì" o "no" sarebbe stato sufficiente. A quanto pareva avrebbe dovuto vedere con i propri occhi.
Percepì la presenza della morte già da prima di vedere il cadavere: l'odore soprattutto, ma anche il silenzio, l'acqua che straripava dalla vasca da bagno e la tenda a chiudere il tutto, come un pudico sudario. Probabilmente era stata Himitsu... dimostrazione che anche lei poteva avere un minimo di umanità. Ora che ci pensava, la donna aveva detto di aver trovato il bambino in camera da letto: chissà se aveva visto cosa era successo a quello che probabilmente era suo padre...
...O se ne era coinvolto.

Le sue riflessioni vennero interrotte da una nuova consapevolezza, o meglio il ritorno di essa: era come ricordarsi all'improvviso di avere un altro paio di occhi, e in effetti non era una sensazione poi così diversa dalla realtà. Il chakra tornò a pervadere il sesto senso di Takeshi, che potè finalmente percepire di nuovo la presenza dei suoi compagni. C'erano il bambino, Ai, Su, Himitsu... un campanello d'allarme risuonò nella sua testa quando arrivò a sondare il chakra di Taiji: stava pian piano scomparendo, affievolendosi, disturbato. Ed era da solo, fuori.
Non ci pensò due volte ad interrompere l'investigazione nella stanza, lasciar stare il filo che penzolava dalla finestra e precipitarsi al piano di sotto gettandosi letteralmente dalle scale. Sarebbe uscito direttamente dalla finestra se le dimensioni glielo avessero permesso, ma non era il suo caso.

Non aveva tempo da perdere, qualsiasi cosa fosse successa al ragazzino non era un buon auspicio. Probabilmente stava male, ma non era da escludersi il fatto che fosse sotto illusione -come era successo anche a lui in precedenza- e per quello il suo chakra risultasse disturbato. Si lanciò dalle scale e sfrecciò nel salotto, notando che i suoi compagni non si trovavano più lì: ne dedusse in un lampo che dovevano averlo anticipato, e questo significava che anche loro erano di nuovo in grado di percepire il chakra altrui. La porta era stata lasciata aperta, e quando uscì Takeshi si trovò di fronte una scena alquanto inconsueta: Himitsu se ne stava in disparte, trattenendo il bambino per evitare che scappasse, mentre Ai e Su litigavano vicino a Taiji. Le due donne impedivano a Takeshi di avere una visuale chiara del ragazzo, per cui non riuscì a capire le sue condizioni: pareva che il diverbio tra le due riguardasse proprio lui, e ben presto degenerò in uno schiaffo della più grande rivolto all'altra. Lasciava il resto del gruppo da solo, ed ecco che succedevano casini. Si gettò subito tra Ai e Su, chiedendo spiegazioni su tale comportamento.


EHI EHI EHI FERMI TUTTI....Cosa sta succedendo qui? Perchè siete sempre a scannarvi a vicenda, che diamine...


Le emozioni di Takeshi erano piuttosto confuse, in una missione altrettanto confusa. Da un lato, era in pensiero per Taiji e per la sua salute, e si dannava interiormente per averlo lasciato da solo -anche se lo aveva chiesto lui, il Suzaku avrebbe dovuto semplicemente insistere-. Dall'altra parte, era furioso: come potevano persone così litigiose e poco inclini al lavoro di squadra essere diventate chunin? Takeshi sapeva di avere grandi mancanze per quel che riguardava l'arte del combattimento, ma mai si sarebbe sognato di mettere a rischio una missione solo per rancori personali che risalivano a chissà quando. Ognuno di loro avrebbe potuto tranquillamente rifiutare, una volta venuto a conoscenza di dover lavorare con gli altri. Avevano accettato di essere lì, avevano accettato di essere shinobi e kunoichi di Kiri. Prima Himitsu, poi Su e infine Ai. Takeshi stava iniziando a sviluppare una certa intolleranza nei confronti del suo team, e alla prossima occasione in cui qualcuno di loro si fosse comportato nuovamente da bambino troppo cresciuto senza motivo non avrebbe trattenuto la sua collera. Non era difficile, si trattava di non azzannarsi alla gola ad ogni occasione, ma quelle teste dure lo avrebbero capito?

//Mi riprometto, in off perchè in on non è il momento giusto, di vedere dove va a finire la corda che è attaccata alla finestra//
 
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