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| Benkei accettò l'aiuto di Shitsuki con il braccio. La ragazza non si fece attendere; avvicinatasi allo studente neo-battezzato, gli prese la mano per sollevargli l'arto danneggiato, e vi pose sopra la propria, a pochi centimetri dalla pelle martoriata. Subito le dita della Jashinista si avvolsero di chakra verdognolo, che, convogliato verso le carni del giovane, iniziarono a ricostruire e ricucire i tessuti danneggiati.
«Scegli tu se parlarne con la tua famiglia. È una tua scelta...» lo avvisò, mentre spostava la mano per fare sì che il flusso di chakra colpisse in maniera omogenea tutto il braccio «Ma ricorda che ci sono moltissimi pregiudizi sul Jashinismo. Molta ignoranza, e molta paura.» Lo guardò negli occhi: era seria nel formulare quel consiglio. Lei aveva dalla sua il Dono e la fede incrollabile, ma lui era un adepto che si era appena avvicinato alla religione. Andava protetto, finché non fosse stato in grado di proteggersi da solo. «Quindi insomma... Fai attenzione, va bene?» Sorrise, e dopo pochi secondi gli lasciò andare la mano. Le ustioni erano guarite, del taglio si vedeva solo l'ombra rossastra. Poté quindi passare a curare le proprie ferite, con lo stesso metodo. Benkei poté notare come la sua pelle si rigenerò in molto meno tempo, dato che effettivamente il danno recepito era stato minore. «Vienimi a cercare, per qualsiasi cosa. Avremo ancora modo di parlare.»
Recuperò la sua giacca, e in breve tempo si congedarono. Avrebbero avuto altre occasioni per parlare... Ma al momento Benkei aveva da riflettere, e Shitsuki da pregare. Il suo cuore cantava di gioia. Era la terza persona che convertiva, e aveva solo quattordici anni. Non vedeva l'ora di dirlo alle sue sorelle.
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