Missione 49D - La Bimba e la Vecchia Filatrice, Per Zen Humor - 2o PG

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view post Posted on 12/1/2017, 11:42     +1   -1

The Pine

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Il susseguirsi di eventi continua a stravolgermi, confondermi. Succede tutto così in fretta e tutto in modo così confuso che la mia mente si sforza di volta in volta a comprendere, ritrovandosi solo a sondare la situazione quando tutto s'è adagiato, così prima, così... Adesso.

C'è un uomo di fronte a me, messo di spalle. Torcia stretta nel pugno, grosso mantello nello. Ho potuto osservare rapidamente solo qualche indizio sulla sua persona, un giubbotto color senape, colore di Suna, prima di nascondermi dietro l'anta di questo portone. Lui è avanti, qualche metro oltre... Ma avverto chiaramente che non posso proseguire verso di lui. Qualcosa mi inietta questo pensiero nel cervello, bello chiaro e pulito: "quella creatura è portatrice di morte". Non sono indicazioni che posso ignorare... Ma se non questo, che posso fare? Aspettate. C'è stata una parola che mi aveva colpito, prima. Una parola così familiare... Quasi mia.

Senshokushin.

Il nome della mia famiglia, pronunciato in quel luogo? No. No. Non era rivolto a me. Ma a chi? Chi c'è oltre questo individuo? Sì. Vero. C'erano due voci, prima. Giusto. Vale la pena provare, no? Sguscio lentamente oltre l'anta del portone, sperando che quell'energumeno non si volti proprio adesso, così da poter spiare dall'altra parte... Ed eccolo lì. Faccio capolino appena, ma è chiaro cos'ho di fronte. L'avevo visto, quell'uomo, così tante volte e in modi così diversi che al primo sguardo non l'avevo riconosciuto. E'... « N-Nonno... » mi mordo la lingua. L'emozione mi ha fatto scappare questo sospiro di bocca. Spero che l'altro non abbia sentito. Ti prego, Jinosamu, fa che non abbia sentito.

Accidenti... E' proprio il nonno, solo che è molto più giovane. Qualche foto l'avevo vista di lui quando papà era bambino e non ci sono dubbi, quello è Senshokushin Yane. So... So che è una trappola, ma non posso trattenermi. Con lo sguardo puntato verso l'uomo col mantello, oltrepasso la porta, attendendo di fare qualche metro in silenzio prima di correre verso l'unico nodo saldo in questa follia...

Che Jinosamu mi protegga, perché comunque non riesco a credere di star facendo quello che sto facendo.

 
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view post Posted on 5/2/2017, 14:55     +1   -1
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*Al sentire il richiamo, la figura oltre la porta arrestò un momento il passo, voltandosi verso l'origine del suono... e tale rimase finché Hadaka non gli piovve addosso. Stordito, confuso, l'uomo dovette forzarsi a riaversi dalla sorpresa, prendendo per le spalle la ragazzina e portandola ad un braccio di distanza da sé.*

Yane:"Che... chi... cosa ci fai qui? Non dovresti esser..."

*Disse, d'improvviso livellando la voce ad un sussurro. Le mani trassero Hadaka di lato, permettendo a Yane di lanciare uno sguardo all'ombra del portone. Nulla, lo shinobi pericoloso doveva essere fuori portata.
L'uomo trasse un sospiro, quindi, piantato per un momento lo sguardo in quello della ragazzina, la prese per mano, trascinandola in un angolo.*


Yane:"Non so che diavolo ti sei messa in testa, ragazzina, né come tu abbia fatto ad arrivare sin qui... ma sei veramente nel posto sbagliato al momento sbagliato."

*Le parole dell'uomo erano un sussurro strascicato, il suo sguardo trasudava sincera preoccupazione... ma nulla che facesse presagire consapevolezza circa la loro parentela. Yane era uno shinobi di Suna, inviato lì per chissà quale ragione, e nient'altro.*

Yane:"Tu... tu appartieni a Jinosamu, non è così? Perché sei qui? Perché non hai seguito gli altri? Che...."

*Una raffica di domande, accorata e violenta, quasi. Le mani guantate dello shinobi le cinsero il viso, forzandola a guardarlo negli occhi finché un rumore non ne attrasse altrove l'attenzione.
Passi, quindi sospiri affaticati. Una quarta figura emerse dall'ombra che li aveva visti arrivare, esile, avvolta da un pastrano che le arrivava alle caviglie. Una ragazzina.
Pur trovandosi di fronte la porta socchiusa, la nuova arrivata non accennò a fermarsi.*


Yane:"Ehi... ehi! Fermati maledizione!"

*Ma le esclamazioni soffocate dell'uomo non servirono ad altro che ad accelerare il passo di lei, che senza voltarsi passò oltre la soglia prima che Yane potesse raggiungerla.
L'uomo fece per inseguirla, ma lanciato uno sguardo ad Hadaka si lasciò andare ad un lungo sospiro, una mano tra i capelli già radi.*


Yane:"Ma perché sempre a me... perché?"

*Scosse il capo, finalmente tornando sui suoi passi e raggiungendo la bambina. Si chinò in ginocchio, prendendole una mano tra le sue.*

Yane:"Ascoltami, non so cosa hai sentito, ma qui sta per accadere una cosa molto brutta. Non c'è modo di tornare in superficie senza... non importa. Oltre quella porta c'è un lungo corridoio, poi una grande sala con due statue. Vai e nasconditi, aspetta che non ci sia nessuno, poi torna indietro ed esci da dove sei entrata."

GDROFF///È VIVOOOOOOOOOOOOOOOOOOHHH///GDRON
 
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view post Posted on 6/2/2017, 10:02     +1   -1

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Ricostruire ogni volta quello che mi sta succedendo attorno è sempre più complicato e, non so perché, proprio le parole di nonno Yane mi arrivano in mente in questo momento. "Hadaka, tu puoi essere un'ottima ninja, ma devi smetterla di pensare mille cose tutte insieme". Poi il problema è che, di volta in volta, afferro solo una cosa dal mucchio e mi focalizzo su di quella, mentre le altre continuano a ronzare di sottofondo. La confusione è infame, non mi permette di concentrarmi e adesso, come non mai, devo essere lucida. Capire.

Mi forzo di non avvinghiarmi a nonno, che in questo momento mi è chiaro non essere nonno. No, non lo è assolutamente. Non mi riconosce, ma non perché non sia lui, ma perché non è il lui di adesso. Il suo volto non può mentirmi fino a questo punto, non ci sono dubbi che sia Senshokushin Yane... Ma perché non è il mio nonno Yane, proprio non lo so. Mi lascio trascinare via da lui, mettere in quell'angolo buio, osservando la sua preoccupazione e ascoltando le sue parole.

"Perché sono qui". "Perché non hai seguito gli altri". "Sta per accadere una cosa molto brutta". « C-Cosa? » - mi forzo a trovare il coraggio di parlare. Un bel respiro, per tirare via l'ultima traccia di ansia. - « Che significa? Dove ci troviamo? Cosa sta per succedere? Chi era... L'altra? » E mi riferisco a quell'altra ragazza che camminava come se nulla fosse in quest'incubo. Dovevo sapere. « Nonn- » no, non posso. Stringo gli occhi, scuoto la testa, stringo la mano che tiene la mia, aggiungendone altre due, per rafforzare la presa. « Io... Io non sono di qui. Cioè. E' complicato. Tu... Tu sai perché sono qui? » Ma che domanda stupida. Non sa nemmeno chi sono...

 
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view post Posted on 7/2/2017, 07:36     +1   -1
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*L'uomo si lasciò sfuggire un ennesimo, pesante sospiro: era evidente che si trovava in una posizione enormemente scomoda. Lo sguardo dardeggiava da Hadaka al buio da cui era emersa la ragazza, e la presa sulla bambina aveva una volontà sua.
Alle parole confuse di lei, Yane reagì con un misto di apprensione ed insofferenza.*


Yane:"Ehi, ehi ehi ehi.. calma. Siamo sotto il villaggio, in uno dei vecchi tunnel del clan... che io sappia l'ingresso è uno, ma questo posto è abbandonato da un pezzo, perciò potresti tranquillamente essere entrata... non importa, senti: non abbiamo tempo per questo. Ti sei persa, e lo capisco, ma fai come ti dico e nasconditi per favore. Tu non dovresti essere qui, te lo garantisco, e se ti trovano..."

*Si voltò di scatto, improvvisamente ammutolito. Nella distanza, lento, un lieve ticchettio sulla roccia, appena percettibile.
Le mani dell'uomo la cinsero per i fianchi, sollevandola senza un rumore e trasportandola sul ciglio della porta. La mise a terra, quindi, dopo aver portato un dito sulle labbra, le fece cenno di andare.*


-------------------------------------------

*Superato il corridoio, l'umidità regnante nella stanza la colpì come un muro. Un freddo inusuale abitava l'antro, non comune al resto del sotterraneo, ed unito all'impulso che la sciarpa le trasmetteva non fece che metterla ancor più a disagio.
Il buio, altrimenti soffocante, era spezzato alla base di una lunga scalinata dalla stessa torcia che Hadaka aveva visto avventurarsi nel corridoio. Al capezzale della fiamma, alto, lo shinobi che la sciarpa aborriva, e subito accanto la sagoma più delicata della ragazza che era riuscita ad eludere Yane. I due erano intenti in una discussione dai toni sussurrati, ma il modo in cui lei lo tirava per il braccio libero non aveva nulla di discreto.
La bambina non riuscì ad udire quel che si dissero, troppo intenta a cercare un luogo in cui nascondersi; i dintorni offrivano mille e nessun punto sicuro, avvolti com'erano in un'oscurità minacciosa. Le statue, rovinate e storpiate dal tempo, si piegavano su di lei come mostri deformi, vaghe caricature dalle sembianze familiari... erano membri del clan, ma Hadaka non aveva mai visto nulla del genere nei tunnel della residenza.
A fare da padrone tra tutte le mostruosità presenti, tuttavia, erano le due statue che apparivano a mala pena sul fondo della stanza, ai lati di un grande portale di fronte alla fiamma. Gemelle, almeno in origine, erano state storpiate in modo differente dalle intemperie: quella di sinistra, complice il lento ma inesorabile gocciolare dall'alto, aveva perso la testa e buona parte del torso; solo le mani sopravvivevano, tutte e sei intente a reggere un calice dorato. Quella di destra, al contrario, era rimasta sufficientemente preservata da permettere di distinguerne le fattezze femminili, e come la gemella reggeva un calice luminoso.*


GDROFF///Niente oh, non riesco a trovare immagini decenti.///GDRON
 
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view post Posted on 14/2/2017, 14:25     +1   -1

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Se quella spiegazione mi è basta? No, non mi è bastata affatto. Trascinata via in quel luogo che il passato di nonno riteneva sicuro, non sono riuscita a fare alcun tipo di protesta. Per quanto mi sia chiaro, chiaro come la luce che qui non esiste, che sono in un mondo contorto, dove orrore e ricordi non miei si fondono, comunque la presenza del nonno mi da la forza di ubbidire. Se pensa che questa sia la strada più giusta per me, questa deve essere, indubbiamente. La sensazione orripilante che mi avvinghia nuovamente, ora che sono di nuovo qui, deve darsi pace...

Guardo i dintorni, con più discrezione possibile. Vorrei nascondermi, nascondermi come si deve, ma il muro non mostra rientranze di sorta. I miei occhi ormai si sono abituati al buio e captano i pochi riflessi provenienti dall'altro lato della stanza sulla roccia, permettendomi di esaminarla come si deve. Niente, nulla. Solo orribili statue a cui non riesco a dare un senso. E sì che sono statue che riflettono noi, questo lo capisco, ma oltre ciò poco altro. Fra tutte, due, gemelle fra loro, predominano, l'una distrutta specularmente all'altra. Strano, assurdo, così com'è assurdo che quelle due figure interagiscano. No, non le statue, ma lo shinobi e l'ombra che ho visto passare prima.

Non mi interesso di loro. Mi prendono i morsi allo stomaco solo a fissarli. Voglio trovare un nascondiglio, ne ho bisogno. Mi viene in mente solo una cosa, da fare. Mi tolgo i sandali, nel silenzio più assoluto, poggiando i piedi nudi contro la roccia umida e fredda della caverna. Così dovrei fare meno rumore. L'intento è semplice... Per quanto la roccia sia irregolare, devo provarci. Balzo contro il muro, sperando che le mani nude così come i piedi attutiscano il rumore. Se la mia presa fosse stata abbastanza forte, mi sarei piombata quindi sul soffitto e rimasta lì, appesa col mio chakra. Sì, dovrebbe andare.

 
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view post Posted on 25/2/2017, 08:56     +1   -1
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*Hadaka è piccola e leggera, nemmeno un'ombra nell'oscurità imperante, ed agganciatasi alla parete non sembra infastidirla in alcun modo. Un paio di crepitii mentre si arrampica, un po' di polvere e di muschio sgretolato... poi, una volta immobile, il silenzio.
Tale rimase, il suo respiro un segreto tra lei e la pietra, i suoi occhi inevitabilmente attratti alla luce della torcia.
Qui le due figure continuavano a sibilare tra loro, lui ieratico, a stento mosso dalle parole di lei... lei, invece, concitata. Quali che fossero le parole scambiate, presto non ebbe più importanza: un'altra luce andava affrettandosi all'ingresso, supportata da un numero crescente di passi. Primo ad apparire fu il nonno, lo sguardo turbato, imperscrutabile, ed accanto a lui, a portare la fiamma, uno shinobi di Suna.
E non uno soltanto: almeno dieci ninja seguivano a ruota, il corteo dominato da un jonin brizzolato, il giubbotto scuro impossibile da confondere con quelli degli altri.
La sciarpa prese a trasmetterle un tale senso di terrore da dare nettamente l'impressione di starsi stringendo attorno al collo, ad un tempo soffocandola ed aggrappandosi a lei. Quale che fosse lo scopo di quell'adunata, tanto il nonno quanto gli altri ninja non avevano buoni propositi.
Il giovane ninja dai capelli ramati si voltò verso i nuovi arrivati, rivolgendo un saluto marziale al jonin prima di prendere parola.*


???:"Una di loro, signore."

*Disse, spingendo la figura femminile al cospetto del battaglione. Costei rimosse il cappuccio, permettendo alla luce del fuoco di illuminarle il volto: occhi azzurri, capelli scuri ed un volto che, nonostante la fatica e lo sporco, trasudava bellezza. Goke.*

???:"Uccidetela, ed aprite quella porta."

*All'ordine del jonin uno degli shinobi estrasse un kunai, ma prima che potesse compiere alcunché il giovane dai capelli ramati mosse un passo in avanti, la mano aperta ad intimare attesa. La luce gli riuscì ad accarezzare appena il volto, ma anche così, ed anche da quella distanza, ad Hadaka parve vagamente familiare.*

???:"La porta non può essere aperta senza il completamento di un rituale, Jiriku-taicho. Se..."

Goke:"... se la sfondate, l'intera galleria ci crollerà addosso. Non c'è modo di girarvi attorno; è richiesto un sacrificio di sangue per ciascuno degli altari."

*Si intromise Goke, alzando una mano ad indicare le due statue.
Il jonin sbuffò sardonico, quindi, dopo un momento di silenzio e sorpresa, rispose senza mezzi termini.*


Jiriku:"Che stronzate sono? Perché dovremmo credere alle parole di questa ragazzina? Mi stupisco di te, Koshima-san."

*Disse, ma le parole non parvero sortire alcun effetto sul giovane dai capelli ramati. Rimase lì, immobile, il volto capace di assorbire qualsiasi luce anche a quell'età.*

Himura:"È un rischio, signore, ma lo sarebbe anche tentare di forzare la porta."

*Fu l'unica risposta che il futuro Kazekage ebbe da dare, e lo fece senza tradire alcun'emozione. L'uomo passò ancora una volta la fiamma di fronte al volto di Goke, quindi, con un profondo sospiro, prese la propria decisione.*

Jiriku:"Molto bene allora. Grazie per averci raggiunta, signorina, e grazie anche a te Yane-san. Il tuo aiuto è stato davvero prezioso.
Uccideteli."


*Seguì un nuovo momento di sconcerto; al centro della scena, questa volta, il nonno, che neanche realizzate le parole del jonin si trovò preso per le braccia da due shinobi e trascinato verso una delle statue.*

Yane:"Cos..?! Ehi! EHI EHI EHI NON SCHERZIAMO!"

*Stessa sorte toccò a Goke, presa di forza e portata verso il più diroccato dei calici. Himura, dal canto suo, rimase immobile. Impossibile dire da quella distanza se la situazione fosse riuscita a far breccia nella maschera di granito che portava.*

Himura:"Signore...?"

Jiriku:"Mh? Non avrai pensato che gli avrei permesso di uscire vivo da qui, spero. Quell'uomo è un elemento esterno, e di questa operazione non dovrà rimanere traccia, lo sai bene."

*La situazione andava degenerando attimo per attimo di fronte agli occhi e alle orecchie incredule della bambina. Come poteva essere? Goke e il nonno morivano in quel frangente? E lei? La sciarpa la stava praticamente soffocando; da quel momento sembrava dipendere il destino di un numero impressionante di vite.*

GDROFF///O shit waddup///GDRON
 
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view post Posted on 2/4/2017, 19:26     +1   -1

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"Uccideteli". Quella parola sembra aver bloccato il tempo, già distorto e ben poco compreso. Dove mi trovo? Una domanda che non riesco ancora nemmeno a focalizzare. Non è "dove", ma quando. Nel sentire quella voce, quella incerta a quelle azioni, non ho dubbi su chi sia l'individuo in questione. Chi a Suna non riconosce la voce di Koshima-sama?

La sciarpa mi sta strangolando, mi è difficile respirare e concentrarmi. Stacco una mano dal muro per cercare di toglierla, ma nulla. La presa è troppo forte e troppo insistente. Che devo fare? Cazzo, non ne ho idea! Se questo è il passato, che senso ha che io sia qui? Che cosa si può aspettare il passato da me? Io non sono nemmeno nata in questo momento! Ma... Il nonno? Non posso lasciarlo da solo! Nemmeno quella ragazzina! Accidenti!.. Non posso... Non posso permetterlo, cazzo! M-Ma... Ma come posso combattere da sola tutte queste persone? F-Forse... Forse posso farlo. Sono in una posizione di vantaggio, no? E al Clan c'è sempre il vecchio detto: taglia la testa al ragno e le zampe non sanno più dove andare. Ma... Ma io una testa non l'ho mai nemmeno tagliata. Ho poco tempo, troppo poco tempo. Cosa devo pensare? Tutto ciò è assurdo! Non so nemmeno se sono davvero qui o se è tutto uno stupido insensato sogno! Però... Però non posso permettere che succeda del male al nonno!

Sono una kunoichi. Ho deciso io di fare quanto sto per fare. Sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. Solo che... Non pensavo di doverlo fare contro i miei stessi compaesani. Liberata dalla presa del muro un'altra mano, lesta ho impastato e modellato della seta. Poco tempo, troppo poco per fare un lavoro eccelso, ma mi sono allenata abbastanza da fare quanto basta per almeno un paio di colpi. Un arco, un paio di frecce. Questo basta.

Incocco la freccia, cercando di fermare il tremito della mano. S-Sto facendo la cosa giusta, vero? S-Sto per uccidere un uomo, o almeno provarci... P-Per salvare il nonno! Punto alla nuca di quell'energumeno... Devo calmare i battiti del mio cuore, altrimenti la freccia andrà chissà dove. Calmati. Calmati. CALMATI!



*ZAPHF*



Edited by Zen Humor - 2/4/2017, 21:35
 
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view post Posted on 14/4/2017, 22:51     +1   -1
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*La freccia partì alla volta del bersaglio, un sibilo appena percettibile nella generale assenza d'aria. Il tiro perfetto dalla posizione perfetta, inaudibile ed invisibile, il centro nel collo e la morte immediata... nelle mani di un assassino.
Ma Hadaka non era un'assassina. Le mani tremavano, la gola annaspava, le gambe erano poco salde, gli occhi in procinto di lacrimare... così, scagliato il dardo ed osservatolo perdersi nell'ombra, le speranze omicide non tardarono a perdersi.
Un clamore secco, echeggiante attraverso la stanza: la freccia si spuntò contro il pavimento, ad un passo dal jonin... seguì immediato il grido d'allarme, il moto frenetico dei ninja attorno alla figura del comandante, il volo dei kunai verso la posizione della ragazzina...*


Yane:"NO!"

*Poi, l'inferno.
Un boato spaventoso scosse la caverna: un ruggito, un'esplosione, un terremoto... difficile dire. La roccia sotto le gambe perse solidità, si ridusse in meri frammenti, e stesso accadde al resto delle pareti: l'ultima cosa che Hadaka vide, prima che la polvere e il suolo la reclamassero, fu la parete presso cui si trovava il nonno crollare come se l'avesse centrata un martello gigantesco. La roccia finì in briciole, i corpi di fronte investiti in pieno dall'onda d'urto.
Incapace di riaversi in aria prima di raggiungere il suolo, la bambina lo colpì con forza. Un fischio nelle orecchie, lo sguardo appannato, la bocca impastata di terra e sangue... Hadaka si svegliò in un buio viscoso, pungente. Nella distanza il rumore di voci e metallo, ed un pallore violaceo.
Anche qualora non fosse riuscita ad orientarsi tramite i propri sensi, sarebbe stata la sciarpa a guidarla: un senso di grande pericolo la guidava, la obbligava a muoversi come un daino ferito... con l'eccezione che la fuga non era dallo scontro, ma in direzione di esso.*




*Ciò che rimaneva della stanza oltre la porta erano luci soffocate, ceneri a terra ed un mare di corpi. I piedi della bambina calpestarono il sangue,
se ne impregnarono ben prima che ella potesse rendersene conto. Poi le apparvero i volti, bianchi e vacui, gli occhi e le bocche spalancate in un grido interminabile, le mani ritorte in suppliche inaudibili... l'esplosione ne aveva dilaniati decine, le lame avevano fatto il resto. Un massacro.
Ovunque la ragnatela viola seguiva il proprio andamento ritorto, complesso, disegnando un mosaico luminoso che ovunque, altrove, avrebbe suscitato meraviglia negli occhi della ragazzina... ora era la cornice di un incubo, il corollario che faceva di quello scempio una scena irreale.
Ma Hadaka venne costretta a proseguire, ad osservare. Sulle pareti immagini che facevano eco alle statue del salone precedente, offerte sacrificali,
riti devoti in favore di una creatura in tutto simile a Jinosamu, ma ammantata d'oscurità anziché d'oro. Ovunque appariva, circondata degli stessi ghirigori che avevano accompagnato Hadaka in quella discesa all'inferno. Legavano le figure umane in più di una scena, le trasportavano in un mondo di sogno ed estasi, distorto... esattamente ciò che lei aveva sperimentato, a suo modo.
Eppure la sciarpa l'aveva mantenuta sui suoi passi, l'aveva sottratta all'incubo per gettarla in pasto ad un altro. Le parole della Vecchia prendevano finalmente corpo, il pegno da pagarsi in lacrime e sangue... ed ancora in tutta la sua entità doveva apparirle.*


"Vieni bambina mia... non c'è più tempo..."

*La sciarpa la spinse avanti, quasi tirandola con forza propria; la voce docile e gracchiante della vecchietta trasudava stanchezza, dolore, paura... ma se era la sciarpa a fare da tramite, non riusciva bene a nascondere una distorsione che l'attraversava, la privava dell'umanità che Hadaka aveva percepito al loro primo incontro.
E non a torto: superata la scena del massacro, la bambina si trovò di fronte una breve scalinata, quindi, appena in basso, quella che doveva essere la cappella di quel tempio sotterraneo... ma nessun altare ne coronava il termine, nessun idolo o tesoro.
Un ragno gigantesco occupava il termine della navata, gli occhi lucenti al bagliore delle sue stesse ragnatele, le zampe ritratte e scattanti in una lotta frenetica per la sopravvivenza. Pareva che fosse bloccato alla parete, e ciò lo poneva in una situazione di massima vulnerabilità contro gli attacchi degli shinobi. Molti dei jonin erano morti nello scontro con i Figli della Vedova, altri erano periti per mano della Vedova stessa... ma era chiaro che lo scontro stava volgendo al peggio per l'aracnide.
Il giovane dai capelli ramati la attaccava senza sosta, traendo a sé la polvere scura delle pareti e scagliandola a più riprese contro l'essere. Goke, dal canto suo, era distesa da parte, Yane chino su di lei, intento tanto a proteggerla quanto a controllarne le ferite.*


"Guarda cosa mi hanno fatto, bambina mia... cosa hanno fatto ai miei figli... aiutami, ti prego!"
 
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view post Posted on 18/4/2017, 21:21     +1   -1

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Respiro. Un lungo e profondo respiro, pieno di polvere e pietra. Le mani saettano, verso l'alto, mentre gli occhi si spalancano liberi ora dalla terra. Mi capovolgo, tossisco, sorreggendomi con le braccia. Tutte e sei. Tossisco, cercando di liberare i polmoni dallo schifo. Sapore di amaro in bocca. Polvere, polvere e sangue. Sputo, sputo più volte... Non se ne va. Sapore di sangue... Mi sollevo, sorreggendomi il ventre con le due braccia inferiori. Fa male... Ho qualche costola incrinata. Sicuramente. Cos'è successo? La maggiore delle destre si poggia sul capo. Sangue, sangue anche lì. Oh... La mia testa. Cos'è questo rumore? Questo fracasso? Cosa... Cosa è successo?

Ho fallito. Ecco cos'è successo. E tutto è crollato, di colpo. La caverna mi è caduta in testa... Mi muovo, mi sforzo a uscire da questo cumulo di detriti, cercando di capire da dove viene questo suono. Metallo che freme, che si contorce e stride. Cosa può essere? Muovo il piede in avanti, ferendomi. Ho perso il sandalo e le rocce sono ancora aguzze... Un sussulto mi nasce dalla gola, soffocato dalla sciarpa. Sì, è ancora lì, questa maledetta sciarpa che continua a stringere e soffocarmi. Non ho nemmeno la forza di levarla... E nemmeno ci riuscirei. Mi incammino nel nuovo sentiero formatosi e lì... Osservo. Osservo l'orrore che ho di fronte, ben peggiore di quello innaturale che ho affrontato prima.

Corpi disseminati ovunque e figure distorte costruite nella roccia. Morti, uomini e ragni, giacciono supplichevoli nelle loro pozze di sangue. Ecco cos'è l'umido che c'è sotto il mio piede. Sangue... Il sangue è ovunque. Sangue e morte. Vorrei piangere, ma non ho la forza. Solo un continuo lamento scivola via dal mio collo, un pianto senza lacrime, pieno di tosse e dolore. La seta attorno a me continua a chiamarmi, questa volta mi chiede proprio di andare lì, dove il metallo sbatte, e non so perché... Seta, seta che è ovunque, insieme al rosso lago sotto le mie gambe. Non ce la faccio più. E' questo che ha in riservo per me il destino? Io... Io volevo solo fare la ninja. Rendere fiero il nonno, il clan, il mio villaggio! Eppure ora sono qui. Voglio piangere e non riesco... E solo una lacrima scivola via quando mi trovo di fronte a Lei.

Yane è lì, di parte, disteso a proteggere la fanciulla, facendogli scudo con tutto il suo corpo, mentre il ragazzo dai capelli rossi è tutto concentrato a fare del male a lei. Il ragno che sta nelle tenebre, ferito e spaventato, e supplica per il mio aiuto. Lei è.... Come me. E' un ragno. Come i ragni che sono alle mie spalle, morti per qualche motivo. Ragni, ragni e uomini. E io? Io... Nel mezzo.



"Aiutami, ti prego!"



« YAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!! » Il tempo degli scrupoli è finito. Io sono un ragno, nel mio sangue pulsa il sacro battito di Jinosamu, così come in quello di tutti i miei simili, e non permetterò a nessun altro di fare loro del male! Scatto, lasciando perdere dolori e stanchezza, contro quell'uomo che continua a far del male al ragno, e senza alcun pensiero o rimorso, balzando mi avvinghio alla sua schiena. Gli occhi spalancati, sgranati, che nemmeno riescono più a recepire cos'hanno di fronte. Le braccia si muovo a cercare di fermare le sue, mentre la bocca... I denti, si schiantano contro la sua pelle. Gli mordo il collo, con tutta la forza che possiedo. Sangue, sangue di nuovo, copioso nella mia gola. Stringo, stringo forte. "SMETTILA!" continuo ad urlare nella mia testa mentre ringhio selvaggia. « GRAAH! » mi stacco da lui, solo per riprendere aria, e quindi con lo stesso impeto di prima, faccio per fiondare i miei denti di nuovo dentro di lui.

 
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*Un fiotto caldo le inondò la bocca, sapore di ferro e sudore. Attorno a lei, dentro di lei le urla dell'uomo, le sue braccia a muoversi freneticamente nel tentativo di disarcionarla.*

Himura:"DANNAZIONE! AAAARGH!"

Yane:"Ma che diavolo?!"

Yane lasciò il capezzale della ragazza per un istante, il tempo di voltarsi e muoversi verso il punto in cui stava avvenendo la colluttazione... ma non appena si fu mosso Himura parve come chiamare l'ombra della stanza a sé, ciascun granello di buio ruvido e tagliente come carta vetrata sulla pelle della bambina. Eppure lei non cedeva; prendeva il respiro ed attaccava ancora, al collo il giogo di seta a spingerla sempre più a fondo.
L'oscurità mulinò attorno a loro impazzita per diversi istanti, spazzando via corpi e macerie, costringendo Yane a rimanere fuori dalla scena, atterrito.
Poi, difficile dire quando o come, Hadaka sentì la sua preda perdere l'equilibrio e cadere schiena a terra, facendole colpire il pavimento con violenza e schiacciandola col suo peso.
La sciarpa la stava soffocando, letteralmente, e al contempo la forzava a combattere, ad aggredire, ad uccidere, a proteggere. Non importava che si trovasse nel mezzo di un incubo, che il suo corpo fosse stato martoriato e la sua mente saccheggiata: Hadaka era preda di una volontà estranea, la stessa che, vedendo il giovane cadere, scattò in avanti all'attacco. Quattro zampe a spingere e quattro ad aggredire, i cheliceri aperti a generare una tagliola letale; la Filatrice si lanciò sui due lottatori sfruttando il momento propizio, incurante della vita della bambina nel mezzo.


"Grazie... bambina mia..."

Yane:"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!"

*Poi un nuovo grido, questa volta furente, belluino, proveniente da sopra di lei. Si trattò di un ruggito spaventoso, dolente, più consono ad un animale che ad un uomo... ma la voce era quella del nonno, ed assieme ad esso il pavimento esplose in una serie di speroni di roccia, squassando tanto i dintorni quanto il punto in cui si trovava Hadaka. Terremoto, terra seghettata, graffiante, tutto intorno... quindi altro sangue, il proprio, altrui, non aveva importanza. Sentì la presa della sciarpa farsi insopportabile, la mente cedere, i sensi svanire.
Gli speroni avevano trafitto la Filatrice in diversi punti, ed il loro dolore apparteneva anche alla bambina. Finalmente arrivava la morte, la liberazione da quel supplizio, per lei e per la signora del sottosuolo.*


"Add..."

*Improvvisamente qualcosa la trasse fuori da quella prigione di carne e roccia, due mani, forti ma, nonostante tutto, delicate. Quindi, divorato dalla notte, il volto del nonno. Sudato, forse, insanguinato.
Lo sentì gridare, tentare di riattivare il suo battito cardiaco, di farla respirare in qualsiasi modo. Una mano si strinse attorno alla sciarpa, la strappò via, e a poco a poco il mondo tornò a scivolare in quella forma viscosa e mostruosa che l'aveva caratterizzato fino al momento dell'incontro con la Vecchia. Le mani del nonno divennero lunghe e legnose, coperte di peluria, i suoi arti si allungarono sull'innalzarsi del busto oltre ogni umana proporzione... e il volto si deformò orribilmente, la bocca talmente piena di denti da doversi aprire un varco fino al naso ed oltre, lungo la fronte. Occhi lucidi, decine, e cheliceri ricoperti di veleno.
Il mostro rimase su di lei per un eterno istante, ed Hadaka non poté far altro che guardarlo mentre, respirando agonizzante, il cervello riprendeva malauguratamente le proprie capacità. Meglio impazzire, meglio morire.*


"Senshokushin Hadaka... curioso, non implausibile, no, no..."

*Le parole erano fatte del brulicare della polvere sotto di lei, dello scorrere del sangue sulla sua pelle, del pulsare convulso del cuore nella testa... eppure portavano con sé un elemento di disturbo, qualcosa di raccapricciante, di sbagliato, estraneo anche a quel mondo orripilante. Qualsiasi cosa fosse, ovunque si trovasse, l'essere di fronte a lei non apparteneva al sotterraneo: vi si era introdotto in quel momento, giusto il tempo di dire quelle parole. Hadaka lo seppe d'istinto, e stesso poté dirsi del sotterraneo, perché allo srotolarsi della frase le mura presero a crepitare ed accartocciarsi, rovinarsi, tremare di dolore e paura. Erano la sua stessa coscienza, il suo stesso corpo.
Poi, finalmente, il buio.

Si svegliò sul punto di crollare nuovamente, tanto il mondo le piovve addosso. Attorno a lei il buio più completo, reso ancor più fitto dall'unica luce che le apparve. Intensa, tanto da dolere, di un azzurro verdognolo. Una mano la teneva premuta al suolo, tanto fonte di luce quanto ferma nel trattenerla dov'era. Ruvida, grande, solcata di cicatrici... e seguendo il percorso del braccio, il viso del Kazekage chino ad un passo da lei.
La gioventù era scomparsa, succhiata via, e alla luce del chakra medico le ombre nelle rughe dell'uomo erano come ferite appena aperte, il sangue nero e denso. Himura dovette realizzare il risvegliò della bambina, perché, pur senza ricambiarne lo sguardo, aprì bocca.*


Himura:"Ferma."
 
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view post Posted on 4/5/2017, 14:45     +1   -1

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« Ah! » un sospiro mi trascina via dall'incubo. Spalanco gli occhi, incredula, trovando il buio. La gola mi si riempie di aria, di continuo, non riesco a trattenermi dal respirare forte, sempre più forte, come se mi fossi appena tirata via dall'apnea. Non riconosco nulla, se non il buio, e il panico. Panico, così intenso da farmi respirare a questo modo, incontrollata. Devo... Devo trovare la forza di riprendermi. Cosa dicevano all'accademia? Muovo la mano, realizzando brutalmente quanto mi dolga tutto il corpo, e facendomi male me la sbatto sul volto, coprendo bocca e naso, prima che svenga per il troppo ossigeno.

... Piano piano, torna la calma, e cerco di rimettere insiemi i pezzi. Ho attaccato... Il Kazekage, ho cercato di proteggere il vecchio ragno, ma è stato inutile. E poi? E poi quel volto. Il nonno, che diventava un mostro. Oh, per Jinosamu... Cos'è successo? E cos'è questa luce? Cerco di alzare il capo, osservare, ma mi basta solo muovere l'attenzione alla stanza, cercare di capirne le forme, per rendermi conto di cosa stia succedendo. Koshima Himura è qui.

La mia coscienza cede. Scoppio a piangere, finalmente. A squarcia gola mi lamento, per tutto. Per il dolore. Per la paura. Per quello che ho visto. Per quello che ho vissuto. Tre mani vanno a nascondere il mio viso, pieno di vergogna e angoscia. Proprio non riesco, non riesco a smettere di piangere. Come se le lacrime mi potessero togliere di testa tutto... Come se potessero darmi qualche spiegazione... « C-Che cosa è successo? » singhiozzo in un rantolo doloroso, supplichevole. Perché?.. Perché a me? Che cos'ho fatto di male?

 
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view post Posted on 15/5/2017, 03:54     +1   -1
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Mhh... mhhhh..

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*Per un eterno, estenuante momento il Kazekage non prestò né orecchio né occhio all’angoscia della bambina; rimase immobile, la mano salvifica e ferma, lo sguardo piantato sulla ferita e l’espressione vicina a quella delle statue che avevano animato la stanza… prima del mostro, prima della rovina.
Ora non rimanevano che mura scrostate, protuberanze rocciose, fantasmi informi senza occhi né orecchie. Così Himura stesso, forse alla ricerca di parole meno crude di quelle cui era uso.
Poi, improvvisamente, una risposta.*


Himura:"Sei stata inviata qui per uno scopo preciso, da una persona nella quale eri stata invitata a riporre fiducia.
Ciò che hai visto è un frammento del passato di Suna… del mio passato e di quello di Goke, oltre che di quello della tua famiglia."


*Disse, parola dopo parola non facendo nulla per addolcire la circostanza.*

Himura:"Ho acconsentito a che patissi questo calvario perché avevo bisogno di recuperare un’informazione centrale nel chiarificare gli eventi che condussero alla rivolta dei Figli della Vedova, e al massacro cui tu hai assistito.
Ciò che hai visto è rimasto conservato nella tela della Filatrice, un potente catalizzatore capace di piegare la realtà attorno alla mente di chi ne rimane intrappolato."


*Non ne incrociò lo sguardo, nemmeno quando ebbe finito di medicarla e fece per alzarsi. C’era una profonda freddezza nel modo di fare dell’uomo, qualcosa che lo portava ad essere persino meno empatico del solito… un rimorso, forse, un peso che anni di silenzio e disciplina non erano riusciti a lavare via, ora riemerso all’inverarsi di quella serie di eventi una seconda volta… ma con una vittima in più.
Eppure Hadaka non parve meritare il trattamento che si deve ad una parte lesa, la considerazione che merita una bambina; anzi, il Kazekage non le disse mai quale informazione aveva cercato nel seguirla lungo l’abisso.*


Himura:"Fosse la scelta ricaduta su di me, non avrei sottoposto te a questa tortura, ma tuo nonno.
Tuttavia non è spettato a me decidere, ed essendo tu una kunoichi del villaggio ho acconsentito a che entrassi qui sotto la mia supervisione.
Hai portato a termine il tuo compito, dando dimostrazione di tempra non comune in una situazione che avrebbe fatto impazzire anche jonin molto più esperti. Di questo ti rendo merito.
Alzati ora, Senshokushin-san. Dimentica quanto hai visto qui, e non ne fare menzione con nessuno."


*Concluse, guardandola negli occhi solo al momento di impartire quell’ordine. Quindi, passi pesanti, si allontanò uscendo dalla grande porta distrutta.
Alzandosi, ripercorrendo la strada che l’aveva condotta nel nido della Vedova, Hadaka non avrebbe trovato che silenzio e rovina. Tutto era fermo, immobile, grigio, cosi lontano dalla mutevolezza e dalla caratura grottesca che l’aveva animato durante la discesa. La sciarpa stessa della Vedova non trasudava più quel senso di spostamento e soffocamento, aveva perso il colore brillante della tela. Pareva ora un normale accessorio, senza qualità, senza emozione.
Ma lo stesso non poteva direi di Hadaka, che usciva da quel sotterraneo con molte più domande di quando vi era entrata, ferita nell’animo, privata delle certezze che avevano fatto forte la sua infanzia. Usata.*



GDROFF///Role: 10, arrivati a sto punto non ho nulla da dire sul role, sei padrone del pg senza dubbio.
Scrittura: 9, occhio a rileggere bene i post(so che non lo fai, you beautiful bastard, perché al contrario di me scrivi a cannone) perché ci sono degli errori di battitura. Oltre questo, nulla da dire, succinto ma efficace.
Strategia/Approccio: 10, in questa missione c'era solo da soffrire, ed era mia volontà far soffrire. Da parte tua hai fatto in modo di muovere il pg come si sarebbe mosso chi cerca di evitare in ogni modo un dolore, come farebbe una bambina impaurita. Più di questo non chiedevo.
Conoscenza regolamento: //

Voto Medio: 9.6

780 Exp
Missione D: +1 PM
5 P.ti Stat
90 Ryo
2 PA
5 PS
5 PT

Equip:
Sciarpa della Vecchia Filatrice - Una vecchia sciarpa, consunta e sgualcita, ma ancora recante un tenue odore di lillà. Il contatto con la seta è morbido, nonostante gli anni, ma inevitabilmente riconduce Hadaka all'incubo sopportato nelle profondità della Sabbia.
La volontà che allora aveva posseduto, forte quanto quella della Vedova, rimane ora solo nel sogno e nel ricordo.



U r free to go boi.///GDRON
 
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view post Posted on 15/5/2017, 13:18     +1   -1

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Rimango lì, distesa. Soffoco il pianto, cerco di controllarmi, per un'infinità di ragioni. Perché lui è il Kazekage, e io non posso semplicemente stare qui a piangere di fronte a lui. Perché sono una ninja... E dovrei avere il coraggio di affrontare certe cose senza problema. Perché, soprattutto, voglio capire e sentire... Ma ciò che mi viene detto, non ha alcun senso per me. Cosa significa? A cosa servivo io? Perché il Kazekage voleva far subire questa orribile tortura a mio nonno? P-Perché... Perché chiunque avrebbe dovuto subire tutto questo? E perché Goke ha scelto di mandare proprio me?

Ora le lacrime non fanno più rumore, continuano solo a scendere, mentre il respiro s'è fatto calmo e le mani liberano il mio sguardo, che incrocia l'assoluto volto. Noto come quest'uomo che si solleva mi abbia prima fulminato, con i suoi grossi occhi cattivi, ordinandomi di dimenticare e di lasciar correre. "Dimentica". "Non farne parola con nessuno".

Le lacrime si fermano di colpo, dando spazio allo sbigottimento, che lentamente scivola via, tramutandosi in rabbia. Non riesco a muovermi, ma non per il dolore, né per la paura. Qualcosa nasce dentro di me, silenziosa ma ben presente... Dovrei uscire, fare quanto ordinato, ricercare di nuovo la luce, dopo tutta questa paura e orrore... Ma il buio, per il momento, mi sembra così accogliente.

Forse perché mi da l'illusione di sparire...




CITAZIONE
GIESU' CHE TRIP.

Coinvolgimento: Ah cristo, potessi ti darei 25 su 10, ma pure di più, però la scala è da 1 a 10, quindi 11. Not even jokin'. E' stata una missione con i controcoglioni... Ma non mi sorprende, affatto. Tu sei un maestro nel fare certe cose e me l'hai sempre dimostrato. La quest con Hime ancora è indelebile dentro di me e gran parte dell'affezione recondita che provo per quel pg è solo merito di quella quest. Sei un Maestro, con la M maiuscola.
Tempistiche: COFF COFF sette, perché anch'io non è che sia stato Flash.
 
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view post Posted on 11/7/2017, 17:46     +1   -1
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CITAZIONE
GIESU' CHE TRIP.

Porca pupazza, non posso che quotare.
Sono in pieno accordo con quanto detto da Zen. Hai condotto una missione fantastica, costruendo insieme al masterato un piccolo capolavoro. La cura nei dettagli è incredibile, ad ogni post sembrava seriamente di leggere un libro. Insomma, anche con poche frasi riesci a dare spessore e colore ad ambientazioni e personaggi, cosa che pochi riescono a fare. Insomma, in quanto a contenuti non posso far notare nessuna pecca, non ce ne sono dopotutto. Complimenti davvero, hai svolto un lavoro a dir poco eccellente, anche perché sono un amante di storie del genere e cazzarola, vorrei anch'io una role così.
L'unico neo è rappresentato dalle tempistiche non rosee, pertanto anche qui mi atterrò all'insindacabile giudizio del masterato.

CITAZIONE
Coinvolgimento: 10
Tempistiche: 7
Trama: 10
Scrittura: 10
Ambientazione e caratterizzazione NPC: 10

Il voto medio che ne risulta è 9,4. So che è un colpo tragico alla tua media di 11 circa, ma potrai consolarti con i 280 ryo che hai guadagnato (come se ne avessi pochi, maledetto).
 
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28 replies since 8/11/2016, 11:26   597 views
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