Il Dattero Mancante, Libera per Zen Humor e Lucifergirl88

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view post Posted on 20/11/2016, 14:15     +1   -1
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Mahiru mollò malamente l’orecchio nell’esatto istante in cui il ragazzo, tornò ad agitare l’unica parte del corpo libera dalla seta di Hacchan: la testa. Sembrava molto preoccupato, tanto che a momenti si metteva a piagnucolare come una mocciosetta pur di sostenere la propria tesi con le due Kunoichi. Un tantino esagerato a dirla tutta. Se anche fosse stato davvero il colpevole di un furto, di certo non lo avrebbero riempito di botte. Per lo più, quanto meno nel modo di pensare della piccola Shura, sarebbe stato riconsegnato a chi aveva subito il maltolto: a lui decidere che cosa farne. Quindi perché allarmarsi tanto? Neanche avesse evocato Shinya per minacciarlo…Bah. Le cose erano due: o era un ladro fesso o era un fesso e basta. In ogni caso sempre fesso era. Probabilmente era lì lì per farsela addosso tanto era spaventato, ma ancora Mahiru non gli credeva appieno. O, quanto meno, non aveva motivo per dare credito alle sue parole. In mano non aveva nulla se non quanto visto al mercato e le dichiarazioni del tipo…che, diciamolo, non sembrava proprio raccomandabile. E Hacchan non sembra avere le idee chiare più di me.
Gli unici a poter fare chiarezza sulla cosa, erano il gruppo di persone che si era ammassato attorno al luogo dell’incidente al mercato. Le stesse persone che, mentre lei e la ragnetta si davano da fare per fermare il ragazzo, erano rimaste a guardare come delle belle statuine.
In loro, Mahiru aveva perso la speranza, ma a contraddirla si fece avanti un uomo, proprio nel momento in cui ce n’era più bisogno. Era un vecchietto. Sorreggendosi su di un vecchio bastone da passeggio rovinato, si avvicinò alla scena ridacchiando. Sembrava conoscere il ragazzo piuttosto bene, perché gli si rivolse proprio come avrebbe fatto un nonno col nipote. Ma più di tutto furono un paio di parole ad attirare l’attenzione della piccola Shura.
…Questa volta? Insomma, pareva proprio che quel giovane, fosse solito a marachelle in generale. Per altro pure lui aveva un nome bizzarro, proprio come Hacchan. Anzi, forse di più…tanto che Mahiru si convinse che fosse una moda di Suna dare nomi simili alle persone.

Comunque, sorvolando sulle usanze discutibili di quella zona di mondo, nemmeno quando Hadaka chiese al vecchio informazioni dirette su cosa Senzuri avesse combinato, si ebbe una risposta seria. L’unico riscontro che ottenne dall’anziano fu una risata fragorosa.
Un comportamento piuttosto irritante, tanto che, quando Hacchan rivolse il suo sguardo confuso a Mahiru, la ragazza si ritrovò a scuotere la testa in senso negativo, alzandosi dalla posizione accucciata e sbuffando scocciata. Ce ne fosse stato uno di normale in quell’oasi! Uno solo, cavolo! E invece no. Erano tutti fuori di testa. Non è necessariamente un male, eh, sia chiaro. Solo che in una situazione così farebbe comodo qualcuno con un po’ di sale in zucca, ecco.
Fu a quel punto che, forse - meglio non dare giudizi affrettati - i Kami buttarono l’occhio in quel piccolo punto in mezzo al deserto. Si fece avanti una ragazza…una bella ragazza, davvero! Con le gambe lunghe coperte da un velo azzurro, le curve al posto giusto e dei bellissimi capelli rossi. In poche parole, una di quelle che Mahiru non sarebbe mai diventata.
Cosa ci facesse lì, fu presto detto. Il bel viso della giovane era lievemente distorto dall’ira, rabbia rivolta a Senzuri, che a quanto pareva…le aveva palpato il sedere.

Quindi era tutto lì. Non c’erano ladri, non c’era merce rubata, non nel senso che Mahiru aveva inteso fino ad un momento prima, almeno. Quel giovane aveva semplicemente pensato bene di allungare la mano per saggiare qualcosa che lo aveva particolarmente colpito. Non che fosse giusto, eh. Ma se si metteva nei panni di Senzuri, la piccola Shura poteva ben comprenderlo. Quella ragazza era proprio bella.
Però, sapete, la situazione era così paradossale, e la reazione di Hacchan fu talmente comica, che Mahiru proprio non riuscì a trattenersi. Dapprima soffocata, la sua risata si fece infine sentire chiara e argentina. Lei, loro…avevano fatto tutta quella corsa pensando chissà cosa, e alla fine avevano preso un ragazzo che aveva semplicemente gli ormoni sottosopra!
“Quindi…” riuscì a dire tra una risata e l’altra “L’unica cosa che hai rubato è stata una palpatina, eh?” Riacquistato un pelo di serietà, fece finta di pensarci su un attimo, poi si rivolse di nuovo alla piccola platea “A questo punto lo lascerei nelle mani di questa ragazza. Sicuramente saprebbe come prendersi la rivincita del torto subito.” Prevenendo le possibili proteste del ragazzo, si abbassò di nuovo sulle ginocchia, rivolgendosi direttamente a lui “Oppure potresti chiedere scusa come si deve. Credo rischieresti meno la pelle così.”

 
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view post Posted on 27/11/2016, 11:38     +1   -1

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Povero ragazzo... A saperlo lo avrei aiutato a scappare, altro che. Mi fa una pena, poverino, tutto spaventato dietro la mia ragnatela, ormai senza nemmeno avere più desiderio di scappare. Eppure faccio lo stesso con le mosche, in camera mia, per uno spuntino serale... Perché lui mi fa tanta impressione? Beh, ma è ovvio. Perché accidenti, io faccio le stesse cose. Ehm... Cioè. Ehm. Nonèchefacciapropriolestessecose. Ah. Aah. Come posso salvarlo? Se gli rompo la ragnatela per farlo scappare poi se la prenderanno con me!

« Ehm... » - smuovo timidamente la mia voce, portando delicata una mano sulla spalla di Mahiru, per attirare la sua attenzione - « N-Non siamo troppo duri, suvvia... Suvvia! Non ha fatto nulla di male infondo! » ed ecco che a queste parole, dette un po' troppo forti nell'ansia, la ballerina subito scatta in allerta. Se avesse avuto delle orecchie da coniglio, oltre che essere stata un sacco accattivante, le sarebbero rizzate tutte. Avanzo verso di lei repentinamente, allargando le braccia. « Eeeeehm... E'-E' che... Cioè... Ehm... E' solo un modo per apprezzare la tua bellezza! D-Dovresti essere lusingata! S-Se fossi maschietto ti darei una palpata anch'io, 'nsomma. » ssssì, certo. "Se fossi maschietto". Nascondiamoci dietro il ditino, Hacchan.

Fatto sta, fatto non sta, la tipa è più stufa che altro ormai. Le mie giustificazioni campate in aria, lo spavento del giovane e le risata malnascosta del vecchio devono averle dato i nervi a tal punto da decidere di non valerne più la pena. Incrocia le braccia sul petto (oh no) e gira i tacchi (oh sì) per andarsene da dov'è venuta. La situazione si calma del tutto... Fortunatamente. Sospiro. Lancio uno sguardo a Mahiru, prima di avvicinarmi al ragazzo e piegarmi su di lui. « Stupido. »
 
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view post Posted on 28/11/2016, 17:44     +1   -1
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Che altro dire? D’altronde il tipetto si era fatto beccare. Se proprio voleva dare una palpatina, almeno avrebbe dovuto imparare a farlo senza farsi scoprire, che cavolo! Di sicuro avrebbe creato meno problemi a tutti. Tranne alla ballerina, ovvio, ma con un corpo così non doveva essere la prima volta che le capitava, infondo. Il problema era che ora la bella Rossa era incavolata nera e, per quanto Mahiru avrebbe volentieri fatto passare il tutto per una stupidaggine - quello che era, infondo - francamente non le andava proprio né di incorrere nelle ire della giovane, né tanto meno di dare ragione al molestatore. Potendo se ne sarebbe andata, lasciandoli lì a sistemare la cosa tra loro. Qualche parola di scusa? Uno schiaffo da parte della ballerina? Non erano affari suoi come avrebbero sistemato…fu anche per questo che, quando Hacchan le mise una mano sulla spalla cercando di minimizzare l’accaduto, la piccola Shura non fece altro che fare spallucce per poi tornare ad alzarsi.
Il fatto che non avesse fatto nulla di male, era opinabile. Soprattutto dal punto di vista della ballerina…ma d’altronde non era nulla di grave o irreparabile, su questo la ragnetta aveva ragione. Farlo capire a quella là, sono un altro paio di maniche però…
In effetti, non appena la Rossa ebbe il sentore che tutto sarebbe finito in un nulla di fatto per il suo sedere molestato, sembrò irrigidirsi, quasi fosse sul punto di scoppiare. Inutile dire che la Genin avrebbe trovato assai divertente la cosa, un po’ come tutta la situazione in sè, ma in effetti non valeva troppo la pena di buttare altra benzina sul fuoco. Così quando Hacchan agì per fermare qualsiasi eventuale protesta della ragazza più grande, Mahiru le diede man forte, smussando qui e là. “Un modo sbagliato, certamente. Ci sono mille altri sistemi per dimostrare apprezzamento, ma si vede che questo qui non è proprio riuscito a trattenersi.”
Fu un po’ come mettere una pezza su un buco dei pantaloni, però in qualche modo parve funzionare. Probabilmente non come avrebbe dovuto, ma l’importante era il risultato, no?
Alla fine dei conti, vuoi per esasperazione, vuoi per troppa stizza, vuoi per qualsiasi altra cosa fosse passata per la mente della bella Rossa, questa girò i tacchi per tornarsene da dov’era venuta, ancheggiando. Un po’ scocciata, forse, ma chissene.

“Hai una fortuna sfacciata.” Mahiru abbassò gli occhi sul ragazzo ancora imprigionato a terra dalla ragnatela di Hacchan. Rimproverato da entrambe le Kunoichi, per una ragione o per l’altra, il giovinastro sembrò rilassarsi un attimo, per poi tornare subito alla carica. “Mi liberate adesso?! Si suda qua sotto!” Pff! Neanche il tempo di incassare..! Però, alla fine, loro lo avevano rincorso solo perché credevano fosse un ladro. Sinceramente, a saperlo prima quale fosse stato il reale motivo del trambusto al mercato, Mahiru non si sarebbe mossa di un millimetro.
Fece di nuovo spallucce, scuotendo un attimo la testa e rivolgendo poi uno sguardo d’approvazione alla ragazza-ragno che si appresto senza problemi a strappare via la seta da lei stessa creata. Ormai secca, la ragnatela si sgretolò non appena la giovane vi impresse un po’ di forza, lasciando il molestatore libero di rimettersi finalmente in piedi, tra le risate, per nulla trattenute, del vecchietto. Questi se n’era rimasto lì dall’inizio alla fine di quel piccolo giallo nel deserto. Evidentemente, conoscendo Senzuri, immaginava già dove si sarebbe andati a parare e non aveva voluto perdersi lo spettacolo. Non appena il giovane fu in piedi, gli si avvicinò dandogli delle giocose pacche sugli stinchi con il bastone. “Ragazzo mio sei un dilettante.” Disse passando poi un braccio attorno alle spalle di Senzuri “Vieni con me, ti darò qualche buon consiglio per la prossima volta, ehehe.” I due si allontanarono assieme, uno tutto gongolante, mentre l’altro un po’ ad orecchie basse, come un cane bastonato. Una coppia assurda.

Spero di non essere presente la “prossima volta”. Si disse tra sé Da questa corsa inutile non ho ricavato nulla se non di essere sudaticcia e puzzolente. Cavolo se si soffoca sotto questi drappi!
Infilò un attimo in naso nel colo della maglia, per poi levarlo subito con espressione disgustata. Aveva bisogno di un bagno. Oh altrochè! Un bagno fatto per bene che le togliesse quell’odore di sporco misto a brodino che si sentiva addosso. Ma…dove poteva andare?
“Ehm…Hacchan?” Richiamò l’attenzione della ragnetta un po’ titubante. Si augurava in una risposta positiva, ma non era detto. E se avesse dovuto restare in quelle condizioni fino al ritorno a Taki….Bleah, meglio no pensarci. Avrebbero sentito il suo odore a miglia di distanza, questo era certo! Inutile, lei quel caldo proprio non lo tollerava. E nemmeno la sabbia. Soprattutto la sabbia. “Che tu sappia, c’è un posto dove possa farmi un bagno veloce? Avrei bisogno di una rinfrescata, non sono abituata a questo clima…Si, insomma…” si grattò la guancia con l’indice. Il viso leggermente voltato a destra, leggermente arrossito per l’imbarazzo “…puzzo, ecco.”

 
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view post Posted on 5/12/2016, 13:29     +1   -1

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« Oh, per la santissima polpetta gialla! » esclamo divertita, mentre porto tutte e sei le braccia sui miei fianchi, ridacchiando leggermente « Non vedo l'ora di raccontare 'sta storia ad Ama! » sono sicura che si farà una grossa risata anche lei. Adora le storie dei pervertiti... Anche perché di solito ce la faccio finire dentro, in un modo o nell'altro. Torno verso Mahiru, richiamata dalla sua voce, sciogliendo la fila delle braccia sinistre tenendole distese lungo il corpo. Uhm... Porto una delle mani dietro la nuca, grattandola sovrappensiero.

« Uhm... Beh, credo un posto ci sia. Praticamente quasi tutti i villaggi qui nel Paese del Vento hanno delle terme, per combattere il freddo serale e ripulirsi dal deserto. Questa è un'oasi molto grande, non credo faccia differenza. Vogliamo andare a vedere? » Non ne posso essere certa al cento per cento, ma comunque è sempre meglio di stare qui impalate, no? Eppoi, si sa mai che mi inviti a fare il bagno con lei! Non posso proprio permettere che questa occasione non vada a segno! « Su, andiamo! » Faccio, prendendo iniziativa, tornando sui miei passi per recuperare quando dovevo prima di avviarmi effettivamente alla ricerca. Oh, sì! Sì sì! Questa gita andrà prooooprio bene.

Ma perché sono qui?

 
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view post Posted on 8/12/2016, 14:34     +1   -1
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Fu veramente una manna dal cielo sentire che quasi ogni villaggio di quel paese arido e infestato dalla sabbia, fosse provvisto adeguatamente con delle terme. Kami, davvero, almeno una grazia in quella stramaledetta missione in mezzo al deserto! Iniziava veramente a non poterne più di sentire la sabbia grattare sotto i vestiti, senza contare che con la sudata che aveva fatto, sia era appiccicata ulteriormente meglio alla pelle, come un ragno sulla parete di casa, con tutta l’intenzione di restarci. Si sentiva proprio sporca, ma per fortuna Hacchan le aveva dato un barlume di speranza. Se voleva andare a vedere? Assolutamente sì! Annuì con decisione alle parole della ragnetta, gli occhi lilla colmi di gratitudine, come poche altre volte le era capitato. Se c’era una cosa che detestava, era sentirsi lercia. E in quel momento lei lo era. Poteva ancora ancora passare sopra all’odore di sudore…con un po’ di fatica - alla fine era una Kunoichi, gli allenamenti erano all’ordine del giorno e se non avesse speso nemmeno una goccia di sudore, avrebbe avuto qualcosa che non andava - ma se ci si aggiungeva la sabbia e il fatto che non si lavava dal giorno in cui era partita da Taki…beh, la cosa iniziava ad andare ben oltre.
Fu ben lieta, quindi, di rientrare al mercato. Dopo essersi rimessa il cappuccio in testa - meglio non esagerare col sole - seguì Hacchan e assieme a lei si avviò verso le fantomatiche terme. Non aveva la benchè minima idea di dove si trovassero…probabilmente da qualche parte in prossimità della pozza dell’oasi, ma di preciso proprio non lo sapeva. Diede una rapida occhiata verso le bancarelle, la signora che Hacchan aveva pregato di trovarle dei datteri viola ancora non era ritornata al suo banchetto. Che li stia ancora cercando? O magari, non vedendo più Hacchan nei paraggi, sta cercando lei in lungo e in largo… Difficile dire qualche fosse la verità, ma dato che la ragazza sembrava non darsene troppa pena in quel momento - nonostante la scenata di poco prima - Mahiru non vi diede troppo peso.

Chi lo sa? Magari stava pensando a come raccontare quella strana vicenda a quella tipa…come l’aveva chiamata? Ama? Chissà chi era, forse un’amica o una parente. In ogni caso, doveva avere del buon umorismo, un po’ come Yoshi. Sì, probabilmente anche lui si sarebbe sganasciato dalle risate a sentire di quell’incidente di percorso. Non faceva alcuna fatica ad immaginarselo piegato in due, tenendosi la pancia: un po’ per prendere in giro lei che aveva pensato ad un furto, e un po’ per la magra figura del giovane Senzuri. Probabilmente avrebbe fatto anche qualche battuta sul come solo i veri ladri potessero permettersi certe cose, sottintendendo sé stesso in quella categoria, ovviamente.
Figurandosi quella scena, le sfuggì un sorriso da sotto il cappuccio. Pensare a Yoshi la faceva sentire un po’ più a casa e le faceva pesare meno la distanza da Taki, acuita da quell’abissale differenza di clima con il Paese del Vento. No no, ehi! Non facciamoci prendere alla nostalgia adesso! Neanche fossi dall’altra parte del mondo. Suvvia Mahiru!

Per riscuotersi un poco da quella specie di malinconia che le era scivolata addosso, la Kunoichi decise di fare un po’ di conversazione, mentre raggiungevano il loro obiettivo. Non che ci fossero molti spunti di conversazione al momento, non conosceva abbastanza Hacchan per poter intavolare chissà quale discussione, però la ragnetta le aveva dato un bel suggerimento giusto pochi istanti prima. E poi checcavolo! Mica poteva stare zitta come una mummia fino a quando non fossero arrivate alle terme, no? Esatto! NO. Quindi si fece avanti senza troppi preamboli e senza troppi giri di parole. “Ama è una tua amica, Hacchan?” Chiese curiosa “Ho sentito che l’hai nominata poco fa e mi sono incuriosita. Da come ne hai parlato sembra una tipa simpatica.”

 
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Mh? Oh! « Ama? » le chiedo, per conferma, spalancando le coppia di braccia superiori « Accidenti, "simpatica"? Lei è la migliore! » Beh, so che probabilmente non è molto di più che di una chiacchiera giusto per non creare imbarazzo... Ma per la santissima polpetta gialla, di sicuro Mahiru è andata a pescare uno dei miei argomenti preferiti. « E' la più giovane delle sorelle di mia madre ed è praticamente la mia migliore amica. E' lei, insieme a mio nonno, che mi hanno convinta a seguire la vita da kunoichi, altrimenti probabilmente sarei diventata una sacerdotessa musona come mamma. Puah, meglio di no, non mi piace proprio l'idea. » non strafare, non strafare. A nessuno piacciono i logorroici, meglio non perdere l'occasione di farci un bel giro di terme con questa bella ragazza. Quando cavolo mi ricapita una cosa del genere? Ormai solo Ama viene in vasca con me... E le sue tette le ho viste in lungo e in largo!

Scuoto leggermente il capo, per tirarmi via da questa ragnatela di pensieri. Via, via, non è il caso di pensare alle rotondità di Ama, ora. Sto per gustarmene di altre, probabilmente. Metto dietro la testa due mani, intrecciandone le dita per sorreggermela, quindi mi rivolgo verso Mahiru durante la passeggiata. Ormai ci stiamo allontanando dal mercato, proseguendo verso la zona più edificata dell'oasi. Non parliamo ovviamente di una città come Suna, qui ci sono letteralmente poco più che una ventina di strutture. Non sarà difficile trovare le terme... Se ci sono. « Beh, ma non posso parlare solo io, Mahiru. Dimmi di te. » il "nel limite del possibile" è ovviamente sottinteso. Ah, la vita ninja, con le sue infinite e tremende privazioni. Fare certe domande di per sé è decisamente sbagliato, ma infondo lei non è che si è fatta molti scrupoli, quindi... 'Sti cavoli! Di certo non la costringerò a rispondermi, quindi se vuole chiacchierare, chiacchieri volentieri!.. Ma oh, mi sa che le sue chiacchiere dovranno attendere, almeno un po'.

« Ah! » esclamo di colpo, puntando il sinistro centrale verso una struttura ben precisa, riconoscibile dalle altre per un semplice motivo: l'ingresso e il pavimento d'entrata erano decorati con delle piastrelle di un blu acceso, come vuole tradizione del Paese del Vento. Molti che vengono da fuori credono che certe cose che sono comuni ovunque, qui manchino... Come la cultura delle terme, per esempio. Dimenticano che infondo siamo anche noi nel continente ninja, accidenti. Accelero il passo. Oh, sì, oh sì! « Su su, andiamo! Non vedo l'ora di mettermi un po' ammollo! Così possiamo parlare con calma! »

 
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view post Posted on 9/12/2016, 14:17     +1   -1
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Fu come aver stappato la vasca da bagno. Un mare di parole uscì prontamente dalle labbra di Hacchan, non appena Mahiru pronunciò quel nome che, a quanto pareva, apparteneva a sua….zia? La sorella di sua madre, quindi sì, doveva essere sua zia! In ogni caso la ragnetta la considerava più un’amica da quanto diceva e assieme al nonno, aveva influenzato molto la sua scelta di vita. Quell’Ama era certamente una persona molto importante per lei. Lo si capiva, oltre che dalle parole, anche dall’entusiasmo che dimostrava narrandole di lei. Un tale impeto che fece inevitabilmente ridacchiare Mahiru che tutto si sarebbe aspettata da quel tentativo di discussione, tranne una così gran partecipazione da parte di Hacchan. Anche se, a dire il vero, la ragazza era parecchio espansiva, però non era detto che avesse voglia di parlare di sé e dei suoi affari, no? Invece aveva reagito positivamente. Sembrava fosse molto legata alla famiglia ed era qualcosa che Mahiru le invidiava un po’, la sua si era praticamente sfaldata per un motivo o per l’altro. Certo, la nonna e la zia le avevano tranquillamente detto dove avevano intenzione di dirigersi col clan dopo essere state cacciate dal Villaggio in cui erano sempre vissute, ma erano comunque lontane e non le poteva vedere spesso. Le erano rimasti Yoshi e i suoi Kashin…con il fantasma della speranza di poter recuperare quanto meno Kasai, un giorno o l’altro.
Nonostante questo però, era serena. Il ladro riempiva le sue giornate di risate, ma c’era sempre anche quando si trattava di argomenti seri. Ormai era parte della famiglia anche lui: una famiglia piccolina, ristretta e un po’ strana, ma sempre una famiglia. E pensare che se si impegnasse un po’, potrebbe diventare un bravo Shinobi. Invece continua a fare il ladro. Mah! Vallo a capire tu. In effetti Yoshi proveniva da una famiglia di Shinobi, ma per una serie di sfortunati eventi era rimasto orfano in tenera età e cresciuto da un sedicente ladro di Kaijūatama, seguendo quindi le sue orme piuttosto che quelle dei genitori. Era la sua vita infondo, Mahiru non poteva certo metterci becco, però le sembrava tanto un talento sprecato.

Tra un pensiero e l’altro, le due Kunoichi lasciarono l’area commerciale dell’oasi, dirigendosi verso una zona più edificata. Non che fosse una città, eh, però si vedevano una serie di strutture che comunque davano l’idea di un centro abitato. Chissà, magari avrebbe trovato anche una specie di locanda dove passare la notte da quelle parti! Stava giusto iniziando a pregustarsi l’ida di un bel letto comodo, quando Hacchan la invitò a raccontarsi un po’, proprio come aveva fatto lei poco prima. Ovviamente la piccola Shura non poteva dirle tutto, o meglio…avrebbe anche potuto, ma temeva di allontanarla e…oh! Cavolo. Ecco lo sapevo. Ci sono cascata. Anzi, strano. Era da tanto che non mi capitava, da quando ho conosciuto Yoshi.
Dopo tante umiliazioni e delusioni si era chiusa e mai più aperta con nessuno. Il fatto che temesse di allontanare Hacchan, significava certamente che ci si stava affezionando, in qualche modo, e che non voleva restare scottata. Quindi che fare? Farsi coraggio e provare a rischiare anche con il pericolo di farsi solo del male o stare sul vago - vaghissimo - senza aprirsi nemmeno un po’? Beh, non si fu bisogno di risposta, perché proprio mentre la Lilla aveva deciso di aprire bocca, la ragnetta puntò una delle sue molteplici braccia verso una struttura con l’entrata lastricata di piastrelle blu. L’effetto contrastante con l’oro delle sabbia del deserto era magnifico: faceva saltare subito all’occhio l’edificio!
Seguendo l’entusiasmo di Hacchan, anche Mahiru si addentrò nelle terme. Come diceva la ragazza della Sabbia, di tempo per parlare ne avrebbero avuto a iosa stando a mollo. E poi, così, a lei restava ancora qualche minuto per pensare bene che cosa fare.

Entrate nell’atrio principale, le ragazze vennero accolte da delle receptionist vestite di tutto punto. Erano molto eleganti, agghindate con abiti leggeri vedo non vedo, ma con una traversa recante il simbolo delle terme sul davanti. Gentilmente offrirono alle Kunoichi un paio di asciugamani e una specie di basso secchio di legno con dentro il necessario per il bagno, raccomandandole di pulirsi per bene prima di entrare nelle vasche termali. Quindi, dopo aver saldato il conto, le guidarono agli spogliatoi. Quella stanza non aveva proprio nulla di speciale, anzi, era piuttosto spoglia a dirla tutta. Una serie di piccoli vani dove riporre i propri abiti che risalivano le pareti laterali del loco e due righe di panchine in legno. Sembrava quasi una specie di tunnel, perché aveva un’apertura per lato, una specie di stanza di decompressione prima di entrare nei bagni. “Cambiamoci, allora! Non vedo l’ora di darmi una lavata e di rilassarmi un po’ in acqua!”
Posato il recipiente su una delle panchette, Mahiru iniziò a togliersi di dosso tutti i pastrani che aveva dovuto portare per tutta la durata di quella missione. Uno alla volta, i drappi scivolarono via, lasciando la ragazza con il suo normale abbigliamento ninja. Fu come se avesse pesato dieci chili in meno! Per altro, dando una scrollatina a quelle vesti uscì abbastanza sabbia dalle loro pieghe da poterci riempire un bicchiere, un bicchiere bello grande. A quel punto, seduta sulla panchina, la Shura passò a levarsi i sandali, seguiti dai pantaloni e dal drappo rosso che indossava, restando con indosso solo slip e fasce contenitive. Fasce che…maledetta quella volta che aveva sbagliato a fare il giro! Di solito faceva in modo di terminarlo sul davanti, ma il giorno della partenza era in ritardo e non aveva fatto caso a dove aveva finito la fasciatura. Fatto stava che, adesso, anche impegnandosi non riusciva ad arrivare dove iniziava la benda. Il che era ridicolo, perché in qualche modo doveva pur esserci riuscita indossandola, no? Eeee, beh, evidentemente toglierlo era diverso perché proprio non riusciva a trovare l’estremità da cui iniziare a spogliarsi. Aaaaah! Ma uffa! Non ci riesco!
Provò con una mano da sopra la spalla, fallendo miseramente, allora tentò con l’altra, ma era la sinistra ed era ancora peggio. Quindi tentò da sotto, ma il risultato fu identico. Alla fine, un po’ esasperata, si rivolse ad Hacchan, in cerca di aiuto. “Hacchan, per favore, mi aiuteresti a togliere le bende?” Si volse di spalle alla ragnetta, indicando la propria schiena “Devo aver infilato l’estremità troppo in là e ora non riesco proprio a raggiungerla. Puoi darmi una mano?”

 
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view post Posted on 13/12/2016, 13:40     +1   -1

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Aaah, finalmente, finalmente! Sarà il mio sangue di ragno o le mie - ehm - tendenze, ma proprio non sopporto avere per così tanto tempo vestiti addosso. Tollero solo la morbida e vellutata seta, in particolar modo quella dei vestiti filati con quella di mamma e Ama. Sarà perché infondo ti fanno sentire nuda. Sì, probabilmente è per quello. Fatto sta che come ho raggiunto la stanza adibita e messo sotto chiave borsa e soprabito, subito mi sono liberata di tutto il resto. Aaahn, accidenti, questa sì che è una bella sensazione! Niente più dannato reggiseno da allenamento a stringermi tutta e a farmi bruciare il sudore fra le tettine. E poi, la lieve brezza smossa dalle vasche d'aria calda mi rinfrescano la pelle imperlata. Oh, sì sì. Ci voleva proprio. Via anche le mutandine, accatastante con il resto, quindi preso l'asciugamano e messo sotto braccio, raggiungo Mahiru... Sapete, non è che la curiosità di prima sia proprio proprio passata. Tutt'altro! E quindi eccola lì, ma... Ma c'è un problema, accidenti. Sta lì, tutta avvinghia in questa fasciatura che le circonda il corpo. Ah, per la santissima polpetta gialla, odio questo vedi e non vedi. Su su, ragazza mia! Però nel frattanto, mi godo quello che posso studiare adesso.

Non posso di certo dire che Mahiru sia formosa come speravo, però cavoletti, il suo fisico allenato da kunoichi non è davvero niente male... E vedi che chiappe! Sì sì, posso rifarmici decisamente gli occhi anche così. Sto in disparte, poggiata al muro, osservandola sognante con tutte e sei le braccia incrociate di fronte al petto. Nah, non mi serve coprirmi, tanto siamo tutte femmine qui dentro, chi deve stare a guardarmi? Per quello ci sono io, eheh! « Dia-ah ah ah ah-mine Mahiru-san, hai un fisico da sogno! Chissà quanti ragazzi ti corrono dietro! » argh, dannata la mia boccaccia che non si sa trattenere. Mi mordo la lingua, sperando che non dia troppo peso a quanto appena fatto. Infondo, meglio che si muova la lingua che le mani. Il problema è quanto Mahiru mi chiede subito dopo.

« E-Eh?! » faccio, sobbalzando. Oh, cazz - ehm - cacchiarola! Immediatamente sento le gote ardermi, mentre sbarrata le fisso la schiena. Oh... Oh cacchio. D-D-D-Dovrei toccarla? Toccarle la pelle? Quella bella pelle pallida? Oh. « Ehm.. Erhm... » NON E' IL MOMENTO DI TITUBARE, SENSHOKUSHIN HADAKA! « C-Certo! Ahah! F-Figurati! » Okay, okay. Calma, sta andando tutto bene, fino a questo momento. Suvvia, ne hai sei di mani, certo che gliene puoi dare una. Sì sì. Devi... Devi essere solo cauta. Stare bene attenta. Non fare mosse azzardate, mi raccomando. Ti ricordi cos'è successo l'ultima volta, vero, Hacchan? Certo che mi ricordo! Ooooh cacchio, cacchio, cacchio! E lei è pure così bella, aaaah. Titubante, allungo una coppia di braccia verso il punto irraggiungibile per la ragazza. Visto? C'è la garza, non succede niente. Non devo neanche toccarla, direttamente. Niente equivoci. No! S-Stai solo aiutando un'amica. Il fatto che vuoi sapere che sapore ha il suo collo o il colore e la forma dei suoi capezzoli (che saranno di sicuro adorabilmente pallidi e chiari in tinta con la sua pelle) non c'entra assolutamente nulla.

N-Nulla. Non pensarle proprio certe cose, Hacchan!

« V-Vado, eh! » Afferro le bende, quindi tiro. Oh, Jinosamu proteggimi, sta per esplodermi il volto, lo sento!

 
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Ma guarda te se doveva arrivare al punto di non essere in grado di spogliarsi da sola. Kami, per fortuna che Shinya, Hosēki e Yoshi non sarebbero mai venuti a sapere questo piccolo particolare! Perché lei lo avrebbe omesso dal suo racconto, era evidente. Ammetterlo avrebbe significato una condanna a morte con quei tre: le prese in giro sarebbero state incalcolabili e difficilmente si sarebbero mai scordati una sua figuraccia simile. No, era decisamente meglio glissare su quel dettaglio. Sarebbe rimasta una cosa tra lei e Hadaka che gentilmente, come richiesto, con un tocco talmente leggero che quasi Mahiru non lo notò, trovò finalmente l’estremità maledetta che le aveva causato tanti problemi. Una tirata e le bende scivolarono lungo il corpo della piccola Shura, liberandole finalmente il seno dalla loro rigida presa contenitiva. Non che ci fosse molto da trattenere in effetti, il seno della Lilla era piuttosto piccolo, una seconda su per giù, e tale sarebbe rimasto per sempre. Quanto meno la rinfrancava il fatto di non essere alle terme con una tipa come quella formosa ballerina che avevano incontrato al mercato. Allora sì sarebbe stato imbarazzante! Ma fortunatamente Hacchan non aveva un fisico troppo diverso dal suo. Era snella e asciutta e anche il suo seno era ancora acerbo. “Grazie!” rispose con un sospiro di sollievo mentre si chinava per raccogliere le bende, iniziando ad arrotolarle per poi deporle assieme al resto dei vestiti nel vano sulla parete. “Non ho proprio idea di come abbia fatto ad indossarle così malamente.” ridacchiò, prendendosi un po’ in giro “Comunque nessun ragazzo, non che io sappia almeno.”
Tornata a sedersi sulla panchina, Mahiru si slacciò il piccolo ciuffetto che le teneva legata parte della chioma lilla. Tolto l’elastico, i capelli restarono con una piega innaturale…e facevano pure male! In realtà era la testa a fare male, per via di quel codino in cui aveva costretto la propria zazzera per troppo tempo, senza slegarli mai. Si massaggiò la cute nella parte dolente, con una smorfia, prima di levarsi anche le mutandine. Aveva fatto aspettare Hacchan anche troppo: lei era già pronta da un po’. Però… Però, prima di entrare nei bagni, voglio vedere quella cosa.

Era da quando aveva notato la ragnetta al mercato che quelle sue braccia l’avevano incuriosita. Adesso che non c’erano più i vestiti di mezzo, poteva finalmente capire come cavolo fosse fatta l’articolazione da cui partivano quegli arti aggiuntivi! Si tirò in piedi, tutta pimpante, arrotolandosi attorno un asciugamano e fissandolo al fianco sinistro perché rimanesse chiuso da sé. Quindi, si piantò davanti alla ragazza e giungendo le mani a mo’ di preghiera fece “Puoi girarti un minuto per favore?” Non specificò il motivo, al limite lo avrebbe fatto poi, ma non fu necessario perché Hacchan facesse quanto chiesto. Ben presto, Mahiru si ritrovò davanti agli occhi la schiena nuda e ben allenata della Kunoichi , proprio come aveva sperato fin dal primo momento in cui l’aveva incontrata. La piccola Shura fece allora un passo indietro, in modo da avere una visuale completa della zona che le interessava…però ancora non riusciva bene a capire. Sembrava che tutte le braccia si congiungessero nello stesso punto, il che era folle anche solo da pensare! Era anatomicamente impossibile una cosa simile, totalmente fuori da ogni logica. No, probabilmente si sbagliava. Doveva vedere meglio. “Ehm…Hacchan? Puoi muovere le braccia? Quelle più in basso, magari.” A quella seconda richiesta di Mahiru, i muscoli si tesero in corrispondenza degli arti interessati, ma anche chinandosi in avanti per guardare più da vicino la Genin non riusciva comunque a comprendere a fondo la struttura dello scheletro della ragnetta. “Non capisco…” bofonchiò tirandosi dritta e ritornando di fronte ad Hadaka. Aveva il volto crucciato in un’espressione pensierosa che le faceva corrugare lievemente le fini sopracciglia. “Volevo vedere come fossero le articolazioni delle tue braccia, Hacchan…” ammise alzando lo sguardo fino ad incontrare le iridi nocciola della compagna. Solo allora fece spallucce, lasciandosi in un sorriso un po’ sconsolato“Però non mi è chiaro come siano innestate sullo scheletro.”

 
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view post Posted on 17/12/2016, 11:49     +1   -1

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Okay, è nuda. Bene. Okay. Cioè. Non è okay. Aaaah, non lo so bene nemmeno io. Le risposto con i movimenti del capo, cercando di avere lo sguardo ovunque tranne che su di lei. Accidenti, perché è così difficile? Perché è una nuova amica, ecco perché. E' sempre così, per la santissima polpetta gialla. Ho paura di sembrare troppo... Me, ecco. Eppure la curiosità di vedere se la tappezzeria corrisponde al colore delle tendine c'è ed è pure tanta. Però no, Hacchan, trattieniti! Non puoi farti sgamare a fissarla in un certo modo. N-Non è carino, ecco.

Però se il rossore se ne andasse già sarei più tranquilla.

Ora, non so perché sia lei ad esaminarmi così e la cosa non aiuta di certo a far tornare in me una circolazione sanguigna decente. Fortunatamente che almeno quella matassa di dubbio e imbarazzo viene distorta con la sua ultima affermazione. « A-Ahn... » oh, le braccia. Mh, capisco. Sì, questo mi rilassa decisamente, ma un po' di amarezza me la lascia in bocca. Uff, no via, meglio così. Sì sì. Sospiro, cercando di distendere i muscoli, anche perché mi servono particolarmente sciolti, ora come ora. Non è la prima volta che mi chiedono come funzioni la cosa, in effetti io stessa prima di legarmi a Jinosamu mi sono fatta mille e una domande. « Ama me l'ha spiegato. » Le illustro, muovendo le tre braccia sinistra per farle spalancare, cercando di tenere una più lontana possibile dall'altra così da mostrare per bene gli spazzi tra una e l'altra, sotto la spalla. Con la superiore destra, muovo l'indice a mostrare la zona.

« In realtà le braccia non sono collegate al resto dello scheletro. Hai presente... I serpenti? Sì, i serpenti, che hanno la mascella che si scardina e va per i fatti suoi? Per noi la cosa è molto simile. Abbiamo un agglomerato abbastanza solido di cartilagine e legamenti che ci fanno tenere le braccia attaccate al corpo, ma non sono incastrate in alcun modo nella scapola. Di fatto... » Aarrgh, stupida Hacchan, perché vuoi fare la sbruffona a questo modo? Inizio a torcere le braccia, facendo scricchiolare le ossa in modo abbastanza rumoroso. Lentamente e mooooooolto dolorosamente, sostituisco la superiore con la centrale e viceversa, sostituendole d'ordine. Mi stringo la spalla con la mano che prima la indicava, muovendo le tre braccia per riordinare tutto internamente. Oddio, mi farà male per giorni. Stupida. « P-Posso fare una cosa del genere, ma non è che ne sia ancora così capace. Auch. »

 
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view post Posted on 18/12/2016, 14:59     +1   -1
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|| Mahiru ha l’asciugamano addosso, anche impegnandosi difficilmente si sorgerebbe qualcosa XD ||

La vide rilassarsi all’istante a quella domanda. Il leggero rossore aveva imporporato le gote di Hacchan andò via via svanendo, e il fare della ragnetta si fece istantaneamente pratico. Come se non fosse la prima volta che le ponevano quella domanda, la ragazza del deserto iniziò una serie di preparativi, mentre lasciava intendere a Mahiru che di lì a poco i suoi dubbi sarebbero stati dissolti. Attenta, con gli occhi lilla quasi sgranati come quelli di un gatto mentre osserva una spiga di grano spostarsi a destra e sinistra, la piccola Shura non si perse un singolo movimento e una singola parola della spiegazione di quella che ormai poteva definire una “quasi amica”. D’altronde...si era permessa di perdere diversi freni inibitori con lei, e Hacchan ora stava accingendosi a spiegarle qualcosa che doveva avere a che fare strettamente con il suo clan. Certo, magari non indispensabile per comprenderlo appieno, ma era sempre inerente. Inizio a sentirmi un po’ in colpa a non averle ancora detto nulla di me.
Già, perché lei non aveva detto assolutamente nulla di sé, se non che proveniva da Taki. Non aveva accennato specificatamente a Yoshi, non aveva detto nulla di Shinya, Hōseki e della Tana. Non aveva detto nulla. Invece Hacchan le aveva parlato di quella sua zia, Ama, le aveva fatto vedere la sua arte nel modellare la seta e ora stava per spiegarle il segreto del suo scheletro. Sì, decisamente iniziava a sentirsi una merda. Ma ci sarebbe stato tempo per rimediare più tardi! Adesso doveva concentrarsi per capire il funzionamento di quelle braccia.
Guardò la ragnetta spalancare le tre braccia di sinistra, mentre con l’arto superiore destro indicava esattamente la zona interessata, iniziando quindi a spiegare. Le disse che quelle braccia aggiuntive non erano innestate direttamente sullo scheletro. Un po’ come la mascella di alcuni serpenti, quegli arti erano collegati al resto del corpo tramite legamenti e solida cartilagine. “Oh…un po’ come i gatti che non hanno le scapole attaccate allo scheletro!”

A riprova di ciò, a riprova di quella flessibilità data dal mancato innesto sull’ossatura principale, con uno sforzo tutt’altro che invisibile agli occhi, Hacchan iniziò a torcere le braccia con un fastidiosissimo scricchiolio di ossa. Avete presente quel rumore interno che si percepisce quando ci si sloga una caviglia? Quella specie di “clo-clock” che fa venire i brividi? Ecco quello, solo che Mahiru, da brava Shura, aveva il pelo sullo stomaco per certe cose, e continuò a guardare meravigliata gli arti di Hacchan che lentamente si scambiavano di posto. Il superiore andò ad occupare lo spazio del centrale, mentre questo si spostò di sopra. Un po’ come facevano i contorsionisti…ma non doveva essere piacevole da fare: le smorfie di Hacchan ne erano una dimostrazione pratica abbastanza lampante. Ma questo non cambiava il fatto che fosse assurdamente fantastico! “Sugooooi!” esclamò quindi la Shura con gli occhi che le brillavano “…E fare una cosa simile ti può servire anche in combattimento? Ah, no…scusa.” Si corresse subito, con un sorriso un po’ imbarazzato “Non volevo ficcanasare troppo, sei stata anche fin troppo gentile.” Le prese il polso tirandola lievemente verso la parte opposta dello spogliatoio, da dove fuoriusciva il fumo, diretta verso le terme. Ora che aveva soddisfatto la sua irrefrenabile curiosità, poteva anche trattenersi un po’ e passare la palla ad Hacchan qualora avesse ancora voluto sapere qualcosa di lei. “Andiamo dai. Non vedo l’ora di entrare in acqua! Così poi…possiamo riprendere da dove avevamo interrotto. Mi avevi chiesto di parlarti di me, no?”
Non sapeva ancora se fosse una buona idea. Il terrore di spaventarla e di farla fuggire non era sparito del tutto, però non poteva non ricambiare almeno un po’ la disponibilità di Hacchan. Doveva convincersi ad uscire dal guscio almeno un pochetto. Non poteva restare chiusa là dentro per sempre…se non faceva capolino almeno con le persone che le piacevano, quando mai l’avrebbe fatto?

 
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view post Posted on 27/12/2016, 15:29     +1   -1

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« O-O-Okay andiamo. »



E quindi, siamo andate. Eccoci qua, avvolte dalla calda acqua termale. Lei, tranquilla e seduta su una delle tante rocce del bordo, a qualche metro, dov'è più profondo, a sprofondare fin sopra il naso così da poter fare le bollicine sott'acqua. Eeee coprire il rossore, ovviamente. Fortuna vuole che non ci siano molte altre nella vasca, che tra l'altro devo ammettere sia molto bella. Con un solario in alto, così da dare luce naturale al tutto, l'acqua cristallina mostra chiaramente qualsiasi cosa ci sia sotto, non nascondendo la struttura naturale del tutto. La vasca è stata scavata completamente nella roccia vicino alle sorgenti acquose dell'oasi, avendo un aspetto sì spartano, ma comunque di un certo effetto. Non ha nulla da invidiare a quelle nel Paese delle Terme, ne sono certa. Il punto è...

Ora che faccio?

A Suna sono stata cacciata da diverse terme, ma la cosa è diversa: lì le persone le conoscevo! Qui oltre a me e Mahiru c'è una bella signora che si sta rilassando, dall'altro lato della stanza, tenendo i seni ben in mostra dato che ha le braccia larghe contro la seduta. Non guardarla, Hacchan. Non guardarla. Mmh... Come posso evitare di guardare chiunque e finalmente rilassarmi? Ah! Ci sono! Mi spingo coi piedi verso l'alto, portando quindi la schiena in posizione orizzontale, lasciandomi galleggiare così. Oh. Oh sì. Il soffitto e il cielo vanno benissimo, come visione, per rilassarsi e a non pensare alle tette. « Mhrmh... Si sta proprio bene, qui. » sospiro, ora finalmente in procinto di rilassarmi come si deve. « Allora, Mahiru... Mi dicevi? »

 
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Tempo cinque minuti ed erano finalmente in acqua. Prima di farlo però, avevano seguito il regolamento e si erano date una bella lavata. Fu una vera manna per Mahiru che non vedeva l’ora di darsi una ripulita. Certo…darsi una slavacciata così, seduta su di una specie di secchio, non era comodo come a casa in vasca da bagno o nella doccia, però dopo giorni di sporcizia, sudore e sabbia andava bene tutto! Fu una parentesi piuttosto rapida, che si concluse con la tanto agognata entrata nella piacevole acqua termale. Inizialmente la Shura rimase seduta sulle rocce del bordo, lasciando a mollo solo le gambe dal ginocchio in giù, ma ben presto si lasciò scivolare all’interno della vasca, appoggiandosi comodamente alla parete con la schiena.
Aaaah era davvero una bellezza. Si stava così bene nell’abbraccio caldo dell’acqua cristallina. Inoltre doveva ammettere che il posto era davvero fantastico! L’intera vasca era scavata direttamente nella roccia e la luce arrivava da un solario proprio sopra di loro, così da utilizzare la luce naturale di Suna dove il sole non mancava proprio, diciamo. Si sta davvero bene qui…dovevo chiederlo sin da subito ad Hacchan, altrochè!
Erano praticamente sole, se si escludeva una donna che si stava rilassando poco più in là. C’era proprio l’atmosfera perfetta per abbandonare un po’ di tensione e lasciarsi purificare dall’acqua. Anche la ragnetta sembrava avere tutte le intenzioni di rilassarsi, perché ben presto si lasciò galleggiare a pancia in su con tutte le sue braccia sulla superficie cristallina.

Fu proprio in quel momento che riprese il discorso lasciato in sospeso sia prima di entrare nell’edificio, sia quando erano in spogliatoio. Un tasto un po’ dolente per la Shura che non aveva proprio idea di come approcciarsi alla ragazza del Deserto per non spaventarla. Magari evitando certi argomenti o glissando su alcuni particolari…Sarebbe stato complicato. Perché era così difficile? Con Yoshi non lo era stato, no? C’era da dire che, però, lui l’aveva beccata con uno dei suoi Kashin, probabilmente il tutto era stato facilitato anche da quello.
In ogni caso non poteva starsene in silenzio! Forza Mahiru! Inizia e qualcosa salterà fuori. Abbi fede. Fiducia. Più facile a dirsi che a farsi, però Hacchan non sembrava il tipo da spaventarsi facilmente e con lei era stata fin troppo gentile. Meritava un po’ della sua riconoscenza. “Beh, vivo nella Capitale di Taki da qualche tempo ormai.” Iniziare dalle cose semplici era sempre la miglior cosa. “Ma prima abitavo in un piccolo Villaggio e ritrovarmi in una città così grande mi ha totalmente destabilizzata! Pensa che se non era per Yoshi non sarei riuscita nemmeno a trovare l’appartamento che avevo appena comprato.” Piegò la testa indietro, spostandosi dal bordo vasca per non picchiare contro la pietra. “Lui è un amico. Il migliore che abbia. E’ per lui che ti ho chiesto quel gingillo di seta, sai? Gli piace quando porto qualche ricordo dai viaggi che faccio. E lui fa altrettanto, anche se…” Momentomomentomomento, non poteva mica dirle che era un ladro, o forse si? “Lo fa a modo suo. Abbiamo un patto noi due: io gli insegno alcuni rudimenti ninja e lui mi aiuta a cercare informazioni…sul mio clan.” A quel punto ci fu un lungo silenzio. Mahiru non sapeva proprio se spingersi oltre o fermarsi lì. D’altronde non sapeva quanto realmente Hacchan avesse interesse a conoscerla e dire troppo le pareva così strano. Era da un sacco che non parlava così a lungo con una persona conosciuta da relativamente poco tempo e le faceva un effetto bizzarro. “Prima, al mercato, ti ho detto che il mio clan fa un altro genere di cose rispetto al tuo. Beh, noi siamo evocatori…evocatori un po’ particolari, l’origine stessa del nostro lignaggio è avvolta nel mito e io vorrei saperne di più.” Riportò la testa in posizione eretta, prima di sprofondare nell’acqua fino al naso. Non aveva detto poco, ma nemmeno tanto. Aveva glissato su un sacco di cose: Watashi, la Tana, la sua età, i Kashin, Kasai…Davvero tante, tante, tante, forse non riusciva a contarle nemmeno tutte. Però non se la sentiva di andare oltre, lasciò quindi che fosse Hacchan e decidere se chiudere lì il discorso o fare qualche domanda più specifica.

 
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view post Posted on 15/1/2017, 10:40     +1   -1

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Almeno qualcuno si sta sciogliendo, qui dentro. Io sì, mi sto rilassando, ma la sensazione perenne di non poter guardare altrove se non in cielo fino a quando non calmo i bollori non è proprio gradevole. Da questa posizione, distesa sul pelo d'acqua e farmi cullare dai movimenti pacati della vasca, ascolto quanto Mahiru ha da dire, ogni singolo dettaglio.

E i dettagli sono strani, un po' nascosti, un po' chiari. Chiaro è quanto Mahiru è adesso, misterioso è quanto è stata. Cerca informazioni, dice, sulla sua stessa famiglia. Particolare, indubbiamente. Fluttuo verso la sua voce, così da raggiungere il bordo della vasca. Non riesco a stare troppo nella stessa posizione, è più forte di me. Distendo le braccia sulla roccia, quindi mi forzo a sedermi di fianco a lei, senza però rivolgere lo sguardo da nessuna parte in particolare. Speriamo che il rossore si capisca sia causato dall'acqua calda. « E' una cosa molto particolare » - prendo a risponderle, quando conclude cos'ha da dire - « Noi Aracnidi abbiamo una storia molto precisa e ben dettagliata, che ci tramandiamo praticamente da sempre. Certo, non so quanto ci sia di vero dietro, ma Jinosamu, nostro padre e creatore, è una presenza costante e tangibile nelle nostre vite. Ricordo quando da piccola gli ho carezzato il dorso la prima volta, mi sono sentita così... Unita. Non riesco ad immaginare cosa significhi dover cercare informazioni su... Beh, praticamente sé stessi! »

... A volte parlo troppo e me rendo conto troppo tardi. Certe cose sarebbe il caso di non dirle, anche perché oltre ad essere ovvietà, sono anche ovvietà un po' amare da affrontare. Specie per chi ci è dentro. Rivolgo lo sguardo verso di lei, mesta. Ah, stupida Hadaka. « Ehm... Scusa. Spero di non averti offesa. »

 
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Visto? Era tanto difficile? Sì. Altrochè se lo era. Alla fine non aveva detto quasi nulla, solo piccole pillole buttate qui e là, come molliche di pane gettate in uno stagno con i pesci. Si era concentrata più che altro su Yoshi, lasciando molto al caso i dettagli sul suo Clan, rivelando solo alcuni particolari che, probabilmente, avrebbero creato più dubbi che altro ad Hacchan. Ma infondo…lo aveva fatto di proposito, no? In quel modo, sarebbe stata la ragnetta a chiedere ciò che le interessava - se le interessava - senza che lei dovesse imbarcarsi in spiegazioni lunghe secoli su tutto ciò che le era accaduto dall’Iniziazione in poi. Anche perché, si rendeva conto che sarebbe non solo stato difficile da spiegare, ma anche da credere.
Scese ancora un po’ sott’acqua e sbuffò facendo fuoriuscire l’aria dal naso. Una serie di bolle si formò e scoppiò poco distante, prima che Mahiru tornasse in superficie, levandosi i capelli che le si erano attaccati alla faccia. Ritrovarsi Hacchan affianco non le diede alcun fastidio, e nemmeno la stupì troppo. Insomma, era meglio parlare una accanto all’altra, piuttosto che come facevano prima. In qualche modo…credeva che, stando così vicine, sarebbe stato più facile. Non fisicamente, ma proprio psicologicamente. Era una sensazione strana, calda e piacevole. L’avrebbe definita quasi…“complicità”, ecco.
Infatti, non appena Hacchan tornò a parlare, attaccandosi al suo discorso, si sentì meno legata, meno stretta tra le proprie paure, tanto che comprese quanto le sue parole precedenti potessero essere state strane. Solitamente i clan, avevano una storia precisa, magari mescolata al mito, ma tutto era comunque chiaro e ben delineato. La stessa famiglia della ragnetta, pareva essere così. E, in fin dei conti, anche quella della Shura, volendo, sarebbe potuta appartenere a quella risma…bastava chiudere gli occhi, credere fermamente nelle Scritture e fregarsene dei punti bui, giusto? Come ho fatto fino ad un certo punto anch’io.
Ma la Guerra, la Progenie e quel che era accaduto a Kasai l’avevano portata a farsi delle domande. Domande che richiedevano risposte, ma le risposte non erano da nessuna parte. Forse facendo luce sul passato e l’origine degli Shura, avrebbe potuto fare chiarezza, o magari no. Ma da qualche parte doveva pur iniziare!

Non era sbagliato quello che diceva Hacchan. Alla fine, Mahiru cercava davvero di capire meglio sé stessa e il potere di cui era divenuta detentrice. Si sapeva talmente poco della Tana, Ishiki stessa sembrava non essere depositaria di tutta la sapienza necessaria per fare luce su quel luogo. Eppure lei era ciò che restava di Izayoi Mizuki! Colei che, secondo la leggenda, aveva generato Hajime all’interno della Tana, il Primo che fu in grado di avvalersi dei suoi bizzarri poteri. Qualcosa non quadrava, era evidente. “Ma no, figurati!” Rispose alla ragnetta agitando una mano davanti al viso come per scacciare un moscerino. “Hai perfettamente ragione, in realtà. E’ proprio una cosa strana.” Un sorriso un po’ triste le solcò il viso, prima di proseguire. “Ma, forse, quella sbagliata sono io. Sai, gli altri membri del Clan non mi pare si siano mai posti queste domande. Credono fermamente e basta, però per me quel mito non è più abbastanza.” Oddio che casino. Che avrebbe mai potuto capire così? Magari era meglio spiegarsi meglio, alla fine che male poteva fare raccontarle quel tratto di leggenda che non la convinceva? “Vedi, Hacchan, una volta il mio Clan era diverso. La dimensione da cui ora evochiamo le creature che ci aiutano a combattere, un tempo era solamente una specie di…stanza delle necessità. Un magazzino.” Gesticolò, come per creare in aria un cubo, che avrebbe dovuto essere il locale di cui parlava. “I membri del Clan la usavano solo per archiviare cose, armi, ecc…e quando serviva le richiamavano. Tutto lì. Un giorno, però, quella dimensione cambiò di punto in bianco e divenne ciò che conosciamo tutt’oggi, divenne in grado di creare la vita.” Non stette lì a raccontare di come Izayoi incinta venne risucchiata e di come la dimensione risputò il figlio della donna in fasce a cui venne dato il nome di Hajime. Erano dettagli di poca importanza per quello che voleva far capire all’amica. “Ecco…io voglio capire cosa è successo in quel momento. So perfettamente che la Volontà che regge le fila di quella dimensione è reale. L’ho vista, l’ho toccata, ci ho parlato…e ci ho stretto un patto.” Mostrò ad Hacchan la cicatrice argentata che aveva sulla mano, laddove Ishiki l’aveva colpita con la sua spada. “Questo segno ne è la prova, così come la capacità di richiamare le mie evocazioni, i miei Kashin. Però, ecco…mi sono capitate delle cose che mi hanno fatto sorgere delle domande, e mi sono posta un obiettivo molto difficile. Non so se conoscere a fondo la verità sul mio Clan mi sarà d’aiuto in questo, ma dovevo pur cominciare da qualche parte.” Fu a quel punto che fece una cosa che di solito riservava a pochi. Si volse verso la ragnetta, lievemente crucciata dalle proprie stesse parole, e chiese un parere. “Secondo te sto sbagliando, Hacchan?”

 
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