Missione di Caccia 4A - 東正面 Azuma Shōmen - Fronte Est, Per Wrigel, 1o pg

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view post Posted on 24/8/2016, 21:35     +1   -1
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Mhh... mhhhh..

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*Il sole tramonta; un rossore ormai debole, sfocato nel rosa e nel blu di un cielo quasi interamente oscurato. Ciò che resta dei raggi è appena visibile oltre il profilo delle case, e della giungla poco dietro.
Un barcaiolo attraversa il canale diretto verso il porto del villaggio, la canoa di giunco scarica di ciò che è riuscito a vendere, e due suonatori si appartano in un angolo tra la via principale ed un vicolo. Lasciato a terra il cappello di paglia, uno imbraccia un lungo flauto; l'altro, terminato un rapido controllo di accordo, incomincia a punzecchiare uno strumento a corda. Sonorità esotiche, sconosciute al Continente Ninja tanto quanto le fattezze dei suonatori stessi, o la fattura della canoa, o i meandri della giungla.
Eppure qualcosa di familiare c'è. Un uomo è seduto su una cesta di vimini, non molto lontano dalla musica; gli occhi sono scuri, ancor più scuri al buio dell'imbrunire, ma l'equipaggiamento militare non lascia adito a dubbi: si tratta di uno shinobi.
Sorseggiando una bevanda, lo sguardo dardeggia da uno svincolo all'altro... in attesa. Una donna esce da una delle botteghe che danno sul canale, gettando un secchio di visceri di pesce sul mattonato umido: un sottile velo di vapore si solleva, abbastanza per creare una scia spettrale all'ingresso in scena dell'ultimo personaggio.
Il tessuto del mantello è sobrio, privo di fronzoli, ma prezioso, di un grigio lucido, ed altrettanto ben lavorata è la pelle degli stivali. Eppure egli non si fa scrupoli nel pestare le frattaglie, non volge il capo agli odori forti della bottega. Nascosto sotto il suo cappuccio, si avvicina allo shinobi con passo spedito e controllato al tempo stesso.
Questi, a sua volta, lo riconosce, e rispettosamente si alza dal suo seggio per riverirlo con un inchino, prima di invitarlo accanto a lui. Il nuovo avventore, senza rivelarsi, accetta.*


???:"Immagino che i termini siano gli stessi, dunque. Avete portato quanto richiesto?"

*Disse lo shinobi, prima di tornare al proprio rinfresco. Con un cenno della mano chiama uno dei bottegai, ordinando la stessa cosa per il suo compagno nella lingua locale. Costui attese che gli occhi del lavoratore si fossero allontanati, quindi, assecondando un movimento verso l'interno della casacca, rispose.*

???:"Naturalmente. Con gli omaggi del mio signore."

*Un accento strascicato, orientale, ed un guanto stretto attorno ad un piccolo sacchetto. Lo trasse da una tasca, appoggiandolo nella mano aperta dell'altro, che fu lesto a farlo sparire.
Lo shinobi, intascato il dovuto, sbuffò.*


???:"Perché proprio lui io non capisco, comunque. Il mare è pieno di pesci... ma questo qui... nella mia terra c'è una lunga lista di... signori della guerra che pagherebbero una fortuna per vederlo morto."

*Il compagno incappucciato si lasciò andare ad una risatina.*

???:"Mhmh... hai avuto un degno compenso, sbaglio? Il mio padrone ha lavorato intensamente per consentire questo ciclo di eventi, e nessun'altro avrebbe fatto al caso... sei certo che arriverà? Come farò a riconoscerlo?"

???:"Arriverà, arriverà amico mio... credevo che il vostro padrone fosse onnisciente, o qualcosa del genere. In ogni caso non potete sbagliare: un tipo alto, grottescamente alto per i vostri standard, e biondo, senza un braccio. Lo riconoscereste anche se si coprisse da capo a piedi, e certamente non sa di essere osservato.
Vi sconsiglio di approcciarlo direttamente, in ogni caso."


???:"Molto bene..."

*Seguì un breve silenzio, e l'uomo incappucciato ricevette la sua bevanda. Non la toccò; lo sguardo dello shinobi si fece carico di tensione.
Finì la propria in un ultimo sorso.*


???:"Qualsiasi cosa stiate cercando di svegliare dietro quella montagna... la gente del posto se ne sta accorgendo, e la sua natura non sfuggirà a Ryu Yotsuki come non è sfuggita a me.
Fate ciò che dovete, ma se questa cosa vi sfugge di mano non venite a piangere da noi."


*Fece per alzarsi, ma la mano guantata dell'altro lo intercettò all'altezza del gomito. Improvvisamente, come se una fatica terribile lo avesse colto, l'uomo si accasciò sulla cesta.*

???:"M-maledetto... che cos.."

*Ansimò, le sue parole soffocate da quelle dello straniero.*

???:"Pregate i vostri dèi che non ci sfugga di mano."

*Quindi si alzò, scomparendo da dove era venuto e lasciando il commensale riverso nel suo sudore, annaspante.*

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"Aguelo, kimoba!"

*Gridò il capitano, passando per la stiva. Erano arrivati.
Uscendo, l'odore dell'acqua stagnante e delle feci fu l'unica cosa familiare che alla Pantera fu dato percepire: terra straniera, gente straniera. Le isole ad est del Continente, un luogo inaccessibile per molti... era lì che la sua strada l'aveva portato, lì, che il suo destino si sarebbe compiuto.
"La caccia sarà presto su di te..", aveva detto Kanashimi. Nessuna voce gli era più giunta da quando aveva lasciato le rovine, e se quanto Yorokobi, o perlomeno il fantasma dell'uomo, aveva detto era vero, lì avrebbe trovato ciò che cercava.
Gli spiriti dei mercenari avrebbero avuto bisogno di lui... doveva solo trovarli.*


GDROFF///Descrivi il tuo arrivo, se preferisci muovendo dalla fine della quest fino al momento in cui ti imbarchi. Una volta sceso, sei libero di muoverti come credi. Tieni presente che la lingua del continente qui è parlata, ma praticamente solo a fini commerciali.///GDRON
 
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view post Posted on 27/8/2016, 20:05     +1   -1
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Se doveva andare al di là del mare, di nuovo, vi era solo una persona di cui si fidasse che poteva aiutarlo. E una sola nave in grado di solcare acque perigliose sparendo su di esse. Fue e la sua ciurma. Trovarli era semplice per Ryu: avevano da tempo stretto un patto di alleanza e tenevano, per lui, d’occhio Shinjitsu e quello che succedeva nelle terre orientali.
Dopo Wakaza, dopo Hitomi, ma soprattutto dopo Konoha, il suo vecchio sensei si stava muovendo. I suoi nemici si stavano disponendo sulla scacchiera, ognuno di essi non meno pericoloso dell’altro. Il problema restava chi avrebbe fatto la prima mossa e dove. Ognuno per i propri motivi, ognuno con le sue ambizioni ma ognuno di essi legati da un unico filo: Ryu Yotsuki doveva morire.
Nascondersi non sarebbe stato ancora facile, far muovere in fretta l’akatsuki nei suoi piani di conquista era impellente ma prima doveva fare quest’ultima caccia. E per farlo aveva bisogno di Fue e della sua nave. Lui o l’avrebbe aiutato o l’avrebbe indirizzato verso un porto sicuro.


Quando aprì la porta del bordello, fumo, odore di alcool, grida, un odore pungente di salsedine e una confusione bestiale lo aggredirono tutti insieme. Donne mezze nude, le altre che erano vestite non lo sarebbero state a lungo. O almeno finchè l’alcool non avesse fatto il suo dovere: far vedere quelle brutte belle, e quelle belle ancora più belle.
Eppure sarebbe bastato un arma, un grido di troppo e quella masnada di ubriachi sarebbe ritornata ad essere i peggiori nukenin del mondo degli shinobi.
Criminali, stupratori, pirati, commercianti di schiavi, contrabbandieri, il peggio del peggio era lì. Ritrovo abituale per quelli come loro. Crocevia imposto per il mercato nero e affari poco puliti.
Shisha to kurosu, il morto e la croce. Non era un posto, non era una taverna: ricavato da alcuni tunnel sotterranei che si usavano tempo prima per commerci e contrabbando, alcuni di quei figli di buona madre avevano creato un perfetto luogo e rifugio per la metà dei tagliagole del continente ninja.
Tra i suoi cunicoli ci si scambiava denaro, merci, si stringevano accordi e le lame venivano pagate per lavori di assassinio.
Mercenari e tagliagole, contrabbandieri e nukenin qualsiasi cosa uno cercasse l’avrebbe trovata. O lame o denaro.
Ryu cercava una persona.
Passò tra i tavoli e i suoi sopiti con tranquillità, il manto delle nuvole rosse campeggiava su quelle spalle mastodontiche e dall’alto di un altezza anormale Ryu osservava. Nessuno bloccò il suo passo, né tantomeno dissero alcunché. Il manto e la fama di Hyou parlavano da sole e tra tutti i criminali la pantera era di certo il più pericoloso.
Ma non al sicuro. In fondo avrebbero venduto la madre per pochi ryo quei figli di puttana, non era un assurdità pensare che tra di loro vi potessero essere già lame e kunai, pagate profumatamente, per farle trovare un nuovo fodero di carne.

Fune.

Ryu! Ti avevo visto fin da quando sei entrato. Problemi?

Il capitano Fune andò al punto, senza mezzi termini, senza giri di parole inutili. Era un uomo spiccio deciso, con poche passioni e molti vizi. Le donne, l’alcool, solcare i mari, l’essere libero e i tesori. Ma era anche un uomo d’onore e un buon amico. Uno dei pochi che ancora Ryu considerava come tali.
Lo capì da subito guardando gli occhi della pantera che vi era qualcosa che non andava…ma soprattutto il capo dell’akatsuki e di Furikami che si presentava di fronte a lui di persona.
Qualcosa di grosso si stava muovendo…

Ti devo raccontare una storia…

E per una storia te arrivi fin qui? Almeno è interessante?

Prima ascoltami e poi mi dirai…

Ordinarono un liquore forte, davvero forte, e Ryu si sedette.
I due parlarono a lungo, la pantera lo mise a parte di tutto quello che era avvenuto nel paese del gelo e l’incontro con i fantasmi.
Fune ascoltò senza battere ciglio, ascoltando attentamente ogni parola, non domandando nulla, ma facendo fluire le parole come la corrente. Una corrente che lo portò fino a quel momento e si spiegò il perché Ryu ora era davanti a lui.

Così vai a caccia di questa Kanashimi…non mi piace…non mi piace proprio. I morti devono restare con i morti e i vivi con i vivi.
Cacciare spettri, fantasmi, voci è come dare orecchio alla malasorte.


Non ho scelta Fue. Non l’ho mai avuta. Devo trovare Kanashimi….con lei il mio braccio…e dopo inizierà la rivoluzione.

Sempre che non muori prima. O che non sei diventato del tutto pazzo.

Lo avevo pensato anche io sulle prime. Ma è troppo vivido….il dolore troppo reale.
Vi sono cose che stonano e non ho mai creduto che la mia mente mi giocasse simili scherzi.
Certo ho ripreso il controllo di Hyou ma non credo c’entri qualcosa con questa storia. Il mio istinto mi dice che vi è qualcosa legato a Kanashimi e a questi spettri.
E volente o nolente io devo scoprire la verità.


Quindi hai deciso.

Devi solo accompagnarmi Fue. E aspettarmi. Nulla di più, nulla di meno. Se solo il tuo istinto da marinaio e pirata si attiva e credi che mi stia succedendo qualcosa, tira fuori i remi, spiega le vele e vattene il più lontano possibile. Oppure aiutarmi ad imbarcarmi…
È una mia storia, una mia caccia. E di nessun’altro. Pazzo oppure no devo farlo.


Fue sospirò. Non poteva fermare Ryu. Ma poteva aiutarlo, ancora una volta.

Ho sentito di un cargo, battente bandiera delle terre orientali che ha di poco scaricato. Dovrà imbarcare acqua, viveri e la nuova mercanzia. Con un po’ di soldi posso ungere alcune ruote e farti imbarcare sotto una nuova identità.
Meno si sa di come ti sposti meglio è, vero Ryu?


Un sorriso sornione e un occhiolino.

Per me sei un pazzo ma impedirti di fare qualcosa è impossibile.

Grazie amico mio. Tornerò.







Acqua stagnante e feci. Terra straniera, gente straniera e una caccia a dei fantasmi. Non conosceva nulla di queste isole, non conosceva nulla di queste terre. In più dava la caccia a dei veri e propri spettri.
Da dove iniziare? Forse iniziando a mettere piede a terra.
Fatto questo? Un vero e proprio problema perché non sapeva da dove iniziare, né come muoversi agevolmente. Era sotto una falsa identità, sotto sembianze che nascondevano la vera realtà delle cose, ma restava il problema che era uno straniero.
E gli stranieri attiravano troppo spesso l’attenzione. Ma non era questo il suo problema. Era riuscire a trovare Yorokobi e gli altri…ma come? Kanashimi non gli parlava più e le sue ultime parole furono criptiche, in più quella terra poteva nascondere ogni insidia, come l’essersi messo da solo in trappola. La caccia sarà presto su di te, queste le parole della Tristezza. Poteva essere preda, o predatore, o tutte e due le cose contemporaneamente.
Insomma tutto poteva essere ogni cosa e al tempo stesso nulla.
La lingua del continente era parlata a soli fini commerciali…poteva iniziare così: in primis a guardarsi intorno e ad osservare. Da qualche parte dovevano avere qualche locanda, qualche cosa dove potesse iniziare le sue ricerche. Doveva smuovere le acque e chiedere. Ma cosa?
Scusi stò cercando degli spettri li ha mica visti? Lo avrebbero preso per pazzo e gli avrebbero riso dietro. Ma se la lingua del continente la si parlava a fini commerciali…forse spacciandosi per uno di essi e chiedere di Yorokobi era un inizio. Yorokobi lo aveva indirizzato qui per un motivo a lui sconosciuto.
Se iniziava a muoversi forse, e aveva questa impressione, sarebbero stati gli spettri a venire da lui.




Abilità in passiva

Talento personale: Il talento comporta un malus gdr on di puro terrore e inadeguatezza appena avvertirà la presenza di Hyou. Per non esserne afflitti bisogna essere di pari grado con uno scarto di livelli di almeno 10 punti, oppure essere di un grado superiore.
In più comporta che essendo Hyou il cacciatore definitivo in gdr on non potrà mai essere preso alle spalle o colto alla sprovvista, se non per direttive del master.

Sensitivo [Liv 1 : 51/60]

Abilità in Uso:
<tecnica> - Trasformazione - [Chk: variabile] "Il ninja si trasforma in un altra persona o oggetto per passare inosservato. La trasformazione non altera fisicamente il ninja, è solo un cambio di aspetto dato da una tecnica ninjutsu. Vuol dire che massa e volume del ninja non cambiano, e il ninja non ottiene capacità legate agli animali come volare, fiutare in modo mostruoso e similia. In qualunque cosa si sia trasformati, si può combattere, ma qualsiasi danno, difesa, assorbimento, spezzano l'effetto. Il byakugan, lo sharingan, scoprono il trucco immediatamente (il primo perchè vede attraverso la copertura, il secondo perchè riconosce la presenza di una ninjutsu in azione) le abilità fiuto e sensitivo funzioneranno in contrapposizione alla abilità nascondersi del ninja che usa questa tecnica, come se fosse nascosto (ma senza usufruire degli altri bonus dati dal nascondersi, nè numerici, nè altrimenti). Non è possibile trasformarsi in combattimento contro un avversario.
E' possibile rimanere trasformati per lunghi periodi di tempo solo laddove il consumo di chakra per turno sia inferiore alla stamina recuperata in una azione morta. Il consumo di chakra varia a seconda di cosa ci si sta trasformando:
- Oggetti, animali, persone delle stesse dimensioni del ninja: 10 chk

Stm 294- 0.5=293.5



//Nulla di che. i primi post per me sò infernali e non sapendo come muovermi in terra straniera inizio a guardarmi intorno, osservare e chiedere.
Se parlano la lingua del continente a fini commerciali ci sarà un porto, una bettola, una taverna che posso sfruttare per fare domande. Insomma se non mi muovo io la vedo dura proseguire :)
rischiamocela anche perchè stò proprio a partire da zero e al buio per cui vediamo se ho culo.//
 
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view post Posted on 7/9/2016, 22:57     +1   -1
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*Dal porto alla banchina, fin dentro i vicoli, la strada era fatta tanto in legno quanto in terra. La gente del luogo sopravviveva grazie al fiume, e come arterie in un corpo i canali si ramificavano in ogni dove, assieme al tanfo e, presumibilmente, alle malattie che l'acqua stagnante portava con sé. Agli occhi di Ryu si palesò un mondo singolare, fatto della stessa materia del proprio ma dotato di luci ed ombre uniche, colori e sensazioni inafferrabili.
Dalla varietà di pesce al vestiario, dalla miseria delle baracche alla ricchezza dei colori della giungla, niente era come in patria... eppure tutto lo era, e non soltanto perché quell'isola si trovava a ridosso del Continente. Che i volti fossero estranei e la pelle scura non cambiava il colore ed il peso del denaro, o le crudeltà che un periodo di magra poteva infliggere ad una piccola comunità: era chiaro come il villaggio avesse visto periodi migliori, tanto commercialmente quanto umanamente. Una strana sensazione si accompagnava al disorientamento iniziale, e a mano a mano che camminava Ryu dovette isolarla, riconoscerla.
Aveva qualcosa di familiare, ma allo stesso tempo il giovane non poté dirsi certo di cosa fosse. Sembrava tuttavia affliggere case e genti come una cappa invisibile, una coperta spessa e soffocante, ben più densa della foschia che aleggiava dal folto.
Quale che fosse, la Pantera dovette rimanere prona al suo scopo: cercare informazioni riguardo l'ombra che stava seguendo, la traccia di fantasmi che non poteva dirsi nemmeno certo di aver davvero visto... e più si avventurava tra le palafitte, più origliava stralci di conversazioni o tentava di iniziarne, più la prospettiva di essere stato oggetto di qualche triste scherzo si faceva strada nella sua mente.
Infine, incapace di guadagnare anche solo un principio di indizio, lo shinobi si lasciò cadere su uno dei ceppi che consentivano l'ancoraggio delle canoe lungo uno dei canali, proprio all'ombra di una piccola bottega abbandonata. Nessuno pareva passare per quel vicolo, e rimasto solo il giovane si concesse un momento per riordinare i propri pensieri.*


???:"Ahh, straniero di maschere?"

*Disse una voce alle sue spalle, venata dello stesso, strascicato accento che Ryu aveva tentato di decifrare per tutto il giorno.
La figura che la Pantera si trovò davanti, tuttavia, aveva un che di diverso rispetto a tutti gli altri abitanti: emerso dalla porta sfondata della piccola bottega, un uomo lo osservava dall'ombra di due occhi spaiati. La pelle, scura non meno di quella dei locali, era tinta in volto e sulle braccia tramite una mistura calcarea, bianca come le ossa di uno scheletro lasciato al sole, e stessa cosa era accaduta alla porzione centrale della capigliatura, che scendeva raccolta in una coda fin quasi alle caviglie. L'aspetto spettrale del figuro era rafforzato dai ninnoli che portava, e dal fatto che, sotto gli stracci che ne coprivano alla meglio le nudità, egli pareva esser magro ben oltre il limite dell'inedia.


Jir'do:"Mio essere Jir'do, amico. Tu viene, viene ora."

*Disse, invitandolo eloquentemente con la mano. Quale che fosse l'intenzione del tipo, il modo in cui aveva approcciato Ryu non aveva nulla da invidiare a quello che un ciarlatano o un ambulante riserva a potenziali clienti... eppure, forse perché ancora preda di quella strana sensazione, nella Pantera si fece largo ben presto una seconda possibilità. L'insistenza del gesto senza alcuna offerta immediata, il modo in cui gli occhi del vagabondo dardeggavano insistentemente da Ryu ai vicoli, il fatto che la mano destra dell'uomo rimanesse saldamente ancorata alla porta dalla quale era appena uscito... pareva quasi che fosse pronto a fuggire.
Improvvisamente, un rumore di passi dall'angolo di una strada. Leggero, quasi impercettibile, ma presente.
Il gesto di Jir'do si fece quasi convulso, le sue parole un sussurro... ma non osò lasciare lo stipite della porta per avvicinarsi alla Pantera.*


Jir'do:"Ora, ora, tu viene adesso! Adesso!"

*Prima che potesse fare qualsiasi cosa, una seconda figura apparve al termine della strada. Avvolta in un lungo, prezioso mantello rosso, l'entità parve quasi portare con sé la foschia della giungla. Solo le mani erano visibili, e benché condividessero la tonalità scura del luogo presentavano numerose macchie nere, grinzose.*

???:"Ah, finalmente. È un immenso piacere conoscervi, Yotsuki-dono."

*Impossibile dire chi stesse parlando, perché la voce dell'individuo portò con sé tanto gli strascichi della vecchiaia quanto la limpidezza e il vigore della gioventù. Mosse tuttavia diversi passi in avanti, tendendo a sua volta una mano verso lo shinobi.*

???:"Prego, allontanatevi da quel vagabondo. Sono qui per conto di chi vi ha inviato su queste coste estreme; egli vi attende."

*Disse, scivolando sul mattonato assieme alla nebbia.
Accanto a Ryu, nel mentre, Jir'do iniziò a tremare di paura. La mano che poco prima si agitava in invito era ora protesa, ferma, mentre lo sguardo piantato sulla testa di Ryu, quasi a non volersi voltare verso l'altra figura.
Quale che fosse il luogo in cui era capitato, Ryu si trovò improvvisamente catapultato in una situazione critica. Da una parte un vagabondo senza offerta alcuna, aggrappato alla porta di una bottega abbandonata, dall'altra un'entità inquietante, ma decisamente più eloquente.*
 
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view post Posted on 8/9/2016, 17:28     +1   -1
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Niente era come in patria. Dalla varietà di pesce al vestiario, dalla miseria delle baracche alla ricchezza dei colori della giungla, ma seppur differenti rimanevano comuni nello spirito. Nei modi. Nelle situazioni.
Il peso del denaro, la povertà, la corruzione, o il cercare di rialzarsi dopo una sciagura. Il villaggio aveva, di sicuro, visto tempi migliori, giorni più prosperi.
Passeggiare tra i suoi canali lasciava sulla pantera una strana sensazione. Ma non era data dal fatto di essere in una terra straniera ove era tutto nuovo, dai colori, al suono delle parole, dalla gente ai modi di fare, era qualcosa che aleggiava su di lui un po’ come il tanfo che proveniva da quei canali che parevano cloache a cielo aperto.
Più procedeva, più si perdeva in questa nuova realtà e più la sensazione si acuiva. Cos’era esattamente non poteva nemmeno esserne certo, né dare un nome o una spiegazione; forse l’istinto di Hyou? Ormai sapeva riconoscere quando il ruggito della sua parte animale iniziava a farsi largo tra le pieghe della sua anima, lo riconosceva, come riconosceva il rizzarsi dei peli sulle braccia e sentire come un qualcosa di freddo scivolargli tra le viscere.
Non era Hyou…era quel luogo a dargli questa sensazione. Una sensazione indefinita ma tangibile, vaga seppur la sua presenza si faceva largo tra i pensieri come una pianta malevola. Metteva radici eppure non riusciva a capire in che modo. Era famigliare, certo, ma perché lo era? Era come una cappa pesante, spessa che avvolgeva, invisibile ma presente, il villaggio e con esso anche Ryu. Avviluppandolo tra spire di mistero e sensazioni indefinite accarezzando la sua parte selvaggia e facendolo restare vigile. Troppo…


Kanashimi:"La caccia sarà presto su di te, Zetsubo... affrettati."

Non poteva dimenticare queste parole. Era a caccia…era predatore…era forse anche preda? Era questa la sensazione che stava provando? Il pericolo?
Si fermò. Si guardò intorno. I suoi occhi scandagliarono le case, i canali, la giungla, il cielo, i suoi sensi si fecero tutt’uno con l’ambiente circostante eppure non riusciva a capire, definire, ma la riconosceva. Forse istintivamente; si scroccò il collo con un gesto meccanico, conosciuto, famigliare, un gesto di chi è nervoso, di chi è all’erta. Era come una quercia solitaria che si stagliava solitaria contro la linea dell’orizzonte. Sembrava volesse sfidare questa sensazione…eppure un piede venne messo uno di fronte all’altro e si perdette di nuovo nella foschia.


Era seduto su uno dei ceppi che consentivano l'ancoraggio delle canoe lungo uno dei canali. Guardava il suo falso sembiante nell’acqua torbida. Non riusciva a discernerlo con chiarezza, così come non era riuscito a trovare alcunché sui fantasmi. Il dubbio rosicchiò i suoi pensieri e certezze. Che Fune avesse ragione? Che la parte animale e selvaggia, Hyou, lo avesse fatto cadere preda della pazzia? Eppure era riuscito a riprendere in mano, non senza fatica o dolore, la sua coscienza e a domarlo.
Ma poteva dirsi sicuro e certo di questo? E se la sua mente, a pezzi e scissa tra Hyou e Ryu per salvarsi avesse ideato tutto? Una prova autodistruttiva per poter riforgiare la sua anima e la sua forza nel fuoco della disperazione.
I suoi occhi si persero tra piccole onde che sbattevano su di un legno marcio di una sgangherata canoa.
Gli sembrò un immagine calzante di come si sentiva lui: una sgangherata canoa in preda ad onde pazze che si stagliavano all’orizzonte per poi abbattersi incessanti su di lui. Gli sembrò di non avere né forza né intelletto per poter resistere e uscirne fuori.
Il braccio mancante bruciava. Strano come quando i dubbi corrodevano come acido il suo animo, quel braccio iniziava a fargli male, bruciare. Era un dolore che gli ricordava per cosa stava combattendo ma anche perché era lì. Ma soprattutto a come ci era arrivato.
Ancora non credeva che fosse tutto frutto della sua immaginazione. Doveva tentare ancora. Di tempo né aveva , forse non era stato attento….e poi perché, prendendo per buona la sua pazzia, si sarebbe dovuto mandare proprio in quei luoghi così lontani dal suo vissuto?
Per quanto avesse viaggiato in lungo e in largo per lettere degli shinobi, per quanto avesse visto le città libere dell’est, insieme ai barbari delle pianure non aveva ricordi di questi luoghi né gli aveva mai sentiti menzionare. Erano al di là della sua mente…Shinjitsu, nella sua pazzia e peregrinazioni alla ricerca di alleati e potere, mai vi era giunto e mai tali notizie erano arrivate alle orecchie attente della pantera.
E se c’entrava Hitomi Uchiha e quei malefici occhi? Era ancora preda di chissà quale assurda tecnica?
Più cercava di riordinare le idee più era come quell’acqua torbida: non c’era chiarezza solo vacuità.
Una voce alle sue spalle sortì lo stesso effetto di un sasso lanciato nell’acqua. Ea emerso da una porta sfondata di una piccola bottega situata in quel vicolo silente. Magro all’inverosimile, la sua pelle scura era tinta con una mistura calcarea, bianca come ossa esposte al sole, sia sulle braccia che sul viso. Ninnoli ne ricoprivano il corpo dando al suo aspetto una parvenza di spettralità.
Straniero di maschere, così lo aveva chiamato. Non sfuggì questo dettaglio; a cosa si stava riferendo esattamente? E poi era arrivato così vicino a lui, da superare i suoi sensi. Ma non sentiva Hyou ruggire. Era di certo singolare ma non pericoloso, eppure vi erano serpenti di non lunghissime dimensioni, dai colori sgargianti e vividi che avevano i veleni più pericolosi.
Il pericolo si annidava ovunque. E lui era uno straniero…non doveva dimenticarlo e pensare che tutto potesse essere un pericolo. Lui lì era preda.
E poi per la prima volta qualcuno gli si era avvicinato. Perché? Era quasi tentato di domandargli se conoscesse Yorokobi eppure…eppure Ryu lo squadrò attentamente con quei suoi occhi diamantini.
Aveva i modi della strada e delle puttane: invitare i clienti, offrire la mercanzia, mercanteggiare sciorinando parole a fiumi elogiando merce e inventando storie.
Tu viene, viene ora…venire dove?

Perchè dovrei seguirti, amico? Hai qualche buona offerta per me?

Domanda pertinente ma il modo che aveva, la mano destra che sembrava non volesse lasciare la porta sgangherata, come se fosse un ancora di salvezza, come se volesse fuggire, i suoi occhi che dardeggiavano da quelli come laghi della pantera al vicolo come se da un momento all’altro una catastrofe dovesse giungergli addosso. No…aveva un modo di fare che lasciava presagire che avesse paura di qualcosa.
Non aveva sciorinato né merce, né tantomeno datogli un motivo valido al seguirlo…eppure eccolo lì che lo invitava insistentemente a seguirlo. Come se lo volesse salvare da qualcosa, come se farlo significasse lottare con qualcosa che lo preoccupava, ma che parlare con la pantera fosse più importante.
Forse si sarebbe spiegato perché i suoi occhi sembravano impazziti e perché la sua mano era sul punto di richiudere quella porta con veemenza. Oppure era solo quella foschia, quella sensazione che aveva a fargli vedere la realtà distorta…ma si era sempre vantato di essere uno che andava al di là delle verità degli occhi. E sebbene tutto facesse intendere al solito accattone, il suo comportamento e i suoi gesti cozzavano con quello che i suoi occhi, a prima vista, osservavano. Vi era altro al di là della foschia.
Improvvisamente, un rumore di passi dall'angolo di una strada. Leggero, quasi impercettibile, ma non per Ryu, e i suoi occhi balzarono verso l’origine del rumore.
Il gesto di Jir'do, da contraltare, si fece quasi convulso, le sue parole un sussurro... ma non osò lasciare lo stipite della porta per avvicinarsi al giovane leader delle nuvole rosse.
Se prima pensava a qualche bizzarria ora i suoi dubbi divennero, quasi, certezze. Se non era paura quella, poco ci mancava.
E quel vicolo, dapprima silente e solitario, ora si stava facendo chiassoso e stranamente frequentato. E non gli sembrò una coincidenza.
La figura sembrava quasi facesse parte della foschia, come se fosse nata da essa e di essa ne portava la sostanza.




YOTSUKI


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Brutta parola da dire. Sopratutto in una situazione dove non si capisce assolutamente nulla, dove I confine sono fumosi e davanti ad un uomo ricercato da tutto il mondo degli shinobi.
Soprattutto quando, di fronte ad una tecnica ninja, qualcuno lo vedeva per quello che era. Il manto rosso sembrò ancora più prezioso e le mani erano grinzose come quelle di un cadavere.
Ma la voce era stonata. Tanto aveva degli strascichi della vecchiaia quanto la limpidezza e il vigore della gioventù. E Ryu si tramutò in Hyou: i suoi sensi si amplificarono, i suoi occhi serpeggiavano tra il manto dell’individuo per guardarlo negli occhi eppure non perse di vista il suo misterioso amico che ancora era lì accanto a lui.
Iniziò a tremare di paura, la mano che dapprima lo invitava a seguirlo era fissa, inchiodata quasi come se fosse divenuta di pietra, lo sguardo fisso su di lui come a non volersi voltare. E il dubbio divenne certezza. E la certezza portò una domanda. Perché aveva paura?
E perché sfidare tale paura per parlargli? Perché questi due erano davanti a Ryu e lo invitavano, ciascuno, a seguirli? Perché Kanashimi non gli parlava più? Prima doveva capire con chi avesse a che fare: sia Jir'do che l’altro potevano essere nemici e finchè non avesse capito con chi avesse a che fare, finchè non avesse trovato Yorokobi o una traccia di Kanashimi non si sarebbe fidato di niente e di nessuno.
Né tantomeno di un uomo che riusciva a guardare oltre il velo degli inganni degli shinobi. Che sembrava parlare con fin troppa scioltezza la lingua della sua patria.

Forse mi ha scambiato per qualcun’altro. Può capitare…le auguro una buona giornata.
Io e questo mio amico stavamo concludendo un affare.


E guardò ancora quel misterioso individuo che rimaneva una statua di sale. Voleva capire perchè ne avesse tanta paura. Riuscire a leggergli l'anima; capire significava addentrarsi di più in quel territorio, osservare, sapersi muovere.
Conoscere il terreno di caccia era primario. Non voleva restare preda troppo a lungo.



Abilità in passiva

Talento personale: Il talento comporta un malus gdr on di puro terrore e inadeguatezza appena avvertirà la presenza di Hyou. Per non esserne afflitti bisogna essere di pari grado con uno scarto di livelli di almeno 10 punti, oppure essere di un grado superiore.
In più comporta che essendo Hyou il cacciatore definitivo in gdr on non potrà mai essere preso alle spalle o colto alla sprovvista, se non per direttive del master.

Sensitivo [Liv 1 : 51/60]

Abilità in Uso:
<tecnica> - Trasformazione - [Chk: variabile] "Il ninja si trasforma in un altra persona o oggetto per passare inosservato. La trasformazione non altera fisicamente il ninja, è solo un cambio di aspetto dato da una tecnica ninjutsu. Vuol dire che massa e volume del ninja non cambiano, e il ninja non ottiene capacità legate agli animali come volare, fiutare in modo mostruoso e similia. In qualunque cosa si sia trasformati, si può combattere, ma qualsiasi danno, difesa, assorbimento, spezzano l'effetto. Il byakugan, lo sharingan, scoprono il trucco immediatamente (il primo perchè vede attraverso la copertura, il secondo perchè riconosce la presenza di una ninjutsu in azione) le abilità fiuto e sensitivo funzioneranno in contrapposizione alla abilità nascondersi del ninja che usa questa tecnica, come se fosse nascosto (ma senza usufruire degli altri bonus dati dal nascondersi, nè numerici, nè altrimenti). Non è possibile trasformarsi in combattimento contro un avversario.
E' possibile rimanere trasformati per lunghi periodi di tempo solo laddove il consumo di chakra per turno sia inferiore alla stamina recuperata in una azione morta. Il consumo di chakra varia a seconda di cosa ci si sta trasformando:
- Oggetti, animali, persone delle stesse dimensioni del ninja: 10 chk

abilità/attivazione> - Sensi Migliorati - [Stm: -2] [Liv 6: 0/10] "I ninja sviluppano i loro sensi per localizzare pericoli e nemici i agguato, ma ogni individuo possiede un senso che è naturalmente superiore agli altri. Può essere qualcosa di semplice come la vista, oppure più particolare, come il tatto o l'udito. Ogni senso ha le sue caratteristiche che comprendono sia svantaggi che vantaggi, ma ognuno è stato dato un solo dono da Madre Natura o dal duro allenamento.
Olfatto: l'odorato del ninja è fine come quello di un segugio e gli permette le seguire le tracce di chi vuole a patto di conoscerne prima l'odore. Le tracce che egli è in grado di percepire possono essere vecchie di tanti giorni quanto più alto è il livello dell'abilità (di oggi con Lv.6, vecchie di un giorno con Lv.5, due giorni con Lv.4 e così via);
Liv 1: 600 m di raggio

Conoscenze in uso
Shinri-gaku. Psicologia.
Per compiere le proprie missioni, i ninja non si affidano solamente alla forza delle armi, devono essere anche abili psicologi, tanto nei rapporti intrapersonali (relativi, cioè, alla propria psiche), quanto in quelli interpersonali (che coinvolgono altri individui).
I principi della psicologia ninja sono l’adattabilità e la resistenza, come suggerisce lo stesso kanji nin, traducibile in “paziente sopportazione”. Di fatto, gli shinobi sono tenuti ad utilizzare ogni mezzo a loro disposizione e a sopportare ogni avversità per raggiungere il proprio obiettivo.
Sono addestrati ad essere sempre attenti all’ambiente circostante e in sintonia con gli eventi e i processi naturali o provocati dall’uomo. Il loro pensiero deve essere elastico, tale da consentirgli di adeguare i propri piani in caso vi siano nuovi sviluppi, opportunità o limitazioni. La loro reazione alle persone, alle vicende o alle situazioni non è dettata da esse stesse, non dai preconcetti, ma da una scrupolosa ed obiettiva analisi dei fatti. Di conseguenza, si può dire che i ninja abili nell’affidarsi alla psicologia, sono maestri nel vedere la realtà, non semplicemente ciò che presumono o vogliono.

Stm 293.5- 0.5-2=291



//Finchè non sò che succede non mi fido nemmeno della mia stessa ombra.
per cui sfrutto sensitivo in passiva, fiuto in attiva per scandagliare la zona. Poi utilizzo la conoscenza psicologia per capire se è davvero paura quella che ha il nostro amico e se i suoi gesti sono dettati o dalla recitazione o sono genuini, in modo tale da capire ancora di più come muovermi e prendere decisioni più mirate.
Al momento prendo tempo e cerco anche di portare quell'altro a sbottonarsi di più. ho bisogno di più informazioni e capire sennò faccio la fine del topo XD
Sempre che già non lo sia :)//
 
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view post Posted on 18/9/2016, 11:27     +1   -1
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???:"Oh temo di no, Yotsuki-dono... siete esattamente colui che cerco."

*Disse, continuando a scivolare in avanti. Tutto attorno, i sensi della Pantera avevano preso il volo, infilandosi tra le strade, sorvolando i tetti e strisciando nei canali. Nessun pericolo, nessuna entità estranea oltre quei due, nessun sentore che potesse metterlo in guardia... solo quella sensazione sinistra, la stessa che aveva percepito camminando per le strade. Pesante, densa, si aggrappava alla mente come la melma in un pantano... e tanto Jir'do quanto l'entità velata ne erano al punto impregnati che il fiuto, combinato alla percezione diffusa, gli suggerì quasi che ne odorassero. Un aroma stantio, forte quasi alla nausea, come quello di un oggetto tenuto al chiuso per troppo tempo.*

???:"Non sono venuto con l'intento di intrappolarvi; le vostre precauzioni sono comprensibili, ma non ho bisogno di espedienti per convincervi a seguirmi. Venite con me, la caccia vi attende"

*Criptico, ma eloquente abbastanza da lasciar intendere al giovane che non era stata soltanto la sua trasformazione ad esser smascherata. L'entità era in qualche modo capace di vedere o sentire attraverso le sue tecniche, e la cosa non poteva promettere nulla di buono... non a qualcuno come Ryu Yotsuki.
Nel frattempo, accanto a lui, la mano tesa dello strano individuo continuava a rimanere protesa. Difficile dire per quanto ancora lo sarebbe rimasta, tuttavia, giacché anche ad un'ispezione più attenta i sentimenti di Jir'do parvero onesti. Aveva paura dell'entità in rosso, ed era più che evidente quanto l'uomo non volesse trovarsi lì.
Parlò ancora, stavolta un fiato strozzato.*


Jir'do:"Viene! Viene.... lui Tramin-kibo... Dio Mont.."

???:"BASTA!"

*Gridò l'entità, una voce fatta di mille, mentre la pietra e l'acqua crepitavano all'unisono. L'energia che emanava si abbassò d'improvviso, come la marea ritratta prima dello tsunami, quindi, in un'unico movimento, si lanciò verso Jir'do.
In tutta risposta l'uomo lanciò un gridolino, ma, piuttosto che lasciare lo stipite della porta per afferrare la Pantera, egli decise di ritrarsi. Lanciò uno sguardo a Ryu, quindi prese ad arretrare. Se il giovane Yotsuki avesse voluto, avrebbe ancora potuto seguirlo... ma sapeva bene quanto le apparenze, specialmente per l'occhio di uno straniero, potessero essere ingannevoli. I due avevano la stessa energia; l'uno dall'aspetto inquietante, ma parola certa... l'altro all'opposto.*


GDROFF///Anche qui devo chiederti perdono Tiz. Per via di un esame ho posticipato ovunque.///GDRON
 
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view post Posted on 20/9/2016, 15:59     +1   -1
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//Nessun problema, stai sereno ;) //

Cos’era quella sensazione? La stessa che aveva percepito camminando per le strade i due ne erano impregnati. Un aroma stantio, forte quasi alla nausea, come quello di un oggetto tenuto al chiuso per troppo tempo ma loro due erano esseri umani non oggetti e perché sembravano quasi che facessero parte di un qualcosa? Come se fossero pezzi staccati che prendevano vita e sembianze da sé.
Ma subordinati sempre a tale sensazione.
Non riusciva a discernere, non riusciva ad osservare e, di conseguenza, non riusciva a scegliere quale strada percorrere.
Le arti degli shinobi sembravano non servire contro il suo misterioso interlocutore che sembrava, dal canto suo, conoscere e sapere molto bene gli ultimi trascorsi della pantera. Questo significava che era un emissario di Kanashimi? O dei misteriosi fantasmi che lo avevano traghettato in misteriose acque, su misteriose isole al di là del continente degli shinobi?
I suoi sensi volarono intorno a lui, dentro di lui, come un uccello che si librasse dall’alto, setacciarono ogni vicolo, ogni anfratto, ogni sciabordio di acqua contro il legno e persino lo scricchiolare dello stesso. Eppure nulla era fuori posto. Nulla vi era che potesse far pensare ad un agguato, ad un pericolo eppure quella sensazione, come una cappa, restava. Pesante, densa come fanghiglia.
La domanda rimaneva però dominante: di chi si doveva fidare?
La ragione gli diceva la misteriosa entità. Eppure Jir'do rimaneva terrorizzato. Ed era reale. Non era un trucco da guitto o una recitazione da spettacolo nō.
Aveva paura dell'entità in rosso, ed era più che evidente quanto l'uomo non volesse trovarsi lì. Ma allora perché farlo’ perché non scappare subito?
Aveva due strade che erano due uomini, ognuna delle quali non scevra da pericoli.
Ancora una volta Jir'do parlò, ancora una volta quella mano tesa, ancora la paura unita a qualcos’altro. Parole in un fiato strozzato. L’altro gridò.
Una scena surreale. I due avevano la stessa energia, facevano parte dello stesso luogo, facenti parte di quella strana sensazione che era come un sudario che avvolgeva quei luoghi. Ma distanti. Diversi. Due facce della stessa medaglia.
Ed ora doveva scegliere. Doveva scegliere una delle due. Ma come? Straniero… estraneo. Ai suoi occhi erano tutti e due nemici. di certo di aspetto e personalità differenti e, forse, a prima vista Jir'do suscitava un avvicinamento dato dalla sua condizione. Dal suo modo di essere. Ma i contorni di questa storia erano di certo offuscati, nascosti dalle nebbie del non sapere. E non era un non sapere dato da una mancata conoscenza ma era più profonda. Dal modo di parlare, agli usi e costumi tutta quelal realtà parlava con lingua sconosciuta. I suoi occhi osservavano ma non comprendevano. Per lui erano solo significanti a cui tentava, con non poca fatica, di dare significati. Ma sempre rimettendoli alla sua esperienza e realtà. Contesto.
Ma che non avrebbero portato a nulla. Avrebbe potuto benissimo dire che Jir'do fosse il buono e l’altro il cattivo ma basandosi su cosa? Su quello che i suoi occhi, da straniero, potevano vedere ma avulso dal reale significato dava ad essi i propri. Ed erano fallaci.

Quindi si ritornava al punto di prima. Alla scelta. Condizionata dal proprio giudizio straniero basato unicamente su quello che doveva fare in quei luoghi. Ma appunto restava straniero. Ed era questo, quel luogo, quella sensazione ad aver attivato il suo istinto da predatore. Ed era inquieto.
Timore. Paura. Ansia. Queste le sensazioni. Il timore di qualcosa di sconosciuto. La paura che serpeggiava tra le sue viscere per la sua condizione di menomato e per una storia oscura di cui non riusciva a vederne ancora i misteriosi fili. L’ansia…l’ansia della caccia unita al non sapere e ai timori di una sensazione sconosciuta. In più due uomini che lo volevano: l’uno per il motivo per cui era su queste terre, l’altro per motivi ancora più sconosciuti.
Il suo istinto era fallace, le sue conoscenze deboli e una vecchia massima della sua nemesi tornò a strisciare tra i ricordi del passato.
“Quando non sai che strada scegliere, scegli quella che sia più vicina a quello che sai. Metti un piede davanti ad un altro, gli occhi aperti e resta vigile. Uno shinobi deve sapersi adattare e ed essere di mente agile e flessibile.
Non fidarti mai e sii pronto a tutto. Vedi la realtà non presumere e adattati. Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia”.


E quindi, dai meandri di un passato oscuro, da ferite che ancora gettavano sangue, Shinjitsu gli era corso in aiuto. Strano il destino…la persona che odiava di più sulla faccia della terra, quello che aveva segnato il suo destino, la sua storia ogni sua più piccola azione restava, maledettamente, ancorato ancora al suo cuore.
“Con ordine, affronta il disordine; con calma, l’irruenza. Questo significa avere il controllo del cuore.”

Il gridolino di Jir'do, l’urlo dell’altro che si lanciava come una fiera contro il coniglio. Strano atteggiamento. Strane usanze. Strano. E marchiò quel momento, incidendolo in profondità nella sua mente. Anche un dettaglio insignificante poteva essere utile. Un piccolo pezzo di un mosaico. Piano piano anche gli altri si sarebbero mostrati e la luce avrebbe inondato le tenebre di questa storia.

E quale caccia mi aspetterebbe?

Le sue parole furono come roccia di fronte allo tsunami.

 
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view post Posted on 9/2/2017, 16:20     +1   -1
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*L'entità fu su di lui come il vento, raggiungendolo sull'onda di una spinta invisibile ed impercettibile, ma violenta, impetuosa. Jir'do si ritirò sconfitto, scomparendo in un istante nella stessa ombra da cui era emerso, senza emettere un suono.
Ad un passo il moto venne meno, l'inerzia capace di avvolgere la figura di Ryu in una fitta coltre, ammorbandolo nella sensazione che lo aveva accompagnato fin dal momento dello sbarco. Il mondo attorno venne meno, sostituito da un fluttuare informe, ma laddove la Pantera si sarebbe attesa una risposta giunse presto, invece, un senso repentino di spostamento.
La temperatura variò improvvisamente, assieme al colore e alla densità della coltre attorno a lui. Il sentore soffocante e l'umidità che aleggiavano sul villaggio fluviale vennero sostituiti da un secco calore, forte abbastanza da irradiarsi anche alla pietra su cui sedeva.
Al dipanarsi della caligine, un'immagine familiare: pietra nera finemente lavorata, ed occhi luminosi ad osservarlo. L'eremo delle Salamandre.*


GDROFF///Ryu viene evocato all'eremo come da richiesta, per rispondere alla minaccia incombente. Mi sono mantenuto volutamente vago per permetterti massima libertà di role.
Data la brevità della missione, ti assegno solo un limitato quantitativo di exp.

Exp 500///GDRON
 
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view post Posted on 3/2/2018, 16:19     +1   -1
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♫ Peace ♫

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|| Parola d'ordine: #poche_ciance_più_valutazioni.

Leggo un bel prologo e avendo valutato anche la quest che precedeva posso dire che l'incipit di questa missione creava molto hype :asd:

So che era periodo di esami e che la situazione era particolare perchè dall'altra parte era iniziata una missione di interferimento ai danni del PG nukenin che stavi masterando, ciò tuttavia non giustifica in nessun modo un'attesa di 4 mesi (QUATTRO MESI!), a maggior ragione che sei un Narratore e se non erro anche Admin del gruppo in quel periodo.
Buona parte della polemica che scaturì al tempo fu dovuta a questo tuo ritardo, l'utente iniziò a credere che fosse un complotto ai suoi danni per non fargli recuperare il braccio e che ormai la sua morte fosse già stata concordata (cosa non vera). Questa attesa ingiustificata ha portato il giocatore ad innervosirsi e ad arrendersi infatti se ricordi alla fine dopo varie polemiche si decise di tagliare entrambe le missioni e passare allo scontro diretto (Pvp), occasione in cui poi l'utente ha deciso praticamente di suicidare il pg.

Ora, il feedback del giocatore manca, io non ho abbastanza elementi per fare una valutazione e anche volendo si tratta di una missione incompleta quindi prenderesti ugualmente una X in media. Mi accollo tuttavia la responsabilità di dare un voto in media negativo per quanto spiegato qua sopra, sono certa che capirai le motivazioni. Peace :flower:
||

    Coinvolgimento Personale (Wrigel): //
    Tempistiche (Wrigel): //
    Trama e Impostazione: //
    Scrittura: //
    Ambientazione e Caratterizzazione NPC: //

    Voto Medio Sir Onion: X --> 3 (come da nuovo regolamento mi prendo la responsabilità di far pesare ugualmente in media un voto per via delle note negative di questo caso)

    Paga: 200 ryo


Per qualsiasi problema o spiegazione scrivetemi pure via mp :sisi:

 
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