ON // è esattamente quello che devi fare u.u
Fai attenzione a un passaggio, non so se tu ti sia espresso male o cosa:
CITAZIONE
Era stata testarda, insistente ed anche spavalda nel cercare di salvarsi la vita ma, adesso, l'istinto naturale di sopravvivenza andò affievolendosi facendo posto all'orgoglio ed alla rabbia.
Se utilizzi una congiunzione avversativa, uno pensa che la seconda frase andrà in una direzione opposta alla precedente... ma questo non accade. Rabbia ed orgoglio mal si accordano con l'istinto di sopravvivenza, almeno in questo caso.
Per le prossime evoluzioni di Sayuri inoltre ti consiglierei davvero di riflettere su quella che sarà la base del suo carattere: lo scopo è trovare una coerenza al pg, che nella parte precedente della missione si è mostrato poco coeso con sé stesso (ti forniremo maggiori dettagli a fine missione).
Si tratta di una pg calcolatrice, ma che perde le staffe facilmente o una tipa impulsiva di fondo, ma capace di accendere il cervello di tanto in tanto? (pensaci con calma, è un compito per casa XD) // OFF
Più che il bisbiglio nelle orecchie, fu lo scossone ad una spalla a strapparla al suo torpore comatoso: lo scossone e lo scorrere di acqua fresca sulle labbra riarse.
“Andiamo, svegliati” le intimò la voce femminile, forzata in un mormorio carico d'urgenza
“non eri tu quella che faceva la dura? Forza, bevi tutto” la esortò, premendole contro la bocca il collo di un piccolo otre di pelle. Il liquido rinfrescò immediatamente la gola e riportò la vita in quelle membra stremate, e quando Sayuri ebbe terminato di dissetarsi avrebbe potuto sentire del cibo venirle poggiato alle labbra: prima la mela, uno spicchio dietro l'altro, e poi persino la carne arrostita.
Quando la sua ritrovata coscienza glie l'avesse consentito, la necromante avrebbe notato il velluto blu petrolio trapuntato di stelle che aveva ammantato il cielo, la gelida carezza della brezza notturna, l'aroma della legna bruciata dei fuochi da campo spandersi leggera nell'aria ed un silenzio soddisfatto, accompagnato dal frinire dei grilli.
Mentre era intenta a masticare l'ultimo boccone poi, con sommo sollievo, la sua salvatrice – perché di altri non si trattava, che della corvina battagliera – avrebbe preso ad armeggiare col lucchetto che serrava le catene attorno ai polsi della fanciulla: con la chiave giusta nessun ago sarebbe schizzato fuori ad ottundere i sensi della fuggitiva, anche se il sangue che tornava a riversarsi prepotente nelle dita le ricordò le condizioni pessime in cui vertevano i suoi pollici. Gonfi e violacei, rigidi, le carni gridavano di dolore al mero passaggio del fluido corporeo che avrebbe dovuto nutrirle.
“Hai le ossa rotte” - osservò l'altra donna, con tono tra il sorpreso e il preoccupato
“Credevo che fossi riuscita a sfilarti le manette con un trucco da... lasciamo perdere. Dobbiamo sbrigarci. Sono fuggita, non ti ho vista con le altre, ho capito che quel verme schifoso ti voleva per sé... so che sei più forte di tutte noi, ma ho temuto che qualcosa non fosse andato per il verso giusto. Non mi sbagliavo... alla fine sei fatta di carne come noialtre”, e così dicendo si affannava attorno alle catene attorno alle caviglie.
“Quei porci sono tutti ubriachi, hanno festeggiato i proventi della nostra vendita. Ora dormono per smaltire la sbornia. Non è stato difficile sottrarre le chiavi... adesso però dobbiamo andarcene subito, prima che qualcuno si svegli e gli venga in mente di divertirsi con te. Seguimi, conosco la strada migliore per allontanarmi di nascosto”.OFF // Non riesci a vedere chiaramente le fattezze della donna, la riconosci dalla voce; i carri sono parcheggiati in ordine sparso al limitare di un bosco: i tronchi e il sottobosco, unitamente alle tenebre, limitano di molto la visibilità. Puoi percepire il bagliore di un fuoco da campo provenire da tre carri raggruppati diversi più avanti, mentre tu ti trovi tra i carri (ormai vuoti) destinati alle prigioniere. Puoi decidere di seguire la moretta come no, in ogni caso fermati subito dopo aver fatto a tua scelta; potrai comporre sigilli, ma con difficoltà e senza poter evitare forti gemiti di dolore. // ON