Fulmine Purificatore, Mini-Evento

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view post Posted on 8/5/2016, 09:33     +1   -1

The Pine

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La voce del popolo si alzò, piano piano, reclamando per la maggior parte il mio nome. Un leggero calore si mosse all'interno del mio cuore a quel rimbombo sempre più forte che esclamava compatto "Shiroko", ma non potevo di sicuro lasciarmi distrarre così. Un altro fulmine, più forte dei precedenti, trapassa il cielo, portando il silenzio nella piazza. Cadono sempre più vicini. « E' finita, Giichi. Non serve combattere. » faccio ora che posso riprendere la parola, solenne calma... Ma è una speranza vana. La rabbia sul volto dell'attuale Raikage è così tangibile che potrebbe essere modellata. Mentre i suoi fidati, che lentamente cercano di allontanarsi da lui per evitare il linciaggio popolare, mi fissano sconfitti, lui resta convinto di ciò che per lui è giusto. Io sono un problema e devo essere eliminata, per il bene di Kumo. Combatterà. Sento la sua energia esplodere, il chakra richiamare con furore tutto ciò che è metallico verso di lui. « Non farò in modo che Kumo venga distrutta dalla tua incompetenza! Proteggerò questo villaggio da te, Shiroko! » esclama a gran voce.

Si spoglia del vestito, scoprendo il suo fisico robusto e modellato da mille battaglie, stringendo i pugni per concentrare la sua forza, accompagnato da un vigoroso urlo. Di colpo, le armi di quelli dietro di lui si fanno sue, vorticandogli intorno tremende e pronte a compiere il loro dovere. Scatta verso di me, ruggendo come una bestia. Stringo i denti, non posso perdere tempo. Espando la mia aura con vigore, così da allontanare quelli che mi sono più vicini, quindi mi incammino lesta anch'io verso Giichi, per portare lo scontro il più al centro possibile della pazzia, così da evitare che qualcuno possa essere coinvolto. L'elettricità si fa palpabile, diventando estensione di me, vorticando in scariche empie e violente intorno al mio corpo. E' la resa dei conti. Uscirò vittoriosa!

Lo scontro è immane, tra un po' i nostri colpi cozzeranno esplodendo di violenza. Pochi passi, ancora pochi passi e poi sarà battaglia senza alcuna pietà...



K-BROOOOOOOOOOOM






Un fulmine nero come la pece cade dal cielo, violento e devastante, frapponendosi all'idiozia dei due contendenti. Un fulmine più santo degli dei e più forte della rabbia, il Sacro Fulmine della Ragione. Il Mio fulmine, che ora stordisce sia Giichi che Shiroko, lasciandoli a terra a cercare di capire cosa sia accaduto. Intorno a me, tre dei Jonin più forti e fidati di Kumo, che come me avevano deciso di non schierarsi in questa assurda scaramuccia che sta distruggendo il nostro amato villaggio.

Ma ora è il momento di smettere. Tiro via dalla voragine che ho creato il mio tridente, quindi lo roteo per poggiare la base a terra, mostrando sia lui che il mio braccio rigido e pronto alla battaglia con chiunque oserà opporsi. I miei occhi, impassibili, girano per la folla, cercando eventuali scintille di ribellione per dare l'ordine di soffocarle, ma per il momento tutto tace. La mia fama mi precede... Come sempre. Beh, il Fulmine Purificatore è arrivato, ed è il momento di epurare questo villaggio, una volta per tutte.


« Basta con le stronzate, falsi Raikage. » esprimo cruda e diretta il mio disappunto, fissandoli dall'alto al basso, mentre rintontiti sollevano lo sguardo verso di me.
 
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view post Posted on 9/5/2016, 22:52     +1   -1
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Passano diversi istanti, i quali sembrano ore per Ying, finché non nota con la coda dell'occhio una ragazzina pallida dai capelli bianchi che la affianca, dandole ragione. Avrà sì e no tredici anni, non ne è sicura, ma la cosa che la colpisce maggiormente sono le sue iridi rosee; mai aveva visto un colore del genere, però da quando la giovane shinobi è arrivata lì ha imparato a non stupirsi più di nulla.
Neppure un istante dopo un'altra ragazzina si aggrega a loro, questa però ha i capelli e la pelle scura, mentre gli occhi sono azzurri, messi in risalto dai vestiti del medesimo colore.
L'espressione della ragazza è seria mentre lei osserva entrambe, senza però essere ostile, al contrario è dispiaciuta. Delle shinobi così giovani, per quanta maturità ostentassero, sicuramente molta di più di quella di chi, più grande di loro, ha provocato tutto ciò, non dovrebbero neanche trovarsi lì in mezzo.

In quel momento Ying nota del movimento alla sua destra e, voltandosi, vede indietreggiare il ragazzino che ha aiutato; sta andando in direzione opposta a quella della folla, la quale sta avanzando per esprimere la propria opinione a riguardo.
Lo osserva per un istante, non gliene fa certo una colpa se è tanto spaventato da non farsi avanti, anzi...

"Aspetta!"
lo chiama, sperando che abbia la decenza almeno di fermarsi, quindi, dopo aver lanciato una breve occhiata in direzione di dove sta avvenendo uno scontro tra i due leader, si gira verso le due ragazzine, tenendo d'occhio anche quanto sta avvenendo tra Shiroko e Giichi. "Dovete andarvene da qui subito, è meglio restare uniti però, vi accompagno io," dice loro in modo rassicurante, andando quindi in direzione opposta a dove sta per avvenire la battaglia, della quale sente già l'elettricità nell'aria alle sue spalle; si fa largo il più veloce possibile tra la gente, verso l'uscita più vicina, mentre cerca invano Makuto con lo sguardo.

La tensione è alle stelle, stavolta però non proviene da nessuno dei rivoltosi, che al contrario sono chi intimorito e chi invece eccitato nel sapere l'esito dello scontro. La shinobi controlla dietro di sé per assicurarsi che i ragazzini la stessero seguendo, in quel momento un fulmine nero come la pece squarcia il cielo e lei si ferma, tutto si ferma. Mai in vita sua ha visto un dominio di tale portata, fissa intimorita e al tempo stesso affascinata quella dimostrazione di controllo e potere sull'elemento; vuole arrivare a quei livelli di dominio del fulmine.
Si sposta di lato per vedere meglio, guardando con attenzione laddove le è possibile, è solo allora che capisce che qualcosa non va: non riesce a vedere né la Sacerdotessa né tantomeno il Raikage, quattro figure ora se ne stanno in piedi vicino a dove i due suddetti stavano per combattere. Tra questi una donna dai capelli bianchi se ne sta in piedi, il suo sguardo è severo, distaccato e tutto di lei denota una certa esperienza in battaglia; le sue movenze sono sicure, perfette, come lo è la sua voce quando pronuncia a gran voce la sua opinione in merito.

Ying la guarda accigliata, non sapendo bene che fare. Se però nessuno sta osando contraddire la donna, stavolta ritiene saggio fare altrettanto.
Abbassa lo sguardo accigliato verso i ragazzini che stava accompagnando per assicurarsi che fossero ancora lì con lei, e allora la sua espressione si ammorbidisce come a volerli rassicurare. Sta per annunciargli di seguirla verso l'uscita quando...

"Se è scesa in campo lei, posso solo immaginare cosa significhi."
La voce, bassa, di Makuto la fa sobbalzare e lei si volta a sinistra, trovandolo al fianco del giovane shinobi più lontano da lei, chiudendo quindi la fila, con le braccia conserte ed un'espressione grave. "Qualsiasi cosa succeda, non fiatate, non muovetevi da qui finché non sarà tutto finito e soprattutto non contradditela... mai." Ying lo guarda con espressione perplessa, tuttavia non commenta. Il modo in cui ha espresso le sue parole le fa capire che è meglio seguire il consiglio. Così lei lancia l'ennesima occhiata al gruppetto di ragazzini per controllarli e li rassicura ancora una volta, anche se è poco convinta delle sue parole, "Andrà tutto bene."
Infine rimane ferma a osservare la scena ed attende.
 
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view post Posted on 11/5/2016, 17:35     +1   -1
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Se ne accorge dopo qualche minuto della sua presenza la Shinobi dagli occhi ambrati: Shion scruta bene quella ragazza che – solo ora ci fa caso – pare essere decisamente più grande di lei; nel villaggio però non l’ha mai notata, che sia una Genin?
Impossibile, non l’ho mai vista in Accademia
La osserva quindi incuriosita finché un’altra presenza fa capolino accanto a loro - l’arrivo di Honami è accompagnato dalle sue parole di consenso con il discorso della mora. In un attimo che le sopracciglia della sedicenne s’incurvano, lo sguardo si fa preoccupato, una preoccupazione che la piccola Yotsuki avrebbe facilmente letto negli occhi della più grandi quando questi si sarebbero incontrati: certo, Honami ha coraggio da vendere, molto più di quanto ne abbiano certi adulti – sicuramente più di lei - ma è ancora una bambina e Shion non vuole che si faccia del male per essersi immischiata in qualcosa più grande di lei.
Da che pulpito poi, non può che pensare nascondendo la testa tra le spalle. Anche lei non dovrebbe essere lì, non dovrebbe esserci nessuno : è qualcosa che i due Kage dovrebbero risolvere solo ed unicamente tra loro – la ragione per cui tutti gli abitanti sono qui, la ragione per cui lei è qui, è semplicemente l’amore per Kumo.
È proprio la voce del villaggio ora a rispondere ai due Kage: molte voci si levano dalla folla e, nota Shion rincuorata, la maggioranza di esse ripete a gran voce il nome della sacerdotessa, tanto che ben presto nelle orecchie della giovane risuona solamente la parola “Shiroko”. Si volta quindi attorno, notando prima lo sguardo d’apprensione della Kunoichi padrona del Katon, poi il ragazzino che stava accanto alla mora il quale, tremante, indietreggia. Non può non immedesimarsi nel giovane: vorrebbe andarsene, cercare la propria famiglia e tornare tra le mura sicure della propria casaanche lei ha paura, ma ora più che mai devono essere uniti, non necessariamente gettarsi sul campo di battaglia. Quando persino la ragazza dagli occhi ambrati intima al ragazzo di rimanere con loro Shion trova il coraggio sufficiente per muovere qualche passo verso di lui ed afferrargli la mano:
“S-se vuoi il bene di q-questo villaggio, rimani qui” non è affatto un ordine: gli parla con tono flebile, il balbettio accennato nella voce indice della sua agitazione.
“L’aiuto di c-chiunque è prezioso…a-andrà tutto per il m-meglio…”
Nel proferire quella rassicurazione la vocetta della ragazza diventa appena percepibile: quali saranno gli esiti di tutto quello che sta succedendo?
Gli lascia andare la mano e si volta nuovamente, non prima di gettare un ultimo sguardo in direzione dello Shinobi: spera che le sue parole siano servite – non può costringerlo, la scelta sta solo a lui; è propria allora che intercetta il principio di scontro tra i due Raikage - mentre Shiroko è avvolta da un’armatura di fulmini, centinaia di armi vorticano intorno al corpo di Giichi. Le iridi rosate di Shion si sgranano, istintivamente la ragazza arretra di un passo: p-perché lo stanno facendo? Non dovrebbero risolverla così la questione! Una battaglia per risollevarsi da una guerra civile?
La Kunoichi accanto a lei ed Honami rivolge uno sguardo dispiaciuto alle due studentesse, l’ennesimo, e si propone di portarle via da lì – che abbia notato la sua insicurezza? Non potrebbe mai nasconderla ad ogni modo: di paura ne ha tanta, troppa adesso, mentre – pietrificata ed impotente – osserva l’imminente battaglia. Il fulmine che dà lì a pochi istanti squarcia il cielo – un fulmine nero, non un fenomeno naturale come il precedente – prende tutti alla sprovvista; colpisce i due Raikage, li manda al tappeto, ed è allora che una terza figura si fa spazio tra la folla. Shion è certa di averla vista da qualche parte: è una donna dalla stazza imponente, una lunga chioma candida – simile alla propria – e due occhi gialli, che la fecero sussultare. Non sono caldi, ambrati e rassicuranti come quelli della Kunoichi, ma freddi, duri, tanto da incutere un senso di timore e riverenza nel solo osservarla - il tridente che stringe tra le mani poi non fa che rafforzare l’immagine di donna forte, guerriera ed intransigente. Non c’è bisogno che sia la voce dello Shinobi che accompagna la mora a farle capire che non devono osar fiatare - riafferra nuovamente la mano della piccola Honami quando il soprannome della donna le sovviene alla mente: “Fulmine Purificatore” la chiamano. Non ne ha mai sentito parlare in prima persona lei che è solo una studentessa, ma il nome è spesso stato fatto da Tsubaki e suo padre.
C-cosa vorrà fare?
"Andrà tutto bene" dice la Kunoichi e Shion non può far altro che limitarsi ad osservarla con occhi preoccupati: andrà tutto bene…
Andrà tutto bene?
 
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.:.Valeria.:.
view post Posted on 12/5/2016, 22:05     +1   -1




CITAZIONE
"Parlato Honami"
*Pensato Honami*

Dopo il loro piccolo trionfo di sicurezza e coraggio, anche altri decisero di partecipare. Le opinioni erano contrastanti, come avevano confermato anche gli scontri di poco prima, ma la maggior parte tifava Shiroko. Honami ne fu contenta. Basta violenza, bisognava comandare Kumo in modo giusto, così come aveva detto la ragazza del Fuoco, altrimenti sarebbero rimasti da soli. Via via lo spazio che si era creato di fronte a loro tornava a chiudersi, coprendo la visuale sui due Kage ad Honami. Tutti spingevano per avanzare, per dire la loro, eccetto qualcuno più impaurito. Tra di essi c’era anche il ragazzino dai capelli marroni che la ragazza aveva aiutato. Sia Shion che la straniera richiamarono la sua attenzione, ma Honami era distratta da altro. Forse spinti dall’incitamento della folla, i due reggenti sembravano in procinto di voler combattere. Le era venuto in mente che uno dei due si sarebbe dovuto arrendere, ma non c'era bisogno che combattessero.

Non aveva mai visto di cosa erano capaci, ma i suoi le avevano raccontato di quanto fossero stati forti in guerra. Giichi sapeva attirare e utilizzare le armi con il Magnetismo, mentre Shiroko.. Aveva il suo stesso sangue Yotsuki nelle vene. Il padre le aveva mostrato l’Armatura Raiton.. Era spettacolare e fortissima. Quando alzandosi sulla punta dei piedi vide tantissime armi vorticare intorno al Raikage e che l’aria intorno a Shiroko cominciava a diventare elettrica e ad assumere una colorazione azzurrognola si rese conto che rimanere lì non era saggio. Dovevano allontanarsi e con loro dovevano allontanarsi anche tutti gli altri.

“Dobbiamo andare via di qui..”

Disse voltandosi verso le sue due compagne – anzi tre compagni contando anche il ragazzo timido – di disavventura. Fortunatamente anche la straniera aveva capito la situazione, così come Shion. Entrambe le sembravano tanto preoccupate.. Si leggeva ad entrambe in faccia cosa stanno provando, gli occhi specchio dell’anima. Lei invece come si sentiva? Aveva paura? Era preoccupata? Non sapeva dirlo. Era scesa in strada, aveva seguito quei due ragazzi e si era trovata lì, come sempre in una situazione non proprio favorevole quando si trattava di agire impulsivamente.

Aveva ancora l’adrenalina in corpo per gli scontri di poco prima, le gambe le tremavano e un velo di sudore freddo le impelava la fronte. Si era resa conto troppo tardi che gli abitanti di Kumo erano giunti a quel livello di esasperazione. I suoi le avevano accennato che le cose non andavano molto bene, in Accademia qualche ragazzino aveva parlato dei discorsi che facevano i genitori, ma quel macello non se lo aspettava proprio. La confusione iniziale, le urla di dolore, il silenzio tombale e poi di nuovo le grida di incitamento, si erano susseguite così veloci in quella serata da opprimerla. Voleva andarsene da lì. Tutti dovevano andarsene via. Non era saggio rimanere. L’avevano capito anche loro che quello che stavano facendo – avvicinarsi ai due kage – non era buono?

Il gruppo cominciò ad incamminarsi lontano da quello che in pochi istanti si sarebbe trasformato in un campo di battaglia e Honami non esitò ad andare con loro, spingendo nella stessa direzione quanta più gente poteva tra un “Non avvicinatevi!” e un “Andate via di qua!” oppure “Vieni con noi! Stanno per combattere potresti farti male”. La maggior parte delle persone la scansava indispettita, mentre i più insicuri si univano al loro piccolo corteo.

Corteo che però non durò molto. Il suo corpo si accorse del boato prima della mente. La terra tremò. I muscoli si immobilizzarono, facendola fermare sul posto, una frazione di secondo prima che le orecchie udissero effettivamente il rombo alle loro spalle. Così come le palpebre che si serrarono a causa della fortissima luce.

*E’ iniziata.. Uno dei due tra poco morirà.. Dobbiamo sbrigarci!*

Strinse i denti e quando riuscì a riprendere il controllo del corpo si voltò, aspettando di vedere i due Kage intenti in uno scontro mortale. Era bassa, non riusciva a vedere bene quindi si dovette mettere sulle punte. Si accorse però che non vedeva le due figure non per via della scarsa statura, ma perché non erano più in piedi. Lì dove i loro corpi si sarebbero dovuti scontrare c’era una terza persona. Capelli bianchi, occhi gialli e tridente enorme in mano. Inconfondibile.

“La conosco quella..”

Le sfuggì in tono sorpreso. I suoi genitori parlavano sempre di quella donna. In guerra aveva fatto cose assurde e sebbene non l’avesse mai vista di persona sapeva bene chi fosse. Faceva parte dello stesso Clan di sua madre, come Shiroko di quello del padre. Insieme a lei altri tre ninja di Kumo riempivano lo spazio tra i due Kage a terra. Loro li aveva visti spesso in giro per il Villaggio invece, erano molto famosi.

*Che ci fanno qui?*

Si chiese. Perché erano arrivati? Era già pronta ad uno scontro mortale tra i due Kage e la comparsa di quei quattro Jonin non se l’aspettava proprio

"Non è che vogliono combattere anche loro?!"

Domandò preoccupata. Era davvero la fine se tutti e sei sfoggiavano le loro abilità. Kumo sarebbe stata spazzata via in una sola notte. Altro che Watashi.

Se fino a pochi attimi prima l’atmosfera sulla piazza era piena di urla di incitamento, in quel momento nessuno parlava. Tutti erano in attesa. Nessuno sapeva che fare. Shion affianco a lei era spaventata e preoccupata. La straniera era – giustamente – confusa. Il ragazzino non riusciva a vederlo ma forse anche lui se la stava facendo addosso. Allungò la mano verso quella di Shion e la strinse. Lo fece più per rispondere a quello sguardo preoccupato, ma si rese conto che il contatto la fece sentire meglio. Cercò di assumere un’espressione sicura di sé per rassicurarla, ignorante su cosa in realtà potessero trasmettere i suoi occhi. Nel villaggio i ninja appena apparsi erano famosi e i suoi gliene parlavano sempre bene, forse se erano comparsi loro la situazione si sarebbe risolta per il meglio. Vero? Forse non volevano combattere come stava pensando prima. Giusto?

Una voce al suo fianco la fece sobbalzare. Si voltò e vide l’uomo che l’aveva aiutata con le lame di vento contro la Kunoichi. Affermò che non dovevano fiatare, non dovevano muoversi e non dovevano contraddire la donna che si era appellata ai reggenti come “falsi kage”. Inoltre disse che tutto quello poteva significare solo una cosa. Perché falsi Kage? Non erano loro a comandare il paese?

“Perché dici così? Cosa significa tutto questo?”

Chiese all’uomo portandosi una mano davanti alla bocca in modo che solo lui e i suoi compagni lì vicino potessero sentirla, ma non i Kage e i Jonin al centro della piazza.


EDIT: Corretti ORRORI grammaticali


Edited by .:.Valeria.:. - 13/5/2016, 08:40
 
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view post Posted on 14/5/2016, 11:13     +1   -1

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Il popolo acclamava la sua Kage, e il nome di Shiroko veniva sussurrato, pronunciato e gridato da molte voci. Reijiro, in mezzo a quel trambusto, sentiva la propria sicurezza venir sempre più a mancare: perché non se ne era stato a casa!? Chi glielo aveva fatto fare?

Spinto dalla curiosità si era cacciato in un guaio tremendo, questo pensava mentre arretrava involontariamente.

Le ragazze che erano con lui, perfette sconosciute incontrate per caso, si accorsero di quanto fosse spaventato e disorientato. La donna dai capelli castani, quella tanto abile a maneggiare il fuoco, si limitò a richiamare la sua attenzione. "Aspetta" gli disse, come se potesse aver davvero qualche effetto. (Cosa vuole da me...?) si domandò lui, il cuore che non la smetteva di premergli contro lo sterno.

La piccola kunoichi dai candidi capelli, invece, gli si avvicinò e, con decisione, gli afferrò la mano. Quel contatto forzato non gli piacque per nulla, si sentiva quasi minacciato, oppresso e circondato, senza fuga, peggio di prima. Ma dalle sue parole stentate e a tratti tremanti capì che lei era spaventata tanto quanto lui ma, con una volontà d'animo non indifferente, si era imposta di porre il futuro del villaggio prima di tutto.

Reijiro non poté che fissarla negli occhi, ammirando il suo spirito combattivo e domandandosi quanto da lei avesse da imparare. Lui che si era promesso tante volte di non vacillare più, lui che voleva soddisfare le aspettative di Hideki e della sua famiglia. Lui che voleva cambiare!

Il suo sguardo si riempì di determinazione, i pugni si strinsero, e un timido sorriso sbocciò sul suo volto.

Reijiro: O-ok, resterò per d-darvi una mano! esclamò, sperando di non fare una figura da scemo.

Voltandosi verso i due shinobi belligeranti non poté che stupirsi delle loro dimostrazioni di potere: Shiroko era circondata da un'aura scoppiettante e baluginante, mentre Giichi faceva vorticare numerose armi come fossero ramoscelli in un uragano. La situazione si stava facendo drammatica, per loro non era un buon posto dove stare. Per nessuno di loro!

La ragazza fiammeggiante sembra avergli letto nel pensiero e propone di allontanarsi dalla piazza: Reijiro non avrebbe potuto essere più d'accordo e la seguì senza fiatare, guardandosi nervosamente attorno. Aveva notato come i simpatizzanti di Giichi avessero perso ogni intenzione di combattere ma non si poteva mai essere certi.

Mentre si accorsecon disappunto di non aver fatto caso alla nuova arrivata dai vestiti indaco, un boato lo percosse fin nello spirito; si voltò di scatto, temendo per il peggio, e la vide: alta, forte, decisa, inflessibile, il suo tridente svettava sopra la folla come la sua determinazione. Aveva steso i due kage senza sforzo alcuno e si stagliava senza timore di fronte al popolo di Kumo.
Reijiro la riconobbe immediatamente, collegando i numerosi racconti dei genitori: era il Fulmine Purificatore!
Le sue gesta non avevano bisogno di essere narrate, grande eroina della Guerra e uno dei migliori shinobi di Kumo. I tre ninja vicino a lei, anch'essi notevolmente famosi, scrutavano la folla con attenzione in cerca di rivoltosi.

La donna non tardò a parlare, sputando parole pesanti sui due contendenti, e sembrava decisa a voler riprendere in mano la situazione.

???: Qualsiasi cosa succeda, non fiatate, non muovetevi da qui finché non sarà tutto finito e soprattutto non contradditela... mai. affermò un uomo vicino a loro, forse amico di una delle ragazze.

Il genin comprendeva le sue parole e lungi da lui non prestarvi orecchio. Rimase bloccato, teso, senza spostare di un millimetro gli occhi dalla scena centrale.

Come già aveva capito, dopo quella notte la Kumo che conosceva sarebbe stata spazzata via.



 
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view post Posted on 21/5/2016, 08:35     +1   -1

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A volte avere un nome ti salva la vita. In questo caso, avere un nome ha salvato un intero villaggio. La folla, di ambo le fazioni, è rimasta muta alla mia presenza, rilasciando nell'aria umida solo qualche sibilo confuso. Che si tratti di proteste o meno, non mi interessa. Le parole che sgusciano sotto voce hanno lo stesso valore dei vermi che le pronunciano. Assottiglio gli occhi, lanciando rapide occhiate ai miei sottoposti, quindi con un cenno reciproco del capo, afferrano immediatamente l'ordine impostogli. Si muovono rapidi, prima che sia troppo tardi. I due Yotsuki si mettono uno di fronte a Shiroko, l'altro di fronte a Giichi, lasciando Akuma in mezzo, ad occhi chiusi e mani guizzanti a smuovere la sua energia. Io, dalla mia posizione, sono pronta a decretare il loro destino, come mi è stato imposto e com'è giusto che sia.

« Yotsuki Shiroko, Ishiyaki Giichi, vi dichiaro in arresto per nome di Kumo, con l'accusa di tradimento. Verrete condotti alle prigioni di Kumo e poi gli anziani del villaggio decideranno quale sarà il vostro destino. Questo è quanto stato deciso. Questo è quanto verrà fatto. »

E negli occhi di entrambi si mosse una sola emozione. Disperazione. Non mi piace l'idea di fare ciò che sto per fare, ma loro stessi non si rendono minimamente conto di quanto le loro azioni ci stavano e ci stanno mettendo in pericolo. Forte di questa convinzione, ho accettato di fare ciò che sto facendo. Sul volto della pallida immediatamente si dipinge la rassegnazione... Ma Giichi... Oh, Giichi non è mai stato un tipo facile. Stringe i denti, fino a farli stridere, arrossendo il volto in una maschera di rabbia e frustrazione. « Che stronzate stai dicendo, Gekiretsu?!? IO TI HO TRASFORMATA IN QUELLA CHE SEI, E ORA - » Non c'è nemmeno bisogno che dia l'ordine ad Akuma, dato che non appena il bestione accenna a volersi rialzare, immediatamente lancia contro entrambi una delle sue migliori illusioni, facendolo ritornare a terra in un pesante sogno. Fortunatamente, Shiroko non ha opposto resistenze. Il suo clan è particolarmente resistente alle illusioni... Ma la pallida qualche briciolo di buon senso ce l'ha per capire quando è il momento di starsene zitta e in disparte. Non appena i loro capi toccano il terreno, i due Yotsuki sotto il mio comando si occupano di catene e lucchetti, prima che gli altri Jonin fedeli alla Nuvola arrivino a recuperare i due.

Questa è fatta. Il problema ora? Kumo stessa. Rovesciamenti di questo genere, per quanto necessari, non sono mai semplici. Specie durante una guerra civile. Specie quando a vincere non è nessuna delle due fazioni in guerra. Molti già sono fuggiti chissà dove, per la paura delle conseguenze. Fatto sta che, tra gli ufficiali e gli shinobi più esperti che si sono mossi in questa assurda scaramuccia che ci stava portando alla distruzione, molti che tanto affannosamente si sono portati su questa piazza per la "resa dei conti" se la sono data a gambe. Schifosi. Questo è l'onore e il dovere che c'è a Kumo? Bah. Muovo il tridente, facendo un passo verso quanto resta della folla raccolta. Osservo silente i volti confusi della gente, gelida come mio solito. Finito il mio primo dovere, è il momento di prendere in mano quello più pesante.

« Villaggio della Nuvola, questo è quanto sta accadendo nella nostra terra natia. Da quando questa storia è iniziata, Kumo ha solo subito danni. Incendi, rivolte, attacchi, pestaggi, malelingue, inganni. La nostra economia sta morendo per colpa di una scaramuccia, il nostro nome viene infangato di fronte al resto del mondo ninja. E voi avete parte della colpa. Dove eravate, quando tutto questo è cominciato? Che cosa avete fatto per fermare il caos della rivolta? Sapete darmi una risposta, eh? »

No. Non sarò leggera. La colpa è loro quanto quella degli altri due. Che siano dalla parte di Giichi o dalla parte di Shiroko poco importa. Si sono lasciati trascinare in una cosa che non doveva nemmeno iniziare. E' giusto che anche Kumo paghi per questo. Non avevamo nemmeno fatto in tempo a ricostruire il nostro villaggio dopo il Morbo, e ora questo. Il fuoco arde tutto intorno a me. Intere costruzioni distrutte. Non mi aspetto che qualcuno alzi la voce a rispondere alle mie provocazioni, ma anche se fosse, poco importa.

« Voi avete un debito nei confronti di Kumo. Fra tre giorni, chiunque sia in grado di reggere un martello, farà la sua parte nella ricostruzione del villaggio. Chiunque sia in grado di reggere una zappa, aiuterà a far ricrescere le provviste che sono state distrutte. Non importa che siate civili o shinobi. Tutti dovranno fare la loro parte. Esigo che Kumo torni quella che è sempre stata entro un mese e non di più. Se qualcuno ha da ridire, può trovarmi nel palazzo del Raikage. Ora tornate alle vostre dimore. Adesso. »

Non mi piace. Non mi piace essere così dura, ma è necessario. Specialmente adesso. Devo far capire, specialmente ai Jonin e ai Chunin del villaggio, chi è che ora tira le redini. Colpirli sul muso con un giornale è il minimo che posso fare. Lancio un ultimo occhio alla folla, quindi mi avvicino verso i corpi di Giichi e Shiroko, pronta a dare una mano per il trasporto in prigione... Devo solo sperare che quanto ho detto sortisca l'effetto desiderato.



 
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Ying osserva con un misto di curiosità e perplessità la scena che le si para dinnanzi. Nel frattempo Makuto si porta l'indice sul naso per dire alla giovane di restare in silenzio, prima di rispondere con calma alla domanda della ragazzina, senza voltarsi: "Ora lo vedrai".
Quello che accade in seguito lascia un po' sbigottita la ragazza che, per quanto dispiaciuta nei confronti di Shiroko, non può far nulla per aiutarla.
Quando finalmente, dopo una bella ramanzina da parte della donna verso il villaggio, quest'ultima li congeda, Makuto si accerta che nessuno attorno a loro risulti minaccioso e si concentra sul loro gruppetto.
"Direi di andarcene, Ying," dice gentilmente l'occhialuto alla kunoichi, più calmo rispetto a prima.
Lei incrocia il suo sguardo, ancora un po' perplessa sulla situazione attuale.
"Aspetta," risponde, girandosi verso i ragazzini, ignorando lo sguardo interrogativo del ragazzo. "Siete insieme a qualcuno o dobbiamo accompagnarvi?" chiede loro la giovane.
 
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Un sorriso timido si dipinge sulle labbra della piccola studentessa: che il ragazzo abbia deciso di restare con loro le fa tanto, tanto piacere - una dimostrazione di coraggio non da poco.

La domanda di Honami è spiazzante: non sa di ciò che sta accadendo? Lo sguardo di Shion si raddolcisce, guarda intenerita la giovane compagna - quanto terribile sarà stato trovarsi all'improvviso in quel putiferio? In quel frangente la giovane si avvicina alla più piccola, poi l'attenzione di tutti è di nuovo su i due Kage e su di lei, il Fulmine Purificatore: esilio, questo è il verdetto - Shiroko abbassa il capo sconfitta, Giichi tenta inutilmente di opporre resistenza.

C-che sia lei ciò di cui...abbiamo bisogno? È forse quella donna la risposta ai problemi di Kumo?

Accade tutto così velocemente che la sedicenne non riesce a metabolizzarlo subito: per un attimo l'assale il terrore che Gekiretsu Reisei voglia rivoltarsi contro la popolazione, ma quello che da è solo un ammonimento - e il compito di cambiare, di cambiare quello che è diventato un villaggio distrutto, corrotto, morente. Le sue richieste possono apparire troppo? Non lo sono, perché la rivolta non l'hanno voluta solo la Yotsuki e l'Ishiyaki, ma l'intera popolazione che ha dato manforte all'una o all'altro senza pensare ad una via di mezzo.
La distoglie la voce della kunoichi mora, che si premura perfino di chiedere ai ragazzi più giovani se hanno bisogno di una mano:

"O-oh, grazie, non ce n'è bisogno"

"H-hai visto? Non è andata così male. Sei stato molto coraggioso a rimanere ehmm…"

Si è rivolta al ragazzo adesso, a…

A pensarci bene non conosco ancora i loro nomi e… non mi sono ancora presentata!

“Sono Shion Akiyama, studentessa, piacere”


Non sa bene cosa fare, e accenna ad inchino di riconoscimento verso lei e il compagno.

"Vi ringrazio per il vostro aiuto, a presto!"

Una presentazione rapida, altri ringranziamenti, poi si congeda, avvicinandosi alla piccola Yotsuki

"Honami-chan, ti va di venire con me?"


Deve ancora cercare la famiglia, ma può approfittarne per accompagnare la dodicenne a casa sua – le pare di aver capito che sia uscita senza che nessuno lo sapesse e sarebbe meglio rincasasse il prima possibile.
Lo sguardo di Shion slitta dalla studentessa, alla folla ad una chioma bianca che compare improvvisamente dinanzi al suo campo visivo



Una chioma bianca fin troppo nota!

“R-Ran!” e non solo lei - dietro la sorellina vede Tsubaki, persino suo padre: gli abiti sono e i capelli sono un disordine totale, segno che – come immaginava – hanno preso di buon grado parte agli scontri

“Dove eravate finiti? M-mi avete fatto preoccupare…”

“Beh, diciamo che il villaggio aveva bisogno di noi. Piuttosto tu, come stai? Eravamo certi stessi venendo con noi!”


Sospira semplicemente alla risposta di suo padre: lei non si è fatta male, tantomeno loro – si può dire che agli Akiyama sia andata di lusso questa volta.

“Chi è lei?”

La voce invadente e quanto mai improvvisa di Ran la fa voltare di scatto: la giovane si avvicina un po’ di più alla più piccola e solo dopo risponde ad entrambi i famigliari

“Si, tutto bene. Lei è Honami, una mia compagna di accademia. Loro sono mio padre e le mie sorelle, Tsubaki e Ran”

La più giovane annuisce disinteressata, la più grande e Yutaka si presentano: suo padre pare intuirlo che la figlia voglia restare ancora con la Yotsuki – afferma che loro tre andranno a casa, quindi le raccomanda di non tardare troppo.

Sono stanchi, questo è certo: papà e Tsubaki si saranno sicuramente occupati dei malati e Ran non sarà stata da meno nel corso delle battaglie…


Li saluta in fretta, e finalmente la sua attenzioni si concentra sulla persona alla quale desidera darne da prima che il discorso della nuova Raikage iniziasse:

“Ti andrebbe se ti accompagnassi a casa? I tuoi saranno di certo in pensiero, non so quanto sia sicuro girare da sola…”

La mano pallida stringe quella più scura della ragazzina, in un gesto di rassicurazione:

“Tutto bene? Come ti senti?”
 
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.:.Valeria.:.
view post Posted on 26/7/2016, 11:20     +1   -1




Legenda
"Parlato Honami"
*Pensato Honami*

L’uomo non le fu molto d’aiuto, ma la spiegazione le arrivò direttamente dal Jonin a capo di quella scenetta. Ciò che annunciò ai due Kage era una sentenza bella e buona. Honami ne fu sorpresa, ma anche sollevata. Era passata dall’idea di una resa, allo scontro mortale ad una sconfitta di entrambi, apparentemente senza nessuna violenza. Quando l’omaccione muscoloso tentò senza troppa eleganza di sollevarsi contro il Fulmine Purificatore, Honami trattenne il respiro

*Oddio.. Adesso la uccide..*

Ma invece svenne, senza motivo, così come Shiroko. Era finita? No.. Minacciosa così come era comparsa, la donna si rivolse alla folla.

*No.. Aiuto…*

Fortunatamente però parlò solamente. Un altro sospiro di sollievo. L’adrenalina per quei cambi repentini di emozioni la faceva stare sull’attenti.

Le parole furono dure, ma, con il senno di poi, anche giuste. Honami si sentì colpevole delle accuse fatte nei confronti del villaggio ed un broncio comparve inevitabilmente sul suo volto. Ora che non c’era più da temere per la vita degli abitanti del villaggio, poteva tranquillizzarsi ma quella che ormai era la nuova Kage aveva accusato tutti loro di non aver fatto nulla. Come poteva fare qualcosa se non sapeva niente? Era tutta colpa dei suoi genitori che non le avevano raccontato come stavano davvero le cose. E poi, perché nemmeno loro avevano fatto nulla? Doveva parlarci. Quando la donna invitò, anzi meglio, ordinò a chiunque si tenesse in piedi di dare una mano con la ricostruzione del villaggio, la ragazzina gonfiò il petto.

*Non ho fatto nulla prima! Ma darò una mano a ricostruire il villaggio!*

Certo, di mezzo c’era anche l’Esame Genin, ma non era un problema.

Quando tutto finì, un mormorio si alzò dalla folla. Se qualcuno era in disaccordo con ciò che era appena successo doveva risponderne direttamente alla nuova Reikage, ma Honami non sapeva fino a che punto ci fosse qualcuno tanto sciocco. Certo chi era fermamente schierato dalla parte di qualcuno poteva essere deluso da come si era risolta la situazione, ma le parole della donna facevano riflettere: era colpa di tutti se si era arrivati a quel punto.

L’uomo del vento e Ying – così si chiamava la ragazza del fuoco – annunciarono che sarebbero andati via, prima però che la straniera si preoccupasse per loro. Shion rispose prontamente. Honami era lì da sola, ma non era quello il problema. I suoi erano al sicuro in ospedale. La ragazza dai capelli bianchi si presentò. Cavolo è vero..

“Io sono Honami Yotsuki, piacere”

Annunciò ai due e al ragazzino timido, al quale la compagna d’Accademia chiese il nome. Quando poi le chiese se voleva andare con lei, Honami annuì, ma non fece in tempo a dire nulla che Shion chiamò qualcuno e si diresse come un fulmine da quella parte. Honami la seguì, salutando gli altri con la mano.

Il qualcuno era la sua famiglia, tutti con i capelli bianchissimi. Furono sollevati di essersi ritrovati. Honami fu presentata come una compagna d’Accademia di Shion, dopo che la più piccolina e curiosa delle sorelle si interessò a lei. Honami sorrise alla bambina per poi alzare le spalle quando questa si disinteressò.

“Piacere, Honami Yotsuki”

Poche parole per congedarsi ed infine Shion le chiese se poteva accompagnarla a casa. Perché no? Le avrebbe fatto molto piacere. Annuì sorridendole. Fu proprio in quel momento che finalmente l’adrenalina cominciò a dileguarsi. Era tutto finito. Erano al sicuro e potevano tornare a casa. Decise che le avrebbe offerto una tazza di camomilla. Quindi si incamminarono mano nella mano, nel flusso di folla, verso casa sua.

Quando Shion strinse la presa e le chiese come stava e se era lì da sola, preoccupata per lei, Honami sorrise per rassicurarla

“Sì, sono qui da sola, ma i miei lavorano in ospedale e stanno facendo il turno di notte, quindi sono al sicuro. Io come sto? Bho! Qui è tutto un casi…”

Ma non riuscì a finire che qualcuno le andò a sbattere. C’era troppa gente per parlare. Sbuffò e cercò di sovrastare il vociare

“Shion-chan, ti andrebbe di rimanere da me per una tazza di camomilla? Qui è impossibile parlare!”

E la trascinò cercando di farsi spazio tra la folla. Magari le avrebbe chiesto anche qualche cosa in più sulla rivolta. I suoi famigliari sembravano sapere tutto.


Continua qui

Finalmente ce l'ho fatta. Questo è il mio ultimo post qui, la chiacchierata Honami e Shion se la fanno a casa. Quindi dopo il post di Len abbiamo finito \\[T]//

EDIT: inserito link a discussione successiva


Edited by .:.Honami.:. - 8/8/2016, 15:39
 
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view post Posted on 4/10/2016, 11:26     +1   -1

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La donna prese parola con tono severo, rimproverando tutto il villaggio: ogni singolo abitante di Kumo ricevette la sua pesante parte di colpa.
La Nuvola era moribonda, soffocata dalla sua stessa politica, e Gekiretsu era giunta per risolvere la situazione, con le buone o con le cattive. A giudicare da cosa era successo quella notte, le buone non si erano viste nemmeno di sfuggita.

Reijiro non seppe che pensare, ancora spaventato e confuso dall'inarrestabile flusso degli eventi: era ancora un ragazzino, timido ed isolato per giunta, senza una chiara idea di cosa fosse giusto o sbagliato per un intero villaggio.

Chinò il capo sentendosi stranamente colpevole, un neogenin che ancora nulla aveva fatto per il suo villaggio, ma credette di capire il punto di vista della nuova Raikage: voleva il bene della sua gente e voleva salvarla da loro stessi. Certo, i metodi erano piuttosto diretti ma le intenzioni non potevano essere migliori.

Gekiretsu: Voi avete un debito nei confronti di Kumo. Fra tre giorni, chiunque sia in grado di reggere un martello, farà la sua parte nella ricostruzione del villaggio. Chiunque sia in grado di reggere una zappa, aiuterà a far ricrescere le provviste che sono state distrutte. Non importa che siate civili o shinobi. Tutti dovranno fare la loro parte. Esigo che Kumo torni quella che è sempre stata entro un mese e non di più.

Di nuovo, dura come un pugno nello stomaco, ma uno di quei pugni che sotto sotto sai di meritarti.

Gekiretsu: Ora tornate alle vostre dimore. Adesso. concluse infine quasi ringhiando.

Il ragazzo non si mosse subito, dovette prima rendersi conto che tutto quel pandemonio era finito: gli arti e il petto gli formicolavano, panico e tensione ancora da digerire. Pensò a quanto poco conosceva il mondo attorno a lui, quanto passivo fosse stato fin'ora.

Quando si riebbe si accorse che erano rimaste poche persone attorno a lui, la folla ormai discioltasi fra i vicoli di Kumo.
(M-mi sono imbambolato... e dove sono quelle ragazze?)

Si guardò attorno, senza risultato. Se ne erano andate lasciandolo lì, fesso in mezzo alla piazza. Beh, probabilmente avevano cercato di interagire con lui ma, preso com'era dai suoi pensieri, non doveva essersene accorto.

(Bella figura da idiota!) si rimproverò mentre, la testa pesante, mossi i suoi piedi verso casa. Ricordando le parole della Raikage, il giovane Maniwa capì che le sue non irrisorie conoscenze di carpenteria avrebbero fatto comodo, prima o poi.

Era un modo di vedere il bicchiere mezzo pieno, no?





Edited by LeNoir - 4/10/2016, 15:06
 
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