Studio Tsuchikage

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 23/7/2017, 09:51     +1   -1
Avatar

Artificial Flower's Lullaby

Group:
Member
Posts:
9,697
Location:
Il dojo del Nirvana

Status:


wvHSNIE


Erano esattamente quei leggendari demoni codati... Sfortunatamente, avevano deciso di uscire dai libri di mitologia per seminare panico e distruzione, nel Paese della Roccia e non solo. La Tsuchikage ne era preoccupata, segno che si trattava di una minaccia seria e reale.
Una minaccia alla Roccia...

"Non lasceremo che ci portino via la nostra libertà."

Fissò quindi con decisione l'occhio della regnante, che, maestra nel suo lavoro, le stava dando esattamente quello che Juuhachi aveva bramato per anni: un riconoscimento. Le stava dicendo che aveva bisogno di lei, di loro, per questa missione di estrema importanza. Non da sola, certo, sarebbe stata parte di un Team... Un Team di persone fidate, aveva detto. Non quattro genin allo sbaraglio per un recupero crediti, come l'ultima missione nelle miniere di diamanti gialli.
Dovette trattenersi dal sorridere, ma la aiutò Niijan in questo.

"Ci vuole mandare contro un Demone? Vuole ucciderci? HACCHAN, VUOLE UCCIDERCI!"
"No no no, Niijan no, è una missione, buona, buona, è una missione. Saremo in tanti, saremo preparati, c'è un piano, ordini da seguire."
"Non ci ucciderà. La ucciderò se proverà a farlo"
"Ucciderai i nostri nemici, i nemici di Iwa. Fidati di me, fidati di noi. La Tsuchikage è la chiave del nostro futuro, Niijan."


Agli occhi esterni, questo dialogo interiore sarebbe apparso come una Rei a testa china che stringeva il pugno destro.
Akiho faceva bene a preoccuparsi: Nijuusan era quasi totalmente assoggettata alla volontà di Juuhachi, ma questo non significava che non mantenesse la sua. Il problema era: la piccola era una bomba ad orologeria attivabile molto facilmente. E il suo pensiero, il suo panico, la sua rabbia, il suo immane desiderio di violenza, influenzavano inevitabilmente anche la mente principale.
Era molto peggio che avere due personalità distinte, un meccanismo solitamente di difesa che il cervello umano sviluppava per proteggersi. Loro si erano fuse, erano due corpi estranei diventato uno solo. Quindi la Koizumi minore aveva tutti i diritti di essere preoccupata sull'instabilità di quella piccola Genin.

Fortunatamente, le parole di Juuhachi sembrarono calmare la controparte, quindi Rei alzò la testa con espressione seria e annuì.

«Obbediamo, signora.»

Si inchinò di nuovo, ma meno profondamente. Non c'era molto altro da dire: era l'unica risposta che si potesse dare, ma, fortunatamente, era anche l'unica che volesse dare.

Era probabilmente prossima al congedo. Non voleva far perdere tempo alla regnante ulteriormente, ma c'erano dei piccoli dettagli che voleva fossero chiariti.
Aveva dato tutto a Iwa, letteralmente tutto, ma ora che esisteva in quanto essere umano e non mero numero voleva che Iwa le desse qualcosa a sua volta.
Egoismo. Una cosa impensabile per una cavia. Ma era finita l'era della sopravvivenza: ora si cominciava a vivere.

«Una sola cosa, se posso chiedere... La mia casa è distrutta. E non ho un posto dove andare. So però che il dottor Katayama non aveva famiglia, quindi la sua abitazione è libera. Potrei occuparla?»

"Se c'è un posto dove poter trovare tutti i dati su di noi, è la casa del dottore. Ed era bella. Ci sei mai stata, Niijan?"
"No, ma tu sì. Lo vedo nei tuoi ricordi. Bella casa, grande, luminosa. Voglio vedere il cielo, Hacchan. Basta sotterranei..."
"Mai più sotterranei, Niijan. Te lo prometto."

C75O77u


 
Top
view post Posted on 27/7/2017, 20:54     +1   -1
Avatar


Group:
Kiri
Posts:
8,590
Location:
Steins;Gate ~

Status:


La ragazzina ascoltò attentamente le parole della sua sovrana, senza fiatare, osservandola attentamente in quell'unico occhio color ocra che pareva un caleidoscopio d'emozioni; non era semplice capire cosa si celasse nell'animo di quella donna tanto vanesia, eppure estremamente sottile nelle sue espressioni e nel suo modo di porsi. Diametralmente opposta era la rigidezza della rossa alle sue spalle, sul cui volto parevano dipingersi e spiegarsi diversi pensieri, molto chiari a chi sapeva leggere il contenuto delle sue gemme color ambra.
Nel momento di parlare, di esprimersi, di accettare l'incarico come il soldato devoto quale diceva di essere, la reazione della giovane parve impensierire più Akiho che la maggiore delle due sorelle. Per un momento sordo che parve durare quanto un'eternità intera, Rei rimase a testa leggermente china davanti alla sua sovrana, in silenzio, con la mano destra lungo il corpo stretta in un pugno talmente serrato da essere preoccupante. La rossa alle sue spalle mosse istintivamente qualche passo in avanti, con un'espressione furibonda, pronta ad impugnare la sua mazza ferrata per porre fine a qualsiasi tentativo di ribellione; senza attendere ordini difatti, fece scivolare rapida la mano sul freddo metallo del manico dell'imponente arma, nell'istinto di brandirla immediatamente. Fu Chiye però a bloccarla, con un cenno della mano sinistra, lasciandola sbigottita sul posto. L'occhio assottigliato, in uno sguardo che andava dal compiaciuto alla calma apparente, brillante.. del sorriso appena un accenno sulle labbra. Osservava la sottoposta senza batter ciglio, sicura delle sue possibilità, convinta dell'abilità della giovane di tenere sotto controllo il suo corpo tanto da non sentire proprio il bisogno di impugnare la sua arma per domarla. Oltretutto, avesse anche solo mosso un passo verso di lei o avesse provato ad allungare un qualche tentacolo nero per farle del male.. beh, la sua amabile sorellina era sempre a pochi passi, pronta a punire severamente il tentativo d'insubordinazione.


Molto bene. - disse semplicemente, esprimendosi in un sorriso nel vederla riprendere il controllo e accettare senza remore il pericolosissimo incarico che aveva voluto affibbiarle. - Puoi andare adesso, sarai stanca di tutte queste chiacchiere. Appena saremo pronti, ti manderò a chiamare per tutti i dettagli; allenati a controllare il tuo potenziale da qui in avanti, mi raccomando. - una raccomandazione che avrebbe potuto salvare la vita sia a lei che ai suoi compagni di squadra, una volta partiti per quella spedizione.

Durante quel breve scambio, la rossa allentò la presa sull'arma e tornò alla sua posizione, tirando un sospiro; la femme fatale, data quell'ultima parola alla ragazzina prima di congedarla, scivolò giù lungo il bordo del tavolo, con quel suo solito fare noncurante, per poi superare a brevi falcate la sottoposta e salire la ripida gradinata che la separava dal suo seggio. S'immobilizzò a metà strada, con la destra leggermente piegata sul gradino superiore e la lunga veste che a stento copriva la gamba rialzata all'insorgere dello spacco vertiginoso. Volse appena il capo verso la ragazzina, sorridente, affabile.


Certo che puoi mia cara. Akiho-chan, per cortesia, accompagnala sino all'abitazione di quel vile traditore e aiutala a sistemarsi. - attese il cenno d'assenso della rossa, grata di poter tenere sotto controllo quella ragazzina pericolosa, prima di salire gli ultimi gradini ed accomodarsi lasciva sul trono. - Per qualsiasi cosa, Rei-chan, qualsiasi dubbio tu possa avere sulla tua natura e sul tuo corpo, fai riferimento a Sae-chan. La tua esperienza con i medici è pessima, ma quella ragazza è un tocco di miele, te lo assicuro. - soggiunse infine, conscia del pericoloso consiglio e del fatto che, probabilmente, la ragazza non avrebbe usufruito di quella cortesia a meno di estrema necessità.

Andiamo. Prima occupi quella casa, prima posso tornare ai miei affari. - schietta come suo solito, la rossa mosse i primi passi verso l'uscita della sala, attendendo che la ragazzina le si affiancasse.



E niente, sei libera. Perdona la lunga attesa, troppi post da fare e tanto caldo che mi ammazza i neuroni sani che mi rimangono (che sono pochi). XD
 
Web  Top
view post Posted on 28/7/2017, 12:07     +1   -1
Avatar

Artificial Flower's Lullaby

Group:
Member
Posts:
9,697
Location:
Il dojo del Nirvana

Status:


wvHSNIE


La sua richiesta venne accettata. D'altronde, l'aveva ponderata bene: la casa del medico sarebbe rimasta sfitta, prendendola lei evitava beghe burocratiche e spreco di spazio e risorse. Iwa non era un paese ricco, certo non si faceva la fame, ma passando per Kumo di ritorno dal Paese della Neve aveva potuto notare certe sostanziali differenze, dovute soprattutto all'ambiente ostile in cui Iwa tentava di prosperare.
Cionondimeno, la Tsuchikage poteva benissimo concedere quell'abitazione elegante a qualunque altro membro più illustre della società. Rei non se la sarebbe nemmeno presa più di tanto: aveva vissuto la sua vita in un buco di due metri per tre, con un miglioramento a quattro per quattro nel monolocale che Nijuusan le aveva distrutto. Qualsiasi posto le sarebbe andato bene... Di sicuro, Chiye Koizumi che esaudiva quel suo piccolo ed egoista desiderio le stava molto meglio.

«Vi ringraziamo ancora una volta, Tsuchikage-sama» si inchinò formalmente, profondamente. Era davvero grata alla regnante, le stava facendo delle gentilezze e ne era contenta. Non vedeva il piano più grande di Chiye, ovvero il tenersi buona il più possibile quella potenziale bomba di fibre dall'altissimo valore scientifico. A Rei non importava che la gente fosse onesta e la amasse: da quando la mente di Nijuusan si era unita alla sua, influenzandola con l'amore viscerale della più piccola, sentiva di non aver bisogno d'altro. Era sempre vissuta senza nulla, da sola: ora aveva Niijan, una casa, una vita vera. Che la Tsuchikage mentisse e manipolasse quanto voleva, lei era a posto.

"Avremo una casa! Una casa, Hacchan!"
"Sì, una casa nostra, grande e luminosa. Una bella casa."
"Voglio dipingere tutte le pareti! Voglio un letto soffice soffice, e tende colorate! Tu sai cucire, cucirai delle belle tende, e metteremo dei fiori, e..."


La gioia saltellante di Niijan era contagiosa, e Juuhachi si trovò a sorridere per la felicità della piccina. Fu quasi una fatica riportare l'attenzione su Akiho, che a quanto pare sarebbe venuta con lei per "aiutarla" a insediarsi nella nuova casa.
La Koizumi più piccola sprizzava astio e insofferenza da tutti i pori, ma al suo ordine secco Rei rispose con un amabile sorriso, perché nella sua testa Niijan continuava ad elencare le belle cose che avrebbe fatto una volta arrivate a casa.

«Sì, Akiho-san. Tsuchikage-sama, i nostri rispetti. Attenderemo ordini per la partenza.»

C75O77u




Grazie signora Kage, sempre un piacere guardarle lo stacco di coscia interagire con lei <3
 
Top
view post Posted on 2/11/2017, 19:51     +1   -1
Avatar

♫ Peace ♫

Group:
Member
Posts:
67,179

Status:


GdrOff// Continua da [ Il Falco sull'Albero, il Rospo nel mare d'Inchiostro] //GdR On


    [Dicembre, 248 DN]

CITAZIONE
All'attenzione di Chiye Koizumi, Sandaime Tsuchikage
Iwagakure no sato


Vi scrivo con una certa fretta Tsuchikage-dono, perdonate i pochi preamboli..
Alcuni membri del Taisei sono arrivati avvisandoci della presenza dell'Hachibi nel Paese della Cascata e hanno richiesto l'intervento di determinati shinobi per la sua cattura.

Questa lettera vuole essere un avviso e vuole essere anche un monito per la collaborazione dichiarata durante il summit. Non conosciamo la posizione esatta ma Taki non è molto distante dalle vostre terre, vi chiedo di valutare l'invio di un supporto.

La morte prematura della Raikage parla da sè, agire da soli non porterà a nulla.

In caso non dovessimo riuscire a sigillarlo proveremo a spingerlo verso nord, in mare aperto.

Akane Uchiha, Sandaime Hokage
Konohagakure no Sato.


Dal summit c'erano stati anche altri cambiamenti ai vertici oltre a quello citato.
Versando sangue al comando di Kiri era salito Hayate Kobayashi, uno dei sette spadaccini che tempo addietro era stato esiliato, mentre, a Oto, l'usurpatore Yo Saito aveva fatto una fine simile. Hideyoshi ripreso il suo posto come Kokage aveva diffuso una richiesta di aiuto in cui invitava shinobi e non a prestare servizio per il Suono in cambio di denaro e amnistia; una notizia che aveva i suoi pro e i suoi contro.

Guardando il quadro generale si poteva dire che l'intero continente era nel caos, i grandi villaggi ormai non riuscivano più a soddisfare le richieste e a mantenere gli equilibri con gli stati vicini. In più, v'era la costante minaccia del Kyo Dan a spiare i loro movimenti e su questa base Akane si guardò bene dallo specificare in quello scritto che lei stessa era in partenza.

 
Web  Top
view post Posted on 14/12/2017, 11:10     +1   -1
Avatar

Artificial Flower's Lullaby

Group:
Member
Posts:
9,697
Location:
Il dojo del Nirvana

Status:


wvHSNIE


La convocazione era finalmente arrivata. Semplice come sempre, con l'orario preciso in cui presentarsi all'ufficio della Tsuchikage, e che Rei rispettò al millisecondo.
Non si stupì di trovare anche Masaru fuori dalla porta, ma l'assenza di The Rock, Aoki e Mai le fece pensare che i tre probabilmente erano ancora in ospedale. Sarebbe dovuta passare a trovarli, quantomeno per ottemperare al suo ruolo di caposquadra decisa a seguire il suo team fino all'ultimo.

Avevano avuto un giorno di riposo per riprendersi dalla missione a Kouzan, e l'aveva molto apprezzato. Aveva dormito, si era allenata, aveva mangiato il suo peso in pancakes (non che ci volesse molto, aveva notato che le Fibre erano estremamente leggere quando era salita sulla bilancia), aveva messo a lavare la sua mantellina viola. Ne indossava infatti un'altra, blu scuro e più aperta sotto le braccia; il giubbetto da Chuunin le era stato consegnato alla promozione, ma considerandolo un intralcio lo aveva lasciato a casa. Il coprifronte di Iwa al collo era pulito e lucidato, e aveva cambiato le bende che le avvolgevano il corpo e il volto.

«Buongiorno Masaru-san» salutò la compagna con un cenno del capo, avvicinandosi al contempo alla porta. «Penso ci siamo solo noi... Cerchiamo di non farci attendere.»

Alzò quindi il piccolo pugno fasciato e bussò tre volte alla porta. In caso di risposta positiva, sarebbe entrata e sarebbe avanzata verso la Tsuchikage a rispettosa distanza e offrendo un ancora più rispettoso inchino in segno di saluto.

«Tsuchikage-sama, desideravate vederci?»


C75O77u


 
Top
view post Posted on 14/12/2017, 12:45     +1   -1
Avatar


Group:
Iwa
Posts:
3,971
Location:
Cair Paravel

Status:


Se la aspettava una convocazione simile da parte della tsuchikage? Era stata una possibilità contemplata, ma che era rimasta nella percentuale minima per lei. Del resto era stato già fatto un rapporto sulla missione e non ne vedeva la necessita.
Eppure era successo e Masaru, dal canto suo, non era corretto dire che si sentiva lusingata; piuttosto si augurava che la cosa riguardasse unicamente la missione.

Sembrava tornata come nuova in apparenza. Addosso non vestiva armamentario che non fosse quello più essenziale, gli abiti erano differenti rispetto a due giorni fa. Questo poté notare persino della compagna che di lì a poco la raggiunse, ciò la distrasse da pensieri inopportuni, personali, che avrebbero potuto inficiare la sua attenzione.
Gli occhi chiari velati di una calma apparente volsero in direzione della kunoichi fibrosa, si espresse con un quieto

"buongiorno"
, accentuato da un cenno della testa.

Il momento di incontrarla era giunto dunque ma la Takeda, sinceramente, avrebbe preferito passare inosservata. C'era poco da fare però, oramai non le restava da fare che continuare nel suo ruolo e giocare le sue carte.
Nel caso in cui fosse entrata, sarebbe rimasta imperturbabile nei modi e avrebbe fatto anche lei un inchino in silenzio alla donna, meno riverente rispetto alla compagna.
In quel momento si sentì a tutti gli effetti... come l'avevano definita quelli a cui era arrivata la voce? Ah sì, la lustrascarpe del Kage. Disgustoso quanto umiliante.

 
Contacts  Top
view post Posted on 15/12/2017, 23:29     +1   -1
Avatar


Group:
Kiri
Posts:
8,590
Location:
Steins;Gate ~

Status:


[21 Giugno 248 DN]
Data Indicativa



Attese quel mattino con trepidazione. Orinosuke aveva portato notizie spaventose dal fronte Kozan, ma non sufficienti a saziare la sua voglia di sapere ogni dettaglio su come erano andate le cose sotto quelle dannate miniere. Aveva mandato una rosa di cinque shinobi - due dei quali addestrati in maniera eccellente - a indagare sui sospetti movimenti sismici del territorio, conscia in cuor suo che quei fenomeni ripetuti e del tutto inspiegabili potessero essere opera di uno dei demoni; per questo aveva deciso che sarebbero stati supportati dall'ANBU privo di vista, ottimo tracciatore, meticoloso nel proprio lavoro. Oltre a quest'ultimo però, mantenutosi a debita distanza per favorire il flusso costante d'informazioni, soltanto due erano tornate a casa tutte intere. Non sapeva se considerare l'operazione una vittoria o un fallimento, considerato anche che il Kyo Dan era succeduto nel liberare dalla sua tomba il tasso monocoda. Spinta dunque dal forte desiderio di vederci chiaro, aveva mandato a chiamare sia Rei che Masaru.. ma non lo stesso giorno del loro ritorno, e nemmeno quello dopo. Doveva preparare il comitato di benvenuto ai due prigionieri, no? Assieme al vecchio, anche la donzella era stata scortata preventivamente in gattabuia, in attesa di un interrogatorio al quale le conveniva rispondere con assoluta sincerità. Oltretutto era pure passata in ospedale, scortata dalla primaria e dall'inseparabile sorella dalla chioma rossa, per andare a trovare Aoki e Mai. Non aveva potuto cavare un ragno dal buco col primo, costretto in coma farmacologico a causa delle gravi ferite che aveva riportato, ma nemmeno con la seconda aveva ottenuto poi molto; sembrava parecchio scossa, e distratta.. come se le condizioni del compagno l'avessero confusa al punto da non riuscire a essere precisa.
Aveva dormito a sprazzi per l'agitazione, ponendosi tante domande ma senza potersi dare risposta. Nemmeno Hiroji, adesso seduto al tavolo con la mappa davanti agli occhi, una penna e un calamaio, era riuscito a rasserenarla. Sostava nel suo alto seggio, con sguardo un po' cupo e gambe accavallate, sensuale persino nell'agitazione di quel piede in movimento; i suoi capelli scendevano in onde davanti alle bende che le celavano parte del volto, voluttuosi, adagiandosi placidi sui seni pronunciati. Anche Akiho era presente, ovviamente. Sostava presso le ampie vetrate sulla destra, armata della sua mazza chiodata.

Eccole arrivare. Aveva sentito chiaramente lo scalpiccio dei passi al di la della porta d'accesso alla sala del trono, così come lo scambio di saluti fra le due. Erano in perfetto orario, avevano spaccato il secondo: non poteva dire che non erano efficienti. -
Avanti. - rispose ai tre rintocchi leggeri, permettendo alle due di accedere. Si avvicinarono, mantenendo però una debita distanza in segno di rispetto per la sua autorità, quindi fu la piccola Rei a spezzare il silenzio. Sorrise affabile. - Certamente, Rei-chan. Avvicinatevi pure, non siate timide. - un invito che probabilmente la sorella minore avrebbe trovato fuori luogo, ma che passò in secondo piano non appena lo sguardo d'ambra di lei aveva incontrato quello verde acqua dello Yamada. Un cenno di diniego da parte dell'uomo fu sufficiente per farla desistere; nonostante non lo mostrasse apertamente, Chiye era già abbastanza nervosa senza bisogno che qualcuno la contraddicesse. Indisturbata nella sua posizione, la famme fatale scrutava le due con un certo interesse. - Vorrei da entrambe un rapporto dettagliato su quanto successo a Kozan. Conosco per sommi capi la storia, ma meglio sentirla dalle bocche di chi ha assistito direttamente ai fatti, non siete d'accordo? - e lo sguardo si piantò su Masaru, che fra le due era sembrata la più rigida. Forse non le piaceva stare in presenza delle persone più importanti del villaggio? Un vero peccato, considerato che adesso tutti gli occhi erano puntati proprio su di loro, in attesa. Quindi quello della Tsuchikage tornò serafico sulla piccola, preziosa, Rei. Sapeva bene che lei non avrebbe esitato un istante ad ottemperare alla richiesta dell'alta carica della Roccia, e sapeva altrettanto bene che gratificarla con le attenzioni che le erano dovute era il miglior modo per tenerla con sé. Quella ragazzina era pur sempre una risorsa importante, forse la più importante per il villaggio nonostante fosse frutto degli esperimenti malati di un folle ribelle; anche Masaru però non scherzava in quanto a soggetto interessante, e quindi era bene capire con chi avesse a che fare.

 
Web  Top
view post Posted on 16/12/2017, 11:08     +1   -1
Avatar

Artificial Flower's Lullaby

Group:
Member
Posts:
9,697
Location:
Il dojo del Nirvana

Status:


wvHSNIE


Avanzò di qualche passo, ma non troppo. Non era questione di timidezza ma di mero rispetto, e fra lei e la Tsuchikage ce n'era un abisso; per quanto Nijuusan covasse sempre, in fondo al suo cuore, il desiderio di anarchia e fuga libera, entrambe concordavano sul fatto che essere nelle grazie di Chiye Koizumi era il modo migliore che avevano per vivere, al momento. Fortunatamente la donna non lo rendeva difficile, anzi: Rei non si accorgeva di essere trattata esattamente come voleva, manipolata nel modo giusto da quelle bellissime mani. Era una situazione di double win, entrambe le parti ci guadagnavano.

«Koizumi-san...» salutò Akiho con un cenno del capo, la stessa cosa fece con Hiroji, che conosceva di vista anche se non si erano mai formalmente presentati.

Si fermò di fronte alla regnante, sull'attenti e la schiena ben dritta. I suoi occhi discordi erano fissi su quello di Chiye, senza timore o timidezza. Fu richiesto a lei e Masaru un rapporto dettagliato, e non si sorprese; infatti, aveva passato la giornata di ieri a rielaborare le frasi nella sua testa, cercando di mettere insieme un discorso inclusivo e completo.

«Sissignora.»

Gettò un'occhiata alla sua collega Jinton, e notò la sua postura rigida, il viso teso. Per quanto Masaru le avesse dato sfoggio di rigore e marzialità fin dal primo giorno in cui si erano incontrate, le parve tesa.

"Beh, un po' di soggezione è giusta, suppongo... Ma vediamo di sciogliere un po' la tensione. La Tsuchikage non vorrà gente nervosa a cui cavare le parole di bocca con le pinze."
"E se facessimo solletico a Masacchan?"
"Nnnon credo sarebbe una buona idea."


Cambiò quindi postura, mettendosi in "riposo": braccia dietro la schiena, gambe un po' più larghe e leggermente piegate. Il tono però si mantenne calmo, compito: dopotutto stava eseguendo un rapporto ufficiale alla carica più alta del villaggio. Non poteva certo mettersi a parlare come i mercanti in taverna.

«Al nostro arrivo, siamo stati accolti dal capovillaggio e dalla sua famiglia. Dopo una breve riunione informativa, durante la quale ci hanno fornito i dettagli temporali sulle misteriose scosse che avevano colpito il villaggio, ci siamo separati e abbiamo cominciato l'investigazione.»

Si voltò verso la collega, facendole un cenno con la mano come a invitarla a parlare.

«Masaru-san si è coordinata con il team di superficie. Lascerei a lei il compito di illustrare i risultati delle loro ricerche.»

Era un modo sia per includere la donna, evitandole di far fare la bella statuina polverosa, sia per fornire più dettagli possibili. Lei era stata informata, a grandi linee, ma una testimonianza diretta era sempre la cosa migliore.
Sarebbe poi proseguita con la sua parte di discorso.

«Sfortunatamente Aoki-san ed io siamo rimasti separati dal resto del gruppo, poiché le nostre ricetrasmittenti non erano abbastanza potenti da permetterci di comunicare anche da dentro le cave che eravamo andati a ispezionare. Per questo motivo non mi è dato sapere cosa Aoki-san abbia trovato, e in che modo sia stato preso prigioniero. Era mia intenzione parlargli appena le sue condizioni fossero state favorevoli.»

Proseguì poi, sempre con lo stesso vocabolario da libro stampato, descrivendo la sua esperienza sottoterra. Omettendo i dettagli inutili (disse solo di aver avuto un incidente con l'ascensore, ma di essere riuscita ad evitare vittime) spiegò di essersi introdotta nei piani più bassi della Cava Nord, e di aver trovato un corridoio di collegamento con quella Ovest, la stessa che era andato a ispezionare Aoki. Descrisse il tipo di materiale che componeva quel condotto al meglio delle sue possibilità.

«Sembrava materia vivente. Rocciosa, ma vivente, in grado di inglobare in maniera adesiva chi vi fosse entrato in contatto. Presentava un fenomeno di fluorescenza bluastra, ed era estremamente resistente.
La mia ipotesi è che fosse opera dell'Ichibi, se non direttamente parte del suo corpo.»


Illustrò quindi la scena che le si era presentata davanti: un altare primordiale, con Aoki immolato sopra di esso, Kiko in ginocchio e il prigioniero del Kyo Dan che delirava invocazioni al Tasso Monocoda.

«Masaru-san ed io abbiamo sopraffatto il nemico e tentato di liberare Aoki-san, ma invano. Il Demone intanto si stava liberando, e la grotta in cui eravamo minacciava di crollare da un momento all'altro.
Amaramente, ho preso la decisione di abbandonare il Distruttore e mettere in salvo i prigionieri e noi stesse.»
Strinse le labbra, guardando freddamente nell'occhio Chiye. «Non ne sono fiera. In quel momento non vedevo alternative.
Fortunatamente, Mai-san ci ha raggiunte. Con le sue capacità è stata in grado di sigillare il prigioniero, e farci guadagnare tempo per portarlo fuori assieme alla signora Kiko.»


Descrisse quindi la fuga sua e di Masaru verso la valle, e quando venne il momento di parlare della comparsa dell'Ichibi ebbe un'esitazione. Strinse di nuovo le labbra, aprendo e chiudendo le mani dietro la schiena.

«Era... Colossale, Tsuchikage-sama. Alto come una montagna, la sua zampa avrebbe potuto schiacciare completamente l'intero villaggio. L'energia che emanava era soverchiante... Qualcosa di inoppugnabile.
Pensavamo fosse tutto finito, sarebbe stato impossibile difendersi dal suo attacco... Ma, non mi sono chiari i dettagli, Aoki-san è riuscito a disperderlo. Il Demone si è scomposto, riducendo le sue dimensioni in un istante, come vittima di un'esplosione interna.»


Poteva solo intuire fosse qualcosa a che vedere con l'Arte della Polvere... Ma ancora una volta, solo Aoki aveva la risposta.

«L'Ichibi è scappato sottoterra, dirigendosi verso sud. Noi abbiamo recuperato i feriti e abbiamo fatto ritorno.
Il villaggio è completamente senza mezzi di sussistenza: le miniere sono crollate, e occorrerà loro molto tempo prima che possano renderle agibili... Se è ancora possibile.»


Espirò. Non che ne avesse bisogno, ma aveva parlato a lungo e finalmente aveva finito. Rilassò le spalle e si raddrizzò leggermente, a bocca chiusa per far capire che aveva concluso il suo rapporto.

C75O77u


 
Top
view post Posted on 16/12/2017, 16:44     +1   -1
Avatar


Group:
Iwa
Posts:
3,971
Location:
Cair Paravel

Status:


Quelle parole da parte della donna di grado gerarchico primario tra tutti i presenti riecheggiarono con delicatezza nell'ampia sala, il suo sorriso non passò inosservato alla Takeda, che sapeva essere studiato poiché lei stessa lo utilizzava alle volte. Seguirono passi lenti e calcolati, non troppi, né troppo pochi, e lei, come la compagna, si mantenne ferma in piedi su quel tappeto.
Durante quel breve tragitto ne approfittò per saggiare l'ambiente e i presenti con lo sguardo, cercando di non risultare circospetta. Sentì su di sé le iridi limpide e penetranti di Chiye che sembravano volerle scrutare l'animo, e si chiese perché diamine si sentisse quella sensazione addosso.


"Assolutamente, Tsuchikage-sama,"
rispose lei formale e precisa.

Era una sensazione familiare, accentuata dall'ambiente soffuso della sala stessa, che la avvertiva di non avere a che fare con un superiore qualsiasi, né con un collega, né tantomeno con un ANBU.
Solo una persona oltre ad ella era stata in grado per anni di farla sentire a quel modo e per una frazione di secondo ebbe davanti agli occhi l'immagine di colui che aveva ucciso, al posto della suddetta.
Rei rispose prontamente a quella che senza dubbio era una domanda rivolta più alla Jinton che a lei, evidenziandole così che aveva tentennato nel narrare i fatti.
Era quindi così ovvio che fosse tesa? Se ne sorprese ed imprecò mentalmente per quel grosso errore.

Che diamine stai facendo? Rilassati, brutta stupida! Questo ciò che le diceva la logica, emulando inconsciamente le parole di Jin, perché se davvero era ovvio che fosse tesa, mostrarsi tale sarebbe stato per gli altri un palese segno di timore, di colpevolezza o persino di segreti da celare. Quelli rischiosi.


Stai perdendo colpi.


Sciolse immediatamente la tensione, represse con tutte le sue forze la sensazione che percepiva verso la donna e con essa quel flebile timore che la discussione potesse arrivare laddove non vorrebbe.
Riprese silenziosamente un esercizio mentale che le aveva insegnato Hiroshi e per l'ennesima volta, per quanto difficilmente l'avrebbe ammesso a gran voce, fu grata di avere quell'uomo nella sua vita. E in quel momento non rimase indifferente nemmeno ai tentativi della bambina ninja, alla quale annuì in risposta, prima di volgere le iridi grigie nuovamente verso Chiye.

"Nell'ospedale ho potuto interrogare l'unico testimone sopravvissuto che aveva intravisto l'Ichibi nell'ultimo crollo.
Era stato l'unico a trovarsi lì sotto sino all'incidente e ad aver visto persino un secondo uomo,"
fece una pausa, giusto il tempo di lasciar assimilare ai presenti le sue parole e di trovare le seguenti da riferire, "a seguito della sua testimonianza ho informato subito Mai ed ho interrogato gli altri minatori per accertamenti, senza ulteriori risultati.
Una volta ricongiunta metà squadra, come da accordo, abbiamo ricevuto notizie di Rei. Mai non aveva avuto alcun esito dalle sue ricerche mentre Roku aveva portato un sacchetto contenente della sabbia blu, che ancora non sapevamo essere della bestia, porgendolo a Mai.
Roku ha scelto poi di dirigersi nella miniera ad est con l'idea di salvare una donna avvistata da più minatori, al contrario mai si era diretta nella cava a nord. Per questo, e per il fatto che di Aoki non avevamo notizie, decisi di seguire lui."


Parlare la aiutò parecchio a sciogliere ulteriormente la tensione che aveva addosso, senza tuttavia abbassare la guardia. Lasciò che la collega continuasse e concludesse la sua parte di discorso.


"Posso confermare che si trattava di una tecnica del mio clan tra le più potenti, lo stile era inconfondibile,"
aggiunse lei con un tono eloquente, se non persino grave, "ma nonostante tutto l'Ichibi è sopravvissuto.
L'influsso del suo chakra è estremamente potente, qualcosa che non avevo mai sentito prima d'allora.
Prima di uscire dalla montagna ho potuto osservare che non si limitava solo a trasformarla in sabbia, ma la controllava, poiché quest'ultima reagiva alle mie tecniche come un essere senziente e dotato di vita propria,"
concluse anche lei così il suo rapporto.

 
Contacts  Top
view post Posted on 18/12/2017, 20:32     +1   -1
Avatar


Group:
Kiri
Posts:
8,590
Location:
Steins;Gate ~

Status:


Ascoltò con estrema attenzione il resoconto delle due giovani kunoichi, osservandole negli occhi senza muovere un muscolo, asserendo solo di tanto in tanto col capo alle loro parole ma senza tradire alcuna emozione. Quel sorrisino serafico, disinteressato, che aveva pennellato sul bel volto coperto di bende mostrava alle interlocutrici una tranquillità surreale; non era certo facile con quell'atteggiamento discernere cosa le passasse per la testa in quegli attimi, non per loro quantomeno. Molte delle informazioni che le due le stavano riferendo le conosceva per sommi capi, grazie al rapporto tempestivo dell'ANBU e grazie anche agli appunti che Mai era riuscita ad appuntare durante lo svolgimento della missione - poca cosa in confronto al dettaglio che Rei e Masaru le stavano descrivendo, ma pur sempre utile nel suo piccolo a non farsi cogliere impreparata dalle notizie in arrivo. C'era una certa enfasi nei loro racconti, in quel rivivere verbalmente e mentalmente quei ricordi infami che si sarebbero portate dietro per tutta la vita; Masaru mostrava un lato molto analitico e marziale di sé nonostante tutto, mentre Rei, nonostante la compostezza, esprimeva molto più sinceramente le emozioni che le suscitavano le sue stesse parole. La capiva. Anche lei, pur essendo abituata a mantenersi distaccata dalle situazioni che le venivano poste, aveva avvertito un fremito gelido correrle lungo la schiena non appena la giovane esponente delle Fibre Nere aveva cominciato a parlare dell'immensa bestia di sabbia fra le montagne, pronta a fagocitare un intero villaggio con l'ausilio di un solo arto. Probabilmente il suo unico occhio doveva essersi pericolosamente assottigliato, considerato che le labbra adesso si erano piegate per donarle un'espressione alquanto seria. Anche Hiroji e Akiho erano rimasti ad osservarle e ascoltarle, mostrando interesse da una parte e un certo nervosismo dall'altro. Quello più calmo fra i due era sicuramente l'uomo dagli occhi verde acqua, che alle parole di Rei aveva calato gli occhi sulla mappa, pronto a ipotizzare dove potesse arrivare il demone, a quale velocità e persino come intercettarlo e coglierlo di sorpresa; dopotutto, era uno stratega. La rossa d'altro canto sentiva prudere le mani. Rimanere in quel palazzo, immobile, come in attesa del peggio, era evidente che non facesse al caso suo.

Da quanto le stavano dicendo, la situazione a Kozan era attualmente disperata; a causa del risveglio dell'Ichibi e dei crolli delle miniere, la popolazione del piccolo villaggio fra le montagne non era in grado di sostenersi da solo e nemmeno di riprendere l'autonomia in breve. Un grosso problema. Per quanto possibile, la Roccia aveva già accolto parecchi sfollati e feriti dai villaggi limitrofi al muro di calce e accoglierne altri avrebbe significato un collasso economico, malcontento generale e guerre intestine a causa della fame. -
Avete fatto il possibile. - esordì dopo un grave silenzio, passando in rassegna dall'una all'altra. - Non potevate prevedere cosa sarebbe successo, e nemmeno combattere un avversario così pericoloso. Me ne rendo ben conto. - sospirò. Era convinta delle sue parole, seppure avesse sperato sino alla fine in un risultato perfetto e non in problemi più grossi di quelli prognosticati in partenza. - Sono sollevata all'idea che siate tornati tutti a casa, seppur con qualche acciacco più o meno importante.. e soprattutto, che siate riusciti a portare qui il vecchio e la ragazza. - quello era sicuramente il più grande successo della loro missione, perché nonostante gli eventi nefasti erano riusciti a tornare a casa con un potenziale bagaglio di informazioni importanti. - Non ho nulla da rimproverarvi. - concluse, sorridendo amabilmente ancora una volta.

Hai detto che l'Ichibi sta dirigendosi verso sud, non è forse così? Questo significa che sta lasciando il nostro territorio.. - intervenne quindi la rossa, cogliendo la palla al balzo per intrufolarsi nel discorso. Ma prima che Rei potesse confermare verbalmente, fu Hiroji a risponderle. - Presumibilmente sta spostandosi verso il deserto, al di la dei confini con il Paese del Vento. Quello dovrebbe essere il suo habitat ideale, stando alle informazioni che abbiamo raccolto grazie a queste ragazze. Aoki-san deve averlo indebolito molto, se ne ha ridotto le dimensioni in maniera potenzialmente irreversibile nel nostro territorio.. cosa che nel deserto potrebbe invece essere facilmente reversibile, con tutta quella sabbia a sua disposizione. Dovremmo mandare i nostri a bloccarlo al confine, fintanto che è ancora debole. - sciorinò, senza lasciare nessun dettaglio al caso. Era un uomo molto intelligente, oltre che magistralmente preparato all'arte della guerra; Chiye sorrise compiaciuta. - Che sia spostandosi altrove è un vantaggio non da poco per noi; un respiro di sollievo per il popolo e per le nostre forze, per quanto effimero. Non dobbiamo abbassare la guardia. - soggiunse la Tsuchikage, prima che la rossa potesse confermare la strategia proposta dal compagno, chiedendo indirettamente il permesso alla sorella per poter avvisare Mamushi e organizzare al più presto le forze da mandare verso il confine sud. Permesso che fu accordato con un cenno. C'era una speranza per uscirne comunque vittoriosi, e andava colta; su questo le due Koizumi erano assolutamente d'accordo. - Hiroji-san, affido a te il compito di organizzare una squadra per i soccorsi a Kozan. Oltre ai viveri sufficienti a un primo momento di assestamento, manda una squadra di Jinton ad aiutare nella rapida liberazione delle miniere.. magari coinvolgendo anche Isamu-kun, nella speranza che questo compito gli faccia mettere la testa apposto. - per l'appunto, conveniva responsabilizzare anche un ragazzino vanesio come il gemello di Tadao. Non fosse stato per l'aspetto, e per l'intelligenza che entrambi possedevano.. beh.. caratterialmente non si somigliavano proprio per nulla. - Come desiderate, Tsuchikage-sama.

Direi che abbiamo finito qui. - si rivolse dunque alle sue sottoposte, rimaste in attesa durante quel breve scambio d'ordini. - Tu puoi andare, Masaru-chan; avremo modo di parlare più approfonditamente in futuro, magari da sole.. - disse tranquilla, facendole intendere con lo sguardo di cosa, prima o poi, avrebbero parlato. Pur con quel sorriso sulle labbra e quel fare vanesio che mal si addiceva probabilmente a una sovrana del suo calibro, Chiye sapeva sin troppo bene cosa desiderava e come ottenerlo. Nemmeno la Jinton sarebbe sfuggita a quella discussione, che entrambe sapevano che prima o poi sarebbe uscita allo scoperto. Quello strano sigillo che le era stato impresso sulla pelle non era una novità per lei, e pur lo fosse stato la famme fatale percepiva chiaramente quella costrizione gestita dalla fuuinjutsu che il nonno le aveva applicato sulla pelle. Molto interessante, ma momentaneamente trascurabile. - Quanto a te, Rei-chan.. vorrei che restassi un momento. Ho qualcosa di importante da dirti. - si rivolse dunque alla piccola coperta di bende, alla quale non faceva mancare mai un bel sorriso complice.



Non appena la Jinton abbandonò la sala del trono, Chiye parve rilassarsi maggiormente e perdere un po' di quella verve autoritaria che aveva cercato di mantenere. Con la piccola prescelta del Nero poteva permettersi di essere un po' più serena, forse perché convinta di conoscerla un po' meglio e di poterla gestire. Sospirò, sciogliendo appena quella stasi accavallando le gambe nel senso contrario e portando la destra ad accogliere il volto ciondolante. - Ti sei comportata bene a Kozan, e hai dovuto prendere decisioni difficili in una situazione più che disperata. Hai dimostrato il tuo valore e la tua lealtà alla Roccia. - cominciò, adulandola un po' per i giusti meriti che aveva avuto. - Nonostante adesso tu possa avere dei rimorsi nei confronti delle tue stesse decisioni, sappi che questi sono del tutto normali. Dopotutto è questo il nostro lavoro: prendere delle decisioni, agire per ciò che crediamo sia la cosa migliore. Tu lo hai fatto, e non hai nulla di cui doverti rimproverare. - continuò, adesso cercando di smorzare quel sentimento marcio che conosceva sin troppo bene e che non le avrebbe permesso di godere appieno di quello che stava per arrivare. Avere a carico delle responsabilità era un peso che portavano tutti dopotutto, chi più e chi meno. Tutto stava a non farsi surclassare dai sensi di colpa e nell'avere quel pizzico di coraggio nell'andare andare avanti per la propria strada. - E' per questo che ho deciso di insignirti del titolo di Chunin. - e sorrise, orgogliosa. Che fosse orgogliosa della ragazzina o del semplice potere che aveva nel conferire e revocare titoli, non era dato saperlo però.



Se hai altro da aggiungere Manu puoi farlo tranquillamente: ti risponderò al prossimo post, ma sostanzialmente con il rapporto abbiamo finito quindi sei libera se non c'è altro da aggiungere. Gae, consapevole della richiesta che volevi fare per porter entrare nelle forze ANBU, ho approfitto nel consegnarti ufficialmente il titolo che ti spetta. ;P
 
Web  Top
view post Posted on 19/12/2017, 11:11     +1   -1
Avatar

Artificial Flower's Lullaby

Group:
Member
Posts:
9,697
Location:
Il dojo del Nirvana

Status:


wvHSNIE


Masaru e Rei misero insieme un rapporto esaustivo, che riuscì a mantenere attiva l'attenzione di tutti i presenti. A scanso d'equivoci, Rei aveva anche compilato, il giorno stesso in cui era tornata a Iwa, un rapporto scritto contenenti i dettagli per esteso, le modalità di arrivo e recupero, dimensioni e direzioni più precise. Masaru aveva collaborato con la sua esperienza diretta con la sabbia blu, le reazioni ai suoi colpi e quant'altro. Insomma, su quella missione erano state scritte pagine.

La Tsuchikage non rimproverò nessuno per non aver potuto evitare la disfatta di Kouzan. Anzi, si complimentò con loro per la buona riuscita del tutto e per essere tornati tutti vivi al villaggio. Effettivamente non era un dettaglio da poco, come Rei aveva potuto constatare in prima persona.

Gli "adulti" si misero a parlare di dettagli tecnici, possibili piani. Rei ascoltò attenta, ma la sua seconda metà si stava già rilassando dentro di lei, convinta non toccasse più a loro parlare. Effettivamente era così, ma nel complesso, per quanto Juuhachi provasse a mantenere una posizione marziale impeccabile e l'attenzione sempre viva, la sua mente dicotomizzata invariabilmente andò a pensare anche ad altro.

"Quindi glielo chiediamo?"
"Eh? Sì, sì... Eri d'accordo anche tu, no?"
"Mh-mh... Più potere ci piace... Più tranquillità... Chiediamo di essere messe nella squadra di Azumossan, vero?"
"Certo. Però un attimo solo Niijan, fammi ascoltare per favore."
"Ufffff... Dopo mangiamo i gyoza? Ho voglia di gyoza!"


La Kage e i suoi diretti collaboratori avevano finito di conferire. Toccava di nuovo a loro, e Masaru venne congedata prima di lei, con la promessa di un altro colloquio in futuro.
Rei si rammentò del capitolo 3 del libro che aveva cominciato a leggere di ritorno dalla missione. Si intitolava "Il lavoro di squadra e il ruolo del capo", l'aveva trovato in casa di Katayama e sembrava non fosse mai stato aperto, ma conteneva consigli utili che, a saperli prima, forse l'avrebbero aiutata in missione.
Ad ogni modo, il capitolo 3 parlava del rinforzo positivo e del contatto diretto fra capo e sottoposto. Per questo motivo la ragazzina si girò verso la compagna più grande, fissandola negli occhi e rivolgendole un cenno del capo.

«Sei stata un elemento importante per la squadra, Masaru-san. Spero di collaborare ancora con te.»

Semplice, senza troppe sbavature o sentimenti che non provava e che sarebbero suonati falsi. Riportò quindi l'attenzione sulla Tsuchikage, perché ogni volta che parlava con quella donna tutte le sue fibre dovevano essere convogliate, metaforicamente, verso di lei.

Chiye Koizumi esordì complimentandosi ancora con lei. Ne lodò la capacità di guidare una squadra senza alcuna esperienza, le decisioni che aveva dovuto prendere, e più quella bellissima kunoichi parlava più i suoi cuori si scaldavano.
Quella era un Kage che era contenta di servire.
Quella era una leader capace di trattare i suoi sottoposti.
Oh sì, capiva benissimo che non c'era roba tipo affetto o compassione in lei, ma solo un capo carismatico e capace che si approcciava al meglio delle sue possibilità. E lo faceva dannatamente bene, perché le parole erano giuste, il tono anche, l'espressione pure.
Rei si trovò a sorridere e a inchinarsi di nuovo.

«Ho fatto solo il mio dovere, Tsuchikage-sama.»

Si risollevò raddrizzando la testa... E si bloccò sul momento. L'aveva promossa. Le aveva assegnato il titolo di Chuunin, a lei, una ragazzina con pochissima esperienza sul campo ma a quanto pare sufficientemente degna di fiducia.
Dodici anni di "scarto", "cavia", "esemplare diciotto", "esperimento", "sacrificabile", vorticarono nella sua mente fondendosi con i "mostro", "arma", "mocciosa demoniaca" dei nove di Nijuusan. I loro cuori presero a battere in sincrono molto più velocemente, causando una momentanea sospensione di tutte le funzioni mentali.

Non sapendo come reagire, si inchinò di nuovo. Strinse i pugni e li riaprì, facendo un lento respiro per stabilizzare la voce.
Era felice. Dannatamente felice che qualcuno avesse davvero riconosciuto le sue capacità e le avesse dato un premio, invece di altro lavoro da fare. Non più semplici, per quanto mielate, parole di apprezzamento... Un titolo del genere significava maggiori responsabilità, ma anche un riconoscimento superiore da parte degli "adulti" e del villaggio intero.

«Non ho parole per ringraziarvi, mia signora.»
Si rese conto troppo tardi di averla chiamata con un titolo più adatto ai libri di samurai che aveva letto, e che si assegnava ai signori feudali o a principi e principesse. Sperò non le importasse troppo.
«Vi prometto che non vi daremo mai occasione di pentirvi della fiducia che ci avete accordato.»

Inspirò ed espirò lentamente, risollevando la testa. Era venuto il momento di fare la sua richiesta.

«E... Se posso osare chiedere...»

Guardò Hiroji; Akiho, e la sua critica perenne verso di lei; guardò Chiye, e il suo occhio fu l'unica cosa che vide.

«Vorrei entrare a far parte della squadra Anbu. Ho collaborato qualche tempo fa con la divisione di Azumamaro Nagai, che aveva manifestato il suo interesse per le mie capacità... E a entrambi era sembrato che potessi essere adatta a un ruolo simile.

Naturalmente la decisione non spetta a me... Ma questo è il mio desiderio, Tsuchikage-sama.»


C75O77u





La sqadra di Nagai è quella presentatami da Tiziano nel mio addestramento. L'ha solo accennata per non sbilanciarsi troppo, ma l'idea generale era che fosse una divisione Anbu che racchiudeva gente meno "comune", che potessero essere quelli con innate particolari o con aspetti fisici meno adatti alla vita pubblica. Insomma, il freak show XD
 
Top
view post Posted on 19/12/2017, 13:52     +1   -1
Avatar


Group:
Iwa
Posts:
3,971
Location:
Cair Paravel

Status:


Il silenzio pesante che scese a seguito del racconto di entrambe le Genin accentuò la percezione della situazione attuale, che non era delle più rosee.
Quando Chiye le informò che per lei loro non avevano nessuna colpa in merito a quanto accaduto Masaru non si illuse troppo ma, al tempo stesso, non ebbe nulla da obiettare. Del resto era un soggetto ambiguo, enigmatico; non la conosceva abbastanza di persona da poter avere certezze sul suo conto.

Ascoltò senza mai intervenire i commenti degli altri due in merito, i piani e gli ordini che venivano dati.
Un piano bellico che aveva i suoi rischi e i suoi benefici, ma comunque un buon piano, oltre che difficile; intuiva lo sarebbe stato visto che, come aveva scritto nel rapporto ufficiale, il Bijuu era finanche in grado di incollarsi a un ninja, immobilizzandolo e presumibilmente prosciugandogli la linfa vitale.

La Tsuchikage si rivolse nuovamente alle due kunoichi e finalmente il loro, o meglio, il congedo della Jinton da quella sala venne enunciato... con una premessa non da poco.
Lo sguardo che le lanciò sfoggiava eloquenza, quella di chi sapeva, e a quel punto le fu chiaro come il sole che sarebbe stato inevitabile.

Non se ne sorprese, anche se una minima parte di lei si era persino augurata scioccamente che la donna ne potesse essere all'oscuro; una possibilità assurda quanto improbabile vista la fama che la precedeva. La cosa che le diede maggiori perplessità tuttavia fu il tempo, non si aspettava che l'argomento sarebbe balzato fuori così presto e proprio questo la colse impreparata.
L'unica possibilità per lei sarebbe stata che un simile colloquio venisse posticipato per un periodo lungo, proprio per via degli accadimenti più seri che stavano coinvolgendo il continente.

Stavolta evitò di mostrare di sentirsi a disagio, mantenendosi imperscrutabile, e dopo brevissimi istanti in cui rimase statuaria fu ben più rapida la Takeda a rispondere rispetto a prima.
Le sue labbra si curvarono in un pacato sorriso di repertorio sotto l'espressione a sua volta significativa, sfoggiato per porre una barriera dinnanzi ai suoi timori e seguito da un cenno del capo.


"Ne sono lusingata,"
un tono delicato e controllato fu il suo in quelle limitate parole, che non lasciava trapelare nulla all'infuori di una più rilassata disinvoltura, la stessa che accompagnava i suoi gesti, "i miei ossequi, Tsuchikage-sama."

"Alla prossima, Rei-san,"
salutò poi la collega, lanciandole un ultimo sguardo prima di abbandonare la sala.

Stai decisamente perdendo colpi.




CITAZIONE
Tiè Bloody. u.u

See ya!
 
Contacts  Top
view post Posted on 22/12/2017, 23:34     +1   -1
Avatar


Group:
Kiri
Posts:
8,590
Location:
Steins;Gate ~

Status:


Non si aspettava reazioni eclatanti dalla piccola prescelta del Nero, sempre composta, per niente servile e sempre marziale nel modo di porsi. Soprattutto nei suoi riguardi, come se avesse stima di lei o, meglio, di ciò che lei rappresentava ai suoi occhi. E come supponeva non ne arrivarono; aveva ricevuto una nomina che aveva la sua importanza sia fuori che dentro al villaggio, che portava con sé maggior gloria senza dubbio, ma anche maggiori responsabilità verso lo stesso. Un'arma a doppio taglio, insomma. Rei lo sapeva bene, era una ragazzina molto intelligente da quel punto di vista, e dipendeva unicamente da lei se vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Ma Chiye era sicura che avrebbe apprezzato quell'onorificenza, quel maggior riconoscimento da parte sua e, per effetto domino, di tutti gli altri abitanti del villaggio. Fino a quel momento aveva sofferto davvero tanto, e non aveva avuto una personalità con cui identificarsi, perché questa era stata soppressa da un numero. Era stata cavia; adesso aveva l'opportunità di essere se stessa.. e quale stolto non alimenterebbe un ego del genere, una volta ottenuto quello che aveva ottenuto lei?
Sapeva meglio di chiunque altro cosa volesse dire essere un mero strumento per il tornaconto di altri, la famme fatale. Oh lo sapeva dannatamente bene. Aveva vissuto parte della sua vita in quella maniera, e se non avesse avuto una personalità forte e una voglia di rivalsa altrettanto preponderante si sarebbe lasciata morire insieme al fagotto di sua sorella fra le braccia. Quando si è soltanto strumenti - senza amore, senza riconoscimenti, senza soddisfazioni, ammantati da una sola, opprimente, sensazione di dolore - si possono desiderare soltanto due cose: la morte o la rivalsa. La prima è riservata ai deboli, la seconda a chi, imperterrito, continua a credere nei propri mezzi e non vuole darla vinta a nessuno. Come loro.
Accettò di buon grado, come previsto. Non si scompose più di tanto, ma con un inchino e una riverenza un po' fuori dalla norma espresse la sua felicità per il merito riconosciutole. Era curioso che non odiasse la Roccia per quello che le aveva fatto, per tutto quello che aveva passato.. ma probabilmente era un bene. Forse era riuscita a tramutare quell'odio in gratitudine? O il suo risentimento si fermava alle persone fisiche che le avevano reso la vita un inferno di provette e sperimentazioni? Sorrise, perfettamente a suo agio nella sua posizione tanto semplice quanto provocante, gustandosi il suo centro perfetto nel cuore della giovane come una vittoria personale. Capiva bene cosa stesse provando in quel momento, e quelle emozioni erano peggio di una droga: una volta provate non si poteva più farne a meno, volenti o nolenti. -
Ne sono sicura, Rei-chan. E ringrazia te stessa: sei stata tu a raggiungere quello che oggi ti ho concesso. - rispose ai suoi ringraziamenti e alle sue promesse, convinta che le avrebbe mantenute. Akiho osservava la scena in silenzio, così come lo stesso faceva Hiroji dal suo posto a sedere, ma spostando lo sguardo verde acqua dalla ragazzina alla sua sovrana. Stava per aggiungere qualcosa Chiye, l'aveva subito intuito.. ma venne bloccata dall'intervento della giovane chunin, che in effetti lo sorprese tanto quanto aveva sorpreso le Koizumi.
Akiho assottigliò lo sguardo d'ambra, come se la piccola avesse osato un qualcosa che non avrebbe dovuto osare; ridacchiò divertita invece la Tsuchikage, dopo un primo momento di scetticismo dovuto al preambolo della richiesta. Probabilmente era stato proprio questo atteggiamento da parte sua a far reagire in quella maniera la rossa, e non tanto la richiesta in sé. -
Direi che questa volta mi hai battuta sul tempo. - disse, cercando di far cessare quell'ilarità che spontanea era scaturita nel sentirsi imprevedibilmente preceduta. - Volevo giusto offrirti la possibilità di un addestramento per entrare a far parte della squadra assalitori, considerate le tue qualità, la tua dedizione e quello che Azumamaro ha riferito di te. Devi averlo colpito davvero molto. - continuò una volta ripresasi, alzandosi dal suo seggio e scendendo la gradinata con eleganza, portandosi più presso il tavolo ovale. - Lascio alla qui presente Akiho il compito di supervisionare il tuo addestramento. - e indicò con eloquenza la sorella, che sorrise soddisfatta. - E' la migliore nel suo campo, saprà come farti diventare altrettanto brava nel compito che ti aspetta. - sorrise a sua volta, affabile. Purtroppo lei era impegnata con tutte quelle questioni di stato e tutti i problemi derivanti dai demoni a piede libero; avrebbe volentieri preso lei stessa l'incarico di addestrarla, ma non era possibile.. dunque era meglio delegare la migliore, la più fidata, la più letale. - Non vi deluderò, Tsuchikage-sama. - rispose la sorella, accettando formalmente l'incarico, ineccepibile nel mantenere alto l'onore e il rispetto che la posizione della sorella meritava, a discapito della sua condotta meno attenta a determinate formalità. - Organizzerò personalmente il tuo addestramento per la squadra ANBU. Ti consiglio di non adagiarti troppo sugli allori, nei giorni che verranno: ti premetto che sarà dura e non avrò alcuno sconto nei tuoi riguardi. - già, perché essere nelle grazie di sua sorella non voleva dire avere in automatico la vita facile. Significava dimostrare, significava non deludere.. e quella era la responsabilità più grande che avesse sulle spalle la piccola Rei. - Se non c'è altro puoi andare. Congratulazioni per la tua promozione e per l'ottimo lavoro. - terminò infine la famme fatale, adagiandosi alla sua maniera sul piano del tavolo, vicino a quell'uomo che, nella sua compostezza, non aveva mai tradito alcun sentimento per la donna che amava.



Credo sia tutto. Scusami se ti ho fatta un po' attendere, ma come vedi sono incapace di non lasciarmi trasportare dalla mente un po' profittatrice di Chiye. Il compito di supervisionare il tuo addestramento, come si capisce bene da questo post, viene affidato niente popò di meno che ad Akiho (la rossa tosta ci stava troppo per questo compito, in assenza di Chiye). Il tuo master potrà ovviamente utilizzarla di persona o utilizzare altri NPC liberamente, previo però aver chiaro in testa che Akiho sarà presente - pure nell'ombra se necessario - a seguire i progressi della tua Rei e a riferire a Chiye il tuo successo o insuccesso.
E' stato un piacere Gae, e vale lo stesso per te Manu. <3 Alla prossima, girlZ!
 
Web  Top
view post Posted on 23/12/2017, 18:13     +1   -1
Avatar

Artificial Flower's Lullaby

Group:
Member
Posts:
9,697
Location:
Il dojo del Nirvana

Status:


wvHSNIE


Percepì un irrigidimento in Akiho che non riuscì a capire. Sapeva di non stare simpatica alla Koizumi minore, ma era come se avesse fatto un errore... Quale? Cosa aveva osato chiedere?
Ignorava le procedure specifiche e le direttive sociali per cui l'ingresso negli Anbu doveva essere una proposta dall'alto. Lei aveva conosciuto Azumamaro e i suoi uomini, e semplicemente aveva pensato "Anche io!"

Fortunatamente Chiye si mantenne calma e cordiale come sempre. Anzi, dichiarò di aver avuto già in mente di proporle quel ruolo, e la cosa rese tutto estremamente più facile.

«Cerco solo di fare del mio meglio» replicò pacatamente, con un leggero sorriso sotto le bende che le coprivano il volto. Doveva contenersi, ancora un po', soprattutto per via del fatto che sarebbe stata Akiho a sovrintendere al suo addestramento. La fissò dritta negli occhi, mantenendo un tono sicuro che fece del suo meglio per non far uscire sprezzante o arrogante.
«Non me ne aspetto alcuno, Akiho-san. Ma non temete: non ce ne sarà comunque bisogno.»

Non aveva mai ricevuto sconti né trattamenti di favore; ora che doveva dimostrare quanto valeva, e quanto era sicura di valere, avrebbe quasi potuto offendersi se l'avessero trattata con riguardi eccessivi.

Si inchinò ancora una volta alla regnante, schiena dritta e testa bassa.

«Vi ringrazio, Tsuchikage-sama. Avrete presto notizie dei miei successi.»

Era congedata: non avrebbe fatto perdere tempo ulteriore a nessuno, a sé in primis. Un ultimo cenno di rispettoso saluto anche a Hiroji e Akiho, e lasciò lo studio rapidamente.



C75O77u




Chiye-samaaaaaaa~ <3
 
Top
view post Posted on 2/2/2018, 19:24     +1   -1
Avatar

.wanderlust

Group:
Member
Posts:
8,503

Status:


Iwagakure no Sato, Studio del Tsuchikage, Gennaio 248 DN


Fuyu aveva consegnato personalmente la missiva alla segreteria di Iwa; asserendo con fermezza che dovesse direttamente lui ad affidare nelle mani di Chiye la lettera che Hayate le aveva scritto. Aveva ricevuto ordini imperativi, quindi si sentiva in dovere di rispettarli, seguendo la sua stessa etica. Attese di avere udienza con la donna, per poi far recapitare la risposta al Mizukage, nel minor tempo possibile. Era una questione di relativa urgenza per ambedue le parti e su di lui gravava la responsabilità di esserne l'intermediario. Almeno per il momento.


CITAZIONE
All'attenzione di Chiye Koizumi, Sandaime Tsuchikage. Iwagakure no Sato.

Le scrive Hayate Kobayashi, Juudaime Mizukage, per informarla che sono in possesso di informazioni d'importanza primaria per quanto riguarda il suo villaggio e relative nuove scoperte su quel che concerne il Kyodan. Spero di incontrarla quanto prima per riferirle ciò che sappiamo e che lei sia disponibile a fissare un summit.

Firmato.
Juudaime Mizukage, Hayate Kobayashi.

 
Top
86 replies since 24/3/2016, 18:53   2322 views
  Share