Mano contro zampa, Quest Firma per Angy (secondo PG)

*Poi accadde ancora, il cucciolo anzichè collaborare scomparve e la donna fu costretta a volgere lo sguardo fino ai limiti consentiti nel tentativo di localizzarlo ma nè la vista nè il suo eccellente olfatto le permisero di individuarlo o di prevedere il nuovo attacco. Subì una seconda lacerazione alle gamba e fu di nuovo in ginocchio. Come nel più classico dei deja-vu ecco che poi ricomparve di nuovo il cane, di nuovo più grande di come era riapparso la volta precedente *

"AHH! Ma porca di quella puttana, che diavolo succede qua dentro?! Cosa vuoi dire che abbiamo combattuto insieme, non pensi che me ne ricorderei? E poi anche fosse che problema hai eh? "

"Razza di pulcioso mezzo strabico prova a sparire di nuovo e ti faccio vedere io ti faccio!"

*La sua pazienza stava venendo messa a dura prova, non era chiaramente il tipo da ragionare sugli eventi, sulle possibilità e misteri del caso. La rossa era una guerriera, una kunoichi che amava l'azione: imparava solo sbagliando e sbattendoci il muso e con quell'andamento l'intera permanenza in quel luogo le avrebbe procurato ben più di qualche taglio o livido. Digrignando i denti e stringendo i pugni lanciò un'occhiataccia a quel cane e nel farlo si accorse di non essere in grado di metterlo a fuoco, la sua vista era calata ancora e l'idea che chiunque gli avesse procurato quelle ferite stesse facendo uso di veleno, si fece sempre più plausibile. O forse era l'aria stessa che respirava, un gas inodore?*

"D'accordo. "

*Distogliendo lo sguardo e convincendosi che il cane non aveva colpe di quanto stava patendo si concentrò sulla nuova ferita da curare. Con un respiro profondo iniziò a calmarsi e fu allora che si accorse della visuale che aveva sulla foresta, si era fatta ancora più ampia ma nonostante tutto non pensò nemmeno per un istante di fuggire. Per quanto assurda avrebbe affrontato anche quella sfida a viso aperto.*

"Voglio crederti. Ma se abbiamo combattuto in passato allora perchè non ne ho nessun ricordo.. quando è successo e dove, a Suna?"

*Chiese così, con l'incertezza a dipingerle il volto e la fronte aggrottata nel tentativo di riportare alla mente ricordi sconosciuti. Forse l'intera prova era solo un'illusione o una grande metafora sulla sua vita e mentre iniziava a chiedersi cosa voleva da lei quella caverna diventava sempre più difficile mantenere la cognizione del tempo. *

*Fu incitata a concentrarsi, a fidarsi e a farlo in fretta, un'insiemistica di cose per lei già troppo complicate prese singolarmente, figurarsi tutte insieme. In particolare iniziò a sentirsi sotto pressione quando il cane le spiegò che il tempo li dentro scorreva molto più rapidamente e che ormai era agli sgoccioli - Kuro del resto era stato molto chiaro - doveva terminare la prova entro ventiquattro ore, non un minuto di più, non uno di meno. Come regolarsi capì sarebbe rimasto un mistero fino all'ultimo e lo stesso poteva dirsi per la comprensione vera e propria di quella prova; di suo era stanca di vedersi attaccare alle spalle in quella maledetta foresta, si sentiva presa in giro eppure nonostante tutto fino all'ultimo non mollò. Sentiva che c'era dell'altro, era evidente anzi che le stavano sfuggendo dettagli importanti da sotto gli occhi.*

"Chi, sarà qui? Aaah, non sto capendo un accidenti!"

*Ancora una volta si guardò attorno ansiosa e il rimo del suo cuore galoppò di pari passo al suo respiro. Se davvero il tempo a sua disposizione stava per scadere avrebbe fatto meglio a sbrigarsi nel risolvere quel mistero, doveva tornare alla porta e tentare di aprirla proprio come aveva visto fare all'eremita.*

"No.. non funzionerebbe comunque, su questo Kuro è stato piuttosto chiaro. La porta si aprirà solo quando godrò della piena fiducia di questo cane, ma come posso rafforzare il nostro legame se non fa che sparire, crescere e attaccarmi?"

*All'apice della confusione Fujie finì con le mani nei capelli e prima di massaggiarsi energicamente la testa non si curò nemmeno di pulire le mani sporche del suo stesso sangue. Quando le due tonalità di rosso finirono per mescolarsi poi qualcosa scattò nella sua mente, un'intuizione, si era accorta che curandosi e quindi continuando a fare affidamento solo sulle sue forze, la sua visuale tornava a regredire, in pratica se voleva sperare di avere una visuale completa - e magari ritrovare quella porta - doveva lasciarsi colpire senza cercare di contrastare il suo "piccolo" amico o temerlo.
Doveva fidarsi, non l'avrebbe uccisa, in fondo era in quello strano posto perchè avevano visto qualcosa in lei.
Così, in disordine com'era, stavolta non tamponò nemmeno la ferita e sopportando le fitte si sedette a gambe incrociate e infine allungò una mano come a richiamare l'attenzione del cane: lo guardò dritto negli occhi e rimase in attesa.
Un invito ad essere azzannata ancora, un tentativo di stabilire un legame di fiducia, forse entrambe le cose.*

*Convinta della sua scelta Fujie non distolse lo sguardo nemmeno per un attimo, aveva una teoria e non conosceva altro modo per testarla e dunque rimase immobile con il braccio teso aspettato che il cane facesse la sua mossa. Cambiando così il suo modo di approcciarsi a lui sperò che la cosa si riflettesse su di lui, da quel momento in poi si aspettò infatti un attacco diretto sperando appunto che fermasse all'ultimo: peccato che non fu affatto così semplice. Continuando come niente fosse il bull terrier sparì di nuovo, l'attaccò ancora e ancora, sparendo e riapparendo come un'ombra e questo fin quasi a sfinire del tutto Fujie che stringendo i denti si trattenne dal reagire; sopportare il dolore non era cosa nuova per lei ma lo era farlo per una buona causa e dopo quei lunghi attimi di tortura ecco finalmente i frutti. Con la vista annebbiata e i sensi intorpiditi riuscì a scorgere la sagoma del cane crescere a dismisura fino a quando non si rese conto che altro non si trattava che di Kuro, l'eremita. Era sempre stato li ad osservarla e testarla in prima persona e finalmente collegò tutto riuscendo a dare un senso alle parole del bull terrier.*

"Questo posto, ecco perchè mi sembrava familiare.. tu, noi, la foresta.."

*Afferrando la mano dell'eremita ancora intontita com'era ci mise un po' a ritrovare stabilità sulle gambe, le numerose ferite aperte in cui i denti del cane erano affondati le stavano procurando fitte lancinanti eppure non v'era più frustrazione in lei, nè rabbia o indifferenza: si sentiva rincuorata, per quanto non avesse capito un accidenti di quanto le stava accadendo attorno ci aveva visto giusto. Ascoltando le belle parole del moretto la jonin ne approfittò per riprendere fiato e lucidità e piegata in due con le mani poggiate alle ginocchia prima di tirarsi su, ce ne mise di tempo. Prima di farlo allungò una mano sollevando un indice, come a chiedere ancora un attimo per riprendersi da quegli attimi traumatici.*

"Ciecamente eh? Non oso immaginare cosa avresti organizzato se fossi stato l'eremita delle talpe!

Heee per tutte le pulci , me l'avete proprio fatta, sappiate che mi sentirò in diritto di ricambiare il trattamento in qualsiasi momento."

*Senza sapere come o perchè iniziò a sentirsi meglio e i due dinnanzi a lei lo intuirono semplicemente ascoltando quelle parole: era tornata la Fujie di sempre, quella solare, irriverente e - si fa per dire - giusto un po' attaccabrighe. Prima di voltar loro le spalle per avviarsi alla sorgente dedicò loro un sorriso a trentadue denti e lo fece soffermandosi qualche istante in più su Bull, i suoi canini affilati scintillarono quasi come a voler sottolineare la voglia irrefrenabile che aveva adesso di rincorrerlo e mordicchiarlo: un po' per gioco e un po' per vendicarsi. *

"Ma a chi voglio darla a bere, finirei per strizzarlo tutto e coccolarlo fino a sera."

*Così pensando i suoi piedi la portarono oltre e immersa già fino alle ginocchia in quell'acqua gelida rabbrividì provando al contempo un sollievo istantaneo, non aveva idea di come funzionasse quel luogo ma era una di quei misteri che avrebbe preferito scoprire solo dopo averne goduto i benefici. Li dove Fiume e cascata si univano, dove spirito e corpo potevano ritrovare la pace, Fujie sembrò aver trovato anche qualcos'altro: seduta in meditazione si abbandonò all'idea di poter avere nuovi legami, di quelli importanti e indissolubili che da troppo tempo si era negata per la paura di perderli e rimanere delusa. Non le importava più delle origini di Kuro, che fosse un Kiriano o meno, della sua cicatrice o di qualsiasi passato o presente fosse parte della sua vita, non le importava più perchè finalmente lo aveva visto per quello che era: un amico fidato, uno spirito affine.

Prima di rialzarsi fece come suggerito e si prese tutto il tempo, avvertiva di nuovo Yasei e viceversa. La porta con il sigillo era stata riaperta e la loro simbiosi era tornata, lo sentì agitato per la distanza che ancora li separava, era incuriosito dall'accaduto in compagnia di altri cani eppure infondo la serenità di lei fu contagiosa al punto tale da tranquillizzarlo. Quando varcò la soglia la divisa sbrindellata la fece apparire come una reduce di guerra ma l'acqua aveva lavato via ogni traccia di sangue e dolore e con essi i pensieri negativi che l'avevano assillata durante la strana prova.
Andandole incontro il lupo la annusò da capo a piedi e girandogli intorno di tanto in tanto guaì come a chiedere spiegazioni.*

"Sto bene davvero, vedi? "

*Dovette coccolarlo energicamente per riuscire a calmarlo e convincerlo di star davvero bene. Ebbe quindi tempo di guardarsi intorno solo dopo e fu allora che finì per chiedersi che fine avesse fatto Kuro con Bull ma anche e soprattutto, che fine avesse fatto il cucciolo che aveva scelto di portare con se in quella strana foresta. Lo aveva visto crescere e sparire tante di quelle volte che adesso temeva di non essere più in grado di riconoscerlo.. se mai fosse esistito.*

"Dove sono, non ho sognato tutto anche questa volta vero?"

*Impossibile, sapeva di non avere una fantasia così acuta.*

*Venir catapultati nuovamente altrove dal richiamo non fu affatto piacevole per il duo che tuttavia sopportò di buona lena quello scombussolamento, nel riaprire gli occhi poi capirono di essere in grande compagnia e fu solo per un soffio che Fujie si trattenne dal bestemmiare in aramaico. Ovunque posasse lo sguardo v'erano solo che cani, dovevano essere finiti nel cuore dell'eremo e presto arrivò la conferma di Kuro, l'eremita che l'aveva appena valutata idonea a entrare in quella grande famiglia. Il ragazzo la invitò a farsi avanti e scostando quei filamenti più simili a ragnatele che a decorazioni di sorta raggiunse il centro. Non avrebbe mai pensavo di vedere una sala simile in quelle caverne nè tanto meno un piedistallo così strambo, l'odore invece si, quello se lo aspettava ed era esattamente come lo immaginava, pungente come quello che emanava il suo piccolo appartamento. Il grosso baule poi fu aperto rivelando un contenuto meno confuso del previsto, sbirciando al suo interno penso di trovare più cianfrusaglie, giochi o magari ossa che i cani custodivano gelosamente. Trovò invece qualcosa di meno comune e prevedibile, un grosso sutra più importanti cimeli che a quanto pare quelle evocazioni erano solite donare ai migliori tra i firmatari.*

"Posso davvero?"

*Aveva paura di toccare quegli oggetti, in qualche modo aveva capito essere sacri per i cani visto che erano appartenuti al saggio dell'eremo. Fu tentata dal prendere quella maschera paurosa immaginandosi già spaventare Yasei nel cuore della notte ma poi optò per la giacchetta blu, aveva un che di elegante e tutto sommato si sposava bene con l'arancione della sua divisa. Indossandola ancor prima di firmare il contratto fece un giro su se stessa e cercando lo sguardo del compagno e degli altri sembrò chiedere come gli stava. Peccato solo per il commento che le sfuggì subito dopo, appena prima di prendere un infarto da paura.*

"Misà che era di piccola taglia il vec.. WAAH! P-pensavo che lei, che voi insomma foste morto. A momenti morivo d'infarto, potevi essere più chiaro Kuro-saan!"

*Lamentando fu sul punto di sbuffare ma invece rimase li con le braccia ancorate ai fianchi e le guance gonfie generando l'ilarità generale. Sulle prime sembrò prendersela ma poi inevitabilmente la rossa rise della sua figuraccia e mentre c'era chi abbaiava a destra e a manca si apprestò a firmare con il suo sangue quel sacro vincolo.*

"Sento che stavolta la mia fiducia non è mal riposta, di loro ci si può fidare, lo credi anche tu amico non è vero? Dovremmo mostrare questo posto anche a Nirai, sono sicura che ne sarebbe entusiasta.. Ecco, così dovrebbe andare."

*Terminato di scrivere ritrasse leggermente il capo come per osservare meglio al sua opera ma bastò uno sguardo di sfuggita alle altre firme per capire che nonostante l'impegno aveva ancora una grafia penosa e simile a quella dei bambini. Così, come un cane che cerca di nascondere le sue malefatte fece per richiudere il rotolo e con molta nonchalance sorrise all'eremita e al vecchio cane-ragnatela, il suo pelo anzi poteva essere scambiato per una strana tenda ma non poteva dirglielo spudoratamente in faccia.. o forse si? Continuando ad osservare quei lunghi filamenti soppesò la sua decisione trattenendo l'istinto si tenne occupata rispondendo all'osservazione del vecchio.*

"Si può essere utili in mille modi, non occorre necessariamente saper combattere o saper impugnare delle spade. Oltre a ciò che posso dare a voi fisicamente spero di poter diventare un sostegno per l'eremo stesso, non mancherò di ricambiare la vostra fiducia.. "

*Raggiunto il cucciolo di bull terrier che aveva scelto all'inizio del suo percorso li all'eremo lo prese in braccio e lasciandosi leccare le mani e a salire il viso non riuscì ad attendere oltre e pose la sua domanda con una tale spontaneità che avrebbe spiazzato almeno la metà dei presenti. Qualcuno probabilmente l'avrebbe etichettata come impertinente ma poco importava, lei non era esattamente il tipo che si preoccupava delle conseguenze delle sue azioni.*

".. con rispetto parlando però Jōkyū-sama.. ha mai pensato che fosse ora di fare un po' di toletta?"